Parrocchia dell`Annunciazione di Maria in Varone. Inventar…
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Parrocchia dell`Annunciazione di Maria in Varone. Inventar…
Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone. Inventario dell'archivio storico (1622 -1948) e degli archivi aggregati (18391965) a cura di Novella Forner Provincia autonoma di Trento. Servizio Beni librari e archivistici 1999 Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati effettuati, per incarico e con la direzione tecnica del Servizio Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino, a cura di Novella Forner; il lavoro è stato ultimato nel 1999. L'inventario è stato redatto con il programma "Sesamo". L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del Trentino e la conseguente revisione dei dati sono state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Francesca Benini, Chiara Bruni, Ines Parisi ed Emanuela Pandini (Cooperativa ARCoop) nel corso del 2009, secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006". 2 Albero delle strutture Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone, 1622 - 1987 Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone, 1622 - 1976 Anagrafe di Varone, 1805 - 1987 Registri dei nati e battezzati, 1805 - 1962 Registri dei matrimoni, 1865 - 1966 Registri dei morti, 1850 - 1976 Registri dei cresimati, 1912 - 1987 Stati delle anime, 1831 - 1940 Registri degli sponsali, 1908 - 1956 Atti matrimoniali, 1898 - 1923 Carteggio ed atti attinenti all'anagrafe, 1895 - 1957 Beneficio parrocchiale di Varone, 1829 - 1950 Atti amministrativi, 1829 - 1940 Resoconti, 1946 - 1950 Chiesa parrocchiale di Varone, 1720 - 1967 Urbari, 1907 - 1953 Atti amministrativi, 1720 - 1950 Registri di cassa, 1936 - 1967 Resoconti, 1824 - 1951 Benefici e legati di Varone, 1622 - 1952 Atti amministrativi, 1622 - 1952 Registri di cassa, 1940 - 1952 Resoconti e documenti di corredo, 1844 - 1952 Pastorale parrocchiale di Varone, 1851 - 1953 Protocolli degli esibiti, 1912 - 1953 Carteggio ed atti, 1927 - 1943 Circolari ecclesiastiche e civili, 1851 - 1929 Culto e funzioni religiose in Varone, 1865 - 1968 Diari delle messe, 1909 - 1953 Diari delle messe legatarie e avventizie, 1909 - 1946 Diari personali delle messe, 1946 - 1953 Registri delle pubblicazioni matrimoniali e degli avvisi in chiesa, 1865 - 1951 Carteggio ed atti, 1867 - 1968 Associazioni parrocchiali di Varone, 1914 - 1976 Registri degli iscritti, 1941 - 1976 Atti amministrativi, 1914 - 1951 Registri di cassa, 1935 - 1976 3 Documentazione del capovilla Giacomo Pellegrini, 1839 - 1841 Atti amministrativi, 1839 - 1841 Documentazione di don Pietro Girardini Disposizioni matrimoniali Famiglia Briosi, 1840 - 1960 Atti amministrativi, 1840 - 1957 Registri di cassa, 1945 - 1960 Rese di conto e documenti di corredo, 1936 - 1956 Confraternita del Sacro Cuore di Gesù di Varone, 1845 - 1947 Atti amministrativi, 1845 - 1947 Asilo Infantile di Varone, 1922 - 1965 Atti amministrativi, 1922 - 1965 Comitato pro chiesa di Varone, 1927 - 1945 Atti amministrativi, 1927 - 1945 Registri di cassa, 1927 - 1944 Resoconti e documenti di corredo, 1930 - 1943 Confraternita del Santissimo Sacramento di Varone, 1941 - 1952 Atti amministrativi, 1941 - 1952 Registri di cassa, 1940 - 1952 4 Albero dei soggetti produttori Curazia di Santa Maria Annunciata, Varone (Riva del Garda), 1782 settembre 19 - 1953 Successori: Parrocchia dell'Annunciazione di Maria, Varone (Riva del Garda), 1953 maggio 31 Parrocchia dell'Annunciazione di Maria, Varone (Riva del Garda), 1953 maggio 31 Predecessori: Curazia di Santa Maria Annunciata, Varone (Riva del Garda), 1782 settembre 19 - 1953 Beneficio parrocchiale dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria, Varone (Riva del Garda), 1463 - 1987 gennaio 24 Pellegrini Giacomo, Varone (Riva del Garda), [1839] - [1841] Girardini Pietro, sacerdote, Preore, 1880 aprile 29 - Varone (Riva del Garda), 1953 febbraio 24 Briosi, Varone (Riva del Garda), [1840] - [1960] Confraternita del Sacro Cuore di Gesù di Varone, Varone (Riva del Garda), 1876 maggio 28 - [1947] Scuola materna di Varone, Varone (Riva del Garda), 1922 febbraio 12 Comitato pro chiesa di Varone, Varone, (Riva del Garda), 1927 - 1945 Confraternita del Santissimo Sacramento di Varone, Varone (Riva del Garda), 1943 luglio 10 - [1952] 5 superfondo Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone, 1622 - 1987 117 unità Modalità di acquisizione e versamento L'art. 27 della L.P. 14 febbraio 1992, n. 11 concernente "Disposizioni in materia di archivi e istituzione dell'archivio provinciale" prevede che, fino a quando non saranno raggiunte le intese di cui all'art.12, comma 1 della legge 25 marzo 1985, n. 12 concernente la ratifica e l'esecuzione delle modifiche al Concordato lateranense dell'11 febbraio 1929 tra Repubblica Italiana e la Santa Sede, vengano stipulate intese fra la Giunta Provinciale di Trento e i competenti organi ecclesiastici circa l'applicazione delle disposizioni della legge agli archivi di enti ecclesiastici. Le intese furono raggiunteil 10 settembre 1993. La valutazione dell'esistenza dell'interesse storico degli archivi degli enti ecclesiastici, in base al comma 1 del medesimo articolo della legge provinciale, spetta alla Commissione beni culturali; tale valutazione dovrà essere effettuata secondo i criteri stabiliti d'intesa fra la Giunta provinciale e i competenti organi ecclesiastici. L'Ordinariato ha istituito con decreto arcivescovile di data 10 febbraio 1993 l'Archivio diocesano attribuendogli competenze di conservazione, coordinamento e consulenza, tutela, promozione e valorizzazione degli archivi ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana. La Commissione beni culturali nella seduta dell'8 giugno 1994 ha riconosciuto l'interesse storico dell'archivio della parrocchia di Varone relativamente alla documentazione anteriore agli ultimi cinquant'anni. Contenuto Nell'archivio della parrocchia di Varone è confluito anche del materiale documentario, consistente sia in registri che in carteggio, prodotto da altri enti ma che per motivazioni varie e in momenti diversi è pervenuto all'archivio parrocchiale di cui ora fa parte. Tale documentazione è stata considerata e organizzata nel presente inventario come fondi autonomi rispetto al fondo della parrocchia; individuati i vari archivi e i loro soggetti produttori si è proceduto ad ordinarli ed inventariarli separatamente, cercando per ognuno di loro, di fornire, per quanto possibile, un breve inquadramento storico-istituzionale. Lingua Italiano; latino; tedesco; inglese Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti eccclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" al punto 3, comma 1 e 2. In riferimento al comma 1 si sono pertanto seguite le "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione dd. 29 marzo 1993, n. 3692, relativamente alla parte prima, punto 3, riprese dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966, Direzione degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" (1). In riferimento al comma 2 relativo all'intesa fra il Servizio provinciale 6 competente e l'archivio diocesano in ordine alle metodologie, ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dal Servizio beni librari e archivistici della Provincia Autonoma di Trento. Si vedano anche le "Avvertenze per la consultazione" a pagina 4 e seguenti. Il presente inventario si chiude con il 1948, limitandosi a quella parte d'archivio dichiarata di notevole interesse storico in base alle "Intese fra la Giunta Provinciale di Trento e l'Ordinamento diocesano in materia degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", L.P. 14 febbraio 1992, n. 11, art. 27, c. 2: "Negli archivi ecclesiastici riconosciuti di di interesse storico, la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entra a far parte dell'archivio storico e ricadesotto le disposizioni ad esso relative". Si segnala comunque che in alcuni casi gli estremi cronologici di alcune unità archivistiche possono superare il limite del 1948. Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", punto 3, comma 3, l'obbligo, di cui all'art. 20, comma 1, lettera b) della L.P. del 14 febbraio 1992 circa la consultazione dei documenti, riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di notevole interesse storico. I documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, sono consultabili dopo 70 anni dalla conclusione dell'affare, ciò in base ad una normativa già in vigore presso gli archivi di Stato. Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre in base all'art. 3, comma 4 delle "Intese fra la Giunta provinciale e l'Ordinariato diocesano" la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate. Condizioni di riproduzione In base all'art. 3, comma 5 delle "Intese fra la Giunta e l'Ordinariato diocesano" la riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte dell'archivio diocesano. In base allo stesso articolo di legge, l'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio Provinciale. Presso l'Archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale. Note (1) Pubblicata anche in P. CARUCCI, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma 1983, pp. 231 - 239. Alla circolare citata fanno riferimento anche le disposizioni del capitolo 3, parte prima della Deliberazione della Giunta Provinciale di Trento n. 3692 del 29 marzo 1993, "Criteri generali di ordinamento e di inventariazione degli archivi degli enti pubblici locali", e del punto 4, parte seconda della stessa, relativa agli archivi di privati di notevole interesse storico locale. 7 Ente Curazia di Santa Maria Annunciata in Varone 1782 settembre 19 - 1953 Luoghi Varone (Riva del Garda), p.za Chiesa 12 Archivi prodotti Fondo Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone, 01/01/1622 - 31/12/1976 Storia La chiesa di Varone, dedicata alla Beata Maria Vergine Annunciata, per un lunghissimo tempo ha legato le proprie sorti alla vita civile e religiosa della comunità di Riva del Garda. Faceva infatti capo, per quanto riguarda l'amministrazione politico-amministrativa-giudiziaria al Capitanato e al Giudizio Distrettuale di Riva, mentre dal punto di vista dell'organizzazione ecclesiastica faceva parte, ed appartiene tutt'ora, al decanato di Riva come pure le parrocchie vicine di Tenno, Pranzo, Cologna, Ville del Monte. Ancora oggi il paese di Varone dipende dal Comune di Riva in quanto ne costituisce una frazione. Costruito sul conoide del torrente Varone, il paese consisteva anticamente in un esiguo numero di case e ville disseminate qua e là lungo le attuali direttrici di via Ballino, Venezia, del torrente Varone e Varoncello su uno dei versanti del monte Pernone il quale costituì ab origine il fulcro dell'insediamento abitativo. Come confermano i vari reperti archeologici di età tardo romana affiorati a seguito degli scavi, sulle pendici del Pernone venne edificata anche la chiesa, chiamata della Madonna del Soccorso o anche Madonna del Perdon, tramutatasi poi col tempo in Madonna del Pernon (1). Un brandello di pavimento museale e una ceramica domestica di epoca romana, alcune monete, un reliquiario di età altomedievale: questi ed altri oggetti rinvenuti rendono testimonianza dell'antichità della chiesa di Varone, di cui per altro ben poche notizie sono state tramandate. Il nome di questa chiesa -documentata a partire dal 1229 (2)- compare spesso associato alla fondazione di un beneficio, chiamato di San Giacomo e della Madonna del Perdon, beneficio istituito il 28 novembre 1463 da un certo "ser Gabriel filius quondam ser Valentini de Pitiliana", il quale dispose che il suo corpo venisse seppellito nel cimitero di San Francesco a Riva e nominò erede universale dei suoi beni l'altare di San Giacomo in Riva, concedendo il diritto di giuspatronato ai sindaci e alla comunità di Riva. Più di un secolo prima, il 12 novembre 1319 un certo Giacomo Cerdo da Brescia, abitante di Riva, aveva fatto erigere a proprie spese un altare intitolato a San Giacomo Maggiore nella pieve di Riva. Ora non è stato ancora stabilito nè chiarito se l'altare di San Giacomo si trovasse nella chiesa di Santa Maria di Riva oppure, come si pensa (3), nella chiesa di Santa Maria del Pernon a Varone, ma sta di fatto che nel 1485, all'atto di nomina del primo beneficiato si decise che quest'ultimo avrebbe dovuto celebrare messa al detto altare quotidianamente, ad eccezione di quel giorno alla settimana nel quale egli si sarebbe dovuto recare a celebrare messa nella chiesa di Santa Maria del Pernon (4). Alcuni anni prima nel 1468 i sindaci e i consiglieri di Riva avevano assegnato la cura e il governo della cappella "vulgariter nuncupata Cappella Sanctae Mariae de Perdono" a ser Frater Nicolaus Sancti Joannis Rotondi de Apullam, alla condizione che la governasse diligentemente e la amministrasse accuratamente. Il 24 aprile 1484 le due fondazioni Cerdo e Pitiliana, lasciate a favore dell'altare di San Giacomo di Riva, vennero aggregate al beneficio della Madonna 8 del Pernon; infatti al beneficiato dell'altare di San Giacomo, la comunità di Riva, quale depositaria del diritto di giuspatronato, assegnò anche le entrate della chiesa di Varone. Il sacerdote che ebbe la prima collazione ed unione di tali entrate fu Steffano de Pedratiis, a cui seguirono Giovanni de Trino, Giovanni Vianini, Pietro Ricamboni, e Gian Andrea Bornico, il quale fu il primo ad avere una reale investitura dei benefici Cerdo, Pitiliana e della Madonna del Pernon; fu infatti obbligato, a differenza dei suoi predecessori summenzionati, alla celebrazione della messa nella chiesa di Varone, a versare 10 ragnesi all'anno per dieci anni per la fabbrica e la decorazione della chiesa di Varone e dell'altare di San Giacomo, a "presentarsi con l'elezione e tutti i capitoli al Reverendissimo suffraganeo" (5). In occasione della visita pastorale del 1671, la chiesa non era ancora consacrata ma possedeva tre altari, di cui il maggiore dedicato all'Annunciazione, quello a lato dove si proclama il Vangelo dedicato a Sant'Antonio da Padova, mentre quello dalla parte dove si proclama l'Epistola si ignorava a chi fosse dedicato (6). Nelle visite pastorali successive sono numerose le disposizioni che vengono date per migliorare lo stato della chiesa: si raccomanda di ampliare la sacrestia perchè alquanto stretta, di provvedere l'altare di Sant'Antonio di una pietra sacrata portatile e del bisognevole, di murare la porta laterale della chiesa perchè contigua al cortile, di provvedere il confessionale di sacre immagini. Solo con la visita del 1750 finalmente la chiesa viene trovata "in bonu statu et sufficienter provvisa" (7) con tre altari, dedicati all'Annunciazione, a San Gaetano e a Sant'Antonio da Padova, per l'amministrazione delle cui entrate si raccomandò di nominare urgentemente un massaro. Il 19 settembre 1782 costituisce una data importante per la chiesa di Varone in quanto essa venne elevata a curazia. L'arciprete di Riva Giovanni Alessio Zambotti "acconsente che gli uomini del Varone e vicinanze abbiano nella chiesa di Santa Maria del Pernone al Varone la custodia del Santissimo Sacramento e un sacerdote stabile in figura di curato" (8). Tale curato ebbe sì la facoltà di confessare, comunicare sani ed infermi e dare l'olio santo ma non quella di impartire i sacramenti del battesimo, del matrimonio, di seppellire i defunti e spedire attestati di stato libero, cantar messa e celebrare offici funebri senza il permesso del parroco. Il curato aveva altresì l'obbligo di far partecipare gli abitanti di Varone alla messa pasquale nella chiesa di Riva e inoltre di insegnare a scuola. Nel 1805 fu concesso alla chiesa di Varone l'uso del fonte battesimale (9). La chiesa risentì fortemente dei danni provocati dall'alluvione del 1827, dovuta allo straripamento del torrente Varone; l'edificio si trovava infatti circondato da "un gran masso di ghiaia che non si potè condur via, per intrare in chiesa è bisogno di discendere per quattro gradini, onde riesce molto umida, e nella state entro si sviluppa un'aria grossa e fastidiosa" (10). Gli abitanti di Varone decisero allora la costruzione di una nuova chiesa che fosse situata in luogo più sicuro e che soddisfacesse alla necessità di contenere un maggior numero di fedeli. Il 10 aprile 1847 i capifamiglia di Varone presentarono all'Imperial Regio Giudizio un prospetto delle offerte spontanee per facilitare l'erezione di una novella chiesa curaziale (11). Nonostante la difficoltà di reperire i finanziamenti presso il regio governo austroungarico, il disegno della nuova chiesa venne affidato all'ingegner Bianchi di Verona. Grazie anche all'aiuto economico del Potestà di Riva, la fabbrica della chiesa, a cui si diede il via nel 1868, giunse al termine nel 1885. Il 10 novembre 1885 la chiesa venne benedetta dal decano di Riva mentre l'11 agosto 1889 essa fu consacrata. Durante i bombardamenti della Prima Guerra Mondiale la chiesa rimase chiusa e l'intera popolazione, curato incluso, deportata in Austria e Boemia. Lavori di restauro in seguito ai danni provocati dalla guerra la chiesa conobbe nel 1929. Altri interventi di minore entità furono realizzati negli anni 1963 - 1966. Condizione giuridica Ente privato 9 Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amminstrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione" (9). I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia. Note (1) Archivio della parrocchia di Varone, 6.4.1, c. 1r (2) G. PELLEGRINI, Accadde 40 anni fa in Varone, Trento 1996, p. 98; A. COSTA, La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento 1986, p. 451. (3) G. PELLEGRINI, Accadde 40 anni fa, cit., p. 84 identifica per l'appunto l'altare di San Giacomo in Riva con l'altare che esisteva nella chiesa di Santa Maria del Perdono a Varone (4) ADTn, Fondazioni 31, n. 25, pp. 25 - 26 (5) Archivio della parroccha di Varone, 6.4.1, c. 3r; ADTn, Fondazioni 31 n. 25, p. 52 ss. 10 (6) ADTn, Atti Visitali 13 n. 5, c. 9v (7) ADTn, Atti Visitali 53 c. 19v (8) ADTn, Investiture 11, cc. 138v - 140r (9) Archivio della parrocchia di Varone, 3.2.2.2., c. 3 (10) ADTn, Libro B (530), n. 4410 (11) Archivio della parrocchia di Varone, 3.2.1., cc. 4 - 7 11 Ente Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone (Riva del Garda) 1953 maggio 31 - Luoghi Varone (Riva del Garda), P.za della Chiesa, 12 Archivi prodotti Fondo Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone, 01/01/1622 - 31/12/1976 Storia La chiesa di Varone fu elevata a parrocchia il 31 maggio 1953. Il decreto vescovile ne stabiliva l'estensione fissandone i confini: "Confine settentrionale del Comune di Riva, strada che da Ceole conduce al Convento delle Grazie, muro di cinta del Convento, verso sud, strada Varignano - Riva, poi viottolo che dal bivio per l'Ischia e la Galleria conduce a Villa Maria, indi torrente Albola sotto la contrada Deva. Verso Arco i confini devono essere interpretati ed applicati in modo che coincidano con quelli della parrocchia di Arco". Il primo parroco di Varone fu don Antonio Busacca. Condizione giuridica Con D.M. del 30 dicembre 1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987 la parrocchia di Varone è stata dichiarata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n.309). 