Il Giornale del Quartetto n. 7, ottobre
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Il Giornale del Quartetto n. 7, ottobre
giornale del Quartetto Periodico della Società e dei Concerti del Quartetto Ottobre Dicembre 2001 di Milano ella stagione che ora si apre, le novità sono tante. Non si tratta solo di nuovi interpreti, anche se sono molti i debutti che affiancano i tanti ritorni di artisti prestigiosi. Infatti a Gianluca Cascioli, per la prima volta nostro ospite, è affidata la responsabilità di iniziare l’intera stagione e il ciclo tutto nuovo degli “Astri nascenti”, cinque appuntamenti riservati a giovanissimi e nello stesso tempo integrati nel quadro complessivo. Innovativi sono pure i modi con cui sono ideati e disposti i programmi. Il principio dei “temi”, attorno al quale sono stati costruite le ultime stagioni, viene sviluppato spesso anche a livello di singole serate, come nel caso dei concerti di Yo-Yo Ma e soprattutto di Mario Brunello, le cui “Note di viaggio” accostano arti e artisti e paesi vecchi e nuovi, musicisti e non, in una continua ricerca di prospettive diverse: un progetto biennale e a suo modo trasversale, nel quale anche i piani della Società del Quartetto e dei Concerti del Quartetto si integrano per naturale vocazione. Così come si rinnovano gli altri incontri che appartengono alla “galassia” del Quartetto: i nuovi cicli delle Settimane Bach e di Musica e poesia a San Maurizio, gli appuntamenti straordinari. Ciò in un contesto “multisala” , in cui ai luoghi noti s’aggiungono le rinnovate strutture del Teatro Dal Verme. Di tutto, il “Giornale del Quartetto” continuerà a dare notizie, anticipazioni, commenti. In forma nuova però. Abbiamo ritenuto di utilizzare al meglio la velocità e la flessibilità del più moderno mezzo di comunicazione e quindi di potenziare al massimo il nostro sito Internet (www.quartettomilano.it), per inserire l’informazione completa. La versione su carta ci sarà ancora, resa però più agile e snella, come dev’essere una referenza tascabile. N Enzo Beacco TEATRO DAL VERME MARTEDÌ 9 OTTOBRE 1 Dotato, interessante, provocatorio Gianluca Cascioli si ripresenta a Milano proprio alla vigilia del terzo Concorso internazionale di pianoforte “Umberto Micheli”, la cui prima edizione, nel 1994, lo vide trionfalmente vincitore a soli quindici anni. Grazie al “Micheli” il suo lancio in carriera è stato ad alto livello, fra concerti nelle grandi sedi del mondo e dischi per l’etichetta gialla. In questi sette anni il pianista torinese, provvisto di solide doti esecutive, si è indirizzato verso uno stile d’interpretazione molto personale, dalle scelte così libere da poter a vol- te apparire arbitrarie: Cascioli incarna insomma, un po’ come Ivo Pogorelich prima di lui, la figura dell’interprete-ricreatore, e si attesta al polo opposto rispetto a chi si sottomette, prima di ogni altra cosa, alla lettera del testo musicale. Un personaggio molto interessante, e perfino un po’ provocatorio, che ci sembra stimolante proporre al nostro pubblico in apertura di stagione: il dibattito sulla libertà dell’interprete resta aperto. Questa inaugurazione di stagione coincide inoltre con una nuova iniziativa, che la Società del Quartetto ha deciso di varare in unità d’intenti con le maggiori sedi concertistiche europee e mondiali: con il sostegno della Fondazione Pro Musica Rusconi, il concerto di Gianluca Cascioli apre la serie “Rising Stars”. Una serie che corrisponde a quella, omonima, sostenuta da un cospicuo numero di promotori musicali, a livello internazionale, per