Nello zaino - Sezione di Vicenza
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Nello zaino - Sezione di Vicenza
In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio di Vicenza CPO, per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere l’importo dovuto ANNO 2011 - NUMERO 1 - MARZO - Trimestrale - E 4,00 - Poste Italiane S.p.A. - Spediz. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, NE/VI Alpino Matteo Miotto PRESENTE 2 - La feritoia del Torrione Piedi per terra e zaino in spalla! di Gigi Girardi Sulla scia di quanto già sintetizzato da Dino Biesuz lo scorso dicembre in riferimento al documento elaborato ad ottobre dal Consiglio Direttivo Nazionale, è giunto il momento di presentare concrete proposte destinate a delineare una traccia operativa per l’Ana, a breve e medio termine. Per il lungo termine ne riparleremo a tempo debito. È ora indispensabile lavorare tenendo ben conto delle nuove realtà, integrando quanto contenuto nel documento a cui facciamo riferimento e che ci risulta sia già stato oggetto di approfondimenti in seno a parecchi nostri gruppi. Questo ci induce a credere che certamente saranno emerse proposte e idee da presentare al presidente Perona, in occasione dei prossimi incontri che lui si è proposto e programmato di poter concludere nel tempo che ancora intercorre alla conclusione del suo mandato. Da una prima lettura, si potrebbe dedurre che c’è l’assillo per una lenta ma irreversibile contrazione del numero di iscritti. Noi crediamo che questo sia soltanto un effetto, non il problema. Sarebbe banale non prevederlo, ben consci che non potendo più contare sul grande serbatoio degli alpini congedati dal servizio militare obbligatorio a cui l’Ana attingeva, è ovvio che ci si avvii ad un naturale ridimensionamento. È gia successo ad altre realtà prima di noi, vedi Combattenti e reduci, Garibaldini, ordini religiosi e via discorrendo. Ciò non significa che la qualità sarà direttamente proporzionale alla quantità. Anzi! È questo il vero obbiettivo! Perseguire progetti di alto profilo, con solidi contenuti storici e culturali, senza per questo trascurare le espressioni di quell’alpinità popolare insita nelle nostre radici. Non sarà certamente raschiando i fondi che permetteremo all’Ana di tramandare i suoi valori ma avviando un nuovo concetto di associazione, adatto ai diversi contesti in cui oggi ci stiamo muovendo e che nel- l’immediato futuro dovremo inderogabilmente cavalcare. Il messaggio, il modello, l’ispirazione ci vengono proprio dalle nostre origini: l’esercito prima di tutto, che ad una massa di militari per forza ha preferito un più ridotto organico di soldati professionisti, ben addestrati ed equipaggiati, in grado di non sfigurare a fianco di altre unità operanti nello scenario internazionale. L’altro modello ci viene dal mondo del lavoro ove le nuove generazioni si devono ogni giorno misurare con nuove logiche, non sempre facili da metabolizzare. Un nuovo profilo di lavoratore che ha soppiantato generazioni di braccianti; menti vivaci, braccia robuste sì, ma già storia di ieri. Certo; si dovrà rivedere qualche nostra attività che oggi poggia su nutriti organici; parallelamente si dovrà sviluppare l’impegno in progetti culturali e sociali, in collaborazione e sintonia con le amministrazioni locali ed opere assistenziali e di volontariato. Non come rimorchi ma come motori, senza sottovalutare un sistematico rapporto con i mezzi di comunicazione! In giorni non tanto lontani, congressi, simposi, attività di orientamento ed informazione sulle truppe da montagna rivolte al mondo studentesco, potranno alternare tanti piccoli o meno piccoli raduni a cui noi, classi dell’ante e dopoguerra, siamo abituati ed anche affezionati. Qualcosa in questo senso già si sta muovendo ed i risultati paiono solo che positivi. Non pensiamo di mandare al macero le nostre calorose rimpatriate; si tratta solo di vestirle con un abito nuovo: più stirato e perché no? anche più elegante! La nostra sezione può per questo considerarsi all'avanguardia, grazie alle esperienze maturate ed ereditate dal nostro ormai ex cerimoniere Toni Munari, oggi consigliere nazionale. “Ad excelsa tendo” è il motto del 7° Alpini. Non accaniamoci troppo quindi in un’affannosa caccia a dispersi, aggregati, aiutanti, amici, abbonati o minialpini che, fortuna loro, si son guadagnati a buon mercato tanto di penna e di cappello. Accogliamo pure questi ragazzi e guardiamo avanti, spalancando le porte delle nostre sedi a quanti sentiranno vivo il desiderio di far parte di questa gloriosa stirpe che durerà finché ci sarà in giro ancora un cappello o un elmetto su cui spicca una penna nera. Dopo, fra quanto non so, rimarrà la leggenda di uomini duri dal cuore grande: gli alpini! 3 RICORDO DI MATTEO SOMMARIO pag. • La feritoia del Torrione • Nello zaino • Varie • Lettere in Redazione • Vita dei gruppi • Protezione Civile / In libreria • Gli alpini e lo sport • Varie • “Un nostro amico hai chiesto alla montagna...” • Rinnovo direttivi 2 4 18 20 22 33 34 37 44 47 Anno 2011 - n. 1 - Marzo Gratis ai soci Abbonamento annuo Euro 13 Tiratura 21.000 copie Direzione e Redazione: Torrione degli Alpini 36100 Vicenza - Via B. D’Alviano, 6 Tel. 0444.926988 - Fax 0444.927353 Web Site: www.anavicenza.it E-mail: [email protected] C.C.P. 13008362 Registrazione al Tribunale di Vicenza n. 67 del 26.4.1953 Direttore Responsabile: Dino Biesuz Comitato di Redazione: Presidente: Giuseppe Galvanin Direttore Responsabile: Dino Biesuz - 347 4145567 Capo redattore: Franco Impalmi - 335 367504 Redattori: Anna Campese Luigi Beltramello - 333 5807866 - 0444 560881 Marco Brazzale - 328 8183998 - 0445 314409 Luigi Girardi - 348 4911590 G. Pietro Gollin - 349 443650 - 0444 585902 Federico Murzio - 340 7624323 Alberto Pieropan - 329 2254773 Editore: Editrice Veneta S.a.s.- Via Ozanam 8 - Vicenza tel. 0444 567526 - www.editriceveneta.it Iscrizione al ROC n. 4725 del 22.11.2001 Stampa: Industrie Grafiche Vicentine S.p.A. Via Rovereto 20 - Costabissara (VI) www.igvi.it Cari Alpini, cari amici degli Alpini, scrivo queste poche righe con la stessa emozione e la tristezza nel cuore che ho provato, ormai tre mesi fa, quando ho ricevuto telefonicamente la notizia della morte di Matteo Miotto. Una morte che ci ha colpito da vicino, non tanto perché Matteo fosse migliore degli altrI 36 soldati italiani morti in Afghanistan, ma perché lo conoscevamo per quel che era e per quel che faceva, lo apprezzavamo per le sue idee, appoggiavamo i suoi progetti. Sono consapevole che molte parole sono state dette e scritte e mi rendo conto che, forse, agli occhi dei genitori di Matteo e da lassù anche dello stesso Matteo, troppo inchiostro è stato speso sulla sua morte. Tuttavia ritengo essere mio dovere ricordare con queste poche righe la figura di un ragazzo che possiamo facilmente additare ad esempio come modello di virtù per noi alpini e per chi alpino non è. Lui, infatti, racchiudeva dentro di sé e manifestava al di fuori di sé stesso l’impegno quotidiano che è un sunto di tutti quei valori umani e sociali che gli alpini portano avanti. Matteo era un soldato, un alpino, e così voleva essere ricordato. Ed è così noi vogliamo ricordarlo. Giuseppe Galvanin 4 - Nello zaino L’anno scorso siamo cresciuti di sette soci. Sì unanime al bilancio del 2010 ISCRITTI, ANA VICENZA TIENE DURO di Dino Biesuz L’Ana di Vicenza tiene duro. Fra le tante cifre snocciolate all’assemblea dei delegati, convocati nell’auditorium della Fiera per l’approvazione dei bilanci, fra le più attese c’erano quelle della “forza” della Sezione. Eccole: 17.064 soci alpini (115 in meno rispetto al 2009), 3.231 soci aggregati e 40 aiutanti (122 in più): in un anno siamo aumentati di 7 unità, ma si vede chiaramente che il merito è degli aggregati, che condividono gli ideali alpini o semplicemente apprezzano il clima di simpatia che si respira nelle sedi dei gruppi. “Un successo ha definito questi risultati il presidente Galvanin nella relazione morale - il cui merito è da attribuire ai capigruppo e a quanti, consiglieri e soci, si occupano del tesseramento, compito tra i più difficili ed importanti della vita associativa. Prevedo che per il 2011, con l’aumento del bollino, le difficoltà saranno maggiori: esorto i capigruppo ad impegnarsi, come hanno sempre fatto, in questo difficile compito di tesserare quanti hanno militato e nelle truppe alpine e non si sono mai avvicinati all’Ana”. Note positive arrivano dalle attività istituzionali. La massiccia e ordinata partecipazione all’Adunata nazionale di Bergamo, l’impegnativa organizzazione del Pellegrinaggio sul Pasubio, complicata dal rifiuto del sindaco di Posina di rilasciare i permessi di transito sulla strada degli Scarubbi, la riuscita adunata sezionale, organizzata dai gruppi di Bolzano Vicentino e Lisiera, che ha visto la massiccia partecipazione della popolazione; infine l’adunata sezionale di Bassano, con l’emozionante sfilata della Fanfara storica sul Ponte degli alpini. Fra le attività culturali la presentazione della storia del Btg Vicenza scritta da Manuel Grotto e la Festa Tricolore, con Bepi De Marzi e i Crodaioli. Il 2010 sarà ricordato come l’anno dell’alluvione e quindi dell’impegno degli alpini in soccorso agli alluvionati, dai primi interventi a riempire sacchetti di sabbia fi- no alla sottoscrizione che ha raccolto quasi 50 mila euro, impiegati per acquistare un pulmino per una cooperativa per disabili di Cresole o consegnati alle famiglie più bisognose. Grazie all’alluvione i vicentini hanno potuto vedere in azione la Protezione civile alpina, apprezzata da tutti (autorità e Vigili del fuoco compresi) per il grande impegno e la perfetta organizzazione. Un intervento arrivato poco dopo quello dell’Abruzzo: questi grossi impegni non hanno tolto spazio alla consueta attività addestrativa e alla diffusione della protezione civile nelle scuole. Le relazione morale ha toccato poi gli ottimi rapporti sotto tutti i punti di vista con le Forze armate e le istituzioni pubbliche. È continuato il recupero delle opere belliche in montagna: ormai conclusi i lavori sul Monte Cimone, si va avanti sul Pasubio, sotto la guida della Zona Val Leogra. Ampio spazio il presidente Galvanin ha dedicato alle molteplici attività sportive e alla Commissione cultura. Con Giuseppe Rossi e gli alpini di Alte ha tenuto ben 72 conferenze nelle scuole e continua la collaborazione con la Regione per la diffusione della cultura alpina nelle scuole. Si vedono i primi risultati del lavoro della Commissione giovani, la Commissione capigruppo è impegnata alla redazione di un “Vademecum” che possa dare risposta ai tanti problemi che incontrano i capigruppo nella loro attività. Se il 2011 è stato positivo per la Fanfara Storica, che Nello zaino - 5 L’Assemblea dei delegati in Fiera. Nella pagina precedente il presidente Galvanin ha registrato 21 uscite, di cui 18 al completo, e per il sito Internet, rinnovato e ricco d’informazioni, si è dovuto ridurre da cinque a quattro le uscite della pubblicazione Alpin fa grado, per la soppressione da parte del Governo delle agevolazioni, che hanno fatto crescere del 400 per cento le spese di spedizione e costretto ad aumentare di 50 centesimi la quota associativa. «Oggi gli alpini sono più che mai utili e necessari ha concluso il presidente Galvanin - nelle nostre comunità infatti non c’è sindaco o assessore, parroco, asilo o scuola che sempre di più si rivolga ai nostri Gruppi per chiedere una mano per risolvere piccoli o grandi problemi, che senza il nostro aiuto risulterebbero molto onerosi. Noi ci siamo, siamo sempre presenti, disponibili: dobbiamo però ricordarci che anche noi possiamo scegliere chi e come aiutare, chi se lo merita. Non siamo alle dipendenze di nessuno, specialmente di chi crede che sia tutto dovuto, coloro che quando eseguiamo dei lavori si rifiutano di contribuire alle spese, oppure di chi non vuole vederci con i nostri gagliardetti o a coloro che da fastidio il nostro cappello o la nostra Preghiera dell’Alpino». La relazione morale è stata approvata all’unanimità dai delegati dei 127 gruppi presenti (sui 135 in forza alla sezione). All’assemblea, presieduta dal direttore dell’Alpino, Vittorio Brunello, sono intervenuti il sindaco di Vicenza Achille Variati, l’assessore provinciale Nereo Galvanin, il col. Stefano Fregona, vice comandante del Settimo, il gen. Innecco e Antonio Munari, consigliere nazionale Ana. Relazione finanziaria Se è in attivo il bilancio degli iscritti alla sezione Ana di Vicenza, è in passivo quello della cassa del Torrione. Un disavanzo di 16 mila 560 euro - ha spiegato il tesoriere Arcangelo Murzio - dovuto alle spese per l’organizzazione del pellegrinaggio sul Pasubio e per il notevole aumento delle tariffe postali per l’invio di Alpin fa grado; sarà ripianato con l’utilizzo del fondo attività associative. Nel 2010 le entrate sono state di 415 mila euro si legge nella relazione finanziaria, approvata dall’assemblea con una sola astensione - 305 mila arrivati dal tesseramento e 91 dalle attività associative. La maggior parte dei proventi delle quote associative (173 mila euro) prende la strada di Milano per l’Ana nazionale; altre voci rilevanti in uscita sono le spese generali (52 mila), il giornale sezionale (40), le attività associative (93), la protezione civile (23), il Gruppo sportivo (19) e la Fanfara storica (17), che però ha riscosso oltre 7 mila euro. Quest’anno per la prima volta è stato approntato un bilancio di previsione, che vede un sostanzioso aumento dei ricavi (55 mila euro in più del 2010) dovuto all’aumento della quota associativa (2,5 euro alla sede nazionale e 0,5 alla Sezione di Vicenza). Un aumento di entrate a cui non corrisponderà però un aumento delle spese, che dovrebbero fermarsi a 394 mila euro (21 mila euro in meno di quest’anno). 6 - Nello zaino Fino all’ultimo si è dedicato al suo progetto per la diffusione della cultura alpina MATTEO MIOTTO UN SIMBOLO PER GLI ALPINI Il lutto questa volta ci ha colpiti da vicino. Molti alLe due e-mail Matteo le scrisse negli ultimi giorni di pini l’ultimo dell’anno hanno spento le luminarie e mesvita in una terra lontana, estranea, selvaggia. A tu per tu so via lo spumante. La notizia della morte di Matteo con il pericolo non ha mai pensato alla morte, aveva in Miotto in Afghanistan si è diffusa in un attimo fra inmente solo di tornare e di lavorare per gli alpini e per i credulità e dolore, e ha lasciato sgomenti. Specialmengiovani. “Ciao Nicola - scriveva il 18 dicembre - Qui te fra chi lo conosceva o aveva portato come lui la napl’aria del Natale è inesistente, se non fosse per le nostre pina bianca o il 7 sul fregio: era proprio un “frate di tradizioni che ci legano al periodo più bello dell’anno e naja”. Le ore successive avevano scandito il consueto da passare con gente vera e tu sai cosa intendo. La matriste cerimoniale, fino alla grandissima manifestazione linconia c’è, non la nego, vedo le foto delle nostre valli di cordoglio nel duomo di Thiene strapieno di gente e imbiancate e noi giriamo ancora in maglietta in questi alpini. E mentre in sezione, al gruppo di Thiene, alla strani posti, pensa ti... È l ultimo mese per noi della Jucommissione giovani arrivavano da tutta Italia messaglia, poi noi trenta alpini che siamo i più a Sud di tutto gi di cordoglio e ammirazione per quel ragazzo, si sono l’esercito italiano torneremo a casa, dopo sette mesi velevate anche sterili polemiche, presto dimenticate. ramente al contatto col pericolo ogni giorno. Nel tempo Adesso c’è solo il vento del ricordo che soffia fra le che riesco a trovare sto lavorando al progetto con le scuorocce. Matteo è vissuto poco, ma ha dato tanto. le superiori e ti farò avere una copia del programma, Nicola Stoppa, responsabile sezionale della comuna volta che l’avrò steso per bene. Lavizzari mi scrive missione giovani, era diventato quasi un fratello magspesso sì, si interessa, ma Nicola ti dico la verità: stare giore per lui. Erano spesso assieme, si tenevano in conin questi posti silenziosi e vuoti per mesi e mesi ti fa pentatto anche in Afghanistan. sare parecchio e ho capito che è meglio passare il temHa tantissimi ricordi “Ma il più bello sono due delpo con le persone che veramente han qualcosa dentro e le tantissime e-mail che ho ricevuto - dice Stoppa -. Parnon vedo l’ora di farmi una bella bottiglia al caldo di un lano di un ragazzo semplice, un alpino vero, ricco di rifugio con te. Fatti sentire, io per dieci giorni sono qua sentimenti e di proposte concrete per il futuro dell’Ana. di base in Gulistan poi ho l’elicottero per fare l’ultimo Il nostro impegno sarà quello di continuare a fare tutto turno all’avamposto: gli ultimi venti giorni di inferno, quello in cui credeva ed a rispondere sempre ECCOLO! come faceva lui”. Dopo la prima ferma di un anno, Matteo Miotto aveva partecipato subito all’attività dell’Ana ed aveva portato anche lui lo striscione “Noi dopo di voi” che la commissione giovani fa sfilare di prima mattina alle adunate nazionali davanti a tutti i reduci, affiancati da due ali di giovani. Si era impegnato subito per diffondere fra i ragazzi lo spirito alpino e molti studenti thienesi lo hanno visto a scuola in divisa a parlare degli alpini, dopo aver ripreso servizio. Del suo progetto giovani aveva parlato con tutti, con fervore, con una gran carica, anche polemico con chi non capiva subito, al gruppo, in sezione, con l’ex responsabile della commissione giovani nazionale Lavizzari. Il suo scopo era uscire dai confini della sua città e coinvolMatteo Miotto e Diego Dal Maso incontrano gli studenti gere più persone possibile. Nello zaino - 7 quaggiù, scambiando il gagliardetto con un capo villaggio locale. Pensa, siamo arrivati anche quaggiù... Ciao Nicola W gli alpini!”