Timi non perdona: risolto ai supplementari il derby

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Timi non perdona: risolto ai supplementari il derby
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Timi non perdona: risolto ai supplementari il derby ibseniano
l'Arlecchino
11/03/2016
Il campo neutro di Tromsø è in condizioni perfette, gli spalti gremiti, il tifo
accesissimo. Finalissima attesa per la Ibsen Champions League
2016. Inutile dire che gran parte dei convenuti (anzi: delle convenute) siano
qui per vedere lui, il più atteso, il più amato, il più ammirato giocatore di
quest’epoca. Lo si avverte nell’aria, nell’attesa, in quella peculiare
elettricità che è propria delle grandi finali. Parliamo di Filippo Timi, il
Cristiano Ronaldo delle scene, mostruosa concrezione a unire talento e
tecnica, fisicità e inventiva; piace a tutti, maschi, femmine e cantanti (con
questa cibiamo pure i critici fissati con le citazioni; attenti: è Baccini, non
l’abusato-malgré-soi De Andrè), che si cimenti in poesia, al cinema o in
teatro. Giunto alla corte dell’ancelottiana Andrée Ruth Shammah, l’umbro
guida un’autentica compagine di Galacticos che, alle spalle, vanta la
produzione del Teatro Franco Parenti e della Fondazione Teatro della
Toscana. Impegnato in tutti i tre ruoli del tridente d’attacco (Torvald, Rank e
Krogstad), con lui troviamo la notevole Marina Rocco, una Nora ben sicura
tra i pali a difender la porta (la dimora famigliare), e compagni di rango
quali Mariella Valentini, Andrea Soffiantini, Marco De Bella.
Di là, un’agguerrita e ben più corta compagine: meno lustrini, più coesione,
sudore, gioco di squadra, caparbietà. Dalle parti di Pistoia
(produce Associazione Teatrale Pistoiese, una delle realtà più vive e interessanti del panorama attuale), si
vocifera che quando mister Roberto Valerio, allenatore-giocatore di gran presente e non minor talento (alla Diego
Simeone), ha espresso l’intenzione di giocarsi la Champions con Casa di bambola, i dirigenti gli abbiano paventato
il rischio d’un derby insidioso contro Timi e compagni: “Non mi importa niente” la risposta che depone a favore del
regista già apprezzato per Un marito ideale, Il vantone, L’impresario delle Smirne e Il gioco delle parti. Per lui, una
formazione di grande coesione, estremo difensore Valentina Sperlì, e un tris d’attacco niente male: Danilo
Nigrelli a destra (Torvald), l’apollineo Massimo Grigò sull’altra mano (il dottor Rank), e sè stesso nel ruolo di ariete
centrale, il procuratore Krogstad.
L’incontro parte in salita per i timiani: Casa di bambola, senza i fronzoli d’una titolazione mutata, assesta i suoi colpi
sull’onda della costanza, grazie a un gioco di squadra compatto e martellante. Passano in vantaggio quasi subito
(13′: spizzata di testa di Grigò su angolo di Nigrelli, corregge in rete Carlotta Viscovo lasciata libera da una
svagata Valentini), giustificando la fortunata circostanza grazie a una difesa strenua che contiene la logica reazione
1/3
avversaria.
Timi si specchia, gigioneggia, sembra quasi celiare con quei vezzi che
mandano in sollucchero il suo pubblico: nondimeno, sono i compagni a
trainar la carretta, benché l’incontro si trascini nell’inerzia per tutto il primo
tempo.
La ripresa non muta di spartito: Una casa di bambola prova a metter la
testa in avanti, Sperlì-Valerio subiscono e rilanciano, per poi sfiorare più
volte il raddoppio. Al 70′ è Grigò a sprecare da breve distanza, con Rocco
che devia in angolo un sinistro velenosissimo; tre minuti più tardi, Nigrelli
vanifica una bella combinazione con Valerio. Sembra tutto apparecchiato
per la vittoria pistoiese, ma, a tempo ormai scaduto, ecco il gol del
pareggio e riaccende le speranze del pubblico fiorentino: sul corner “della
disperazione”, tutti in area avversaria, compresa Rocco, che devia il cross,
permettendo a Soffiantini di riequilibrare il risultato. Supplementari.
Il contraccolpo psicologico è lampante: si torna in campo coi fiorentini
galvanizzati e Valerio che cerca di spremere le residue energie di una
squadra dalla panchina troppo corta. Ed è proprio grazie ai supposti
rincalzi (Angelica Gavinelli, Elena Orsini, Paola Senatore: sarebbero
titolari in qualsiasi altra squadra) che la squadra di Ruth Shammah ribalta
le sorti del match: Gavinelli raccoglie un invito in
profondità di Orsini e gela un’incolpevole Sperlì. Sugli
spalti, le fans di Timi fan la ola e lanciano reggiseni in
campo: lui, partita in chiaro scuro, con qualche lampo e
varie pause, trova il tempo di firmare il definitivo (e
ingiusto) 3 a 1; un’amnesia collettiva lo mette in grado di
toccare il pallone da pochi passi e segnare. Timi si toglie
la maglietta, fa il giro del campo, mostra le terga al
pubblico adorante (lo faceva già nel suo Don Giovanni),
non si cura della puntuale ammonizione ricevuta
dall’arbitro: la coppa è, ormai, nelle sue mani. A Valerio
non resta che l’orgoglio di un’ottima prestazione, con
Sperlì che resta tra i pali, senza muoversi, oramai
sconsolata.
Applausi per tutti e viva Ibsen.
Tabellino
Una casa di bambola–Casa di bambola
Risultato: 3-1 d.t.s. (0-1; 1-1; 2-1)
Marcatori: 13′ Viscovo (C), 90+3′ Soffiantini (U), 104′
Gavinelli, 118′ Timi
Man of the match: Valentina Sperlì
2/3
3/3