la presentazione di giovani artisti nelle rispettive stagioni. La selezione e i contenuti sono diversificati secondo gli anni e gli enti coinvolti; accanto alla ECHO (l’Organizzazione delle Sale Musicali Europee, fra le quali Concertgebouw, Cité de la Musique, Wigmore Hall, Bruxelles BeauxArts, Musikverein), che ha una serie ufficialmente chiamata “Rising Stars”, si trovano negli Stati Uniti organizzazioni come Carnegie Hall, Chicago Symphony, Ravinia, e così via, che da anni promuovono anch’esse i loro “Astri nascenti” con impegno. La nostra Società ha scelto di intrecciare in un unico percorso i nomi già noti con giovani artisti di grande valore. Gianluca Cascioli pianoforte Bach – Partita n. 2 in do minore Bwv 826 Schumann – Studi sinfonici op. 13 Beethoven – Sonata n. 24 in fa diesis maggiore “A Thérèse” op. 78 Schumann – Carnaval op. 9 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO MARTEDÌ 16 OTTOBRE MARTEDÌ 20 NOVEMBRE 7 2 6 Due lunghe vie musicali « Ho provato a capovolgere un planisfero e mi sono trovato davanti il profilo di una catena montuosa con cime, picchi e valli. Subito la tentazione di andare lassù, di partire, andare a vedere… Sono un musicista, il viaggio sarà nella musica. Quale musica dovrò portare con me? Che musica troverò? Da qui nasce il progetto “Note di viaggio”, due lunghe vie che ci porteranno quest’anno nel nord Europa, lungo la frontiera est e con un salto fino all’Australia; l’anno prossimo in Inghilterra, Francia, Spagna e con un altro grande balzo fino alla Patagonia. Avremo ospiti ai nostri concerti i compositori Kancheli e Hallgrimmsson, il giornalista Paolo Rumiz, editorialista de La Repubblica, i fotografi Roberto Masotti e Massimo Pacifico, e ancora Beppe Tenti di Overland, Alessandro Baricco, scrittore e musicista. Tutti personaggi che dialogando tra loro e con il pubblico ci faranno immaginare il paesaggio attraverso la loro musica e i loro racconti. Per unire le varie tappe abbiamo pensato ad alcuni percorsi musicali di avvicinamento. Quattro appuntamenti chiamati “Viaggi verso” che si svolgeranno qualche giorno prima in luoghi inusuali, mentre durante le quattro serate, come accade in tutti i viaggi, si potranno seguire dei brevissimi itinerari, fatti di piccole letture e musiche fuori programma. Ritornati a casa, nella nostra “vecchia Europa”, rappresentata quest’anno da Bach, a ripensare a questi viaggi ispirati forse da Bruce Chatwin, con Le vie dei Canti e In Patagonia, chissà che non si riesca a scoprire chi è quel personaggio che si trova proprio nel- » l’ultima pagina di In Patagonia… “mentre uscivamo dal porto, un uomo d’affari cileno suonava La Mer su un pianoforte bianco, sbagliando spesso i tasti… Mario Brunello Orchestra d’Archi Italiana Guenther Pichler direttore Mario Brunello violoncello Emanuele Segre chitarra Claudio Cavina controtenore Note di viaggio I – Una sottile linea rossa Janáček – Quartetto per archi n. 1 “Sonata a Kreutzer” Kancheli – Dipiplito, concerto per violoncello, chitarra, controtenore e orchestra Čajkovskij – Serenata per archi in do maggiore op. 48 Orchestra d’Archi Italiana Mario Brunello direttore Marco Rizzi violino Luigi Maio musicattore Note di viaggio II – Circolo polare artico Grieg – Holberg Suite op. 48 Hallgrimsson – Poemi per violino e archi Grieg/Maio – Un Peer Gynt da camera TEATRO DAL VERME MARTEDÌ 30 OTTOBRE 3 Evocando il Nord Per poter partecipare da vicino a nuove gioie familiari, Daniel Harding ci ha chiesto di rimandare il suo impegno con la Società del Quartetto. Nasce così la