Parrocchia dell`Annunciazione di Maria in Varone. Inventar…

Transcript

Parrocchia dell`Annunciazione di Maria in Varone. Inventar…
Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone. Inventario
dell'archivio storico (1622 -1948) e degli archivi aggregati (18391965)
a cura di
Novella Forner
Provincia autonoma di Trento. Servizio Beni librari e archivistici
1999
Premessa
L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati effettuati, per incarico e con la direzione tecnica del Servizio
Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano
Tridentino, a cura di Novella Forner; il lavoro è stato ultimato nel 1999.
L'inventario è stato redatto con il programma "Sesamo".
L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del Trentino e la conseguente revisione dei dati sono
state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Francesca Benini,
Chiara Bruni, Ines Parisi ed Emanuela Pandini (Cooperativa ARCoop) nel corso del 2009, secondo le norme di
"Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006".
2
Albero delle strutture
Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone, 1622 - 1987
Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone, 1622 - 1976
Anagrafe di Varone, 1805 - 1987
Registri dei nati e battezzati, 1805 - 1962
Registri dei matrimoni, 1865 - 1966
Registri dei morti, 1850 - 1976
Registri dei cresimati, 1912 - 1987
Stati delle anime, 1831 - 1940
Registri degli sponsali, 1908 - 1956
Atti matrimoniali, 1898 - 1923
Carteggio ed atti attinenti all'anagrafe, 1895 - 1957
Beneficio parrocchiale di Varone, 1829 - 1950
Atti amministrativi, 1829 - 1940
Resoconti, 1946 - 1950
Chiesa parrocchiale di Varone, 1720 - 1967
Urbari, 1907 - 1953
Atti amministrativi, 1720 - 1950
Registri di cassa, 1936 - 1967
Resoconti, 1824 - 1951
Benefici e legati di Varone, 1622 - 1952
Atti amministrativi, 1622 - 1952
Registri di cassa, 1940 - 1952
Resoconti e documenti di corredo, 1844 - 1952
Pastorale parrocchiale di Varone, 1851 - 1953
Protocolli degli esibiti, 1912 - 1953
Carteggio ed atti, 1927 - 1943
Circolari ecclesiastiche e civili, 1851 - 1929
Culto e funzioni religiose in Varone, 1865 - 1968
Diari delle messe, 1909 - 1953
Diari delle messe legatarie e avventizie, 1909 - 1946
Diari personali delle messe, 1946 - 1953
Registri delle pubblicazioni matrimoniali e degli avvisi in chiesa, 1865 - 1951
Carteggio ed atti, 1867 - 1968
Associazioni parrocchiali di Varone, 1914 - 1976
Registri degli iscritti, 1941 - 1976
Atti amministrativi, 1914 - 1951
Registri di cassa, 1935 - 1976
3
Documentazione del capovilla Giacomo Pellegrini, 1839 - 1841
Atti amministrativi, 1839 - 1841
Documentazione di don Pietro Girardini
Disposizioni matrimoniali
Famiglia Briosi, 1840 - 1960
Atti amministrativi, 1840 - 1957
Registri di cassa, 1945 - 1960
Rese di conto e documenti di corredo, 1936 - 1956
Confraternita del Sacro Cuore di Gesù di Varone, 1845 - 1947
Atti amministrativi, 1845 - 1947
Asilo Infantile di Varone, 1922 - 1965
Atti amministrativi, 1922 - 1965
Comitato pro chiesa di Varone, 1927 - 1945
Atti amministrativi, 1927 - 1945
Registri di cassa, 1927 - 1944
Resoconti e documenti di corredo, 1930 - 1943
Confraternita del Santissimo Sacramento di Varone, 1941 - 1952
Atti amministrativi, 1941 - 1952
Registri di cassa, 1940 - 1952
4
Albero dei soggetti produttori
Curazia di Santa Maria Annunciata, Varone (Riva del Garda), 1782 settembre 19 - 1953
Successori:
Parrocchia dell'Annunciazione di Maria, Varone (Riva del Garda), 1953 maggio 31 Parrocchia dell'Annunciazione di Maria, Varone (Riva del Garda), 1953 maggio 31 Predecessori:
Curazia di Santa Maria Annunciata, Varone (Riva del Garda), 1782 settembre 19 - 1953
Beneficio parrocchiale dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria, Varone (Riva del Garda), 1463 - 1987
gennaio 24
Pellegrini Giacomo, Varone (Riva del Garda), [1839] - [1841]
Girardini Pietro, sacerdote, Preore, 1880 aprile 29 - Varone (Riva del Garda), 1953 febbraio 24
Briosi, Varone (Riva del Garda), [1840] - [1960]
Confraternita del Sacro Cuore di Gesù di Varone, Varone (Riva del Garda), 1876 maggio 28 - [1947]
Scuola materna di Varone, Varone (Riva del Garda), 1922 febbraio 12 Comitato pro chiesa di Varone, Varone, (Riva del Garda), 1927 - 1945
Confraternita del Santissimo Sacramento di Varone, Varone (Riva del Garda), 1943 luglio 10 - [1952]
5
superfondo
Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone, 1622 - 1987
117 unità
Modalità di acquisizione e versamento
L'art. 27 della L.P. 14 febbraio 1992, n. 11 concernente "Disposizioni in materia di archivi e istituzione dell'archivio
provinciale" prevede che, fino a quando non saranno raggiunte le intese di cui all'art.12, comma 1 della legge 25 marzo
1985, n. 12 concernente la ratifica e l'esecuzione delle modifiche al Concordato lateranense dell'11 febbraio 1929 tra
Repubblica Italiana e la Santa Sede, vengano stipulate intese fra la Giunta Provinciale di Trento e i competenti organi
ecclesiastici circa l'applicazione delle disposizioni della legge agli archivi di enti ecclesiastici. Le intese furono
raggiunteil 10 settembre 1993.
La valutazione dell'esistenza dell'interesse storico degli archivi degli enti ecclesiastici, in base al comma 1 del
medesimo articolo della legge provinciale, spetta alla Commissione beni culturali; tale valutazione dovrà essere
effettuata secondo i criteri stabiliti d'intesa fra la Giunta provinciale e i competenti organi ecclesiastici.
L'Ordinariato ha istituito con decreto arcivescovile di data 10 febbraio 1993 l'Archivio diocesano attribuendogli
competenze di conservazione, coordinamento e consulenza, tutela, promozione e valorizzazione degli archivi
ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana.
La Commissione beni culturali nella seduta dell'8 giugno 1994 ha riconosciuto l'interesse storico dell'archivio della
parrocchia di Varone relativamente alla documentazione anteriore agli ultimi cinquant'anni.
Contenuto
Nell'archivio della parrocchia di Varone è confluito anche del materiale documentario, consistente sia in registri che in
carteggio, prodotto da altri enti ma che per motivazioni varie e in momenti diversi è pervenuto all'archivio parrocchiale
di cui ora fa parte. Tale documentazione è stata considerata e organizzata nel presente inventario come fondi autonomi
rispetto al fondo della parrocchia; individuati i vari archivi e i loro soggetti produttori si è proceduto ad ordinarli ed
inventariarli separatamente, cercando per ognuno di loro, di fornire, per quanto possibile, un breve inquadramento
storico-istituzionale.
Lingua
Italiano; latino; tedesco; inglese
Criteri di ordinamento e inventariazione
Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico ci si è attenuti a
quanto indicato nelle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti
eccclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" al punto 3, comma 1 e 2. In riferimento al comma 1 si sono pertanto
seguite le "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli
archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione dd. 29 marzo 1993, n. 3692, relativamente alla
parte prima, punto 3, riprese dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966, Direzione degli Archivi di Stato,
"Norme per la pubblicazione degli inventari" (1). In riferimento al comma 2 relativo all'intesa fra il Servizio provinciale
6
competente e l'archivio diocesano in ordine alle metodologie, ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Norme per la
descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dal Servizio beni librari e archivistici della
Provincia Autonoma di Trento. Si vedano anche le "Avvertenze per la consultazione" a pagina 4 e seguenti.
Il presente inventario si chiude con il 1948, limitandosi a quella parte d'archivio dichiarata di notevole interesse storico
in base alle "Intese fra la Giunta Provinciale di Trento e l'Ordinamento diocesano in materia degli enti ecclesiastici
dipendenti dall'autorità diocesana", L.P. 14 febbraio 1992, n. 11, art. 27, c. 2: "Negli archivi ecclesiastici riconosciuti di
di interesse storico, la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entra a far parte dell'archivio storico e
ricadesotto le disposizioni ad esso relative". Si segnala comunque che in alcuni casi gli estremi cronologici di alcune
unità archivistiche possono superare il limite del 1948.
Condizioni di accesso
In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti
ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", punto 3, comma 3, l'obbligo, di cui all'art. 20, comma 1, lettera b) della
L.P. del 14 febbraio 1992 circa la consultazione dei documenti, riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata
di notevole interesse storico.
I documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, sono consultabili dopo 70 anni
dalla conclusione dell'affare, ciò in base ad una normativa già in vigore presso gli archivi di Stato. Ai titolari degli
archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e
comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe.
Inoltre in base all'art. 3, comma 4 delle "Intese fra la Giunta provinciale e l'Ordinariato diocesano" la consultazione da
parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite
l'archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.
Condizioni di riproduzione
In base all'art. 3, comma 5 delle "Intese fra la Giunta e l'Ordinariato diocesano" la riproduzione (fotoriproduzione,
microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte
dell'archivio diocesano. In base allo stesso articolo di legge, l'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei
documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio Provinciale.
Presso l'Archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal
Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza
comunale.
Note
(1) Pubblicata anche in P. CARUCCI, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma 1983, pp. 231 - 239.
Alla circolare citata fanno riferimento anche le disposizioni del capitolo 3, parte prima della Deliberazione della Giunta
Provinciale di Trento n. 3692 del 29 marzo 1993, "Criteri generali di ordinamento e di inventariazione degli archivi
degli enti pubblici locali", e del punto 4, parte seconda della stessa, relativa agli archivi di privati di notevole interesse
storico locale.
7
Ente
Curazia di Santa Maria Annunciata in Varone
1782 settembre 19 - 1953
Luoghi
Varone (Riva del Garda), p.za Chiesa 12
Archivi prodotti
Fondo Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone, 01/01/1622 - 31/12/1976
Storia
La chiesa di Varone, dedicata alla Beata Maria Vergine Annunciata, per un lunghissimo tempo ha legato le proprie sorti
alla vita civile e religiosa della comunità di Riva del Garda. Faceva infatti capo, per quanto riguarda l'amministrazione
politico-amministrativa-giudiziaria al Capitanato e al Giudizio Distrettuale di Riva, mentre dal punto di vista
dell'organizzazione ecclesiastica faceva parte, ed appartiene tutt'ora, al decanato di Riva come pure le parrocchie vicine
di Tenno, Pranzo, Cologna, Ville del Monte. Ancora oggi il paese di Varone dipende dal Comune di Riva in quanto ne
costituisce una frazione.
Costruito sul conoide del torrente Varone, il paese consisteva anticamente in un esiguo numero di case e ville
disseminate qua e là lungo le attuali direttrici di via Ballino, Venezia, del torrente Varone e Varoncello su uno dei
versanti del monte Pernone il quale costituì ab origine il fulcro dell'insediamento abitativo.
Come confermano i vari reperti archeologici di età tardo romana affiorati a seguito degli scavi, sulle pendici del
Pernone venne edificata anche la chiesa, chiamata della Madonna del Soccorso o anche Madonna del Perdon,
tramutatasi poi col tempo in Madonna del Pernon (1). Un brandello di pavimento museale e una ceramica domestica di
epoca romana, alcune monete, un reliquiario di età altomedievale: questi ed altri oggetti rinvenuti rendono
testimonianza dell'antichità della chiesa di Varone, di cui per altro ben poche notizie sono state tramandate.
Il nome di questa chiesa -documentata a partire dal 1229 (2)- compare spesso associato alla fondazione di un beneficio,
chiamato di San Giacomo e della Madonna del Perdon, beneficio istituito il 28 novembre 1463 da un certo "ser Gabriel
filius quondam ser Valentini de Pitiliana", il quale dispose che il suo corpo venisse seppellito nel cimitero di San
Francesco a Riva e nominò erede universale dei suoi beni l'altare di San Giacomo in Riva, concedendo il diritto di
giuspatronato ai sindaci e alla comunità di Riva.
Più di un secolo prima, il 12 novembre 1319 un certo Giacomo Cerdo da Brescia, abitante di Riva, aveva fatto erigere a
proprie spese un altare intitolato a San Giacomo Maggiore nella pieve di Riva. Ora non è stato ancora stabilito nè
chiarito se l'altare di San Giacomo si trovasse nella chiesa di Santa Maria di Riva oppure, come si pensa (3), nella
chiesa di Santa Maria del Pernon a Varone, ma sta di fatto che nel 1485, all'atto di nomina del primo beneficiato si
decise che quest'ultimo avrebbe dovuto celebrare messa al detto altare quotidianamente, ad eccezione di quel giorno alla
settimana nel quale egli si sarebbe dovuto recare a celebrare messa nella chiesa di Santa Maria del Pernon (4). Alcuni
anni prima nel 1468 i sindaci e i consiglieri di Riva avevano assegnato la cura e il governo della cappella "vulgariter
nuncupata Cappella Sanctae Mariae de Perdono" a ser Frater Nicolaus Sancti Joannis Rotondi de Apullam, alla
condizione che la governasse diligentemente e la amministrasse accuratamente. Il 24 aprile 1484 le due fondazioni
Cerdo e Pitiliana, lasciate a favore dell'altare di San Giacomo di Riva, vennero aggregate al beneficio della Madonna
8
del Pernon; infatti al beneficiato dell'altare di San Giacomo, la comunità di Riva, quale depositaria del diritto di
giuspatronato, assegnò anche le entrate della chiesa di Varone. Il sacerdote che ebbe la prima collazione ed unione di
tali entrate fu Steffano de Pedratiis, a cui seguirono Giovanni de Trino, Giovanni Vianini, Pietro Ricamboni, e Gian
Andrea Bornico, il quale fu il primo ad avere una reale investitura dei benefici Cerdo, Pitiliana e della Madonna del
Pernon; fu infatti obbligato, a differenza dei suoi predecessori summenzionati, alla celebrazione della messa nella chiesa
di Varone, a versare 10 ragnesi all'anno per dieci anni per la fabbrica e la decorazione della chiesa di Varone e
dell'altare di San Giacomo, a "presentarsi con l'elezione e tutti i capitoli al Reverendissimo suffraganeo" (5).
In occasione della visita pastorale del 1671, la chiesa non era ancora consacrata ma possedeva tre altari, di cui il
maggiore dedicato all'Annunciazione, quello a lato dove si proclama il Vangelo dedicato a Sant'Antonio da Padova,
mentre quello dalla parte dove si proclama l'Epistola si ignorava a chi fosse dedicato (6).
Nelle visite pastorali successive sono numerose le disposizioni che vengono date per migliorare lo stato della chiesa: si
raccomanda di ampliare la sacrestia perchè alquanto stretta, di provvedere l'altare di Sant'Antonio di una pietra sacrata
portatile e del bisognevole, di murare la porta laterale della chiesa perchè contigua al cortile, di provvedere il
confessionale di sacre immagini. Solo con la visita del 1750 finalmente la chiesa viene trovata "in bonu statu et
sufficienter provvisa" (7) con tre altari, dedicati all'Annunciazione, a San Gaetano e a Sant'Antonio da Padova, per
l'amministrazione delle cui entrate si raccomandò di nominare urgentemente un massaro.
Il 19 settembre 1782 costituisce una data importante per la chiesa di Varone in quanto essa venne elevata a curazia.
L'arciprete di Riva Giovanni Alessio Zambotti "acconsente che gli uomini del Varone e vicinanze abbiano nella chiesa
di Santa Maria del Pernone al Varone la custodia del Santissimo Sacramento e un sacerdote stabile in figura di curato"
(8). Tale curato ebbe sì la facoltà di confessare, comunicare sani ed infermi e dare l'olio santo ma non quella di
impartire i sacramenti del battesimo, del matrimonio, di seppellire i defunti e spedire attestati di stato libero, cantar
messa e celebrare offici funebri senza il permesso del parroco. Il curato aveva altresì l'obbligo di far partecipare gli
abitanti di Varone alla messa pasquale nella chiesa di Riva e inoltre di insegnare a scuola.
Nel 1805 fu concesso alla chiesa di Varone l'uso del fonte battesimale (9).
La chiesa risentì fortemente dei danni provocati dall'alluvione del 1827, dovuta allo straripamento del torrente Varone;
l'edificio si trovava infatti circondato da "un gran masso di ghiaia che non si potè condur via, per intrare in chiesa è
bisogno di discendere per quattro gradini, onde riesce molto umida, e nella state entro si sviluppa un'aria grossa e
fastidiosa" (10). Gli abitanti di Varone decisero allora la costruzione di una nuova chiesa che fosse situata in luogo più
sicuro e che soddisfacesse alla necessità di contenere un maggior numero di fedeli. Il 10 aprile 1847 i capifamiglia di
Varone presentarono all'Imperial Regio Giudizio un prospetto delle offerte spontanee per facilitare l'erezione di una
novella chiesa curaziale (11). Nonostante la difficoltà di reperire i finanziamenti presso il regio governo austroungarico,
il disegno della nuova chiesa venne affidato all'ingegner Bianchi di Verona. Grazie anche all'aiuto economico del
Potestà di Riva, la fabbrica della chiesa, a cui si diede il via nel 1868, giunse al termine nel 1885. Il 10 novembre 1885
la chiesa venne benedetta dal decano di Riva mentre l'11 agosto 1889 essa fu consacrata.
Durante i bombardamenti della Prima Guerra Mondiale la chiesa rimase chiusa e l'intera popolazione, curato incluso,
deportata in Austria e Boemia. Lavori di restauro in seguito ai danni provocati dalla guerra la chiesa conobbe nel 1929.
Altri interventi di minore entità furono realizzati negli anni 1963 - 1966.
Condizione giuridica
Ente privato
9
Funzioni, occupazioni e attività
Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e
di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili,
dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai
fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del
culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati.
Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o
massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto
napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per
ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni.
Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che
disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo
ecclesiastico dell'amminstrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo
scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il
curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione" (9). I fabbricieri
venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere
riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i
fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità
ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi
ingerenza nelle questioni di culto.
Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola
però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri
parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere,
amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri
fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo
controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la
natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935
ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie.
L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione
concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione
(decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede
e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.
Note
(1) Archivio della parrocchia di Varone, 6.4.1, c. 1r
(2) G. PELLEGRINI, Accadde 40 anni fa in Varone, Trento 1996, p. 98; A. COSTA, La chiesa di Dio che vive in
Trento, Trento 1986, p. 451.
(3) G. PELLEGRINI, Accadde 40 anni fa, cit., p. 84 identifica per l'appunto l'altare di San Giacomo in Riva con l'altare
che esisteva nella chiesa di Santa Maria del Perdono a Varone
(4) ADTn, Fondazioni 31, n. 25, pp. 25 - 26
(5) Archivio della parroccha di Varone, 6.4.1, c. 3r; ADTn, Fondazioni 31 n. 25, p. 52 ss.
10
(6) ADTn, Atti Visitali 13 n. 5, c. 9v
(7) ADTn, Atti Visitali 53 c. 19v
(8) ADTn, Investiture 11, cc. 138v - 140r
(9) Archivio della parrocchia di Varone, 3.2.2.2., c. 3
(10) ADTn, Libro B (530), n. 4410
(11) Archivio della parrocchia di Varone, 3.2.1., cc. 4 - 7
11
Ente
Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone (Riva del Garda)
1953 maggio 31 -
Luoghi
Varone (Riva del Garda), P.za della Chiesa, 12
Archivi prodotti
Fondo Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone, 01/01/1622 - 31/12/1976
Storia
La chiesa di Varone fu elevata a parrocchia il 31 maggio 1953. Il decreto vescovile ne stabiliva l'estensione fissandone i
confini: "Confine settentrionale del Comune di Riva, strada che da Ceole conduce al Convento delle Grazie, muro di
cinta del Convento, verso sud, strada Varignano - Riva, poi viottolo che dal bivio per l'Ischia e la Galleria conduce a
Villa Maria, indi torrente Albola sotto la contrada Deva. Verso Arco i confini devono essere interpretati ed applicati in
modo che coincidano con quelli della parrocchia di Arco".
Il primo parroco di Varone fu don Antonio Busacca.
Condizione giuridica
Con D.M. del 30 dicembre 1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987 la parrocchia di Varone è stata
dichiarata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n.309).
12
fondo
Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone, 1622 (copia) - 1976
Soggetti produttori
Curazia di Santa Maria Annunciata in Varone, 1782 settembre 19 - 1953
Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone (Riva del Garda), 1953 maggio 31 -
Storia archivistica
Costituito dalla documentazione prodotta nell'esercizio delle sue funzioni, l'archivio della parrocchia di Varone è oggi
un fondo di piccole dimensioni, che sconta varie perdite documentarie dovute sia a motivazioni di ordine storico, come i
bombardamenti della prima guerra mondiale, sia a cause intenzionali, come l'incuria a cui l'archivio è andato soggetto
nel corso degli anni.
L'archivio parrocchiale, che trova sede in una stanza a piano terra della canonica che sorge accanto alla chiesa, è giunto
fino a noi in un discreto stato di conservazione a cui non fa eco un'altrettanta ordinata disposizione della
documentazione. Già nel rilevamento compiuto nel gennaio del 1988 ad opera del Servizio beni librari e archivistici
della Provincia Autonoma di Trento era stato constatato come mancasse qualsiasi tipo di ordinamento del materiale
documentario il quale era stato "accatastato alla rinfusa" in scatole di cartone o negli armadi. In quella sede veniva
inoltre precisato come il carteggio si trovasse sistemato in mazzi privi di custodia. Va ulteriormente osservato che
l'intera documentazione non era fisicamente presente tutta nello stesso luogo, ma i libri canonici insieme agli affari
correnti erano conservati in un armadio al primo piano della canonica, mentre il resto del materiale documentario era
stato provvisoriamente sistemato in scatole di cartone nella soffitta dell'edificio. Al momento del riordino la situazione
in cui si trovava l'archivio era di poco cambiata. Benché depositata unitariamente in un'unica stanza della canonica, di
cui si è detto, la documentazione era ancora conservata in parte negli armadi metallici, in parte in scatole di cartone, in
modo disordinato, senza alcuna distinzione di fondi e serie.
Questo può aiutare a comprendere come in fase di riordino si sia constatata la mancanza di un ordine logico e
sistematico della documentazione che tra uno spostamento e l'altro deve per forza aver subito accorpamenti tra i più vari
e casuali. Questo spiega anche la presenza, per il carteggio, di due unità di condizionamento, di recente formazione,
riportanti il titolo: "Documenti storici Varone" e "Miscellanea documentazione storica", dove tali indicazioni, generiche
e imprecise rispetto al contenuto effettivo delle due buste, sostanziano ancor più l'idea di un avvenuto, casuale
accorpamento di più unità archivistiche in origine autonome. Parte del carteggio è pervenuto anche in carte sciolte, in
cartelle e faldoni.