12 fondo Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone, 1622 (copia) - 1976 Soggetti produttori Curazia di Santa Maria Annunciata in Varone, 1782 settembre 19 - 1953 Parrocchia dell'Annunciazione di Maria in Varone (Riva del Garda), 1953 maggio 31 - Storia archivistica Costituito dalla documentazione prodotta nell'esercizio delle sue funzioni, l'archivio della parrocchia di Varone è oggi un fondo di piccole dimensioni, che sconta varie perdite documentarie dovute sia a motivazioni di ordine storico, come i bombardamenti della prima guerra mondiale, sia a cause intenzionali, come l'incuria a cui l'archivio è andato soggetto nel corso degli anni. L'archivio parrocchiale, che trova sede in una stanza a piano terra della canonica che sorge accanto alla chiesa, è giunto fino a noi in un discreto stato di conservazione a cui non fa eco un'altrettanta ordinata disposizione della documentazione. Già nel rilevamento compiuto nel gennaio del 1988 ad opera del Servizio beni librari e archivistici della Provincia Autonoma di Trento era stato constatato come mancasse qualsiasi tipo di ordinamento del materiale documentario il quale era stato "accatastato alla rinfusa" in scatole di cartone o negli armadi. In quella sede veniva inoltre precisato come il carteggio si trovasse sistemato in mazzi privi di custodia. Va ulteriormente osservato che l'intera documentazione non era fisicamente presente tutta nello stesso luogo, ma i libri canonici insieme agli affari correnti erano conservati in un armadio al primo piano della canonica, mentre il resto del materiale documentario era stato provvisoriamente sistemato in scatole di cartone nella soffitta dell'edificio. Al momento del riordino la situazione in cui si trovava l'archivio era di poco cambiata. Benché depositata unitariamente in un'unica stanza della canonica, di cui si è detto, la documentazione era ancora conservata in parte negli armadi metallici, in parte in scatole di cartone, in modo disordinato, senza alcuna distinzione di fondi e serie. Questo può aiutare a comprendere come in fase di riordino si sia constatata la mancanza di un ordine logico e sistematico della documentazione che tra uno spostamento e l'altro deve per forza aver subito accorpamenti tra i più vari e casuali. Questo spiega anche la presenza, per il carteggio, di due unità di condizionamento, di recente formazione, riportanti il titolo: "Documenti storici Varone" e "Miscellanea documentazione storica", dove tali indicazioni, generiche e imprecise rispetto al contenuto effettivo delle due buste, sostanziano ancor più l'idea di un avvenuto, casuale accorpamento di più unità archivistiche in origine autonome. Parte del carteggio è pervenuto anche in carte sciolte, in cartelle e faldoni. Poche notizie si hanno riguardanti la tenuta dell'archivio. Nella relazione che don Bartolomeo Zomer presenta alle autorità nel 1868, egli specifica che il curato ha l'obbligo di tenere il registro dei nati e battezzati e quello dei morti: al termine di ogni trimestre egli però ne deve spedire alla parrocchiale un elenco affinché siano trascritti anche nei registri della chiesa di Riva. Diverso era il discorso per i matrimoni, per i quali il curato di Varone riceveva di volta in volta la delega dal parroco. Avvenuta la celebrazione del sacramento, il curato era tenuto a spedire l'atto di matrimonio a Riva per la successiva trascrizione nel registro parrocchiale. Risulta difficile individuare e ascrivere all'uno o all'altro curato che esercitarono il loro mandato a Varone un qualsiasi ordinamento dato alle carte. Mentre i registri e la documentazione più antichi furono compilati da don Francesco Gentili, don Francesco Maini, don Antonio Colò, don Giuseppe Risatti e don Bartolomeo Zomer, la parte più cospicua 13 del materiale presente in questo archivio fu prodotta da don Valentino Libardi, curato di Varone dal 1894 al 1937, un periodo lungo quarant'anni durante il quale egli ha lasciato il segno della sua presenza non solo nella storia della comunità di Varone, ma anche nella storia dell'archvio. Non è però possibile ritrovare oggi le tracce dell' ordinamento dato dal Libardi all'archivio, vuoi per il fatto che una parte dei documenti andarono distrutti durante la prima guerra mondiale, come il Libardi stesso annota sul verso di alcune carte dell'archivio, vuoi per la disattenzione e l'incuria a cui l'archivio è andato soggetto nei vari spostamenti da una sede ad un'altra, vuoi ancora per il recente, parziale riordino tentato da don Giancarlo Pellegrini, parroco di Varone dal 1987 al 1996. Al suo intervento seguì però un ulteriore spostamento dell'archivio a causa dei restauri alla canonica, il che ha reso vano il tentativo di sistemazione delle carte operato da don Pellegrini. Rilevante per la storia dell'archivio fu lo scoppio della prima guerra mondiale. Infatti il 20 maggio 1915 tutta la popolazione di Varone, compreso il curato, fu immediatamente evacuata ed internata per tre anni in Austria, Boemia, Moravia. In tale circostanza i libri canonici non vennero compilati, nè alcuna documentazione venne prodotta dal curato dell'epoca, don Libardi, anch'egli in esilio a Bystritz presso Pernstein, nel capitanato di Neustadt (Nove Mesto, Moravia) (1). Non ci è data notizia riguardo alla collocazione fisica del materiale documentario dell'archivio durante questi tre anni. Certo è che gli effetti della guerra provocarono non solo la perdita di un numero indefinito di pezzi d'archivio ed il deterioramento di parte dei registri ma probabilmente comportarono anche la parziale modificazione dell'ordine originario. Contenuto La documentazione custodita nell'archivio parrocchiale di Varone si presenta, nel complesso, in un discreto stato di conservazione, ad eccezione di alcuni registri che testimoniano i danni subiti dovuti al tempo, all'usura, all'azione erosiva di tarli, roditori, agli agenti atmosferici, all'incuria. La documentazione conservata in questo archivio è quella che caratterizza ogni singolo archivio parrocchiale ed è perciò costituita dai registri anagrafici e da tutti gli atti concernenti l'anagrafe, da urbari, da registri di amministrazione dei beni, da resoconti e documenti di corredo, nonché dal carteggio da cui emerge l'attività dell'"ente parrocchia". Note (1) M. GRAZIOLI, S. IOPPI, R. TURRINI (a cura di), Profughi. la popolazione dell'Alto Garda in Austria, Boemia, Moravia (1915 - 1918), Arco 1996, p. 188. 14 subfondo 1 Anagrafe di Varone, 1805 - 1987 Contenuto Con i termini 'libri parrocchiali' o 'libri canonici' si intendono comunemente il libro dei battesimi, della cresima, dei matrimoni, dei morti e dello stato delle anime. L'adozione, la compilazione e la conservazione di tali registri ad opera del curatore d'anime, per finalità sia religiose che civili, nella diocesi di Trento perdurò un lungo periodo che si estende dagli anni del Concilio tridentino fino all'1 gennaio 1924, data in cui venne introdotto lo stato civile italiano. Nel 1563 con l'emanazione del "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sessio XXIV, capp. 1 2), venne imposta la tenuta dei registri dei battezzati e dei matrimoni, malgrado già a partire dagl'inizi del XV secolo fecero la loro comparsa alcune disposizioni in merito alla loro compilazione. Per quanto concerne invece i registri dei morti -anch'essi in uso prima del Concilio-, quelli dei cresimati e gli stati delle anime, essi vennero introdotti dalle norme inserite nel Rituale Romano emanate da papa Paolo V nel 1614, norme che ai titoli precisamente 91 - 97 prescrivono le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli registri (§ cap. "Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur"). Le leggi menzionate e le disposizioni da esse prescritte vennero in breve tempo accolte e applicate dalle parrocchie della diocesi di Trento, almeno per quanto riguarda i libri dei battezzati, dei matrimoni e dei morti. I registri dei cresimati e il 'Liber animarum', invece trovarono una più larga diffusione e un uso più sistematico solo a partire dal XIX secolo; seppur previsti e raccomandati dal Rituale Romano, di fatto vennero introdotti nella diocesi di Trento con qualche ritardo, spesso su sollecitazione delle autorità civili. L'importanza rivestita dai libri canonici venne riconosciuta da tutti i vescovi di Trento, da Bernardo Clesio in poi, che durante le loro visite pastorali dedicarono una costante attenzione alla tenuta degli archivi e dei registri in essi conservati invitando i parroci e curatori d'anime ad una esatta compilazione e ad una scrupolosa conservazione di tale materiale documentario. Con lettera circolare datata 1 maggio 1781 l'autorità politica manifestò il proprio interesse verso i libri canonici dichiarandoli documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse modelli e lingua uniformi per la loro compilazione. Superata la fase del dominio bavarese e del Regno Italico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai comuni, benché la regolare tenuta dei libri fosse comunque assolta dai parroci, la legge imperiale del 20 febbraio 1815 -per i matrimoni- e il decreto dell'I. R. Commissione Aulica Centrale d'Organizzazione del 21 agosto 1815 riaffidarono il compito della tenuta delle matricole al clero curato che rientrava così in possesso delle proprie prerogative, largamente riconosciute dalle norme giuridiche sancite dal Codice civile universale austriaco introdotto in Trentino l'1 ottobre 1815. Al parroco veniva così attribuita oltre alla funzione di ufficiale di stato civile, il compito di verificare l'esattezza dell'operato svolto dai predecessori laici, la facoltà di rilasciare certificati di moralità, di povertà, e tutte le attestazione che potevano derivare dai registri parrocchiali. Durante il periodo della dominazione asburgica in Trentino, nel libro dei nati, libro che veniva considerato alla base di tutto il sistema anagrafico, le registrazioni avvenivano all'atto di battesimo, durante la cui amministrazione genitori e mammana dovevano comparire insieme davanti al parroco per comunicare con esattezza i dati necessari da trascrivere sul registro; indispensabile era anche la presenza dei padrini in qualità di testimoni. Obbligo del parroco era documentare i vari casi di illegittimità, di riconoscimento di paternità e di legittimazione per susseguente matrimonio. 15 Il parroco o curatore d'anime doveva inoltre prestare particolare attenzione nella formazione degli atti riguardanti la celebrazione del matrimonio e la registrazione dello stesso ("Codice civile austriaco", cap. 80). Prima cosa fra tutte occorreva riportare sul libro degli sponsali un protocollo di promessa di futuro matrimonio che veniva rilasciato dal parroco dietro superamento, da parte dei due fidanzati, di un interrogatorio atto ad accertare l'esistenza di qualche impedimento, che poteva essere di varia natura: ecclesiastico, impediente e civile. Fra la documentazione prodotta da autorità ecclesiastiche e civili, indispensabile per la celebrazione di un matrimonio, compaiono fedi di battesimo e di cresima, certificati di istruzione religiosa, attestati di eseguite pubblicazioni, permessi politici e civili, consensi paterni per i minorenni, fedi di morte in caso di decesso del precedente coniuge, eventuali dispense rilasciate dalle autorità competenti per impedimenti ecclesiastici ecc... Condizione necessaria per la validità del matrimonio era l'annuncio pubblico da farsi in chiesa per tre volte consecutive e nei giorni di domenica (ciò era stabilito da prescrizioni ecclesiastiche e dal Codice civile austriaco, cap. 71). Nel periodo della dominazione austriaca, il matrimonio celebrato in chiesa ebbe validità civile. In seguito all'annessione al Regno d'Italia il matrimonio religioso cominciò ad essere celebrato distintamente dal matrimonio civile. Solo con il Concordato Lateranense del 1929 e la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato in chiesa con rito religioso. Al parroco perciò spetta il compito di notificare al comune l'avvenuta celebrazione al fine della trascrizione nei registri anagrafici. Per quanto riguarda il libro dei morti, le registrazioni del parroco riportavano i dati anagrafici del defunto e la causa del decesso che veniva rilevata dal certificato rilasciato dal visitatore dei morti. Il parroco doveva trasmettere periodicamente alle autorità civili le matricole dei morti, come avveniva per le nascite e i matrimoni. A lui spettava anche il compito di notificare alle autorità statali la scomparsa di chi a vario titolo riceveva una sovvenzione statale o ricopriva un ruolo socialmente alto. Lo stato delle anime doveva riportare i dati relativi allo stato di tutte le famiglie residenti nella cura d'anime; le registrazioni che venivano aggiornate periodicamente e ordinate alfabeticamente per cognomi, indicano la composizione dei vari nuclei familiari, partendo dal capofamiglia e proseguendo l'elenco dei membri in base all'età. Il registro degli sponsali, come già accennato, testimoniava la reciproca promessa di matrimonio scambiatasi dai due futuri sposi davanti al parroco e alla presenza dei testimoni. La registrazione avveniva solamente dopo il superamento da parte dei due fidanzati di un esame e dopo la verifica fatta dal parroco dell'inesistenza di impedimenti sia ecclesiastici che civili. Per i minorenni e gli incapaci era indispensabile il consenso del padre o del tutore e del giudice ("Codice civile austriaco", cap. 49). Va sottolineato che il parroco era obbligato ad annotare sul registro anche gli eventuali scioglimenti della promessa. 16 serie 1.1 Registri dei nati e battezzati, 1805 - 1962 Contenuto La serie dei registri dei nati e battezzati della parrocchia di Varone è composta di 6 unità archivistiche. I registri riportano le date di nascita e quelle del battesimo, il nome dei nati, i nomi, le professioni o le date di nascite e di matrimonio dei genitori, il nome e la professione dei padrini, il nome del ministro celebrante il sacramento. In tutti questi registri, ad esclusione del più antico, quello che comprende l'arco cronologico che va dal 1805 fino al 1813, si trovano annotazioni marginali, o in calce alla singola registrazione, relative alla data dell'amministrazione dei sacramenti del matrimonio e della cresima ai nati presenti nel registro; molto frequenti sono le annotazioni di morte, ma si possono trovare anche quelle relative a ordinazioni sacerdotali, legittimazioni, adozioni, variazioni matricolari, riconoscimenti di paternità, ecc..., annotazioni di cui non si è data notizia in questo inventario. La serie nasce piuttosto tardi, come d'altra parte tutte le serie del presente archivio. Il che si spiega con il fatto che fino al 1782, data in cui la chiesa di Varone venne elevata a curazia, tutta la documentazione veniva prodotta dalla parrocchiale di Riva da cui la cappella, poi curazia di Varone, dipendeva. Benché eretta a curazia, il curato di Varone non ebbe però la facoltà di battezzare, di celebrare matrimoni e di seppellire i morti; nè egli poteva cantare messa e celebrare gli offici dei defunti senza permesso del parroco. La compilazione dei primi registri anagrafici avviene solo nel 1805 con la concessione alla chiesa di Varone del fonte battesimale. L'introduzione del primo libro dei nati infatti risale al 1805 e fu compilato per mano di don Bartolomeo Speranza. La compilazione di questi registri fu regolare e senza interruzioni, fatta eccezione per gli anni compresi tra il 1813 e il 1828, cioè tra il primo e il secondo libro. Durante il periodo dell'esilio e dell'internamento del curato, al tempo don Valentino Libardi, nel capitanato di Neustadt (Moravia), la compilazione dei registri non fu effettuata. Nel gennaio 1919 al ritorno dall'esilio, il curato curò di registrare non solo le nascite ma anche i matrimoni e le morti avvenuti all'estero nel periodo della sua assenza. Tali registrazioni non seguono però un ordine cronologico, ma avvengono secondo l'ordine in cui i vari certificati di nascita, matrimonio e morte giunsero all'ufficio del curato. La serie, probabilmente negli ultimi decenni, è stata risistemata in quanto alcuni dei registri che la compongono riportano sul dorso etichette, o traccia di esse, sulle quali sono indicati nuovi titoli comprensivi anche di numero ordinale progressivo. Tale ordinamento non ha comunque mutato l'ordine originario di formazione e sedimentazione dei registri. 1. "1805. Libro de' battezzati della cura del Varone" 1805 agosto 8 - 1813 aprile 11 All'interno del piatto anteriore della coperta: "Pagato dal reverendo signor curato" Italiano Registro, legatura cartacea, cc. 25 n.n. 2. "Liber baptizatorum tantum in ecclesia curatiali Varoni ab anno 1829 al 1883. II" (1) 17 1829 genn. 6-1882 dic. 23; 1889 apr. 18 (con annotazioni posteriori fino al 19 luglio 1966) (2) All'inizio, in forma di fascicolo slegato dal registro: "Elenco dei nati dal 1871 incluso 1881 in Varone". Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 195 Note (1) "al 1883. II": aggiunta di mano posteriore (2) Riguardo all'ultima nascita registrata il 18 aprile 1889 si trova notizia anche nel successivo registro dei nati conservato in questo archivio con la segnatura 1.1.3 3. "Nati in Varone dall'anno 1883 - ottobre 1904. III" (tit. int.) 1883 gennaio 15 - 1904 ottobre 17 (con annotazioni fino al 17 maggio 1987) Sul recto della c. di guardia anteriore: "Varone (...)" a c. s 13: notizia circa il primo battezzato nella nuova chiesa, 1885 novembre 29 a c. 43, incollata: dichiarazione proveniente dall'ufficio curaziale di Vorderhombach relativa all'avvenuta riconversione alla fede cattolica da parte di Virgilio Z., 1946 giugno 12 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 98, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n. 4. "IV. Nati in Varone dai 16 ottobre 1904 fino a 30 aprile 1922" 1904 ottobre 16 - 1922 maggio 14 A c. 27, incollato: estratto di nascita, 1908 luglio 2 a c. 71, incollato: certificato di nascita, 1934 novembre 26 alle cc. sd 84-91: "Elenco dei bambini nati profughi nei paesi dell'esilio durante la guerra. 