preziosa occasione di ospitare l’illustre direttore inglese Sir Neville Marriner con un caposaldo della letteratura orchestrale britannica. Mentre il compositore Fabio Vacchi è già felicemente noto ai Soci della Società del Quartetto: nella stagione scorsa, infatti, è stato accolto con successo il suo Wanderer-Sextett eseguito dal gruppo cameristico della Mahler Chamber Orchestra. Questa volta è l’intera orchestra, un’emanazione della formidabile Gustav Mahler Jugendorchester fondata da Claudio Abbado, a presentare il nuovo lavoro di Vacchi, En Vinternatt. Il brano, commissionato da Ferrara Musica, si lega a uno dei progetti interdisciplinari che l’istituzione realizza regolarmente in parallelo con Ferrara Arte: in questo caso, l’esecuzione del pezzo di Vacchi e altri progetti, per esempio quello riguardante il Peer Gynt di Grieg, si legano alla mostra “Da Dahl a Munch” a Palazzo dei Diamanti. A Fabio Vacchi abbiamo chiesto una breve presentazione del suo nuovo lavoro. En Vinternatt (Notte d’inverno) si ispira a due quartine del poeta Tomas Tranströmer (svedese, è nato a Stoccolma settant’anni fa), che ho estratto da un suo componimento. Il testo non è recitato, né cantato: figura come epigrafe alla partitura, o riferimento emotivo-narrativo, un po’ come in « un poema sinfonico. Non ho cercato di inserire caratteri nordici nella mia musica, ma di avvicinarmi ad atmosfere lontane dal mio mondo per coglierne stimoli, elementi di confronto e aspetti universali. Del resto, gli ultimi miei due lavori destinati al teatro musicale sono in francese e uno si ispira, in particolare, alla cultura e ai problemi dell’Europa dell’Est. Una mia prossima opera commissionata dal Teatro alla Scala e dal Théâtre du Châtelet di Parigi è su testo del grandissimo scrittore turco Kemal. In effetti, mi accorgo di essere sempre più attratto da civiltà apparentemente distanti, ma in realtà contigue e oggi più che mai intrecciate alla nostra. La drammaticità dei versi, che tanto corrisponde, purtroppo, alla situazione emotiva ed esistenziale di questi giorni terribili, trova riscontro in una scrittura a volte trattenuta a volte disperatamente aggressiva, sempre attraversata dalla vena lirica che mi viene solitamente attribuita e alla quale tengo perché credo che anche il linguaggio più radicale debba recuperare l’archetipo del canto, indispensabile, in ogni contesto storico, per una reale comunicazione. Sono consapevole del fatto che En Vinternatt presenti problemi non indifferenti dal punto di vista esecutivo, ma so di poter contare sulla Mahler Chamber Orchestra, una compagine di livello altissimo, cui ci si può affidare in tutta libertà. Fabio Vacchi SALA VERDI DEL CONSERVATORIO MARTEDÌ 6 NOVEMBRE 4 Un incontro ad alto livello Possono scaturire grandi cose da un incontro come questo, fra quattro musicisti di alto livello e di generazioni, scuole, esperienze differenti. Dagli Stati Uniti proviene Joseph Silverstein, violinista e direttore d’orchestra, dalla Germania la violista Tabea Zimmermann, dalla Francia arrivano infine il pianista PierreLaurent Aimard e il violoncellista Jean-Guihen Queyras, il più giovane fra i quattro. Abbiamo chiesto a Aimard di raccontarci come è nato questo ensemble, e perché il programma del concerto è stato così concepito. » EN VINTERNATT Tomas Tranströmer Stormen sätter sin mun till huset och blåser för att få ton. Jag sover oroligt, vänder mig, läser blundande stormens text (…………………) Over världen går en mer allvarlig storm. Den sätter sin mun till vår själ och blåser för att få ton. Vi