Omelia solennità Cristo Re anno C

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Omelia solennità Cristo Re anno C
Omelia solennità Cristo Re anno C
La Liturgia della Parola di oggi alla fine di questo anno liturgico ci presenta la
regalità di Gesù.
Il Vangelo ci presenta la scena di Gesù sulla croce e il suo dialogo con i due ladroni.
Esaminiamo questa scena veramente significativa e importante per noi.
L’attenzione è posta sul crocifisso a Lui si guarda e di Lui si parla. Il popolo sta
immobile a guardare, un guardare interessato, partecipe, non semplicemente curioso o
indifferente.
I capi e i soldati lo schernivano ripetutamente.
Alcuni lo deridono perché appunto Lui si crede amato e prediletto da Dio, altri invece
lo canzonano per la sua pretesa regalità. Anche qui Gesù è raggiunto da un'altra
tentazione questa volta non di Satana ma dei capi e dei soldati e, subito dopo, anche
da un malfattore crocifisso con lui: se sei l’eletto di Dio, perché Dio non ti aiuta? Il
Suo silenzio non è la prova del tuo errore? Il fallimento della strada dell’amore che
hai percorso non è segno che la via di Dio è un’altra? Ma di fronte a queste domande
Gesù tace. È indispensabile un atto di fede: credere nell’amore di Dio proprio nel
momento del Suo silenzio, anche di fronte alla morte che ci disarma. Proprio qui si
entra in crisi: di fronte a questo silenzio si sperimenta che Dio ha abbandonato Gesù o
è il segno di un modo diverso di farsi presente e di parlare?
Un vero Messia avrebbe salvato se stesso e i suoi seguaci… è una bella
provocazione; ma Gesù va oltre, fa capire che la salvezza si ottiene solo
abbandonandosi completamente a Lui nella fede, e proprio nel momento di massimo
silenzio e impercettibilità della Sua presenza.
Dei due malfattori, uno lo schernisce ed è irriverente, non ha timore, è
l’atteggiamento tipico dello stolto e dell’empio, ma quello che più sorprende è che
proprio lui che condivide la sua stessa sofferenza lo insulta, non bastano gli estranei
alla sua morte, anche colui che dovrebbe avere un po’di comprensione perché
aggiunge sofferenza a sofferenza?
Il secondo malfattore invece confessa la sua colpa, riconosce l’innocenza di Gesù e si
affida a Lui. Accogliendolo prontamente, Gesù compie nella sua morte quanto aveva
fatto durante la sua vita, cioè accoglie i peccatori e fa capire che la salvezza che Lui
offre è diversa da quella che ci si aspetta.
Gesù garantisce qualcosa di veramente grande al ladrone pentito, non prega Dio suo
Padre, ma risponde con la Sua persona, assicurandogli una vita di comunione con lui
e subito. A una domanda relativa al futuro, Gesù risponde con un rinvio al presente.
La scena in questo stupendo brano è quella del peccatore che guardando a Gesù
crocifisso chiede perdono ed è accolto nel Suo Regno.
Di fronte alla croce ognuno si pone nella sua prospettiva: si insulta Dio o lo si
bestemmia o ci si prende scherno di Lui oppure ci si affida a Lui con grande amore e
si chiede a Lui la salvezza!
Come ci dobbiamo porre noi davanti alla croce, davanti alla regalità di Cristo?
Ricordare che la misericordia di Dio è sempre disponibile e non dimenticare però che
il santo timore di Dio ci rende umili e vigilanti.
Osservate bene questo re: ha come insegna la croce, come gioielli la corona di spine, i
mantelli sono le piaghe, striature di sangue… chi è allora il grande sovrano se non
colui che si fabbrica un trono nel cuore degli uomini?
E tu di quale re vuoi condividere la sorte?