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Antica novità di Fratel Luciano Z. “Ho sempre avuto paura della morte spirituale, così cerco il ‘significato’ della quotidiana esistenza”. In questo modo si esprime la protagonista di un romanzo, “L’ultima imperatrice”, che pesca nell’antica saggezza cinese. Ma la verità che rivela è più che mai attuale. Ogni alba è una proposta per ricominciare. Ogni mattina mi è dato di decidere perché sono al mondo. Così ogni azione, dalla più semplice alla più impegnativa, sfuggirà alla “morte spirituale”. Perché il tarlo che mina il cuore è l’incapacità di “dare senso”, colore e calore a quanto il Signore ci mette tra le mani. Tutto è importante quando è carico di un perché, di uno scopo. La mamma nelle faccende domestiche e il medico in un impegnativo intervento; il nonno che porta a spassa il nipotino e il politico che dibatte la nuova legge; il ragazzo alle prese con i suoi libri e l’operaio che produce l’ennesimo pezzo; il saluto di ogni giorno e il grande discorso. Semplicità e straordinarietà; quotidiano e prestazione specialistica; ripetitività e fantasia: tutto l’agire umano è unico. FRATEL ETTORE IMPROVVISATO BARISTA È l’anima che ci si mette a dare peso, a contare! Alle volte può sembrare inutile lo sforzo e la cura per cose che “non contano”. Ma c’è una bellezza e una forza interiore che non si misura e, tuttavia, trasforma il mondo e gli dà sapore. LA SCIENZA È CONTRO LA FEDE? La scienza sbalordisce e quasi stordisce. Tanto che qualcuno si chiede: “Che bisogno c’è ancora di Dio?”. I credenti si pongono un’altra domanda: “Questa scienza, dal progresso inarrestabile, aiuta o contrasta la fede in Dio?". Per alcuni, non solo la scienza non aiuta, ma risulta contraria alla fede. Vero o falso? Cerchiamo di rispondere. L’apparente contrasto tra religione e scienza è frutto di pregiudizi, di incidenti storici (vedi caso Galileo) che dovremmo superare o di scarsa conoscenza dei rispettivi campi di interesse. La scienza è autonoma e il Concilio Vaticano II lo ha riconosciuto. Da incorniciare le parole di Galileo: “La scienza insegna come si muove il cielo, la Bibbia come si va in Cielo”. La scienza affronta i problemi in modo empirico, basato cioè sulla pratica e vuole spiegare come è fatto il mondo. La fede è invece l’accoglienza della parola di Dio che ci comunica il senso del mondo. Antonio Socci, nel suo libro "Indagine su Gesù" riporta una notizia recente che ha dato uno scossone alla schiera degli atei: "Celebre ateista adesso crede in Dio”. Si tratta di Antony Flew: lo scienziato, ottantenne, dopo cinquanta anni di ateismo gridato e professato, ha avuto l’onestà di dichiarare, durante un convegno a New York, che Dio esiste e che questa sua certezza è "basata sull’evidenza scientifica”. Si tratta di ragionamento di scienziato che ha l’onestà di rinnegare 50 anni di militanza atea. Antony Flew aveva insegnato per tutta la vita l’incompatibilità tra scienza e fede, da vero maestro dell’ateismo; poi fa un’inversione di rotta. Ecco come la motiva. “La mia scoperta del Divino è stato un itinerario della ragione. Non sentimenti religiosi e non crisi di fede. Solo spazio alla ragione. Non ho sentito nessuna voce. È stata la stessa evidenza che mi ha condotto a questa conclusione”: “There is a God, Esiste Dio”. Fratel Angelo R. AMICI pellegrini a Roma e dintorni Roma? Ancora? E chi non l’ha già vista? Vederla con occhi diversi, con gli occhi dell’Amicizia, della Fraternità: ecco cosa abbiamo fatto durante quattro giorni, dal 20 al 23 maggio, nel lungo percorso che da Villa Brea porta a Roma! Le meraviglie del Duomo di Orvieto; la magnificenza dei Musei Vaticani; il silenzio e la pace del Sacro Speco a Subiaco; la Santa Messa solenne nella Basilica di San Pietro, con la calca della folla all’uscita, per la benedizione del Santo Padre - Regina coeli, laetare, alI pellegrini a San Pietro col Superior Generale dei Fratelli leluia!. L’incontro con il Superiore Generale, con Fratel Car- a Tivoli, le gocce di pioggia che ci hanno accompagnati lo; la bellezza della Villa d’Este nell’incanto dei suoi giardini; la maestosità della Basilica di San Paolo fuori le mura; le uscite avventurose dei dopo-cena sui luoghi più noti della città eterna”… Ecco! Tutto questo è stato un dono condiviso che ci ha uniti con il collante della preghiera: le Ave Maria snocciolate durante i trasferimenti, le Lodi, i Vespri, i canti. “Lascia che Ti dica la mia gioia, Dio grande d’Israele” . Gioia e ringraziamento per aver vissuto questi momenti, gioia e ringraziamento per averli condivisi con fratel Pierino, fratel Giacomo e con gli Amici. “Voglio ringraziarTi, voglio dirti che Ti amo: lascia che Ti loAnnamaria di, o Dio”.