Poche notizie si hanno riguardanti la tenuta dell'archivio. Nella relazione che don Bartolomeo Zomer presenta alle
autorità nel 1868, egli specifica che il curato ha l'obbligo di tenere il registro dei nati e battezzati e quello dei morti: al
termine di ogni trimestre egli però ne deve spedire alla parrocchiale un elenco affinché siano trascritti anche nei registri
della chiesa di Riva. Diverso era il discorso per i matrimoni, per i quali il curato di Varone riceveva di volta in volta la
delega dal parroco. Avvenuta la celebrazione del sacramento, il curato era tenuto a spedire l'atto di matrimonio a Riva
per la successiva trascrizione nel registro parrocchiale.
Risulta difficile individuare e ascrivere all'uno o all'altro curato che esercitarono il loro mandato a Varone un qualsiasi
ordinamento dato alle carte. Mentre i registri e la documentazione più antichi furono compilati da don Francesco
Gentili, don Francesco Maini, don Antonio Colò, don Giuseppe Risatti e don Bartolomeo Zomer, la parte più cospicua
13
del materiale presente in questo archivio fu prodotta da don Valentino Libardi, curato di Varone dal 1894 al 1937, un
periodo lungo quarant'anni durante il quale egli ha lasciato il segno della sua presenza non solo nella storia della
comunità di Varone, ma anche nella storia dell'archvio. Non è però possibile ritrovare oggi le tracce dell' ordinamento
dato dal Libardi all'archivio, vuoi per il fatto che una parte dei documenti andarono distrutti durante la prima guerra
mondiale, come il Libardi stesso annota sul verso di alcune carte dell'archivio, vuoi per la disattenzione e l'incuria a cui
l'archivio è andato soggetto nei vari spostamenti da una sede ad un'altra, vuoi ancora per il recente, parziale riordino
tentato da don Giancarlo Pellegrini, parroco di Varone dal 1987 al 1996. Al suo intervento seguì però un ulteriore
spostamento dell'archivio a causa dei restauri alla canonica, il che ha reso vano il tentativo di sistemazione delle carte
operato da don Pellegrini.
Rilevante per la storia dell'archivio fu lo scoppio della prima guerra mondiale. Infatti il 20 maggio 1915 tutta la
popolazione di Varone, compreso il curato, fu immediatamente evacuata ed internata per tre anni in Austria, Boemia,
Moravia. In tale circostanza i libri canonici non vennero compilati, nè alcuna documentazione venne prodotta dal curato
dell'epoca, don Libardi, anch'egli in esilio a Bystritz presso Pernstein, nel capitanato di Neustadt (Nove Mesto,
Moravia) (1).
Non ci è data notizia riguardo alla collocazione fisica del materiale documentario dell'archivio durante questi tre anni.
Certo è che gli effetti della guerra provocarono non solo la perdita di un numero indefinito di pezzi d'archivio ed il
deterioramento di parte dei registri ma probabilmente comportarono anche la parziale modificazione dell'ordine
originario.
Contenuto
La documentazione custodita nell'archivio parrocchiale di Varone si presenta, nel complesso, in un discreto stato di
conservazione, ad eccezione di alcuni registri che testimoniano i danni subiti dovuti al tempo, all'usura, all'azione
erosiva di tarli, roditori, agli agenti atmosferici, all'incuria.
La documentazione conservata in questo archivio è quella che caratterizza ogni singolo archivio parrocchiale ed è
perciò costituita dai registri anagrafici e da tutti gli atti concernenti l'anagrafe, da urbari, da registri di amministrazione
dei beni, da resoconti e documenti di corredo, nonché dal carteggio da cui emerge l'attività dell'"ente parrocchia".
Note
(1) M. GRAZIOLI, S. IOPPI, R. TURRINI (a cura di), Profughi. la popolazione dell'Alto Garda in Austria, Boemia,
Moravia (1915 - 1918), Arco 1996, p. 188.
14
subfondo 1
Anagrafe di Varone, 1805 - 1987
Contenuto
Con i termini 'libri parrocchiali' o 'libri canonici' si intendono comunemente il libro dei battesimi, della cresima, dei
matrimoni, dei morti e dello stato delle anime. L'adozione, la compilazione e la conservazione di tali registri ad opera
del curatore d'anime, per finalità sia religiose che civili, nella diocesi di Trento perdurò un lungo periodo che si estende
dagli anni del Concilio tridentino fino all'1 gennaio 1924, data in cui venne introdotto lo stato civile italiano.
Nel 1563 con l'emanazione del "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sessio XXIV, capp. 1 2), venne imposta la tenuta dei registri dei battezzati e dei matrimoni, malgrado già a partire dagl'inizi del XV secolo
fecero la loro comparsa alcune disposizioni in merito alla loro compilazione. Per quanto concerne invece i registri dei
morti -anch'essi in uso prima del Concilio-, quelli dei cresimati e gli stati delle anime, essi vennero introdotti dalle
norme inserite nel Rituale Romano emanate da papa Paolo V nel 1614, norme che ai titoli precisamente 91 - 97
prescrivono le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli registri (§ cap. "Formulae scribendae in libris
habendis apud parochos ut infra notatur").
Le leggi menzionate e le disposizioni da esse prescritte vennero in breve tempo accolte e applicate dalle parrocchie
della diocesi di Trento, almeno per quanto riguarda i libri dei battezzati, dei matrimoni e dei morti. I registri dei
cresimati e il 'Liber animarum', invece trovarono una più larga diffusione e un uso più sistematico solo a partire dal XIX
secolo; seppur previsti e raccomandati dal Rituale Romano, di fatto vennero introdotti nella diocesi di Trento con
qualche ritardo, spesso su sollecitazione delle autorità civili.
L'importanza rivestita dai libri canonici venne riconosciuta da tutti i vescovi di Trento, da Bernardo Clesio in poi, che
durante le loro visite pastorali dedicarono una costante attenzione alla tenuta degli archivi e dei registri in essi
conservati invitando i parroci e curatori d'anime ad una esatta compilazione e ad una scrupolosa conservazione di tale
materiale documentario.
Con lettera circolare datata 1 maggio 1781 l'autorità politica manifestò il proprio interesse verso i libri canonici
dichiarandoli documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse
modelli e lingua uniformi per la loro compilazione.
Superata la fase del dominio bavarese e del Regno Italico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono
trasferite ai comuni, benché la regolare tenuta dei libri fosse comunque assolta dai parroci, la legge imperiale del 20
febbraio 1815 -per i matrimoni- e il decreto dell'I. R. Commissione Aulica Centrale d'Organizzazione del 21 agosto
1815 riaffidarono il compito della tenuta delle matricole al clero curato che rientrava così in possesso delle proprie
prerogative, largamente riconosciute dalle norme giuridiche sancite dal Codice civile universale austriaco introdotto in
Trentino l'1 ottobre 1815. Al parroco veniva così attribuita oltre alla funzione di ufficiale di stato civile, il compito di
verificare l'esattezza dell'operato svolto dai predecessori laici, la facoltà di rilasciare certificati di moralità, di povertà, e
tutte le attestazione che potevano derivare dai registri parrocchiali.
Durante il periodo della dominazione asburgica in Trentino, nel libro dei nati, libro che veniva considerato alla base di
tutto il sistema anagrafico, le registrazioni avvenivano all'atto di battesimo, durante la cui amministrazione genitori e
mammana dovevano comparire insieme davanti al parroco per comunicare con esattezza i dati necessari da trascrivere
sul registro; indispensabile era anche la presenza dei padrini in qualità di testimoni. Obbligo del parroco era
documentare i vari casi di illegittimità, di riconoscimento di paternità e di legittimazione per susseguente matrimonio.
15
Il parroco o curatore d'anime doveva inoltre prestare particolare attenzione nella formazione degli atti riguardanti la
celebrazione del matrimonio e la registrazione dello stesso ("Codice civile austriaco", cap. 80).
Prima cosa fra tutte occorreva riportare sul libro degli sponsali un protocollo di promessa di futuro matrimonio che
veniva rilasciato dal parroco dietro superamento, da parte dei due fidanzati, di un interrogatorio atto ad accertare
l'esistenza di qualche impedimento, che poteva essere di varia natura: ecclesiastico, impediente e civile. Fra la
documentazione prodotta da autorità ecclesiastiche e civili, indispensabile per la celebrazione di un matrimonio,
compaiono fedi di battesimo e di cresima, certificati di istruzione religiosa, attestati di eseguite pubblicazioni, permessi
politici e civili, consensi paterni per i minorenni, fedi di morte in caso di decesso del precedente coniuge, eventuali
dispense rilasciate dalle autorità competenti per impedimenti ecclesiastici ecc... Condizione necessaria per la validità del
matrimonio era l'annuncio pubblico da farsi in chiesa per tre volte consecutive e nei giorni di domenica (ciò era stabilito
da prescrizioni ecclesiastiche e dal Codice civile austriaco, cap. 71). Nel periodo della dominazione austriaca, il
matrimonio celebrato in chiesa ebbe validità civile. In seguito all'annessione al Regno d'Italia il matrimonio religioso
cominciò ad essere celebrato distintamente dal matrimonio civile. Solo con il Concordato Lateranense del 1929 e la
legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato in chiesa con rito
religioso. Al parroco perciò spetta il compito di notificare al comune l'avvenuta celebrazione al fine della trascrizione
nei registri anagrafici.
Per quanto riguarda il libro dei morti, le registrazioni del parroco riportavano i dati anagrafici del defunto e la causa del
decesso che veniva rilevata dal certificato rilasciato dal visitatore dei morti. Il parroco doveva trasmettere
periodicamente alle autorità civili le matricole dei morti, come avveniva per le nascite e i matrimoni. A lui spettava
anche il compito di notificare alle autorità statali la scomparsa di chi a vario titolo riceveva una sovvenzione statale o
ricopriva un ruolo socialmente alto.
Lo stato delle anime doveva riportare i dati relativi allo stato di tutte le famiglie residenti nella cura d'anime; le
registrazioni che venivano aggiornate periodicamente e ordinate alfabeticamente per cognomi, indicano la
composizione dei vari nuclei familiari, partendo dal capofamiglia e proseguendo l'elenco dei membri in base all'età.
Il registro degli sponsali, come già accennato, testimoniava la reciproca promessa di matrimonio scambiatasi dai due
futuri sposi davanti al parroco e alla presenza dei testimoni. La registrazione avveniva solamente dopo il superamento
da parte dei due fidanzati di un esame e dopo la verifica fatta dal parroco dell'inesistenza di impedimenti sia
ecclesiastici che civili. Per i minorenni e gli incapaci era indispensabile il consenso del padre o del tutore e del giudice
("Codice civile austriaco", cap. 49). Va sottolineato che il parroco era obbligato ad annotare sul registro anche gli
eventuali scioglimenti della promessa.
16
serie 1.1
Registri dei nati e battezzati, 1805 - 1962
Contenuto
La serie dei registri dei nati e battezzati della parrocchia di Varone è composta di 6 unità archivistiche. I registri
riportano le date di nascita e quelle del battesimo, il nome dei nati, i nomi, le professioni o le date di nascite e di
matrimonio dei genitori, il nome e la professione dei padrini, il nome del ministro celebrante il sacramento. In tutti
questi registri, ad esclusione del più antico, quello che comprende l'arco cronologico che va dal 1805 fino al 1813, si
trovano annotazioni marginali, o in calce alla singola registrazione, relative alla data dell'amministrazione dei
sacramenti del matrimonio e della cresima ai nati presenti nel registro; molto frequenti sono le annotazioni di morte, ma
si possono trovare anche quelle relative a ordinazioni sacerdotali, legittimazioni, adozioni, variazioni matricolari,
riconoscimenti di paternità, ecc..., annotazioni di cui non si è data notizia in questo inventario.
La serie nasce piuttosto tardi, come d'altra parte tutte le serie del presente archivio. Il che si spiega con il fatto che fino
al 1782, data in cui la chiesa di Varone venne elevata a curazia, tutta la documentazione veniva prodotta dalla
parrocchiale di Riva da cui la cappella, poi curazia di Varone, dipendeva. Benché eretta a curazia, il curato di Varone
non ebbe però la facoltà di battezzare, di celebrare matrimoni e di seppellire i morti; nè egli poteva cantare messa e
celebrare gli offici dei defunti senza permesso del parroco.
La compilazione dei primi registri anagrafici avviene solo nel 1805 con la concessione alla chiesa di Varone del fonte
battesimale. L'introduzione del primo libro dei nati infatti risale al 1805 e fu compilato per mano di don Bartolomeo
Speranza.
La compilazione di questi registri fu regolare e senza interruzioni, fatta eccezione per gli anni compresi tra il 1813 e il
1828, cioè tra il primo e il secondo libro. Durante il periodo dell'esilio e dell'internamento del curato, al tempo don
Valentino Libardi, nel capitanato di Neustadt (Moravia), la compilazione dei registri non fu effettuata.
Nel gennaio 1919 al ritorno dall'esilio, il curato curò di registrare non solo le nascite ma anche i matrimoni e le morti
avvenuti all'estero nel periodo della sua assenza. Tali registrazioni non seguono però un ordine cronologico, ma
avvengono secondo l'ordine in cui i vari certificati di nascita, matrimonio e morte giunsero all'ufficio del curato.
La serie, probabilmente negli ultimi decenni, è stata risistemata in quanto alcuni dei registri che la compongono
riportano sul dorso etichette, o traccia di esse, sulle quali sono indicati nuovi titoli comprensivi anche di numero
ordinale progressivo. Tale ordinamento non ha comunque mutato l'ordine originario di formazione e sedimentazione dei
registri.
1.
"1805. Libro de' battezzati della cura del Varone"
1805 agosto 8 - 1813 aprile 11
All'interno del piatto anteriore della coperta: "Pagato dal reverendo signor curato"
Italiano
Registro, legatura cartacea, cc. 25 n.n.
2.
"Liber baptizatorum tantum in ecclesia curatiali Varoni ab anno 1829 al 1883. II" (1)
17
1829 genn. 6-1882 dic. 23; 1889 apr. 18 (con annotazioni posteriori fino al 19 luglio 1966) (2)
All'inizio, in forma di fascicolo slegato dal registro: "Elenco dei nati dal 1871 incluso 1881 in Varone".
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 195
Note
(1) "al 1883. II": aggiunta di mano posteriore
(2) Riguardo all'ultima nascita registrata il 18 aprile 1889 si trova notizia anche nel successivo registro dei nati conservato in questo
archivio con la segnatura 1.1.3
3.
"Nati in Varone dall'anno 1883 - ottobre 1904. III" (tit. int.)
1883 gennaio 15 - 1904 ottobre 17 (con annotazioni fino al 17 maggio 1987)
Sul recto della c. di guardia anteriore: "Varone (...)"
a c. s 13: notizia circa il primo battezzato nella nuova chiesa, 1885 novembre 29
a c. 43, incollata: dichiarazione proveniente dall'ufficio curaziale di Vorderhombach relativa all'avvenuta riconversione alla fede
cattolica da parte di Virgilio Z., 1946 giugno 12
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 98, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n.
4.
"IV. Nati in Varone dai 16 ottobre 1904 fino a 30 aprile 1922"
1904 ottobre 16 - 1922 maggio 14
A c. 27, incollato: estratto di nascita, 1908 luglio 2
a c. 71, incollato: certificato di nascita, 1934 novembre 26
alle cc. sd 84-91: "Elenco dei bambini nati profughi nei paesi dell'esilio durante la guerra. 1915 - 1918", 1915 giugno 4 - 1918
novembre 12
a c. 93, incollato: atto di riconoscimento di figlio naturale, 1924 febbraio 18
Italiano
Registro, legatura in tela, cc. sd. 115, con indice alfabetico per cognomi all'inizio n.n. (1)
Note
(1) L'indice alfabetico è in forma di fascicolo slegato e collocato all'inizio del registro
5.
"V. Registro Nati e Battezzati della Curazia di Varone dal 1 maggio 1922 al 1940"
1922 maggio 18 - 1941 gennaio 5 (con annotazioni fino al 12 luglio 1986)
Sul verso della c. di guardia anteriore: annotazione di don Libardi: "Registri di Stato Civile fino a 31 dicembre 1923", [1924]
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 99, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n.
6.
"Libro VI dei Nati. 1941-1962 (ottobre)" (1)
1941 gennaio 15 - 1962 ottobre 3 (con annotazioni fino all'8 dicembre 1988)
A c. s 22: annotazione relativa ad un mutamento di cognome, 1955 marzo 15
18
a c. s 77: annotazione relativa alla prima messa celebrata a Varone da don Claudio Rigatti, sacerdote della diocesi di Monte Cassino,
1988 dicembre 8
a c. 87, incollato: estratto di nascita, 1967 maggio 2
Italiano
Registro, legatura in tela, cc. sd 99, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n. (2)
Note
(1) "1962 (ottobre)" è aggiunta di mano posteriore
(2) L'indice alfabetico è in forma di fascicolo, slegato e collocato in fondo al registro
19
serie 1.2
Registri dei matrimoni, 1865 - 1966
Contenuto
La serie si compone di 3 registri, sui quali è annotata la data di celebrazione del matrimonio, i nomi degli sposi, le loro
generalità e paternità, le generalità dei testimoni, il nome del ministro celebrante; si fa spesso riferimento anche alle
avvenute pubblicazioni e alla mancanza d'impedimenti civili ed ecclesiastici per la celebrazione del sacramento.
La serie inizia piuttosto tardi, cosa del resto valida anche per gli altri registri anagrafici, in quanto fino agl'inizi
dell'Ottocento, tutta la documentazione era tenuta e prodotta dalla parrocchiale di Riva. Solo con il 1805, concesso il
fonte battesimale, il curato di Varone, ottenne la facoltà di battezzare. A questa data risale infatti il primo registro dei
nati, mentre per la compilazione del primo registro dei matrimoni, avviata dal curato don Bartolomeo Zomer, occorrerà
aspettare il 1865.
La serie, probabilmente negli ultimi decenni, è stata risistemata e alle tre unità che la costituiscono si sono attribuiti
nuovi titoli comprensivi di numero ordinale progressivo, che oggi si leggono su etichette applicate sul dorso dei registri.
Poiché tale ordinamento non ha cambiato affatto l'ordine originario di formazione e sedimentazione dei registri, si è
ritenuto opportuno dare notizia di questi nuovi titoli solo nel caso in cui mancassero quelli originali.
Durante il periodo dell'esilio (1915 - 1918) a cui don Libardi fu costretto così come tutta la popolazione di Varone (1),
la compilazione dei registri parrocchiali non avvenne. Nel gennaio 1919 al suo ritorno, il curato si preoccupò di
registrare non solo le nascite ma anche i matrimoni e le morti avvenute nel periodo della sua assenza. Tali registrazioni
non seguono però un ordine cronologico, ma avvengono secondo l'ordine in cui i vari certificati di nascita, matrimonio e
morte giunsero all'ufficio del curato.
Note
(1) Si veda M. GRAZIOLI, S. IOPPI, R. TURRINI (a cura di), Profughi. La popolazione dell'Alto Garda in Austria,
Boemia, Moravia, Arco 1996.
1.
"Lib.[ro] I Matrim[oni] 1865-1919" (titolo sul dorso) (1)
1865 febbraio 25 - 1881 maggio 24; 1907 dicembre 14 - 1919 dicembre 27
A c. d 36, incollato: certificato di matrimonio proveniente dalla Pennsylvania, 1910 novembre 9
alle cc. sd 50 - 51: registrazione dei matrimoni avvenuti a Braunau a/Inn durante gli anni di esilio coatto degli abitanti di Varone,
1916 agosto 26 - 1918 gennaio 23
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 60
Note
(1) Il titolo presente sul dorso del registro è stato applicato posteriormente
2.
"Matrimoni in Varone da 1 gennaio 1920" (1)
1920 gennaio 3 - 1942 dicembre 26
A c. d I: "Cf. pag. 41"
20
a c. sd 41: atto di matrimonio, 1929 agosto 14
a c. d 41: delega di Monsignor Enrico Paolazzi, arciprete e decano di Riva, nei confronti di don Valentino Libardi, curato di Varone,
alla benedizione dei matrimoni, 1929 agosto 10
a c. 68, incollata: notificazione di matrimonio proveniente da Brooklin, 1935 ottobre 12
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd I, 99, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n.
Note
(1) Sul dorso: "Vol. II Matrim[oni] 1920 - '42"
3.
"III. Matrim.[oni] 1943 - 1966" (1)
1943 gennaio 9 - 1966 aprile 24
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, pp. 198, con indice alfabetico per cognomi n.n. (2)
Note
(1) "1966" è aggiunta di mano posteriore
(2) L'indice alfabetico è in forma di fascicolo, slegato e collocato in fondo al registro
21
serie 1.3
Registri dei morti, 1850 - 1976
Contenuto
La serie si compone di 2 registri, i quali riportano la data e la causa della morte, le generalità del defunto e la data della
sepoltura.
La formazione della serie è piuttosto tarda rispetto all'emanazione nel 1614 del Rituale Romano, il quale prevedeva la
tenuta del libro dei morti. Il curato di Varone ottenne solo dopo alcuni decenni dall'erezione della chiesa a curazia, la
facoltà di battezzare e in seguito quella di celebrare gli offici funebri. La compilazione del primo registro dei morti
principia nel 1850 per mano di don Carlo Colini.
Come già i registri dei nati e dei matrimoni, anche la serie dei libri dei morti in tempi recenti è stata risistemata, ma
l'ordinamento non ha di fatto mutato l'ordine originario di formazione e di sedimentazione della documentazione. Alle
due unità che costituiscono la serie si sono attribuiti nuovi titoli, comprensivi di numero ordinale progressivo, che oggi
si leggono su etichette applicate sul dorso dei registri. Al secondo registro manca al momento attuale l'etichetta, tuttavia
le tracce della sua precedente presenza sono visibilmente riscontrabili.
Durante il periodo dell'internamento del curato (1915 - 1918), la compilazione dei registri non venne effettuata. Al suo
ritorno, il 28 gennaio 1919, don Libardi registrò diligentemente tutti i decessi avvenuti nel periodo in cui la popolazione
di Varone, insieme a quella del Sommolago e della Valle di Ledro, fu obbligata all'evacuazione per raggiungere le
province centrali della monarchia austroungarica, dove rimase in esilio per tre anni.
Le registrazioni non seguono però un ordine cronologico, ma avvengono secondo l'ordine in cui i vari certificati di
morte giunsero all'ufficio curaziale.
1.