. Due giorni prima di morire Miotto si era sentito al telefono con il presidente Galvanin, per gli auguri di Capodanno. Naturalmente aveva parlato del suo progetto. “È tutto definito - aveva detto -. Non vedo l’ora di tornare per fartelo vedere”. Il dolore degli alpini ai funerali di Matteo Miotto dove son morti i nostri quattro del Settimo e poi ho il volo da Herat per l’Italia”. Nicola Stoppa gli risponde subito. “... Abbiamo ammirato il tuo attaccamento agli alpini e all’Ana. Parlavo di te e della tua bellissima lettera per il 4 Novembre con gli alpini della commissione giovani, della sezione, anche con Lavizzari. Matteo, ormai sei il nostro «guerriero»... e ti stimiamo per quel gran lavoro, che in silenzio e giorno per giorno, stai preparando per il nostro futuro associativo... Ho parlato di te con mio padre, classe 1918: stanno scrivendo pagine di storia - ha commentato - le stesse pagine che quasi 70 anni fa abbiamo scritto noi impegnati nei diversi fronti di guerra. Dì al tuo amico che abbracci tutti i militari presenti e che l'abbraccio arriva da un reduce, decorato e ferito in guerra, che è fiero di avere figli e nipoti come voi impegnati per onorare quella bandiera Tricolore simbolo della nostra fedeltà alla Patria”. La risposta di Matteo arriva lo stesso giorno. “Che gran messaggio, in momenti dove sentiamo la lontananza dalle nostre case per noi quaggiù è tanta roba ricevere messaggi come questo, grazie Nicola non dimenticherò... Grande anche il papà fagli i miei auguri di un bel periodo di Natale... NOI DOPO DI VOI o sbaglio? Anche stamattina in pattuglia per i villaggi del Gulistan abbiamo consegnato mangiare e medicinali ai bambini che qui sono veramente tanti... Purtroppo la situazione non è rosea in questo periodo; giù all’avamposto gli attacchi ci sorprendono anche due volte alla settimana ma ormai ci siamo. Dopo Natale verso il 28 ho l’elicottero e con la mia squadra torniamo giù all’avamposto per gli ultimi giorni di fronte e poi è il momento di fare i bagagli... Ho lasciato il segno della nostra sezione anche Un bellissimo ritratto di Matteo lo leggiamo nell’ultimo saluto che gli ha dedicato un suo commilitone e grande amico, Diego Dal Maso, anche lui coinvolto nel “Progetto scuole”. Erano assieme nel plotone esploratori, poi uno è partito per l’Afghanistan e l’altro per la Scuola marescialli di Viterbo. “Il 2010 ha visto andare avanti i nostri due nonni, reduci di guerra. Tu dicevi che essi non muoiono se noi portiamo avanti i loro valori, i valori alpini. Beh... tu Matteo sei diventato addirittura un simbolo”. Simbolo dell’adattamento dei giovani ragazzi del Settimo alle crescente richieste operative: a soli 24 anni, alla tua prima missione già avevi sbalordito i colleghi per la tua velocità ad apprendere un lavoro difficile, accettando con umiltà il quotidiano rischio di morire. Simbolo della forza del plotone alpieri: alla tua prima partecipazione ai Casta, per giunta da principiante sugli sci, sei stato indiscusso protagonista dell’impresa che ci ha portato al podio. Simbolo della dedizione all’Ana, in quanto ideatore e promotore del “Progetto scuole” per la sensibilizzazione negli istituti superiori all’arruolamento alpino. Simbolo dell’orgoglio vicentino, della tua terra: il tuo urlo di battaglia era VICENSA! Sugli sci da gara avevi scritto “Val d’Astico”, il tuo luogo sacro era il Summano, quando ti chiedevo come stavi, tu rispondevi “Miotto Thiene duro!”. Simbolo dei valori alpini più profondi che hai descritto prima nella tua lettera alla tua città del 4 Novembre e poi purtroppo messi in evidenza cadendo eroicamente nel compimento del dovere. “Grazie di questo tuo ultimo insegnamento - conclude Diego Dal Maso - Noi, i tuoi fratelli alpieri, ti ricorderemo sempre con gli sci in spalla, la barba ghiacciata e i denti digrignati, simbolo della tua infinita forza e determinazione”. Dino Biesuz 8 - Nello zaino Nel piccolo avamposto in mezzo al deserto in Gulistan dove ha vissuto gli ultimi giorni MATTEO, VIAGGIO NELLA MEMORIA Andrea Mason, naja alpina al Settimo, redattore e inviato de “Il Giornale di Vicenza”, è stato nei luoghi che hanno visto il sacrificio di Matteo Miotto, pochi giorni dopo la sua morte. Per Alpin fa grado ha scritto questo reportage che ci aiuta a capire cosa vuol die fare il soldato in Afhanistan, a conoscere meglio l’ambiente, il clima e i sentimenti dei nostri alpini, che continuano a morire laggiù È un viaggio a ritroso, quello che racconto. In memoria di un Alpino morto il giorno di Capodanno nell’avamposto Snow (neve) di Buji, valle del Gulistan, Afghanistan. “Era vicentino di Thiene. Era un ragazzo d’oro. Aveva valori forti. Amava la famiglia. La divisa. E l’Italia”. Si chiamava Matteo Miotto: i suoi amici con la penna nera, quelli del plotone esploratori, così lo hanno voluto salutare. Lo racconto partendo da Vicenza. Narrando quei giorni di lutto sulle pagine de Il Giornale di Vicenza. Scrivo di quando ho toccato con mano e nel cuore la tragicità del rientro della salma di Matteo che ho atteso sulla pista dell’aeroporto di Roma Ciampino; ricordo di quando ho portato il mio dolore nella camera ardente allestita all’ospedale del Celio; di quella mattina, in cui ho assistito ai funerali di Stato celebrati nella basilica di Santa Maria degli Angeli, nel cuore della capitale. Infine sono volato in Afghanistan, nella base di Herat, sede del Regional Command West dell’Isaf a fianco del ministro della difesa Ignazio La Russa, che ha voluto incontrare gli alpini del 7° in un momento così delicato. E ancora ho vissuto, con emozione, il trasferimento in elicottero nella valle del Gulistan, destinazione Fob (Forward Operating Base) Ice, dove era di base Matteo Miotto, prima di prestare il suo turno di servizio nella Cop (Combact Out Post) Snow. Un vero e proprio fortino nella terra del niente, dove ha trovato la morte in combattimento, ucciso nel corso di una sparatoria da un colpo di un cecchino armato di un fucile di precisione russo, un Dragunov, calibro 7,62. Racconto questo viaggio delle memoria e in memoria di Matteo Miotto scartando tante cose dette, ascoltate, scritte e riportate con sufficienza in quei giorni tragici. Quando l’esatta dinamica delle morte di Matteo venne a galla lentamente non per imperizia ma per (forse) motivato eccesso di scrupolo da parte dei Comandi italiani. Quando ho toccato con mano come la raccolta dei rapporti, dettagliati, e l’incrocio delle testimonianze richieda tempo e precisione. Perchè l’ufficialità non può coniugarsi con superficialità ed incompletezza e andare di pari passo con l’accavallarsi della tragedia e la sete di notizie. Una lezione vissuta sul campo. Da tutti. Ricapitolo. Volo in Afghanistan. Prima a Herat. Poi alla Fob Ice. Da qui Base Snow, un avamposto di soli 30 metri per 15 in mezzo al deserto, in prossimità di un Nello zaino passo strategico, dista 18 chilometri. Di quella piccola base sperduta mi raccontano storie di vita, di resistenza, di sparatorie. C’è una foto che gira: ritrae una scritta cara agli alpini incisa vicino agli Hesco Bastion, “Davanti ai muli, dietro i cannoni, lontano dai paroni”. Herat, sede della Task Force South Est è invece a 450 chilometri; servono circa 75 minuti per atterrare qui, a bordo di un massiccio CH 47. Quando la base venne allestita, i mezzi del reggimento, via terra, tra le montagne, impiegarono dodici giorni ad arrivarci. A trasportarci è il gigantesco Chinook a due pale, arrivato fin quassù scortato da una coppia di A129 Mangusta, con volo in assetto tattico e i mitraglieri pronti a rispondere al fuoco. Il cielo è di un azzurro intenso quasi terso, oggi. E fa da contrasto con l’ocra delle montagne, secche. Una decina di blindati lince sono il comitato di benvenuto. Nella valle delle rose, Golestan, distretto del Gulistan, l’inverno non è ancora giunto. Il freddo, con temperature sotto lo zero, arriva soltanto dopo il tramonto. Il paesaggio è ruvido e aspro. Brullo e roccioso. I primi due aggettivi e il quarto identificano anche la tempra degli afghani, così in pace così in guerra. E ora siamo in guerra. Il ricordo di Matteo è fortissimo qui. Sono circa 240 i soldati italiani del 7° reggimento di Belluno e del 2° genio guastatori di Trento che abbiamo incontrato. “Ci si conosce tutti qui. Lui era un entusiasta. Bravissimo. Uno sempre pronto a darti una mano”, dicono. Poi, supplicano. “Non fate troppo domande su di lui. Non perchè non ne vogliamo parlare”. Ma per pudore e per rispetto alla sua memoria e verso i suoi genitori. È un ragionamento che il ministro della difesa Ignazio La Russa, arrivato fin qui, in pratica in prima linea si tiene stretto. E fa suo. “Ho voluto spiegare bene quello che è accaduto nel corso della sparatoria e come Miotto è morto: cioè, combattendo. Lo faccio perché in quel giorno convulso le comunicazioni tra l’Italia e l’Afghanistan forse non sono state troppo chiare”. A base Ice, un fortino che guarda verso un piccolo villaggio circondato dalla desolazione del nulla, il morale degli alpini è alto. Nonostante il turno sia iniziato a settembre, nonostante i cinque compagni cadu- 9 ti, il sorriso degli alpini l’ho visto. Ho stretto le loro mani, incrociato i loro sguardi, sereni. Nonostante anche gli attacchi, che qui sotto tutt’altro che rari. Non si sono fatti mancare nulla gli Alpini: fuoco di armi leggere, tiro di mortai da 60. Loro però rispondono: “Bravo ministro, è venuto anche lei a ficcarsi quassù”. Le storie si intrecciano, in un’area che a spanne occuperà lo spazio di due campi da calcio: tra torrette, bastioni, postazioni difensive, piccoli shelter, tende, un pub senza alcolici dove si può giocare a biliardino. Il paesaggio è quello che accompagna un fortino della Legione straniera nel deserto, la tensione quella che forse si respirava nel West, negli avamposti delle Giacche azzurre. Il capitano Flaviano Maggioni sta guidando una missione di addestratori statunitensi a fianco del 270° Corpo afghano, “E noi italiani siamo davvero bravi in questo mestiere”. Presto entreranno in azione. Qui a dettare i tempi è il capitano del genio Salvatore Toscano, siciliano. Pure il tenente Daniele Malvezzi, padovano, guarda avanti. Racconta dei 150 piccoli villaggi che compongono il distretto, abitato da poche migliaia di povere anime. “Non ci sono servizi, nemmeno strutture dello stato. Ci siamo noi, ora. Avviamo piccoli progetti, parliamo con i capi villaggio, chiediamo loro cosa serve, cerchiamo di alleviare la loro povertà. Pochi ma concreti segnali”. È anche il simbolo dell’italian way. Nel modo italiano di fare. Perchè qui nel Gulistan il contingente italiano è subentrato a quello statunitense e georgiano proponendo un nuovo modello di approccio con la popolazione. “E i segnali sono positivi”. Ma se con- 10 - Nello zaino tinuano a sparare? “È esattamente la risposta di chi si sente minacciato da ciò che di buono noi facciamo”, le parole del generale Bellacicco. Vero anche che confrontarsi con la gente del posto non è facile. Quando gli italiani tagliano una via di rifornimento di armi e munizioni ai talebani, questi ne trovano un’altra. E anche la gente, povera, per un pugno di dollari è pronta a mettersi a libro paga di chi semina terrore. Significa che spia le mosse degli italiani o, peggio, spara. Le storie si intrecciano in questo lembo d’Italia dove sventola il tricolore e dal quale non si può fuggire nemmeno per un istante andandosene in libera uscita. Niente di niente: si lavora sette giorni su sette, sempre, salvo quando si dorme. Si esce solo incollati ai Lince, in missione. Liza Luppino, papà calabrese e mamma argentina, primo caporalmaggiore e soccorritore militare, è la sposa di Dedicata a Miotto la Santorso - Summano Matteo Miotto sarà ricordato anche dalla gara di corsa in montagna Santorso - Monte Summano. La manifestazione, inserita nel calendario delle gare per l’assegnazione dello Scalatore d’oro, da quest’anno si chiamerà infatti “Trofeo Matteo Miotto”; si svolge il 29 maggio. L’alpino caduto in Afghanistan sarà inoltre commemorato il 30 aprile in una serata al Teatro comunale di Thiene. Renè De Nes. Ed entrambi sono qui, a combattere in prima linea. Liza però è donna, per cui quando si può cura le donne afghane come può. Ma il suo è già un aiuto importante. Il primo caporalmaggiore Francesco Campanelli è di turno nella torretta sud; imbraccia un fucilone di precisione Barrett, made in Usa, capace di vomitare proiettili calibro 12,7 a 1200 metri con precisione chirurgica. Sta facendo del contro cecchinaggio, come si dice in gergo. La canna è puntata verso le rocce, da dove gli insurgent, come li chiamano, sparano senza farsi vedere. Senza avvicinarsi troppo, perchè sennò sarebbero falciati dalla armi degli alpini. Ci sono anche quattro cani, fiutano l’esplosivo. E tra le curiosità c’è un forno che offre pizze calde più saporite e farcite che non nel cuore di Napoli e che serve 60 chili di pane fresco al giorno. Ma Base Ice è soprattutto un lembo di un’Italia che si fa conoscere per la sua volontà ed il suo orgoglio. La migliore gioventù è anche qui. Non è una fortezza Bastiani affacciata verso il nulla, quella che ci ha accolto in un paesaggio dalla bellezza travolgente e che ha visto passare prima gli eserciti di Alessandro Magno, poi quelli dell’Impero Britannico e dell’ex Armata Rossa. Base Ice è qui con una missione diversa. Non per conquistare, ma per ri-conquistare. I cuori, non le genti. Grinta da Alpini, cuore da Italiani. Matteo lo sapeva e questa era la missione per cui era morto. Vedere e toccare dove è accaduto era un dovere. Andrea Mason Estratti i numeri della lotteria “Un ponte per Herat” Questi i numeri della lotteria organizzata dalla sezione Ana di Cividale: 369 (soggiorno per 2 persone a Londra); 17376 (televisore Lcd da 32”); 17431 (Pc portatile); 8809 (autoradio Cd); 1441 (cellulare); 19794 (binocolo); 6430 (stazione barometrica); 20905 (telefono cordless); 2400 (etilometro portatile); 16546 (radiosveglia). Nello zaino - 11 SULLA BOCCA DI TUTTI ANCHE A SPROPOSITO Non è vestendosi da festa e andando alla Rai che si difende la causa di Federico Murzio Una rappresentanza dell’Ana, tra cui molti alpini (compresi partecipanti alla mini naja) e tre consiglieri della sezione di Vicenza, hanno concorso alla trasmissione televisiva “Fratelli di Test” (Rai Uno, 18 marzo scorso). Il senso del simpatico giochino - perché di questo si è trattato- era rispondere a domande di dubbia serietà sulla storia, cultura e società italiana in un contesto temporale, quello dei 150 anni dell’Unità d’Italia, che sarà ricordato per aver abbracciato eventi memorabili a farse senza né capo né coda. Gli alpini, comunque, erano presenti come categoria rappresentativa dell’italianità. E se qualcuno pensa che si siano misurati contro agguerrite delegazioni dei Carabinieri, della Guardia di finanza, della Marina o dell’Aeronautica si sbaglia di grosso. Avversari erano italianissimi “vip” o presunti tali del jet set nazionalpopolare, gli infaticabili “agricoltori”, i volenterosi “cuochi”, le onnipresenti “mamme”. Alla fi- Colletta alimentare Crescono le offerte Un nuovo successo per la Colletta alimentare: in oltre 8100 supermercati più di 110 mila volontari (con gli alpini in prima fila) nel novembre scorso hanno raccolto 9400 tonnellate di generi alimentari, distribuiti in oltre 8000 strutture caritative nazionali. Nel Veneto in 475 supermercati sono state raccolte 647,19 tonnellate di prodotti alimentari, il 19 per cento in più rispetto al 2009. In aumento le offerte anche in provincia di Vicenza, dove si è passati da 89,50 a 116,61 tonnellate. ne gli alpini hanno vinto la gara. Bene, bravi, bis. Sono stati fatti davvero dei bei passi avanti da quando l’Ana non se la filava nessuno se gli alpini sono oggi invitati a siffatte trasmissioni Tv. Speriamo almeno i partecipanti della delegazione Ana si siano divertiti perché noi da casa ci siamo divertiti molto meno. Quando