räds att stormen blåser oss tomma NOTTE D’INVERNO La tempesta mette la bocca sulla casa e soffia per trarne un suono. Io dormo inquieto, mi rivolto, leggo con gli occhi chiusi le pagine della tempesta (…………………) Una tempesta più grave passa per il mondo. Mette la bocca sulle nostre anime e soffia per trarne un suono. Noi temiamo che soffi a vuoto. Mahler Chamber Orchestra Sir Neville Marriner direttore Weber – Ouverture da “Der Freischütz” Mendelssohn – Sinfonia n. 4 op.90 “Italiana” Vacchi – “En Vinternatt” (prima esecuzione a Milano, commissione di Ferrara Musica) Elgar – Enigma Variations op. 36 «Dalla mia adorazione per il musicista che è Silverstein, e per il desiderio ardente di suonare ancora con lui (dopo i concerti di due anni fa alle “Musicades” di Lione) ho fatto nascere questo progetto, mettendomi in contatto con due amici che condividono la stessa venerazione (Tabea e Jean-Guihen). Il repertorio dei quartetti con pianoforte possiede dei capolavori ma non è immenso… Noi abbiamo voluto variare un po’ la presentazione di questo tipo di concerti (per essere più eterogenei che con i tre quartetti di un programma tradizionale) combinando a due a due i partner, ottenendo così un insieme di due duo inquadrati fra due quartetti». Pierre-Laurent Aimard pianoforte Joseph Silverstein violino Tabea Zimmermann viola Jean-Guihen Queyras violoncello Mozart – Quartetto con pianoforte in sol minore K 478 Ravel – Sonata per violino e violoncello Schumann – “Märchenbilder” per viola e pianoforte op. 113 – Quartetto con pianoforte in mi bemolle maggiore op. 47 TEATRO DAL VERME VENERDÌ 16 NOVEMBRE 5 Musica sulla via della seta Personaggio aperto, curioso ed entusiasta come pochi altri, Yo-Yo Ma non mostra nessuna voglia di sedersi sugli allori, benché da tempo sia fra i musicisti più celebri e più richiesti al mondo. Il quarantaseienne violoncellista di origine cinese continua a rimettersi generosamente in gioco: per i prossimi anni, ad esempio, limiterà la normale attività concertistica per impegnarsi a fondo in una nuova iniziativa, il Silk Road Project. Ideato e so- nato fra le pagine a noi più vicine di Haydn, Gabrieli e Boulez, il brano di Lieberson promette numerosi spunti d’interesse: non mancherà, a illuminarli, il fiammeggiante violoncello di Yo-Yo Ma. Orchestre de Lyon David Robertson direttore Yo-Yo Ma violoncello Gabrieli – Sonata pian’ e forte per ottoni (da “Symphoniae Sacrae”) Lieberson – “The Six Realms” per violoncello e orchestra (prima esecuzione a Milano) Haydn – Concerto per violoncello in do maggiore Hob.VIIb.1 Boulez – Rituel stenuto dallo stesso Ma, questo Progetto è un’esplorazione dei mondi culturali legati all’antica “via della seta” che attraversava l’Oriente, e dei loro rapporti di reciproco scambio. Dopo anni di preparazione, di approfondimento con esperti e studiosi, Yo-Yo Ma ha proposto commissioni a diversi compositori e ha formato un ensemble di esecutori di differenti nazionalità, in grado di suonare sia sugli strumenti moderni occidentali sia su quelli antichi delle tradizioni orientali: con loro, o con altri partner di riferimento come l’Orchestre de Lyon, Yo-Yo Ma proporrà programmi concertistici ad hoc, che potranno comprendere antichi brani orientali, una o più novità commissionate per il Progetto, ma anche pagine di musicisti dell’Occidente, nel nome delle relazioni strette lungo la via della seta. Il Silk Road Project è partito dal Festival dello Schleswig-Holstein in settembre, e nel suo primo itinerario si prepara a toccare diverse sedi dell’Asia Centrale