1915 - 1918", 1915 giugno 4 - 1918 novembre 12 a c. 93, incollato: atto di riconoscimento di figlio naturale, 1924 febbraio 18 Italiano Registro, legatura in tela, cc. sd. 115, con indice alfabetico per cognomi all'inizio n.n. (1) Note (1) L'indice alfabetico è in forma di fascicolo slegato e collocato all'inizio del registro 5. "V. Registro Nati e Battezzati della Curazia di Varone dal 1 maggio 1922 al 1940" 1922 maggio 18 - 1941 gennaio 5 (con annotazioni fino al 12 luglio 1986) Sul verso della c. di guardia anteriore: annotazione di don Libardi: "Registri di Stato Civile fino a 31 dicembre 1923", [1924] Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 99, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n. 6. "Libro VI dei Nati. 1941-1962 (ottobre)" (1) 1941 gennaio 15 - 1962 ottobre 3 (con annotazioni fino all'8 dicembre 1988) A c. s 22: annotazione relativa ad un mutamento di cognome, 1955 marzo 15 18 a c. s 77: annotazione relativa alla prima messa celebrata a Varone da don Claudio Rigatti, sacerdote della diocesi di Monte Cassino, 1988 dicembre 8 a c. 87, incollato: estratto di nascita, 1967 maggio 2 Italiano Registro, legatura in tela, cc. sd 99, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n. (2) Note (1) "1962 (ottobre)" è aggiunta di mano posteriore (2) L'indice alfabetico è in forma di fascicolo, slegato e collocato in fondo al registro 19 serie 1.2 Registri dei matrimoni, 1865 - 1966 Contenuto La serie si compone di 3 registri, sui quali è annotata la data di celebrazione del matrimonio, i nomi degli sposi, le loro generalità e paternità, le generalità dei testimoni, il nome del ministro celebrante; si fa spesso riferimento anche alle avvenute pubblicazioni e alla mancanza d'impedimenti civili ed ecclesiastici per la celebrazione del sacramento. La serie inizia piuttosto tardi, cosa del resto valida anche per gli altri registri anagrafici, in quanto fino agl'inizi dell'Ottocento, tutta la documentazione era tenuta e prodotta dalla parrocchiale di Riva. Solo con il 1805, concesso il fonte battesimale, il curato di Varone, ottenne la facoltà di battezzare. A questa data risale infatti il primo registro dei nati, mentre per la compilazione del primo registro dei matrimoni, avviata dal curato don Bartolomeo Zomer, occorrerà aspettare il 1865. La serie, probabilmente negli ultimi decenni, è stata risistemata e alle tre unità che la costituiscono si sono attribuiti nuovi titoli comprensivi di numero ordinale progressivo, che oggi si leggono su etichette applicate sul dorso dei registri. Poiché tale ordinamento non ha cambiato affatto l'ordine originario di formazione e sedimentazione dei registri, si è ritenuto opportuno dare notizia di questi nuovi titoli solo nel caso in cui mancassero quelli originali. Durante il periodo dell'esilio (1915 - 1918) a cui don Libardi fu costretto così come tutta la popolazione di Varone (1), la compilazione dei registri parrocchiali non avvenne. Nel gennaio 1919 al suo ritorno, il curato si preoccupò di registrare non solo le nascite ma anche i matrimoni e le morti avvenute nel periodo della sua assenza. Tali registrazioni non seguono però un ordine cronologico, ma avvengono secondo l'ordine in cui i vari certificati di nascita, matrimonio e morte giunsero all'ufficio del curato. Note (1) Si veda M. GRAZIOLI, S. IOPPI, R. TURRINI (a cura di), Profughi. La popolazione dell'Alto Garda in Austria, Boemia, Moravia, Arco 1996. 1. "Lib.[ro] I Matrim[oni] 1865-1919" (titolo sul dorso) (1) 1865 febbraio 25 - 1881 maggio 24; 1907 dicembre 14 - 1919 dicembre 27 A c. d 36, incollato: certificato di matrimonio proveniente dalla Pennsylvania, 1910 novembre 9 alle cc. sd 50 - 51: registrazione dei matrimoni avvenuti a Braunau a/Inn durante gli anni di esilio coatto degli abitanti di Varone, 1916 agosto 26 - 1918 gennaio 23 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 60 Note (1) Il titolo presente sul dorso del registro è stato applicato posteriormente 2. "Matrimoni in Varone da 1 gennaio 1920" (1) 1920 gennaio 3 - 1942 dicembre 26 A c. d I: "Cf. pag. 41" 20 a c. sd 41: atto di matrimonio, 1929 agosto 14 a c. d 41: delega di Monsignor Enrico Paolazzi, arciprete e decano di Riva, nei confronti di don Valentino Libardi, curato di Varone, alla benedizione dei matrimoni, 1929 agosto 10 a c. 68, incollata: notificazione di matrimonio proveniente da Brooklin, 1935 ottobre 12 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd I, 99, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n. Note (1) Sul dorso: "Vol. II Matrim[oni] 1920 - '42" 3. "III. Matrim.[oni] 1943 - 1966" (1) 1943 gennaio 9 - 1966 aprile 24 Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 198, con indice alfabetico per cognomi n.n. (2) Note (1) "1966" è aggiunta di mano posteriore (2) L'indice alfabetico è in forma di fascicolo, slegato e collocato in fondo al registro 21 serie 1.3 Registri dei morti, 1850 - 1976 Contenuto La serie si compone di 2 registri, i quali riportano la data e la causa della morte, le generalità del defunto e la data della sepoltura. La formazione della serie è piuttosto tarda rispetto all'emanazione nel 1614 del Rituale Romano, il quale prevedeva la tenuta del libro dei morti. Il curato di Varone ottenne solo dopo alcuni decenni dall'erezione della chiesa a curazia, la facoltà di battezzare e in seguito quella di celebrare gli offici funebri. La compilazione del primo registro dei morti principia nel 1850 per mano di don Carlo Colini. Come già i registri dei nati e dei matrimoni, anche la serie dei libri dei morti in tempi recenti è stata risistemata, ma l'ordinamento non ha di fatto mutato l'ordine originario di formazione e di sedimentazione della documentazione. Alle due unità che costituiscono la serie si sono attribuiti nuovi titoli, comprensivi di numero ordinale progressivo, che oggi si leggono su etichette applicate sul dorso dei registri. Al secondo registro manca al momento attuale l'etichetta, tuttavia le tracce della sua precedente presenza sono visibilmente riscontrabili. Durante il periodo dell'internamento del curato (1915 - 1918), la compilazione dei registri non venne effettuata. Al suo ritorno, il 28 gennaio 1919, don Libardi registrò diligentemente tutti i decessi avvenuti nel periodo in cui la popolazione di Varone, insieme a quella del Sommolago e della Valle di Ledro, fu obbligata all'evacuazione per raggiungere le province centrali della monarchia austroungarica, dove rimase in esilio per tre anni. Le registrazioni non seguono però un ordine cronologico, ma avvengono secondo l'ordine in cui i vari certificati di morte giunsero all'ufficio curaziale. 1. "I. Registro dei defunti della Cu[razia] del Varone 1850 - 1940" (1) 1850 gennaio 4 - 1939 dicembre 9 All'interno del piatto anteriore della coperta, incollata: autorizzazione rilasciata dalla parrocchia di Riva e dal curato Zomer di Varone alla sepoltura del defunto Paolo Tomasi nel cimitero di Romarzollo presso Varignano, 1876 dicembre 12 a c. d 4: il registro dà notizia che a partire dall'agosto del 1855 i defunti di Varone vennero sepolti nel nuovo cimitero, 1855 agosto 20 a c. s 51: insieme all'avvenuto decesso di Pietro Vivaldelli, registrazione del suo lascito alla chiesa di Varone e del beneficio missario da lui fondato, 1882 gennaio 9 a c. d 51: insieme all'avvenuto decesso di Luigi Benini, registrazione del suo lascito alla chiesa e del legato missario da lui fondato, 1882 aprile 6 a c. s 60: registrazione della morte di don Clemente Pellegrini, beneficiato Ceschini a Varone, 1885 ottobre 8 a p. 155: registrazione della morte di don Giovanni Trentini, beneficiato Ceschini a Varone, 1912 febbraio 7 a p. 152, in calce: annotazione di matrimonio, [1911 giugno] a p. 175: annotazione del curato don Valentino Libardi riguardante, da una parte l'esilio a cui fu costretto, insieme a tutta la popolazione di Varone, dal 20 maggio 1915 alla fine della guerra, dall'altra circa la mancata compilazione in tale periodo di questo e degli altri registri matricolari, [1919] alle pp. 179 - 181: "Elenco dei soldati di Varone scomparsi nell'anno 1914", [1919] alle pp. 182 - 192: "Morti nell'esilio", 1915 - 1918 22 a p. 204: annotazione di don Libardi circa il trasferimento e la tumulazione delle salme di tre defunti, membri della famiglia Fiorio nella tomba di famiglia, collocata nella cappella del cimitero di Varone, 1921 dicembre 22 a p. 262: registrazione della morte di don Alessandro Tita, beneficiato Ceschini a Varone, 1937 maggio 2 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 172 (numerazione originale varia), con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n. Note (1) "I" e "1940" sono aggiunta di mano posteriore. Sul dorso: "Vol. II Morti 1859 - 1939" 2. "Varone Morti II. 1940 - " 1940 gennaio 15 - 1976 maggio 6 (con visto dell'8 luglio 1976) a p. 48: registrazione della morte di don Valentino Libardi, curato di Varone, 1948 aprile 21 a p. 86: registrazione della morte di don Pietro Girardini, curato di Varone, 1953 febbraio 24 alle pp. 107 - 108: registrazione della morte di monsignor Enrico Paolazzi, arciprete e decano benacense, 1957 luglio 11 Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 200, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n. 23 serie 1.4 Registri dei cresimati, 1912 - 1987 Contenuto La serie si compone di 2 registri, i quali riportano il nome e la data di nascita dei cresimati, i nomi dei genitori e del padrino, la data e il luogo del conferimento della cresima, il nome del ministro celebrante. La serie nasce molto tardi nel 1912, in quanto, come spiega don Libardi con un'annotazione all'inizio del registro, prima di questa data non si ha notizia dell'avvenuta amministrazione del sacramento della Confermazione a Varone, sacramento che usualmente veniva celebrato nella parrocchiale di Riva o nei paesi limitrofi. Solo a partire dal 1959 la cresima venne amministrata sempre e con regolarità nella chiesa parrocchiale di Varone. Fra le registrazioni dei cresimati compaiono anche gli alunni della Casa Missionaria del Verbo Divino. 1. "Cresima dal 1912" 1912 maggio 17 - 1946 giugno 16 A c. d 1: annotazione di don Libardi riguardante l'amministrazione del sacramento della Confermazione avvenuta per la prima volta a Varone il 17 maggio 1912 durante la visita pastorale di monsignor Celestino Endrici, 1912 maggio 17 alle cc. sd 9 - 12: "Cresimati in Arco nell'aprile e Riva il dì 27 giugno 1909 da Sua Altezza Reverendissima Principe vescovo Celestino Endrici", [1912 post maggio 17] a c. sd 13: "Cresimati in Braunau a /Inn lì 13 settembre 1916 dal Reverendissimo mons. Giovanni Maria Gfollner, vescovo di Linz", [1919] a c. sd 46: "Alunni della Casa Missionaria del Verbo Divino", 1942 ottobre 14 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 48 2. "II. vol. "Cresimati 1948 - " 1948 novembre 21 - 1987 marzo 22 A c. sd 5: "Alunni della Casa Missionaria del Verbo Divino", 1952 ottobre 22 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 37 24 serie 1.5 Stati delle anime, 1831 - 1940 Contenuto La serie si compone di 3 registri, nei quali sono raccolti i dati relativi alla composizione dei nuclei familiari residenti nella curazia di Varone. Le registrazioni anagrafiche vengono inserite secondo ordine alfabetico del capofamiglia e nel caso del registro 1.5.2, compilato in più momenti e perciò da diverse mani, in ordine apparentemente sparso. Fu probabilmente don Francesco Gentili nel 1831 a dare inizio al primo registro inserito in questa serie, un registro che dal 1841 al 1847 venne utilizzato dal curato don Antonio Colò non solo per le registrazioni anagrafiche ma anche per quelle inerenti i matrimoni celebrati e i consensi paterni. 1. "Alfabeto incominciato l'anno 1831. Ruolo della popolazione" 1831 - 1883 - Indice alfabetico per cognomi relativo alle persone nate e battezzate a Varone con rinvio al numero di pagina corrispondente al registro "Liber baptizatorum tantum in ecclesia curatiali Varoni ab anno 1829 al 1883", [1831 - 1883] - "Il presente registro serve soltanto per semplice memoria dei matrimoni fatti nel paese ad uso del Curator d'Anime": elenco dei matrimoni compilato dal curato don Antonio Colò, 1841 gennaio 23 - 1842 febbraio 6 - "Consensi paterni assunti dal sottoscritto qual delegato del signor Arciprete decano di Riva in caso di minorità degli sposi", 1844 ottobre 19 - 1847 luglio 22 "Ruolo della popolazione della Villa del Varone dessunto il 10 aprile 1846 dal sottoscritto padre Colò Antonio curato": registrazione anagrafica della popolazione di Varone secondo ordine alfabetico del capofamiglia (1), 1846 aprile 10 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 62 n.n. Note (1) Le registrazioni proseguono anche all'interno del piatto posteriore della coperta 2. "Anagrafi della popolazione di Varone" sec. XIX ex., anni '50 (1)- 1964 maggio 25 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 245 (bianche pp. 6) Note (1) La data è desunta da un confronto effettuato tra la grafia usata nelle prime carte di questo registro e quella che compare in altri registri verosimilmente compilati dallo stesso don Giuseppe Risatti 3. "Anagrafe degli abitanti di Varone" post 1894 (1) - 1940 luglio 26 All'interno del piatto anteriore della coperta: annotazione di don Libardi riguardante l'indirizzo del Ministero delle Finanze, s.d. Italiano Registro, legatura in tela, pp. 229 25 Note (1) Non riuscendo a risalire alla data precisa in cui si diede inizio alla compilazione del registro, ma riscontrando che esso fu cominciato da don Valentino Libardi si è considerata come data valida di inizio quella della presenza del detto Libardi nella curazia di Varone. 26 serie 1.6 Registri degli sponsali, 1908 - 1956 Contenuto La serie è formata da un unico registro, che riporta il nome e le generalità dei futuri sposi, i quali, alla presenza del curato e dei testimoni, fanno reciproca promessa di matrimonio. Per la validità di tale promessa, oltre alla presenza dei testimoni, i due fidanzati dovevano prima superare il cosiddetto 'examen' di cui il curato a volte fa menzione all'atto della registrazione della promessa. La serie fu iniziata nel 1908 da don Valentino Libardi. Dal 1951 al 1956 il registro venne utilizzato per le annotazioni riguardanti le pubblicazioni matrimoniali. 1. "Sponsali. 1908" 1908 maggio 9 - 1915 marzo 20; 1919 febbraio 22 - 1943 agosto 24; 1951 agosto 19 - 1956 novembre 25 - Registrazioni delle promesse di futuro matrimonio, 1908 maggio 9 - 1943 agosto 4 - registrazioni delle pubblicazioni matrimoniali, 1951 agosto 19 - 1956 novembre 25 (1) Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 248 (num. orig. parziale; bianche p. 1) Note (1) Il registro venne utilizzato nella sua ultima parte per quelle pubblicazioni matrimoniali che coprono l'arco cronologico dal 1951 al 1956; tutte le pubblicazioni di matrimonio antecedenti a questo periodo vennero effettuate negli appositi registri delle pubblicazioni matrimoniali inseriti nella serie 6.2. 27 serie 1.7 Atti matrimoniali, 1898 - 1923 Contenuto La serie degli atti matrimoniali è costituita dall'insieme della documentazione prodotta da autorità ecclesiastiche e civili ai fini della celebrazione del matrimonio. Benchè tale documentazione possa diversificarsi a seconda delle epoche e dei governi, solitamente tra gli atti si possono trovare fedi di battesimo e di cresima, certificati di istruzione religiosa, richieste di pubblicazioni, attestati di eseguite pubblicazioni, attestati di povertà, permessi politici e civili, consensi paterni per i minorenni, dispense da impedimenti ecclesiastici. Constatando, in fase di riordino, la mancanza di un' organizzazione del materiale costitutivo tale serie, materiale che originariamente era conservato piegato in mazzetti, frammisto alla documentazione della parrocchia, si è deciso di suddividere gli atti in nove pratiche matrimoniali, per altro molto esigue, raccolte in altrettanti fascicoli di nuova costituzione, distinti per anno. La disposizione degli atti rispetta la successione cronologica, mancando per alcuni di essi la registrazione nei corrispondenti libri dei matrimoni. La scarsità degli Atti matrimoniali conservati nell'archivio parrocchiale di Varone fa supporre che una gran parte di essi sia stata depositata probabilmente nell'archivio della parrocchia di Riva. 1 b. 1 . Atti matrimoniali 1898 - 1899; 1906; 1910 - 1911; 1919; 1921; 1923 La busta contiene nove pratiche di matrimonio ordinate cronologicamente. Quattro di esse non trovano corrispondenza nelle registrazioni dei libri dei matrimoni conservati in questo archivio con la segnatura 1.2.1. e 1.2.2. Italiano Fascicolo, cc. 68 28 serie 1.8 Carteggio ed atti attinenti all'anagrafe, 1895 - 1957 Contenuto La serie si compone di certificati e atti anagrafici di diversa natura, e di corrispondenza spedita ai parroci relativa a registrazioni anagrafiche. La serie non conosceva un ordinamento originario, trovandosi il materiale frammisto alla documentazione della parrocchia; la serie è stata perciò organizzata in 8 fascicoli di nuova costituzione, raccolti in un'unica unità di condizionamento. Si precisa che la disposizione della documentazione relativa ai certificati di nascita, matrimonio, morte all'interno dei singoli fascicoli rispetta l'ordine di registrazione del corrispondente registro; qualora non compaia tale riscontro, l'ordine segue la data in cui sono avvenuti la nascita, il matrimonio o la morte, non quella di redazione dell'atto. 1 b. 1 . Certificati e fedi di nascita 1868 - 1924 (1) Certificati di nascita, estratti dei registri di nascita, estratti matricolari dei nati dalla chiesa delle baracche di Braunau e dei profughi della curazia di Varone, circolare relativa alla tenuta degli estratti matricolari, avviso relativo ad un riconoscimento di paternità e richieste di rettifica (2) Italiano, latino, tedesco Fascicolo, cc. 64 Note (1) Gli estremi cronologici si riferiscono alle date in cui è avvenuta la nascita, non a quelle di redazione dell'atto (2) Si precisa che i certificati sono stati disposti secondo l'ordine con cui sono stati registrati nei libri dei nati conservati in questo archivio con la segnatura 1.1.2., 1.1.3., 1.1.4., 1.1.5. Qualora non trovino corrispondenza con tali registrazioni, i certificati sono stati ordinati secondo la data in cui è avvenuta la nascita 2 b. 1 . Richieste di pubblicazione di matrimonio 1895; 1920, 1943; 1948 Richieste di pubblicazioni di matrimoni celebrati fuori parrocchia Italiano Fascicolo, cc. 9 3 b. 1 . Certificati di morte 1900 - 1939 (1) Certificati di morte, avvisi di morti avvenute durante la prima guerra mondiale, estratti matricolari dei morti della chiesa delle baracche di Braunau e dei profughi della curazia di Varone, permesso di seppellimento e notifiche di decesso (2) Italiano, tedesco Fascicolo, cc. 58 Note (1) Gli estremi cronologici di riferiscono alle date in cui è avvenuta la morte non a quelle di redazione dell'atto 29 (2) Si precisa che i documenti sono stati disposti secondo l'ordine con cui compaiono nel registro dei morti che riporta la segnatura 1.3.1. 