"I. Registro dei defunti della Cu[razia] del Varone 1850 - 1940" (1)
1850 gennaio 4 - 1939 dicembre 9
All'interno del piatto anteriore della coperta, incollata: autorizzazione rilasciata dalla parrocchia di Riva e dal curato Zomer di Varone
alla sepoltura del defunto Paolo Tomasi nel cimitero di Romarzollo presso Varignano, 1876 dicembre 12
a c. d 4: il registro dà notizia che a partire dall'agosto del 1855 i defunti di Varone vennero sepolti nel nuovo cimitero, 1855 agosto 20
a c. s 51: insieme all'avvenuto decesso di Pietro Vivaldelli, registrazione del suo lascito alla chiesa di Varone e del beneficio missario
da lui fondato, 1882 gennaio 9
a c. d 51: insieme all'avvenuto decesso di Luigi Benini, registrazione del suo lascito alla chiesa e del legato missario da lui fondato,
1882 aprile 6
a c. s 60: registrazione della morte di don Clemente Pellegrini, beneficiato Ceschini a Varone, 1885 ottobre 8
a p. 155: registrazione della morte di don Giovanni Trentini, beneficiato Ceschini a Varone, 1912 febbraio 7
a p. 152, in calce: annotazione di matrimonio, [1911 giugno]
a p. 175: annotazione del curato don Valentino Libardi riguardante, da una parte l'esilio a cui fu costretto, insieme a tutta la
popolazione di Varone, dal 20 maggio 1915 alla fine della guerra, dall'altra circa la mancata compilazione in tale periodo di questo e
degli altri registri matricolari, [1919]
alle pp. 179 - 181: "Elenco dei soldati di Varone scomparsi nell'anno 1914", [1919]
alle pp. 182 - 192: "Morti nell'esilio", 1915 - 1918
22
a p. 204: annotazione di don Libardi circa il trasferimento e la tumulazione delle salme di tre defunti, membri della famiglia Fiorio
nella tomba di famiglia, collocata nella cappella del cimitero di Varone, 1921 dicembre 22
a p. 262: registrazione della morte di don Alessandro Tita, beneficiato Ceschini a Varone, 1937 maggio 2
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 172 (numerazione originale varia), con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n.
Note
(1) "I" e "1940" sono aggiunta di mano posteriore. Sul dorso: "Vol. II Morti 1859 - 1939"
2.
"Varone Morti II. 1940 -
"
1940 gennaio 15 - 1976 maggio 6 (con visto dell'8 luglio 1976)
a p. 48: registrazione della morte di don Valentino Libardi, curato di Varone, 1948 aprile 21
a p. 86: registrazione della morte di don Pietro Girardini, curato di Varone, 1953 febbraio 24
alle pp. 107 - 108: registrazione della morte di monsignor Enrico Paolazzi, arciprete e decano benacense, 1957 luglio 11
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, pp. 200, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n.
23
serie 1.4
Registri dei cresimati, 1912 - 1987
Contenuto
La serie si compone di 2 registri, i quali riportano il nome e la data di nascita dei cresimati, i nomi dei genitori e del
padrino, la data e il luogo del conferimento della cresima, il nome del ministro celebrante.
La serie nasce molto tardi nel 1912, in quanto, come spiega don Libardi con un'annotazione all'inizio del registro, prima
di questa data non si ha notizia dell'avvenuta amministrazione del sacramento della Confermazione a Varone,
sacramento che usualmente veniva celebrato nella parrocchiale di Riva o nei paesi limitrofi. Solo a partire dal 1959 la
cresima venne amministrata sempre e con regolarità nella chiesa parrocchiale di Varone.
Fra le registrazioni dei cresimati compaiono anche gli alunni della Casa Missionaria del Verbo Divino.
1.
"Cresima dal 1912"
1912 maggio 17 - 1946 giugno 16
A c. d 1: annotazione di don Libardi riguardante l'amministrazione del sacramento della Confermazione avvenuta per la prima volta a
Varone il 17 maggio 1912 durante la visita pastorale di monsignor Celestino Endrici, 1912 maggio 17
alle cc. sd 9 - 12: "Cresimati in Arco nell'aprile e Riva il dì 27 giugno 1909 da Sua Altezza Reverendissima Principe vescovo
Celestino Endrici", [1912 post maggio 17]
a c. sd 13: "Cresimati in Braunau a /Inn lì 13 settembre 1916 dal Reverendissimo mons. Giovanni Maria Gfollner, vescovo di Linz",
[1919]
a c. sd 46: "Alunni della Casa Missionaria del Verbo Divino", 1942 ottobre 14
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 48
2.
"II. vol. "Cresimati 1948 -
"
1948 novembre 21 - 1987 marzo 22
A c. sd 5: "Alunni della Casa Missionaria del Verbo Divino", 1952 ottobre 22
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 37
24
serie 1.5
Stati delle anime, 1831 - 1940
Contenuto
La serie si compone di 3 registri, nei quali sono raccolti i dati relativi alla composizione dei nuclei familiari residenti
nella curazia di Varone. Le registrazioni anagrafiche vengono inserite secondo ordine alfabetico del capofamiglia e nel
caso del registro 1.5.2, compilato in più momenti e perciò da diverse mani, in ordine apparentemente sparso.
Fu probabilmente don Francesco Gentili nel 1831 a dare inizio al primo registro inserito in questa serie, un registro che
dal 1841 al 1847 venne utilizzato dal curato don Antonio Colò non solo per le registrazioni anagrafiche ma anche per
quelle inerenti i matrimoni celebrati e i consensi paterni.
1.
"Alfabeto incominciato l'anno 1831. Ruolo della popolazione"
1831 - 1883
- Indice alfabetico per cognomi relativo alle persone nate e battezzate a Varone con rinvio al numero di pagina corrispondente al
registro "Liber baptizatorum tantum in ecclesia curatiali Varoni ab anno 1829 al 1883", [1831 - 1883]
- "Il presente registro serve soltanto per semplice memoria dei matrimoni fatti nel paese ad uso del Curator d'Anime": elenco dei
matrimoni compilato dal curato don Antonio Colò, 1841 gennaio 23 - 1842 febbraio 6
- "Consensi paterni assunti dal sottoscritto qual delegato del signor Arciprete decano di Riva in caso di minorità degli sposi", 1844
ottobre 19 - 1847 luglio 22
"Ruolo della popolazione della Villa del Varone dessunto il 10 aprile 1846 dal sottoscritto padre Colò Antonio curato": registrazione
anagrafica della popolazione di Varone secondo ordine alfabetico del capofamiglia (1), 1846 aprile 10
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 62 n.n.
Note
(1) Le registrazioni proseguono anche all'interno del piatto posteriore della coperta
2.
"Anagrafi della popolazione di Varone"
sec. XIX ex., anni '50 (1)- 1964 maggio 25
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, pp. 245 (bianche pp. 6)
Note
(1) La data è desunta da un confronto effettuato tra la grafia usata nelle prime carte di questo registro e quella che compare in altri
registri verosimilmente compilati dallo stesso don Giuseppe Risatti
3.
"Anagrafe degli abitanti di Varone"
post 1894 (1) - 1940 luglio 26
All'interno del piatto anteriore della coperta: annotazione di don Libardi riguardante l'indirizzo del Ministero delle Finanze, s.d.
Italiano
Registro, legatura in tela, pp. 229
25
Note
(1) Non riuscendo a risalire alla data precisa in cui si diede inizio alla compilazione del registro, ma riscontrando che esso fu
cominciato da don Valentino Libardi si è considerata come data valida di inizio quella della presenza del detto Libardi nella curazia
di Varone.
26
serie 1.6
Registri degli sponsali, 1908 - 1956
Contenuto
La serie è formata da un unico registro, che riporta il nome e le generalità dei futuri sposi, i quali, alla presenza del
curato e dei testimoni, fanno reciproca promessa di matrimonio. Per la validità di tale promessa, oltre alla presenza dei
testimoni, i due fidanzati dovevano prima superare il cosiddetto 'examen' di cui il curato a volte fa menzione all'atto
della registrazione della promessa.
La serie fu iniziata nel 1908 da don Valentino Libardi. Dal 1951 al 1956 il registro venne utilizzato per le annotazioni
riguardanti le pubblicazioni matrimoniali.
1.
"Sponsali. 1908"
1908 maggio 9 - 1915 marzo 20; 1919 febbraio 22 - 1943 agosto 24; 1951 agosto 19 - 1956 novembre 25
- Registrazioni delle promesse di futuro matrimonio, 1908 maggio 9 - 1943 agosto 4
- registrazioni delle pubblicazioni matrimoniali, 1951 agosto 19 - 1956 novembre 25 (1)
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, pp. 248 (num. orig. parziale; bianche p. 1)
Note
(1) Il registro venne utilizzato nella sua ultima parte per quelle pubblicazioni matrimoniali che coprono l'arco cronologico dal 1951 al
1956; tutte le pubblicazioni di matrimonio antecedenti a questo periodo vennero effettuate negli appositi registri delle pubblicazioni
matrimoniali inseriti nella serie 6.2.
27
serie 1.7
Atti matrimoniali, 1898 - 1923
Contenuto
La serie degli atti matrimoniali è costituita dall'insieme della documentazione prodotta da autorità ecclesiastiche e civili
ai fini della celebrazione del matrimonio.
Benchè tale documentazione possa diversificarsi a seconda delle epoche e dei governi, solitamente tra gli atti si possono
trovare fedi di battesimo e di cresima, certificati di istruzione religiosa, richieste di pubblicazioni, attestati di eseguite
pubblicazioni, attestati di povertà, permessi politici e civili, consensi paterni per i minorenni, dispense da impedimenti
ecclesiastici.
Constatando, in fase di riordino, la mancanza di un' organizzazione del materiale costitutivo tale serie, materiale che
originariamente era conservato piegato in mazzetti, frammisto alla documentazione della parrocchia, si è deciso di
suddividere gli atti in nove pratiche matrimoniali, per altro molto esigue, raccolte in altrettanti fascicoli di nuova
costituzione, distinti per anno. La disposizione degli atti rispetta la successione cronologica, mancando per alcuni di essi
la registrazione nei corrispondenti libri dei matrimoni.
La scarsità degli Atti matrimoniali conservati nell'archivio parrocchiale di Varone fa supporre che una gran parte di essi
sia stata depositata probabilmente nell'archivio della parrocchia di Riva.
1 b. 1 .
Atti matrimoniali
1898 - 1899; 1906; 1910 - 1911; 1919; 1921; 1923
La busta contiene nove pratiche di matrimonio ordinate cronologicamente. Quattro di esse non trovano corrispondenza nelle
registrazioni dei libri dei matrimoni conservati in questo archivio con la segnatura 1.2.1. e 1.2.2.
Italiano
Fascicolo, cc. 68
28
serie 1.8
Carteggio ed atti attinenti all'anagrafe, 1895 - 1957
Contenuto
La serie si compone di certificati e atti anagrafici di diversa natura, e di corrispondenza spedita ai parroci relativa a
registrazioni anagrafiche. La serie non conosceva un ordinamento originario, trovandosi il materiale frammisto alla
documentazione della parrocchia; la serie è stata perciò organizzata in 8 fascicoli di nuova costituzione, raccolti in
un'unica unità di condizionamento.
Si precisa che la disposizione della documentazione relativa ai certificati di nascita, matrimonio, morte all'interno dei
singoli fascicoli rispetta l'ordine di registrazione del corrispondente registro; qualora non compaia tale riscontro, l'ordine
segue la data in cui sono avvenuti la nascita, il matrimonio o la morte, non quella di redazione dell'atto.
1 b. 1 .
Certificati e fedi di nascita
1868 - 1924 (1)
Certificati di nascita, estratti dei registri di nascita, estratti matricolari dei nati dalla chiesa delle baracche di Braunau e dei profughi
della curazia di Varone, circolare relativa alla tenuta degli estratti matricolari, avviso relativo ad un riconoscimento di paternità e
richieste di rettifica (2)
Italiano, latino, tedesco
Fascicolo, cc. 64
Note
(1) Gli estremi cronologici si riferiscono alle date in cui è avvenuta la nascita, non a quelle di redazione dell'atto
(2) Si precisa che i certificati sono stati disposti secondo l'ordine con cui sono stati registrati nei libri dei nati conservati in questo
archivio con la segnatura 1.1.2., 1.1.3., 1.1.4., 1.1.5. Qualora non trovino corrispondenza con tali registrazioni, i certificati sono stati
ordinati secondo la data in cui è avvenuta la nascita
2 b. 1 .
Richieste di pubblicazione di matrimonio
1895; 1920, 1943; 1948
Richieste di pubblicazioni di matrimoni celebrati fuori parrocchia
Italiano
Fascicolo, cc. 9
3 b. 1 .
Certificati di morte
1900 - 1939 (1)
Certificati di morte, avvisi di morti avvenute durante la prima guerra mondiale, estratti matricolari dei morti della chiesa delle
baracche di Braunau e dei profughi della curazia di Varone, permesso di seppellimento e notifiche di decesso (2)
Italiano, tedesco
Fascicolo, cc. 58
Note
(1) Gli estremi cronologici di riferiscono alle date in cui è avvenuta la morte non a quelle di redazione dell'atto
29
(2) Si precisa che i documenti sono stati disposti secondo l'ordine con cui compaiono nel registro dei morti che riporta la segnatura
1.3.1.
4 b. 1 .
Fedi di matrimonio
1901 - 1956
Fedi di matrimonio, avvisi e notificazioni di matrimoni celebrati fuori parrocchia, estratti dai registri dei matrimoni della chiesa delle
baracche di Braunau e dei profughi della curazia di Varone, certificato di povertà
Italiano, inglese
Fascicolo, cc. 69
Note
(1) Si precisa che le carte sono state disposte secondo l'ordine di registrazione che compare nei tre libri dei matrimoni conservati in
questo archivio
5 b. 1 .
"Indice"
[1905 - 1915]
Elenco numerato di documentazione varia: attestati di nascita, certificati di matrimonio, circolari, corrispondenza del curato con
autorità civili ed ecclesiastiche (1)
Italiano
Fascicolo, cc. 2
Note
(1) Ogni documento di questo indice è accompagnato da un numero progressivo che è stato riportato anche sul verso dei corrispettivi
documenti, inseriti, in fase di riordino, in altri fascicoli a seconda dell'oggetto a cui pertengono
6 b. 1 .
Certificati di ammissione alla cresima
1922 - 1945
Contiene tra l'altro comunicazione relativa alla tenuta del libro dei cresimati
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 7
7 b. 1 .
Certificati di stato di famiglia
1935 - 1936
Italiano
Fascicolo, cc. 4
8 b. 1 .
"Pratiche annullamento matrimonio"
1948 - 1957
Certificato di nascita, estratto dal registro dei matrimoni, richieste di annullamento di matrimonio e carteggio relativo alle pratiche
avviate, comunicazione di estinzione della causa per decesso di una delle due parti
Italiano
30
Fascicolo, cc. 34
31
Ente
Beneficio parrocchiale dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria
1463 - 1987 gennaio 24
Luoghi
Varone (Riva del Garda)
Altre forme del nome
Beneficio curaziale della chiesa di Santa Maria Annunciata
Beneficio curaziale di Santa Maria Annunziata in Varone di Riva
Archivi prodotti
Subfondo Beneficio parrocchiale di Varone, 01/01/1829 - 31/12/1950
Storia
Fin dai tempi delle visite pastorali di Bernardo Cles e di Ludovico Madruzzo fu viva la preoccupazione dei vescovi di
verificare l'entità del patrimonio economico delle chiese e dei benefici ed avere sicure informazioni sulle loro
amministrazioni. La norma generale che prevedeva l'obbligo di compilare dei registri dai quali emergessero la quantità e
la qualità dei redditi, nonché la loro relativa amministrazione, rimaneva però spesso nella pratica senza attuazione.
Le rendite del patrimonio del beneficio parrocchiale erano destinate al mantenimento del parroco che, legittimato ad
amministrare la cura d'anime, aveva anche il diritto di percepire tutte le rendite che a questo titolo provenivano alla
chiesa parrocchiale: rendite da caseggiati, fondi, capitali, diritti vari, affitti, interessi, ecc.; esse costituivano la sostanza
del beneficio, che passava di parroco in parroco.
Con la nomina e il conferimento del beneficio e con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco
otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto
rappresentante dell'ente, egli aveva inoltre l'obbligo di difendere e assicurare l'integrità del patrimonio.
Della dote facevano parte anche le decime. L'obbligo morale di contribuire al mantenimento dei ministri del culto ha
origini antichissime e anche prima della sanzione giuridica esso venne sempre largamente e spontaneamente
soddisfatto. La decima corrispondeva a una parte dei prodotti del suolo, che non sempre ammontava ad un decimo, che
gli abitanti dei comuni facenti parte la parrocchia erano obbligati a corrispondere all'autorità ecclesiastica. Anche i
diritti di stola facevano parte del beneficio parrocchiale; questi importi si dovevano corrispondere per domandate
prestazioni ecclesiastiche e cioè per le proclamazioni nuziali, per le esequie, per l'amministrazione di alcuni Sacramenti
e per l'assistenza agli infermi.
Non fu infrequente il caso in cui le rendite di un beneficio con cura d'anime non bastasse al sostentamento dell'investito,
a causa della sua esiguità o per gli oneri su di esso gravanti; le cose peggiorarono tra la fine del XVIII secolo e gli inizi
del XIX quando si cominciarono ad abolire enti e corporazioni religiose, a dichiarare nazionali e a vendere i beni della
chiesa, ad abolire le decime ed altre prestazioni. Molte parrocchie si trovarono quindi spogliate di rendite. I governi
dovettero perciò provvedere stabilendo delle congrue e supplementi di congrue a carico dei comuni o di altri enti.
32
Il beneficio curaziale o parrocchiale era costituito da un complesso di beni mobili e immobili che venivano destinati in
modo stabile al mantenimento del curato o del parroco che in quanto tale aveva l'obbligo di residenza 'toto tempore sua
vita' nel territorio curaziale sul quale egli esercitava il mandato; aveva il dovere di ben governare e diligentemente
amministrare i beni della chiesa, nonchè il compito di rispondere alle esigenze spirituali della comunità. A questo infatti
fu obbligato nel 1468 il frate francescano Nicola di San Giovanni Rotondo in Puglia, primo beneficiato di San Giacomo
e della Madonna del Pernon, il beneficio fondato nel 1463 da Gabriele de Pitiliana (1). I sindaci e i consiglieri di Riva
che ne detenevano il giuspatronato, assegnarono in seguito al beneficiato, oltre alla cura e al governo della cappella
della Madonna del Perdon, anche le entrate di detta chiesa (2).
Col tempo però, le rendite concesse al beneficio si rivelarono insufficienti, al punto che si resero sempre più manifeste e
insistenti le richieste della popolazione di Varone, che contribuiva con cento fiorini annui all'onorario del curato pro
tempore, a dei sussidi finanziari che sarebbero andati a rimpinguare la congrua. I capifamiglia che contribuivano al
mantenimento del curato avevano però diritto a scegliere con l'assistenza del parroco di Riva del Garda tre sacerdoti da
presentare all'arciprete per la nomina (3).
Con la Convenzione del 7 aprile 1829 e dell'8 maggio 1830 stipulata a Riva tra il Civico Magistrato e i deputati della
popolazione di Varone, il curato divenne l'unico proprietario dei beni che costituivano il beneficio della Madonna del
Perdon (si trattava di cinque fondi arativi e prativi situati all'interno dei confini del territorio curaziale), beni prima
associati e uniti al beneficio di San Giacomo, dal quale ora venivano definitivamente svincolati. Il beneficiato di San
Giacomo doveva inoltre pagare annualmente al curato di Varone quei cento fiorini annui che sarebbero andati a
completare la dotazione curaziale e che fino a quel momento erano stati corrisposti dalle famiglie della cura d'anime di
Varone (4).
Nel 1882 il Comune di Riva, quale amministratore del patrimonio beneficiale, provvide alla liquidazione della congrua
del curato di Varone, assegnandogli, non senza polemiche, la somma di 268 fiorini.
La casa canonicale con l'orto annesso erano di proprietà del Comune di Riva ma con diritto d'usufrutto concesso al
curato di Varone dal 1782, data dell'erezione della curazia.
In seguito alle norme concordatarie del 1984 tra Stato e Chiesa, furono estinti tutti gli enti, quali benefici, chiese,
curazie..., i cui beni furono incamerati dall'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e alla parrocchia fu attribuita
la qualifica di "Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto".
In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986
(pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio parrocchiale di
Varone ha perso la personalità giuridica civile.
Funzioni, occupazioni e attività
Una precisa definizione dei benefici, e tra questi del beneficio parrocchiale, come enti giuridici si ha solo con il Codice
di diritto canonico del 1917. Il can. 1409, infatti, lo definisce come "un ente giuridico costituito o eretto in perpetuo
dall'autorità ecclesiastica, composto di un ufficio sacro e del diritto di percepire i redditi della dote, spettanti all'ufficio".
Il beneficio era dunque costituito da due elementi: uno definito "spirituale", cioé l'ufficio sacro, e l'altro "materiale", la
dote annessa. L'origine dei benefici si deve ricercare nelle prime fasi della cristianizzazione quando il vescovo
distribuiva le offerte dei fedeli al clero, ai poveri e alle chiese. I sacerdoti rurali godevano, a loro volta, dell'usufrutto dei
diritti feudali o prestazioni reali. Soltanto verso l'XI secolo i benefici divennero perpetui. La dote del beneficio poteva
essere costituita da beni mobili o immobili, come campi, vigneti, boschi, pascoli, case e in seguito titoli del debito
pubblico o titoli di stato; da prestazioni certe e obbligatorie da parte di famiglie o persone morali, come le decime,
33
assegni dal Comune; da offerte sicure dei fedeli spettanti al beneficiato come le tasse o quotazioni liberamente assunte;
dai diritti di stola, nei limiti delle tasse diocesane o della legittima consuetudine. Il beneficio parrocchiale aveva annessa
la cura d'anime era perciò un beneficio curato: in analogia con gli uffici ecclesiastici anche i benefici potevano
distinguersi in riservati e di libera collazione, elettivi e di giuspatronato. L'erezione era l'atto legittimo con cui la
competente autorità ecclesiastica costituiva il beneficio. La fondazione consisteva invece nella costituzione della dote
beneficiaria. Il beneficio non si poteva erigere se non aveva una dote stabile e conveniente, con redditi perpetui. Una
forma particolare di conferimento del beneficio era quella preceduta dalla presentazione del candidato da parte di un
patrono (comunità, padronato, famiglia, clero regolare, re, governo). Nel Trentino, in seguito alla secolarizzazione del
principato vescovile, tutti i benefici esistenti nel territorio e non soggetti già a un patronato privato, divennero di
patronato cesareo. Solo con il Concordato del 1929 (art. 25) lo stato italiano rinunciò alla prerogativa sovrana del regio
patronato sui benefici maggiori e minori, che gradualmente decaddero. Con la nomina e il conferimento del beneficio e
con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del
suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto rappresentante dell'ente egli aveva inoltre l'obbligo di
difendere e assicurare l'integrità del patrimonio e di amministrarlo sotto la sorveglianza dei vescovi, dei patroni e dello
stato. Nel corso dei secoli le rendite di alcuni benefici parrocchiali vennero a poco a poco assottigliandosi fino a non
essere sufficienti al mantenimento del beneficiato. I governi dovettero perciò provvedere stabilendo congrue e
supplementi di congrue a carico dei Comuni o di altri enti. L'istituto del beneficio ecclesiastico fino al Concilio
Vaticano II ha costituito il principale strumento tecnico per procurare il sostentamento del clero; il Concilio pervenne
alla decisione che esso doveva "essere abbandonato, o almeno riformato a fondo" ("Presbyterorum Ordinis", decreto 7
dicembre 1965 § 20). Così il Codice di diritto canonico del 1983 ha prefigurato (CIC 1983, can. 1272 § 2) la
costituzione dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e ha chiamato la Conferenza episcopale alla graduale
devoluzione di redditi e per quanto possibile della dote stessa beneficiale all'istituto.