si accetta di partecipare ad un evento televisivo dove non si parla di montagna, né di valori alpini, né dell’impegno della Protezione civile alpina, né di cose militari è buona regola riflettere prima sull’opportunità di farlo. I meccanismi della comunicazione di massa e dell’informazione sono spesso fuorvianti e rischiano di trasformare cose serie in barzellette e viceversa. In questo caso qualcuno ha sbagliato. Tanto più che se si fosse trattato di un palcoscenico televisivo di diverso spessore ben altri personaggi avrebbero sgomitato per esserci. In ogni caso da oggi alcuni potranno vantarsi di un’inquadratura di un nano secondo sulla rete ammiraglia della Rai, un vanto che con molta faccia tosta potranno esibire a mo’ di medaglia al valore o a certificazione della loro alpinità. La dignità e la serietà del cappello alpino, invece, sono tutt’altra cosa. 12 - Nello zaino Dei 2.519 vicentini morti in Russia solo 108 sono stati restituiti ai loro cari RIPORTIAMOLI A CASA DALLA STEPPA Sono 2.519 i vicentini morti nella Campagna di Russia. A più di 60 anni da quella tragedia solo 108 sono tornati a casa. Riportare anche le altre salme è un impegno civile, un obbligo morale, il minimo che si possa fare per quei poveri ragazzi mandati allo sbaraglio senza mezzi, armi e vestiti adeguati. Morti senza una croce, una lacrima, un pensiero di suffragio. Un obbligo morale anche per i loro congiunti: anche se nelle loro famiglie è rimasto solo qualche nipote, il legame con quei morti in tempi lontani è sempre molto forte e il ritorno di quelle cassettine bianche con i poveri resti provocano sempre emozioni intense. Su questi temi si è sviluppato nella sala congressi Assoartigiani un dibattito sul tema “Sono ancora nella steppa... riportiamoli a casa”. La ricerca dei resti dei nostri soldati è compito di Onorcaduti, organismo del ministero della Difesa, ha spiegato il capufficio col. Fiore. Dal 1991 (quando l’ex Urss ha cominciato a collaborare a queste ricerche) all’anno scorso sono tornate in Italia 11.729 salme. Sono i russi che indicano dove cercare e la sensibilità delle famiglie dei dispersi è sempre molto alta. Con emozione è stato ascoltato Carlo Vicentini, dell’Unirr, 93 anni reduce e prigioniero in Russia. I russi hanno fornito circa 60 mila nomi di caduti in prigionia, ma è un elenco difficile da decifrare (è scritto a mano in cirillico) e certi nomi si riferiscono a morti nei campi d’internamento tedeschi; stesse incertezze sui 23 mila corpi rimpatriati. Mancano completamente i nomi dei caduti in combattimento ed i cimiteri realizzati dai cappellani militari a volte sono stati spazzati via dalle ruspe per l’esecuzione di lavori. Significativa anche la testimonianza di Antonio Respighi, alpino di Abbiategrasso, che nel 2009 era in Russia in camper. Dopo una lunga discussione riuscì a farsi consegnare da un abitante della steppa alcune gavette piene di piastrini di riconoscimento: da allora ha cominciato un impegnativo lavoro per risalire ai comuni di residenza dei caduti, alle famiglie, per rintracciare le persone interessate e fare la consegna. “Ogni volta è un’emozione intensa, perché consegnando il piastrino per i parenti è come se il loro congiunto fos- se tornato a baita. Ai familiari chiediamo, foto, notizie, per costruire una «storia» attorno a ogni Caduto rimpatriato”. L’iniziativa è partita dal Gruppo Ana “Tosato” di Borgo Casale e da Gianni Periz, moderatore della serata, dal Comune di Vicenza e dall’Associazione Artigiani, nella ricorrenza dell’anniversario di Nikolajewka. Sono intervenuti il capogruppo Roberto Pavan, il sindaco Variati, che ha annunciato l’intenzione di creare un “Luogo della memoria” nella zona del cimitero dedicata ai caduti per la patria, il vice comandante delle truppe alpine gen. Rossi, Vittorio Brunello, direttore dell’Alpino, a nome del presidente Perona, Giuseppe Galvanin, presidente della sezione Ana di Vicenza, Giovanni Lugaresi, giornalista e scrittore, Roberto Ciambetti, assessore regionale, l’on. Savio, uno dei promotori del lavoro di rimpatrio delle salme. Tutti concordi nel sostenere la necessità e l’importanza di riportare a casa i caduti della steppa. Ma come al solito si cozza contro la mancanza di soldi. “Ma se non troviamo quelle poche risorse necessarie per riportarli a baita - ha detto il sindaco Variati - ce ne dovremo vergognare”. Intanto però un risultato l’iniziativa lo ha già ottenuto: per la prima volta c’è stato un confronto fra persone coinvolte in questa vicenda, che si sono impegnate in un successivo approfondimento. E a ricordo di quei 2.519 caduti il giorno dopo è stata inaugurata una lapide, fissata al muro della sede del gruppo alpini di borgo Casale, a due passi da quell’ufficio leva dal quale tutti loro erano passati, in festa come facevano una volta i coscritti, senza sapere a quale tragedia li avrebbe portati quell’“abile, arruolato”. Una cerimonia commovente e partecipata, che ha visto una larga partecipazione di autorità e alpini che si sono stretti attorno a quattro reduci di Russia, G.B. Danda, Tizian, Serraglio e Rancan. Del “riportiamoli a casa” si è tornati a parlare in una tavola rotonda nella sala Verde attigua alla chiesa di S. Pietro, alla quale sono intervenuti il capogruppo Roberto Pavan, il sindaco Variati, il gen. Pino, il col. Paissan, l’assessore provinciale Galvanin e il gen. Innecco. Dino Biesuz Nello zaino - 13 NIKOLAJEWKA 2011 Commemorazione sezionale a Molina di Malo Commemorare per non dimenticare. Commemorare per ricordare insieme, persone o fatti trascorsi: gioiosamente quelli felici; nel raccoglimento quelli dolorosi. Chi partecipa, testimonia soprattutto condivisione di sentimenti di pietà e dolorosa memoria per chi ha sofferto. Sacrifici estremi, disperati patimenti, gesta eroiche consumatesi nelle ostili lande russe sono state evocate nelle brevi parole degli oratori, la sera del 29 gennaio a Molina di Malo ove un’aria pungente faceva alzare i baveri e l’ondeggiare di decine di vessilli illuminati dalle fredde luci della contrada, creavano un’atmosfera di grande emozione. Una commemorazione austera, introdotta rievocando le dimensioni e la drammaticità dell’atto finale della tragedia russa, sopportato dalle divisioni alpine: Julia, Cuneense e Tridentina; consumatosi su quell’ormai tristemente noto terrapieno di Nikolajewka, in quel maledetto 26 gennaio del ’43. Oltre l’alzabandiera e gli onori ai caduti in quella battaglia, a cui proprio è dedicato il monumento nella frazione di Malo, è stata deposta un’urna contenente una manciata di terra raccolta l’estate scorsa dall’alpino De Marchi, in devoto pellegrinaggio nei luoghi del sacrificio. Quattro artiglieri in armi, con il capitano Agosti ed i tamburi della fanfara sezionale, hanno partecipato al rito come picchetto d’onore. Pacate parole del giovane alpino Riccardo, del capogruppo e del sindaco, hanno preceduto l’appassionato intervento conclusivo del presidente Galvanin, che ha voluto ricordare come purtroppo il tributo di vite, gli alpini continuino a pagarlo ancora oggi; poiché quando il dovere chiama, la nostra risposta è stata e sarà sempre la stessa: PRESENTE! Gigi Girardi ALPINI IN VISITA AL GIORNALE DI VICENZA Cordiale incontro al Giornale di Vicenza fra il direttore Ario Gervasutti e una delegazione dell’Ana di Vicenza. Con il presidente Giuseppe Galvanin c’erano Dino Biesuz, Giampiero Gollin, Luigi Girardi e Federico Murzio, componenti del comitato di redazione di “Alpin fa grado”. A Gervasutti è stata illustrata la realtà alpina del Vicentino ed a ricordo dell’incontro gli sono state lasciate alcune pubblicazioni sulla storia degli alpini. Da parte del direttore del Giornale di Vicenza l’impegno a seguire con la consueta puntualità il lavoro degli alpini. (foto Mattiolo) 14 - Nello zaino VIA MARSALA N. 9: in visita a quei de’ Milàn Nella sede nazionale per capire “chi fa che cosa”. Parazzini e Perona guide d’eccezione Quante volte ce lo siamo detti “Xè mejo che quei de’ Milàn (il Consiglio Nazionale, nda) i comanda casa sua!”? Almeno, immagino, tante volte quante alcuni capigruppo hanno sbraitato “Xè mejo che quei de Vicensa (il Consiglio Sezionale, nda) i comanda casa sua!”. Gli alpini, si sa, un po’ anarcoidi in fondo in fondo lo sono sempre stati. Per sfatare il mito che vede “quei de’ Milàn” lontanissimi dalla base associativa, la sezione, su input del capozona Berici Settentrionali Luciano Cherobin, il 14 gennaio scorso ha portato proprio a Milano una folta pattuglia tra capigruppo, consiglieri sezionali e alpini. “Abbiamo organizzato questa visita con l’intento di far conoscere come funziona la sede nazionale ai capigruppo, ai giovani soci e ai soci più impegnati - hanno spiegato all’unisono GiuLa delegazione vicentina all’ingresso della sede nazionale seppe Galvanin e Luciano Cherubin sotto gli occhi attenti di Antonio Munari, attuale consigliere attorniato ora da questo o da quell’alpino (“Nemmeno nazionale per la sezione di Vicenza - Crediamo sia imfosse una velina!”, ha mormorato qualcuno). portante trasmettere il messaggio, anche con queste iniLa giornata si è conclusa nella sede della sezione di ziative, che esiste un legame continuo tra la sede nazioMilano dove quei de’ Milàn, da par loro, hanno ospitanale e le sezioni, così come è forte e presente un legame to la delegazione berica con la consueta ospitalità alpiindissolubile tra la sezione e i gruppi che la formano”. na (foto Bruno Mioni, Gruppo Torri-Lerino). Hanno rimarcato la stessa idea sia l’ex presidente naLa visita alla sede nazionale è stata organizzata dalzionale Giuseppe Parazzini, guida d’eccezione, sia l’atla zona Berici Settentrionali con l’appoggio ed il sostetuale presidente Corrado Perona che, con infinita pagno della sezione alpini di Vicenza al fine di far conozienza, si è lasciato fotografare non si sa quante volte scere ai capigruppo, ai giovani soci ed ai soci più impegnati, come funziona la sede nazionale, come è organizzata, quali persona lavorano e quali opportunità di collaborazione si possono instaurare tra i gruppi e la struttura nazionale al fine di migliorare e rendere sempre più aderente alle nuove esigenze, l’attività associativa. Il tutto anche per scoprire nuove opportunità al fine di concretizzare il dibattito sul futuro associativo. Hanno partecipato 43 persone tra capigruppo, alpini consiglieri ed il presidente sezionale Galvanin. Federico Murzio Il presidente Perona tra Galvanin e Cherobin Nello zaino - 15 MILANO OCCUPATA Potrebbe suonare sinistro il titolo ma non c’è di che preoccuparsi. Non si tratta di black o green o reed blocks e tantomeno di individui protetti da caschi o elmetti o mascherati da burka o vili passamontagna. Non si tratta di lanciatori di sampietrini o di ormai preziose bottiglie di benzina, armati di spranghe e badili ma non per lavorare, solo per spaccare auto e vetrine e se capita, anche qualche testa: poverini, pure loro sentono il bisogno che qualcuno si accorga che esistono: primi tra tutti, loro stessi! Ma chi saranno dunque costoro che domenica 12 dicembre hanno invaso la city nostrana, cuore pulsante di questa Milano capitale del “fare” italico? Se lo saranno chiesto tanti stupiti passanti e turisti dagli occhi a mandorla, con cui quei personaggi con strani cappelli ornati da una penna si dividevano piazza Duomo. Tanti lo hanno chiesto anche a noi che con in un improbabile inglese tentavamo - a volte con evidenti scarsi risultati - di spiegare che eravamo alpini, i soldati della montagna venuti come ogni anno a testimoniare il nostro amore e la nostra memoria per i nostri fratelli che in ogni epoca, sui ghiacci o sulle rocce o nelle steppe avevano lasciato i loro sogni e la loro vita costruendo per noi un futuro meno disumano. Che questa fosse gente molto ma molto diversa dalle mandrie di marmaglia che troppo spesso ingombrano le nostre piazze, ne dovevano essere ben convinte anche le forze dell’ordine. Non si sono visti infatti nuclei antiguerriglia o teste di cuoio dietro qualche angolo, pronti ad intervenire per riportare l'ordine evitando disagi ai cittadini, al sindaco Letizia Moratti, al ministro Ignazio La Russa ed al presidente della provincia Guido Podestà, che con motivazioni magari diverse dalle nostre, sono stati comunque tra noi e con noi in questa mistica commemorazione voluta da quella nobile ed indimenticabile figura che fu l’alpino Peppino Prisco. Emozionato appariva il nostro presidente Corrado Perona, spesso a contatto di gomito con il nostro Bepi Galvanin. Alla Messa officiata dall’arciprete della cattedrale, monsignor Luigi Manganini, è seguita l’asciutta allocuzione del consigliere nazionale Lavizzari che sul sagrato del duomo, davanti ad una selva di vessilli, ha espresso quello che tutti noi ave- vamo nella testa e nel cuore. Un collegamento satellitare provvedeva a rendere piazza Duomo immensa fino ad estendere il suo abbraccio ai nostri ragazzi impegnati in Afghanistan. Maestoso e solenne si è mosso il popolo alpino che in lento corteo, ritmato dalle nostre fanfare, si è recato in Sant’Ambrogio per deporre l’alloro degli eroi e dei martiri sui freddi marmi che ne custodiscono le spoglie. Un limpido sole ha mitigato la rigida domenica milanese ed ha riaccompagnato alle loro valli i tanti vecchi e giovani alpini, ritrovatisi per questo irrinunciabile gesto d’amore con lo spirito dei padri, andati avanti sui sentieri che portano al Paradiso di Cantore. Luigi Girardi 16 - Nello zaino GLI ALPINI RESTAURANO UNA SCUOLA IN AFGHANISTAN Gli alpini hanno messo la firma anche su una scuola femminile in Afghanistan, nel villaggio di Qala I Kuna, in Gulistan, inaugurata dopo una ristrutturazione durata quasi cinque mesi. Si tratta dell’unico complesso femminile presente nella vallata: era da tempo inutilizzato a causa di un incendio provocato dai Talebani. Il progetto ha visto il pieno coinvolgimento delle autorità governative locali, oltre che l’interessamento delle sezioni Ana di Belluno e Vicenza e della provincia di Trento che, attraverso il 7° Reggimento alpini di Belluno ed il 2° Reggimento genio guastatori di Trento, hanno reso disponibili i fondi per la realizzazione dell’opera. La ristrutturazione ha interessato l’edificio principale, con il rifacimento dell’intera struttura, del tetto e del- la pavimentazione di tutte le otto aule scolastiche. Particolare importanza è stata data alla fornitura completa di arredi scolastici ed alla installazione di stufe a legna, per poter garantire l’impiego nei rigidi mesi invernali. La sezione di Vicenza ha destinato alla scuola 5000 euro raccolti con l’Operazione stelle alpine. I soldi erano stati portati a Belluno, al comando del 7°, una settimana prima che fosse ucciso Matteo Miotto, proprio nel Gulistan. Firmato dagli alpini un pozzo scavato nel villaggio di Baktiar, distretto di Bakwa, dai militari della Task force South East, guidata dal Settimo. È stato realizzato nella parte centrale del paese, e quindi accessibile a tutte le famiglie, grazie ai fondi messi a disposizione dalla sezione Ana di Feltre. Incontri con le scuole Con l’avvio dell’anno scolastico sono ripresi gli incontri mediante i quali, da oltre quattordici anni, gli alpini di Alte Ceccato entrano nelle varie scuole di ogni ordine e grado per rinnovare la memoria delle due Guerre Mondiali del secolo scorso e per riscoprire con le immagini origini e tradizioni della nostra civiltà contadina. Anno dopo anno questa attività incontra sempre più il favore degli insegnanti, che volentieri inseriscono nel proprio piano di offerte formative le proposte degli alpini, con la consapevolezza che ciò contribuisce ad arricchire il bagaglio culturale degli alunni. Con l’ideatore di questa iniziativa Giuseppe Rossi, collaborano gli alpini Mirko De Grandi, Giuseppe Gianello, Mariano Lazzari, Giuseppe Morato, Bruno Pretto e Luciano Savegnago, che con passione e con puro spirito di volontariato (cioè: gratis) permettono il proseguimento di questa lodevole iniziativa. Nella foto, un gruppo di studenti di Torri di Quartesolo in occasione di un incontro con gli alpini. Nello zaino - ISTRUZIONI PER L’USO In seguito all’aumento delle tariffe postali, il consiglio direttivo sezionale ha deliberato di modificare la cadenza delle uscite del nostro periodico Alpin fà grado. Da quest’anno pertanto Alpin fa grado verrà spedito agli abbonati con cadenza trimestrale e le date di spedizione orientativamente saranno: 20 marzo - 20 giugno - 20 settembre - 20 dicembre. Avvisiamo pertanto che il materiale per la pubblicazione dovrà pervenire in redazione almeno 30 giorni prima della data di spedizione prevista. Ricordiamo che per poter confezionare al meglio il nostro periodico, si chiede un po’ di collaborazione agli estensori degli articoli, per esempio: • corredare l’articolo possibilmente con foto (non pranzi o convivi); • ogni evento è utile da inserire