e del Giappone, grandi città europee come Bruxelles, Amsterdam, Colonia, Parigi, Lione e, negli Stati Uniti, Washington, Berkeley, New York e Seattle. Anche Milano è una delle tappe, con il nostro concerto, nel corso del quale è in programma il lavoro composto per il Silk Road Project dal newyorkese Peter Lieberson. The Six Realms (I sei reami), per violoncello amplificato e orchestra, opera di un compositore seguace del Budda da trent’anni, si ispira agli insegnamenti buddisti, e alla filosofia buddista rimanda perfino nella propria struttura formale: ognuna delle sei sezioni della composizione rappresenta un differente stato dell’essere, dall’ignoranza all’aggressività alla passione. Incastomartedì 9 ottobre 2001, ore 21 Teatro Dal Verme Gianluca Cascioli, pianoforte Schumann, Beethoven, Schumann martedì 16 ottobre, ore 21 Sala Verdi del Conservatorio Orchestra d’Archi Italiana Guenther Pichler, direttore Mario Brunello, violoncello Emanuele Segre, chitarra Claudio Cavina, controtenore Note di viaggio I –Una sottile linea rossa Janáček, Kancheli, Čajkovskij martedì 30 ottobre, ore 21 Teatro Dal Verme SALA VERDI DEL CONSERVATORIO MARTEDÌ 27 NOVEMBRE 7 Dal compositore all’interprete Imperniata sul Quintetto op. 111, la lettera che segue è indirizzata da Brahms a Joseph Joachim, violinista celeberrimo e interprete, come primo violino, del Quintetto stesso. È un breve scritto che illumina sulla cura minuziosa con cui il compositore seguiva le sue opere anche nel momento dell’esecuzione, e insieme sul rapporto franco e affettuoso che lo legava all’amico Joachim. Il testo è tratto da: Johannes Brahms, Lettere (a cura di Hans Gal), Discanto Edizioni, Firenze, 1985 (traduzione di Laura Dallapiccola) Johannes Brahms a Joseph Joachim Vienna, 27 novembre 1890 Caro Joachim, come vedi col Sol maggiore tengo parola meglio di te – eccoti la mia! – ? – Naturalmente è giovedì 1° novembre, ore 20 Teatro Dal Verme Musica e poesia a San Maurizio Concerto straordinario dedicato a Sergio Dragoni Requiem e Vespri di W. A. Mozart Amsterdam Baroque Orchestra and Choir Ton Koopman, direttore martedì 6 novembre, ore 21 Sala Verdi del Conservatorio Pierre-Laurent Aimard, pianoforte Joseph Silverstein, violino Tabea Zimmermann, viola Jean-Guihen Queyras, violoncello a tua disposizione per il 10 e anche per altre date; ma la semplice esecuzione di una “novità” per me non significa ancora un “bravo”; questo dovrebbe esser detto a parte! Ma molto più importante per me sarebbe qualsiasi dubbio di qualsiasi genere che tu volessi esprimere. Su una cosa devo pregarti espressamente e insistentemente di dirmi una parola chiara. Qui non siamo riusciti a sistemare le prime sette battute del pezzo. Avevo prescritto semplicemente un f alle quattro voci superiori. Ora, secondo me, qui si è troppo abituati ad accompagnare p ogni “solo”. E infatti il violoncellista Hummer disse subito anche questa volta che doveva avere un p nelle voci superiori. Io non ho ceduto, ma non ci è riuscito di trovare la sonorità giusta. Ora, come vedi, ho due tentativi da proporre per la ripresa del pezzo, un fp-cresc.-f, oppure il cambiamento della figurazione, quello che è incollato sulle parti che hai ricevuto. Vorresti essere così gentile di non prendere in considerazione, per incominciare, queste versioni e di ascoltare come Hausmann se la cava col vostro forte e con le vostre ampie arcate. Poi scrivimi se il fp-cresc.