4 b. 1 . Fedi di matrimonio 1901 - 1956 Fedi di matrimonio, avvisi e notificazioni di matrimoni celebrati fuori parrocchia, estratti dai registri dei matrimoni della chiesa delle baracche di Braunau e dei profughi della curazia di Varone, certificato di povertà Italiano, inglese Fascicolo, cc. 69 Note (1) Si precisa che le carte sono state disposte secondo l'ordine di registrazione che compare nei tre libri dei matrimoni conservati in questo archivio 5 b. 1 . "Indice" [1905 - 1915] Elenco numerato di documentazione varia: attestati di nascita, certificati di matrimonio, circolari, corrispondenza del curato con autorità civili ed ecclesiastiche (1) Italiano Fascicolo, cc. 2 Note (1) Ogni documento di questo indice è accompagnato da un numero progressivo che è stato riportato anche sul verso dei corrispettivi documenti, inseriti, in fase di riordino, in altri fascicoli a seconda dell'oggetto a cui pertengono 6 b. 1 . Certificati di ammissione alla cresima 1922 - 1945 Contiene tra l'altro comunicazione relativa alla tenuta del libro dei cresimati Italiano, latino Fascicolo, cc. 7 7 b. 1 . Certificati di stato di famiglia 1935 - 1936 Italiano Fascicolo, cc. 4 8 b. 1 . "Pratiche annullamento matrimonio" 1948 - 1957 Certificato di nascita, estratto dal registro dei matrimoni, richieste di annullamento di matrimonio e carteggio relativo alle pratiche avviate, comunicazione di estinzione della causa per decesso di una delle due parti Italiano 30 Fascicolo, cc. 34 31 Ente Beneficio parrocchiale dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria 1463 - 1987 gennaio 24 Luoghi Varone (Riva del Garda) Altre forme del nome Beneficio curaziale della chiesa di Santa Maria Annunciata Beneficio curaziale di Santa Maria Annunziata in Varone di Riva Archivi prodotti Subfondo Beneficio parrocchiale di Varone, 01/01/1829 - 31/12/1950 Storia Fin dai tempi delle visite pastorali di Bernardo Cles e di Ludovico Madruzzo fu viva la preoccupazione dei vescovi di verificare l'entità del patrimonio economico delle chiese e dei benefici ed avere sicure informazioni sulle loro amministrazioni. La norma generale che prevedeva l'obbligo di compilare dei registri dai quali emergessero la quantità e la qualità dei redditi, nonché la loro relativa amministrazione, rimaneva però spesso nella pratica senza attuazione. Le rendite del patrimonio del beneficio parrocchiale erano destinate al mantenimento del parroco che, legittimato ad amministrare la cura d'anime, aveva anche il diritto di percepire tutte le rendite che a questo titolo provenivano alla chiesa parrocchiale: rendite da caseggiati, fondi, capitali, diritti vari, affitti, interessi, ecc.; esse costituivano la sostanza del beneficio, che passava di parroco in parroco. Con la nomina e il conferimento del beneficio e con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto rappresentante dell'ente, egli aveva inoltre l'obbligo di difendere e assicurare l'integrità del patrimonio. Della dote facevano parte anche le decime. L'obbligo morale di contribuire al mantenimento dei ministri del culto ha origini antichissime e anche prima della sanzione giuridica esso venne sempre largamente e spontaneamente soddisfatto. La decima corrispondeva a una parte dei prodotti del suolo, che non sempre ammontava ad un decimo, che gli abitanti dei comuni facenti parte la parrocchia erano obbligati a corrispondere all'autorità ecclesiastica. Anche i diritti di stola facevano parte del beneficio parrocchiale; questi importi si dovevano corrispondere per domandate prestazioni ecclesiastiche e cioè per le proclamazioni nuziali, per le esequie, per l'amministrazione di alcuni Sacramenti e per l'assistenza agli infermi. Non fu infrequente il caso in cui le rendite di un beneficio con cura d'anime non bastasse al sostentamento dell'investito, a causa della sua esiguità o per gli oneri su di esso gravanti; le cose peggiorarono tra la fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX quando si cominciarono ad abolire enti e corporazioni religiose, a dichiarare nazionali e a vendere i beni della chiesa, ad abolire le decime ed altre prestazioni. Molte parrocchie si trovarono quindi spogliate di rendite. I governi dovettero perciò provvedere stabilendo delle congrue e supplementi di congrue a carico dei comuni o di altri enti. 32 Il beneficio curaziale o parrocchiale era costituito da un complesso di beni mobili e immobili che venivano destinati in modo stabile al mantenimento del curato o del parroco che in quanto tale aveva l'obbligo di residenza 'toto tempore sua vita' nel territorio curaziale sul quale egli esercitava il mandato; aveva il dovere di ben governare e diligentemente amministrare i beni della chiesa, nonchè il compito di rispondere alle esigenze spirituali della comunità. A questo infatti fu obbligato nel 1468 il frate francescano Nicola di San Giovanni Rotondo in Puglia, primo beneficiato di San Giacomo e della Madonna del Pernon, il beneficio fondato nel 1463 da Gabriele de Pitiliana (1). I sindaci e i consiglieri di Riva che ne detenevano il giuspatronato, assegnarono in seguito al beneficiato, oltre alla cura e al governo della cappella della Madonna del Perdon, anche le entrate di detta chiesa (2). Col tempo però, le rendite concesse al beneficio si rivelarono insufficienti, al punto che si resero sempre più manifeste e insistenti le richieste della popolazione di Varone, che contribuiva con cento fiorini annui all'onorario del curato pro tempore, a dei sussidi finanziari che sarebbero andati a rimpinguare la congrua. I capifamiglia che contribuivano al mantenimento del curato avevano però diritto a scegliere con l'assistenza del parroco di Riva del Garda tre sacerdoti da presentare all'arciprete per la nomina (3). Con la Convenzione del 7 aprile 1829 e dell'8 maggio 1830 stipulata a Riva tra il Civico Magistrato e i deputati della popolazione di Varone, il curato divenne l'unico proprietario dei beni che costituivano il beneficio della Madonna del Perdon (si trattava di cinque fondi arativi e prativi situati all'interno dei confini del territorio curaziale), beni prima associati e uniti al beneficio di San Giacomo, dal quale ora venivano definitivamente svincolati. Il beneficiato di San Giacomo doveva inoltre pagare annualmente al curato di Varone quei cento fiorini annui che sarebbero andati a completare la dotazione curaziale e che fino a quel momento erano stati corrisposti dalle famiglie della cura d'anime di Varone (4). Nel 1882 il Comune di Riva, quale amministratore del patrimonio beneficiale, provvide alla liquidazione della congrua del curato di Varone, assegnandogli, non senza polemiche, la somma di 268 fiorini. La casa canonicale con l'orto annesso erano di proprietà del Comune di Riva ma con diritto d'usufrutto concesso al curato di Varone dal 1782, data dell'erezione della curazia. In seguito alle norme concordatarie del 1984 tra Stato e Chiesa, furono estinti tutti gli enti, quali benefici, chiese, curazie..., i cui beni furono incamerati dall'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e alla parrocchia fu attribuita la qualifica di "Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto". In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio parrocchiale di Varone ha perso la personalità giuridica civile. Funzioni, occupazioni e attività Una precisa definizione dei benefici, e tra questi del beneficio parrocchiale, come enti giuridici si ha solo con il Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 1409, infatti, lo definisce come "un ente giuridico costituito o eretto in perpetuo dall'autorità ecclesiastica, composto di un ufficio sacro e del diritto di percepire i redditi della dote, spettanti all'ufficio". Il beneficio era dunque costituito da due elementi: uno definito "spirituale", cioé l'ufficio sacro, e l'altro "materiale", la dote annessa. L'origine dei benefici si deve ricercare nelle prime fasi della cristianizzazione quando il vescovo distribuiva le offerte dei fedeli al clero, ai poveri e alle chiese. I sacerdoti rurali godevano, a loro volta, dell'usufrutto dei diritti feudali o prestazioni reali. Soltanto verso l'XI secolo i benefici divennero perpetui. La dote del beneficio poteva essere costituita da beni mobili o immobili, come campi, vigneti, boschi, pascoli, case e in seguito titoli del debito pubblico o titoli di stato; da prestazioni certe e obbligatorie da parte di famiglie o persone morali, come le decime, 33 assegni dal Comune; da offerte sicure dei fedeli spettanti al beneficiato come le tasse o quotazioni liberamente assunte; dai diritti di stola, nei limiti delle tasse diocesane o della legittima consuetudine. Il beneficio parrocchiale aveva annessa la cura d'anime era perciò un beneficio curato: in analogia con gli uffici ecclesiastici anche i benefici potevano distinguersi in riservati e di libera collazione, elettivi e di giuspatronato. L'erezione era l'atto legittimo con cui la competente autorità ecclesiastica costituiva il beneficio. La fondazione consisteva invece nella costituzione della dote beneficiaria. Il beneficio non si poteva erigere se non aveva una dote stabile e conveniente, con redditi perpetui. Una forma particolare di conferimento del beneficio era quella preceduta dalla presentazione del candidato da parte di un patrono (comunità, padronato, famiglia, clero regolare, re, governo). Nel Trentino, in seguito alla secolarizzazione del principato vescovile, tutti i benefici esistenti nel territorio e non soggetti già a un patronato privato, divennero di patronato cesareo. Solo con il Concordato del 1929 (art. 25) lo stato italiano rinunciò alla prerogativa sovrana del regio patronato sui benefici maggiori e minori, che gradualmente decaddero. Con la nomina e il conferimento del beneficio e con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto rappresentante dell'ente egli aveva inoltre l'obbligo di difendere e assicurare l'integrità del patrimonio e di amministrarlo sotto la sorveglianza dei vescovi, dei patroni e dello stato. Nel corso dei secoli le rendite di alcuni benefici parrocchiali vennero a poco a poco assottigliandosi fino a non essere sufficienti al mantenimento del beneficiato. I governi dovettero perciò provvedere stabilendo congrue e supplementi di congrue a carico dei Comuni o di altri enti. L'istituto del beneficio ecclesiastico fino al Concilio Vaticano II ha costituito il principale strumento tecnico per procurare il sostentamento del clero; il Concilio pervenne alla decisione che esso doveva "essere abbandonato, o almeno riformato a fondo" ("Presbyterorum Ordinis", decreto 7 dicembre 1965 § 20). Così il Codice di diritto canonico del 1983 ha prefigurato (CIC 1983, can. 1272 § 2) la costituzione dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e ha chiamato la Conferenza episcopale alla graduale devoluzione di redditi e per quanto possibile della dote stessa beneficiale all'istituto. Contesto generale Diocesi di Trento Note (1) ADTn, Fondazioni 31 n. 25, pp. 13 - 21, 22 - 25; ADTn, Atti visitali 84, c. 251r (2) ADTn, Fondazioni 31 n. 25, p. 51 (3) ADTn, Investiture 11, c. 138v (4) Archivio parrocchiale di Varone, 2.1.1, cc. 1 - 6 34 subfondo 2 Beneficio parrocchiale di Varone, 1829 - 1950 Soggetti produttori Beneficio parrocchiale dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria, 1463 - 1987 gennaio 24 Contenuto Questo sottofondo raccoglie in fascicoli ordinati cronologicamente e di nuova cosituzione il materiale documentario prodotto e ricevuto dal curato in qualità di amministratore del beneficio parrocchiale. Parte della documentazione patì gli effetti dei danni causati dalla prima guerra mondiale, nel periodo in cui l'archivio venne lasciato completamente in balia degli eventi, dopo l'esilio del curato e della popolazione. Alcune carte vennero infatti distrutte, come si rileva da un'annotazione di don Libardi presente in uno degli inventari del patrimonio beneficiale contenuto in 2.1.3. In questo sottofondo è ben riscontrabile il tentativo operato dal Libardi di organizzazione di almeno parte della documentazione, come dimostrano i documenti scritti di suo pugno, copie conformi all'originale, relativi alla fondazione del beneficio curaziale; oppure si veda il verso di alcune carte le quali presentano piccoli regesti indicanti il contenuto. Si fa presente inoltre che ulteriori notizie in merito all'amministrazione del beneficio curaziale sono contenute nell'Urbario della chiesa (3.1.1.). 35 serie 2.1 Atti amministrativi, 1829 - anni '40 Contenuto La serie degli Atti amministrativi relativi al beneficio parrocchiale si compone di quattro fascicoli, tutti di nuova costituzione, raccolti in un'unica unità di condizionamento. La documentazione è stata rinvenuta in mazzi compiegata insieme lungo il lato longitudinale e frammista al resto del materiale documentario della parrocchia. Svincolata da esso si è proceduto a stendere le carte, organizzandole, secondo l'oggetto cui pertengono, in quattro fascicoli ordinati cronologicamente. 1 b. 1 . "Fondazione del beneficio curaziale di Varone" 1829 - 1830 (1) Copie dei documenti relativi alla convenzione stretta tra il Civico Magistrato di Riva e i deputati della popolazione di Varone riguardante la fondazione e la consistenza del patrimonio del beneficio curaziale, di cui unico amministratore viene nominato il curato Italiano, latino Fascicolo, cc. 6 Note (1) I documenti sono presenti in copia. Gli estremi cronologici corrispondono alle date in cui vennero redatti gli atti originali, non alle copie conformi all'originale manoscritte da Libardi circa cinquant'anni dopo 2 b. 1 . Carteggio ed atti relativi alla richiesta di integrazione della congrua da parte del curato di Varone 1839 - 1840; 1872 - 1889 Italiano Fascicolo, cc. 28 3 b. 1 . "Beneficio curaziale" (1) 1883 - 1905; 1923 - 1942 Diffide di pagamento, norme per la compilazione della fassione, fassioni sugli emolumenti congiunti con l'ufficio sacerdotale, inventari del patrimonio del beneficio, stato dei capitali del beneficio, fogli di possesso fondiario, registri dello stato patrimoniale, prospetti di rettifica, intavolazione di un diritto di proprietà, contratti di locazione sul verso dell'ultima c. dell'inventario del patrimonio riguardante gli anni 1894 - 1905: annotazione di don Libardi relativa all'avvenuta distruzione dei nuovi inventari durante "l'incendio bellico del 1918", s.d. Italiano Fascicolo, cc. 83 Note (1) Il titolo è tratto da quanto riportato sul verso delle cc. 19 e 27 di questo fascicolo 36 4 b. 1 . Verbali di riconsegna 1890 - 1894; 1937 - sec. XX, anni '40 Atto di consegna dell'archivio e degli atti dell'ufficio curaziale di Varone compilato dal curato Bartolomeo Zomer, atti di consegna del patrimonio della chiesa e del beneficio curaziale, verbali di riconsegna dei beni della curazia e del beneficio curaziale di Varone compilati da don Libardi, rilevazione del materiale documentario presente nell'archivio eseguita da don Girardini Italiano Fascicolo, cc. 22 37 serie 2.2 Resoconti, 1946 - 1950 Contenuto Se precedentemente al Concordato del 1855 tra Impero austro - ungarico e Chiesa romana, la sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici spettava agli organi locali di governo, ora essa diveniva, in base all'articolo 30 dell'accordo, di competenza dell'autorità ecclesiastica. A tale scopo venne istituito a Trento nel 1865 l'Ufficio Amministrativo Diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia, fissando inoltre delle regole per la redazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori del patrimonio della chiesa avevano l'obbligo di redigere annualmente i resoconti, che muniti del visto del curato o del parroco, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato, corredati della relativa documentazione in ordine d'entrata e d'uscita. A sua volta l'Ordinariato doveva rispedirne una copia al curatore d'anime e inviare l'altra all'autorità politica provinciale. La serie dei resoconti del beneficio parrocchiale si compone di un unico fascicolo, di esigua entità e di nuova costituzione, il cui materiale è stato rinvenuto frammisto alla documentazione della parrocchia. I resoconti riguardano solo gli anni dal 1946 al 1950 e furono redatti da don Girardini. 1 b. 1 . Rese di conto del patrimonio del beneficio curaziale 1946 - 1950 (1) Italiano Fascicolo, cc. 4 Note (1) Nel determinare gli estremi cronologici, si sono considerate le date a cui si riferiscono i resoconti, non quelle dell'effettiva redazione dei medesimi 38 subfondo 3 Chiesa parrocchiale di Varone, 1720 - 1967 Contenuto La chiesa di Varone è dedicata alla Beata Vergine Annunciata ab immemorabili. Fu dapprima una semplice cappella, dipendente dalla parrocchiale di Riva, nella quale un sacerdote, il beneficiato di San Giacomo e della Madonna del Perdon si recava una volta alla settimana a celebrare messa. Solo più tardi fu assegnato alla cappella della Madonna del Perdon di Varone un beneficiato con l'obbligo della residenza e dell'amministrazione dei beni, le cui entrate erano state aggregate e incorporate ai due benefici Cerdo e Pitiliana, fondati rispettivamente nel 1319 e nel 1463, noti appunto con il nome di San Giacomo e della Madonna del Perdon. Le ristrettezze economiche con cui dovette sempre fare i conti la cappella e il dissipamento di quelle poche entrate spinsero alcuni abitanti di Varone a costituire all'altare di Sant'Antonio una "fratellanza". Il 10 maggio 1754 essi inviarono una lettera al vescovo per ottenere l'approvazione all'erezione della compagnia in modo da "poter elleger un de suoi membri capace e coscienzioso quale n'abbia al cura di detta chiesa e ... dandone alla fine di cadaun anno il conto al Reverendissimo signor arciprete di Riva" (1). A tale scopo i confratelli nominarono un massaro per l'altare di Sant'Antonio e un custode degli altri altari e della chiesa, con il compito di amministrare le entrate e le uscite e di presentare i conti sia ai confratelli che al signor arciprete di Riva. Nel 1781 i maestri di Castione Giovanni Sartori, Domenico dal Rì e Antonio Scarperi eressero nella chiesa detta del Perdon un altare con suo tabernacolo in marmo policromo (2); l'anno dopo, il 19 settembre 1782 la cappella venne eretta a curazia. Nel 1805 in seguito a varie richieste la popolazione di Varone ottenne la concessione del fonte battesimale. Il curato ebbe così la facoltà di battezzare mentre per l'amministrazione di tutti gli altri sacramenti, funerali e matrimoni inclusi, gli abitanti di Varone dovevano recarsi alla chiesa parrocchiale di Riva. Negli anni '30 dell'Ottocento inizia infatti il carteggio tra il curato di Varone e l'autorità civile relativo alla necessità di erigere un cimitero nel paese di Varone. Solo nell'ottobre del 1857 si stabilì che il camposanto sarebbe sorto nel fondo demaniale al Marone ceduto dall'Eccelso Imperial Regio Erario al Comune di Riva, il quale si esonerava da qualsiasi spesa relativa alla sua costruzione che invece era a carico della popolazione di Varone (3). I ripetuti straripamenti del torrente Varone e le dimensioni alquanto ridotte della chiesa, che non riusciva più ad accogliere in maniera adeguata il numero dei fedeli, imposero la costruzione di un nuovo edificio più capace e posto in luogo più sicuro rispetto alle inondazioni. Per questo il 10 aprile 1847 venne presentato all'Imperiale Regio Giudizio un prospetto delle spontanee offerte dei capifamiglia di Varone per facilitare l'erezione di una nuova chiesa curaziale la cui costruzione fu terminata nel 1885 e benedetta nel 1889. All'amministrazione del patrimonio della chiesa, incrementato da benefici, donazioni e lasciti furono preposti i massari o fabbiceri, affiancati a partire dagl'inizi del XX secolo dal curato attorno al quale probabilmente gravavano la maggior parte delle competenze. Rientravano nell'amministrazione del curato anche i capitali, le realità, le obbligazioni della chiesa, i legati ecclesiastici, le associazioni parrocchiali quali l'Opera di San Vigilio, l'Opera di San Pietro, l'Opera della S. Infanzia, l'Apostolato della Preghiera, ecc... Questo sottofondo si compone di diversi fascicoli, in parte originari, in parte di nuova costituzione, e di un urbario. Il materiale è stato rinvenuto in due mazzi, compiegato per lungo sul lato longitudinale, in parte frammisto al resto della 39 documentazione della parrocchia. In fase di riordino si è proceduto a distendere le carte, ordinandole cronologicamente e organizzandole in fascicoli a seconda dell'oggetto cui pertengono. Note (1) Archivio parrocchiale di Varone, 3.1.1, p. 1 (2) Archivio parrocchiale di Varone, 3.1.1, p. 35 (bis) (3) Archivio parrocchiale di Varone, 3.2.3, cc. 1 - 14 