Il Giornale del Quartetto n. 7, ottobre

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Il Giornale del Quartetto n. 7, ottobre
giornale del
Quartetto
Periodico della Società
e dei Concerti del Quartetto
Ottobre Dicembre 2001
di Milano
ella stagione che ora si apre, le novità
sono tante. Non si tratta solo di nuovi
interpreti, anche se sono molti i debutti che affiancano i tanti ritorni di artisti
prestigiosi. Infatti a Gianluca Cascioli, per la
prima volta nostro ospite, è affidata la responsabilità di iniziare l’intera stagione e il ciclo
tutto nuovo degli “Astri nascenti”, cinque appuntamenti riservati a giovanissimi e nello
stesso tempo integrati nel quadro complessivo. Innovativi sono pure i modi con cui sono
ideati e disposti i programmi. Il principio dei
“temi”, attorno al quale sono stati costruite le
ultime stagioni, viene sviluppato spesso anche a livello di singole serate, come nel caso
dei concerti di Yo-Yo Ma e soprattutto di Mario Brunello, le cui “Note di viaggio” accostano arti e artisti e paesi vecchi e nuovi, musicisti e non, in una continua ricerca di prospettive diverse: un progetto biennale e a suo modo
trasversale, nel quale anche i piani della Società del Quartetto e dei Concerti del Quartetto si integrano per naturale vocazione. Così
come si rinnovano gli altri incontri che appartengono alla “galassia” del Quartetto: i
nuovi cicli delle Settimane Bach e di Musica
e poesia a San Maurizio, gli appuntamenti
straordinari. Ciò in un contesto “multisala” ,
in cui ai luoghi noti s’aggiungono le rinnovate strutture del Teatro Dal Verme.
Di tutto, il “Giornale del Quartetto” continuerà a dare notizie, anticipazioni, commenti. In
forma nuova però. Abbiamo ritenuto di utilizzare al meglio la velocità e la flessibilità del
più moderno mezzo di comunicazione e quindi
di potenziare al massimo il nostro sito Internet (www.quartettomilano.it), per inserire
l’informazione completa. La versione su carta
ci sarà ancora, resa però più agile e snella, come dev’essere una referenza tascabile.
N
Enzo Beacco
TEATRO DAL VERME
MARTEDÌ 9 OTTOBRE
1
Dotato,
interessante,
provocatorio
Gianluca Cascioli si ripresenta a Milano proprio alla vigilia del terzo Concorso internazionale di pianoforte “Umberto Micheli”, la
cui prima edizione, nel 1994, lo vide trionfalmente vincitore a soli quindici anni. Grazie
al “Micheli” il suo lancio in carriera è stato
ad alto livello, fra concerti nelle grandi sedi
del mondo e dischi per l’etichetta gialla. In
questi sette anni il pianista torinese, provvisto di solide doti esecutive, si è indirizzato
verso uno stile d’interpretazione molto personale, dalle scelte così libere da poter a vol-
te apparire arbitrarie: Cascioli incarna insomma, un po’ come Ivo Pogorelich prima di
lui, la figura dell’interprete-ricreatore, e si
attesta al polo opposto rispetto a chi si sottomette, prima di ogni altra cosa, alla lettera del testo musicale. Un personaggio molto
interessante, e perfino un po’ provocatorio,
che ci sembra stimolante proporre al nostro
pubblico in apertura di stagione: il dibattito
sulla libertà dell’interprete resta aperto.
Questa inaugurazione di stagione coincide
inoltre con una nuova iniziativa, che la Società del Quartetto ha deciso di varare in
unità d’intenti con le maggiori sedi concertistiche europee e mondiali: con il sostegno
della Fondazione Pro Musica Rusconi, il
concerto di Gianluca Cascioli apre la serie
“Rising Stars”. Una serie che corrisponde a
quella, omonima, sostenuta da un cospicuo
numero di promotori musicali, a livello internazionale, per la presentazione di giovani
artisti nelle rispettive stagioni. La selezione
e i contenuti sono diversificati secondo gli
anni e gli enti coinvolti; accanto alla ECHO
(l’Organizzazione delle Sale Musicali Europee, fra le quali Concertgebouw, Cité de la
Musique, Wigmore Hall, Bruxelles BeauxArts, Musikverein), che ha una serie ufficialmente chiamata “Rising Stars”, si trovano
negli Stati Uniti organizzazioni come Carnegie Hall, Chicago Symphony, Ravinia, e
così via, che da anni promuovono anch’esse i
loro “Astri nascenti” con impegno. La nostra
Società ha scelto di intrecciare in un unico
percorso i nomi già noti con giovani artisti di
grande valore.