-f è sufficiente, o se si può far meglio. Scusami, ma questo particolare mi ha irritato molto. Inoltre ti prego di prendere un tempo molto moderato in questo primo movimento (almeno per il momento, finché non sia raggiunta una perfetta scorrevolezza), quasi sostenuto nel f e nel p. Nel caso tu abbia bisogno del pezzo solo fino al 10, vorrei pregarti di rimandarmelo poi subito, perché proprio allora devo andare a Pest. Ma se lo volessi avere per Amburgo o altro luogo, ti prego di dirmelo possibilmente in tempo, che possa regolarmi, dato che le tue parti sono un secondo esemplare. Mi auguro di cuore che il pezzo ti piaccia almeno un poco, ma non far complimenti se devi dirmi il contrario. In tal caso, mi consolerò con il Primo quintetto e di tutti e due con quelli di Mozart! Tuo aff.mo Johs. Br. Quartetto di Tokyo Geraldine Walther viola Misha Milman violoncello Brahms – Quintetto n. 2 in sol maggiore op. 111 J.L. Turina – Cléminos y sustalos (prima italiana) Brahms – Sestetto n. 1 in si bemolle maggiore op. 18 venerdì 16 novembre, ore 21 Teatro Dal Verme Orchestre de Lyon David Robertson, direttore Yo-Yo Ma, violoncello martedì 4 dicembre, ore 21 Teatro Dal Verme Jian Wang, violoncello Kun Woo Paik, pianoforte Beethoven, Šostakovič, Brahms Gabrieli, Lieberson, Haydn, Boulez martedì 20 novembre, ore 21 Sala Verdi del Conservatorio Orchestra d’Archi Italiana Mario Brunello, direttore Marco Rizzi, violino Luigi Maio, music-attore Note di viaggio II – Circolo polare artico Grieg, Hallgrimsson, Grieg giovedì 6 dicembre, ore 20 San Simpliciano Magnificat Amsterdam Baroque Orchestra and Choir Ton Koopman, direttore martedì 11 dicembre, ore 21 Sala Verdi del Conservatorio Trio Dalberto Sitkovetsky - Geringas autunno01 Mahler Chamber Orchestra Sir Neville Marriner, direttore Weber, Mendelssohn, Vacchi, Elgar mercoledì 31 ottobre, ore 20 San Simpliciano L’Inaugurazione del Consiglio Municipale - II Bach Collegium Japan Masaaki Suzuki, direttore Mozart, Ravel, Schumann martedì 27 novembre, ore 21 Sala Verdi del Conservatorio giovedì 15 novembre, ore 20 Santa Maria presso San Satiro Le ultime Cantate - I Quartetto di Tokyo Geraldine Walther, viola Misha Milman, violoncello La Stagione Frankfurt Michael Schneider, direttore Brahms, J.L. Turina Schubert, Beethoven, Ravel venerdì 21 dicembre, ore 19.30 San Marco Oratorio di Natale BWV 248 Akademie für Alte Musik Berlin RIAS-Kammerchor Marcus Creed, direttore TEATRO DAL VERME MARTEDÌ 4 DICEMBRE 8 Una smagliante scoperta di Isaac Stern A dieci anni era già una rivelazione: fu scoperto da Isaac Stern nel 1978, durante il viaggio in Cina di cui il film Da Mao a Mozart - Isaac Stern in Cina rimane preziosa testimonianza. Da allora il violoncellista Jian Wang ha intrapreso una carriera brillantissima, con direttori come Claudio Abbado o Seiji Ozawa, strumentisti come Maxim Vengerov e Maria-Joaõ Pires. Al “Quartetto” questa smagliante “Rising Star” si presenterà in affiatato ensemble con Kun Woo Paik, pianista coreano di riconosciuta reputazione internazionale. Maestro Wang, quali sono i legami e le differenze più rilevanti fra i brani del vostro programma? «Tutt’e tre queste sonate sono fra le migliori composizioni mai scritte per violoncello. Quella di Beethoven è un capolavoro di struttura e di forma. Mostra veramente quello che rende grande Beethoven: non una nota superflua, come si trattasse di qualcuno senza un’oncia di grasso, ma tutto muscoli. La Sonata di Brahms è tipicamente uno dei capolavori del compositore, ampia nella costruzione, romantica ma concreta. Quella di Šostakovič nasconde la propria straordinaria bellezza sotto la satira e il cinismo. In ciascuna delle tre