nel settore “Vita dei gruppi”. Si raccomanda di non inviare elenchi di manifestazioni (tipo bilancio di un anno fatto durante l’assemblea), ma inviare le singole manifestazioni durante l’anno e non aspettare l’ultimo momento; • testi e foto vanno spediti possibilmente via e-mail indicando un telefono di recapito. Se consegnata a mano o per posta la foto deve riportare sul retro il nominativo del gruppo e l’evento; • non inserire le foto nel testo perché poi risulta difficoltoso separarle tecnicamente; • le foto relative ai “lutti” sono pubblicate gratuitamente; tutte le altre foto, ad eccezione di quelle relative a articoli di interesse sezionale (rubrica “Nello zaino”, “Sport” e “Protezione civile sezionale”) comporteranno l’addebito ai gruppi di e 35,00 cadauna, pertanto tutte le foto a pagamento saranno pubblicate previa autorizzazione all’addebito del capogruppo pertinente. • i testi devono essere chiari e sintetici; • in caso di manifestazioni importanti redigere l’articolo accompagnato da foto, e inviare subito dopo l’evento e non attendere mesi. Le uscite di Alpin fa Grado sono periodiche e non si vuole pubblicare notizie vecchie di mesi. CORI ALPINI IN INTERNET Invitiamo i cori Ana e di canto popolare che fossero interessati ad apparire nel sito della nostra sezione, ad inviare un breve curriculum e qualche foto. È un mezzo efficace e gratuito per farsi conoscere da un vasto pubblico ed allacciare rapporti di amicizia e collaborazione con altre realtà corali della nostra ed altre province. Il materiale va inviato a: [email protected] 17 PIÙ DI 50 MILA EURO PER GLI ALLUVIONATI Ha superato i 50 mila euro la sottoscrizione degli alpini a favore degli alluvionati. E 20 mila euro sono già stati assegnati. L’iniziativa dell’Ana di Vicenza ha coinvolto tutti i gruppi della sezione, alpini di altre parti d’Italia, enti e cittadini; 45 mila euro sono arrivati al conto corrente dell’Ana, gli altri sono stati consegnati in sede. Dei soldi raccolti, 25.577 sono già stati consegnati: sono la metà della somma necessaria (l’altra metà l’hanno messa i donatori di sangue della Fidas) per l’acquisto di un pulmino per il centro diurno per disabili Spumaget di Cresole. È una struttura che segue un gruppo di disabili tra i 23 e i 40 anni ed ha sede in locali di proprietà della parrocchia, adiacenti alla chiesa, proprio uno dei punti più colpiti dall’alluvione di Ognissanti: stanze allagate, mobili e attrezzature distrutte. Gli ospiti sono stati accolti in altre strutture e un pulmino attrezzato era il primo passo per poter riprendere l’attività. Gli altri soldi raccolti - così ha deciso il direttivo dell’Ana - saranno consegnati direttamente alle famiglie più colpite dall’alluvione, su indicazione dei sindaci e dei capigruppo. Dal Torrione fanno sapere che la sottoscrizione in aiuto degli alluvionati è ancora aperta, sul conto IT 47 V 05728 11801 017570406595 causale Alluvione Vicenza 2010 della Banca popolare di Vicenza Agenzia 6. Raccolte di fondi sono state fatte anche dalle sezioni Ana di Padova (23 mila euro) e di Verona (45 mila). Il 5 per mille alla nostra Sezione Anche quest’anno è possibile devolvere il 5 per mille dell’Irpef alla sezione Ana di Vicenza. Possono farlo soci e non soci: basta scrivere il numero 80027060245 (codice fiscale dell’Ana Vicenza) e mettere la firma nella casella apposita della dichiarazione dei redditi. Il contributo può devolverlo anche chi non è tenuto alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Basta indicarlo nel modulo per la destinazione dell’8 per mille che viene consegnato assieme al Cud, che poi va spedito in busta. Questo contributo non è alternativo, ma si aggiunge a quello dell’8 per mille. Un 5 per mille può sembrare poco, ma se si somma a tanti altri, può raggiungere cifre ragguardevoli. Grazie a quel contributo, infatti, 11.767 euro sono entrati l’anno scorso nelle casse della nostra Sezione. 18 - Varie ADUNATA NAZIONALE DI TORINO 8 MAGGIO 2011 Inquadramento della Sezione Coordinatori responsabili: Enzo Paolo Simonelli (335.8055733) - Francesco Griselin (348.2626000) - Francesco Rando (388.3597968) 1° SCAGLIONE (Responsabile: Griselin Francesco 3482626000) striscione “SEZIONE DI VICENZA” (portato da 7 alpini del gruppo di Camisano) a 3 metri striscione “MATTEO PRESENTE: SFILA CON NOI” (portato da 3 alpini del 7° Rgt. alternati da 3 della comm. giovani) a 3 metri cuscino col cappello di Matteo Miotto scortato a 3 metri Fanfara storica sezionale a 3 metri presidente - vessillo sezionale - consigliere nazionale a 3 metri vice presidenti a 3 metri consiglio direttivo sezionale a 3 metri militari in servizio - ufficiali generali e ufficiali superiori in congedo alpini con incarichi speciali in sezione - autorità sindaci con cappello e fascia tricolore - sindaci con fascia tricolore a 3 metri blocco gagliardetti dei gruppi a 3 metri alpini decorati e reduci su automezzi scortati dal gruppo giovani a 3 metri rappresentanza G.S.A. con cappello - rappresentanza G.S.A. a 5 metri max. 2° SCAGLIONE (Responsabile: Francesco Rando 3883597968) striscione “2° SCAGLIONE” (portato da 7 alpini del gruppo di Lonigo) a 3 metri striscione Russia a 3 metri striscione “NON CI RADUNIAMO PER CHIEDERE MA PER RICORDARE” (portato da 7 alpini del gruppo di Montegalda) a 3 metri striscione “I NOSTRI CORI” (portato da 7 alpini del coro “Amici Miei”) a 3 metri cori Ana sezione Vicenza - Amici Miei - Creazzo - Lumignano Monte Caviojo - Piovene Rocchette - Thiene a 3 metri Fanfara di Leinì (Torino) alpini zone Berici Settentrionali - Masotto - Val Del Guà Val Liona Alta - Val Liona Bassa a 5 metri max. 3° SCAGLIONE (Responsabile: Mirco Framarin 3332006794) striscione “3° SCAGLIONE” (portato da 7 alpini del gruppo di Montebello) a 3 metri striscione “CON NOI SFILANO I NOSTRI CADUTI’” (portato da 7 alpini del gruppo Malo) a 3 metri scudetti brigate alpine a 3 metri fanfara di Ivrea alpini zone Val Leogra Alta - Val Leogra Bassa - Monte Cimone - Val Chiampo a 5 metri max. 4° SCAGLIONE (Responsabile: Giuliano De Marchi 3381034278) striscione “4° SCAGLIONE” (portato da 7 alpini del gruppo di Sandrigo) a 3 metri striscione “CADORE PRESENTE” (portato da 7 alpini del gruppo di Caldogno) a 3 metri fanfara Candiolese (Torino) alpini zone Astico Brenta - Astico Pedemontana - Val d’Astico Castellari Alto Bacchiglione a 5 metri max. 5° SCAGLIONE (Responsabile: Mariano Fincato 3453381566) striscione “5° SCAGLIONE” (portato da 7 alpini del gruppo di Ferrovieri) a 3 metri “NELLA FAMIGLIA SANA LA SALVEZZA DELLA SOCIETÀ” (portato da 7 alpini del gruppo di Alte Ceccato) a 3 metri fanfara di Vivaro alpini zone Colli Vicentini - Riviera Berica - Vicenza Città Disposizioni generali Il ritrovo per l’ammassamento è fissato fra le 9.30 e le 10, la sfilata partirà dal monumento a Vittorio Emanuele II; l’inizio è previsto per le 10.30, Vicenza sarà la penultima delle sezioni del Triveneto. Ognuno dovrà fare riferimento al responsabile del proprio scaglione, che si terrà informato sulle variazioni di orario. Gli alpini vanno inquadrati possibilmente con uniformità cromatica, i gruppi in uniforme si metteranno nelle prime e ultime file; si consiglia di sfilare a ranghi stretti. Ogni scaglione deve tenere una distanza di 50 metri da quello che lo precede e la fanfara deve stare compatta al centro dello scaglione. Ogni alpino deve tenere un comportamento adeguato alla solennità dell’evento, seguendo le regole del Decalogo stabilito dall’Ana. Varie - 19 Regole di comportamento SI DEVE! NON SI DEVE ! • Rispettare le indicazioni dei responsabili • Scalare per riempire i vuoti fra le fila • Mantenere file il più cromaticamente uguali (scalando se necessario) • Tenere un comportamento corretto • Provvedere ad un vestiario in ordine • Marciare al passo • Avere cura di marciare allineati e coperti • Mantenere uno spazio ridotto fra le file (massimo un metro circa) • Salutare Labaro e Tribuna abbassando Vessillo e Gagliardetti • Salutare le autorità in Tribuna con “ATTENTI a ...” • Salutare il Vessillo Sez. al termine della sfilata con “ATTENTI a ...” IN SFILATA • Discutere o contravvenire alle disposizioni dei responsabili • Pensare di organizzare il blocco di sfilamento con il “fai da te” • Infiltrarsi tra le file fatte • Tenere un atteggiamento incivile • Indossare calzoni corti, scarpe multicolore, zainetti e borracce • Indossare cappelli tipo “Albero di Natale” • Salutare al cappello (saluta solo il responsabile di scaglione) • Salutare sguaiatamente il pubblico • Staccarsi dalla fila precedente per avere “visibilità” • Abbandonare lo sfilamento per salutare il pubblico • Abbandonare lo sfilamento prima del termine • Rispettare il luogo e le disposizioni del Celebrante • Partecipare al rito in modo consono • Entrare in chiesa senza cappello in testa (tranne coloro di servizio) • Indossare il cappello solo per la S. Messa al campo • Togliere il cappello per ricevere la Comunione • Rivolgere il fregio del cappello appoggiato sul banco verso l'altare • Assumere la posizione di “ATTENTI” durante la consacrazione e l’elevazione dell’Eucarestia (anche senza ordini o squillo di tromba) • Provvedere ad un vestiario in ordine IN CHIESA • Indossare il cappello in testa per chi non è di servizio • Fare il segno della Croce per chi è in servizio (con Vessillo o gagliardetto) • Scambiarsi il segno della pace per chi è in servizio (vedi sopra) • Occupare posti riservati • Tenere in testa il cappello per la Comunione (anche all’aperto) • Attenersi alle disposizioni del cerimoniere e dei collaboratori • Mantenere l’inquadramento predisposto • Provvedere ad un vestiario in ordine • Pazientare se i discorsi vanno per le lunghe IN CERIMONIA • Discutere o contravvenire alle disposizioni dei responsabili • Improvvisare inquadramenti “fai da te” • Abbandonare lo schieramento ed il luogo prima del termine • Salutare al cappello se inquadrati • Chiacchierare e/o distogliere l’attenzione durante i discorsi delle Autorità 20 - Lettere in redazione Matteo... una scelta di vita Q uanta maturità in quella lettera che ormai tutti conosciamo. Quanto rispetto per quello che stava facendo. Quanta consapevolezza nel parlare al nonno alpino... storie diverse, età diverse, stessa penna sul cappello, così diverso... C’è chi si sta chiedendo se è stato un sacrificio utile... ma che parola è per Matteo? Dalle parole della sua lettera, dal senso del suo arruolamento nel corpo degli alpini, dalle espressioni della sua mamma, forse l’aggettivo “utile” è il meno indicato, forse è il peggiore. Matteo ha insegnato a tutti che si può vivere veramente solo dando senso alla propria esistenza, vivendo per ciò in cui si crede, sacrificando quelle che appaiono essere le più facili aspettative per un ragazzo di ventiquattro anni, per onorare un impegno, una scelta, consapevole, di vita. Certo Matteo non deve avere pensato all’utilità, non per come la intende una società come la nostra, incapace di riconoscere una gerarchia di valori diversi dal bene materiale, dalla comodità, del do ut des, refrattaria a sacrificarsi per qualsiasi cosa, restia nel rinunciare ai propri impulsi per rispettare un impegno. Matteo ha dimostrato come si possa essere belli a ventiquattro anni. Bello fuori, molto più di un belloccio da spot tv, con quella divisa che rende più belli i nostri giovani uomini. Bello dentro, capace di decidere per una scelta di vita tutt’altro che facile, quella di vestire la divisa dell’esercito italiano in un momento così delicato per la sicurezza internazionale, sensibile nel guardare la vita di un popolo i cui figli sono costretti a crescere anzitempo, intelligente nell’apprendere anche dalle situazioni di vita più distanti qualcosa, questo sì, di utile per la propria esistenza: “... Corrono i giorni in cui identità e valori sembrano superati, soffocati da una realtà che ci nega il tempo per pensare a cosa siamo,da dove veniamo, a cosa apparteniamo...”. Identità e valori... Ne parliamo, spesso a vanvera, ma esistono veramente nella vita degli eroi, di quelle persone che non solo parlano di identità e valori, ma li rendono veri. Matteo è un eroe. Lascia dolore nella sua famiglia e nella sua giovane innamorata, costernazione tra gli alpini orgogliosi di questo figlio alpino, vuoto tra i suoi commilitoni e i suoi superiori, ma lascerà a tutti il suo indelebile ricordo. Tutti muoiono, ma pochi vivono veramente. Tra i molti che non si rendono conto di cos’è la vita, che si lasciano trascinare dagli altri, che preferiscono sopravvivere al vivere, che vivono i vent’anni per il sabato sera, per uno spinello o facili relazioni senza amicizia né amore, Matteo ha lasciato un grande insegnamento. Ha vissuto più lui, di chiunque altro e al dolore che ha preso ciascuno di noi nell’apprendere la notizia della sua morte, resterà la consolazione del suo esempio... Quello di un eroe, giovane uomo orgoglioso della sua identità di soldato, alpino e italiano, i cui valori sono ben scolpiti nella sua lettera. Forse non sono i valori che vanno più di moda di questi tempi, ma io credo che siano i veri valori a cui fare riferimento e sinceramente vorrei tanti più ragazzi generosi, belli e coraggiosi come Matteo, vorrei che in tanti sapessero vivere come ha vissuto Matteo, vorrei che invece di parlare rispettassimo le sue volontà. Matteo aveva ragione e sapeva già, per la sua intelligenza e per la sua consapevolezza che partendo avrebbe potuto tornare avvolto dal tricolore. Ha chiesto a tutti noi, veneti in particolare, di non ricordare i nostri soldati solo quando muoiono, nel “compimento del loro dovere”, ma di dimostrare loro vicinanza e affetto in ogni momento. Onoriamo le sue volontà fino in fondo non solo nel tumularlo con il rango degli Eroi, come merita, ma anche,o forse soprattutto, nel rispettare chi vive compiendo il proprio dovere, vestendo una divisa, portando il tricolore nei posti più difficili del mondo perché soldati... Soldato... Non un “mestiere”, ma una scelta di vita, tra le più belle. Vicenza, 3 gennaio 2011 Elena Donazzan I Caduti chiedono silenzio A ltri due Caduti. Altri due nostri amici il Signore delle Cime ha chiesto alla montagna. Il 1° caporal maggiore Luca Sanna e il tenente Massimo Ranzani sono morti. L’8° e il 5° Reggimento piangono un loro Alpino che torna in patria avvolto nel Tricolore. Avvolto, come abbracciato dall’affetto di chi gli ha e gli vuole bene. Avvolto dall’affetto di una madre, di una sposa, di una sorella. Avvolto dall’affetto di chi come lui, dinanzi al sacrificio, non ha voluto, non ha saputo tirarsi indietro. Le note del silenzio rompono l’atmosfera che è divenuta quasi surreale tra singhiozzi mal celati e occhi lucidi. Le note del silenzio fendono un’atmosfera di composta tragedia. Un nostro figlio, un nostro fratello torna nella sua terra. Torna, ma è per l’ultima volta. Non ci sarà più il turno di guardia, non ci sarà più la pattuglia, non ci sarà più... Torna un nostro fratello, il fratello più caro. Ma ad accoglierlo non c’è solo il dolore di una speranza di vita spezzata sul nascere, non c’è la disperazione di chi si è visto strappare l’affetto più caro. C’è il Lettere in Redazione composto dolore degli Alpini. C’è il composto dolore delle persone semplici, ma vere. Le lacrime degli Italiani che credono ancora, nonostante tutto, nella bontà dei valori che erano, che sono e che saranno di Luca, di Massimo e dei loro commilitoni. In sottofondo sentiamo tutti uno strano brusio. Un rumore che ci è estraneo. È il fastidio dello scandalo che sta per travolgere la nostra bella Italia, è il chiasso delle baruffe da cortile che ogni minuto rovinano la nostra vita. È qualcosa di rivoltante che ripugna le nostre coscienze. È il disgusto per chi, dovendo, non è più un esempio, non è una guida. Vizi privati, abusi, casi di amoralità che stridono in maniera brutale col dolore di un Popolo che ora si ferma alle note del silenzio. Ed è il silenzio che i nostri governanti dovrebbero ancora una volta osservare. Un totale silenzio. Per il rispetto nei confronti di due Italiani che ritornano tra la loro gente. Per il rispetto che si deve a chi ha fatto sacrificio di sé. Per chi, col suo sangue ha lavato l’onta del disonore propria dei nostri politicanti. Ma, nonostante tutto il rispetto non c’è. Troppo il rumore, troppa la confusione. Ed allora, non rimane che il Tricolore a far da giusta barriera, da giusto sudario per questo sacrificio, autentico martirio, non ultimo forse di tanti altri, ma sacro simbolo dell’Italia, quella vera. Paolo Marchetti La Giornata della Memoria H o partecipato alla cerimonia (per la Giornata della memoria ndr) organizzata dal gruppo di S. Pietro in Gù e devo riconoscere che il capogruppo Antonio Munari è riuscito nell’intento di far sì che non venga dimenticato ciò che è successo, proiettando delle immagini che hanno letteralmente tolto il fiato ai presenti. Pur