Contesto generale
Diocesi di Trento
Note
(1) ADTn, Fondazioni 31 n. 25, pp. 13 - 21, 22 - 25; ADTn, Atti visitali 84, c. 251r
(2) ADTn, Fondazioni 31 n. 25, p. 51
(3) ADTn, Investiture 11, c. 138v
(4) Archivio parrocchiale di Varone, 2.1.1, cc. 1 - 6
34
subfondo 2
Beneficio parrocchiale di Varone, 1829 - 1950
Soggetti produttori
Beneficio parrocchiale dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria, 1463 - 1987 gennaio 24
Contenuto
Questo sottofondo raccoglie in fascicoli ordinati cronologicamente e di nuova cosituzione il materiale documentario
prodotto e ricevuto dal curato in qualità di amministratore del beneficio parrocchiale. Parte della documentazione patì
gli effetti dei danni causati dalla prima guerra mondiale, nel periodo in cui l'archivio venne lasciato completamente in
balia degli eventi, dopo l'esilio del curato e della popolazione. Alcune carte vennero infatti distrutte, come si rileva da
un'annotazione di don Libardi presente in uno degli inventari del patrimonio beneficiale contenuto in 2.1.3.
In questo sottofondo è ben riscontrabile il tentativo operato dal Libardi di organizzazione di almeno parte della
documentazione, come dimostrano i documenti scritti di suo pugno, copie conformi all'originale, relativi alla
fondazione del beneficio curaziale; oppure si veda il verso di alcune carte le quali presentano piccoli regesti indicanti il
contenuto.
Si fa presente inoltre che ulteriori notizie in merito all'amministrazione del beneficio curaziale sono contenute
nell'Urbario della chiesa (3.1.1.).
35
serie 2.1
Atti amministrativi, 1829 - anni '40
Contenuto
La serie degli Atti amministrativi relativi al beneficio parrocchiale si compone di quattro fascicoli, tutti di nuova
costituzione, raccolti in un'unica unità di condizionamento. La documentazione è stata rinvenuta in mazzi compiegata
insieme lungo il lato longitudinale e frammista al resto del materiale documentario della parrocchia. Svincolata da esso
si è proceduto a stendere le carte, organizzandole, secondo l'oggetto cui pertengono, in quattro fascicoli ordinati
cronologicamente.
1 b. 1 .
"Fondazione del beneficio curaziale di Varone"
1829 - 1830 (1)
Copie dei documenti relativi alla convenzione stretta tra il Civico Magistrato di Riva e i deputati della popolazione di Varone
riguardante la fondazione e la consistenza del patrimonio del beneficio curaziale, di cui unico amministratore viene nominato il
curato
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 6
Note
(1) I documenti sono presenti in copia. Gli estremi cronologici corrispondono alle date in cui vennero redatti gli atti originali, non
alle copie conformi all'originale manoscritte da Libardi circa cinquant'anni dopo
2 b. 1 .
Carteggio ed atti relativi alla richiesta di integrazione della congrua da parte del curato di Varone
1839 - 1840; 1872 - 1889
Italiano
Fascicolo, cc. 28
3 b. 1 .
"Beneficio curaziale" (1)
1883 - 1905; 1923 - 1942
Diffide di pagamento, norme per la compilazione della fassione, fassioni sugli emolumenti congiunti con l'ufficio sacerdotale,
inventari del patrimonio del beneficio, stato dei capitali del beneficio, fogli di possesso fondiario, registri dello stato patrimoniale,
prospetti di rettifica, intavolazione di un diritto di proprietà, contratti di locazione
sul verso dell'ultima c. dell'inventario del patrimonio riguardante gli anni 1894 - 1905: annotazione di don Libardi relativa
all'avvenuta distruzione dei nuovi inventari durante "l'incendio bellico del 1918", s.d.
Italiano
Fascicolo, cc. 83
Note
(1) Il titolo è tratto da quanto riportato sul verso delle cc. 19 e 27 di questo fascicolo
36
4 b. 1 .
Verbali di riconsegna
1890 - 1894; 1937 - sec. XX, anni '40
Atto di consegna dell'archivio e degli atti dell'ufficio curaziale di Varone compilato dal curato Bartolomeo Zomer, atti di consegna
del patrimonio della chiesa e del beneficio curaziale, verbali di riconsegna dei beni della curazia e del beneficio curaziale di Varone
compilati da don Libardi, rilevazione del materiale documentario presente nell'archivio eseguita da don Girardini
Italiano
Fascicolo, cc. 22
37
serie 2.2
Resoconti, 1946 - 1950
Contenuto
Se precedentemente al Concordato del 1855 tra Impero austro - ungarico e Chiesa romana, la sorveglianza
sull'amministrazione dei beni ecclesiastici spettava agli organi locali di governo, ora essa diveniva, in base all'articolo
30 dell'accordo, di competenza dell'autorità ecclesiastica. A tale scopo venne istituito a Trento nel 1865 l'Ufficio
Amministrativo Diocesano.
Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866
regolamentarono la materia, fissando inoltre delle regole per la redazione dei resoconti secondo determinati formulari.
Gli amministratori del patrimonio della chiesa avevano l'obbligo di redigere annualmente i resoconti, che muniti del
visto del curato o del parroco, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato, corredati della relativa
documentazione in ordine d'entrata e d'uscita. A sua volta l'Ordinariato doveva rispedirne una copia al curatore d'anime
e inviare l'altra all'autorità politica provinciale.
La serie dei resoconti del beneficio parrocchiale si compone di un unico fascicolo, di esigua entità e di nuova
costituzione, il cui materiale è stato rinvenuto frammisto alla documentazione della parrocchia. I resoconti riguardano
solo gli anni dal 1946 al 1950 e furono redatti da don Girardini.
1 b. 1 .
Rese di conto del patrimonio del beneficio curaziale
1946 - 1950 (1)
Italiano
Fascicolo, cc. 4
Note
(1) Nel determinare gli estremi cronologici, si sono considerate le date a cui si riferiscono i resoconti, non quelle dell'effettiva
redazione dei medesimi
38
subfondo 3
Chiesa parrocchiale di Varone, 1720 - 1967
Contenuto
La chiesa di Varone è dedicata alla Beata Vergine Annunciata ab immemorabili.
Fu dapprima una semplice cappella, dipendente dalla parrocchiale di Riva, nella quale un sacerdote, il beneficiato di
San Giacomo e della Madonna del Perdon si recava una volta alla settimana a celebrare messa. Solo più tardi fu
assegnato alla cappella della Madonna del Perdon di Varone un beneficiato con l'obbligo della residenza e
dell'amministrazione dei beni, le cui entrate erano state aggregate e incorporate ai due benefici Cerdo e Pitiliana,
fondati rispettivamente nel 1319 e nel 1463, noti appunto con il nome di San Giacomo e della Madonna del Perdon.
Le ristrettezze economiche con cui dovette sempre fare i conti la cappella e il dissipamento di quelle poche entrate
spinsero alcuni abitanti di Varone a costituire all'altare di Sant'Antonio una "fratellanza". Il 10 maggio 1754 essi
inviarono una lettera al vescovo per ottenere l'approvazione all'erezione della compagnia in modo da "poter elleger un
de suoi membri capace e coscienzioso quale n'abbia al cura di detta chiesa e ... dandone alla fine di cadaun anno il conto
al Reverendissimo signor arciprete di Riva" (1). A tale scopo i confratelli nominarono un massaro per l'altare di
Sant'Antonio e un custode degli altri altari e della chiesa, con il compito di amministrare le entrate e le uscite e di
presentare i conti sia ai confratelli che al signor arciprete di Riva.
Nel 1781 i maestri di Castione Giovanni Sartori, Domenico dal Rì e Antonio Scarperi eressero nella chiesa detta del
Perdon un altare con suo tabernacolo in marmo policromo (2); l'anno dopo, il 19 settembre 1782 la cappella venne
eretta a curazia. Nel 1805 in seguito a varie richieste la popolazione di Varone ottenne la concessione del fonte
battesimale. Il curato ebbe così la facoltà di battezzare mentre per l'amministrazione di tutti gli altri sacramenti, funerali
e matrimoni inclusi, gli abitanti di Varone dovevano recarsi alla chiesa parrocchiale di Riva.
Negli anni '30
dell'Ottocento inizia infatti il carteggio tra il curato di Varone e l'autorità civile relativo alla necessità di erigere un
cimitero nel paese di Varone. Solo nell'ottobre del 1857 si stabilì che il camposanto sarebbe sorto nel fondo demaniale
al Marone ceduto dall'Eccelso Imperial Regio Erario al Comune di Riva, il quale si esonerava da qualsiasi spesa relativa
alla sua costruzione che invece era a carico della popolazione di Varone (3).
I ripetuti straripamenti del torrente Varone e le dimensioni alquanto ridotte della chiesa, che non riusciva più ad
accogliere in maniera adeguata il numero dei fedeli, imposero la costruzione di un nuovo edificio più capace e posto in
luogo più sicuro rispetto alle inondazioni. Per questo il 10 aprile 1847 venne presentato all'Imperiale Regio Giudizio un
prospetto delle spontanee offerte dei capifamiglia di Varone per facilitare l'erezione di una nuova chiesa curaziale la cui
costruzione fu terminata nel 1885 e benedetta nel 1889.
All'amministrazione del patrimonio della chiesa, incrementato da benefici, donazioni e lasciti furono preposti i massari
o fabbiceri, affiancati a partire dagl'inizi del XX secolo dal curato attorno al quale probabilmente gravavano la maggior
parte delle competenze.
Rientravano nell'amministrazione del curato anche i capitali, le realità, le obbligazioni della chiesa, i legati ecclesiastici,
le associazioni parrocchiali quali l'Opera di San Vigilio, l'Opera di San Pietro, l'Opera della S. Infanzia, l'Apostolato
della Preghiera, ecc...
Questo sottofondo si compone di diversi fascicoli, in parte originari, in parte di nuova costituzione, e di un urbario. Il
materiale è stato rinvenuto in due mazzi, compiegato per lungo sul lato longitudinale, in parte frammisto al resto della
39
documentazione della parrocchia. In fase di riordino si è proceduto a distendere le carte, ordinandole cronologicamente
e organizzandole in fascicoli a seconda dell'oggetto cui pertengono.
Note
(1) Archivio parrocchiale di Varone, 3.1.1, p. 1
(2) Archivio parrocchiale di Varone, 3.1.1, p. 35 (bis)
(3) Archivio parrocchiale di Varone, 3.2.3, cc. 1 - 14
40
serie 3.1
Urbari, [1907] - 1953
Contenuto
Già all'epoca delle visite pastorali di Bernardo Clesio (1537 - 1538) e di Ludovico Madruzzo (1579 - 1581) fu viva la
preoccupazione dell'alto clero di verificare l'entità del patrimonio economico delle chiese e dei benefici e di avere sicuri
ragguagli sulle loro amministrazioni. In entrambe le occasioni, sia il Clesio che il Madruzzo constatarono,
rammaricandosene, come la norma generale, che prevedeva l'obbligo di compilare dei registri da cui far emergere i dati
in merito alla quantità e alle modalità di gestione dei redditi della chiesa, rimanesse nella pratica senza attuazione. A
questo stato di cose si cercò di far fronte con speciali disposizioni miranti a rinnovare l'obbligo del clero alla redazione
di inventari sia dei beni stabili che immobili, nonchè alla corretta tenuta dei libri di conti (cfr. le Costituzioni sinodali di
Ludovico Madruzzo, capp. XLVI - XLVII, le quali riprendono e aggiornano i capp. XXIII - XXIV delle "Constitutiones
Bernardi").
Mentre l'amministrazione del beneficio spettava al titolare della cura d'anime, l'incarico di amministrare il patrimonio
della chiesa era invece assunto da specifici funzionari chiamati sindaci o massari e, in tempi più recenti, fabbriceri. Al
termine di ogni anno, prima di passare le consegne ai nuovi eletti, essi dovevano rendere conto del loro operato al
curatore d'anime (secondo quanto era stabilito dalle Costituzioni sinodali di Ludovico Madruzzo, cap. 50), al quale
competeva 'la principale direzione' (1) sulla gestione dei beni e degli affari della chiesa.
Per la corretta e vigile amministrazione di questi beni venivano adottati registri diversi, quali il registro degli
instrumenti, l'urbario, il libro maestro.
Nel registro degli instrumenti venivano trascritti dai notai atti relativi a locazioni, costituzioni di censo, compravendite,
ecc... di beni di enti della parrocchia.
In particolare nell'urbario o registro degli stabili e dei capitali venivano registrati i fondi, gli immobili, i capitali di
proprietà della chiesa, così come i censi, i livelli e le altre contribuzioni ad essa dovute. I beni posseduti erano descritti
con le rispettive estensioni e le rendite annuali, le scadenze dei pagamenti degli interessi, i nomi dei debitori e dei
locatari, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.
Il libro maestro o partitario era un registro suddiviso in tante partite distinte quante erano le persone con le quali era
subentrato un qualche rapporto di interesse. Delle due registrazioni, una riguardava l'annotazione del credito costituito
(finca dell'avere), l'altra la trascrizione degli acconti e/o dei saldi nel momento in cui si verificavano i versamenti da
parte del debitore.
La serie consta di un'unità archivistica, costituita da un urbario risalente verosimilmente al 1907.
Apparentemente sembra di poter affermare che i curati di Varone non mostrarono grande interesse nella creazione di
una continuità seriale e nella tenuta di questa tipologia di registri.
L'unico urbario presente, compilato quasi interamente da don Libardi, contiene l'elenco dei capitali e delle realità non
solo della chiesa, ma anche del beneficio curaziale. Registra altresì i benefici e le messe legatarie fondati a favore della
chiesa e del beneficio.
Note
(1) G. BAZZANELLA, Manuale d'ufficio del clero curato, vol. I, Trento 1905, p. 360
41
1.
"Urbario della chiesa curaziale di Varone"
"Fondazioni nella curazia di Varone" (1)
[1907] - 1953 febbraio 24
pp. 1 - 60: urbario dei capitali e delle realità della chiesa e del beneficio curaziale di Varone, 1907 - 1937
sul recto della c. di guardia anteriore: annotazione di don Libardi "Elenco dei curati di Varone pag. 56"
a p. 39: "Legato missioni di Teresa vedova Malossini-Pederzolli", 1920 marzo 18 - 1936 agosto 11
a p. 56: "Elenco dei curati di Varone", post 1894 novembre 25 - post 1953 febbraio 24
pp. 1 - 39: elenco dei legati fondati nella chiesa di Varone e a favore del beneficio parrocchiale, 1907 - 1952 (2)
pp. 41 - 45: "Messe legatarie a carico della chiesa curaziale di Varone celebrate", 1907 - 1951 (3)
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, pp. 1 - 60, 1 - 45 (bianche pp. 5), con indici per argomenti sul verso della c. di guardia anteriore e
sul recto della c. di guardia posteriore (4)
Note
(1) "Fondazioni nella curazia di Varone": questo titolo si trova scritto all'esterno del piatto posteriore della coperta; dunque questa
parte è stata compilata a registro capovolto
(2) e (3) Questa parte è stata compilata a registro capovolto
(4) L'indice che compare sul recto della c. di guardia posteriore è stato compilato a registro capovolto
42
serie 3.2
Atti amministrativi, 1720 - 1950
Contenuto
La serie raccoglie atti di pignoramento e di locazione di beni di proprietà della chiesa a cui si aggiunge la
documentazione relativa a restauri avvenuti alla chiesa, il carteggio relativo alla concessione del fonte battesimale e
quello riguardante l'erezione del cimitero. In questa serie si conserva anche il carteggio di carattere fiscale (fassioni,
obbligazioni di stato ...) e gli inventari del patrimonio.
Le carte, prive di un'originaria organizzazione, in fase di riordino sono state disposte in fascicoli e in sottofascicoli, in
parte di nuova costituzione, rispettando l'ordine cronologico. Parte del materiale ora confluito in questa serie, e prima
diversamente collocato, è stato qui avvicinato per affinità tematica con il resto della documentazione.
1 b. 1 .
Documentazione relativa a lavori e restauri accorsi all'edificio sacrestia, e alla chiesa
1720; 1847 - 1937
Contratto tra don Giuseppe Ceschini e Giovanni Caminada muratore per la costruzione della sacrestia, permesso accordato per i
successivi restauri all'edificio sacrestia, prospetto degli offerenti per l'erezione di una nuova chiesa, carteggio relativo alla costruzione
di nuovi banchi, elenco degli offerenti per la realizzazione di una statua raffigurante S. Rocco, supplica di don Libardi per la
riparazione delle finestre della chiesa, carteggio relativo alla nuova pavimentazione della chiesa
contiene anche alcuni disegni di armadi e banchi
Italiano
Fascicolo, cc. 26
2 b. 1 .
" B. Carte appartenenti all'amministrazione della venerabile chiesa curaziale. Documenti chiesa ed altre carte della
curazia" (1)
1783 - 1926 (con annotazioni fino al 30 dicembre 1928)
Fascicolo
Note
(1) "Documenti chiesa ed altre carte della curazia " è stato aggiunto a matita
2.1 b. 1 .
Locazione e vendite
1783 - 1852
Atti di locazione e di incanto di fondi di proprietà dell'altare di Sant'Antonio della chiesa di Varone
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 13
2.2 b. 1 .
"Concessione del battistero. 1805" (1)
1805
43
Copia del documento di concessione del battistero e carteggio relativo
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 3
Note
(1) Il titolo è tratto da quanto compare a c. 2v
2.3 b. 1 .
Pignoramento (1)
1833
Supplica del sindaco della chiesa di Varone al pignoramento dei beni di un privato per mancato pagamento
Italiano
Fascicolo, cc. 6
Note
(1) Il documento è presente in triplice copia
2.4 b. 1 .
Capitale chiesa
1839 - 1881; 1902
Mutuazione a privato di un capitale lasciato alla chiesa come legato, insinuazione, convenzione
Italiano
Fascicolo, cc. 13
2.5 b. 1 .
"Affitanza fondo chiesa alle Fontane" (1)
1847 - 1892; 1926 (con annotazioni fino al 30 dicembre 1928)
Contratti di locazione e capitolati d'asta del fondo di proprietà della venerabile chiesa di Varone situato a Gavazzo, regola del
Piscolo nel luogo detto "alle Fontane", condizioni d'affittanza con annotazioni di don Libardi circa la riscossione della quota di
affitto per gli anni 1927 - 1928
Italiano
Fascicolo, cc. 28
Note
(1) Il titolo è desunto da quanto vergato a matita da don Libardi sul verso di c. 12
2.6 b. 1 .
"Chiesa 1869" (1)
1854 - 1869
Carteggio relativo all'obbligazione dell'esonero del suolo del Tirolo e Vorarlberg
Italiano
Fascicolo, cc. 10
Note
(1) Il titolo è ripreso da quanto riportato sul verso delle cc. 6 e 8 del fascicolo
2.7 b. 1 .
44
"Chiesa. Capitale Righi fratelli dei Campi ritirato" (1)
1872 - 1883
Carteggio relativo al debito contratto dai fratelli Righi verso la chiesa curaziale di Varone, invito di comparizione,
dichiarazione di ricevuto pagamento
Italiano
Fascicolo, cc. 8
Note
(1) Il titolo è ripreso da quanto riportato sul verso dell'ultima carta del fascicolo
3 b. 1 .
"1856. Cimitero e chiesa"
1836 - post 1870
Carteggio relativo all'erezione di un nuovo cimitero a Varone
Italiano
Fascicolo, cc. 14 n.n.
4 b. 1 .
Documenti relativi all'amministrazione del patrimonio della chiesa
1861; 1864; 1871 - 1950
Diffide di pagamento per gli anni 1861, 1864, 1871 - 1881, fassioni per la commisurazione dell'equivalente d'imposta, denunce e
avvisi relativi alla tassa della manomorta, documenti relativi a titoli, obbligazioni di stato e versamenti in banca, appunti
Italiano
Fascicolo, cc. 58
5 b. 1 .
Inventari del patrimonio della chiesa curaziale di Varone
1867; 1890; 1895; 1929
Italiano
Fascicolo, cc. 22
6 b. 1 .
Polizze di assicurazione
1919; 1940; 1942
Italiano
Fascicolo, cc. 15
7 b. 1 .
Campane
1920 - sec. XX, anni '40
Carteggio relativo alla domanda avanzata da don Libardi di risarcimento per danni di guerra finalizzata all'ottenimento di nuove
campane, quietanze di pagamento, censimento delle campane di Varone
Italiano
Fascicolo, cc. 14
45
8 b. 1 .
Cassaforte
1931; 1947
Domanda della Fabbriceria della chiesa di Varone al podestà di Riva circa la donazione di una cassaforte atta alla collocazione e
conservazione dei documenti, comunicazione di un privato relativa alla disponibilità di una cassaforte e alle modalità di pagamento
Italiano
Fascicolo, cc. 2
9 b. 1 .
Atti riguardanti il patrimonio della chiesa
1937; 1941; 1943
Intavolazione della cancellazione di un diritto ipotecario, domanda di monsignor Carlo de Ferrari relativa all'autorizzazione ad una
donazione fatta da don Pietro Girardini, contratto relativo al trasporto di tronchi
Italiano
Fascicolo, cc. 6
46
serie 3.3
Registri di cassa, 1936 - 1967
Contenuto
I registri dei conti o giornali di cassa venivano compilati dai sindaci o fabbriceri, che vi riportavano le rese di conto
annuali, registrando in finche predisposte e distinte l'ammontare degli importi delle entrate e delle uscite e il saldo
finale.
Nei libri di cassa introdotti più recentemente, tenuti usualmente dal curatore d'anime, venivano registrate
quotidianamente le entrate e le uscite di denaro.
La serie si compone di cinque unità costituite da quattro registri di cassa della chiesa e uno riguardante
l'amministrazione del fondo del Pane di Sant'Antonio. In particolare il primo libro si caratterizza per l'eterogeneità delle
registrazioni che documentano non solo gli stabili e i capitali della chiesa, ma anche i censi e i livelli dovuti alla chiesa;
vengono annotate l'erezione di una fratellanza costituitasi per curare l'amministrazione delle rendite dei beni dell'altare
di Sant'Antonio e della chiesa, le elezioni dei vari massari, le spese sostenute per i restauri alla chiesa, e per la
costruzione di un nuovo altare con tabernacolo, le rese di conto da parte dei fabbriceri.
A parte l'ultima registrazione del 1912 di mano di don Libardi, il registro venne compilato dai massari incaricati. Dal
fondo del Pane di Sant'Antonio, amministrato dal curato locale e alimentato da offerte spontanee in denaro, venivano
attinte le elemosine destinate a opere di beneficenza e carità. Nel periodo 1955 - 1967, le registrazioni riguardanti la
contabilità di tale fondo, vuoi per l'esiguità degli affari trattati, vuoi per il fatto che il curato era amministratore comune
di questo e del fondo della chiesa, confluiscono nei registri cassa della chiesa.