Gianluca Cascioli pianoforte
Bach – Partita n. 2 in do minore Bwv 826
Schumann – Studi sinfonici op. 13
Beethoven – Sonata n. 24 in fa diesis maggiore
“A Thérèse” op. 78
Schumann – Carnaval op. 9
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
MARTEDÌ 16 OTTOBRE
MARTEDÌ 20 NOVEMBRE
7
2 6
Due lunghe vie
musicali
«
Ho provato a capovolgere un planisfero e mi sono trovato davanti il profilo
di una catena montuosa con cime, picchi e
valli. Subito la tentazione di andare lassù, di
partire, andare a vedere… Sono un musicista, il viaggio sarà nella musica.
Quale musica dovrò portare con me? Che
musica troverò?
Da qui nasce il progetto “Note di viaggio”,
due lunghe vie che ci porteranno quest’anno
nel nord Europa, lungo la frontiera est e con
un salto fino all’Australia; l’anno prossimo in
Inghilterra, Francia, Spagna e con un altro
grande balzo fino alla Patagonia.
Avremo ospiti ai nostri concerti i compositori Kancheli e Hallgrimmsson, il giornalista
Paolo Rumiz, editorialista de La Repubblica,
i fotografi Roberto Masotti e Massimo Pacifico, e ancora Beppe Tenti di Overland, Alessandro Baricco, scrittore e musicista. Tutti
personaggi che dialogando tra loro e con il
pubblico ci faranno immaginare il paesaggio
attraverso la loro musica e i loro racconti.
Per unire le varie tappe abbiamo pensato ad
alcuni percorsi musicali di avvicinamento.
Quattro appuntamenti chiamati “Viaggi
verso” che si svolgeranno qualche giorno
prima in luoghi inusuali, mentre durante le
quattro serate, come accade in tutti i viaggi,
si potranno seguire dei brevissimi itinerari,
fatti di piccole letture e musiche fuori programma.
Ritornati a casa, nella nostra “vecchia Europa”, rappresentata quest’anno da Bach, a ripensare a questi viaggi ispirati forse da Bruce Chatwin, con Le vie dei Canti e In Patagonia, chissà che non si riesca a scoprire chi
è quel personaggio che si trova proprio nel-
»
l’ultima pagina di In Patagonia… “mentre
uscivamo dal porto, un uomo d’affari cileno
suonava La Mer su un pianoforte
bianco, sbagliando spesso i tasti…
Mario Brunello
Orchestra d’Archi Italiana
Guenther Pichler direttore
Mario Brunello violoncello
Emanuele Segre chitarra
Claudio Cavina controtenore
Note di viaggio I – Una sottile linea rossa
Janáček – Quartetto per archi n. 1 “Sonata a Kreutzer”
Kancheli – Dipiplito, concerto per violoncello, chitarra,
controtenore e orchestra
Čajkovskij – Serenata per archi in do maggiore op. 48
Orchestra d’Archi Italiana
Mario Brunello direttore
Marco Rizzi violino
Luigi Maio musicattore
Note di viaggio II – Circolo polare artico
Grieg – Holberg Suite op. 48
Hallgrimsson – Poemi per violino e archi
Grieg/Maio – Un Peer Gynt da camera
TEATRO DAL VERME
MARTEDÌ 30 OTTOBRE
3
Evocando il Nord
Per poter partecipare da vicino a nuove gioie
familiari, Daniel Harding ci ha chiesto di rimandare il suo impegno con la Società del
Quartetto. Nasce così la preziosa occasione di
ospitare l’illustre direttore inglese Sir Neville
Marriner con un caposaldo della letteratura
orchestrale britannica. Mentre il compositore
Fabio Vacchi è già felicemente noto ai Soci
della Società del Quartetto: nella stagione
scorsa, infatti, è stato accolto con successo il
suo Wanderer-Sextett eseguito dal gruppo cameristico della Mahler Chamber Orchestra.