40 serie 3.1 Urbari, [1907] - 1953 Contenuto Già all'epoca delle visite pastorali di Bernardo Clesio (1537 - 1538) e di Ludovico Madruzzo (1579 - 1581) fu viva la preoccupazione dell'alto clero di verificare l'entità del patrimonio economico delle chiese e dei benefici e di avere sicuri ragguagli sulle loro amministrazioni. In entrambe le occasioni, sia il Clesio che il Madruzzo constatarono, rammaricandosene, come la norma generale, che prevedeva l'obbligo di compilare dei registri da cui far emergere i dati in merito alla quantità e alle modalità di gestione dei redditi della chiesa, rimanesse nella pratica senza attuazione. A questo stato di cose si cercò di far fronte con speciali disposizioni miranti a rinnovare l'obbligo del clero alla redazione di inventari sia dei beni stabili che immobili, nonchè alla corretta tenuta dei libri di conti (cfr. le Costituzioni sinodali di Ludovico Madruzzo, capp. XLVI - XLVII, le quali riprendono e aggiornano i capp. XXIII - XXIV delle "Constitutiones Bernardi"). Mentre l'amministrazione del beneficio spettava al titolare della cura d'anime, l'incarico di amministrare il patrimonio della chiesa era invece assunto da specifici funzionari chiamati sindaci o massari e, in tempi più recenti, fabbriceri. Al termine di ogni anno, prima di passare le consegne ai nuovi eletti, essi dovevano rendere conto del loro operato al curatore d'anime (secondo quanto era stabilito dalle Costituzioni sinodali di Ludovico Madruzzo, cap. 50), al quale competeva 'la principale direzione' (1) sulla gestione dei beni e degli affari della chiesa. Per la corretta e vigile amministrazione di questi beni venivano adottati registri diversi, quali il registro degli instrumenti, l'urbario, il libro maestro. Nel registro degli instrumenti venivano trascritti dai notai atti relativi a locazioni, costituzioni di censo, compravendite, ecc... di beni di enti della parrocchia. In particolare nell'urbario o registro degli stabili e dei capitali venivano registrati i fondi, gli immobili, i capitali di proprietà della chiesa, così come i censi, i livelli e le altre contribuzioni ad essa dovute. I beni posseduti erano descritti con le rispettive estensioni e le rendite annuali, le scadenze dei pagamenti degli interessi, i nomi dei debitori e dei locatari, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni. Il libro maestro o partitario era un registro suddiviso in tante partite distinte quante erano le persone con le quali era subentrato un qualche rapporto di interesse. Delle due registrazioni, una riguardava l'annotazione del credito costituito (finca dell'avere), l'altra la trascrizione degli acconti e/o dei saldi nel momento in cui si verificavano i versamenti da parte del debitore. La serie consta di un'unità archivistica, costituita da un urbario risalente verosimilmente al 1907. Apparentemente sembra di poter affermare che i curati di Varone non mostrarono grande interesse nella creazione di una continuità seriale e nella tenuta di questa tipologia di registri. L'unico urbario presente, compilato quasi interamente da don Libardi, contiene l'elenco dei capitali e delle realità non solo della chiesa, ma anche del beneficio curaziale. Registra altresì i benefici e le messe legatarie fondati a favore della chiesa e del beneficio. Note (1) G. BAZZANELLA, Manuale d'ufficio del clero curato, vol. I, Trento 1905, p. 360 41 1. "Urbario della chiesa curaziale di Varone" "Fondazioni nella curazia di Varone" (1) [1907] - 1953 febbraio 24 pp. 1 - 60: urbario dei capitali e delle realità della chiesa e del beneficio curaziale di Varone, 1907 - 1937 sul recto della c. di guardia anteriore: annotazione di don Libardi "Elenco dei curati di Varone pag. 56" a p. 39: "Legato missioni di Teresa vedova Malossini-Pederzolli", 1920 marzo 18 - 1936 agosto 11 a p. 56: "Elenco dei curati di Varone", post 1894 novembre 25 - post 1953 febbraio 24 pp. 1 - 39: elenco dei legati fondati nella chiesa di Varone e a favore del beneficio parrocchiale, 1907 - 1952 (2) pp. 41 - 45: "Messe legatarie a carico della chiesa curaziale di Varone celebrate", 1907 - 1951 (3) Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 1 - 60, 1 - 45 (bianche pp. 5), con indici per argomenti sul verso della c. di guardia anteriore e sul recto della c. di guardia posteriore (4) Note (1) "Fondazioni nella curazia di Varone": questo titolo si trova scritto all'esterno del piatto posteriore della coperta; dunque questa parte è stata compilata a registro capovolto (2) e (3) Questa parte è stata compilata a registro capovolto (4) L'indice che compare sul recto della c. di guardia posteriore è stato compilato a registro capovolto 42 serie 3.2 Atti amministrativi, 1720 - 1950 Contenuto La serie raccoglie atti di pignoramento e di locazione di beni di proprietà della chiesa a cui si aggiunge la documentazione relativa a restauri avvenuti alla chiesa, il carteggio relativo alla concessione del fonte battesimale e quello riguardante l'erezione del cimitero. In questa serie si conserva anche il carteggio di carattere fiscale (fassioni, obbligazioni di stato ...) e gli inventari del patrimonio. Le carte, prive di un'originaria organizzazione, in fase di riordino sono state disposte in fascicoli e in sottofascicoli, in parte di nuova costituzione, rispettando l'ordine cronologico. Parte del materiale ora confluito in questa serie, e prima diversamente collocato, è stato qui avvicinato per affinità tematica con il resto della documentazione. 1 b. 1 . Documentazione relativa a lavori e restauri accorsi all'edificio sacrestia, e alla chiesa 1720; 1847 - 1937 Contratto tra don Giuseppe Ceschini e Giovanni Caminada muratore per la costruzione della sacrestia, permesso accordato per i successivi restauri all'edificio sacrestia, prospetto degli offerenti per l'erezione di una nuova chiesa, carteggio relativo alla costruzione di nuovi banchi, elenco degli offerenti per la realizzazione di una statua raffigurante S. Rocco, supplica di don Libardi per la riparazione delle finestre della chiesa, carteggio relativo alla nuova pavimentazione della chiesa contiene anche alcuni disegni di armadi e banchi Italiano Fascicolo, cc. 26 2 b. 1 . " B. Carte appartenenti all'amministrazione della venerabile chiesa curaziale. Documenti chiesa ed altre carte della curazia" (1) 1783 - 1926 (con annotazioni fino al 30 dicembre 1928) Fascicolo Note (1) "Documenti chiesa ed altre carte della curazia " è stato aggiunto a matita 2.1 b. 1 . Locazione e vendite 1783 - 1852 Atti di locazione e di incanto di fondi di proprietà dell'altare di Sant'Antonio della chiesa di Varone Italiano, latino Fascicolo, cc. 13 2.2 b. 1 . "Concessione del battistero. 1805" (1) 1805 43 Copia del documento di concessione del battistero e carteggio relativo Italiano, latino Fascicolo, cc. 3 Note (1) Il titolo è tratto da quanto compare a c. 2v 2.3 b. 1 . Pignoramento (1) 1833 Supplica del sindaco della chiesa di Varone al pignoramento dei beni di un privato per mancato pagamento Italiano Fascicolo, cc. 6 Note (1) Il documento è presente in triplice copia 2.4 b. 1 . Capitale chiesa 1839 - 1881; 1902 Mutuazione a privato di un capitale lasciato alla chiesa come legato, insinuazione, convenzione Italiano Fascicolo, cc. 13 2.5 b. 1 . "Affitanza fondo chiesa alle Fontane" (1) 1847 - 1892; 1926 (con annotazioni fino al 30 dicembre 1928) Contratti di locazione e capitolati d'asta del fondo di proprietà della venerabile chiesa di Varone situato a Gavazzo, regola del Piscolo nel luogo detto "alle Fontane", condizioni d'affittanza con annotazioni di don Libardi circa la riscossione della quota di affitto per gli anni 1927 - 1928 Italiano Fascicolo, cc. 28 Note (1) Il titolo è desunto da quanto vergato a matita da don Libardi sul verso di c. 12 2.6 b. 1 . "Chiesa 1869" (1) 1854 - 1869 Carteggio relativo all'obbligazione dell'esonero del suolo del Tirolo e Vorarlberg Italiano Fascicolo, cc. 10 Note (1) Il titolo è ripreso da quanto riportato sul verso delle cc. 6 e 8 del fascicolo 2.7 b. 1 . 44 "Chiesa. Capitale Righi fratelli dei Campi ritirato" (1) 1872 - 1883 Carteggio relativo al debito contratto dai fratelli Righi verso la chiesa curaziale di Varone, invito di comparizione, dichiarazione di ricevuto pagamento Italiano Fascicolo, cc. 8 Note (1) Il titolo è ripreso da quanto riportato sul verso dell'ultima carta del fascicolo 3 b. 1 . "1856. Cimitero e chiesa" 1836 - post 1870 Carteggio relativo all'erezione di un nuovo cimitero a Varone Italiano Fascicolo, cc. 14 n.n. 4 b. 1 . Documenti relativi all'amministrazione del patrimonio della chiesa 1861; 1864; 1871 - 1950 Diffide di pagamento per gli anni 1861, 1864, 1871 - 1881, fassioni per la commisurazione dell'equivalente d'imposta, denunce e avvisi relativi alla tassa della manomorta, documenti relativi a titoli, obbligazioni di stato e versamenti in banca, appunti Italiano Fascicolo, cc. 58 5 b. 1 . Inventari del patrimonio della chiesa curaziale di Varone 1867; 1890; 1895; 1929 Italiano Fascicolo, cc. 22 6 b. 1 . Polizze di assicurazione 1919; 1940; 1942 Italiano Fascicolo, cc. 15 7 b. 1 . Campane 1920 - sec. XX, anni '40 Carteggio relativo alla domanda avanzata da don Libardi di risarcimento per danni di guerra finalizzata all'ottenimento di nuove campane, quietanze di pagamento, censimento delle campane di Varone Italiano Fascicolo, cc. 14 45 8 b. 1 . Cassaforte 1931; 1947 Domanda della Fabbriceria della chiesa di Varone al podestà di Riva circa la donazione di una cassaforte atta alla collocazione e conservazione dei documenti, comunicazione di un privato relativa alla disponibilità di una cassaforte e alle modalità di pagamento Italiano Fascicolo, cc. 2 9 b. 1 . Atti riguardanti il patrimonio della chiesa 1937; 1941; 1943 Intavolazione della cancellazione di un diritto ipotecario, domanda di monsignor Carlo de Ferrari relativa all'autorizzazione ad una donazione fatta da don Pietro Girardini, contratto relativo al trasporto di tronchi Italiano Fascicolo, cc. 6 46 serie 3.3 Registri di cassa, 1936 - 1967 Contenuto I registri dei conti o giornali di cassa venivano compilati dai sindaci o fabbriceri, che vi riportavano le rese di conto annuali, registrando in finche predisposte e distinte l'ammontare degli importi delle entrate e delle uscite e il saldo finale. Nei libri di cassa introdotti più recentemente, tenuti usualmente dal curatore d'anime, venivano registrate quotidianamente le entrate e le uscite di denaro. La serie si compone di cinque unità costituite da quattro registri di cassa della chiesa e uno riguardante l'amministrazione del fondo del Pane di Sant'Antonio. In particolare il primo libro si caratterizza per l'eterogeneità delle registrazioni che documentano non solo gli stabili e i capitali della chiesa, ma anche i censi e i livelli dovuti alla chiesa; vengono annotate l'erezione di una fratellanza costituitasi per curare l'amministrazione delle rendite dei beni dell'altare di Sant'Antonio e della chiesa, le elezioni dei vari massari, le spese sostenute per i restauri alla chiesa, e per la costruzione di un nuovo altare con tabernacolo, le rese di conto da parte dei fabbriceri. A parte l'ultima registrazione del 1912 di mano di don Libardi, il registro venne compilato dai massari incaricati. Dal fondo del Pane di Sant'Antonio, amministrato dal curato locale e alimentato da offerte spontanee in denaro, venivano attinte le elemosine destinate a opere di beneficenza e carità. Nel periodo 1955 - 1967, le registrazioni riguardanti la contabilità di tale fondo, vuoi per l'esiguità degli affari trattati, vuoi per il fatto che il curato era amministratore comune di questo e del fondo della chiesa, confluiscono nei registri cassa della chiesa. Il criterio in base al quale si è proceduto ad organizzare la serie, non è quello cronologico, ma per coerenza tematica e per maggiore importanza rivestita, si sono fatti precedere i registri cassa della chiesa a quello del fondo del Pane di Sant'Antonio, che è stato collocato in fondo alla serie. 1. "Libro generale con le raggioni della chiesa del Pernon al Varone per zello de confratelli di detto luocho e vicinanze 1754 dato principio con consenso del Reverendissimo Parocho di Riva e [tuti] il consenso dell'[Eccellenza] Superiorità di Trento confirmata da Sua Altezza Reverendissima Francesco Felice presente li 22 marzo 1759 come da rescritti" 1754 novembre 13 - 1811 agosto 13; 1890 settembre 21 - 1893 ottobre 8; 1912 aprile 15 All'interno del piatto anteriore della coperta: "N. 60" pp. 1 - 2: supplica indirizzata al vescovo da parte dei confratelli per la conferma della confraternita dell'altare di Sant'Antonio nella chiesa del Varone, 1755 maggio 10 - luglio 29 pp. 3 - 5: costituzione della confraternita dell'altare di Sant'Antonio approvata dal parroco di Riva, ed elenco delle persone che ne facevano parte, 1754 novembre 13 - 1755 novembre 29 pp. 6 - 9: conferma da parte del vescovo Francesco Felice Alberti d'Enno della confraternita e nomina del massaro, 1759 marzo 22 pp. 10 - 35 (1): rese di conto delle entrate ed uscite dell'altare di Sant'Antonio, 1759 aprile 4 - 1781 luglio 3 p. 35 (bis): notizia riguardante l'erezione nella chiesa di Varone di un altare, con suo tabernacolo, da parte dei Maestri di Castione di Brentonico, i signori Sartori, Scarperi, Dal Rì, 1781 maggio 6 pp. 35 (ter) - 76: registrazione effettuata dal massaro delle entrate e delle uscite della chiesa di Varone, 1781 agosto - 1792 gennaio 12 a p. 37: annotazione relativa alla data nella quale 'fu messo il SS. Sacramento", 1782 settembre 29 47 p. 77: annotazione del prefetto della Congregazione di Carità di Riva relativa all'estrazione dal presente registro del fascicolo "corrispondente al legato Salizzoni dal foglio 78 al foglio 89 inclusive", 1811 agosto 13 cc. sd 1 - 6: resoconto dei fabbriceri e del curato don Giovanni Ferrari circa le entrate e le uscite della chiesa per gli anni 1890 - 1893, 1890 settembre 21 - 1893 ottobre 8 c. d 7: annotazione relativa alla decisione del curato e dei fabbriceri riguardante le spese da compiersi per lavori di riparazione alla chiesa, 1912 aprile 15 in fondo (2): annotazioni di mani diverse circa le elezioni del massaro della comunità di Varone, 1781 agosto 1 - 1786 gennaio 29 Italiano Registro, legatura in pelle, pp. 1 - 35, 35 (bis) - 77, cc. sd 1 - 7(bianche cc. 3) Note (1) Le pp. 1 - 35 costituiscono un fascicolo in originale probabilmente autonomo (2) Il fascicolo fu aggiunto posteriormente in fondo al registro 2. "Giornale di cassa per la chiesa di Varone dall'anno 1937" 1937 gennaio 3 - 1945 dicembre 31 Sulla prima carta: "Come risulta dal resoconto conti chiesa di Varone per anni 1929 - 1936 liquidato dalla Curia Arcivescovile in data n. al termine del 1936 appare il pareggio fra entrata ed uscita", [1937] all'interno del piatto posteriore della coperta: annotazione circa l'entrata, l'uscita e il saldo finale riguardanti l'anno 1945, [1945] Italiano Registro, legatura cartacea, cc. 40 n.n. 3. "Libro Cassa chiesa di Varone 1938 - 1963" (1) 1938 - 1964 agosto 14 Verso la metà: notizia circa l'incarico di supplenza nella cura d'anime di Varone ricoperto da monsignor Paolazzi alla morte di don Girardini, 1953 febbraio 24 verso la metà: "Pro memoria" riguardante l'offerta avanzata da un privato per l'acquisto di un harmonium, di cui era proprietario il defunto don Pietro Girardini, da donare alla chiesa di Varone, 1953 giugno [5] sul recto della c. di guardia posteriore: registrazione del saldo riguardante l'anno 1963, 1964 agosto 14 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 60 n.n. Note (1) "1963" è aggiunta di mano posteriore 4. "Numero 3. Cassa" 1948 marzo 31 - 1967 gennaio 6 Giornale cassa della chiesa di Varone Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 85 n.n. 5. "Pane di S. Antonio settembre 1936" 48 1936 settembre 1 - 1954 maggio 1; 1968 novembre 10 - 1978 agosto 15 Giornale cassa del pane di S. Antonio Italiano Registro, legatura cartacea, cc. 18 n.n. 49 serie 3.4 Resoconti, 1824 - 1951 Contenuto La serie (1) si compone di un'unica unità originaria; essa è costituita da resoconti in originale e in copia, da qualche quietanza e documento di corredo. I formulari delle entrate ed uscite sono stati rinvenuti piegati lungo il lato longitudinale e legati da uno spago entro una busta risalente ad un recente condizionamento. Parte della documentazione più antica è stata invece rinvenuta frammista al resto del materiale inerente la parrocchia e qui avvicinata per consonanza tematica. I resoconti si presentano annuali o pluriennali; alcuni sono conservati in duplice copia. I documenti di corredo sono sporadici, rinvenuti in parte fra le carte dei resoconti stessi, altre volte frammisti ad altra documentazione. Essi sono stati ordinati in base alle rubriche delle entrate e delle uscite dei resoconti e poi inseriti in fondo ad essi. In calce al resoconto si legge generalmente la firma del curato e dei sindaci, l'approvazione, la liquidazione e il visto dell'Ordinariato. Note (1) Per le informazioni di carattere generale si rinvia all'introduzione premessa alla serie 2.2. di questo archivio corrispondente ai resoconti del beneficio parrocchiale. 1 b. 1 . Rese di conto della chiesa curaziale di Varone 1824- 1826; 1830-1831; 1839; 1899-1911; 1914-1928; 1940-1941; 1943; 1948-1951 (1) Mancano i resoconti degli anni 1827 - 1829, 1832 - 1865, 1912 - 1913, 1929 - 1939, 1942, 1944 - 1947. I documenti di corredo sono presenti solo per gli anni: 1924, 1937 (2), 1940, 1941, 1943, 1949 Italiano Fascicolo, cc. 303 Note (1) Per gli anni 1825 - 1826 non si tratta di una resa di conto quanto di una "memoria" delle spese sostenute a favore della chiesa; per il 1839 è presente un carteggio che riguarda la richiesta dei sindaci della chiesa di Varone dato lo "stato della miserabile chiesa" all'esonero dal pagamento della tassa scolastica. I resoconti per l'anno 1866 e per gli anni 1874 - 1879, 1880 - 1886, 1914 - 1923 sono presenti in duplice copia (2) Per il 1937 non esiste resa di conto ma è presente solo una quietanza 50 subfondo 4 Benefici e legati di Varone, 1622 - 1952 Contenuto Il legato è una disposizione testamentaria di carattere patrimoniale che attribuisce a titolo particolare i beni dell'asse ereditario. Esso frequentemente prevedeva la cessione di un bene all'erede, il quale aveva l'obbligo di far celebrare, con le rendite ricavate, un numero di messe in memoria del defunto o di provvedere, con quel denaro, ad altre volontà del testatore (beneficenza, manutenzione degli altari, acquisto di arredi, ecc...). Il legato assume il nome di pia fondazione, quando la destinazione dei beni è disposta a favore di una persona giuridica ecclesiastica con l'onere perpetuo, o per un tempo notevolmente lungo (secondo i canoni 1303 - 1310 del Codice di diritto canonico), di utilizzarne gli utili per la celebrazione di funzioni sacre, l'attuazione di opere di carità, di pietà e di apostolato, ecc... Durante la dominazione austriaca alcune disposizioni (si veda il decreto governativo del 3 gennaio 1840, n. 30671; il decreto aulico del 13 dicembre 1841, n. 3128; la circolare governativa del 22 settembre 1843, n. 22667) attribuirono al curatore d'anime il compito di verificare l'esistenza di un regolare documento di fondazione e di controllare che il patrimonio fosse mantenuto intatto. Il diritto italiano precedente al Concordato soppresse, quali enti morali, le fondazioni aventi oggetto di culto con esplicazioni rituali e liturgiche. Con il Concordato del 1929 tra lo Stato italiano e la Santa Sede, le fondazioni pie vennero nuovamente riconosciute, purché fossero rispondenti alle esigenze religiose e spirituali dei fedeli e purché non ne derivasse alcun onere finanziario per lo stato (art. 29, lett. d). Nella parrocchia di Varone furono fondati alcuni legati per lo più missari, dei quali si trova notizia anche nel registro delle fondazioni conservato in questo archivio con la segnatura 3.1.2. I principali furono: Legato della contessa Teresa Formenti: con disposizione testamentaria del 28 maggio 1860 Teresa Formenti lasciava cinquanta fiorini abusivi alla chiesa di Varone con l'obbligo di una messa annua da celebrarsi il 15 ottobre. Questo capitale fu unificato all'importo di 330 fiorini appartenenti alla chiesa e a quello di 170 fiorini derivati dai legati di Domenica Carloni e Giovanni Zucchelli e investiti in un'obbligazione di Stato vincolata al nome della chiesa di Varone. Legato di Pietro Vivaldelli: con legato testamentario del 6 gennaio 1878, Pietro Vivaldelli destinava 300 fiorini per la celebrazione, nel giorno della sua morte e per il futuro, di una messa in suffragio della sua anima e di quella di sua moglie. La fabbriceria accettò per conto della chiesa tale legato per il quale si celebravano annualmente un ufficio funebre e altre quattro messe basse. Legato di Luigi Benini: con disposizione testamentaria del 4 aprile 1882, Luigi Benini lasciava alla chiesa di Varone 252 fiorini con l'onere da parte del curato alla celebrazione di alcune messe annue fissate dall'Ordinariato in numero di sei. Legato Giuseppe Briosi: con suo codicillo del 19 dicembre 1894, Giuseppe Briosi lasciava "a titolo di legato alla chiesa del Varone 200 fiorini perchè vengano celebrate tante messe annuali a pro dell'anima mia a decisione della Curia di Trento". 