sonate, comunque, violoncello e pianoforte sono partner a pari livello”. Che cos’ha significato per lei e per la sua vita di musicista aver conosciuto Isaac Stern e partecipato al film Da Mao a Mozart? «È stato l’incontro che ha cambiato la mia vita. Conoscere Isaac Stern mi ha reso possibile accostare da vicino una delle più grandi menti musicali, uno dei più grandi esseri umani. Ho imparato non solo dal suo modo di suonare, ma anche dal suo pensiero e dai suoi ideali. Mi ha molto addolorato il fatto che sia scomparso. È sempre stato un esempio di grandezza per me, e sentirò sempre molto affetto per lui. Il suo incoraggiamento e il suo aiuto sono stati essenziali per il mio sviluppo come musicista. Il mondo della musica non ci pare più lo stesso senza di lui». Jian Wang violoncello Kun Woo Paik pianoforte Beethoven – Sonata n. 3 in la maggiore op. 69 Šostakovič – Sonata in re minore op. 40 Brahms – Sonata n. 2 in fa maggiore op. 99 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO MARTEDÌ 11 DICEMBRE 9 Lucidità e malinconia Nel periodo in cui Ravel scrive il suo Trio in la minore a Saint-Jean-de-Luz, fra la primavera e l’agosto del 1914, in Francia si dà il via alla mobilitazione per la prima guerra mondiale. Alla tragedia di tutti si somma quella personale del compositore, che intende arruolarsi ma teme che l’anziana madre, una volta lasciata sola, non riuscirà a sopravvivere a lungo. Morirà infatti nei primi mesi del 1917, mentre Ravel e l’altro figlio, Edouard, sono ancora al fronte. Il testo è tratto da: Ravel, Lettere (a cura di Arbie Orenstein), Edt, Torino, 1998 (edizione italiana a cura di Enzo Restagno, traduzione di Paolo Martinaglia). Maurice Ravel a Maurice Delage Ongi Ethori - 23, rue Sopite Saint-Jean-de-Luz - 4/8/14 Caro vecchio mio, scrivetemi subito, se ricevete questo biglietto, che io senta la presenza di un amico. Qui c’è un mucchio di gente Quartetto giornale del di Milano Periodico della Società e dei Concerti del Quartetto Registrazione al Tribunale di Milano n. 109 del 17-2-1999 Direttore responsabile: Enzo Beacco Redazione e testi a cura di Patrizia Luppi Grafica: G&R Associati Stampa: Grafica Aerre, Milano Fotografie di: S. Lelli (1), U. Weiszäcker (2), M. Schoenfeld (2), B. Amsellem (3), C. Steiner (3), T. Mara (4), P. Mountain (4) Editore: I Concerti del Quartetto Direzione e redazione: Via Durini 24 - 20122 Milano Tel. 02.7600.5500 - Fax 02.7601.4281 Email [email protected] www.quartettomilano.it per cui provo molta simpatia. Ma non è questo… Se sapeste quel che sto soffrendo!… Dal mattino, senza sosta, la stessa terribile idea, angosciosa, criminale… lasciare la mia vecchia mamma sarebbe sicuramente ucciderla. E poi la patria non ha certo bisogno di me per essere salvata… ma tutto questo è solo ragionamento, e io sento che di ora in ora scricchiola… e, per non sentire tutto questo, lavoro. Sì, lavoro; e con la sicurezza, la lucidità di un folle. Ma, durante questi momenti, anche la malinconia lavora, e all’improvviso, eccomi a singhiozzare sui bemolli! Naturalmente, quando scendo, e mi trovo davanti la mia povera mamma, bisogna che abbia un aspetto calmo, se non scherzoso… fino a quando potrò continuare? Sono quattro giorni che va avanti così, da quando hanno suonato le campane della mobilitazione… Scrivetemi presto, vecchio mio, ve ne supplico. Affettuosamente, Maurice Ravel Trio Dalberto - Sitkovetsky - Geringas Schubert – Adagio in mi bemolle maggiore op. 148 D 897 (“Notturno”) Beethoven – Trio n. 5 in re maggiore op. 70 n. 1 “degli Spiriti” Ravel – Trio in la minore