Il criterio in base al quale si è proceduto ad organizzare la serie, non è quello cronologico, ma per coerenza tematica e
per maggiore importanza rivestita, si sono fatti precedere i registri cassa della chiesa a quello del fondo del Pane di
Sant'Antonio, che è stato collocato in fondo alla serie.
1.
"Libro generale con le raggioni della chiesa del Pernon al Varone per zello de confratelli di detto luocho e vicinanze
1754 dato principio con consenso del Reverendissimo Parocho di Riva e [tuti] il consenso dell'[Eccellenza] Superiorità
di Trento confirmata da Sua Altezza Reverendissima Francesco Felice presente li 22 marzo 1759 come da rescritti"
1754 novembre 13 - 1811 agosto 13; 1890 settembre 21 - 1893 ottobre 8; 1912 aprile 15
All'interno del piatto anteriore della coperta: "N. 60"
pp. 1 - 2: supplica indirizzata al vescovo da parte dei confratelli per la conferma della confraternita dell'altare di Sant'Antonio nella
chiesa del Varone, 1755 maggio 10 - luglio 29 pp. 3 - 5: costituzione della confraternita dell'altare di Sant'Antonio approvata dal
parroco di Riva, ed elenco delle persone che ne facevano parte, 1754 novembre 13 - 1755 novembre 29
pp. 6 - 9: conferma da parte del vescovo Francesco Felice Alberti d'Enno della confraternita e nomina del massaro, 1759 marzo 22
pp. 10 - 35 (1): rese di conto delle entrate ed uscite dell'altare di Sant'Antonio, 1759 aprile 4 - 1781 luglio 3
p. 35 (bis): notizia riguardante l'erezione nella chiesa di Varone di un altare, con suo tabernacolo, da parte dei Maestri di Castione di
Brentonico, i signori Sartori, Scarperi, Dal Rì, 1781 maggio 6
pp. 35 (ter) - 76: registrazione effettuata dal massaro delle entrate e delle uscite della chiesa di Varone, 1781 agosto - 1792 gennaio
12
a p. 37: annotazione relativa alla data nella quale 'fu messo il SS. Sacramento", 1782 settembre 29
47
p. 77: annotazione del prefetto della Congregazione di Carità di Riva relativa all'estrazione dal presente registro del fascicolo
"corrispondente al legato Salizzoni dal foglio 78 al foglio 89 inclusive", 1811 agosto 13
cc. sd 1 - 6: resoconto dei fabbriceri e del curato don Giovanni Ferrari circa le entrate e le uscite della chiesa per gli anni 1890 - 1893,
1890 settembre 21 - 1893 ottobre 8
c. d 7: annotazione relativa alla decisione del curato e dei fabbriceri riguardante le spese da compiersi per lavori di riparazione alla
chiesa, 1912 aprile 15
in fondo (2): annotazioni di mani diverse circa le elezioni del massaro della comunità di Varone, 1781 agosto 1 - 1786 gennaio 29
Italiano
Registro, legatura in pelle, pp. 1 - 35, 35 (bis) - 77, cc. sd 1 - 7(bianche cc. 3)
Note
(1) Le pp. 1 - 35 costituiscono un fascicolo in originale probabilmente autonomo
(2) Il fascicolo fu aggiunto posteriormente in fondo al registro
2.
"Giornale di cassa per la chiesa di Varone dall'anno 1937"
1937 gennaio 3 - 1945 dicembre 31
Sulla prima carta: "Come risulta dal resoconto conti chiesa di Varone per anni 1929 - 1936 liquidato dalla Curia Arcivescovile in data
n.
al termine del 1936 appare il pareggio fra entrata ed uscita", [1937]
all'interno del piatto posteriore della coperta: annotazione circa l'entrata, l'uscita e il saldo finale riguardanti l'anno 1945, [1945]
Italiano
Registro, legatura cartacea, cc. 40 n.n.
3.
"Libro Cassa chiesa di Varone 1938 - 1963" (1)
1938 - 1964 agosto 14
Verso la metà: notizia circa l'incarico di supplenza nella cura d'anime di Varone ricoperto da monsignor Paolazzi alla morte di don
Girardini, 1953 febbraio 24
verso la metà: "Pro memoria" riguardante l'offerta avanzata da un privato per l'acquisto di un harmonium, di cui era proprietario il
defunto don Pietro Girardini, da donare alla chiesa di Varone, 1953 giugno [5]
sul recto della c. di guardia posteriore: registrazione del saldo riguardante l'anno 1963, 1964 agosto 14
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 60 n.n.
Note
(1) "1963" è aggiunta di mano posteriore
4.
"Numero 3. Cassa"
1948 marzo 31 - 1967 gennaio 6
Giornale cassa della chiesa di Varone
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 85 n.n.
5.
"Pane di S. Antonio settembre 1936"
48
1936 settembre 1 - 1954 maggio 1; 1968 novembre 10 - 1978 agosto 15
Giornale cassa del pane di S. Antonio
Italiano
Registro, legatura cartacea, cc. 18 n.n.
49
serie 3.4
Resoconti, 1824 - 1951
Contenuto
La serie (1) si compone di un'unica unità originaria; essa è costituita da resoconti in originale e in copia, da qualche
quietanza e documento di corredo. I formulari delle entrate ed uscite sono stati rinvenuti piegati lungo il lato
longitudinale e legati da uno spago entro una busta risalente ad un recente condizionamento.
Parte della documentazione più antica è stata invece rinvenuta frammista al resto del materiale inerente la parrocchia e
qui avvicinata per consonanza tematica.
I resoconti si presentano annuali o pluriennali; alcuni sono conservati in duplice copia.
I documenti di corredo sono sporadici, rinvenuti in parte fra le carte dei resoconti stessi, altre volte frammisti ad altra
documentazione. Essi sono stati ordinati in base alle rubriche delle entrate e delle uscite dei resoconti e poi inseriti in
fondo ad essi.
In calce al resoconto si legge generalmente la firma del curato e dei sindaci, l'approvazione, la liquidazione e il visto
dell'Ordinariato.
Note
(1) Per le informazioni di carattere generale si rinvia all'introduzione premessa alla serie 2.2. di questo archivio
corrispondente ai resoconti del beneficio parrocchiale.
1 b. 1 .
Rese di conto della chiesa curaziale di Varone
1824- 1826; 1830-1831; 1839; 1899-1911; 1914-1928; 1940-1941; 1943; 1948-1951 (1)
Mancano i resoconti degli anni 1827 - 1829, 1832 - 1865, 1912 - 1913, 1929 - 1939, 1942, 1944 - 1947. I documenti di corredo sono
presenti solo per gli anni: 1924, 1937 (2), 1940, 1941, 1943, 1949
Italiano
Fascicolo, cc. 303
Note
(1) Per gli anni 1825 - 1826 non si tratta di una resa di conto quanto di una "memoria" delle spese sostenute a favore della chiesa; per
il 1839 è presente un carteggio che riguarda la richiesta dei sindaci della chiesa di Varone dato lo "stato della miserabile chiesa"
all'esonero dal pagamento della tassa scolastica. I resoconti per l'anno 1866 e per gli anni 1874 - 1879, 1880 - 1886, 1914 - 1923 sono
presenti in duplice copia
(2) Per il 1937 non esiste resa di conto ma è presente solo una quietanza
50
subfondo 4
Benefici e legati di Varone, 1622 - 1952
Contenuto
Il legato è una disposizione testamentaria di carattere patrimoniale che attribuisce a titolo particolare i beni dell'asse
ereditario. Esso frequentemente prevedeva la cessione di un bene all'erede, il quale aveva l'obbligo di far celebrare, con
le rendite ricavate, un numero di messe in memoria del defunto o di provvedere, con quel denaro, ad altre volontà del
testatore (beneficenza, manutenzione degli altari, acquisto di arredi, ecc...).
Il legato assume il nome di pia fondazione, quando la destinazione dei beni è disposta a favore di una persona giuridica
ecclesiastica con l'onere perpetuo, o per un tempo notevolmente lungo (secondo i canoni 1303 - 1310 del Codice di
diritto canonico), di utilizzarne gli utili per la celebrazione di funzioni sacre, l'attuazione di opere di carità, di pietà e di
apostolato, ecc...
Durante la dominazione austriaca alcune disposizioni (si veda il decreto governativo del 3 gennaio 1840, n. 30671; il
decreto aulico del 13 dicembre 1841, n. 3128; la circolare governativa del 22 settembre 1843, n. 22667) attribuirono al
curatore d'anime il compito di verificare l'esistenza di un regolare documento di fondazione e di controllare che il
patrimonio fosse mantenuto intatto.
Il diritto italiano precedente al Concordato soppresse, quali enti morali, le fondazioni aventi oggetto di culto con
esplicazioni rituali e liturgiche. Con il Concordato del 1929 tra lo Stato italiano e la Santa Sede, le fondazioni pie
vennero nuovamente riconosciute, purché fossero rispondenti alle esigenze religiose e spirituali dei fedeli e purché non
ne derivasse alcun onere finanziario per lo stato (art. 29, lett. d).
Nella parrocchia di Varone furono fondati alcuni legati per lo più missari, dei quali si trova notizia anche nel registro
delle fondazioni conservato in questo archivio con la segnatura 3.1.2. I principali furono:
Legato della contessa Teresa Formenti: con disposizione testamentaria del 28 maggio 1860 Teresa Formenti lasciava
cinquanta fiorini abusivi alla chiesa di Varone con l'obbligo di una messa annua da celebrarsi il 15 ottobre. Questo
capitale fu unificato all'importo di 330 fiorini appartenenti alla chiesa e a quello di 170 fiorini derivati dai legati di
Domenica Carloni e Giovanni Zucchelli e investiti in un'obbligazione di Stato vincolata al nome della chiesa di Varone.
Legato di Pietro Vivaldelli: con legato testamentario del 6 gennaio 1878, Pietro Vivaldelli destinava 300 fiorini per la
celebrazione, nel giorno della sua morte e per il futuro, di una messa in suffragio della sua anima e di quella di sua
moglie. La fabbriceria accettò per conto della chiesa tale legato per il quale si celebravano annualmente un ufficio
funebre e altre quattro messe basse.
Legato di Luigi Benini: con disposizione testamentaria del 4 aprile 1882, Luigi Benini lasciava alla chiesa di Varone
252 fiorini con l'onere da parte del curato alla celebrazione di alcune messe annue fissate dall'Ordinariato in numero di
sei.
Legato Giuseppe Briosi: con suo codicillo del 19 dicembre 1894, Giuseppe Briosi lasciava "a titolo di legato alla chiesa
del Varone 200 fiorini perchè vengano celebrate tante messe annuali a pro dell'anima mia a decisione della Curia di
Trento".
51
Legato di don Bartolomeo Zomer: Bartolomeo Zomer, curato di Varone dal 1864 al 1890, con testamento dell'11
dicembre 1897 lasciava alla chiesa di Varone "fiorini 150 coll'obbligo di due messe annue perpetue da celebrarsi fra
l'ottava della mia morte, con un de Profundis alla fine della stessa e relativo Oremus".
Egli lasciava anche oltre 200 fiorini per cooperare all'erezione del nuovo altare a Maria Vergine Immacolata,
all'acquisto di un nuovo calice e di un messale.
Legato del comitato pro chiesa: con suo proclama del 19 marzo 1931, il comitato pro chiesa di Varone stabilì che i
membri del comitato, benefattori della chiesa, sarebbero stati suffragati dopo la loro morte con un officio funebre annuo
che il comitato stesso si obbligava di fondare in perpetuo versando 850 lire alla Curia di Trento. L'obbligo alla
celebrazione di tale messa ebbe inizio nel 1944.
Oltre a quelli missari furono fondati i seguenti legati:
Beneficio Ceschini: don Giuseppe Ceschini di Trento, sacerdote di Varone, fondò nel 1733 un beneficio sotto il titolo
dei santi Gaetano e Filippo Neri nella chiesa della Beata Vergine Annunziata di Varone. Egli assegnò alla chiesa un
capitale consistente in beni stabili (case e fondi situati dentro e fuori il confine della cura d'anime) e mobili (paramenti e
arredi, un calice d'argento con patena, pianete, tovaglie, due messali, un armadio per la sacrestia, due banchi in chiesa,
ecc...) a gloria di Dio e in suffragio dell'anima sua e di quella dei suoi parenti. Il beneficiato aveva l'obbligo di celebrare
messa nelle feste di precetto all'altare di San Gaetano e di San Filippo Neri; di 5 messe perpetue alla settimana e 30
messe legatarie; doveva tenere dottrina cristiana la domenica e recitare il rosario nelle feste di precetto e il sabato;
doveva prestare assistenza agli infermi, tenere scuola ai fanciulli, curare il mantenimento dei beni del beneficio, sia
mobili che immobili, nonchè quello dell'altare dei santi Gaetano e Filippo Neri, provvedere alle sacre suppellettili;
tenere un inventario da consegnare di volta in volta al successivo beneficiato.
Legato del conte Giovanni Pietro Formenti, della contessa Luigia Formenti e del conte Giovanni Formenti: il conte
Giovanni Pietro Formenti, con testamento del 14 giugno 1722, lasciava "ad honore e gloria di Dio e suffragio dei
poveri" 1200 ragnesi all'Ospedale di Riva affinché fossero investiti. Veniva stabilito che il ricavato di mille fiorini fosse
disposto ogni anno a favore di una ragazza in procinto di sposarsi o di diventare monaca, oppure ad una vedova. Chi,
zitella o vedova, voleva giovarsi di tale legato, doveva essere nativa di Riva o delle vicinanze oppure esservi domiciliata
da almeno due anni; doveva essere povera; doveva aver compiuto l'età minima di 12 anni; doveva essersi accostata,
nell'anno antecedente all'estrazione a sorte, ai sacramenti della confessione e della comunione una volta al mese; doveva
aver ricevuto la comunione nel giorno della festività di San Francesco Saverio pregando in suffragio dell'anima del
benefattore; doveva aver frequentato la dottrina cristiana.
La contessa Luigia Formenti nel 1823 destinava, come aveva fatto il suo antenato, la stessa somma di denaro a
beneficio delle ragazze povere che si dovevano sposare e alle vedove. Anche le condizioni sono le stesse ad eccezione
del fatto che le "ricorrenti" erano tenute a fare la comunione in suffragio dell'anima della benefattrice nel giorno di San
Luigi Gonzaga.
Il conte Giovanni Formenti in data 24 maggio 1821 lasciava 2000 fiorini alla Congregazione di Carità di Riva. Il
ricavato doveva essere destinato alla dote di due ragazze povere e di buona condotta e assegnato ogni anno nel giorno di
San Giovanni Nepomuceno. Le ragazze dovevano essere della parrocchia di Riva o ivi residenti da almeno dieci anni;
52
dovevano aver compiuto l'età minima di 15 anni, essersi confessate e comunicate nel giorno o nella settimana di San
Giovanni Nepomuceno; dovevano aver frequentato la dottrina cristiana.
Beneficio Giovanni Salizzoni: il 19 gennaio 1795 il falegname Giovanni Salizzoni di Varone donò "a vantaggio
dell'anima propria" e a perpetuo beneficio, vantaggio e sollievo di tutta la popolazione di Varone i suoi due fondi
arativi, vitati e coltivati a gelso, posti nella campagna di Riva, uno nella regola di Ceole, l'altro nella regola di Mazzano.
L'amministrazione delle rendite di questi beni venne affidata a Pellegrino Pellegrini, Giuseppe Ceschini e Francesco
Zucchelli vita natural durante, e in loro mancanza, a persone oneste e formate, capaci di leggere e scrivere da loro
nominate. Essi avrebbero dovuto far celebrare entro tre mesi dalla sua morte 50 messe in suffragio della sua anima e in
tutti i giorni festivi un de Profundis recitato da tutta la popolazione riunita. Salizzoni, vita sua natural durante, lasciava
inoltre alla popolazione, a titolo di donazione, una soma di giallo e troni 300.
Legato don Pietro de Abondi: il 25 maggio 1798 l'abate don Pietro de Abondi dispone con testamento che nel giorno del
suo funerale vengano distribuite ad ogni famiglia della curazia di Varone due libbre di sale e due di farina gialla, mentre
alle persone bisognose venga dispensata una quantità di sale e di farina gialla fino ad arrivare a quattro sacchetti. Lascia
eredi del patrimonio di 10000 fiorini i poveri e le zitelle della cura di Varone affidandone l'amministrazione al curato
pro tempore.
Legato Francesco Zucchelli: morto il 4 agosto 1833 egli istituì un legato, consistente in tre fondi situati a Ceole, Pasina
e Sega, a favore del beneficio curaziale. La fondazione prevedeva l'obbligo della celebrazione di due uffici funebri e di
52 messe basse.
Legato di don Valentino Libardi: nel suo testamento del 6 maggio 1939 don Libardi, curato di Varone dal 1894 al 1937,
nomina erede delle sue sostanze la chiesa curaziale di Varone.
53
serie 4.1
Atti amministrativi, 1622 (copia)- 1952
Contenuto
La serie degli atti amministrativi inerenti benefici e legati si compone di 11 fascicoli di nuova costituzione. Il materiale
è stato rinvenuto frammisto al resto della documentazione, in mazzi, compiegato insieme e legato da uno spago entro
una busta risalente ad un recente condizionamento.
Probabilmente a questa serie mise mano il Libardi che tentò un riordino sommario delle carte come è ben riscontrabile
dai brevi regesti o intitolazioni apposte, spesso con una matita di colore azzurro, sul verso di molte carte. In particolare
sul verso della prima carta del mazzo c'era la scritta "Legati".
Per quanto riguarda il registro delle fondazioni si rinvia a 3.1.1.
1 b. 1 .
Legato Prandini
1622 (copia) (1)
Copia di una parte del testamento di Bortolo Prandini, 1622 marzo 22
Italiano
Fascicolo, c. 1
Note
(1) Si tratta di una copia volgarizzata e parziale del testamento
2 b. 1 .
Legato Zucchelli
1714 (copia) - 1839
Copia estratta dal documento di fondazione del legato di Giovanni Zucchelli e carteggio relativo
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 4
3 b. 1 .
"Beneficio Ceschini" (1)
1747 (copia)
Copia del codicillo attestante la fondazione nella chiesa di Varone di un beneficio da parte di don Giuseppe Ceschini di Trento
Italiano
Fascicolo, cc. 8
Note
(1) Il titolo è tratto dall'ultima carta del fascicolo che si presenta rilegato
4 b. 1 .
"Legato Formenti" (1)
1772 (copia)- 1893
54
Copia dei testamenti di fondazione dei legati istituiti dal conte Giovanni Pietro Formenti, dalla contessa Luigia Formenti e dal conte
Giovanni Formenti, chiamati anche rispettivamente legato di S. Francesco Saverio, di S. Luigi Gonzaga, di S. Giovanni Nepomuceno
e carteggio relativo
Italiano
Fascicolo, cc. 18
Note
(1) Il titolo è tratto da quanto indicato a matita sul verso di c. 12
5 b. 1 .
"Legato Salizzoni" (1)
1795 - 1873
Copia del testamento di fondazione e carteggio relativo alla vertenza tra la Congregazione di Carità di Riva e i deputati di Varone per
ottenere l'amministrazione del legato Salizzoni (2)
Italiano
Fascicolo, cc. 29
Note
(1) Il titolo è tratto dal quanto scritto sul verso delle cc. 5, 21 e 29
(2) Sul verso della copia del testamento di fondazione del legato Salizzoni viene riportato che il documento originale è depositato
presso la Congregazione di Carità di Riva e reca la data del 15 aprile 1795. Tale notizia trova riscontro nell'annotazione apposta dal
prefetto della Congregazione a p. 77 del registro conservato in questo archivio con la segnatura 3.3.1.
6 b. 1 .
"Legato Abbondi"
1798 (copia) - 1847; 1907
Copia del testamento, carteggio ed atti relativi alla vertenza tra la popolazione di Varone e la Congregazione di Carità di Riva circa
l'amministrazione delle rendite e la devoluzione delle entrate del legato Abbondi, atti relativi alla causa fra i poveri e le zitelle di
Varone, beneficiati del legato Abbondi, e Zanetti - Bressanini, eredi di don Pietro Abbondi, appendice alla resa di conto (1)
Italiano
Fascicolo, cc. 75
Note
(1) Molte delle carte sono in forma di fascicolo
7 b. 1 .
"Beneficio Bonaffini" (1)
1701 (copia); 1912 - 1952
Copia parziale manoscritta da don Libardi del testamento di Francesco Bonaffini, decreti di nomina del beneficiato, contratti di
locazione e conduzione, stima dei danni di guerra subiti dalla casa del beneficio Bonaffini, concessione per l'installazione della linea
elettrica, verbale di consegna, carteggio relativo
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 27
Note
(1) Il titolo è ripreso da quanto riportato sul verso di c. 12
8 b. 1 .
55
"Legato Carloni e Zucchelli" (1)
1864 - 1865
Autorizzazione da parte dell'Imperial Regia Pretura di Riva ai sindaci della chiesa di Varone, all'incasso della somma legata alla
chiesa da Domenica Carloni e da Giuseppe Zucchelli
Italiano
Fascicolo, cc. 5
Note
(1) Il titolo è tratto da quanto scritto da don Libardi sul verso della prima carta del fascicolo
9 b. 1 .
Legati missari
1874 - 1901
Carteggio ed atti relativi alle messe legatarie fondate nella chiesa di Varone
Italiano
Fascicolo, cc. 23
10 b. 1 .
"Legato Valentini" (1)
1884 - 1896
Testamento di Bernardo Valentini, domanda circa l'erezione del formale documento di fondazione missaria da parte dell'Ordinariato
al Giudizio Distrettuale di Riva, pratiche relative alla fondazione del legato missario di Irene, vedova Valentini
Italiano
Fascicolo, cc. 17
Note
(1) Il titolo è tratto da quanto scritto sul verso delle cc. 4 e 17
11 b. 1 .
Documentazione relativa all'eredità di don Valentino Libardi
1939 - 1952
Testamento olografo di don Valentino Libardi, elenco della "proprietà" lasciata dal Libardi
alla chiesa di Varone e depositata nella cassaforte della canonica, distinta delle tasse e competenze per il funerale e quietanze relative,
distinta delle spese per i lavori alla tomba, resoconto della liquidazione dell'eredità
contiene tra l'altro libretto delle entrate e delle uscite dell'eredità lasciata dal Libardi, la sua carta d'identità e alcune fotografie
Italiano
Fascicolo, cc. 29 e 22 fotografie
56
serie 4.2
Registri di cassa, 1940 - 1952
Contenuto
La serie si compone di un'unica unità, un registo di cassa del legato Bonaffini. Il registro fu cominciato da don Libardi
ma fu in gran parte compilato da don Girardini.
1.
"Cappellania Bonaffini dall'anno 1940"
1940 gennaio 1 - 1952 dicembre
Libro cassa delle entrate e delle uscite del beneficio Bonaffini
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 17 n.n.