nella semplicità della serata, l’emozione è stata tanta e forte al punto da rendere palpabile l’attenzione dell’assemblea che non perdeva una sola parola del commento alle fotografie che venivano proiettate, nonostante la voce a volte rotta dalla commozione. Complimenti Antonio perché non ti smentisci mai nell’espletare il tuo impegno di capogruppo e di consigliere nazionale tenendo alti i nostri valori e prodigandoti per il bene della sezione. Grazie. Enzo Paolo Simonelli Calendario delle manifestazioni sezionali per il 2011 9-10 aprile MONTEGALDA - Adunata del gruppo 7/8 maggio TORINO - 84ª Adunata nazionale 15 maggio MONTICELLO C.OTTO - 50° di fondazione del gruppo 21 maggio ARZIGNANO - Serata “Il 24 Maggio” 5 giugno TUTTI I GRUPPI - 5ª Giornata della Solidarietà alpina senza confini 5 giugno PONTE DI BARBARANO - Adunata della zona Riviera Berica 5 giugno ARZIGNANO - Festa del gruppo (84° di fondazione) 11 giugno S.VITO DI BRENDOLA - 50° di fondazione del gruppo 19 giugno BELLUNO - Raduno triveneto 21 2-3 luglio ROZZAMPIA - 50° di fondazione del gruppo 3 luglio ARZIGNANO - Raduno gruppi zona Valchiampo 3-4 settembre MONTE PASUBIO - Pellegrinaggio sezionale 17-18 settembre CAMISANO - 46ª adunata sezionale 2 ottobre SARCEDO - Festa del “Giovane alpino” 31 ottobre MONTECCHIO MAGGIORE - 64° raduno reduci Btg. “Vicenza” e Btg. “Val Leogra” 27 novembre Riunione dei capigruppo 3 dicembre Rassegna sezionale cori 22 - Vita dei gruppi ALTA VAL LIONA San Maurizio 2010 San Maurizio, patrono delle truppe alpine, da nove anni viene festeggiato dagli alpini della zona Alta Val Liona. Anche quest’anno, la sera del 22 settembre ci siamo ritrovati nella chiesa di Campolongo per la messa. La cerimonia, ottimamente organizzata dai gruppi di San Germano dei Berici e Villa del Ferro, ha visto la partecipazione, oltre degli alpini, anche delle comunità della zona. Don Domenico Pegoraro all’omelia ha ricordato le virtù del Santo, un comandante della legione Tebea che subì il martirio piuttosto che tradire la propria fede e i propri soldati. Le stesse virtù sono alla base delle truppe alpine e degli alpini in congedo che sono organizzati dall’Ana. La cerimonia è continuata con una suggestiva fiaccolata fino a raggiungere il monumento dove sono stati resi gli onori ai caduti. La banda di Sossano ha allietato la suggestiva serata. Vi sono stati vari interventi: i capigruppo Castagna e Matteazzi hanno ringraziato quanti hanno collaborato nel predisporre al meglio questo appuntamento. I sindaci di San Germano e Zovencedo hanno elogiato gli alpini per l’impegno e la disponibilità verso il prossimo e ne hanno esaltato i valori e la dignità. La fiaccolata rende davvero unica la cerimonia e vuole testimoniare, con la nostra presenza, la volontà di credere nello stesso emblema e continuare a donare il proprio gesto umanitario a chi ne ha bisogno. La cerimonia del 2011 verrà organizzata dal gruppo di Pozzolo. Mirco Bisognin ARZIGNANO Il gagliardetto della sez. Ana di Tripoli Il gruppo “Mario Pagani” di Arzignano continua a distinguersi in una quotidiana missione votata a tramandare i valori delle penne nere, a fianco delle istituzioni ed a favore della comunità. Per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia ha promosso, fra l’altro, due se- rate da “tutto esaurito” in programma al teatro Mattarello l’11 febbraio con Bepi De Marzi ed i suoi Crodaioli a proporre “Italia, Italia” e sabato 21 maggio con la rappresentazione “Al 24 Maggio, canti e storie della Grande Guerra” portati in scena da Glossateatro e Canzoniere Vicentino. Ed intanto l’invidiabile patrimonio di testimonianze e cimeli raccolto in 84 anni di storia dal gruppo (è stato fondato nel Paolo Marchetti e Luca Dal Molin con 1927) si è aril gagliardetto della sez. Ana di Tripoli ricchito di un prezioso ricordo: il gagliardetto che fu della sezione alpini di Tripoli (Libia). È stato donato dal socio Luigi Carradore che lo ha custodito per molti anni dopo la scomparsa dello zio arzignanese, Luigi Parise (1893-1952), penna nera arzignanese del 6° Reggimento e combattente nella prima guerra mondiale, trasferito a Tripoli nel 1928 per lavoro per conto delle Officine Pellizzari. C’è chi ricorda ancora l’encomio solenne conferitogli per l’installazione dell’impianto idrico ad El Alamein. Parise fu uno degli alpini in congedo che costituì la sezione alpini di Tripoli, italiana dal 1912 al 1943. Rientrato ad Arzignano nel 1949 portò con sè il gagliardetto che ora si trova nella sala del consiglio del gruppo Pagani. “Siamo grati al socio Carradore per questo dono che per noi è particolarmente significativo” spiegano Luigi Parise Paolo Marchetti e Luca Dal Molin, capogruppo e consigliere “lo conserviamo con speciale affetto, nel ricordo dei tanti alpini e militari che hanno combattuto nelle guerre d’Africa e dei molti italiani che hanno vissuto e lavorato nelle nostre ex colonie”. Daniele Concato Vita dei gruppi - ARZIGNANO Marchetti confermato capogruppo 23 spiegato il capitano Carli. “Nell’attuale modello di società che i mass media tutti i giorni ci somministrano, è bello sapere di essere in molti a credere ancora i questi sani valori, e soprattutto a metterli in pratica”. D.C. ARZIGNANO Ricordato l’alpino Luca Sanna Paolo Marchetti ricomincia da cinque. Il capogruppo Ana Arzignano è stato eletto per la quinta volta e si appresta ad accompagnare il sodalizio al traguardo degli 85 anni, in programma nel 2012. È un po’ nella tradizione dell’associazione arzignanese quella di “presidenti” a lungo in carica: si pensi alla trentennale guida del notaio Mario Pagani (1966-2006), alpino della Monterosa, del quale ora il gruppo porta orgogliosamente il nome. Con Marchetti collaboreranno Flavio Bertinato, Mauro Concato, Sergio Concato, Roberto Conzato, Vittorino Dalla Barba, Roberto Dalla Valeria (eletto capogruppo onorario), Pietro Dal Maso, Luca Dal Molin, Giovanni Faccio, Antonio Frizzo, Sergio Galiotto, Francesco Gentilin, Dario Giordani, Guerrino Lorenzi, Luciano Lunari, Arturo Magnaguagno, Roberto Marana, Giovanni Marcheluzzo, Roberto Marchesini, Dario Piazza, Francesco Pizzolato, Giovanni Reginato, Giulio Rosa e Donato Zanvettore. Al rinnovo delle cariche, svoltosi durante la festa sociale, sono intervenuti dirigenti della sezione Ana di Vicenza, l’assessore Carmelo Bordin, il sindaco ed il gruppo gemellato di Casola Valsenio Nicola Iseppi ed una rappresentanza, festeggiatissima, degli alpini in servizio dell’8° Reggimento della Julia col loro capitano Andrea Carli. Presente anche don Giovanni Imbonati, parroco di Tezze e Pugnello, che è stato premiato per l’amicizia verso le penne nere e per aver recentemente celebrato la messa ad El Alamein in ricordo dei caduti. “Ho vissuto una magnifica giornata, densa di nobili valori, con alpini ed amici che esprimono nel migliore dei modi senso civico, voglia di far bene, altruismo, ospitalità e amore per l’Italia” ha Il 18 febbraio si è celebrata una messa in ricordo del 1° C.M. Luca Sanna dell’8° Rgt. Alpini a trenta giorni dalla morte in Afghanistan. Presenti numerosi esponenti dell’Amministrazione comunale con il sindaco Giorgio Gentilin, una rappresentanza dell’8° Reggimento Alpini, il capozona della Valchiampo, Mirko Framarin ed i rappresentanti di Marinai e Carabiniri in congedo. Al termine della celebrazione, officiata da mons. Mariano Lovato, arciprete di Arzignano, il capogruppo Paolo Marchetti ha letto la “Preghiera dell’Alpino”. Erano altresì presenti numerosi gagliardetti ed il vessillo della Sezione Ana. BAGNOLO DI LONIGO Capogruppo per 50 anni 24 - Vita dei gruppi Alla presenza del presidente di sezione Giuseppe Galvanin e del capozona Luca Bolla, è stato premiato con targa e gagliardetto l’ex capogruppo Agostino Zuffellato. Classe 1924, fu in servizio al 6° a Vipiteno. È stato fondatore del gruppo di Bagnolo nel 1947, lo ha guidato dal 1958 al 2008, ben 50 anni, veramente bravo! Ora tocca al nuovo capogruppo Antonio Callegaro, classe 1936, anche lui del 6°, in servizio a d’istanza a San Candido, eletto a guidare un gruppo che vuole crescere con molti soci nuovi. BARBARANO Anche le scuole alle celebrazioni del 4 novembre Comune, gruppi di Barbarano, Ponte e carabinieri in congedo, hanno coinvolto le scuole alle celebrazioni del 4 novembre, spostate a sabato sei. Dopo l’alzabandiera e la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai caduti di San Giovanni e di Barbarano-Centro, alla quale hanno partecipato anche gli alunni della scuola media, il sindaco ha svolto la commemorazione e alcuni alunni hanno letto dei brani a ricordo dei caduti. Cerimonia quindi a Ponte di Barbarano presso le scuole elementari per procedere poi in corteo presso il Monumento ai Caduti con l’intera scolaresca accompagnata dalle insegnanti. Dopo il ricordo del sindaco di quel 4 novembre 1918, il capogruppo di Ponte Massimo Orso ha rivolto ai ragazzi l’invito a ricordare ed apprezzare il valore dell’unità d’Italia, che quest’anno celebra i suoi 150 anni, consegnando a ciascuno una pergamena con i primi 12 articoli della Costituzione. Alla scuola media è stato poi presentato agli alunni il Dvd della tragica campagna di Russia con le memorie del concittadino Narciso Nicoli, classe 1920 alpino della Julia, che riuscì ritornare da quell’immane tragedia che fu la ritirata. L’anziano reduce ha voluto essere presente, accolto da un caloroso applauso da alunni e Narciso Nicoli professori, che lo ha viRussia, 12.10.1942 sibilmente commosso. CAMPEDELLO Riportata all’antico splendore la cappelletta votiva di Longara Dopo mesi di lavoro per il restauro portati avanti dal Gruppo Alpini di Campedello, è stata riconsegnata alla comunità la cappelletta votiva di Longara. Ciò è avvenuto grazie alla volontà della proprietaria signora Marta Ghirardi, di ridare al Sacello quell’antico patrimonio artistico edilizio e religioso. Questo si è potuto concretizzare sommando la disponibilità finanziaria della signora Ghirardi ed il lavoro prestato gratuitamente dagli alpini di Campedello, una sinergia comune per poter riconsegnare alla località di Longara un manufatto edile, ricchissimo di valori e significati simbolici. Dedicata alla Madonna Ausiliatrice, essa esprime ancora una fede profonda popolare che rimane radicata nell’intimo, eguale nello spazio e nel tempo. La cerimonia di presentazione del restauro alla cittadinanza di Longara e della Riviera Berica è avvenuta alla presenza della signora Marta Ghirardi, del capogruppo del gruppo alpini di Campedello xav. Roberto Alberton, del Vita dei gruppi consigliere comunale Mariano Docimo che ha rappresentato il sindaco, del presidente della sezione Ana di Vicenza Giuseppe Galvanin e del parroco dell’Unità Pastorale locale don Giuseppe che ha benedetto il sacello. A ricordo dell’evento è poi stata scoperta una targa ricordo. 25 nacquati sono emersi forti come un tempo. Ed all’unisono abbiamo chiesto al nostro Signore di aiutarci a non farli riaffogare un’altra volta. Per una sera il Btg. Gemona è ritornato a vivere. 8/89 Mai Daur! Chi fosse intenzionato a rivivere vecchi ricordi e a riscoprire sopite emozioni contatti l’alpino Nicola Miotello all’email [email protected] e/o l’alpino Claudio Gelain [email protected]. LISIERA La campana degli alpini per la chiesa di Lisiera CARMIGNANO Rimpatriata alla caserma La Marmora di Tarvisio In un fresco sabato di ottobre, dopo la deposizione di una corona al monumento ai Caduti, ci siamo ritrovati davanti alla porta carraia della caserma La Marmora, lassù a Tarvisio. La scarna presentazione dello svolgimento dell’evento non rende la grande emozione sentita e provata da tutti i presenti: sfilata per compagnie dalla porta carraia fino al piazzale adunata; schieramento e mancata presentazione dei presenti causa elevato sentimento emotivo; cerimoniale dell’ammaina bandiera con inno nazionale cantato da molti; deposizione di una corona d’alloro al monumento all’interno della caserma; visita esterna ed interna della caserma ad esclusione delle camerate, dopo lungo e vano tentativo di convincimento rivolto all’ultimo comandante del Btg. Gemona; visione del dvd sul centennale 8° Rgt Alpini; collegamento audiovisivo con un ufficiale che ora si trova impiegato in Afghanistan; cena selfservice in mensa (molto apprezzata); silenzio fuori ordinanza sul piazzale adunata. Tanta voglia di ritrovare cose che il tempo ed il ritmo della vita attuale ci hanno tolto. Devo dire che l’esserci ritrovati in tanti, con un po’ di alpini del 2° e 5° scaglione 1990 e una dozzina tra ufficiali e sottufficiali, bene ha fatto alla nostra memoria; ha riportato a galla valori che faticano ad essere usati nella vita di tutti i giorni. Invece proprio tra quelle mura (al tempo qualche volta odiate), nel giro di poche ore, i valori an- Il necessario rinnovo della cella campanaria della chiesa parrocchiale di Lisiera, con il rifacimento dell’intelaiatura di sostegno delle campane, ha dato lo spunto per pensare ad una nuova campana che completasse la scala sonora, attualmente mancante di una nota. Viste le notevoli difficoltà economiche, il parroco don Emanuele ha pensato agli alpini e la sua fiducia non è stata certo mal riposta se un bel gruppo di volonterosi soci si è subito attivato per reperire i fondi necessari. Numerose giornate di lavoro in varie attività di volontariato hanno portato a raccogliere 3.500 euro, subito consegnati al parroco che le ha investite in 110 chili di bronzo fuso per dare voce dall’alto del campanile di Lisiera al ricordo degli alpini “andati avanti”. E nella loro campana gli alpini hanno voluto che non mancasse il riferimento ai segni ed agli ideali in cui più credono. Nella fusione ecco allora che vengono riportati l’immagine della “Madonna del Don” e a corona della bocca della campana le parole della seconda parte di “Signore delle Cime” in ricordo del grande amico Angelo Fracasso che da poco ci ha lasciato. L’inaugurazione 26 - Vita dei gruppi e solenne benedizione della campana è avvenuta la sera del 13 dicembre, festa di S. Lucia, patrona di Lisiera alla presenza del presidente Giuseppe Galvanin, del sindaco di Bolzano Vic. Massimiliano Fattori e di numerose autorità. La campana portata a braccia da quattro alpini ha fatto il suo ingresso in una chiesa per la presenza del vescovo di Chioggia Adriano Tessarollo, che ha celebrato la messa e benedetto la nuova campana. Al termine della serata gli alpini hanno salutato e ringraziato con un convivio in sede. Resta vivo, in tutta la comunità di Lisiera, il riconoscimento per le molte attività del gruppo alpini, sempre pronto a mettere a disposizione uomini e mezzi per ogni necessità del paese. Bruno Bertoldo cerca della qualità si estendeva a tutti gli aspetti della vita, anche se nel ricordo di molti resta legata in particolare al buon piatto e al buon bicchiere, per i quali sapeva tessere lezioni magistrali. A quanti lo hanno conosciuto e in particolare agli alpini lascia sicuramente un bel ricordo e un’eredità di ideali e di gesti da imitare. G.S. MALO Festa della Famiglia Alpina LUGO Giuseppe Crosara è andato avanti Giuseppe Crosara è andato avanti. Troppo presto per lui, per i familiari, per gli alpini di Lugo di cui per anni era stato capogruppo. Sergente, aveva frequentato negli anni ’60 la Smalp di Aosta, per essere poi assegnato al Settimo, a Belluno. Per anni è stato consigliere sezionale. Nella vita civile era stato responsabile dell’ufficio anagrafe di Lugo. Sapeva cogliere, naturalmente si direbbe, i problemi, soprattutto degli anziani e dei meno preparati a muoversi nei labirinti della burocrazia. Si sentiva “a servizio” della gente, quindi impegnato a mettere in campo le sue conoscenze e la sua esperienza, per arrivare a soluzioni concrete e soddisfacenti. Non stupisce che nel giorno del funerale si siano unite alla voce dei familiari quelle del sindaco e degli alpini, voci tutte non formali né di circostanza, ma espressione di intensa partecipazione e di riconoscimento delle tante qualità espresse invita. Qualcuno rimpiangerà profondamente i i valori dell’amicizia condivisi, altri ricorderanno la naturale socievolezza e amabilità del carattere, chi ancora l’autonomia di giudizio con cui riconosceva il ben fatto all’autore, senza riguardo a colore della casacca. Per gli alpini e non solo per quelli di Lugo resterà un monumento vivo, un simbolo di attaccamento al glorioso corpo che incarna quanto di più nobile può essere proposto alla società civile, soprattutto in questi tempi. La natura e gli studi (abilitazione magistrale) gli avevano consegnato il gusto del bello. Amava ricordare i suoi insegnanti, ai quali dava il merito di avergli regalato il “sapore del sapere”, era solito recitare poesie, tante, in italiano e in latino, con l’evidente impressione di gustarle. Questa ri- Ben il 2,6 per cento dell’intera cittadinanza di Malo (oltre 14 mila