Questa volta è l’intera orchestra, un’emanazione della formidabile Gustav Mahler Jugendorchester fondata da Claudio Abbado, a presentare il nuovo lavoro di Vacchi, En Vinternatt. Il brano, commissionato da Ferrara Musica, si lega a uno dei progetti interdisciplinari che l’istituzione realizza regolarmente in
parallelo con Ferrara Arte: in questo caso, l’esecuzione del pezzo di Vacchi e altri progetti,
per esempio quello riguardante il Peer Gynt
di Grieg, si legano alla mostra “Da Dahl a
Munch” a Palazzo dei Diamanti. A Fabio Vacchi abbiamo chiesto una breve presentazione
del suo nuovo lavoro.
En Vinternatt (Notte d’inverno) si
ispira a due quartine del poeta Tomas
Tranströmer (svedese, è nato a Stoccolma
settant’anni fa), che ho estratto da un suo
componimento. Il testo non è recitato, né cantato: figura come epigrafe alla partitura, o riferimento emotivo-narrativo, un po’ come in
«
un poema sinfonico. Non ho cercato di inserire caratteri nordici nella mia musica, ma di
avvicinarmi ad atmosfere lontane dal mio
mondo per coglierne stimoli, elementi di confronto e aspetti universali. Del resto, gli ultimi miei due lavori destinati al teatro musicale
sono in francese e uno si ispira, in particolare,
alla cultura e ai problemi dell’Europa dell’Est. Una mia prossima opera commissionata dal Teatro alla Scala e dal Théâtre du Châtelet di Parigi è su testo del grandissimo scrittore turco Kemal. In effetti, mi accorgo di essere sempre più attratto da civiltà apparentemente distanti, ma in realtà contigue e oggi
più che mai intrecciate alla nostra. La drammaticità dei versi, che tanto corrisponde, purtroppo, alla situazione emotiva ed esistenziale di questi giorni terribili, trova riscontro in
una scrittura a volte trattenuta a volte disperatamente aggressiva, sempre attraversata
dalla vena lirica che mi viene solitamente attribuita e alla quale tengo perché credo che
anche il linguaggio più radicale debba recuperare l’archetipo del canto, indispensabile,
in ogni contesto storico, per una reale comunicazione. Sono consapevole del fatto che En
Vinternatt presenti problemi non indifferenti dal punto di vista esecutivo, ma so di poter
contare sulla Mahler Chamber Orchestra,
una compagine di livello altissimo,
cui ci si può affidare in tutta libertà.
Fabio Vacchi
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
MARTEDÌ 6 NOVEMBRE
4
Un incontro
ad alto livello
Possono scaturire grandi cose da un incontro
come questo, fra quattro musicisti di alto livello e di generazioni, scuole, esperienze differenti. Dagli Stati Uniti proviene Joseph Silverstein, violinista e direttore d’orchestra, dalla Germania la violista Tabea Zimmermann,
dalla Francia arrivano infine il pianista PierreLaurent Aimard e il violoncellista Jean-Guihen Queyras, il più giovane fra i quattro. Abbiamo chiesto a Aimard di raccontarci come è
nato questo ensemble, e perché il programma
del concerto è stato così concepito.
»
EN VINTERNATT Tomas Tranströmer
Stormen sätter sin mun till huset
och blåser för att få ton.
Jag sover oroligt, vänder mig, läser
blundande stormens text
(…………………)
Over världen går en mer allvarlig storm.
Den sätter sin mun till vår själ
och blåser för att få ton. Vi räds
att stormen blåser oss tomma
NOTTE D’INVERNO
La tempesta mette la bocca sulla casa
e soffia per trarne un suono.
Io dormo inquieto, mi rivolto,
leggo con gli occhi chiusi
le pagine della tempesta
(…………………)
Una tempesta più grave passa per il mondo.
Mette la bocca sulle nostre anime
e soffia per trarne un suono.
Noi temiamo che soffi a vuoto.