51 Legato di don Bartolomeo Zomer: Bartolomeo Zomer, curato di Varone dal 1864 al 1890, con testamento dell'11 dicembre 1897 lasciava alla chiesa di Varone "fiorini 150 coll'obbligo di due messe annue perpetue da celebrarsi fra l'ottava della mia morte, con un de Profundis alla fine della stessa e relativo Oremus". Egli lasciava anche oltre 200 fiorini per cooperare all'erezione del nuovo altare a Maria Vergine Immacolata, all'acquisto di un nuovo calice e di un messale. Legato del comitato pro chiesa: con suo proclama del 19 marzo 1931, il comitato pro chiesa di Varone stabilì che i membri del comitato, benefattori della chiesa, sarebbero stati suffragati dopo la loro morte con un officio funebre annuo che il comitato stesso si obbligava di fondare in perpetuo versando 850 lire alla Curia di Trento. L'obbligo alla celebrazione di tale messa ebbe inizio nel 1944. Oltre a quelli missari furono fondati i seguenti legati: Beneficio Ceschini: don Giuseppe Ceschini di Trento, sacerdote di Varone, fondò nel 1733 un beneficio sotto il titolo dei santi Gaetano e Filippo Neri nella chiesa della Beata Vergine Annunziata di Varone. Egli assegnò alla chiesa un capitale consistente in beni stabili (case e fondi situati dentro e fuori il confine della cura d'anime) e mobili (paramenti e arredi, un calice d'argento con patena, pianete, tovaglie, due messali, un armadio per la sacrestia, due banchi in chiesa, ecc...) a gloria di Dio e in suffragio dell'anima sua e di quella dei suoi parenti. Il beneficiato aveva l'obbligo di celebrare messa nelle feste di precetto all'altare di San Gaetano e di San Filippo Neri; di 5 messe perpetue alla settimana e 30 messe legatarie; doveva tenere dottrina cristiana la domenica e recitare il rosario nelle feste di precetto e il sabato; doveva prestare assistenza agli infermi, tenere scuola ai fanciulli, curare il mantenimento dei beni del beneficio, sia mobili che immobili, nonchè quello dell'altare dei santi Gaetano e Filippo Neri, provvedere alle sacre suppellettili; tenere un inventario da consegnare di volta in volta al successivo beneficiato. Legato del conte Giovanni Pietro Formenti, della contessa Luigia Formenti e del conte Giovanni Formenti: il conte Giovanni Pietro Formenti, con testamento del 14 giugno 1722, lasciava "ad honore e gloria di Dio e suffragio dei poveri" 1200 ragnesi all'Ospedale di Riva affinché fossero investiti. Veniva stabilito che il ricavato di mille fiorini fosse disposto ogni anno a favore di una ragazza in procinto di sposarsi o di diventare monaca, oppure ad una vedova. Chi, zitella o vedova, voleva giovarsi di tale legato, doveva essere nativa di Riva o delle vicinanze oppure esservi domiciliata da almeno due anni; doveva essere povera; doveva aver compiuto l'età minima di 12 anni; doveva essersi accostata, nell'anno antecedente all'estrazione a sorte, ai sacramenti della confessione e della comunione una volta al mese; doveva aver ricevuto la comunione nel giorno della festività di San Francesco Saverio pregando in suffragio dell'anima del benefattore; doveva aver frequentato la dottrina cristiana. La contessa Luigia Formenti nel 1823 destinava, come aveva fatto il suo antenato, la stessa somma di denaro a beneficio delle ragazze povere che si dovevano sposare e alle vedove. Anche le condizioni sono le stesse ad eccezione del fatto che le "ricorrenti" erano tenute a fare la comunione in suffragio dell'anima della benefattrice nel giorno di San Luigi Gonzaga. Il conte Giovanni Formenti in data 24 maggio 1821 lasciava 2000 fiorini alla Congregazione di Carità di Riva. Il ricavato doveva essere destinato alla dote di due ragazze povere e di buona condotta e assegnato ogni anno nel giorno di San Giovanni Nepomuceno. Le ragazze dovevano essere della parrocchia di Riva o ivi residenti da almeno dieci anni; 52 dovevano aver compiuto l'età minima di 15 anni, essersi confessate e comunicate nel giorno o nella settimana di San Giovanni Nepomuceno; dovevano aver frequentato la dottrina cristiana. Beneficio Giovanni Salizzoni: il 19 gennaio 1795 il falegname Giovanni Salizzoni di Varone donò "a vantaggio dell'anima propria" e a perpetuo beneficio, vantaggio e sollievo di tutta la popolazione di Varone i suoi due fondi arativi, vitati e coltivati a gelso, posti nella campagna di Riva, uno nella regola di Ceole, l'altro nella regola di Mazzano. L'amministrazione delle rendite di questi beni venne affidata a Pellegrino Pellegrini, Giuseppe Ceschini e Francesco Zucchelli vita natural durante, e in loro mancanza, a persone oneste e formate, capaci di leggere e scrivere da loro nominate. Essi avrebbero dovuto far celebrare entro tre mesi dalla sua morte 50 messe in suffragio della sua anima e in tutti i giorni festivi un de Profundis recitato da tutta la popolazione riunita. Salizzoni, vita sua natural durante, lasciava inoltre alla popolazione, a titolo di donazione, una soma di giallo e troni 300. Legato don Pietro de Abondi: il 25 maggio 1798 l'abate don Pietro de Abondi dispone con testamento che nel giorno del suo funerale vengano distribuite ad ogni famiglia della curazia di Varone due libbre di sale e due di farina gialla, mentre alle persone bisognose venga dispensata una quantità di sale e di farina gialla fino ad arrivare a quattro sacchetti. Lascia eredi del patrimonio di 10000 fiorini i poveri e le zitelle della cura di Varone affidandone l'amministrazione al curato pro tempore. Legato Francesco Zucchelli: morto il 4 agosto 1833 egli istituì un legato, consistente in tre fondi situati a Ceole, Pasina e Sega, a favore del beneficio curaziale. La fondazione prevedeva l'obbligo della celebrazione di due uffici funebri e di 52 messe basse. Legato di don Valentino Libardi: nel suo testamento del 6 maggio 1939 don Libardi, curato di Varone dal 1894 al 1937, nomina erede delle sue sostanze la chiesa curaziale di Varone. 53 serie 4.1 Atti amministrativi, 1622 (copia)- 1952 Contenuto La serie degli atti amministrativi inerenti benefici e legati si compone di 11 fascicoli di nuova costituzione. Il materiale è stato rinvenuto frammisto al resto della documentazione, in mazzi, compiegato insieme e legato da uno spago entro una busta risalente ad un recente condizionamento. Probabilmente a questa serie mise mano il Libardi che tentò un riordino sommario delle carte come è ben riscontrabile dai brevi regesti o intitolazioni apposte, spesso con una matita di colore azzurro, sul verso di molte carte. In particolare sul verso della prima carta del mazzo c'era la scritta "Legati". Per quanto riguarda il registro delle fondazioni si rinvia a 3.1.1. 1 b. 1 . Legato Prandini 1622 (copia) (1) Copia di una parte del testamento di Bortolo Prandini, 1622 marzo 22 Italiano Fascicolo, c. 1 Note (1) Si tratta di una copia volgarizzata e parziale del testamento 2 b. 1 . Legato Zucchelli 1714 (copia) - 1839 Copia estratta dal documento di fondazione del legato di Giovanni Zucchelli e carteggio relativo Italiano, latino Fascicolo, cc. 4 3 b. 1 . "Beneficio Ceschini" (1) 1747 (copia) Copia del codicillo attestante la fondazione nella chiesa di Varone di un beneficio da parte di don Giuseppe Ceschini di Trento Italiano Fascicolo, cc. 8 Note (1) Il titolo è tratto dall'ultima carta del fascicolo che si presenta rilegato 4 b. 1 . "Legato Formenti" (1) 1772 (copia)- 1893 54 Copia dei testamenti di fondazione dei legati istituiti dal conte Giovanni Pietro Formenti, dalla contessa Luigia Formenti e dal conte Giovanni Formenti, chiamati anche rispettivamente legato di S. Francesco Saverio, di S. Luigi Gonzaga, di S. Giovanni Nepomuceno e carteggio relativo Italiano Fascicolo, cc. 18 Note (1) Il titolo è tratto da quanto indicato a matita sul verso di c. 12 5 b. 1 . "Legato Salizzoni" (1) 1795 - 1873 Copia del testamento di fondazione e carteggio relativo alla vertenza tra la Congregazione di Carità di Riva e i deputati di Varone per ottenere l'amministrazione del legato Salizzoni (2) Italiano Fascicolo, cc. 29 Note (1) Il titolo è tratto dal quanto scritto sul verso delle cc. 5, 21 e 29 (2) Sul verso della copia del testamento di fondazione del legato Salizzoni viene riportato che il documento originale è depositato presso la Congregazione di Carità di Riva e reca la data del 15 aprile 1795. Tale notizia trova riscontro nell'annotazione apposta dal prefetto della Congregazione a p. 77 del registro conservato in questo archivio con la segnatura 3.3.1. 6 b. 1 . "Legato Abbondi" 1798 (copia) - 1847; 1907 Copia del testamento, carteggio ed atti relativi alla vertenza tra la popolazione di Varone e la Congregazione di Carità di Riva circa l'amministrazione delle rendite e la devoluzione delle entrate del legato Abbondi, atti relativi alla causa fra i poveri e le zitelle di Varone, beneficiati del legato Abbondi, e Zanetti - Bressanini, eredi di don Pietro Abbondi, appendice alla resa di conto (1) Italiano Fascicolo, cc. 75 Note (1) Molte delle carte sono in forma di fascicolo 7 b. 1 . "Beneficio Bonaffini" (1) 1701 (copia); 1912 - 1952 Copia parziale manoscritta da don Libardi del testamento di Francesco Bonaffini, decreti di nomina del beneficiato, contratti di locazione e conduzione, stima dei danni di guerra subiti dalla casa del beneficio Bonaffini, concessione per l'installazione della linea elettrica, verbale di consegna, carteggio relativo Italiano, latino Fascicolo, cc. 27 Note (1) Il titolo è ripreso da quanto riportato sul verso di c. 12 8 b. 1 . 55 "Legato Carloni e Zucchelli" (1) 1864 - 1865 Autorizzazione da parte dell'Imperial Regia Pretura di Riva ai sindaci della chiesa di Varone, all'incasso della somma legata alla chiesa da Domenica Carloni e da Giuseppe Zucchelli Italiano Fascicolo, cc. 5 Note (1) Il titolo è tratto da quanto scritto da don Libardi sul verso della prima carta del fascicolo 9 b. 1 . Legati missari 1874 - 1901 Carteggio ed atti relativi alle messe legatarie fondate nella chiesa di Varone Italiano Fascicolo, cc. 23 10 b. 1 . "Legato Valentini" (1) 1884 - 1896 Testamento di Bernardo Valentini, domanda circa l'erezione del formale documento di fondazione missaria da parte dell'Ordinariato al Giudizio Distrettuale di Riva, pratiche relative alla fondazione del legato missario di Irene, vedova Valentini Italiano Fascicolo, cc. 17 Note (1) Il titolo è tratto da quanto scritto sul verso delle cc. 4 e 17 11 b. 1 . Documentazione relativa all'eredità di don Valentino Libardi 1939 - 1952 Testamento olografo di don Valentino Libardi, elenco della "proprietà" lasciata dal Libardi alla chiesa di Varone e depositata nella cassaforte della canonica, distinta delle tasse e competenze per il funerale e quietanze relative, distinta delle spese per i lavori alla tomba, resoconto della liquidazione dell'eredità contiene tra l'altro libretto delle entrate e delle uscite dell'eredità lasciata dal Libardi, la sua carta d'identità e alcune fotografie Italiano Fascicolo, cc. 29 e 22 fotografie 56 serie 4.2 Registri di cassa, 1940 - 1952 Contenuto La serie si compone di un'unica unità, un registo di cassa del legato Bonaffini. Il registro fu cominciato da don Libardi ma fu in gran parte compilato da don Girardini. 1. "Cappellania Bonaffini dall'anno 1940" 1940 gennaio 1 - 1952 dicembre Libro cassa delle entrate e delle uscite del beneficio Bonaffini Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 17 n.n. 57 serie 4.3 Resoconti e documenti di corredo, 1844 - 1952 Contenuto La serie dei resoconti dei benefici e legati si compone di quattro unità tutte di nuova costituzione. Il materiale è stato rinvenuto frammisto ad altra documentazione della parrocchia, dalla quale è stato separato e in seguito organizzato cronologicamente in fascicoli. Oltre alle rese di conto e ai documenti di corredo dei legati Salizzoni e Bonaffini, è conservato in questa serie anche l'inventario del patrimonio del beneficio Ceschini. Per quanto riguarda la documentazione relativa al legato Bonaffini, si precisa che il fascicolo relativo ai documenti di corredo è preceduto da quello delle rese di conto, benchè cronologicamente anteriore. 1 b. 1 . Rese di conto del legato Salizzoni e carteggio relativo 1844 - 1857 Italiano Fascicolo, cc. 28 2 b. 1 . "Prospetto inventario del patrimonio del beneficio Ceschini del Varone" 1866 Italiano Fascicolo, cc. 6 3 b. 1 . "Conto dell'entrata ed uscita del beneficio Bonaffini" 1948 - 1950 Italiano Fascicolo, cc. 8 4 b. 1 . Documenti di corredo del beneficio Bonaffini 1940 - 1952 Mancano i documenti di corredo per l'anno 1948 (1) Italiano Fascicolo, cc. 89 Note (1) All'assenza di documenti di corredo per l'anno 1948 corrisponde la mancata registrazione dei conti sul libro cassa del beneficio Bonaffini conservato in questo archivio con la segnatura 4.2.1. 58 subfondo 5 Pastorale parrocchiale di Varone, 1851 - 1953 Contenuto Nella definizione di 'pastorale parrrocchiale' assegnata a questo sottofondo viene dato rilievo alla funzione e all'attività svolta dal curato o parroco in qualità di pastore, con obblighi sì spirituali ma anche civili verso la comunità. Il parroco divenne il tramite per comunicazioni provenienti da autorità civili ed ecclesiastiche, le quali, attraverso circolari e lettere pastorali davano disposizioni al curato in merito alla giusta condotta civile e religiosa, che cittadini e fedeli avrebbero dovuto tenere. Notevoli infatti sono gli avvisi che giungevano alla canonica e che il curato doveva rendere pubblici dal pergamo. I curati si adoperarono molto nella crescita spirituale dei fedeli soprattutto della gioventù, attraverso associazioni, riunioni, abbonamenti a riviste, ecc... , ma sorvegliarono anche sulla loro morale; mediarono controversie finanziarie, furono depositari testamentari. Questo sottofondo è costituito da un unico registro inserito nella serie dei Protocolli degli esibiti e da tre fascicoli, di cui uno originario e due di nuova formazione. 59 serie 5.1 Protocolli degli esibiti, 1912 - 1953 Contenuto Il decreto vescovile del 9 marzo 1887, come pure la legge provinciale del 19 dicembre 1816, n. 26555 - 3744 prescrivevano ai parroci la tenuta regolare del 'Protocollo degli esibiti' sul quale dovevano essere registrate secondo il numero progressivo sia gli atti evasi, sia quelli ricevuti, con la rispettiva data e contenuto. Nel caso in cui la corrispondenza fosse accompagnata da denaro o da oggetti di valore, nel protocollo andava indicato anche l'importo o l'oggetto. Era buona regola che il curato provvedesse quanto prima alla spedizione della corrispondenza "nel modo più breve ed insieme più esatto e pulito che sia possibile, evitando inutili scritturazioni, abbreviazioni nonintelleggibili, e scegliendo la maniera più semplice" (1). Veniva altresì consigliato di conservare le minute dell'effettuata evasione. La serie, costituita da un solo registro, è apparentemente lacunosa: lo conferma il fatto che la finca che riporta il numero progressivo presenta una numerazione tutt'altro che successiva tra una registrazione e l'altra. Si ricorda che il registro fu iniziato relativamente tardi, solo nel 1912 e fu compilato per la gran parte da don Libardi. In esso viene indicato il numero progressivo, la data archivistica e quella di spedizione, l'ufficio di provenienza, il contenuto. Similmente a tutti gli altri registri anagrafici, anche il protocollo degli esibiti non venne compilato durante l'esilio del curato negli anni del primo conflitto mondiale. Note (1) G. BAZZANELLA, Manuale d'ufficio pre il clero curato, Trento 1905, pp. 120 - 121. 1. "Protocollo Esibiti 1912 - " 1912 gennaio 2 - 1915 maggio 11; 1919 gennaio 30 - 1953 luglio 8 All'interno del piatto anteriore della coperta: alcune annotazioni di don Libardi, s.d. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 48 n.n. 60 serie 5.2 Carteggio ed atti, 1927 - 1943 Contenuto La serie si compone di un unico fascicolo di nuova costituzione che raccoglie alcuni atti rinvenuti frammisti al resto della documentazione della parrocchia. Sono atti di varia natura e tipologia e proprio in quanto tali l'unità è stata intitolata 'Miscellanea'. 1 b. 1 . Miscellanea 1802; 1822; 1860; 1927 - 1943 Contratti tra privati, cessione dei propri beni di un privato alla moglie e nota delle spese per il suo obito, carteggio, appunti, ricette, articoli di giornale, estratto da rivista, modulo e memorie funebri Italiano Fascicolo, cc. 39 61 serie 5.3 Circolari ecclesiastiche e civili, 1851 - 1929 Contenuto In questa serie sono confluiti circolari ed avvisi emessi da autorità ecclesiastiche e civili. In particolare, gli avvisi emessi dalle autorità civili inferiori vennero usualmente resi noti dal pergamo per bocca del curato, fino a quando non fu ripristinata la disposizione, in uso sotto il governo austriaco (vedi la Circolare governativa del 14 settembre 1815, n. 1038), di pubblicare solamente quelle ordinanze prescritte dal Governo, rimanendo le altre di competenza delle autorità locali. Il parroco o il curato potevano eventualmente proibire le pubblicazioni verbali di avvisi sia comunali che giudiziali, se effettuate sulle gradinate o in prossimità della chiesa durante la celebrazione della messa o l'amministrazione del sacramento della comunione (era quanto stabilito dal Korrespondenz - Blatt del 1855, n. 1, p. 3). La serie è costituita dal materiale conservato in origine frammisto al resto della documentazione della parrocchia. I due fascicoli di cui si compone sono dunque di nuova costituzione. 