Concluso il viaggio studio in Canada organizzato dal collegio

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Concluso il viaggio studio in Canada organizzato dal collegio
Concluso il viaggio studio in Canada organizzato
dal collegio IPASVI di Milano-Lodi
di Miriam Magri
Vice presidente
di Anna Castaldo e Paola Gobbi
Consiglieri Collegio Ipasvi di Milano-Lodi
Si è appena concluso il viaggio studio in Canada organizzato dalla Commissione “Scambi Internazionali” del Collegio Ipasvi Milano-Lodi. Per una decina di
giorni, dal 21 giugno al 2 luglio, una rappresentanza
del Consiglio Direttivo ha guidato un gruppo di 13
infermieri milanesi alla scoperta di un sistema sanitario caratterizzato da livelli di eccellenza riconosciuti in tutto il mondo: quello canadese, appunto.
Il focus d’interesse era realizzare un benchmarking
con gli infermieri canadesi con l’obiettivo di conoscere:
il ruolo dell’ordine degli infermieri;
la formazione (programma BScN - Bachelor of
Science in Nursing);
i percorsi professionali infermieristici;
l’organizzazione del servizio sanitario canadese,
con particolare riferimento al tema dell’assistenza
all’anziano;
il ruolo della professione infermieristica nella formazione e nella ricerca, ed in specifico nello sviluppo delle revisioni sistematiche e delle linee guida
cliniche.
L’avvincente itinerario di circa 2000 Km, da Montréal
e Quebec City, nella regione del Quebec, a Ottawa,
la capitale federale, e poi a Toronto, nella regione
dell’Ontario, ci ha permesso di vivere in poco tempo
molteplici esperienze. Le ottime guide che ci hanno
accompagnato nel viaggio hanno fatto emergere la
storia di un paese apparentemente giovane, unito
in un unico Stato Federale ma anche a volte diviso
da diverse culture: amerindiana, francese ed inglese.
Il Quebec, unica città fortificata a nord del Messico
e protetta quale patrimonio mondiale dall’UNESCO,
8 . N.2/2010 - IO INFERMIERE
ha colpito non solo per le sue bellezze naturali, ma
anche per il calore della gente, l’unicità linguistica
e soprattutto la ‘joie de vivre’. I paesaggi suggestivi
nella natura ancora incontaminata, le tanto decantate “casette in Canada”, gli aceri, le praterie e le riserve faunistiche in cui vivono alcuni animali autoctoni
come l’alce, l’orso nero e il bisonte, ci hanno davvero affascinato. Da Ottawa, attraverso la bella regione
delle Mille Isole, si è giunti a Toronto, moderna way
of life canadese che è stata la base ideale per visitare
le indimenticabili e maestose cascate del fiume Niagara. Accanto ai piaceri squisitamente turistici, che
solo una nazione come il Canada riesce a garantire, si è posto il valore di un programma scientifico
all’avanguardia, che ha visto come prima tappa il
coinvolgimento dell’Ordine delle Infermiere e degli
Infermieri del Quebec, situato nel cuore della città
di Montréal, avente la funzione principale di garantire la pubblica tutela, controllando l’esercizio della
professione infermieristica fra i suoi 70.000 membri
(registered nurses). In collaborazione con l’Ordine
degli Infermieri, sono state visitate due strutture sanitarie di eccellenza site nella città di Montréal, tra
cui il “Centre Geriatrique Maimonedides”, una residenza socio-sanitaria che ospita 280 anziani, per lo
più appartenenti alla comunità ebraica, e l’ospedale
Santa Cabrini, fondato nella metà del 1900 per dare
accoglienza e assistenza ai numerosi emigranti italiani, al cui interno è inserito il Centro Diurno per Anziani “Centre d’Accueil Dante”. L’incontro-confronto
alla McMaster University, in Hamilton, (Toronto) è
stato il luogo di incontro con la cultura canadese, a
prescindere dalla quale non è possibile comprendere le scelte effettuate nel contesto sanitario, molto
simile al sistema italiano. Abbiamo trovato un filo
rosso fra questo forte rispetto nei confronti delle
persone e del loro benessere e il sistema sanitario.
Le relatrici che si sono succedute ci hanno dimostrato come sia possibile costruire un ponte tra l’assistenza e la ricerca, che coinvolge appieno gli infermieri e i loro datori di lavoro, con lo scopo di trovare
soluzioni innovative e anticipatorie e che stimino le
problematiche future, quali il turnover l’invecchiamento della popolazione ma anche del personale
infermieristico che viene impiegato nell’assistenza.
Il “Modello McMaster”, esportato in molte università,
è fortemente incentrato sullo studente grazie ad un
approccio interdisciplinare di apprendimento basato sui problemi (PBL).
Ultima tappa del programma scientifico è stata la
sede della Registered Nurses’ Association of Ontario
(RNAO), situata nel cuore della maestosa e moderna
città di Toronto. La RNAO è l’associazione professionale (volontaria) che rappresenta oltre 29.000 infermieri (RN) e studenti infermieri dell’Ontario.
La sua mission consiste “nel prendere parte alle scelte di politica sanitaria pubblica e
nel promuovere la partecipazione degli infermieri affinché “modellino” e assicurino il servizio
pubblico”.
La sua voce influente e competente è molto ascoltata dagli
organi politici locali, come ci ha
raccontato e dimostrato Doris
Grinspun, direttore esecutivo
dell’associazione. Certo, per ricevere le cure sanitarie è necessario assicurarsi. Ma non secondo
il modello americano: ciascuno
paga una quota in base al reddito. E alla domanda:
e chi non può permetterselo? La risposta lascia di
sasso: “Nessuno, perché anche i disoccupati hanno
diritto ad un’indennità, sulla base della quale viene
calcolata la quota assicurativa”. Non fa una piega.
Ma ciò che fa ancor meno una piega è il vero, tangibile, incontrovertibile posizionamento della persona al centro dell’assistenza. In Canada non sono
concetti vuoti: basta entrare in un ospedale o in una
residenza sociosanitaria per rendersene conto. L’infermiere ha le competenze e l’autonomia per poter
diventare una figura chiave del sistema sanitario.
L’advanced nurse practitioner è la manifestazione
di un’evoluzione: fa diagnosi, prescrive i farmaci,
ma non è considerato una sorta di “piccolo medico”
anzi, il suo profilo è ben chiaro, definito e riconosciuto. Sul fronte della carenza, poi, anche in Canada c’è
emergenza. Ma questo non li induce ad accogliere
indistintamente tutti gli infermieri, provenienti da
ogni dove. Il dovere deontologico li porta sempre
pensare ai pazienti e offrire loro il meglio.
Le giornate scientifiche sono state significative per
confrontarci con la realtà canadese che ci ha permesso di fermarci, riflettere e porci qualche domanda. Cosa ci manca? Dove vogliamo andare? Cosa
possiamo fare di più? E, anche, come possiamo non
solo uguagliare ma addirittura superare una realtà
come quella Canadese?
Nei benchmarking internazionali che il Collegio
propone c’è tutto un mondo, dato dalla voglia di
mettersi in gioco, di conoscere, di osservare senza
giudicare e di fare gruppo. Perché la professione ha
bisogno anche di questo.
Nel prossimo numero di “Io infermiere” saranno
pubblicati in dettaglio gli atti del programma scientifico.
IO INFERMIERE - N.2/2010 .
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