Mahler Chamber Orchestra
Sir Neville Marriner direttore
Weber – Ouverture da “Der Freischütz”
Mendelssohn – Sinfonia n. 4 op.90 “Italiana”
Vacchi – “En Vinternatt” (prima esecuzione a Milano,
commissione di Ferrara Musica)
Elgar – Enigma Variations op. 36
«Dalla mia adorazione per il musicista che è
Silverstein, e per il desiderio ardente di suonare ancora con lui (dopo i concerti di due anni fa alle “Musicades” di Lione) ho fatto nascere questo progetto, mettendomi in contatto con due amici che condividono la stessa venerazione (Tabea e Jean-Guihen).
Il repertorio dei quartetti con pianoforte possiede dei capolavori ma non è immenso… Noi
abbiamo voluto variare un po’ la presentazione di questo tipo di concerti (per essere più
eterogenei che con i tre quartetti di un programma tradizionale) combinando a due a
due i partner, ottenendo così un insieme di
due duo inquadrati fra due quartetti».
Pierre-Laurent Aimard pianoforte
Joseph Silverstein violino
Tabea Zimmermann viola
Jean-Guihen Queyras violoncello
Mozart – Quartetto con pianoforte in sol minore K 478
Ravel – Sonata per violino e violoncello
Schumann – “Märchenbilder” per viola e pianoforte op. 113
– Quartetto con pianoforte in mi bemolle maggiore op. 47
TEATRO DAL VERME
VENERDÌ 16 NOVEMBRE
5
Musica sulla via
della seta
Personaggio aperto, curioso ed entusiasta come pochi altri, Yo-Yo Ma non mostra nessuna
voglia di sedersi sugli allori, benché da tempo
sia fra i musicisti più celebri e più richiesti al
mondo. Il quarantaseienne violoncellista di
origine cinese continua a rimettersi generosamente in gioco: per i prossimi anni, ad
esempio, limiterà la normale attività concertistica per impegnarsi a fondo in una nuova
iniziativa, il Silk Road Project. Ideato e so-
nato fra le pagine a noi più vicine di Haydn,
Gabrieli e Boulez, il brano di Lieberson promette numerosi spunti d’interesse: non
mancherà, a illuminarli, il fiammeggiante
violoncello di Yo-Yo Ma.
Orchestre de Lyon
David Robertson direttore
Yo-Yo Ma violoncello
Gabrieli – Sonata pian’ e forte per ottoni
(da “Symphoniae Sacrae”)
Lieberson – “The Six Realms” per violoncello
e orchestra (prima esecuzione a Milano)
Haydn – Concerto per violoncello in do maggiore
Hob.VIIb.1
Boulez – Rituel
stenuto dallo stesso Ma, questo Progetto è
un’esplorazione dei mondi culturali legati all’antica “via della seta” che attraversava l’Oriente, e dei loro rapporti di reciproco scambio. Dopo anni di preparazione, di approfondimento con esperti e studiosi, Yo-Yo Ma ha
proposto commissioni a diversi compositori e
ha formato un ensemble di esecutori di differenti nazionalità, in grado di suonare sia sugli
strumenti moderni occidentali sia su quelli
antichi delle tradizioni orientali: con loro, o
con altri partner di riferimento come l’Orchestre de Lyon, Yo-Yo Ma proporrà programmi
concertistici ad hoc, che potranno comprendere antichi brani orientali, una o più novità
commissionate per il Progetto, ma anche pagine di musicisti dell’Occidente, nel nome delle relazioni strette lungo la via della seta.