57
serie 4.3
Resoconti e documenti di corredo, 1844 - 1952
Contenuto
La serie dei resoconti dei benefici e legati si compone di quattro unità tutte di nuova costituzione. Il materiale è stato
rinvenuto frammisto ad altra documentazione della parrocchia, dalla quale è stato separato e in seguito organizzato
cronologicamente in fascicoli. Oltre alle rese di conto e ai documenti di corredo dei legati Salizzoni e Bonaffini, è
conservato in questa serie anche l'inventario del patrimonio del beneficio Ceschini. Per quanto riguarda la
documentazione relativa al legato Bonaffini, si precisa che il fascicolo relativo ai documenti di corredo è preceduto da
quello delle rese di conto, benchè cronologicamente anteriore.
1 b. 1 .
Rese di conto del legato Salizzoni e carteggio relativo
1844 - 1857
Italiano
Fascicolo, cc. 28
2 b. 1 .
"Prospetto inventario del patrimonio del beneficio Ceschini del Varone"
1866
Italiano
Fascicolo, cc. 6
3 b. 1 .
"Conto dell'entrata ed uscita del beneficio Bonaffini"
1948 - 1950
Italiano
Fascicolo, cc. 8
4 b. 1 .
Documenti di corredo del beneficio Bonaffini
1940 - 1952
Mancano i documenti di corredo per l'anno 1948 (1)
Italiano
Fascicolo, cc. 89
Note
(1) All'assenza di documenti di corredo per l'anno 1948 corrisponde la mancata registrazione dei conti sul libro cassa del beneficio
Bonaffini conservato in questo archivio con la segnatura 4.2.1.
58
subfondo 5
Pastorale parrocchiale di Varone, 1851 - 1953
Contenuto
Nella definizione di 'pastorale parrrocchiale' assegnata a questo sottofondo viene dato rilievo alla funzione e all'attività
svolta dal curato o parroco in qualità di pastore, con obblighi sì spirituali ma anche civili verso la comunità.
Il parroco divenne il tramite per comunicazioni provenienti da autorità civili ed ecclesiastiche, le quali, attraverso
circolari e lettere pastorali davano disposizioni al curato in merito alla giusta condotta civile e religiosa, che cittadini e
fedeli avrebbero dovuto tenere. Notevoli infatti sono gli avvisi che giungevano alla canonica e che il curato doveva
rendere pubblici dal pergamo.
I curati si adoperarono molto nella crescita spirituale dei fedeli soprattutto della gioventù, attraverso associazioni,
riunioni, abbonamenti a riviste, ecc... , ma sorvegliarono anche sulla loro morale; mediarono controversie finanziarie,
furono depositari testamentari.
Questo sottofondo è costituito da un unico registro inserito nella serie dei Protocolli degli esibiti e da tre fascicoli, di cui
uno originario e due di nuova formazione.
59
serie 5.1
Protocolli degli esibiti, 1912 - 1953
Contenuto
Il decreto vescovile del 9 marzo 1887, come pure la legge provinciale del 19 dicembre 1816, n. 26555 - 3744
prescrivevano ai parroci la tenuta regolare del 'Protocollo degli esibiti' sul quale dovevano essere registrate secondo il
numero progressivo sia gli atti evasi, sia quelli ricevuti, con la rispettiva data e contenuto. Nel caso in cui la
corrispondenza fosse accompagnata da denaro o da oggetti di valore, nel protocollo andava indicato anche l'importo o
l'oggetto.
Era buona regola che il curato provvedesse quanto prima alla spedizione della corrispondenza "nel modo più breve ed
insieme più esatto e pulito che sia possibile, evitando inutili scritturazioni, abbreviazioni nonintelleggibili, e scegliendo
la maniera più semplice" (1). Veniva altresì consigliato di conservare le minute dell'effettuata evasione.
La serie, costituita da un solo registro, è apparentemente lacunosa: lo conferma il fatto che la finca che riporta il numero
progressivo presenta una numerazione tutt'altro che successiva tra una registrazione e l'altra. Si ricorda che il registro fu
iniziato relativamente tardi, solo nel 1912 e fu compilato per la gran parte da don Libardi. In esso viene indicato il
numero progressivo, la data archivistica e quella di spedizione, l'ufficio di provenienza, il contenuto.
Similmente a tutti gli altri registri anagrafici, anche il protocollo degli esibiti non venne compilato durante l'esilio del
curato negli anni del primo conflitto mondiale.
Note
(1) G. BAZZANELLA, Manuale d'ufficio pre il clero curato, Trento 1905, pp. 120 - 121.
1.
"Protocollo Esibiti 1912 -
"
1912 gennaio 2 - 1915 maggio 11; 1919 gennaio 30 - 1953 luglio 8
All'interno del piatto anteriore della coperta: alcune annotazioni di don Libardi, s.d.
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 48 n.n.
60
serie 5.2
Carteggio ed atti, 1927 - 1943
Contenuto
La serie si compone di un unico fascicolo di nuova costituzione che raccoglie alcuni atti rinvenuti frammisti al resto
della documentazione della parrocchia. Sono atti di varia natura e tipologia e proprio in quanto tali l'unità è stata
intitolata 'Miscellanea'.
1 b. 1 .
Miscellanea
1802; 1822; 1860; 1927 - 1943
Contratti tra privati, cessione dei propri beni di un privato alla moglie e nota delle spese per il suo obito, carteggio, appunti, ricette,
articoli di giornale, estratto da rivista, modulo e memorie funebri
Italiano
Fascicolo, cc. 39
61
serie 5.3
Circolari ecclesiastiche e civili, 1851 - 1929
Contenuto
In questa serie sono confluiti circolari ed avvisi emessi da autorità ecclesiastiche e civili.
In particolare, gli avvisi emessi dalle autorità civili inferiori vennero usualmente resi noti dal pergamo per bocca del
curato, fino a quando non fu ripristinata la disposizione, in uso sotto il governo austriaco (vedi la Circolare governativa
del 14 settembre 1815, n. 1038), di pubblicare solamente quelle ordinanze prescritte dal Governo, rimanendo le altre di
competenza delle autorità locali.
Il parroco o il curato potevano eventualmente proibire le pubblicazioni verbali di avvisi sia comunali che giudiziali, se
effettuate sulle gradinate o in prossimità della chiesa durante la celebrazione della messa o l'amministrazione del
sacramento della comunione (era quanto stabilito dal Korrespondenz - Blatt del 1855, n. 1, p. 3).
La serie è costituita dal materiale conservato in origine frammisto al resto della documentazione della parrocchia. I due
fascicoli di cui si compone sono dunque di nuova costituzione.
1 b. 1 .
Circolari provenienti da autorità civili ed ecclesiastiche
1851 - 1929
Circolari riguardanti le norme per il corretto comportamento dei parroci su questioni inerenti la vita religiosa della comunità,
dichiarazione di nulla osta al trasporto all'estero di un quadro, avvisi sull'apertura delle scuole, avvisi da rendere pubblici dal
pergamo, circolari riguardanti la concessione alla facultas binandi, alla facoltà di benedire una campana, circolari relative alla lotta
contro la tubercolosi, alla presenza di oggetti d'arte appartenenti alla chiesa, ecc...
Italiano
Fascicolo, cc. 68
2 b. 1 .
Lettere pastorali, circolari vescovili e concessione di indulgenza
1854 - 1878
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 117
62
subfondo 6
Culto e funzioni religiose in Varone, 1865 - 1968
Contenuto
Se una volta eretta a curazia, la chiesa di Varone ottenne la nomina di un sacerdote stabile, in qualità di curato,
quest'ultimo non ottenne però la facoltà di celebrare battesimi, matrimoni, funerali, nè di spedire attestati di stato libero;
il curato doveva chiedere la delega per la benedizione dei matrimoni e per poter notificare le pubblicazioni; doveva
chiamare il parroco per la celebrazione degli obiti. Il curato di Varone era inoltre obbligato nei confronti della chiesa
parrocchiale di Riva a far partecipare gli abitanti di Varone alle messe della settimana santa nella chiesa matrice per
soddisfare il precetto pasquale.
Nel 1805 alla chiesa di Varone fu concesso il fonte battesimale e quindi al curato la facoltà di celebrare il sacramento
del battesimo. A partire dalla seconda metà dell'Ottocento, come confermano i relativi registri, il curato di Varone ebbe
la facoltà (su delega) alla celebrazione dei matrimoni e degli offici funebri.
Il curato provvedeva poi alla celebrazione delle messe ordinarie feriali e festive, legatarie e avventizie, a tenere scuola e
impartire il catechismo ai fanciulli, ad assistere spiritualmente i malati.
I curati di Varone furono inoltre fervidi animatori di associazioni e iniziative atte a tenere viva la vita spirituale della
comunità. Grande impegno fu profuso da don Girardini nell'acquisto di un organo di cui la chiesa fu dotata dal 1947.
Questo sottofondo è costituito da ben 16 registri e da alcuni fascicoli di carteggio ed atti, di cui due originari e due di
nuova costituzione, le cui carte sono state rinvenute frammiste al resto della documentazione della parrocchia.
63
serie 6.1
Diari delle messe, 1909 - 1953
Contenuto
Come disposto dall'autorità ecclesiastica, la registrazione delle messe avveniva su tre diari diversi e specifici: il diario
delle messe legatarie, il diario delle messe avventizie, il diario delle messe personali.
Il diario delle messe legatarie doveva riportare i dati relativi alla celebrazione delle messe beneficiali e legatarie fondate
nella parrocchia, e quindi indicare la data e il luogo della celebrazione, l'intenzione e il numero delle messe da
celebrarsi.
Il diario delle messe avventizie era invece riservato alle registrazioni delle messe effettivamente celebrate, nelle quali
veniva specificata la data della celebrazione, i nomi del committente e del celebrante, l'intenzione con la relativa
soddisfazione, le elemosine relative. Il curato doveva conservare entrambi questi registri in sacrestia, come
raccomandato nel 1804 dal vicario generale Simone Albano Zambaiti ai curatori d'anime della diocesi trentina: "in
omnibus ecclesiis diligenter, fideliterque observentur, scilicet, ut in singulis sacrariis exponatur liber, in quo quilibet
sacerdos inscribere teneatur singulas missas tam beneficii, et capellaniae quam legatarias perpetuas, ac insuper alius
separatus liber in quo notetur missae adventitiae signata in utroque libro cuiuscumque celebrationis die". L'obbligo della
tenuta dei diari delle messe avventizie fu riconfermato l'1 marzo 1825 anche dal vescovo Francesco Saverio Luschin, il
quale prescrisse anche l'obbligo dell'annotazione sul diario, del nome del celebrante e dell'intenzione della messa, e
ribadì la necessità della conservazione di questi diari in sacrestia.
Nel diario personale delle messe, ciascun parroco annotava ogni messa da lui già celebrata o da celebrarsi. Il sacerdote
in genere conservava in canonica questo tipo di registro che portava con sè, se inviato in un'altra parrocchia ad
esercitare il suo mandato.
La serie è stata suddivisa in due sottoserie, in base alla tipologia dei due registri presenti: uno delle messe legatarie e
avventizie, l'altro personale delle messe di don Pietro Girardini.
64
sottoserie 6.1.1
Diari delle messe legatarie e avventizie, 1909 - 1946
Contenuto
La sottoserie dei diari delle messe legatarie e avventizie consta di un'unica unità archivistica nella quale vengono
riportate le registrazioni di messe disposte dai diversi legati fondati a Varone, di cui viene dato anche un elenco nelle
ultime carte del registro. Vi sono inoltre annotate le messe celebrate in suffragio dei defunti e per altre intenzioni (pro
sponsis, pro animabus, ad memoriam offerentis, ad memoriam curiae, ecc...).
1.
"Registro delle s. messe celebrate nella chiesa di Varone dal I gennaio 1909 al 31 maggio 1960" (tit. int.)
1909 genn. 1-1919 maggio 13; 1928 apr.1-1928 nov. 27; 1935 ag. 16; 1942 sett. 1-1942 ott. 27; 1946
Diario delle messe legatarie ed avventizie
nelle ultime carte: "Missae legatariae in Ecclesia Varoni", 1909 febbraio 14 - 1925 agosto 31
Italiano
Registro, legatura in tela, cc. 179 n.n.
65
sottoserie 6.1.2
Diari personali delle messe, 1946 - 1953
Contenuto
La sottoserie è costituita da un'unica unità archivistica, il diario delle messe di don Pietro Girardini.
Il registro riporta nella prima parte l'elenco delle messe da celebrare con l'indicazione della data in cui la messa è stata
ordinata, del nome del committente e della sua intenzione, del numero, della data di soddisfazione della messa, dello
stipendio ricevuto dal celebrante. La seconda parte del registro riporta invece l'annotazione quotidiana delle messe
celebrate dal sacerdote, la data, il luogo e l'applicazione delle medesime.
Le ultime pagine del registro furono compilate da monsignor Paolazzi che dopo la morte di don Girardini, si preoccupò
di annotare nel suo diario quali messe erano state celebrate e quali invece dovevasi ancora celebrare.
1.
"Diarium missarum Presbyteri Petri Girardini"
1946 gennaio 1 - 1953 marzo 10
Diario personale delle messe di don Pietro Girardini
- elenco delle messe da celebrare, 1946 gennaio 1 - 1953 febbraio 11
- elenco delle messe legatarie e avventizie celebrate, 1946 gennaio 1 - 1953 febbraio 21
sulla penultima pagina: annotazione di monsignor Enrico Paolazzi circa la morte del curato di Varone, don Girardini, avvenuta il 24
febbraio 1953
sull'ultima pagina: resoconto di monsignor Enrico Paolazzi circa le messe celebrate dal defunto don Girardini e quelle ancora da
celebrare, 1953 marzo 4
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 51 n.n.
66
serie 6.2
Registri delle pubblicazioni matrimoniali e degli avvisi in chiesa, 1865 1951
Contenuto
La serie consta di 14 registri, tutti utilizzati sia per le pubblicazioni matrimoniali che per gli avvisi in chiesa. Fa
eccezione il primo registro, che contiene solamente le registrazioni relative a pubblicazioni di matrimonio; è però stato
inserito nella serie delle pubblicazioni matrimoniali e degli avvisi in chiesa in quanto cronologicamente precede gli altri.
Infatti la data dell'ultima annotazione di questo registro, 26 marzo 1889,
coincide con quella d'inizio del secondo
registro della serie. Dal 1951 al 1956 le annotazioni relative alle pubblicazioni in chiesa vengono effettutate sul registro
degli sponsali conservato con la segnatura 1.6.1.
I registri riportano gli avvisi di matrimonio pubblicati in chiesa per tre domeniche successive, gli avvisi riguardanti le
funzioni, le confessioni, gli orari di incontri, riunioni della dottrina cristiana per fanciulli ed adulti, comunicazioni
pastorali di varia natura da rendere note alla comunità.
1.
"18[65] - 89". Registro delle pubblicazioni matrimoniali
1865 gennaio 1 - 1889 marzo 26
All'interno, carta sciolta: avviso proveniente dalla canonica di Riva del Garda riguardante una effettuata pubblicazione di
matrimonio, 1863 giugno 9
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, pp. VII, 184, con indice per cognomi alle pp. I - VII e all'interno del piatto posteriore della coperta
Note
(1) Risulta compilato e numerato anche l'interno del piatto anteriore della coperta
2.
Registro delle pubblicazioni matrimoniali e degli avvisi in chiesa (1)
1889 marzo 26 - 1899 dicembre 24
- Pubblicazioni di matrimonio e resoconti annuali, a partire dal 1892, relativi al movimento della popolazione, seguiti dall'elenco
delle feste mobili dell'anno intrante, 1889 marzo 26 - 1899 novembre 13
- registrazione degli avvisi in chiesa, 1898 febbraio 5 - 1899 dicembre 24
Italiano
Registro, legatura in tela, cc. 65 (numerazione originale imprecisa)
Note
(1) Sul recto della carta di guardia anteriore, a matita e poi cancellato, sebbene ancora visibile: "Libro III".
sul verso della carta di guardia anteriore: "Vol. II"
3.
"1900 - 1902. Pubblicazioni matrimoniali. II Varone"
"Avvisi" (tit. int.) (1)
1899 dicembre 30 - 1902 dicembre 28
67
All'interno del piatto anteriore della coperta: "Vol. III"
pp. 1 - 42: registrazione delle pubblicazioni matrimoniali, 1899 dicembre 30 - 1902 novembre 8
- registrazione degli avvisi in chiesa (2), 1899 dicembre 31 - 1902 dicembre 28
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 57 (numerazione originale parziale)
Note
(1) e (2) La parte che riporta il titolo "Avvisi" è stata compilata a registro capovolto
4.
Registro delle pubblicazioni matrimoniali e degli avvisi in chiesa (1)
1903 gennaio 4 - 1905 giugno 11
pp. 1 - 41: registrazione delle pubblicazioni matrimoniali, 1903 febbraio 21 - 1905 maggio 6
pp. 1 - 51: registrazione degli avvisi in chiesa, 1903 gennaio 4 - 1905 giugno 11 (2)
Italiano
Registro, senza coperta, pp. 1-41, 1 - 51 (num. orig. parziale) (3)
Note
(1) La registrazione degli avvisi in chiesa è stata compilata a registro capovolto
(2) Questa parte è stata compilata a registro capovolto
(3) Parziale risulta la numerazione delle pagine relative alle pubblicazioni di matrimonio
5.
"Pubblicazioni matrimoniali da luglio 1905 fino a 31/ 12 /1908
1905 giugno 25 - 1908 dicembre 27
All'interno del piatto anteriore della coperta: "V"
pp. 1 - 44: registrazione delle pubblicazioni matrimoniali, 1905 agosto 5 - 1908 dicembre 13
sulla c. di guardia posteriore: annotazione di don Libardi circa un anniversario, 1906 maggio 26 (1)
pp. 1 - 84: registrazione degli avvisi in chiesa, 1905 giugno 25 - 1908 dicembre 27 (2)
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, pp. 1 - 44, 1 - 84
Note
(1) L'annotazione è fatta a registro capovolto
(2) Questa parte è compilata a registro capovolto
6.
"Varone. Pubblicazioni matrimoniali dal 1 gennaio 1909 - aprile 1912"
1909 gennaio 3 - 1912 giugno 16
pp. 1 - 41: registrazione delle pubblicazioni matrimoniali, 1909 febbraio 14 - 1912 marzo 30
pp. 1 - 96: registrazione degli avvisi in chiesa, 1909 gennaio 3 - 1912 giugno 16 (1)
alle pp. 73 - 77: "Decreto generale del Sommo Pontefice sulla riduzione delle feste Motu Proprio"
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, pp. 1 - 44, 1 - 96
Note
(1) Questa parte è stata compilata a registro capovolto
68
7.
"Pubblicazioni matrimoniali 1 luglio 1912 - 1 febbraio 1920"
1912 giugno 21 - 1915 marzo 20; 1919 febbraio 2 - 1920 febbraio 22
Sulla c. di guardia anteriore: indice delle pubblicazioni matrimoniali
pp. 1 - 67: registrazioni delle pubblicazioni matrimoniali, 1912 giugno 21 - 1920 gennaio 31
pp. 1 - 91: registrazioni degli avvisi in chiesa (1), 1912 giugno 23 - 1920 febbraio 22
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, pp. 1 - 67, 1 - 91
Note
(1) Questa parte è stata compilata a registro capovolto
8.
"Pubblicazioni matrimoniali 14. 2. 1920 - ottobre 1922"
1920 febbraio 14 - 1922 settembre 23
Sul verso della c. di guardia anteriore: "Matrimoni 1919 n. 30
Matrimoni 1920 n. 30"
pp. 1 - 64: registrazione delle pubblicazioni matrimoniali, 1920 febbraio 14 - 1922 settembre 23
pp. 1 - 50: registrazione degli avvisi in chiesa, 1920 febbraio 29 - 1922 giugno 18 (1)
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, pp.1-64,1-50 (mancano pp. 16 e alcune altre) (2)
Note
(1) Questa parte è compilata a registro capovolto
(2) Le pagine mancanti corrispondono alla parte del registro relativa agli avvisi in chiesa
9.
Registro delle pubblicazioni matrimoniali e degli avvisi in chiesa. "1922 - 1927" (tit. int.) (1)
1922 settembre 30 - 1927 dicembre 17
pp. 1 - 55: registrazione delle pubblicazioni matrimoniali, 1922 settembre 30 - 1927 dicembre 17
pp. 1 - 88: registrazione degli avvisi in chiesa, 1922 ottobre 29 - 1927 ottobre 19 (2)
all'interno del piatto posteriore della coperta: rimandi ad alcune pagine interne che sono state tolte dal registro (3)
Italiano
Registro, legatura in tela, pp. 1 - 55, 1 - 88 (mancano pp.40)
Note
(1) "1922 - 27" è riportato all'interno del piatto anteriore della coperta
(2) Questa parte è compilata a registro capovolto
(3) Anche per i rimandi il registro è stato utilizzato capovolgendolo
10 .
Pubblicazioni matrimoniali e avvisi in chiesa
1928 gennaio 15 - 1933 gennaio 1
- Registrazione delle pubblicazioni matrimoniali, 1928 febbraio 26 - 1932 ottobre 30
pp. 1- 96: registrazione degli avvisi in chiesa (1), 1928 gennaio 15 - 1933 gennaio 1
Italiano
Registro, legatura in tela, cc. 67, ( numerazione originaria parziale, mancano pp. 18)
Note
69
(1) Questa parte è compilata a registro capovolto
11 .
Pubblicazioni matrimoniali e avvisi in chiesa
1933 gennaio 6 - 1936 ottobre 25
pp. 1 - 39: registrazioni delle pubblicazioni matrimoniali, 1933 aprile 1 - 1936 ottobre 7
pp. 1 - 79: registrazioni degli avvisi in chiesa (1), 1933 gennaio 6 - 1936 ottobre 25
Italiano
Registro, legatura cartacea, pp. 1 - 39, 1 - 79 (numerazione originaria parziale, mancano pp. 10)
Note
(1) Questa parte è compilata a registro capovolto
12 .
"Pubblicazioni matrimoniali da 29 novembre 1936 al
" (tit. int.)
1936 novembre 1 - 1941 gennaio 5
- Registrazioni delle pubblicazioni di matrimonio, 1936 novembre 23 - 1940 dicembre 8
pp. 1 - 83: registrazioni degli avvisi in chiesa (1), 1936 novembre 1 - 1941 gennaio 5
Italiano
Registro, legatura cartacea, cc. 59 (numerazione originaria parziale)
Note
(1) Questa parte è stata compilata capovolgendo il registro. La carta di guardia è stata tolta.
13 .
Pubblicazioni matrimoniali e avvisi in chiesa
1941 gennaio 5 - 1947 novembre 9
- Registrazioni delle pubblicazioni in chiesa, 1941 gennaio 5 - 1947 novembre 9
a metà circa del registro: "Reduci dalla prigionia rimpatriati fino all'8/9/45"
- registrazioni delle pubblicazioni matrimoniali (1), 1941 febbraio 6 - 1947 ottobre 19
Italiano
Registro, legatura cartacea, cc. 132 n.n.
Note
(1) Questa parte è stata compilata a registro capovolto
14 .
