UNIVERSIT`A DI ROMA “TOR VERGATA” Analisi Matematica II
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UNIVERSITÀ DI ROMA “TOR VERGATA” Analisi Matematica II-2 Svolgimento (sintetico) del modello di prova scritta sulla seconda parte del corso. 1. (a) Calcoliamo dapprima σ u (u, v) = (cos v, sen v, 0), σv (u, v) = (−u sen v, u cos v, 2) σu × σv (u, v) = (2 sen v, −2 cos v, u). Il punto P corrisponde a (u, v) = (2, π2 ), e il vettore normale è dato da σu × σv 2, π 2 = (2, 0, 2). L’equazione del piano tangente a Σ in P è quindi x + z = π + 1. (b) Per calcolare il flusso, esprimiamo il campo F in coordinate (u, v): F(σ(u, v)) = (u sen v , −u cos v , 4v 2 ). Troviamo quindi ZZ hF, n̂i dS = ZZ Σ Σ = Z 3 hF, σu × σv i dudv Z 2π du 0 (2u + 4uv 2 ) dv 0 = 18π + 48π 3 . 2. Abbiamo div F = −2x + 2x + z − 2 = z − 2. Indichiamo con Ω la sfera piena di raggio 2. Per il teorema della divergenza ZZ hF, n̂i dσ = Σ ZZZ (z − 2) dxdydz = Ω ZZZ (−2) dxdydz = −2vol (Ω) = − Ω 64 π, 3 in quanto l’integrale di z su Ω è nullo per simmetria. Chiamiamo ora Ω∗ la parte di Ω che giace al di sotto del piano z = 1. Abbiamo ∂Ω∗ = Σ∗ ∪ Σ1 , dove Σ1 è il cerchio ottenuto intersecando Ω col piano z = 1. Su Σ1 la normale esterna vale n̂ = k̂. Per il teorema della divergenza ZZ Σ∗ hF, n̂i dσ = ZZZ Ω∗ ZZZ Ω∗ div F dxdydz − ZZ hF, n̂i dσ Σ (z − 2) dxdydz − Z Z1 Σ1 (x + y − 2z) dσ. √ Le sezioni orizzontali Ωz di Ω∗ sono cerchi di centro (0, 0) e raggio 4 − z 2 , al variare di z ∈ √ [−2, 1]. La sezione con z = 1 coincide con Σ1 , che è quindi un cerchio di raggio 3. L’insieme Ω∗ non è simmetrico rispetto a z quindi non possiamo dire che l’integrale di z è nullo. Calcoliamo ZZZ Ω∗ (z − 2) dxdydz = = Z 1 −2 Z 1 dz Z Z (z − 2) dxdy = −2 Ωz (z − 2)π(4 − z 2 )dz = − −2 Z 1 (z − 2)area (Ωz )dz 81 π. 4 Su Σ1 l’integrale di x e di y è nullo per simmetria, mentre z = 1. Abbiamo ZZ (x + y − 2z) dσ = ZZ Σ1 Σ1 (−2) dσ = −2area (Σ1 ) = −6π. In conclusione, il flusso attraverso Σ∗ vale − 81 π + 6π = − 57 π. 4 4 3. (a) Il massimo e il minimo di f su Γ si può trovare con il metodo dei moltiplicatori di Lagrange (un’alternativa è parametrizzare l’ellisse). Si deve risolvere il sistema 2x − 2 = λ2 x 2y = 2λy x2 4 + y 2 = 1. Al termine dei calcoli si trovano quattro punti critici √ ! 4 5 (2, 0), , , (−2, 0), 3 3 √ ! 5 4 ,− . 3 3 Calcolando f in ciascuno di questi punti si trova che il minimo valore è √ ! √ ! 4 5 4 5 1 f , = ,− =− 3 3 3 3 3 mentre il massimo è f (−2, 0) = 8. (b) Dapprima si cercano i punti critici liberi di f che si trovano all’interno di C. Essi devono soddisfare 2x − 2 = 0 e 2y = 0; quindi c’è il solo punto P1 = (1, 0). Tale punto è interno a C, perché è interno all’ellisse e soddisfa x > 0, quindi è un candidato a essere punto di massimo o di minimo globale per f su C. Poi si studiano i punti critici vincolati al bordo di C. Il bordo di C si può scrivere come unione di due tratti regolari Γ1 ∪ Γ2 , dove Γ1 è la metà dell’ellisse Γ che sta nel semipiano x ≥ 0 mentre Γ2 è il segmento di estremi (0, −1) e (0, 1). I punti critici lungo Γ1 sono quelli trovati ne punto (a) che soddisfano x ≥ 0, cioè √ ! √ ! 4 4 5 5 P2 = (2, 0), P3 , , P4 ,− . 3 3 3 3 Per trovare i punti critici lungo Γ2 utilizziamo nuovamente i moltiplicatori di Lagrange (in alternativa, si può studiare l’andamento di f (0, y) per y ∈ [−1, 1]). L’equazione del segmento è x = 0, quindi il sistema da soddisfare è 2x − 2 = λ 2y = 0 x = 0. Si trova come unico punto critico P5 = (0, 0), che va preso in considerazione perché appartiene all’ellisse. Vanno infine considerati tra i possibili punti di massimo e minimo i punti P6 = (0, −1) e P7 = (0, 1) dove si intersecano Γ1 e Γ2 e la frontiera non è regolare, ottenendo cosı̀ in tutto 7 possibili punti dove f può assumere massimo o minimo assoluto. Calcolando f in ciascuno di questi punti si trova che il minimo valore è f (1, 0) = −1, mentre il massimo è f (0, −1) = f (0, 1) = 1.