Il Silk Road Project è partito dal Festival
dello Schleswig-Holstein in settembre, e nel
suo primo itinerario si prepara a toccare diverse sedi dell’Asia Centrale e del Giappone, grandi città europee come Bruxelles,
Amsterdam, Colonia, Parigi, Lione e, negli
Stati Uniti, Washington, Berkeley, New
York e Seattle. Anche Milano è una delle
tappe, con il nostro concerto, nel corso del
quale è in programma il lavoro composto per
il Silk Road Project dal newyorkese Peter
Lieberson. The Six Realms (I sei reami),
per violoncello amplificato e orchestra, opera di un compositore seguace del Budda da
trent’anni, si ispira agli insegnamenti buddisti, e alla filosofia buddista rimanda perfino
nella propria struttura formale: ognuna delle sei sezioni della composizione rappresenta un differente stato dell’essere, dall’ignoranza all’aggressività alla passione. Incastomartedì 9 ottobre 2001, ore 21
Teatro Dal Verme
Gianluca Cascioli, pianoforte
Schumann, Beethoven, Schumann
martedì 16 ottobre, ore 21
Sala Verdi del Conservatorio
Orchestra d’Archi Italiana
Guenther Pichler, direttore
Mario Brunello, violoncello
Emanuele Segre, chitarra
Claudio Cavina, controtenore
Note di viaggio I –Una sottile linea rossa
Janáček, Kancheli, Čajkovskij
martedì 30 ottobre, ore 21
Teatro Dal Verme
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
MARTEDÌ 27 NOVEMBRE
7
Dal compositore
all’interprete
Imperniata sul Quintetto op. 111, la lettera
che segue è indirizzata da Brahms a Joseph
Joachim, violinista celeberrimo e interprete, come primo violino, del Quintetto stesso.
È un breve scritto che illumina sulla cura
minuziosa con cui il compositore seguiva le
sue opere anche nel momento dell’esecuzione, e insieme sul rapporto franco e affettuoso che lo legava all’amico Joachim. Il testo è
tratto da: Johannes Brahms, Lettere (a cura di Hans Gal), Discanto Edizioni, Firenze, 1985 (traduzione di Laura Dallapiccola)
Johannes Brahms a Joseph Joachim
Vienna, 27 novembre 1890
Caro Joachim,
come vedi col Sol maggiore tengo parola meglio di te – eccoti la mia! – ? – Naturalmente è
giovedì 1° novembre, ore 20
Teatro Dal Verme
Musica e poesia a San Maurizio
Concerto straordinario dedicato
a Sergio Dragoni
Requiem e Vespri di W. A. Mozart
Amsterdam Baroque
Orchestra and Choir
Ton Koopman, direttore
martedì 6 novembre, ore 21
Sala Verdi del Conservatorio
Pierre-Laurent Aimard, pianoforte
Joseph Silverstein, violino
Tabea Zimmermann, viola
Jean-Guihen Queyras, violoncello
a tua disposizione per il 10 e anche per altre
date; ma la semplice esecuzione di una “novità” per me non significa ancora un “bravo”;
questo dovrebbe esser detto a parte!
Ma molto più importante per me sarebbe
qualsiasi dubbio di qualsiasi genere che tu volessi esprimere. Su una cosa devo pregarti
espressamente e insistentemente di dirmi
una parola chiara. Qui non siamo riusciti a sistemare le prime sette battute del pezzo. Avevo prescritto semplicemente un f alle quattro
voci superiori. Ora, secondo me, qui si è troppo abituati ad accompagnare p ogni “solo”. E
infatti il violoncellista Hummer disse subito
anche questa volta che doveva avere un p nelle voci superiori. Io non ho ceduto, ma non ci è
riuscito di trovare la sonorità giusta.
Ora, come vedi, ho due tentativi da proporre
per la ripresa del pezzo, un fp-cresc.-f, oppure il cambiamento della figurazione, quello
che è incollato sulle parti che hai ricevuto.
Vorresti essere così gentile di non prendere
in considerazione, per incominciare, queste
versioni e di ascoltare come Hausmann se la
cava col vostro forte e con le vostre ampie
arcate. Poi scrivimi se il fp-cresc.-f è sufficiente, o se si può far meglio.
Scusami, ma questo particolare mi ha irritato molto.
Inoltre ti prego di prendere un tempo molto
moderato in questo primo movimento (almeno per il momento, finché non sia raggiunta
una perfetta scorrevolezza), quasi sostenuto
nel f e nel p.
Nel caso tu abbia bisogno del pezzo solo fino
al 10, vorrei pregarti di rimandarmelo poi
subito, perché proprio allora devo andare a
Pest. Ma se lo volessi avere per Amburgo o
altro luogo, ti prego di dirmelo possibilmente in tempo, che possa regolarmi, dato che le
tue parti sono un secondo esemplare.