Pubblicazioni matrimoniali e avvisi in chiesa
1947 novembre 30 - 1951 maggio 13 (1)
- Registrazione degli avvisi in chiesa, 1947 dicembre 28 - 1951 maggio 20
- registrazione delle pubblicazioni matrimoniali (2), 1947 novembre 30 - 1951 maggio 13
sul piatto posteriore della coperta: "fino al 1950" (3)
Italiano
Registro, legatura in tela (4), cc. 74 n.n.
Note
(1) Dopo il 13 maggio 1951 le registrazioni delle pubblicazioni in chiesa vengono effettuate sul registro degli sponsali (si veda al
1.6.1.)
70
(2) e (3) Questa parte è stata compilata a registro capovolto
(4) Il registro è foderato in carta
71
serie 6.3
Carteggio ed atti, 1867 - 1968
Contenuto
La serie consta di 5 unità archivistiche, in parte originarie, in parte di nuova costituzione. Il materiale è stato rinvenuto
frammisto al resto della documentazione della parrocchia.
Si tratta di documentazione varia riguardante la storia della chiesa, l'elenco delle messe legatarie fondate a Varone, il
carteggio relativo alla costruzione del nuovo organo, autorizzazioni e richieste del parroco nella sua funzione di pastore.
1 b. 1 .
"Memorie per la storia della chiesa" (1)
1867 - [1890]
Memorie relative alla storia della chiesa di Varone, ai benefici fondativisi; descrizione dei beni del beneficio chiamato di S. Giacomo
e della Madonna del Perdon a cui fa seguito il "Decreto della Reverendissima Superiorità di Trento"; memorie inerenti la questione
della costruzione del nuovo edificio chiesa; elenco dei sacerdoti e dei laici benefattori della chiesa
Italiano
Fascicolo, cc. 9
Note
(1) Il titolo è tratto da quanto riportato sul verso di c. 2
2 b. 1 .
"Varone per binare" (1)
1914 - 1915
Richiesta di don Libardi all'autorizzazione alla facultas binandi e alla delegazione cum facultate subdelegandi per la benedizione dei
matrimoni (2)
Italiano
Fascicolo, cc. 3
Note
(1) Il titolo è desunto da quanto riportato sul verso della seconda carta del fascicolo
(2) Il numero riportato a matita colorata sul verso delle carte trova corrispondenza con un indice di documenti vergato da don Libardi
e conservato in questo archivio con la segnatura 1.8.5.
3 b. 1 .
"Messe legatarie"
1928; 1960 - 1968
Prospetto delle messe legatarie fondate nella chiesa di Varone, concessione alla riduzione e all'affrancazione dalla celebrazione delle
messe a carico della chiesa e carteggio relativo
Italiano
Fascicolo, cc. 10
4 b. 1 .
72
"Cappella tombale Zanoni"
1944
Promemoria per l'autorizzazione alla benedizione della piccola cappella cimiteriale della famiglia Zanoni e alla celebrazione in essa
di alcune messe, permesso accordato dalla Curia Arcivescovile
Italiano
Fascicolo, cc. 2
5 b. 1 .
Organo
1945 - 1948
Carteggio relativo alla corrispondenza tra il parroco don Girardini e le ditte dei Fratelli Aletti, Inzoli, Tamburini, Balbiani Vegezzi
Bossi per la costruzione del nuovo organo, progetti e preventivi, quietanze di pagamento; elenchi dei membri del comitato pro organo
(1)
contiene fra l'altro cartoline illustrative di vari modelli d'organo
Italiano
Fascicolo, cc. 66
Note
(1) I verbali delle riunioni del comitato pro organo sono contenuti nel registro dell'Archivio del comitato pro chiesa, 2.1.
73
subfondo 7
Associazioni parrocchiali di Varone, 1914 - 1976
Contenuto
Molto fervida fu l'attività delle associazioni parrocchiali a Varone, che videro in Celestina Fattorelli una delle principali
sostenitrici e zelatrici. Fu lei infatti a curare la tenuta dei registri degli iscritti di associazioni che ebbero molto seguito
quali l'Opera di San Vigilio e le Tre Opere Missionarie Pontificie.
A quanto appare dalla documentazione conservata, l'Opera di San Vigilio si costituì a Varone intorno al 1940; essa si
proponeva, attraverso la preghiera, di sensibilizzare i fedeli all'azione apostolica ed aveva come scopo la raccolta di
fondi a favore dell'educazione dei giovani vocati al sacerdozio. L'opera era presieduta da un consiglio centrale con sede
a Trento, composto da un rettore, quattro consiglieri, un segretario e un cassiere di nomina vescovile. A livello locale
essa era invece coordinata dal curatore d'anime, e nel caso in cui il gruppo avesse raggiunto almeno i 100 soci, era
prevista l'elezione di un consiglio locale composto da due o tre membri, scelti tra i soci dal curato. Compito degli
zelatori era, oltre alla preghiera, la raccolta mensile di offerte da consegnarsi al curato il quale ogni semestre le spediva
al cassiere centrale. Gli zelatori avevano il diritto di godere di particolari privilegi ed indulgenze: ogni anno infatti, il
primo venerdì di ogni mese, venivano celebrate presso il Seminario di Trento 12 messe per i benefattori viventi ed una
messa nell'Ottava dei morti in suffragio di quelli defunti.
Le Opere Missionarie Pontificie sono pie associazioni di fedeli istituite con lo scopo di aiutare le missioni nel mondo. I
membri devono essere regolarmente iscritti e si impegnano ad adempiere alle condizioni stabilite dagli statuti per poter
godere dei diritti e indulti concessi.
Alla metà degli anni '30 del Novecento fu istituita a Varone l'Unione Uomini di Azione Cattolica, nome che in base allo
statuto del 1931 venne a sostituire quello di 'Federazione trentina degli uomini cattolici' (1). Scopo dell'unione era
quello di promuovere e tutelare lo sviluppo delle associazioni cattoliche in conformità con i dettami e gli insegnamenti
della chiesa. Secondo lo statuto del 1946 le associazioni diocesane, quali anche l'Unione Uomini di Azione Cattolica,
prevedevano la costituzione di una presidenza, formata dal presidente, dal vicepresidente e dal tesoriere. La presidenza
era assistita, in ciò che riguardava la formazione e l'apostolato, dall'assistente ecclesiastico dell'associazione. Come si
evince dal registro cassa conservato in questo sottofondo i soci dell'Unione di Varone avevano il diritto alla loro morte
della celebrazione di una messa.
Varie altre associazioni ed iniziative, alcune di fondazione mondiale, altre diocesana, furono attivate a Varone. Esse
avevano scopi caritativo - sociali o di propaganda religiosa quali: l'Opera della Propagazione della Fede a sostegno delle
missioni universali; l'Opera di San Pietro Apostolo a sostegno dell'attività caritativa del papa; l'Opera della Santa
Infanzia a sostegno delle missioni con un'attenzione speciale ai bambini poveri; l'Apostolato della Preghiera a sostegno
delle opere della chiesa per la salvezza del mondo attraverso l'assidua preghiera quotidiana; l'Università Cattolica per la
formazione di intellettuali credenti attraverso una giornata di preghiere ed oboli.
Le iscrizioni e le offerte a queste associazioni iniziarono a partire dal 1938.
Un'ultima associazione costituitasi a Varone su iniziativa di don Valentino Libardi fu quella del coro parrocchiale. Il
Libardi fu un cultore della musica e aderendo alle direttive di papa Pio X creò il coro dedicandovi il suo tempo
soprattutto dopo la fine del suo mandato, quando rimase a Varone come pensionato. Il coro, come si legge nello statuto,
fu costituito allo scopo dell'insegnamento e poi dell'esecuzione di canti liturgici e profani. I suoi membri dovevano aver
compiuo l'età di 14 anni ed essere di buona condotta morale e religiosa. Tutti i soci avevano diritto a partecipare
all'Assemblea generale a cui era riservata la facoltà di deliberare su tutte le questioni più importanti. I soci avevano
74
l'obbligo di osservare le norme dello statuto e di intervenire puntualmente alle prove e alle esecuzioni. Infine ogni socio
e ogni membro di direzione aveva il diritto, in caso di morte, ad una messa cantata il giorno del funerale e ad un officio
funebre in suffragio di tutti i soci defunti una volta l'anno. Morto don Libardi il coro fu diretto da Silvino Zucchelli.
Il sottofondo è costituito da 5 registri, inseriti nelle due serie 'Registri degli iscritti' e 'Registri di cassa' e da tre fascicoli
facenti parte della serie 'Atti amministrativi'.
Note
(1) Per un profilo istituzionale sull'Unione Uomini Azione Cattolica si veda "Azione cattolica italiana di Trento.
Inventario dell'archivio 1898 - 1969", Trento 1997, p. 110
75
serie 7.1
Registri degli iscritti, 1941 - 1976
Contenuto
La serie consta di tre registri degli iscritti, di cui due compilati dalla zelatrice Celestina Fattorelli relativi all'Opera di
San Vigilio e alle Tre Opere Missionarie Pontificie. In calce ad ogni pagina di questi due registri compare la firma del
parroco a convalida delle registrazioni effettuate.
1.
"Fattorelli Celestina zelatrice delle Tre Opere Missionarie Pontificie e dell'Opera di S. Vigilio dal 1941" (tit. int.)
1941 - 1976
- Registrazione degli iscritti all'Opera di S. Vigilio e della relativa quota versata dai medesimi, 1941 - 1976
- registrazione relativa agli iscritti alle Tre Opere Missionarie Pontificie e alle quote versate dai medesimi, 1950 - 1976
- registrazione riguardante gli iscritti all'Opera della S. Infanzia e la relativa quota versata dai medesimi, 1963 - 1976
alle ultime carte: annotazioni riguardanti il totale degli iscritti e delle somme versate rispettivamente per l'Opera di S. Vigilio, per
l'Opera della S. Infanzia, per le Tre Opere Missionarie, per ogni anno a partire dal 1967 fino al 1975, 1967 - 1976 gennaio 23
alla fine: ricevute degli importi consegnati al parroco, 1957 dicembre 27 - 1966 dicembre 28
Italiano
Quaderno, legatura cartacea, cc. 18 n.n.
2.
Iscritti all'Opera di San Vigilio
1941 - 1951
Registrazione degli iscritti e delle quote versate dai medesimi all'Opera di S. Vigilio, 1941- 1951 (1)
Italiano
Registro, legatura in tela, cc. 4 (2)
Note
(1) Il registro non viene compilato dal curato ma forse da Celestina Fattorelli
(2) Il registro possiede unicamente 4 carte. Tutte le altre carte che lo componevano sono state tagliate o strappate
3.
"1942. Elenco ascritti
1. Opera di S. Vigilio 2. Opera Propagazione della Fede 3. Opera S. Pietro 4. Opera S. Infanzia 5. Apostolato della
Preghiera"
1942 ante ottobre 14 - [1942]
Manca l'elenco degli iscritti all'Opera della S. Infanzia
a p. 10: "Ascritti senza crociata", [1942]
alle pp. 24 - 25: elenco degli iscritti alla Crociata Missionaria, [1942]
Italiano
Registro, legatura cartacea, pp. 33 (bianche pp. 5)
76
serie 7.2
Atti amministrativi, 1914 - 1951
Contenuto
La serie è costituita da tre unità archivistiche, tutte di nuova costituzione. Il materiale è stato rinvenuto frammisto alla
documentazione della parrocchia; svincolato da esso si è proceduto a formare tre fascicoli a seconda dell'oggetto cui la
documentazione pertiene.
1 b. 1 .
Statuto del coro curaziale di Varone
1914; post 1939
Permesso accordato al coro dal Consiglio Civico per l'uso di uno dei locali del nuovo edificio scolastico e statuto del coro
Italiano
Fascicolo, cc. 3
2 b. 1 .
Elenchi degli iscritti alle Tre Opere Pontificie Missionarie e all'Opera di San Vigilio
1949 ; 1951
Registrazione degli iscritti e delle quote versate dai medesimi alle Tre Opere Missionarie Pontificie e all'Opera di San Vigilio
Italiano
Fascicolo, cc. 2
3 b. 1 .
"Elenco dei soci Giovani Uomini Azione Cattolica, S. Giovanni Bosco Varone"
1942 - 1943; 1947
Elenco degli uomini, soci dell'Azione Cattolica per l'anno 1942 e carteggio relativo
Italiano
Fascicolo, cc. 4
77
serie 7.3
Registri di cassa, 1935 - 1976
Contenuto
La serie consta di due registri di cassa, di cui uno ad uso dell'Unione uomini di Azione Cattolica. Questo registro fu
compilato a partire dall'anno 1949 dal curato, che ne terminò le registrazioni nel 1958; l'altro registro invece, che
segnala tutte le offerte e gli oboli delle varie associazioni parrocchiali costituitesi a Varone, chiude con il 1976. Da
quella data le registrazioni vengono effettuate tutte a livello di parrocchia.
1.
"Unione Uomini di Azione Cattolica della Parrocchia di Varone. Libro Cassa"
1935 giugno 23 - 1958 gennaio 10
Italiano
Registro, legatura cartacea, cc. 11 n.n.
2.
"Libro Cassa
1. Propagazione della fede pag. 1 2. Opera S. Pietro apostolo pag. 20
3. Opera S. Infanzia pag. 30 4. Opera S. Vigilio pag. 40
5. Apostolato della Preghiera pag. 60 6. Oboli e questue Università Cattolica pag. 70 7. Assistenza sociale carità fame nel mondo pag. 87
1938 - 1976 ottobre 15
Registro delle entrate e delle uscite delle varie Opere:
pp. 1 - 14: Propagazione della Fede. Giornata Missionaria (1) , 1938 - 1976 gennaio 25
pp. 20 - 22: Opera di S. Pietro apostolo, 1940 - 1953 dicembre 14
pp. 30 - 35: Opera S. Infanzia, 1940 dicembre - 1953 dicembre 15; 1963 genniao 6 - 1976 gennaio 25
pp. 40 - 49: Opera di S. Vigilio. Giornate sacerdotali (2), 1940 aprile 12 - 1976 gennaio 25
pp. 60 - 68: Apostolato della Preghiera, 1939 febbraio - 1954 dicembre 16; 1962 dicembre 12 - 1976 giugno 20
pp. 70 - 86: Oboli e questue, 1938 - 1968 maggio 2
pp. 87 - 93: Assistenza sociale, 1963 giugno 15 - 1976 ottobre 15
a p. 97: "Come amici": elenco degli abbonati e registrazione dei relativi versamenti, 1974 - 1976 gennaio 25
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, pp. 97 (bianche pp. 30)
Note
(1) "Giornata Missionaria" è aggiunta di mano posteriore
(2) "Giornate sacerdotali" è aggiunta di mano posteriore
78
Persona
Pellegrini, Giacomo
[1839 - 1841]
Luoghi
Varone di Riva del Garda
Archivi prodotti
Fondo Documentazione del capovilla Giacomo Pellegrini, 01/01/1839 - 31/12/1841
Storia
Anche se civilmente e religiosamente sempre dipendente dal Comune o dalla parrocchia di Riva, la comunità di Varone
cercò di conquistarsi una certa autonomia sia in campo religioso, ottenendo nel 1782 l'erezione della propria chiesa a
curazia, sia in materia civile con la nomina di un capo-regola o capovilla.
Eletto dai capifamiglia della cura del Varone riuniti in assemblea presieduta dal delegato giudiziale, il capovilla
assolveva le funzioni di rappresentante frazionale presso il comune di Riva; si occupava dei pubblici affari che
riguardavano la popolazione di Varone e sorvegliava "in affari di polizia".
La documentazione conservata in questo archivio riguarda la persona di Giacomo Pellegrini, nominato capovilla nel
1839 e rimasto in carica fino al 1841 quando al suo posto venne designato Antonio Briosi. L'esiguità del materiale
documentario non permette di capire se la carica di capovilla esistesse a Varone prima del 1839, nè è dato sapere l'esatta
motivazione per cui queste carte prodotte da Giacomo Pellegrini, o a lui indirizzate, siano confluite nell'archivio della
parrocchia.
79
fondo
Documentazione del capovilla Giacomo Pellegrini, 1839 - 1841
Soggetti produttori
Pellegrini, Giacomo, [1839 - 1841]
Contenuto
L'archivio del capovilla Giacomo Pellegrini è un fondo di piccola entità pervenuto in un discreto stato di conservazione;
la documentazione è stata rinvenuta in fase di riordino, frammista a quella della parrocchia. Il fondo si compone di un
unico fascicolo contenente documenti prodotti o indirizzati a Gacomo Pellegini negli anni 1839 - 1840, durante la sua
attività di capovilla.
Le ragioni per cui queste carte siano confluite nell'archivio della parrocchia rimangono tuttavia sconosciute.
80
serie 1
Atti amministrativi, 1839 - 1841
Contenuto
La serie si compone di un'unica unità archivistica, un fascicolo di esigua entità, le cui carte prodotte o indirizzate a
Giacomo Pellegrini negli anni 1839 - 1840 durante la sua attività di capovilla, sono rinvenute frammiste alla
documentazione della parrocchia.
1 b. 1 .
Carteggio relativo alla scelta e nomina del capo regola, documentazione prodotta da Giacomo Pellegrini durante la sua
attività di capovilla, consegna di tale materiale documentario al successivo capovilla, dimissioni di Pellegrini e nomina
a suo successore di Antonio Briosi
1839 - 1841
Italiano
Fascicolo, cc. 13
81
Persona
Girardini, Pietro
1880 - 1953
Archivi prodotti
Fondo Documentazione di don Pietro Girardini
Storia
Pietro Girardini nacque a Preore da Giovanni e Domenica Paletti il 29 aprile 1880. Fu consacrato sacerdote nel luglio
del 1906. Cooperatore a Vezzano e a Spiazzo Rendena, occupò poi le cure d'anime di Termenago, Bocenago, S.
Margherita. Fu curato di Varone dal 1 febbraio 1938 fino alla sua morte, avvenuta il 24 febbraio 1953. Con queste
parole monsignor Enrico Paolazzi lo ricorda nella registrazione del suo decesso presente nel libro dei morti della
parrocchia: 'Era molto amato. Fu di carattere semplice, umile, di umore buono e faceto, parco in tutto e di pietà. La sua
morte avvenuta in seguito ad emorragia cerebrale e dopo soli tre giorni di degenza destò impressione profonda ed
immenso rimpianto' (1).
Note
(1) Archivio della parrocchia di Varone, 1.3.2., p. 86
82
fondo
Documentazione di don Pietro Girardini, s.d.
Soggetti produttori
Girardini, Pietro, 1880 - 1953
Contenuto
Nel corso del riordino dell'archivio della parrocchia, frammista a tale documentazione è stato rinvenuto anche un
quadernetto personale appartenente a don Girardini sullo ius matrimoniale.
Si tratta di un quaderno di appunti, stesi da don Girardini, in merito alle promesse di matrimonio, alle pubblicazioni, alle
dispense, ai compiti del parroco e del confessore, ecc...
83
serie 1
Disposizioni matrimoniali, s.d.
2 b. 1 .
"Ius matrimoniale. Notiones generales"
s.d.
Latino
Quaderno, cc. 12 n.n.
84
Famiglia
Briosi
[1840] - [1960]
Luoghi
Varone di Riva del Garda
Archivi prodotti
Fondo Famiglia Briosi, 01/01/1840 - 31/12/1960
Storia
"Io sottoscritto Briosi dottor ingegner Alessandro fu Tomaso, revocando ogni eventuale mia precedente disposizione in
materia, scrivo qui sotto, quanto dovrà venir disposto, in caso di mia morte, riguardo a ciò che costituisce il mio
patrimonio.... Tutto ciò che mi apparterrà in provincia di Trento purché di natura immobiliare diverrà proprietà assoluta
di quel beneficio curaziale di Varone di Riva".
Con queste parole Alessandro Briosi, nato a Brescia e ivi residente, nel suo testamento olografo vergato il 12 dicembre
1940 nominò erede del suo patrimonio in provincia di Trento il beneficio curaziale di Varone, con riserva d'usufrutto a
favore della moglie Romilda Poli, vita natural durante, e con l'obbligo per il beneficiato di impiegare le proprietà
ricevute in eredità "esclusivamente all'educazione religiosa della gioventù locale".
Solo in seguito alla morte della signora Poli, vedova Briosi, avvenuta nel 1956 il parroco di Varone, al tempo don
Antonio Busacca, venne in possesso dell'eredità di Alessandro Briosi e con essa acquisì pure il materiale documentario
prodotto dalla famiglia. La signora Poli - Briosi nel suo testamento datato 10 ottobre 1952, aggiunse all'immobile, già
lasciato in eredità al parroco di Varone dal marito, e destinato a casa canonicale, anche il mobilio che lo arredava.
85
fondo
Famiglia Briosi, 1840 - 1960
Soggetti produttori
Briosi, [1840] - [1960]
Contenuto
Il fondo dell'archivio della famiglia Briosi, rinvenuto in buono stato di conservazione, comprende una documentazione
che si estende in un arco cronologico che va dal 1840 al 1960; è perciò pervenuto all'archivio della parrocchia non solo
il materiale concernente la persona e l'attività di Alessandro Briosi e della moglie, ma anche dei suoi parenti e dei suoi
avi. L'archivio conserva infatti i testamenti di Antonio, Giuditta, Giacomo, Elisabetta e Giuseppe, della zia Elisabetta,
nonchè le varie pratiche per l'acquisizione dell'eredità lasciata ad Alessandro Briosi e ai vari fratelli, dal padre Tommaso
alla sua morte.
La documentazione, rinvenuta in fase di riordino frammista a quella della parrocchia, è costituita da: sei fascicoli,
quattro originali e due di nuova formazione, inseriti nella serie Atti amministrativi; da un registro di cassa riguardante le
entrate e le uscite limitatamente al patrimonio posseduto da Alessandro Briosi a Varone; dalle rese di conto e dai
documenti di corredo.
86
serie 1
Atti amministrativi, 1840 - 1957
Contenuto
La serie degli Atti amministrativi si compone di 6 unità archivistiche, di cui quattro originarie e due di nuova
costituzione. Si tratta di documentazione relativa a testamenti, divisioni dell'eredità, atti di carattere amministrativo fiscale riguardanti il patrimonio della famiglia Briosi.
1 b. 1 .
"Varone. Documenti di proprietà ereditaria"
1840 - 1896
Copia dei testamenti di Antonio, Giuditta, Giacomo, Elisabetta, Giuseppe Briosi, inventari e documenti divisionali del patrimonio,
decreti di aggiudicazione dell'eredità e carteggio relativo
Italiano
Fascicolo, cc. 60
2 b. 1 .
Diffide di pagamento, fogli di possesso fondiario, copie di atti catastali per l'accertamento della proprietà immobiliare,
atto di vendita con costituzione di usufrutto e svincolo, polizze di assicurazione, estratto tavolare
1895 - 1950
Italiano
Fascicolo, cc. 43
3 b. 1 .
"Aquisto quote fraterne"
1905 - 1921
Inventario delle sostanze lasciate in eredità da Tommaso Briosi, procura e nomina di Alessandro Briosi quale amministratore del
patrimonio lasciato in eredità dal padre, stima immobiliare della sostanza di proprietà degli eredi di Tommaso Briosi, atti di cessione
da parte dei fratelli e sorelle Briosi della loro quota di eredità al fratello Alessandro, contratto di compravendita tra i due fratelli
Alessandro e Umberto Briosi, specifiche e note delle spese legali, atto di quietanza, conchiusi
Italiano
Fascicolo, cc. 61
4 b. 1 .