1 b. 1 . Circolari provenienti da autorità civili ed ecclesiastiche 1851 - 1929 Circolari riguardanti le norme per il corretto comportamento dei parroci su questioni inerenti la vita religiosa della comunità, dichiarazione di nulla osta al trasporto all'estero di un quadro, avvisi sull'apertura delle scuole, avvisi da rendere pubblici dal pergamo, circolari riguardanti la concessione alla facultas binandi, alla facoltà di benedire una campana, circolari relative alla lotta contro la tubercolosi, alla presenza di oggetti d'arte appartenenti alla chiesa, ecc... Italiano Fascicolo, cc. 68 2 b. 1 . Lettere pastorali, circolari vescovili e concessione di indulgenza 1854 - 1878 Italiano, latino Fascicolo, cc. 117 62 subfondo 6 Culto e funzioni religiose in Varone, 1865 - 1968 Contenuto Se una volta eretta a curazia, la chiesa di Varone ottenne la nomina di un sacerdote stabile, in qualità di curato, quest'ultimo non ottenne però la facoltà di celebrare battesimi, matrimoni, funerali, nè di spedire attestati di stato libero; il curato doveva chiedere la delega per la benedizione dei matrimoni e per poter notificare le pubblicazioni; doveva chiamare il parroco per la celebrazione degli obiti. Il curato di Varone era inoltre obbligato nei confronti della chiesa parrocchiale di Riva a far partecipare gli abitanti di Varone alle messe della settimana santa nella chiesa matrice per soddisfare il precetto pasquale. Nel 1805 alla chiesa di Varone fu concesso il fonte battesimale e quindi al curato la facoltà di celebrare il sacramento del battesimo. A partire dalla seconda metà dell'Ottocento, come confermano i relativi registri, il curato di Varone ebbe la facoltà (su delega) alla celebrazione dei matrimoni e degli offici funebri. Il curato provvedeva poi alla celebrazione delle messe ordinarie feriali e festive, legatarie e avventizie, a tenere scuola e impartire il catechismo ai fanciulli, ad assistere spiritualmente i malati. I curati di Varone furono inoltre fervidi animatori di associazioni e iniziative atte a tenere viva la vita spirituale della comunità. Grande impegno fu profuso da don Girardini nell'acquisto di un organo di cui la chiesa fu dotata dal 1947. Questo sottofondo è costituito da ben 16 registri e da alcuni fascicoli di carteggio ed atti, di cui due originari e due di nuova costituzione, le cui carte sono state rinvenute frammiste al resto della documentazione della parrocchia. 63 serie 6.1 Diari delle messe, 1909 - 1953 Contenuto Come disposto dall'autorità ecclesiastica, la registrazione delle messe avveniva su tre diari diversi e specifici: il diario delle messe legatarie, il diario delle messe avventizie, il diario delle messe personali. Il diario delle messe legatarie doveva riportare i dati relativi alla celebrazione delle messe beneficiali e legatarie fondate nella parrocchia, e quindi indicare la data e il luogo della celebrazione, l'intenzione e il numero delle messe da celebrarsi. Il diario delle messe avventizie era invece riservato alle registrazioni delle messe effettivamente celebrate, nelle quali veniva specificata la data della celebrazione, i nomi del committente e del celebrante, l'intenzione con la relativa soddisfazione, le elemosine relative. Il curato doveva conservare entrambi questi registri in sacrestia, come raccomandato nel 1804 dal vicario generale Simone Albano Zambaiti ai curatori d'anime della diocesi trentina: "in omnibus ecclesiis diligenter, fideliterque observentur, scilicet, ut in singulis sacrariis exponatur liber, in quo quilibet sacerdos inscribere teneatur singulas missas tam beneficii, et capellaniae quam legatarias perpetuas, ac insuper alius separatus liber in quo notetur missae adventitiae signata in utroque libro cuiuscumque celebrationis die". L'obbligo della tenuta dei diari delle messe avventizie fu riconfermato l'1 marzo 1825 anche dal vescovo Francesco Saverio Luschin, il quale prescrisse anche l'obbligo dell'annotazione sul diario, del nome del celebrante e dell'intenzione della messa, e ribadì la necessità della conservazione di questi diari in sacrestia. Nel diario personale delle messe, ciascun parroco annotava ogni messa da lui già celebrata o da celebrarsi. Il sacerdote in genere conservava in canonica questo tipo di registro che portava con sè, se inviato in un'altra parrocchia ad esercitare il suo mandato. La serie è stata suddivisa in due sottoserie, in base alla tipologia dei due registri presenti: uno delle messe legatarie e avventizie, l'altro personale delle messe di don Pietro Girardini. 64 sottoserie 6.1.1 Diari delle messe legatarie e avventizie, 1909 - 1946 Contenuto La sottoserie dei diari delle messe legatarie e avventizie consta di un'unica unità archivistica nella quale vengono riportate le registrazioni di messe disposte dai diversi legati fondati a Varone, di cui viene dato anche un elenco nelle ultime carte del registro. Vi sono inoltre annotate le messe celebrate in suffragio dei defunti e per altre intenzioni (pro sponsis, pro animabus, ad memoriam offerentis, ad memoriam curiae, ecc...). 1. "Registro delle s. messe celebrate nella chiesa di Varone dal I gennaio 1909 al 31 maggio 1960" (tit. int.) 1909 genn. 1-1919 maggio 13; 1928 apr.1-1928 nov. 27; 1935 ag. 16; 1942 sett. 1-1942 ott. 27; 1946 Diario delle messe legatarie ed avventizie nelle ultime carte: "Missae legatariae in Ecclesia Varoni", 1909 febbraio 14 - 1925 agosto 31 Italiano Registro, legatura in tela, cc. 179 n.n. 65 sottoserie 6.1.2 Diari personali delle messe, 1946 - 1953 Contenuto La sottoserie è costituita da un'unica unità archivistica, il diario delle messe di don Pietro Girardini. Il registro riporta nella prima parte l'elenco delle messe da celebrare con l'indicazione della data in cui la messa è stata ordinata, del nome del committente e della sua intenzione, del numero, della data di soddisfazione della messa, dello stipendio ricevuto dal celebrante. La seconda parte del registro riporta invece l'annotazione quotidiana delle messe celebrate dal sacerdote, la data, il luogo e l'applicazione delle medesime. Le ultime pagine del registro furono compilate da monsignor Paolazzi che dopo la morte di don Girardini, si preoccupò di annotare nel suo diario quali messe erano state celebrate e quali invece dovevasi ancora celebrare. 1. "Diarium missarum Presbyteri Petri Girardini" 1946 gennaio 1 - 1953 marzo 10 Diario personale delle messe di don Pietro Girardini - elenco delle messe da celebrare, 1946 gennaio 1 - 1953 febbraio 11 - elenco delle messe legatarie e avventizie celebrate, 1946 gennaio 1 - 1953 febbraio 21 sulla penultima pagina: annotazione di monsignor Enrico Paolazzi circa la morte del curato di Varone, don Girardini, avvenuta il 24 febbraio 1953 sull'ultima pagina: resoconto di monsignor Enrico Paolazzi circa le messe celebrate dal defunto don Girardini e quelle ancora da celebrare, 1953 marzo 4 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 51 n.n. 66 serie 6.2 Registri delle pubblicazioni matrimoniali e degli avvisi in chiesa, 1865 1951 Contenuto La serie consta di 14 registri, tutti utilizzati sia per le pubblicazioni matrimoniali che per gli avvisi in chiesa. Fa eccezione il primo registro, che contiene solamente le registrazioni relative a pubblicazioni di matrimonio; è però stato inserito nella serie delle pubblicazioni matrimoniali e degli avvisi in chiesa in quanto cronologicamente precede gli altri. Infatti la data dell'ultima annotazione di questo registro, 26 marzo 1889, coincide con quella d'inizio del secondo registro della serie. Dal 1951 al 1956 le annotazioni relative alle pubblicazioni in chiesa vengono effettutate sul registro degli sponsali conservato con la segnatura 1.6.1. I registri riportano gli avvisi di matrimonio pubblicati in chiesa per tre domeniche successive, gli avvisi riguardanti le funzioni, le confessioni, gli orari di incontri, riunioni della dottrina cristiana per fanciulli ed adulti, comunicazioni pastorali di varia natura da rendere note alla comunità. 1. "18[65] - 89". Registro delle pubblicazioni matrimoniali 1865 gennaio 1 - 1889 marzo 26 All'interno, carta sciolta: avviso proveniente dalla canonica di Riva del Garda riguardante una effettuata pubblicazione di matrimonio, 1863 giugno 9 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. VII, 184, con indice per cognomi alle pp. I - VII e all'interno del piatto posteriore della coperta Note (1) Risulta compilato e numerato anche l'interno del piatto anteriore della coperta 2. Registro delle pubblicazioni matrimoniali e degli avvisi in chiesa (1) 1889 marzo 26 - 1899 dicembre 24 - Pubblicazioni di matrimonio e resoconti annuali, a partire dal 1892, relativi al movimento della popolazione, seguiti dall'elenco delle feste mobili dell'anno intrante, 1889 marzo 26 - 1899 novembre 13 - registrazione degli avvisi in chiesa, 1898 febbraio 5 - 1899 dicembre 24 Italiano Registro, legatura in tela, cc. 65 (numerazione originale imprecisa) Note (1) Sul recto della carta di guardia anteriore, a matita e poi cancellato, sebbene ancora visibile: "Libro III". sul verso della carta di guardia anteriore: "Vol. II" 3. "1900 - 1902. Pubblicazioni matrimoniali. II Varone" "Avvisi" (tit. int.) (1) 1899 dicembre 30 - 1902 dicembre 28 67 All'interno del piatto anteriore della coperta: "Vol. III" pp. 1 - 42: registrazione delle pubblicazioni matrimoniali, 1899 dicembre 30 - 1902 novembre 8 - registrazione degli avvisi in chiesa (2), 1899 dicembre 31 - 1902 dicembre 28 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 57 (numerazione originale parziale) Note (1) e (2) La parte che riporta il titolo "Avvisi" è stata compilata a registro capovolto 4. Registro delle pubblicazioni matrimoniali e degli avvisi in chiesa (1) 1903 gennaio 4 - 1905 giugno 11 pp. 1 - 41: registrazione delle pubblicazioni matrimoniali, 1903 febbraio 21 - 1905 maggio 6 pp. 1 - 51: registrazione degli avvisi in chiesa, 1903 gennaio 4 - 1905 giugno 11 (2) Italiano Registro, senza coperta, pp. 1-41, 1 - 51 (num. orig. parziale) (3) Note (1) La registrazione degli avvisi in chiesa è stata compilata a registro capovolto (2) Questa parte è stata compilata a registro capovolto (3) Parziale risulta la numerazione delle pagine relative alle pubblicazioni di matrimonio 5. "Pubblicazioni matrimoniali da luglio 1905 fino a 31/ 12 /1908 1905 giugno 25 - 1908 dicembre 27 All'interno del piatto anteriore della coperta: "V" pp. 1 - 44: registrazione delle pubblicazioni matrimoniali, 1905 agosto 5 - 1908 dicembre 13 sulla c. di guardia posteriore: annotazione di don Libardi circa un anniversario, 1906 maggio 26 (1) pp. 1 - 84: registrazione degli avvisi in chiesa, 1905 giugno 25 - 1908 dicembre 27 (2) Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 1 - 44, 1 - 84 Note (1) L'annotazione è fatta a registro capovolto (2) Questa parte è compilata a registro capovolto 6. "Varone. Pubblicazioni matrimoniali dal 1 gennaio 1909 - aprile 1912" 1909 gennaio 3 - 1912 giugno 16 pp. 1 - 41: registrazione delle pubblicazioni matrimoniali, 1909 febbraio 14 - 1912 marzo 30 pp. 1 - 96: registrazione degli avvisi in chiesa, 1909 gennaio 3 - 1912 giugno 16 (1) alle pp. 73 - 77: "Decreto generale del Sommo Pontefice sulla riduzione delle feste Motu Proprio" Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 1 - 44, 1 - 96 Note (1) Questa parte è stata compilata a registro capovolto 68 7. "Pubblicazioni matrimoniali 1 luglio 1912 - 1 febbraio 1920" 1912 giugno 21 - 1915 marzo 20; 1919 febbraio 2 - 1920 febbraio 22 Sulla c. di guardia anteriore: indice delle pubblicazioni matrimoniali pp. 1 - 67: registrazioni delle pubblicazioni matrimoniali, 1912 giugno 21 - 1920 gennaio 31 pp. 1 - 91: registrazioni degli avvisi in chiesa (1), 1912 giugno 23 - 1920 febbraio 22 Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 1 - 67, 1 - 91 Note (1) Questa parte è stata compilata a registro capovolto 8. "Pubblicazioni matrimoniali 14. 2. 1920 - ottobre 1922" 1920 febbraio 14 - 1922 settembre 23 Sul verso della c. di guardia anteriore: "Matrimoni 1919 n. 30 Matrimoni 1920 n. 30" pp. 1 - 64: registrazione delle pubblicazioni matrimoniali, 1920 febbraio 14 - 1922 settembre 23 pp. 1 - 50: registrazione degli avvisi in chiesa, 1920 febbraio 29 - 1922 giugno 18 (1) Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp.1-64,1-50 (mancano pp. 16 e alcune altre) (2) Note (1) Questa parte è compilata a registro capovolto (2) Le pagine mancanti corrispondono alla parte del registro relativa agli avvisi in chiesa 9. Registro delle pubblicazioni matrimoniali e degli avvisi in chiesa. "1922 - 1927" (tit. int.) (1) 1922 settembre 30 - 1927 dicembre 17 pp. 1 - 55: registrazione delle pubblicazioni matrimoniali, 1922 settembre 30 - 1927 dicembre 17 pp. 1 - 88: registrazione degli avvisi in chiesa, 1922 ottobre 29 - 1927 ottobre 19 (2) all'interno del piatto posteriore della coperta: rimandi ad alcune pagine interne che sono state tolte dal registro (3) Italiano Registro, legatura in tela, pp. 1 - 55, 1 - 88 (mancano pp.40) Note (1) "1922 - 27" è riportato all'interno del piatto anteriore della coperta (2) Questa parte è compilata a registro capovolto (3) Anche per i rimandi il registro è stato utilizzato capovolgendolo 10 . Pubblicazioni matrimoniali e avvisi in chiesa 1928 gennaio 15 - 1933 gennaio 1 - Registrazione delle pubblicazioni matrimoniali, 1928 febbraio 26 - 1932 ottobre 30 pp. 1- 96: registrazione degli avvisi in chiesa (1), 1928 gennaio 15 - 1933 gennaio 1 Italiano Registro, legatura in tela, cc. 67, ( numerazione originaria parziale, mancano pp. 18) Note 69 (1) Questa parte è compilata a registro capovolto 11 . Pubblicazioni matrimoniali e avvisi in chiesa 1933 gennaio 6 - 1936 ottobre 25 pp. 1 - 39: registrazioni delle pubblicazioni matrimoniali, 1933 aprile 1 - 1936 ottobre 7 pp. 1 - 79: registrazioni degli avvisi in chiesa (1), 1933 gennaio 6 - 1936 ottobre 25 Italiano Registro, legatura cartacea, pp. 1 - 39, 1 - 79 (numerazione originaria parziale, mancano pp. 10) Note (1) Questa parte è compilata a registro capovolto 12 . "Pubblicazioni matrimoniali da 29 novembre 1936 al " (tit. int.) 1936 novembre 1 - 1941 gennaio 5 - Registrazioni delle pubblicazioni di matrimonio, 1936 novembre 23 - 1940 dicembre 8 pp. 1 - 83: registrazioni degli avvisi in chiesa (1), 1936 novembre 1 - 1941 gennaio 5 Italiano Registro, legatura cartacea, cc. 59 (numerazione originaria parziale) Note (1) Questa parte è stata compilata capovolgendo il registro. La carta di guardia è stata tolta. 13 . Pubblicazioni matrimoniali e avvisi in chiesa 1941 gennaio 5 - 1947 novembre 9 - Registrazioni delle pubblicazioni in chiesa, 1941 gennaio 5 - 1947 novembre 9 a metà circa del registro: "Reduci dalla prigionia rimpatriati fino all'8/9/45" - registrazioni delle pubblicazioni matrimoniali (1), 1941 febbraio 6 - 1947 ottobre 19 Italiano Registro, legatura cartacea, cc. 132 n.n. Note (1) Questa parte è stata compilata a registro capovolto 14 . Pubblicazioni matrimoniali e avvisi in chiesa 1947 novembre 30 - 1951 maggio 13 (1) - Registrazione degli avvisi in chiesa, 1947 dicembre 28 - 1951 maggio 20 - registrazione delle pubblicazioni matrimoniali (2), 1947 novembre 30 - 1951 maggio 13 sul piatto posteriore della coperta: "fino al 1950" (3) Italiano Registro, legatura in tela (4), cc. 74 n.n. Note (1) Dopo il 13 maggio 1951 le registrazioni delle pubblicazioni in chiesa vengono effettuate sul registro degli sponsali (si veda al 1.6.1.) 70 (2) e (3) Questa parte è stata compilata a registro capovolto (4) Il registro è foderato in carta 71 serie 6.3 Carteggio ed atti, 1867 - 1968 Contenuto La serie consta di 5 unità archivistiche, in parte originarie, in parte di nuova costituzione. Il materiale è stato rinvenuto frammisto al resto della documentazione della parrocchia. Si tratta di documentazione varia riguardante la storia della chiesa, l'elenco delle messe legatarie fondate a Varone, il carteggio relativo alla costruzione del nuovo organo, autorizzazioni e richieste del parroco nella sua funzione di pastore. 1 b. 1 . "Memorie per la storia della chiesa" (1) 1867 - [1890] Memorie relative alla storia della chiesa di Varone, ai benefici fondativisi; descrizione dei beni del beneficio chiamato di S. Giacomo e della Madonna del Perdon a cui fa seguito il "Decreto della Reverendissima Superiorità di Trento"; memorie inerenti la questione della costruzione del nuovo edificio chiesa; elenco dei sacerdoti e dei laici benefattori della chiesa Italiano Fascicolo, cc. 9 Note (1) Il titolo è tratto da quanto riportato sul verso di c. 2 2 b. 1 . "Varone per binare" (1) 1914 - 1915 Richiesta di don Libardi all'autorizzazione alla facultas binandi e alla delegazione cum facultate subdelegandi per la benedizione dei matrimoni (2) Italiano Fascicolo, cc. 3 Note (1) Il titolo è desunto da quanto riportato sul verso della seconda carta del fascicolo (2) Il numero riportato a matita colorata sul verso delle carte trova corrispondenza con un indice di documenti vergato da don Libardi e conservato in questo archivio con la segnatura 1.8.5. 3 b. 1 . "Messe legatarie" 1928; 1960 - 1968 Prospetto delle messe legatarie fondate nella chiesa di Varone, concessione alla riduzione e all'affrancazione dalla celebrazione delle messe a carico della chiesa e carteggio relativo Italiano Fascicolo, cc. 10 4 b. 1 . 72 "Cappella tombale Zanoni" 1944 Promemoria per l'autorizzazione alla benedizione della piccola cappella cimiteriale della famiglia Zanoni e alla celebrazione in essa di alcune messe, permesso accordato dalla Curia Arcivescovile Italiano Fascicolo, cc. 2 5 b. 1 . Organo 1945 - 1948 Carteggio relativo alla corrispondenza tra il parroco don Girardini e le ditte dei Fratelli Aletti, Inzoli, Tamburini, Balbiani Vegezzi Bossi per la costruzione del nuovo organo, progetti e preventivi, quietanze di pagamento; elenchi dei membri del comitato pro organo (1) contiene fra l'altro cartoline illustrative di vari modelli d'organo Italiano Fascicolo, cc. 66 Note (1) I verbali delle riunioni del comitato pro organo sono contenuti nel registro dell'Archivio del comitato pro chiesa, 2.1. 