Mi auguro di cuore che il pezzo ti piaccia almeno un poco, ma non far complimenti se
devi dirmi il contrario. In tal caso, mi consolerò con il Primo quintetto e di tutti e due
con quelli di Mozart!
Tuo aff.mo Johs. Br.
Quartetto di Tokyo
Geraldine Walther viola
Misha Milman violoncello
Brahms – Quintetto n. 2 in sol maggiore op. 111
J.L. Turina – Cléminos y sustalos (prima italiana)
Brahms – Sestetto n. 1 in si bemolle maggiore op. 18
venerdì 16 novembre, ore 21
Teatro Dal Verme
Orchestre de Lyon
David Robertson, direttore
Yo-Yo Ma, violoncello
martedì 4 dicembre, ore 21
Teatro Dal Verme
Jian Wang, violoncello
Kun Woo Paik, pianoforte
Beethoven, Šostakovič, Brahms
Gabrieli, Lieberson, Haydn, Boulez
martedì 20 novembre, ore 21
Sala Verdi del Conservatorio
Orchestra d’Archi Italiana
Mario Brunello, direttore
Marco Rizzi, violino
Luigi Maio, music-attore
Note di viaggio II – Circolo polare artico
Grieg, Hallgrimsson, Grieg
giovedì 6 dicembre, ore 20
San Simpliciano
Magnificat
Amsterdam Baroque
Orchestra and Choir
Ton Koopman, direttore
martedì 11 dicembre, ore 21
Sala Verdi del Conservatorio
Trio Dalberto Sitkovetsky - Geringas
autunno01
Mahler Chamber Orchestra
Sir Neville Marriner, direttore
Weber, Mendelssohn, Vacchi, Elgar
mercoledì 31 ottobre, ore 20
San Simpliciano
L’Inaugurazione del Consiglio Municipale - II
Bach Collegium Japan
Masaaki Suzuki, direttore
Mozart, Ravel, Schumann
martedì 27 novembre, ore 21
Sala Verdi del Conservatorio
giovedì 15 novembre, ore 20
Santa Maria presso San Satiro
Le ultime Cantate - I
Quartetto di Tokyo
Geraldine Walther, viola
Misha Milman, violoncello
La Stagione Frankfurt
Michael Schneider, direttore
Brahms, J.L. Turina
Schubert, Beethoven, Ravel
venerdì 21 dicembre, ore 19.30
San Marco
Oratorio di Natale BWV 248
Akademie für Alte Musik
Berlin
RIAS-Kammerchor
Marcus Creed, direttore
TEATRO DAL VERME
MARTEDÌ 4 DICEMBRE
8
Una smagliante
scoperta
di Isaac Stern
A dieci anni era già una rivelazione: fu scoperto da Isaac Stern nel 1978, durante il
viaggio in Cina di cui il film Da Mao a Mozart - Isaac Stern in Cina rimane preziosa
testimonianza. Da allora il violoncellista
Jian Wang ha intrapreso una carriera brillantissima, con direttori come Claudio Abbado o Seiji Ozawa, strumentisti come Maxim Vengerov e Maria-Joaõ Pires. Al “Quartetto” questa smagliante “Rising Star” si
presenterà in affiatato ensemble con Kun
Woo Paik, pianista coreano di riconosciuta
reputazione internazionale.
Maestro Wang, quali sono i legami e le differenze più rilevanti fra i brani del vostro
programma?
«Tutt’e tre queste sonate sono fra le migliori
composizioni mai scritte per violoncello.
Quella di Beethoven è un capolavoro di struttura e di forma. Mostra veramente quello
che rende grande Beethoven: non una nota
superflua, come si trattasse di qualcuno senza un’oncia di grasso, ma tutto muscoli. La
Sonata di Brahms è tipicamente uno dei capolavori del compositore, ampia nella costruzione, romantica ma concreta. Quella di
Šostakovič nasconde la propria straordinaria bellezza sotto la satira e il cinismo. In ciascuna delle tre sonate, comunque, violoncello e pianoforte sono partner a pari livello”.
Che cos’ha significato per lei e per la sua vita di musicista aver conosciuto Isaac Stern
e partecipato al film Da Mao a Mozart?