"1926 - 1927. Varone. In morte di Elisabetta Briosi. All'avvocato Bozzoni la pratica per l'aggiudicazione del'incassi
ereditari"
1923 - 1928
Copia del testamento di Elisabetta Briosi, elenco delle spese sostenute dal nipote, l'ingegnere Alessandro Briosi, dopo la morte della
zia, inventario della biancheria della defunta, corrispondenza tra l'avvocato Bozzoni e Alessandro Briosi circa l'aggiudicazione
dell'eredità
Italiano
87
Fascicolo, cc. 19
5 b. 1 .
Carteggio relativo all'amministrazione del patrimonio
1941 - 1953
Italiano
Fascicolo, cc. 10
6 b. 1 .
"Pratiche testamento e beni Briosi - Poli"
1943 - 1957
Promemoria, decreto ministeriale per l'autorizzazione concessa al beneficio curaziale di Santa Maria Annunziata di Varone
all'accettazione del legato fondato da Alessandro Briosi in favore della suddetta chiesa, testamento olografo di Alessandro Briosi,
ricorso per il rilascio del certificato ereditario, domanda tavolare, testamento olografo di Romilda Poli, vedova Briosi, e carteggio
relativo, verbale di consegna dei beni, estratto tavolare
Italiano
Fascicolo, cc. 28 n.n.
88
serie 2
Registri di cassa, 1945 - 1960
Contenuto
La serie è composta da un registro di conti compilato a partire dalla fine del 1945 non dalla signora Romilda Poli Briosi, che probabilmente risiedeva a Brescia, ma da una persona di sua fiducia la quale teneva l'amministrazione delle
entrate ed uscite dei beni dei Briosi a Varone. In calce al resoconto di fine anno la vedova Briosi apportava la sua firma
dichiarando di trovare il saldo regolare. Dopo la morte della signora, una volta acquisitane l'eredità, è il parroco stesso a
compilare il registro fino al 1960.
I resoconti per gli anni precedenti, dal 1938 al 1945, si trovano in fogli sciolti; essi sono stati inseriti nella serie Rese di
conto e documenti di corredo nel fascicolo che conserva le pezze d'appoggio relative alle registrazioni riportate in tali
fogli e nel registro di cassa.
1 b. 1 .
"Briosi"
1945 novembre 1 - 1960
Libro cassa di Poli Romilda, vedova Briosi (1)
all'interno del piatto anteriore della coperta: annotazioni, s.d.
sul recto della c. di guardia posteriore: annotazioni circa la legge sulla disciplina delle esazioni, s.d.
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 15 n.n.
Note
(1) Il registro molto probabilmente non venne compilato dalla vedova Briosi, la cui firma compare in calce ad ogni resoconto di fine
anno, ma da una persona che evidentemente assolveva alle funzioni di amministratore delle sostanze della signora Briosi. I resoconti
per gli anni 1956 - 1960 vengono registrati dal parroco don Busacca
89
serie 3
Rese di conto e documenti di corredo, 1936 - 1956
Contenuto
In questa serie, in parte lacunosa, sono conservate le rese di conto dal 1938 al 1945 con i relativi documenti di corredo.
Le quietanze sono presenti anche per gli anni successivi, fino al 1956 e trovano riscontro nel registro di cassa
conservato nella serie 2.1. Esse sono stati disposte in base all'ordine delle registrazioni riportate nelle rese di conto e nel
registro di cassa menzionato.
1 b. 1 .
Rese di conto e documenti di corredo
1936 - 1956
Mancano i documenti di corredo per gli anni 1948 - 1952
Contiene anche "una copia di debito ipotecario in corone verso la Cassa di Risparmio di Rovereto" e due libretti di controllo per la
spazzatura dei camini, 1911 - 1953
Italiano
Fascicolo, cc. 171
90
Ente
Confraternita del Sacro Cuore di Gesù di Varone
1876 maggio 28 - [1947]
Luoghi
Varone di Riva del Garda
Archivi prodotti
Fondo Confraternita del Sacro Cuore di Gesù di Varone, 01/01/1845 - 31/12/1947
Storia
Le confraternite sono associazioni di fedeli erette per l'esercizio di opere di carità, di pietà e di beneficenza, dotate di
una regolare organizzazione e miranti all'incremento del culto pubblico.
Esse venivano erette canonicamente in una chiesa grazie ad un decreto emanato dall'autorità ecclesiastica.
Le norme generali relative all'erezione delle confraternite furono stabilite da Clemente VII, con la bolla 'Quaecumque'
del 7 dicembre 1604. Già però in occasione del Concilio di Trento era emersa la preoccupazione da parte della Chiesa di
riuscire ad esercitare su di esse un controllo, che ottennero ben presto ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed
introducendo al loro interno la presenza del clero. Di conseguenza il curatore d'anime venne chiamato a garantire il
buon funzionamento delle confraternite rivestendo spesso funzione di presidenza.
Per le confraternite del Trentino lo scopo principale era costituito dalla celebrazione delle messe in suffragio dell'anima
dei confratelli e delle consorelle defunti.
Nel XVIII secolo, durante il periodo della dominazione napoleonica, le confraternite furono soppresse, sulla base delle
leggi istituite da Giuseppe II in Austria, leggi che avevano imposto la loro abolizione. In seguito furono ripristinate, ma
con forti limitazioni, perché considerate o come associazioni di fedeli, a scopo religioso, o come pubbliche istituzioni di
beneficenza ed assistenza. Visto il loro duplice scopo esse sono soggette sia al diritto della Chiesa che a quello dello
Stato.
La congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Varone fu ufficialmente istituita con decreto vescovile il 28 maggio 1876,
anche se già da parecchi anni esisteva presso la chiesa curaziale di Varone tale congregazione, sia di uomini che di
donne. Lo attestano i due prospetti dei confratelli e delle consorelle conservati in forma di fascicolo, le cui prime
registrazioni datano 1845. Solo nel 1871 il curato di Varone, don Zomer, ne richiese all'Ordinariato l'erezione, che
venne concessa, dietro presentazione dello statuto, nel 1876.
Funzioni, occupazioni e attività
Sulla base di quanto si legge nello statuto della congregazione, scopo della "pia unione" è l'amore, il rispetto e
l'adorazione al Sacro Cuore di Gesù.
Struttura amministrativa
La confraternita è costituita da confratelli e consorelle divisi in due sezioni, ognuna delle quali ha un suo presidente, un
direttore e tre consiglieri. Presidente è il parroco di Riva rappresentato dal curato di Varone con le funzioni di vice91
presidente. Doveri dei soci sono: la recita quotidiana dell'ufficio, la partecipazione alle adunanze, l'esborso di dieci soldi
austriaci l'anno. Ogni anno veniva celebrata la messa in memoria dei confratelli e consorelle defunti.
92
fondo
Confraternita del Sacro Cuore di Gesù di Varone, 1845 - 1947
Soggetti produttori
Confraternita del Sacro Cuore di Gesù di Varone, 1876 maggio 28 - [1947]
Contenuto
Il fondo della confraternita del Sacro Cuore di Gesù, pervenuto in buono stato di conservazione, è costituito da un'unica
unità archivistica, un fascicolo di nuova costituzione, inserito nella serie degli Atti amministrativi. La documentazione,
che è stata rinvenuta frammista a quella della parrocchia, riguarda un elenco di confratelli e consorelle e lo statuto della
confraternita, di cui il curato svolgeva funzioni di presidenza.
93
serie 1
Atti amministrativi, 1845 - 1947
1 b. 1 .
"S. Cuore 28. 05. 1876"
1845 - fine anni '70 - 1944 - 1947
Prospetto dei confratelli e consorelle iscritti alla Confraternita del Sacro Cuore di Gesù, richiesta di erezione, statuto e concessione
all'erezione della confraternita, comunicazioni di carattere generale
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 31
94
Ente
Scuola materna di Varone
1922 febbraio 12 -
Luoghi
Varone di Riva del Garda
Altre Forme autorizzate del nome
Asilo infantile di Varone (denominazione in uso fino agli anni 70)
Archivi prodotti
Fondo Asilo Infantile di Varone, 01/01/1922 - 31/12/1965
Storia
Il 12 febbraio 1922 venne ufficialmente istituito l'Asilo Infantile di Varone. Lo Statuto discusso e approvato
unanimemente e sottoscritto dal presidente don Valentino Libardi, dal capovilla - vicepresidente Francesco Ferrari, dal
maestro - segretario Giacomo Busolli, è costituito da 13 capitoli, fra cui forse merita attenzione il primo di essi nel
quale viene sottolineato come l'Asilo di Varone fosse un'istituzione autonoma fondata allo scopo di offrire un aiuto alle
famiglie "col accogliere, costodire, educare ed istruire cristianamente e nella lingua italiana i bimbi dambo i sessi
dimoranti nella curazia del terzo fino la sesto anno d'età" (1)
L'Asilo avrebbe avuto sede in quell'edificio, con relativo arredamento e con annesso giardino, promesso dalla
benemerita società umanitaria di Milano. Il consiglio direttivo era composto dal curato pro tempore, con funzioni di
presidente, dal capovilla, dal maestro e da due fiduciari. Un aspetto interessante è dato dal fatto che lo statuto
prevedeva, in mancanza dell'oratorio, di riservare nei giorni festivi le sale dell'asilo "per la ricreazione" delle ragazze ma
anche dei ragazzi "qualora vi sia addetta persona maschile per la loro sorveglianza" (2)
Nell'Assemblea generale del 23 settembre 1929 venne approvato un secondo statuto che ricalcava in gran parte quello
precedente ma composto di 16 capitoli. In esso, in particolare, veniva descritta la natura del consiglio direttivo che
durava in carica due anni e che era composto da un rappresentante del comune, eletto dal sindaco; dal curato pro
tempore di Varone; da cinque membri eletti dall'Assemblea generale; dal fiduciario delle scuole o da un suo sostituto
maestro. A questi si aggiungevano i soci fondatori, membri onorari del consiglio.
Nel 1950 l'Asilo di Varone aveva ancora la sua sede provvisoria nella casa del beneficio curaziale. Nello stesso anno
emerse però la volontà del consiglio direttivo di acquistare il detto edificio. Ma a causa del vincolo di manomorta
gravante sui benefici ecclesiastici, vincolo che non permetteva la vendita ma solo la permuta dei beni, don Pietro
Girardini non potè vendere la casa all'Asilo. Fu così che il curato permutò lo stabile con Valerio Bonora, proprietario di
un orto in Marone. A questo punto l'Asilo avrebbe potuto acquistare il desiderato edificio se avesse avuto personalità
giuridica.
Si giunse allora al 24 settembre 1950, data in cui il Comune deliberò di acquistare a nome dell'Asilo Infantile di Varone
lo stabile sito a Varone in via Chiesa vecchia. Le spese dell'acquisto erano interamente a carico della presidenza
dell'Asilo, come pure tutte le spese di manutenzione, le tasse e le imposte gravanti su di esso.
95
Nel 1952, alla morte di Silvio Briosi, come lo stesso aveva espresso nel suo testamento, la casa sita in via Sega n. 10,
con fienili, stalle, locale uso magazzino, garage, legnaia e campagna che fa corpo con i suddetti stabili, diventò
proprietà dell'Asilo Infantile di Varone.
Nel 1963 il presidente dell'Asilo ne affidò la direzione e la conduzione alle suore Figlie di Maria Ausiliatrice, con il
compito di istruire ed educare i bambini, e di accogliere nei giorni festivi le ragazze che frequentavano l'oratorio per
insegnare loro il catechismo, per l'esercizio del canto e per l'attività ricreativa.
Attualmente l'asilo, con il nome di "Scuola materna di Varone", opera come scuola dell'infanzia equiparata, associata
alla Federazione provinciale scuole materne Trento.
Note
(1) Archivio dell'Asilo Infantile di Varone, 1.1, c. 6r
(2) Archivio dell'Asilo Infantile di Varone, 1.1, c. 6r
96
fondo
Asilo Infantile di Varone, 1922 - 1965
Soggetti produttori
Scuola materna di Varone, 1922 febbraio 12 -
Contenuto
L'archivio dell'Asilo Infantile di Varone è costituito da un'unica unità archivistica, un fascicolo di nuova costituzione
inserito nella serie degli Atti amministrativi, le cui carte sono state rinvenute frammiste alla documentazione della
parrocchia e in buono stato di conservazione.
97
serie 1
Atti amministrativi, 1922 - 1965
1 b. 1 .
Asilo infantile
1922 - 1965
Copie dello "Statuto per l'Asilo Infantile di Varone", atto d'obbligo, estratto del verbale di una seduta del Consiglio Comunale
riunitosi per discutere l'acquisto dello stabile adibito a sede dell'Asilo infantile di Varone, documento di ricorso per rilascio di
certificato ereditario e relativa intavolazione del diritto di proprietà, atto notorio, convenzione tra il presidente della Scuola Materna
di Varone e l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice
Italiano
Fascicolo, cc. 54
98
Ente
Comitato pro chiesa di Varone
1927 - 1945
Luoghi
Varone di Riva del Garda
Archivi prodotti
Fondo Comitato pro chiesa di Varone, 01/01/1927 - 31/12/1945
Storia
"Un gruppo di volonterosi di Varone ha preso la nobile iniziativa di venire in soccorso della chiesa curaziale, così bella
architettonicamente ma del pari bisognosa di restauri, e com'è noto, così povera"(1).
Per raggiungere questo scopo, si venne creando a Varone nel giugno del 1927 un comitato che fu chiamato "comitato
pro chiesa". Esso si proponeva di raccogliere fondi e offerte destinate alla restaurazione della chiesa dopo i danni subiti
durante la prima guerra mondiale.
Nella seduta del 22 agosto 1929, a seguito delle dimissioni rassegnate dal presidente e, "per solidarietà", anche dagli
altri membri, venne a costituirsi un secondo comitato che sostituì il primo ma che ebbe come obbiettivo sempre quello
di promuovere il decoro della chiesa curaziale e in generale del culto (2).
La presidenza di questo secondo comitato fu assunta da Luigi Zanoni, mentre segretario fu nominato don Alessandro
Tita, e cassiere Tullio Montagni. Adempiendo anche ad una raccomandazione fatta dal vescovo, il comitato si impegnò
da subito nelle seguenti opere: scrostamento e tinteggiatura degli avvolti della chiesa; dotazione di vetri colorati;
trasporto di una campana; nuova pavimentazione; erezione di due lapidi con i nomi dei benefattori più insigni;
fondazione dell'ufficio perpetuo a favore dei benefattori della chiesa.
L'intervento forse più di rilievo consistette nella decorazione dell'abside e della navata affidata nel 1931 al pittore
mantovano Agostino Aldi.
Nel 1937 alla morte di don Alessandro Tita venne a costituirsi un comitato con lo scopo di raccogliere i fondi necessari
per l'erezione, nel cimitero di Varone, di una lapide in marmo a memoria dell'amato sacerdote.
Non è dato sapere se questo comitato fosse rappresentato dagli stessi membri del comitato pro chiesa o fosse stato
costituito all'uopo senza alcun legame con il precedente. La presidenza fu comunque tenuta sempre da Luigi Zanoni.
Note
(1) Archivio del comitato pro chiesa, 1.1., c. 1r
(2) Archivio del comitato pro chiesa, 1.1., c. 13r
99
fondo
Comitato pro chiesa di Varone, 1927 - 1945
Soggetti produttori
Comitato pro chiesa di Varone, 1927 - 1945
Contenuto
L'archivio del comitato pro chiesa è un fondo costituito da quattro fascicoli di nuova formazione, inseriti nelle due serie
Atti amministrativi e Resoconti e documenti di corredo, e da tre registri cassa riguardanti le entrate e le uscite del
comitato. Tale documentazione è stata rinvenuta in un discreto stato di conservazione e frammista a quella della
parrocchia.
100
serie 1
Atti amministrativi, 1927 - 1945
Contenuto
La serie si compone di due fascicoli di nuova costituzione. Si tratta di documentazione prodotta dal comitato pro chiesa
nell'esplicazione della sua attività a favore del restauro e della decorazione della chiesa di Varone.
1 b. 1 .
"Lettere e indirizzi vari. Circolari ed appelli"
1927 - 1945
Convocazioni di assemblee, currende, circolari e appelli lanciati dal comitato pro chiesa per sostenere le spese di restauro e
abbellimento della chiesa, elenco degli offerenti con le relative quote versate, indirizzi, documento di fondazione di un legato
missario e carteggio relativo
Italiano
Fascicolo, cc.79
2 b. 1 .
"Firmatari del voto"
[1944]
Elenco di quanti a Varone fecero voto, nella speranza che il paese restasse incolume dai disastri della guerra, di impegnarsi al termine
del conflitto mondiale nell'esecuzione di "qualche spesa a onore di Dio" (1)
Italiano
Fascicolo, cc. 9
Note
(1) La notizia è riportata nel registro cassa del comitato pro chiesa conservato in questo archivio con la segnatura 2.1.
101
serie 2
Registri di cassa, 1927 - 1944
Contenuto
La serie si compone di 3 libri cassa. In particolare, il registro 2.1 accoglie al suo interno anche i verbali delle sedute del
comitato pro chiesa e quelli, cronologicamente successivi, del comitato pro organo.
1 b. 1 .
"Cassa e protocollo pro chiesa"
1927 giugno 25 - 1944 giugno 11
- Libro cassa del comitato pro chiesa, 1927 giugno 25 - 1943 luglio 15
- verbali delle sedute del comitato pro chiesa, relazione del presidente e verbale di consegna del materiale del comitato al curato don
Girardini, 1929 luglio 30 - 1943 settembre 4
- elenco dei capifamiglia che si impegnano al termine della guerra a contribuire all'esecuzione di "qualche opera a onore di Dio",
1944 giugno 11
- verbale della riunione per la costituzione del comitato pro organo e verbali delle riunioni di quest'ultimo, 1945 luglio 8 - 1948
dicembre 20
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 24 n.n. (bianche c. 1)
2 b. 1 .
"Registro contabi[lità]" (1)
1927 agosto 5 -1928 giugno 25
Registro di cassa del comitato
sul verso dell'ultima carta: "Peso dei sacchetti venduti"
Italiano
Registro, legatura cartacea, cc. 2 n.n. (acefalo)
Note
(1) Sono scritte soltanto la penultima e l'ultima carta
3 b. 1 .
"Cassa"
1929 settembre 1 - post giugno 1943
Libro cassa del comitato pro chiesa
Italiano
Registro, legatura cartacea, cc. 11 n.n.
102
serie 3
Resoconti e documenti di corredo, 1930 - 1943
Contenuto
La serie si compone di due fascicoli di nuova costituzione, il cui materiale (resoconti e quietanze) inerisce sia ai lavori
alla chiesa, sia a quelli per i funerali di don Alessandro Tita.
1 b. 1 .
"Ricevute chiesa"
1930 - 1943
Resoconti e quietanze di pagamento delle spese effettuate dal comitato pro chiesa nell'esplicazione delle sue attività (1)
Italiano
Fascicolo, cc. 115
Note
(1) Le quietanze sono state ordinate secondo il numero di registrazione corrispondente a quello presente nel registro "Cassa"
dell'Archivio del comitato pro chiesa, 2.3.
2 b. 1 .
"Resoconto incassi e spese per la commemorazione del Reverendissimo don Alessandro Tita" (1)
1938
Resoconto degli incassi e delle spese e lista degli offerenti per le onoranze funebri di don Tita
Italiano
Fascicolo, cc. 27
Note
(1) Il titolo è ricavato dall'intestazione riportata sul verso della prima carta del fascicolo
103
Ente
Confraternita del Santissimo Sacramento di Varone
1943 luglio 10 - [1952]
Luoghi
Varone di Riva del Garda
Archivi prodotti
Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Varone, 01/01/1941 - 31/12/1952
Storia
La confraternita del S.S. Sacramento di Varone (1) fu istituita con decreto vescovile il 10 luglio 1943, su richiesta del
curato, don Girardini, rispondendo così all'esigenza della popolazione di Varone che da alcuni anni si era prodigata
nella raccolta di offerte per l'acquisto di vesti e per la creazione di un fondo da utilizzare per le necessità della
confraternita.
Funzioni, occupazioni e attività
Lo statuto della confraternita del Santissimo di Varone, conformandosi a quello delle confraternite della diocesi di
Trento, prevedeva come scopo principale il culto pubblico della S.S. Eucarestia e, secondariamente, il bene spirituale
degli ascritti.
Struttura amministrativa
La confraternita era costituita da due sezioni, una maschile e l'altra femminile.
Direttore ne era il curato, mentre il priore era il capo della confraternita; lo statuto prevedeva anche la presenza di un
vice-priore, del segretario, dei consiglieri e del cassiere.
I confratelli dovevano essere cristiani di buona condotta, per venire iscritti nei registri della confraternita; indossavano
una divisa, costituita da una veste bianca e una mantellina rossa; le consorelle invece avevano un velo nero e una
medaglia appesa al collo con nastro rosso. Dovere di ogni ascritto era quello di partecipare ai funerali di ogni
consorella o confratello defunto; era loro obbligo partecipare alle adunanze della confraternita, alla prescritta funzione
della domenica, alla processione del Corpus Domini, accompagnare il Santissimo nella comunione pasquale degli
infermi e alle maggiori solennità.
Note
(1) Per notizie di carattere generale sulle confraternite di veda l'introduzione al fondo della Confraternita del Sacro
Cuore di Gesù.
104
fondo
Confraternita del Santissimo Sacramento di Varone, 1941 - 1952
Soggetti produttori
Confraternita del Santissimo Sacramento di Varone, 1943 luglio 10 - [1952]
Contenuto
L'archivio della confraternita del Santissimo Sacramento è un fondo di esigue dimensioni; esso è costituito da un
fascicolo inserito nella serie Atti amministrativi, di nuova formazione, rinvenuto fra la documentazione della
parrocchia, dalla quale è stato separato, e da un'altra unità archivistica costituita da un registro di cassa compilato da don
Girardini; l'ultima registrazione riguardante il 1952 è di mano di don Busacca.
105
serie 1
Atti amministrativi, 1941- 1952
1 b. 1 .
Decreto vescovile per l'erezione della confraternita del Santissimo Sacramento a Varone, statuto della confraternita (1),
elenco degli offerenti e relative quote versate alla chiesa di Varone per l'acquisto degli abiti dei confratelli, quietanze dei
pagamenti effettuati per tale acquisto, lista dei confratelli
1941 - 1952
Italiano
Fascicolo, cc. 26
Note
(1) Lo statuto è presente in duplice copia
106
serie 2
Registri di cassa, 1940 - 1952
1 b. 1 .
"Libro cassa Confraternita del Santissimo. Varone"
1942 ottobre 20 - 1952
Sul recto dell'ultima carta: "Offerte alla Confraternita. Anno 1946", 1946
sul verso dell'ultima carta: elenco dei confratelli e della relativa quota versata, 1946 - 1947
Italiano
Registro, legatura cartacea, cc. 4 n.n.
107