abitanti, immigrati e neonati inclusi) si è ritrovata il 23 gennaio, nel vasto salone del Centro Giovanile, per una grande festa alpina che ha visto il presidente della sezione, Giuseppe Galvanin, strabiliato davanti a questa quasi oceanica partecipazione di alpini, famigliari e tanti, tanti amici. Ancora una volta una inconfutabile testimonianza del profondo legame con la comunità maladense di quella magnifica realtà che è il gruppo Ana, guidato da Danilo Panizzon. La giornata è iniziata il mattino con gli onori ai caduti sul colle di Santa Libera ed una solenne celebrazione nel duomo, resa particolarmente coinvolgente dalla partecipazione del coro alpino “El Livergon”. Trecentosessanta persone poi con le gambe sotto la tavola a gustare abbondanti portate e bevande, intercalando tanti ciao e “anca ti qua!” e via a raccontare dei lavori del Gruppo; dei soci andati avanti; del bollino che in fin dei conti non è nemmeno aumentato tanto; delle imminenti elezioni del nuovo Direttivo che, pur contando sull'ingresso dei giovani, rimarrà più o meno quello attuale, a partire dal capogruppo e ancora, e poi ancora a salutare e scambiare amichevoli parole con i graditi ospiti tra cui il generale Comacchio ed il segretario sezionale Gollin. E la kermesse non poteva che concludersi con la pur scontata ma sempre gradita e tradizionale lotteria, destinata a distribuire innocenti ebbrezze e graditi rimpolpamenti delle casse del gruppo. Un augurio affiorava nel commiato sulle labbra di tutti: quest’anno si è toccato un record di partecipazione; speriamo non rimanga l’unico! GigiGi Vita dei gruppi - MONTECCHIO PREC. In memoria di Sante Dal Santo due borse di studio 27 mentali che da sempre fanno parte del mondo degli Alpini, valori vissuti in prima persona e trasmessi durante tutta la sua vita da Sante Dal Santo. La consegna delle due borse di studio è avvenuta il 19 dicembre nella sala consigliare durante la cerimonia per assegnazione del premio “Montecchio Precalcino è...” alla presenza di autorità e di una straripante cittadinanza. L’iniziativa sarà riproposta anche per quest’anno con lo scopo di coltivare la “memoria storica”, per far crescere e maturare come cittadini coscienti, impegnati ed attivi i nostri studenti. MONTEGALDA A Montegaldella presepio alpino Tra le numerose iniziative programmate dal direttivo del gruppo Ana la scuola ha sempre rappresentato un punto di eccellenza. L’ultima consiste in un concorso tra gli studenti per l’assegnazione di due borse di studio dedicate alla memoria del nostro “grande vecchio” Sante Dal Santo, “andato avanti” all’età di 106 anni. Il tema da svolgere per partecipare al concorso era: “Intervista un alpino del tuo paese per conoscere i momenti della sua vita militare e del suo successivo impegno civile”. Ci siamo recati tre volte a incontrare gli studenti nell’aula magna della scuola G. Leopardi, per illustrare e spiegare lo spirito di solidarietà che anima sia gli alpini in armi che gli alpini nella vita civile. L’intervento di Luigi Girardi, di alcuni coristi e della tromba del gruppo alpini di Malo ha rappresentato l’incontro più intenso e più significativo per gli studenti. Dalle aule di scuola siamo poi passati alla sede del gruppo, dove per due sabati consecutivi alcuni alpini sono stati a disposizione degli studenti per essere intervistati e per rispondere alle loro domande. Il 4 novembre nelle classi sono stati raccolti gli elaborati presentati dagli studenti ed una commissione, presieduta dal capogruppo Franco Rodella e composta dall’assessore alla cultura .ssa Irma Peruzzo, dalle prof. Marina Baghin e Margherita Dal Santo, ha cominciato l’impegnativo lavoro di selezione. La commissione all’unanimità ha ritenuto particolarmente meritevoli e quindi vincitori del concorso Martina De Vicari, che ha intervistato il nonno alpino iscritto da sempre al nostro gruppo, e Desiree Paulin, che ha intervistato il capogruppo Franco Rodella per scrivere “In memoria dell’alpino Sante Dal Santo”. In entrambi gli elaborati sono emersi racconti di vita militare accompagnati da riflessioni personali sui valori fonda- Capigruppo di Arcella, Montegalda, Bastia di Rovolon Un presepio diverso, dedicato agli alpini e contadini della Prima Grande Guerra. Una scena dove tra i personaggi spiccano soldati disarmati con la penna nera che portano doni alla capanna. L’idea è stato il risultato di una collaborazione tra gli alpini di Montegaldella del gruppo Ana di Montegalda e quello dell’Arcella della sezione di Padova avvenuta nel dicembre scorso. Il primo gruppo ha messo a disposizione l’antica ghiacciaia in centro al paese. Gli alpini dell’Arcella, le sagome in legno del presepe che annualmente viene allestito presso il Parco Morandi, dove hanno la loro sede. Il presepio alpino-contadino è stato così allestito per la prima volta davanti alla ghiacciaia di Montegaldella che ben si è prestata ad una scena presepistica di grande fascino. Muli che scendono dalla collinetta artificiale, alpini e contadini convergono verso la capanna di legno sotto cui si trova il gruppo della Natività: un Giuseppe e Maria vestiti da contadino che mostrano il bambinello, 28 - Vita dei gruppi in una scena che evoca le atmosfere del 1918. A dare un tocco d’arte anche la neve che ha aumentato la suggestione dell’esercito pacifico sbarcato in paese per fare Natale. “Per noi - ha detto Ernesto Rigobon, capogruppo dell’“Arcella” - è una forma per trasmettere il valore della memoria. La collaborazione con Montegaldella è un’occasione per rinsaldare i patti di amicizia che sono il senso stesso del nostro Natale”. La delegazione alpina patavina è stata poi accolta in paese con una cerimonia cui erano presenti autorità civili e alpini. Antonio Gregolin MOSSANO Per non dimenticare Nikolajewka Il gruppo di Mossano ha organizzato il 30 gennaio un momento commemorativo per ricordare i caduti di Nikolajewka, uno degli scontri più importanti durante il caotico ripiegamento delle forze italo-tedesche, dove i militari già duramente provati dai combattimenti e dal gelido inverno russo, si ritrovarono ad affrontare alcuni reparti dell’Armata Rossa asserragliati in quel paese. Essi riuscirono, grazie allo slancio della brigata Tridentina a rompere l’accerchiamento, aprendo così la via di casa a migliaia di soldati italiani. Un centinaio di penne nere della zona Riviera Berica si sono ritrovate al monumento dei caduti a Ponte di Mossano per rendere loro onore. Dopo l’alzabandiera, gli alpini hanno sfilato per la via del paese raggiungendo la chiesa per la messa in suffragio dei caduti di tutte le guerre, animata dal coro Ana “Amici miei” di Montegalda. Sono seguiti la lettura della preghiera dell’Alpino, la lettura di alcuni passi tratti dal libro “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern ed infine i saluti delle autorità, tra cui il sindaco di Mossano Giancarlo Ceruffi, di Nanto Luca Ca- vinato, il gen. Nonato, il capozona Paolo Borello, il capogruppo Fiorenzo Masiero ed il consigliere sezionale Francesco Griselin che ha portato la sua sentita testimonianza del recente viaggio a Nikolajewka, oggi Livenka. La manifestazione si è conclusa con le note del coro Alpino di Montegalda. NOVENTA È già affermato il Coro alpino Il 22 gennaio si è svolta l’annuale assemblea dei soci del gruppo Masotto. Iniziata con la messa celebrata in duomo da don Paolo Busato, alpino di fatto e socio del gruppo “Umberto Masotto”. Dopo la cerimonia, la cena sociale nella sede del gruppo con la partecipazione di oltre un centinaio di soli soci alpini. Ospiti graditissimi don Paolo Busato, il reduce di Russia Giuseppe Veronese, l’assessore Mattia Veronese e il gen. Salvatore Renda ex comandante del II regg. artiglieria terrestre “Vicenza” e socio del gruppo. Interessante e degna di merito la relazione del capogruppo Cipriano Lazzarin sulle attività svolte nel 2010 e previste per il 2011. Attività che impegnano il gruppo nel volontariato e nel sociale in tutte le sue forme di bisogno e di assistenza. Soci alpini e aiutanti sempre presenti e mai “mugugnanti”. Sono seguiti gli interventi del consigliere di zona Pietro Cristofari, del responsabile della protezione civile del Basso Vicentino Dario De Mori e del gen. Renda, che ha ricordato i caduti nelle missioni estere. Ha poi sottolineato l’importanza del cappello alpino come simbolo di unità nazionale, mettendo in risalto lo “spirito alpino” che deve restare sempre intatto, guidato dal principio di fratellanza dei nostri padri che si sono immolati per l’unità d’Italia. Ha concluso ringraziando tutti gli alpini per la loro opera quotidiana in tutti i settori, dando sempre prova di onestà, lealtà, umiltà, altruismo, augurandosi che l’esempio possa migliorare ulteriormente la società. Il gruppo di Noventa è sempre alla ricerca, con risultati positivi, degli “alpini dormienti”, aumentando così ogni anno il numero dei soci. Il fiore all’occhiello del gruppo è il coro. Sì il Coro alpino Umberto Masotto. Formatosi sul finire del 2004 per la caparbietà e tenacia del capogruppo Cipriano Lazzarin e con l’impegno non indifferente dei suoi alpini, è già ben affermato nell’area berica e province limitrofe, con un’ampia scelta di canti tradizionali , alpini e popolari. Ha partecipato alla rassegna di cori alpini all’adunata di Bergamo e sarà presente anche a Torino. Pietro Cristofari Vita dei gruppi - PIOVENE ROCCHETTE Riuscita la festa annuale Il consueto momento conviviale si è svolto presso il ristorante Acquario, e al termine del pranzo è stata letta dal capogruppo uscente la relazione morale dell’anno trascorso, che ha visto il gruppo impegnato in varie iniziative in comunità e in provincia, con quattro soci volontari di protezione civile della squadra Val d’Astico impegnati nella settimana in occasione dell’alluvione. 29 cornice all’inaugurazione della nuova sede del gruppo alpini Sante Beato. Grazie alla convenzione stipulata con l’Amministrazione comunale, all’operosità e generosità dei soci, che hanno contribuito attivamente alla ristrutturazione dei locali assegnati, il gruppo dispone da oggi di una sede prestigiosa e rappresentativa, nel centro geografico e culturale del paese, di fianco alla sede del Comune. La cerimonia di inaugurazione è iniziata con l’arrivo della fanfara della sezione di Valdagno che ha preceduto la celebrazione della messa, officiata dal sacerdote alpino don Romano Zordan. Orgogliosi di Alberto Alberto Gasparin con gli alpini di Piovene Rocchette Alberto Gasparin è un ragazzo classe 1984; partito per l’anno di leva obbligatoria con destinazione Cividale del Friuli nell’ottavo reggimento alpini della Julia. Ha fatto il concorso per la ferma breve volontaria di un anno e poi il concorso per i quattro anni, entrando dopo vari corsi di specializzazione e di paracadutismo, a far parte di uno dei corpi più specializzati, i “Ranger” del quarto reggimento paracadutisti alpini Monte Cervino. A partecipato a tre missioni di pace in Afghanistan, rientrato dall’ultima missione nei primi giorni di dicembre, ci ha fatto la gradita sorpresa di essere ospite nella nostra sede nell’occasione della riunione mensile dell’undici gennaio del direttivo. Grazie Alberto sei l’orgoglio del gruppo alpini di Piovene Rocchette. QUINTO Una sede palladiana La solennità della cinquecentesca Villa Thiene, opera del Palladio e sede del municipio di Quinto, ha fatto da In corteo i partecipanti hanno raggiunto il monumento ai caduti, alla cui memoria sono stati resi gli onori. Sono intervenuti l’assessore regionale Elena Donazzan, il sindaco di Quinto, Valter Gasparotto, il presidente della sezione Giuseppe Galvanin, il gen. Domenico Innecco ed il capogruppo, Umberto Chimetto. Negli interventi sono stati richiamati i più significativi valori che contraddistinguono la nostra associazione e l’importanza che gli alpini rivestono nel contesto delle rispettive comunità. Al termine della cerimonia, è stata inaugurata la nuova sede e aperta la mostra “Divise e copricapi militari”, della collezione privata di Bruno Sgarbossa, che ha riscosso notevoli interesse e partecipazione di pubblico. L’augurio è che la nuova sede dia un impulso alla vita associativa del gruppo e alle attività a servizio della comunità nel rispetto dello spirito alpino. 30 - Vita dei gruppi SANDRIGO Festeggiati i 75 anni Subito dopo quella di Bergamo è stata organizzata, con gsuccesso, l’adunata del gruppo alpini di Sandrigo per festeggiare i 75 anni di vita. Una perfetta macchina organizzativa ha fatto in modo che tutto funzionasse nel migliore dei modi coinvolgendo l’Amministrazione comunale, le associazioni e le ditte, che hanno constribuito per le spese. Grazie al lavoro del capogruppo Mario Mascotto, con l’aiuto del presidente sezionale Giuseppe Galvanin, e di tutti noi alpini, la festa è ben riuscita e ci ha regalato anche tante soddisfazioni. È stata una grande emozione come sempre per tutti sfilare ordinatamente e ritmo delle fanfare, applauditi da due ali di folla festante. Dalla tribuna d’onore le autorità hanno fatto gli elogi agli alpini ed al volontariato. Il gruppo alpini di Sandrigo, con oltre trecento soci, è molto attivo anche perché al suo interno sono presenti numerosi giovani che, oltre al lavoro ordinario, tengono vivo il gruppo, con impegno concreto e nuove idee. Non è stato facile formare una squadra di giovani: c’è voluto molto tempo e molta pazienza, anche per vincere qualche resistenza di alpini bravi ma troppo tradizionalisti con mentalità un po’ chiusa. Ora però abbiamo raggiunto una perfetta intesa tra “veci e bocia” con risultati molto lusinghieri, ed attività nuove. L’inserimento dei giovani è un tema molto importante e dibattuto perché si tratta di un problema di grande attualità. Si va verso una drammatica riduzione delle file degli alpini nei prossimi anni, essendo la maggioranza di iscritti di età avanzata, e se non ci sarà un cambio generazionale, l’associazione entrerà in crisi. Per la ricorrenza del 75° è stato scritto un libro sulla storia di Sandrigo, che si intreccia con le due guerre nelle quali gli alpini si sono adoperati per salvaguardare i nostri territori e garantire un futuro di libertà. Ora queste attività continuano per scopi più pacifici ed umanitari: nel libro sono descritte infatti le attività svolte per lasciare ai giovani una traccia di attaccamento ai nostri territori con il servizio e la disponibilità verso chi ha bisogno. SETTECÀ Presentato il libro sul btg. Vicenza “Stelutis Alpini”. Non poteva che iniziare con questa canzone-preghiera la serata. Ed è stata una serata, quel- la del 9 ottobre, che ha riempito il cuore di emozioni, di ricordi e di riconoscenza. Di emozioni, perché Manuel Grotto, autore del libro, ha saputo raccogliere nelle lettere degli alpini in Russia alle famiglie, i sentimenti, i desideri, le sofferenze di questi nostri fratelli mandati a far una guerra che non capivano (se mai una guerra è da capire!). Una guerra lontani da casa, dagli affetti, dove il pensiero era rivolto al calore del camino, all’abbraccio dei figli, delle mogli, della madri... I ricordi, testimoniati anche dalla presenza di alcuni reduci come Vittorio Lanulfi, Pietro Canova, Renzo Gandolfi e Antonio Serraglia, erano ancora vivi e palpabili nei loro racconti. È stato emozionante, man mano che la presentazione procedeva, avere davanti agli occhi le immagini che venivano proiettate dei momenti della terribile campagna, ascoltare tratti significativi del libro che raccontavano quanto quegli uomini, con divisa e con il cappello con la penna nera, hanno vissuto, patito, sofferto; hanno condiviso, spartito; hanno sopportato, hanno speso, anche la vita stessa. Sono questi momenti, come ha sottolineato il presidente Giuseppe Galvanin, che ci spingono ancor più “all’obbligo di essere testimoni credibili verso le generazioni alle quali dobbiamo trasmettere simboli veri, sentimenti sani, mete e obiettivi sicuri...”. Le cante del coro “Amici miei” di Montegalda, hanno saputo ancor più immedesimare quanti erano presenti, nell’atmosfera di quei tragici fatti. Che dire: serate, esperienze da ripetere, soprattutto per i nostri figli, purtroppo grandi assenti anche in questa occasione, nonostante il lavoro fatto nelle scuole, per sensibilizzare... Ancora una volta, forse, bisogna che noi adulti, noi genitori. “Forziamo” un po’, convincendo... forzando... partecipando. Tiziano Ziggiotto Vita dei gruppi - THIENE Lavori al capitello di San Gaetano in Conca A novembre, una decina di alpini del gruppo di Thiene ha posato, rialzandolo, il vecchio selciato di sassi neri attorno alla base posta a sostegno dell’altrettanto vecchia fontana di “ca’Talpa” base che, anni fa, gli stessi alpini avevano decorato a rombi con sassi bianchi e neri. Ora con questo intervento (circa 100 ore di lavoro) resosi necessario per l’innalzamento del livello stradale dovuto alla nuova asfaltatura, il lavoro è stato ultimato. La fontana e il capitello posti vicino all’antica villa Thiene-Cornaggia hanno riacquistato una certa dignità. 