«È stato l’incontro che ha cambiato la mia
vita. Conoscere Isaac Stern mi ha reso possibile accostare da vicino una delle più grandi menti musicali, uno dei più grandi esseri
umani. Ho imparato non solo dal suo modo
di suonare, ma anche dal suo pensiero e dai
suoi ideali. Mi ha molto addolorato il fatto
che sia scomparso. È sempre stato un esempio di grandezza per me, e sentirò sempre
molto affetto per lui. Il suo incoraggiamento
e il suo aiuto sono stati essenziali per il mio
sviluppo come musicista. Il mondo della musica non ci pare più lo stesso senza di lui».
Jian Wang violoncello
Kun Woo Paik pianoforte
Beethoven – Sonata n. 3 in la maggiore op. 69
Šostakovič – Sonata in re minore op. 40
Brahms – Sonata n. 2 in fa maggiore op. 99
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
MARTEDÌ 11 DICEMBRE
9
Lucidità
e malinconia
Nel periodo in cui Ravel scrive il suo Trio
in la minore a Saint-Jean-de-Luz, fra la primavera e l’agosto del 1914, in Francia si dà
il via alla mobilitazione per la prima guerra mondiale. Alla tragedia di tutti si somma quella personale del compositore, che
intende arruolarsi ma teme che l’anziana
madre, una volta lasciata sola, non riuscirà a sopravvivere a lungo. Morirà infatti
nei primi mesi del 1917, mentre Ravel e l’altro figlio, Edouard, sono ancora al fronte. Il
testo è tratto da: Ravel, Lettere (a cura di
Arbie Orenstein), Edt, Torino, 1998 (edizione italiana a cura di Enzo Restagno, traduzione di Paolo Martinaglia).
Maurice Ravel a Maurice Delage
Ongi Ethori - 23, rue Sopite
Saint-Jean-de-Luz - 4/8/14
Caro vecchio mio, scrivetemi subito, se ricevete questo biglietto, che io senta la presenza di un amico. Qui c’è un mucchio di gente
Quartetto
giornale del
di Milano
Periodico della Società e dei Concerti del Quartetto
Registrazione al Tribunale di Milano n. 109 del 17-2-1999
Direttore responsabile: Enzo Beacco
Redazione e testi a cura di Patrizia Luppi
Grafica: G&R Associati
Stampa: Grafica Aerre, Milano
Fotografie di: S. Lelli (1), U. Weiszäcker (2),
M. Schoenfeld (2), B. Amsellem (3), C. Steiner (3),
T. Mara (4), P. Mountain (4)
Editore: I Concerti del Quartetto
Direzione e redazione:
Via Durini 24 - 20122 Milano
Tel. 02.7600.5500 - Fax 02.7601.4281
Email [email protected]
www.quartettomilano.it
per cui provo molta simpatia. Ma non è questo… Se sapeste quel che sto soffrendo!…
Dal mattino, senza sosta, la stessa terribile
idea, angosciosa, criminale… lasciare la mia
vecchia mamma sarebbe sicuramente ucciderla. E poi la patria non ha certo bisogno di
me per essere salvata… ma tutto questo è
solo ragionamento, e io sento che di ora in
ora scricchiola… e, per non sentire tutto
questo, lavoro.
Sì, lavoro; e con la sicurezza, la lucidità di un
folle. Ma, durante questi momenti, anche la
malinconia lavora, e all’improvviso, eccomi a
singhiozzare sui bemolli!
Naturalmente, quando scendo, e mi trovo
davanti la mia povera mamma, bisogna che
abbia un aspetto calmo, se non scherzoso…
fino a quando potrò continuare?
Sono quattro giorni che va avanti così, da
quando hanno suonato le campane della mobilitazione…
Scrivetemi presto, vecchio mio, ve ne supplico.
Affettuosamente,
Maurice Ravel
Trio Dalberto - Sitkovetsky - Geringas
Schubert – Adagio in mi bemolle maggiore
op. 148 D 897 (“Notturno”)
Beethoven – Trio n. 5 in re maggiore op. 70 n. 1
“degli Spiriti”
Ravel – Trio in la minore