31 sia dove, caporalmaggiore, si distinse in più azioni tanto da ricevere un encomio solenne e meritarsi due croci al merito di guerra. Fatto prigioniero nei giorni successivi a Nikolajewka venne spostato, con marce massacranti da un gulag all’altro (Valniki, Talbov, Siberia, Asia Centrale ecc.). I suoi carcerieri e aguzzini furono spesso italiani che lo sottoposero ad interrogatori umilianti, a processi farsa, a punizioni che non avevano niente di umano. Ma Lelio tenne duro! Rientrò a casa nel luglio del 1950 dopo quasi 8 anni di prigionia dei quali 5 passati ai lavori forzati. È uno degli ultimi 28 rientrati dalla Russia (con lui c’erano don Brevi, Reginato ecc.) ed è l’ultimo ancora vivente. Un saluto sugli attenti gli è giustamente dovuto. TONEZZA DEL CIMONE 22° trofeo Vincenzo Periz I 90 anni di Lelio Zoccai Il 9 gennaio Lelio Zoccai ha compiuto 90 anni ed alcuni alpini thienesi si sono recati a casa sua per festeggiarlo. Sono stati accolti con così tanto calore dallo stesso Lelio e da tutta la sua numerosa famiglia (moglie, figli e nipoti) da lasciarci sorpresi: i “bocia” accolti con tanto affetto da un “vecio” che ha fatto la guerra. E che guerra! Arruolatosi volontario venne inquadrato nel battaglione guastatori della Julia, con la quale finì in Rus- È la prima volta che il gruppo di Tonezza organizza una gara di corsa in montagna, ed è la gara a memoria del nostro stimato e compianto presidente Vincenzo Periz. Gli organizzatori, dopo avere incontrato delle difficoltà dovute alla raccolta di fondi e all’inesperienza, alla fine sono riusciti a fare tutto nel migliore dei modi, tanto che i concorrenti hanno fatto i complimenti per il bel percorso, per come è stato preparato e segnalato. Un percorso poco impegnativo partenza in piano, si sale per il sentiero delle Fontanelle fino a contrà Via, si scende leggermente e ci si inoltra nei boschi degli Ospoli e del Coconeche, si scende fino a contrà Fontana passando per contrà Grotti con vista panoramica di Tonezza, leggera salita fino a contrà Sella, per un breve tratto si percorre nuovamente il sentiero delle Fontanelle, si percorre per circa 32 - Vita dei gruppi 2 Km il sentiero Excalibur e dopo un breve tratto in leggera salita ci si immette nel sentiero Fogazzariano, il quale passando tra boschi e prati porta i concorrenti all’arrivo. Alle premiazioni in sala congressi erano presenti il sindaco, Amerigo Dalla Via, il responsabile del Gsa Vicenza Francesco Rando e numerosi concorrenti e amici. TORRESELLE 55° di fondazione Il gruppo alpini di Torreselle ha festeggiato, in concomitanza con l’adunata della zona Castellari Alto Bacchiglione il 55° anniversario di fondazione. La manifestazione è iniziata il sabato sera nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, dove, dopo la messa a ricordo degli alpini “andati avanti” si sono esibiti di fronte a un numeroso pubblico, il coro Ana di Creazzo e il coro “Voci del Pasubio” di Isola Vicentina. La domenica c’è stata la tradizionale sfilata per le strade del paese, accompagnata dalla banda di Vicaro, con la presenza dei vessilli sezionali di Vicenza, Valdagno e Varese e da molti gagliardetti in rappresentanza di una cinquantina di gruppi. Dopo l’alzabandiera e gli onori ai caduti è stata scoperta la targa per l’inaugurazione del “sentiero degli alpini” da parte del sindaco Massimo De Franceschi, dell’assessore regionale Ciambetti e del presidente sezionale Galvanin. Dopo il saluto del capogruppo Luciano Massignani e del capozona Zanini e brevi interventi delle autorità, sono state consegnate targhe a ricordo dell’evento al gruppo alpini gemellato di Carnago (Varese) e ad alcuni “veci” del gruppo di Torreselle. Bandiera ha concluso una giornata ricca di significati, che la cittadinanza ha manifestato di apprezzare e condividere. TORRI - LERINO Un 2010 pieno di soddisfazioni Il 5 febbraio nella sede del gruppo si è svolto il tradizionale ritrovo per la cena sociale ed il tesseramento per l’anno 2011. La serata ha visto la numerosa presenza dei soci circa 120 tra alpini ed amici. Il menu come da tradizione è stato preparato dai cuochi alpini: una squisitezza unica, ottimo ed abbondante. Nel discorso iniziale il capogruppo Ezio Dalla Via ha presentato la relazione economica approvata per acclamazione dai soci: successivamente ha illustrato le attività svolte nel 2010 e proposto il programma per il 2011. Riguardo alle attività svolte ha ringraziato i soci presenti e soprattutto quelli che hanno dato la loro disponibilità nelle manifestazioni, nei vari servizi, con un particolare riguardo a quelli che sono intervenuti durante l’alluvione. Ha ribadito in modo chiaro ed inequivocabile, concetti cari ai valori dell’alpinità, che si manifestano anche nell’attenzione alle scuole, vedi la consegna del Tricolore in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia, ad ogni classe delle elementari e medie di Lerino, Marola e Torri, da parte del Comune in collaborazione con i gruppi alpini. Ha inoltre invitato i soci ad una maggiore presenza nella protezione civile, per dare il senso alla nostra volontà di operare nel territorio. Dalla Via ha anche consegnato la tessera al nuovo socio caporale Alex Matteo Trevisan cl. ’88 attualmente in servizio al 6° reggimento btg. Bassano a Brunico. Erano presenti gli zii Renato Trevisan (sergente al 7° btg Feltre) ed Andrea Trevisan (artiglieria da montagna gr Agordo), che orgogliosamente e con occhi lucidi hanno vissuto questo momento significativo. Sono succeduti vari interventi tra i quali quello del capozona Luciano Cherobin, del consigliere sezionale Girardi e del consigliere nazionale Antonio Munari, che hanno ribadito come alla base dello spirito alpino ci sia il senso di appartenenza a quell’unità d’Italia che stiamo celebrando e che è stato vissuto dai nostri soldati in maniera forte ed inequivocabile in occasione della Prima e Seconda guerra Mondiale: nei momenti estremi ci si fidava dell’amico vicino senza domandarsi se era del nord o del sud, ma si contava sull’aiuto di tutti per ritornare a baita. “Ritornare a baita era anche tornare in Italia!”. Bruno Mioni Protezione Civile / In libreria - 33 LA SQUADRA SANITARIA HA BISOGNO DI TE Se credi di essere portato a volere e potere aiutare il tuo prossimo, specie in circostanza di emergenza e senza pretenderne un riconoscimento, adattandoti a lavorare nell’ombra e sentendoti ripagato solo dalla soddisfazione di essere stato utile a qualcuno, sei senz’altro la persona adatta a far parte della squadra sanitaria dell’Ana di Vicenza. Un appello rivolto a tutti gli alpini in quanto sempre più frequenti sono gli interventi richiesti nell’ambito della attività della protezione civile, sin campo locale, regionale, nazionale e anche all’estero. Per tale ragione, la squadra sanitaria dell’Ana di Vicenza accoglie nelle proprie file nuovi volontari, soccorritori, autisti, ininfermieri, medici o addetti ai servizi logistici, animati solo da spirito di dedizione, inclini a sacrifici talvolta non riconosciuti, disposti anche a sottoporsi a cicli periodici di aggiornamento costante e professionale.Ti aspettiamo a braccia aperte, anche se, solo dopo aver praticamente dimostrato di essere uno di noi, entrerai a far parte della squadra sanitaria Ana pieno titolo. Quella notte suonai l’allarme di Alessandro Santacatarina Der Lange Georg “Quella notte suonai l’allarme” di Alessandro Santacatarina non è uno dei tanti libri che raccontano di fatti d’arme più o meno gloriosi dei quali furono protagonisti i nostri alpini, eppure è un volumetto, perché di un volumetto di sole quindici pagine si tratta, che merita di essere letto, perchè raccoglie, raccontati con semplicità e grande umanità i ricordi dell’autore legati all’immane tragedia del Vajont nell’ottobre 1963. Alessandro Santacatarina era infatti trombettiere del Btg. “Feltre” e toccò a lui suonare l’allarme per portare i soccorsi a quelle sventurate popolazioni, prodigandosi poi nell’opera di soccorso, senza tregua. giorno e notte, al punto da ricevere un “encomio solenne” per quanto fece in quei giorni. Eroismo semplice, dettato da una naturale e spontanea generosità difronte a una tragedia, che ancora oggi, dopo quasi mezzo secolo suscita in Alessandro un’emozione senza fine. Il volumetto, del costo di e 5 si trova nelle edicole di Chiuppano (VI) o può essere richiesto direttamente all’autore telefonando al 3484580512. di Luca Girotto Il Lungo Giorgio è un cannone da marina che non salì mai su una nave (la costruzione fu bloccata dall’inizio della Grande Guerra) ma salì in treno fino a Caldonazzo per bombardare Asiago. Impressionanti le sue cifre: calibro 350, 15 metri di canna, proietto alto 1,8 metri peso 7 quintali, carica di lancio 193 chili, gittata 31,5 chilometri. La “batteria” era formata da 6 ufficili, 120 artiglieri e 10 cavalli. Canna e affusto adattato (74 tonnellate in tutto) furono piazzati a Calceranica e puntati verso Asiago, a 24 km in linea d’aria. Il Grande Giorgio avrebbe dovuto creare disorientamento e caos nella catena di comando italiana, a ben 13 km dal fronte e abbassare il morale della popolazione in coincidenza con la Strafeexpedition. Effettivamente il primo colpo, sparato alle 7.15 del 15 maggio 1916, creò il caos ad Asiago, Gli austriaci erano riusciti a tenere segreta la cosa e la bomba esplose con un fragore mostruoso poco a nord del Duomo; la seconda arriòo un quarto d’ora dopo in piazzetta Pertile: gli aggiustamenti erano suggeriti da un aereo. Lange Georg provocò morti, feriti, incendi e l’evacuazione dei paesi; colpì anche Gallio, Fondi e Camporovere. In tutto 122 colpi, che fecero però “imbarcare” la lunga canna, tanto che il pezzo fu smontato il 23 maggio e rispedito in fabbrica alla Skoda. A parte i danni e le vittime, non raggiunse l’effetto sperato, perché il comando italiano fece in tempo a riorganizzarsi. Pag. 140, 18 euro. Gino Rossato Editore - Novale www.edizionirossato.it 34 - Gli alpini e lo sport ALFIO DI GREGORIO ANCORA CAMPIONE a cura di Vittorino Corso Ottimi risultati sono arrivati anche da altri due atleti che rappresentano il Gsa. Michele VEscovi ha vinto una gara nazionale master (TroAlfio Di Gregorio ha fatto cinquifeo Terme Euganee) e si è piazzana! In Valle Vigezzo (Verbania) ha to secondo al Trofeo Del Barba. vinto infatti i Campionati nazioMarco Ruaro nelle classiche del nali Ana di Fondo. A 41 anni il porfondo nazionale si è classificato tra tacolori del Gsa Vicenza si è imgli assoluti: 5° alla DObbiaco Corposto nettamente su 320 concortina, 8° alla Granparadiso in Valle renti; e la qualità dei giovani cerd’Aosta e 10° alla Pustertaler. Tutto non mancava. E’ partito con il ti e due gli atleti hanno partecipafavore del pronostico nella 15 km, to ai campionati mondiali master la prova più impegnativa, in virtù dei successi nelle ultime due edi- Alfio Di Gregorio con il presidente Perona in Canada. Un sentito grazie va anche a chi ci zioni del campionato (gli altri due rappresenta con il nostro nome e i nostri colori alle vaori li ha conquistati nel 2002 e 2004), e non ha tradito rie manifestazioni e gare in tutto il territorio nazionale e le aspettative. In pratica non ha avuto avversari ed ha alle più famose granfondo in Europa e soprattutto con vinto con quasi 2 minuti di vantaggio; dietro a lui uno serietà e impegno. sprint per la piazza d’onore fra due concorrenti più giovani, Innocente Sormani di Como e Matteo Ravodan di Trento. Al secondo della sua categoria Di Gregorio ha dato quasi 3 minuti ed ha fatto meglio anche del primo classificato della rappresentativa delle Truppe alpine, Matteo Quadrubbi, paracadutista del Monte Cervino. La 76.a edizione del Campionato nazionale Ana è stata una riuscita competizione di sci di fondo e una bella manifestazione alpina, organizzata dalla Sezione di Domodossola in collaborazione con numerose associazioni della vallata. Le gare sono state precedute dall’alzabandiera e seguite da una serata di canti all’insegna dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Domenica sfilata per le vie di Re, onori ai Caduti, messa e premiazioni. Il successo della manifestazione è stato assicurato da 320 partecipati (su 360 iscritti) di 36 sezioni, che hanno gareggiato su un anello di 3 km, coperto da neve artificiale, nelle prove di 5, 10 e 15 chilometri. Grandissima la soddisfazione al Gruppo sportivo alpini di Vicenza per questo nuovo successo di Alfio Di Gregorio,che da molti anni porta il nome del Gsa in tutte le gare nazionali e anche nel mondo (come non ricordare i titoli mondiali master di fondo e le vittorie nello skiroll a livello assoluto). Un altro successo lo ha centrato in gennaio ai CaSta di Dobbiaco, ai quali ha partecipato su richiesta dell’Ana nazionale. E’ una gara a cui partecipano più nazioni con i loro miglieri atleti militari: Di Gregorio si è piazzato al 9° posto assoluto, primo fra i civili. Gli alpini e lo sport - 35 9A EDIZIONE TROFEO SCALATORE D’ORO a cura di Anna Campese gara di Costabissara (il cui percorso è in via di definizione) al Trofeo Periz, istituito per onorare la memoria di Vincenzo Periz, vicepresidente nazionale nonché presidente sez. Ana di Vicenza per 22 anni. La serata è stata poi dedicata alla premiazione degli atleti vincitori dell’edizione 2010 (Roberto Poletto e Maria Pia Chemello) a cura del presidente Galvanin e alle numerose domande poste dagli atleti accorsi numerosi in sala e si è conclusa con una allegra bicchierata offerta dalla sezione di Malo. Nell’accogliente saletta della sezione Ana di Malo giovedì 3 febbraio è stata presentata la 9° edizione del Trofeo Scalatore d’oro, prestigioso circuito di gare in montagna organizzato nel territorio montano e pedemontano vicentino e curato daI locali gruppi Ana. Le 5 gare presentate ripropongono classici e collaudati percorsi ma introducono importanti innovazioni nel regolamento e nel punteggio. Nel corso della serata presenziata dal Presidente Ana Giuseppe Galvanin, con la partecipazione del responsabile gsa Francesco Rando e del responsabile corse Olfeo Dal Lago e del commentatore-atleta Marco Canistri, sono stati distribuiti gli opuscoli illustrativi del programma gare agli interessati e ai rappresentanti di molte società podistiche locali. Tra le novità importanti da segnalare la decisione di dedicare la prima gara del circuito, la Santorso Monte Summano, alla memoria dell’alpino thienese Matteo Miotto, recentemente scomparso nel corso della missione in Afghanistan e la decisione di abbinare la La vincitrice del 2010 Maria Pia Chemello con Galvanin, Rando, Dal Lago Cena sociale Come ogni anno gli atleti di tutte le discipline sportive del GSA (corsa, tiro a segno, marcia di regolarità, sci) il 10 dicembre scorso si sono ritrovati preso la sede del Gruppo di Thiene per festeggiare la chiusura gloriosa di un altro anno di attività e di amicizia. Gli Alpini di Thiene, ben coordinati dal capogruppo Angelo Rossi, hanno preparato un’ottima cena per gli oltre 50 atleti intervenuti. Il Responsabile del GSA, Francesco Rando, ha provveduto alla consegna di riconoscimenti agli atleti che si sono distinti per i risultati ottenuti nell'anno sociale. Sono stati premiati, tra gli altri, la pattuglia di marcia di regolarità composta da Ferrari, Nardi e Biolo, laureatisi campioni italiani. Il presidente Galvanin nel corso della serata ha ricordato quanto importante sia lo sport per la persona sia dal punto di vista fisico che sociale e aggregativo e quanto sia l'attaccamento degli atleti del GSA alla Sezione di Vicenza, che con la loro costanza ne tengono alto l'onore. 36 - Gli alpini e lo sport CAMPIONATO REGIONALE DI CROSS Grande epilogo per la nostra società sportiva domenica 6 marzo 2011 a Vedelago (TV) all’ultima delle quattro gare FIDAL valide per il campionato regionale individuale e di società di corsa campestre. La partecipazione assidua dei nostri atleti, per citarne alcuni Giorgio Centofante, Giovanni Bidese, Rocco Ritunnanno e al femminile la bravissima esordiente nelle nostre fila, Simona Buzzachero e Margherita Pasin, ha consentito al GSA, fin dalle prime gare, di raggiungere prestigiose posizioni, sia a livello individuale che di società. Domenica a Vedelago, la partecipazione è stata massiccia, oltre 15 atleti in gara, tutti molto determinati ad alzare il punteggio societario. Al termine di questa bellissima giornata di sole e di sport, il nostro gruppo sportivo si è piazzato al 3° posto con la squadra femminile ed al 6° con quella maschile a livello regionale, superando blasonatissime società sportive che da anni sono sul podio in questa specialità. Manifestazioni sportive per il 2011 22 maggio - Santa Margherita Ligure Campionato nazionale Ana di marcia di regolarità 29 maggio - Santorso - Cima Summano 1ª prova Trofeo “Scalatore d’oro” 12 giugno - San Quirico - Monte Civillina 2ª prova Trofeo “Scalatore d’oro” 3 luglio - Mezzoldo (BG) Campionato nazionale Ana di corsa in montagna 31 luglio - Staro - Campogrosso 3ª prova Trofeo “Scalatore d’oro” 31 agosto - Villaverla Corsa su strada in notturna 11 settembre - Costabissara 4ª prova Trofeo “Scalatore d’oro” Trofeo “Periz” 17/18 settembre - Vittorio Veneto Campionato nazionale Ana di tiro a segno 25 settembre - Chiuppano 5ª prova Trofeo “Scalatore d’oro” 2 ottobre - Pederobba Campionato nazionale Ana di corsa in montagna a staffetta 9 ottobre - Lago di Fimon 8° Trofeo “Rosin” – Podistica a staffetta 16 ottobre - Arzignano Marcia di regolarità 39°Trofeo Ana Varie - 37 CAMMINAITALIA in TERRA VENETA nel 150° Siamo all'inizio dell'anno del centocinquantenario dell’Unità Nazionale. Un avvenimento che sta suscitando diverse interpretazioni ed iniziative. Dai “Camminaitalia” del 1995 e del 1999 a cui alcuni di noi hanno partecipato e ne conservano orgoglioso ricordo, arriva l’invito a commemorare i centocinquant’anni percorrendo i sentieri che cavalcando le nostre Prealpi, collegano il piazzale della Vittoria a Monte Berico alla campana dei Caduti a Rovereto; due simboli di quell'epopea sanguinosa ed eroica che si concluse con l’abbraccio alle due irredente: Trento e Trieste. La sezione Ana di Vicenza, su iniziativa dell’alpino Carlo Restiglian del gruppo di Thiene, propone a tutti gli alpini ed agli amici, la partecipazione a questa piccola ma significativa impresa che si articolerà in cinque tappe, con partenza sabato 2 luglio da Vicenza ed arrivo a Rovereto giovedì 7 luglio. Il dettaglio del programma è gia visibile sul nostro sito internet (www.anavicenza.it) e sarà anche presentato nel prossimo numero di Alpin fa grado. Ci sarà la possibilità di partecipare non solo al percorso completo ma anche ad una sola tappa. Un servizio navetta predisposto dalla sezione, provvederà ai trasferimenti. Gi&Gi APPUNTAMENTI E INCONTRI Sono Flavio Fabrello, classe 1932, Car di Padova gennaio 1954 e aggregato al gruppo Lanzo a Belluno in marzo, in aprile inquadrato nella neo costituita Btg Cadore. Congedato nel 1955 sono emigrato in Sud Africa e rientrato ad Arsiero nel 2006 da pensionato; sono iscritto al gruppo Ana di Arsiero. Leggendo l’Alpino ho rivisto il tenente Lombardi, allora comandante del Lanzo, ora generale (complimenti vivissimi). Mi piacerebbe tanto ritrovarlo assieme ad altri commilitoni, Carlo Cadeo di Treviso e Mario Saccardo di Vicenza, con me nelle foto. FLAVIO FABRELLO FLAVIO, Via Marco Polo, 12 Arsiero, cell. 349 2706690 RADUNO 6° corso A.S.C. Sandrigo Vicenza 15-16-17 aprile Venerdì 15 aprile: arrivo e sistemazione. Cena in hotel a Longa di Schiavon. Sabato 16 aprile: ore 8 alzabandiera con deposizione di corona al monumento ai caduti di Longa. A seguire visita al centro storico di Vicenza, passeggiata, trasferimento in pulman al piazzale della Vittoria, visita del santuario della Madonna di Monte Berico e al chiostro, breve visita alla sede della sezione alpini di Vicenza inserita in un torrione delle antiche mura della città. Ore 12.30 pranzo a Villa Negri Mascotto ad Ancignano offerto dal gruppo alpini di Sandrigo. Ore 14 partenza per Asiago con visita del centro e del sacrario del Leiten. Ritorno presso l’hotel con cena alle ore 20. Domenica 17 aprile 2011: colazione alle ore 8 a seguire trasferimento in pulman con destinazione Bassano del Grappa via Fosse, visita con passeggiata alla statua del generale Giardino, attraversamento del centro storico della città, brindisi presso la sede della sezione alpini Montegrappa. Ore 12 partenza in pullman dalla località Ponte degli Alpini con destinazione trattoria da Palmerino, locale consigliato dalla “Venerabile Confraternità del bacalà”. Ore 15 visita alla sede alpini di Sandrigo e alla locale villa Sesso Schiavo al termine ritorno all’hotel per i saluti finali. Giorgio Casagrande Cell: 3339772710 - Abt. 0444659428 mailto: [email protected] 38 - Varie APPUNTAMENTI E INCONTRI • SABATO 9 APRILE 2011 a partire dalle ore 14.00, presso il mercato ceresicolo di Montecchia di Crosara, lo scaglione 12/96 in sevizio presso la caserma Zannettelli di Feltre nel 1997, dopo 14 anni dal congedo si ritrova per una giornata di incontro e di festa con i Tacabanda e intrattenimenti vari. A gran richiesta, sull’onda dell’entusiasmo e per il senso di partecipazione si vuole ripetere la festa organizzata nel 2007. l gruppo alpino Catelcerino-Fittà, della sezione di Verona, offre la sua partecipazione organizzando aperitivo e cena allestendo una tenda con brande per gli alpini che vorranno rimanere fino il giorno successivo. Ricordiamo che la partecipazione alla giornata è aperta anche alle famiglie e amici. Se qualcuno non si fosse ancora iscritto è ancora in tempo per farlo contattando Viero Ernesto allo 3384083563 o Carlotto Nicola allo 3282197052. Quattro compagni di camerata del 9°/90 si sono ritrovati nel dicembre 2010 a Belluno per ripercorrere insieme le tappe della naja. Da sinistra: Davide Peron, Elvio Costalunga, Luca Novello e Davide Carrieri • IL GRUPPO DI NANTO ci invia questa foto (a sinistra) di alcuni alpini della 67a e 75a compagnia del 7° alpini che erano a S. Stefano di Cadore e si sono reincontrati dopo 25 anni dal congedo. Per il prossimo incontro contattare Zanazzo Paolo al 328/3643567 oppure Novello Mario al 340/7050339. • Il 14 novembre 2010 si sono ritrovati a Bassano, per la prima volta dopo 44 dal congedo, UN GRUPPO DI MONTANINI DEL 3°/65 (nella foto a sinistra) che hanno svolto servizio militare nel reparto comando del gruppo di artiglieria “Pieve di Cadore” di stanza, all’epoca, proprio nella città del Grappa. Con vero entusiasmo hanno risposto all’appello gli artiglieri: Zampieri (promotore dell’incontro), Abbate, Dal Farra, Fedrigo, Fin, Granconato, Marchetto, Pagotto, Pasinato, Pellizzaro e Toniolo. A questo primo incontro si auspica ne possano seguire altri, per questo si suggerisce di contattare Enrico Zampieri: tel. e fax 0424 580836, cell. 339 8429112 - 347 7607715, e mail [email protected] Varie - BELLE FAMIGLIE 39 NOZZE MONTE DI MALO Zona Monte Cimone - Si festeggia il battesimo di Elisa Comparin in braccio a papà Stefano classe 1977 7° alpini Btg Feltre. A destra il nonno paterno Corrado classe1942 7°alpini btg Cadore (entrambi soci gr. Laghi) a seguire il padrino Denis Lighezzolo classe 1976 7° alpini btg Feltre (socio gr. Posina), a sinistra il nonno materno e il capozona Lorenzo Mottin classe 1951 8° alpini btg Tolmezzo (socio gr. Seghe di Velo); in basso i futuri alpini?! Samuele e Daniele. Dario Marcolin nel giorno del matrimonio con Erika, con loro il papà Bruno e i fratelli della sposa Vittorino, Diego e Moreno Cocco. CHIAMPO Ceretta Andrea con Puja SANDRIGO ALPINI CHE SI FANNO ONORE Filippo Cappozzo con Sara e il piccolo Tommaso. Alla bella giornata non hanno potuto mancare gli alpini di Sandrigo. TORRESELLE Giuliano Toniolo con Thushani. L’alpino Cesare Dalla Costa del gruppo di Laghi riceve il diploma e la croce d’oro per le raggiunte100 donazioni di sangue. 40 - Varie NATI NATI ARZIGNANO Giacomo Bedeschi di Giovanni e Daniela VALLI DEL PASUBIO Daniele Busellato di Dario e Daniela Nicola Vigato di Fabio e Daniela BASTIA DI ROVOLON Adele Mansour di Tiberio e Tiziana Zanella ZOVENCEDO Anna Franceschini di Alessandro e Gigliola CAGNANO Mattia Soldà di Luca ed Elena CALTRANO Andrea Dal Santo di Daniele e Gigliola GAMBELLARA Viola Citro di Alfonso e Valeria Dalla Pellegrina LUGO VICENTINO Anna ed Emma Lanaro di Michele e Stefania LUMIGNANO Giulia Zampogna di Mirko e Patrizia Cabrellon NOZZE DI DIAMANTE ENNA S. CATERINA Nicolò Dal Prà e Maria Sartore MALO Veronica Savio di Andrea e Laura Zanella Gabriele Amatori di Luca ed Elena Barbieri MOLINO DI ALTISSIMO Filippo Dal Cappello di Denis e Anna MONTORSO Giulia Ferrari di Davide e Silvia POSINA Linda Lighezzolo di Mirko e Anna Serman Davide Cervo di Michele e Patrizia Vigna SETTECA' Rafael Guzzo di Michele e Railda S. PIETRO MUSSOLINO Diletta Antoniazzi di Mauro e Anna Rancan TONEZZA DEL CIMONE Michele Campana di Roberto e Luciana Fontana Alessia Dellai di Giovanni ed Elisabetta Fontana ISOLA VICENTINA Marcello Maistrello e Caterina De Tomasi Varie - NOZZE DI DIAMANTE NOZZE D’ORO MELEDO DI SAREGO Romolo Chiarello e Leonilde Gelso BRESSANVIDO Luigi Servani e Rosina Scuccato SCHIO Aldo Scortegnagna e Rina CAMPEDELLO Giuseppe Valdemarca e Angelica Casarotto CARMIGNANO DI BRENTA Ovidio Luisotto e Antonia Miotto Visite con guida sui Luo oghi della Memo oria L’accompagnatore turistico Mario Nicolato, segretario del gruppo alpini di Lonigo, è disponibile ad accompagnare gratuitamente piccoli gruppi di alpini e familiari sui luoghi della memoria della Grande guerra: fortificazioni, trincee, ricoveri, sentieri e altro, opere recentemente recuperate sull’Altopiano di Asiago, a Tonezza, sul Pasubio e sul Novegno. Sono preferibili i giorni feriali. Gli interessati possono telefonare ai numeri 0444 831469 e 348 3227918, o inviare una mail a: [email protected] . 41 42 - Varie NOZZE D’ORO NOZZE D’ORO CARRÈ Celeste Pettinà e Lucia Fontana ISOLA VICENTINA Mario Brunello e Emilia Rossetto DUEVILLE Augusto Perin e Maria Longo MAROLA Silvano Piva e Agnese Leonardi GRUMOLO DELLE ABBADESSE Lorenzo Longhin e Mercedes Milan MONTEGALDA Ireneo Crivellaro e Agnese Tadiello Varie - 43 NOZZE D’ORO NOZZE D’ORO MONTICELLO CONTE OTTO Sante Trivelin e Maria Sasso SANTORSO Pietro Giovanni Rubini e Antonietta Gasparella PASSO DI RIVA Domenico Zanazzo e Emilia TORREBELVICINO Edoaro Poier e Agnese Roso POZZOLO Gelindo Montesello e Armida Giacomuzzo VICENZA - BORGO CASALE Carlo Creazzo e Lina Zolin 44 - Un nostro amico hai chiesto alla montagna Il vessillo sezionale è listato a lutto per la scomparsa di numerosi amici alpini. Alla loro memoria vada il nostro pensiero riconoscente per la dedizione associativa dimostrata. Ai congiunti dei soci scomparsi giungano, nel momento del dolore, le più sentite condoglianze ed i sensi della solidarietà fraterna delle “penne nere” vicentine. ANCONETTA ARZIGNANO BOLZANO VIC. CASTEGNERO CHIUPPANO Nereo Furlan Pietro Zini cl. 1929 Rgt. art. montagna Antonio Armando Marenda Luigi Casarotto cl. 1935 Mario Guzzonato cl. 1939 7° Alpini btg. Belluno ARCUGNANO ARZIGNANO CAMPEDELLO CHIAMPO COGOLLO DEL CENGIO Sergio Sabbadin cl. 1944 7° Rgt. Alpini Angelo Zulpo cl. 1939 btg. Belluno Piergiorgio Sartori cl. 1939 btg. Val Cismon Ezio Bertoldi cl. 1937 comando TA Gino Dall’Osto cl. 1931 6° Rgt. art. montagna ARZIGNANO BASTIA DI ROVOLON CAMPEDELLO CHIAMPO COGOLLO DEL CENGIO Antonio Ferrari cl. 1928 9° Alpini btg. Vicenza Enzo Tessari cl. 1950 Franco Casarotto cl. 1938 btg. Belluno Bruno Belfiore cl. 1943 3° Rgt. art. montagna Guido Vajente cl. 1946 Btg. Feltre ARZIGNANO BOLZANO VIC. CALTRANO CHIAMPO COGOLLO DEL CENGIO Claudio Tibaldo cl. 1934 Cp. genio btg. Cadore Giovanni Corradin cl. 1935 btg. Cadore Delmino Trevisan cl. 1930 btg. Tolmezzo Marco Dal Grande cl. 1940 Btg. Feltre Sergio Pellegrini cl. 1938 btg. Belluno 45 DUEVILLE LAPIO MAROLA MONTECCHIO PREC. ORGIANO Giovanni Brazzale cl. 1932 7° Rgt. Alpini Orlando Baldinazzo Giovanni Buttiron cl. 1934 gr. Agordo Adriano Scavazza cl. 1938 7° Alpini btg. Feltre Alfonso Mattiello cl. 1936 6° Rgt. Alpini btg. Bassano GAMBELLARA LISIERA MOLINO DI ALTISSIMO MONTE DI MALO PIOVENE ROCCHETTE Attilio Santolin cl. 1933 2° Rgt ar. montagna Mario Zanini cl. 1932 bgt. Cadore Guido Monchelato cl. 1934 Bgt. Bassano Luigi Casara cl. 1946 Cesare Segalla cl. 1936 btg. Cadore GRISIGNANO DI Z. MALO MONTEBELLO VIC. MONTEVIALE PIOVENE ROCCHETTE Giancarlo Toniolo cl. 1943 6° Rgt. art. montagna Giancarlo De Vicari cl. 1957 7° Alpini btg. Cadore Giovanni Storato Ampelio Cegalin cl. 1924 6° Rgt. art. da montagna Giancarlo Zindoni cl. 1934 btg. Belluno GRUMOLO D. ABB. MALO MONTECCHIO PREC. MOTTA DI COSTABIS. POZZOLO DI VILLAGA Giovanni Garro cl. 1938 7° Alini btg. Feltre Antonio Osele cl. 1924 9° Alpini btg. Vicenza Giacomo Boscato cl. 1948 8° Rgt. Alpini Arcangelo Dall’Amico cl. 1958 7° Alpini btg. Cadore Luigi Castagna cl. 1938 gr. Belluno QUINTO VICENTINO SCHIO SCHIO THIENE VICENZA - S.LAZZARO Francesco Ceccato Terenzio Miotello cl. 1920 Div. Tridentina Massimiliano Chemello cl. 1950 6° Rgt. art. montagna Luigi Dalla Costa cl. 1945 btg. Bassano Antonio Bassanese cl. 1938 6° art. montagna gr. Agordo S.PIETRO IN GU’ SCHIO SCHIO TORREBELVICINO VILLAGANZERLA Bruno Bassi cl. 1948 6° Rgt. art. montagna Renato Baron cl. 1921 btg. Vicenza Angelo Cavaliere cl. 1920 btg. Vicenza Gianfranco Doppio cl. 1939 7° Rgt. Alpini Elio Calgarotto S. VITO DI BRENDOLA SCHIO SCHIO VALLI DEL PASUBIO Bruno Menon cl. 1935 7° Rgt. Alpini Giuseppe Dalla Fina cl. 1918 btg. Vicenza Mario Conforto cl. 1908 btg. Vicenza Antonio Corradin cl. 1939 7° Rgt. Alpini S.VITO DI LEGUZZANO SCHIO SEGHE DI VELO VICENZA - LAGHETTO Luigi Dal Maistro cl. 1934 btg. Belluno Antonio Dall’Igna cl. 1920 btg. Vicenza Elsi Zuccollo cl. 1928 8° Rgt. Alpini Orlando Meliti cl. 1938 btg. Feltre SAREGO SCHIO SOSSANO VICENZA - S.LAZZARO Eugenio Gazzetto Lino Rader cl. 1929 11° Rgt. Alpini Luigi Sbicego cl. 1918 Roberto Dalla Pozza 9° Alpini btg. Vicenza 7° Rgt. Alpini Varie - 47 RINNOVO DIRETTIVI per il triennio 2011-2013 ALMISANO Capogruppo: Casella Gino Consiglieri: Belluzzo Renato, Garbin Ivano, Bressan Mauro, Ziggiotto Silvano, Vecchiato Bruno, Marteletto Luciano. ARZIGNANO Capogruppo: Marchetti Paolo Consiglieri: Bertinato Flavio, Boschetti Antonio, Concato Mauro, Concato Sergio, Conzato Roberto, Dalla Barba Vittorino, Dalla Valeria Roberto, Dal Molin Luca, Faccio Giovanni, Frizzo Antonio, Galiotto Sergio, Gentilin Francesco, Giordani Dario, Lorenzi Guerrino, Lunari Luciano, Magnaguagno Arturo, Marana Roberto, Marcheluzzo Giovanni, Marchesini Roberto, Piazza Dario, Pizzolato Francesco, Reginato Giovanni, Rosa Giulio, Zanvettore Donato. CAMISANO VICENTINO Capogruppo: Marchiori Lino Consiglieri: Girardini Plinio, Peron Maurizio, Zebele Marco, Baldo Paolo, Marcolin Fabio, Daddelli Pierluigi, Cappellari Mario, Rancan Luca, Miotto Ivan, Rigoni Massimo, Bozzolan Bruno, Bardella Luigi, Bagnara Luciano, Paulon Adriano, Pezzolo Adriano, Padovan Gianni. GRISIGNANO DI ZOCCO Capogruppo: Paggin Tristano Consiglieri: Penello Carlo, Dainese Lorenzo, Fracca Guido, Maistrello Virginio, Donadello Giordanino, Mazzucco Paolo, Donadello Giorgio, Vellere Bruno, Tassinato Artemio, Scarmin Gianluca. MONTEBELLO VICENTINO Capogruppo: Andreolli Giovanni Consiglieri: Zanoni Luigi, Lovato Mario, Rovizzi Nicola, Framarin Luca, Bonin Gianni, Cederle Lino, Framarin Mirko, Montagna Giuseppe, Pegoraro Pietro, Rossin Danilo, Xotta Bruno, Vencato Vittorio. PIOVENE ROCCHETTE Capogruppo: Gasparini Mirco Consiglieri: Augeri Filippo, Fabris Valentino, Bernardi Gianluca, Boriero Bruno, Boriero Remigio, Ca- sella Fabio, Crestanello Silvano, Dal Bosco Gaetano, Dal Bosco Mario, Dal Santo Ruggero, Girardin Angelo, Masero Erminio, Menaldo Giancarlo, Panozzo Pietro Rino, Pretto Giovanni, Toniolo Silvano. TORRESELLE Capogruppo: Massignani Luciano Consiglieri: Cazzola Arduino, Pianalto Tiziano, Povolo Luigino, La Pietra Giovanni, Pianalto Luigino, Chiumento Pietro, Ceola Giacomo, Costa Giampietro, Fochesato Guido, Sottoriva Rinaldo, Toniolo Giuliano. VICENZA - S. BORTOLO Capogruppo: Cedrazzi Massimo Consiglieri: Faccio Omero, Arduin Aldo, Trentin Lorenzino, Costa Pietro, Carta Pietro, Silvestri Moreno, Gaspari Andrea, Biolo Giorgio, Chiese Silvano, Valente Francesco. VICENZA - SETTECÀ Capogruppo: Rizzetto Giovanni Battista Consiglieri: Ziggiotto Tiziano, Pinton Gianni, Zocca Ottorino, Santagiuliana Lorenzo, Ziggiotto Dario, Bedin Gianni, Dani Ernesto, Bedin Lidio, Gennaro Ruggero, Guzzo Michele, Prospero Antonio, Galvan Bruno, Dalla Silvestra Raffaele, Menegato Mirko, Santagiuliana Gino, Campiello Giuseppe, Prudenziato Franco. VILLAGANZERLA Capogruppo: Zanotto Francesco Consiglieri: Carollo Giovanni, Artuso Giampietro, Caldaro Silvano, Ceretta Natalino, Facchin Giancarlo, Finello Marcello, Lazzari Domenico, Martinello Giampietro, Martinello Roberto, Pavan Evelino, Scapin Francesco, Toniolo Giovanni. ZUGLIANO E GRUMOLO Capogruppo: Cengia Bruno Consiglieri: Schiesaro Tullio, Borgo Giuseppe, Busa Bortolo, Cornolò Vittorio, Dalle Carbonare Francesco, Dal Ferro Mario, Leonardi Massimo, Rigon Albino, Simoni Andrea, Spagnolo Roberto, Zigliotto Romeo. Le nostre montagne La Madonnina della Sisilla nel suo vegliare sull’Alpe di Campogrosso. Questa bella immagine l’ha mandata Adelio Casagrande, del gruppo di Torri-Lerino Tutti i soci possono mandare foto delle montagne vicentine da pubblicare nella quarta pagina di copertina di Alpin fa grado. Basta spedirle per e-mail a [email protected] (per esigenze tipografiche devono essere di almeno 500 KB)