73 subfondo 7 Associazioni parrocchiali di Varone, 1914 - 1976 Contenuto Molto fervida fu l'attività delle associazioni parrocchiali a Varone, che videro in Celestina Fattorelli una delle principali sostenitrici e zelatrici. Fu lei infatti a curare la tenuta dei registri degli iscritti di associazioni che ebbero molto seguito quali l'Opera di San Vigilio e le Tre Opere Missionarie Pontificie. A quanto appare dalla documentazione conservata, l'Opera di San Vigilio si costituì a Varone intorno al 1940; essa si proponeva, attraverso la preghiera, di sensibilizzare i fedeli all'azione apostolica ed aveva come scopo la raccolta di fondi a favore dell'educazione dei giovani vocati al sacerdozio. L'opera era presieduta da un consiglio centrale con sede a Trento, composto da un rettore, quattro consiglieri, un segretario e un cassiere di nomina vescovile. A livello locale essa era invece coordinata dal curatore d'anime, e nel caso in cui il gruppo avesse raggiunto almeno i 100 soci, era prevista l'elezione di un consiglio locale composto da due o tre membri, scelti tra i soci dal curato. Compito degli zelatori era, oltre alla preghiera, la raccolta mensile di offerte da consegnarsi al curato il quale ogni semestre le spediva al cassiere centrale. Gli zelatori avevano il diritto di godere di particolari privilegi ed indulgenze: ogni anno infatti, il primo venerdì di ogni mese, venivano celebrate presso il Seminario di Trento 12 messe per i benefattori viventi ed una messa nell'Ottava dei morti in suffragio di quelli defunti. Le Opere Missionarie Pontificie sono pie associazioni di fedeli istituite con lo scopo di aiutare le missioni nel mondo. I membri devono essere regolarmente iscritti e si impegnano ad adempiere alle condizioni stabilite dagli statuti per poter godere dei diritti e indulti concessi. Alla metà degli anni '30 del Novecento fu istituita a Varone l'Unione Uomini di Azione Cattolica, nome che in base allo statuto del 1931 venne a sostituire quello di 'Federazione trentina degli uomini cattolici' (1). Scopo dell'unione era quello di promuovere e tutelare lo sviluppo delle associazioni cattoliche in conformità con i dettami e gli insegnamenti della chiesa. Secondo lo statuto del 1946 le associazioni diocesane, quali anche l'Unione Uomini di Azione Cattolica, prevedevano la costituzione di una presidenza, formata dal presidente, dal vicepresidente e dal tesoriere. La presidenza era assistita, in ciò che riguardava la formazione e l'apostolato, dall'assistente ecclesiastico dell'associazione. Come si evince dal registro cassa conservato in questo sottofondo i soci dell'Unione di Varone avevano il diritto alla loro morte della celebrazione di una messa. Varie altre associazioni ed iniziative, alcune di fondazione mondiale, altre diocesana, furono attivate a Varone. Esse avevano scopi caritativo - sociali o di propaganda religiosa quali: l'Opera della Propagazione della Fede a sostegno delle missioni universali; l'Opera di San Pietro Apostolo a sostegno dell'attività caritativa del papa; l'Opera della Santa Infanzia a sostegno delle missioni con un'attenzione speciale ai bambini poveri; l'Apostolato della Preghiera a sostegno delle opere della chiesa per la salvezza del mondo attraverso l'assidua preghiera quotidiana; l'Università Cattolica per la formazione di intellettuali credenti attraverso una giornata di preghiere ed oboli. Le iscrizioni e le offerte a queste associazioni iniziarono a partire dal 1938. Un'ultima associazione costituitasi a Varone su iniziativa di don Valentino Libardi fu quella del coro parrocchiale. Il Libardi fu un cultore della musica e aderendo alle direttive di papa Pio X creò il coro dedicandovi il suo tempo soprattutto dopo la fine del suo mandato, quando rimase a Varone come pensionato. Il coro, come si legge nello statuto, fu costituito allo scopo dell'insegnamento e poi dell'esecuzione di canti liturgici e profani. I suoi membri dovevano aver compiuo l'età di 14 anni ed essere di buona condotta morale e religiosa. Tutti i soci avevano diritto a partecipare all'Assemblea generale a cui era riservata la facoltà di deliberare su tutte le questioni più importanti. I soci avevano 74 l'obbligo di osservare le norme dello statuto e di intervenire puntualmente alle prove e alle esecuzioni. Infine ogni socio e ogni membro di direzione aveva il diritto, in caso di morte, ad una messa cantata il giorno del funerale e ad un officio funebre in suffragio di tutti i soci defunti una volta l'anno. Morto don Libardi il coro fu diretto da Silvino Zucchelli. Il sottofondo è costituito da 5 registri, inseriti nelle due serie 'Registri degli iscritti' e 'Registri di cassa' e da tre fascicoli facenti parte della serie 'Atti amministrativi'. Note (1) Per un profilo istituzionale sull'Unione Uomini Azione Cattolica si veda "Azione cattolica italiana di Trento. Inventario dell'archivio 1898 - 1969", Trento 1997, p. 110 75 serie 7.1 Registri degli iscritti, 1941 - 1976 Contenuto La serie consta di tre registri degli iscritti, di cui due compilati dalla zelatrice Celestina Fattorelli relativi all'Opera di San Vigilio e alle Tre Opere Missionarie Pontificie. In calce ad ogni pagina di questi due registri compare la firma del parroco a convalida delle registrazioni effettuate. 1. "Fattorelli Celestina zelatrice delle Tre Opere Missionarie Pontificie e dell'Opera di S. Vigilio dal 1941" (tit. int.) 1941 - 1976 - Registrazione degli iscritti all'Opera di S. Vigilio e della relativa quota versata dai medesimi, 1941 - 1976 - registrazione relativa agli iscritti alle Tre Opere Missionarie Pontificie e alle quote versate dai medesimi, 1950 - 1976 - registrazione riguardante gli iscritti all'Opera della S. Infanzia e la relativa quota versata dai medesimi, 1963 - 1976 alle ultime carte: annotazioni riguardanti il totale degli iscritti e delle somme versate rispettivamente per l'Opera di S. Vigilio, per l'Opera della S. Infanzia, per le Tre Opere Missionarie, per ogni anno a partire dal 1967 fino al 1975, 1967 - 1976 gennaio 23 alla fine: ricevute degli importi consegnati al parroco, 1957 dicembre 27 - 1966 dicembre 28 Italiano Quaderno, legatura cartacea, cc. 18 n.n. 2. Iscritti all'Opera di San Vigilio 1941 - 1951 Registrazione degli iscritti e delle quote versate dai medesimi all'Opera di S. Vigilio, 1941- 1951 (1) Italiano Registro, legatura in tela, cc. 4 (2) Note (1) Il registro non viene compilato dal curato ma forse da Celestina Fattorelli (2) Il registro possiede unicamente 4 carte. Tutte le altre carte che lo componevano sono state tagliate o strappate 3. "1942. Elenco ascritti 1. Opera di S. Vigilio 2. Opera Propagazione della Fede 3. Opera S. Pietro 4. Opera S. Infanzia 5. Apostolato della Preghiera" 1942 ante ottobre 14 - [1942] Manca l'elenco degli iscritti all'Opera della S. Infanzia a p. 10: "Ascritti senza crociata", [1942] alle pp. 24 - 25: elenco degli iscritti alla Crociata Missionaria, [1942] Italiano Registro, legatura cartacea, pp. 33 (bianche pp. 5) 76 serie 7.2 Atti amministrativi, 1914 - 1951 Contenuto La serie è costituita da tre unità archivistiche, tutte di nuova costituzione. Il materiale è stato rinvenuto frammisto alla documentazione della parrocchia; svincolato da esso si è proceduto a formare tre fascicoli a seconda dell'oggetto cui la documentazione pertiene. 1 b. 1 . Statuto del coro curaziale di Varone 1914; post 1939 Permesso accordato al coro dal Consiglio Civico per l'uso di uno dei locali del nuovo edificio scolastico e statuto del coro Italiano Fascicolo, cc. 3 2 b. 1 . Elenchi degli iscritti alle Tre Opere Pontificie Missionarie e all'Opera di San Vigilio 1949 ; 1951 Registrazione degli iscritti e delle quote versate dai medesimi alle Tre Opere Missionarie Pontificie e all'Opera di San Vigilio Italiano Fascicolo, cc. 2 3 b. 1 . "Elenco dei soci Giovani Uomini Azione Cattolica, S. Giovanni Bosco Varone" 1942 - 1943; 1947 Elenco degli uomini, soci dell'Azione Cattolica per l'anno 1942 e carteggio relativo Italiano Fascicolo, cc. 4 77 serie 7.3 Registri di cassa, 1935 - 1976 Contenuto La serie consta di due registri di cassa, di cui uno ad uso dell'Unione uomini di Azione Cattolica. Questo registro fu compilato a partire dall'anno 1949 dal curato, che ne terminò le registrazioni nel 1958; l'altro registro invece, che segnala tutte le offerte e gli oboli delle varie associazioni parrocchiali costituitesi a Varone, chiude con il 1976. Da quella data le registrazioni vengono effettuate tutte a livello di parrocchia. 1. "Unione Uomini di Azione Cattolica della Parrocchia di Varone. Libro Cassa" 1935 giugno 23 - 1958 gennaio 10 Italiano Registro, legatura cartacea, cc. 11 n.n. 2. "Libro Cassa 1. Propagazione della fede pag. 1 2. Opera S. Pietro apostolo pag. 20 3. Opera S. Infanzia pag. 30 4. Opera S. Vigilio pag. 40 5. Apostolato della Preghiera pag. 60 6. Oboli e questue Università Cattolica pag. 70 7. Assistenza sociale carità fame nel mondo pag. 87 1938 - 1976 ottobre 15 Registro delle entrate e delle uscite delle varie Opere: pp. 1 - 14: Propagazione della Fede. Giornata Missionaria (1) , 1938 - 1976 gennaio 25 pp. 20 - 22: Opera di S. Pietro apostolo, 1940 - 1953 dicembre 14 pp. 30 - 35: Opera S. Infanzia, 1940 dicembre - 1953 dicembre 15; 1963 genniao 6 - 1976 gennaio 25 pp. 40 - 49: Opera di S. Vigilio. Giornate sacerdotali (2), 1940 aprile 12 - 1976 gennaio 25 pp. 60 - 68: Apostolato della Preghiera, 1939 febbraio - 1954 dicembre 16; 1962 dicembre 12 - 1976 giugno 20 pp. 70 - 86: Oboli e questue, 1938 - 1968 maggio 2 pp. 87 - 93: Assistenza sociale, 1963 giugno 15 - 1976 ottobre 15 a p. 97: "Come amici": elenco degli abbonati e registrazione dei relativi versamenti, 1974 - 1976 gennaio 25 Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 97 (bianche pp. 30) Note (1) "Giornata Missionaria" è aggiunta di mano posteriore (2) "Giornate sacerdotali" è aggiunta di mano posteriore 78 Persona Pellegrini, Giacomo [1839 - 1841] Luoghi Varone di Riva del Garda Archivi prodotti Fondo Documentazione del capovilla Giacomo Pellegrini, 01/01/1839 - 31/12/1841 Storia Anche se civilmente e religiosamente sempre dipendente dal Comune o dalla parrocchia di Riva, la comunità di Varone cercò di conquistarsi una certa autonomia sia in campo religioso, ottenendo nel 1782 l'erezione della propria chiesa a curazia, sia in materia civile con la nomina di un capo-regola o capovilla. Eletto dai capifamiglia della cura del Varone riuniti in assemblea presieduta dal delegato giudiziale, il capovilla assolveva le funzioni di rappresentante frazionale presso il comune di Riva; si occupava dei pubblici affari che riguardavano la popolazione di Varone e sorvegliava "in affari di polizia". La documentazione conservata in questo archivio riguarda la persona di Giacomo Pellegrini, nominato capovilla nel 1839 e rimasto in carica fino al 1841 quando al suo posto venne designato Antonio Briosi. L'esiguità del materiale documentario non permette di capire se la carica di capovilla esistesse a Varone prima del 1839, nè è dato sapere l'esatta motivazione per cui queste carte prodotte da Giacomo Pellegrini, o a lui indirizzate, siano confluite nell'archivio della parrocchia. 79 fondo Documentazione del capovilla Giacomo Pellegrini, 1839 - 1841 Soggetti produttori Pellegrini, Giacomo, [1839 - 1841] Contenuto L'archivio del capovilla Giacomo Pellegrini è un fondo di piccola entità pervenuto in un discreto stato di conservazione; la documentazione è stata rinvenuta in fase di riordino, frammista a quella della parrocchia. Il fondo si compone di un unico fascicolo contenente documenti prodotti o indirizzati a Gacomo Pellegini negli anni 1839 - 1840, durante la sua attività di capovilla. Le ragioni per cui queste carte siano confluite nell'archivio della parrocchia rimangono tuttavia sconosciute. 80 serie 1 Atti amministrativi, 1839 - 1841 Contenuto La serie si compone di un'unica unità archivistica, un fascicolo di esigua entità, le cui carte prodotte o indirizzate a Giacomo Pellegrini negli anni 1839 - 1840 durante la sua attività di capovilla, sono rinvenute frammiste alla documentazione della parrocchia. 1 b. 1 . Carteggio relativo alla scelta e nomina del capo regola, documentazione prodotta da Giacomo Pellegrini durante la sua attività di capovilla, consegna di tale materiale documentario al successivo capovilla, dimissioni di Pellegrini e nomina a suo successore di Antonio Briosi 1839 - 1841 Italiano Fascicolo, cc. 13 81 Persona Girardini, Pietro 1880 - 1953 Archivi prodotti Fondo Documentazione di don Pietro Girardini Storia Pietro Girardini nacque a Preore da Giovanni e Domenica Paletti il 29 aprile 1880. Fu consacrato sacerdote nel luglio del 1906. Cooperatore a Vezzano e a Spiazzo Rendena, occupò poi le cure d'anime di Termenago, Bocenago, S. Margherita. Fu curato di Varone dal 1 febbraio 1938 fino alla sua morte, avvenuta il 24 febbraio 1953. Con queste parole monsignor Enrico Paolazzi lo ricorda nella registrazione del suo decesso presente nel libro dei morti della parrocchia: 'Era molto amato. Fu di carattere semplice, umile, di umore buono e faceto, parco in tutto e di pietà. La sua morte avvenuta in seguito ad emorragia cerebrale e dopo soli tre giorni di degenza destò impressione profonda ed immenso rimpianto' (1). Note (1) Archivio della parrocchia di Varone, 1.3.2., p. 86 82 fondo Documentazione di don Pietro Girardini, s.d. Soggetti produttori Girardini, Pietro, 1880 - 1953 Contenuto Nel corso del riordino dell'archivio della parrocchia, frammista a tale documentazione è stato rinvenuto anche un quadernetto personale appartenente a don Girardini sullo ius matrimoniale. Si tratta di un quaderno di appunti, stesi da don Girardini, in merito alle promesse di matrimonio, alle pubblicazioni, alle dispense, ai compiti del parroco e del confessore, ecc... 83 serie 1 Disposizioni matrimoniali, s.d. 2 b. 1 . "Ius matrimoniale. Notiones generales" s.d. Latino Quaderno, cc. 12 n.n. 84 Famiglia Briosi [1840] - [1960] Luoghi Varone di Riva del Garda Archivi prodotti Fondo Famiglia Briosi, 01/01/1840 - 31/12/1960 Storia "Io sottoscritto Briosi dottor ingegner Alessandro fu Tomaso, revocando ogni eventuale mia precedente disposizione in materia, scrivo qui sotto, quanto dovrà venir disposto, in caso di mia morte, riguardo a ciò che costituisce il mio patrimonio.... Tutto ciò che mi apparterrà in provincia di Trento purché di natura immobiliare diverrà proprietà assoluta di quel beneficio curaziale di Varone di Riva". Con queste parole Alessandro Briosi, nato a Brescia e ivi residente, nel suo testamento olografo vergato il 12 dicembre 1940 nominò erede del suo patrimonio in provincia di Trento il beneficio curaziale di Varone, con riserva d'usufrutto a favore della moglie Romilda Poli, vita natural durante, e con l'obbligo per il beneficiato di impiegare le proprietà ricevute in eredità "esclusivamente all'educazione religiosa della gioventù locale". Solo in seguito alla morte della signora Poli, vedova Briosi, avvenuta nel 1956 il parroco di Varone, al tempo don Antonio Busacca, venne in possesso dell'eredità di Alessandro Briosi e con essa acquisì pure il materiale documentario prodotto dalla famiglia. La signora Poli - Briosi nel suo testamento datato 10 ottobre 1952, aggiunse all'immobile, già lasciato in eredità al parroco di Varone dal marito, e destinato a casa canonicale, anche il mobilio che lo arredava. 85 fondo Famiglia Briosi, 1840 - 1960 Soggetti produttori Briosi, [1840] - [1960] Contenuto Il fondo dell'archivio della famiglia Briosi, rinvenuto in buono stato di conservazione, comprende una documentazione che si estende in un arco cronologico che va dal 1840 al 1960; è perciò pervenuto all'archivio della parrocchia non solo il materiale concernente la persona e l'attività di Alessandro Briosi e della moglie, ma anche dei suoi parenti e dei suoi avi. L'archivio conserva infatti i testamenti di Antonio, Giuditta, Giacomo, Elisabetta e Giuseppe, della zia Elisabetta, nonchè le varie pratiche per l'acquisizione dell'eredità lasciata ad Alessandro Briosi e ai vari fratelli, dal padre Tommaso alla sua morte. La documentazione, rinvenuta in fase di riordino frammista a quella della parrocchia, è costituita da: sei fascicoli, quattro originali e due di nuova formazione, inseriti nella serie Atti amministrativi; da un registro di cassa riguardante le entrate e le uscite limitatamente al patrimonio posseduto da Alessandro Briosi a Varone; dalle rese di conto e dai documenti di corredo. 86 serie 1 Atti amministrativi, 1840 - 1957 Contenuto La serie degli Atti amministrativi si compone di 6 unità archivistiche, di cui quattro originarie e due di nuova costituzione. Si tratta di documentazione relativa a testamenti, divisioni dell'eredità, atti di carattere amministrativo fiscale riguardanti il patrimonio della famiglia Briosi. 1 b. 1 . "Varone. Documenti di proprietà ereditaria" 1840 - 1896 Copia dei testamenti di Antonio, Giuditta, Giacomo, Elisabetta, Giuseppe Briosi, inventari e documenti divisionali del patrimonio, decreti di aggiudicazione dell'eredità e carteggio relativo Italiano Fascicolo, cc. 60 2 b. 1 . Diffide di pagamento, fogli di possesso fondiario, copie di atti catastali per l'accertamento della proprietà immobiliare, atto di vendita con costituzione di usufrutto e svincolo, polizze di assicurazione, estratto tavolare 1895 - 1950 Italiano Fascicolo, cc. 43 3 b. 1 . "Aquisto quote fraterne" 1905 - 1921 Inventario delle sostanze lasciate in eredità da Tommaso Briosi, procura e nomina di Alessandro Briosi quale amministratore del patrimonio lasciato in eredità dal padre, stima immobiliare della sostanza di proprietà degli eredi di Tommaso Briosi, atti di cessione da parte dei fratelli e sorelle Briosi della loro quota di eredità al fratello Alessandro, contratto di compravendita tra i due fratelli Alessandro e Umberto Briosi, specifiche e note delle spese legali, atto di quietanza, conchiusi Italiano Fascicolo, cc. 61 4 b. 1 . "1926 - 1927. Varone. In morte di Elisabetta Briosi. All'avvocato Bozzoni la pratica per l'aggiudicazione del'incassi ereditari" 1923 - 1928 Copia del testamento di Elisabetta Briosi, elenco delle spese sostenute dal nipote, l'ingegnere Alessandro Briosi, dopo la morte della zia, inventario della biancheria della defunta, corrispondenza tra l'avvocato Bozzoni e Alessandro Briosi circa l'aggiudicazione dell'eredità Italiano 87 Fascicolo, cc. 19 5 b. 1 . Carteggio relativo all'amministrazione del patrimonio 1941 - 1953 Italiano Fascicolo, cc. 10 6 b. 1 . "Pratiche testamento e beni Briosi - Poli" 1943 - 1957 Promemoria, decreto ministeriale per l'autorizzazione concessa al beneficio curaziale di Santa Maria Annunziata di Varone all'accettazione del legato fondato da Alessandro Briosi in favore della suddetta chiesa, testamento olografo di Alessandro Briosi, ricorso per il rilascio del certificato ereditario, domanda tavolare, testamento olografo di Romilda Poli, vedova Briosi, e carteggio relativo, verbale di consegna dei beni, estratto tavolare Italiano Fascicolo, cc. 28 n.n. 88 serie 2 Registri di cassa, 1945 - 1960 Contenuto La serie è composta da un registro di conti compilato a partire dalla fine del 1945 non dalla signora Romilda Poli Briosi, che probabilmente risiedeva a Brescia, ma da una persona di sua fiducia la quale teneva l'amministrazione delle entrate ed uscite dei beni dei Briosi a Varone. In calce al resoconto di fine anno la vedova Briosi apportava la sua firma dichiarando di trovare il saldo regolare. Dopo la morte della signora, una volta acquisitane l'eredità, è il parroco stesso a compilare il registro fino al 1960. I resoconti per gli anni precedenti, dal 1938 al 1945, si trovano in fogli sciolti; essi sono stati inseriti nella serie Rese di conto e documenti di corredo nel fascicolo che conserva le pezze d'appoggio relative alle registrazioni riportate in tali fogli e nel registro di cassa. 1 b. 1 . "Briosi" 1945 novembre 1 - 1960 Libro cassa di Poli Romilda, vedova Briosi (1) all'interno del piatto anteriore della coperta: annotazioni, s.d. sul recto della c. di guardia posteriore: annotazioni circa la legge sulla disciplina delle esazioni, s.d. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 15 n.n. Note (1) Il registro molto probabilmente non venne compilato dalla vedova Briosi, la cui firma compare in calce ad ogni resoconto di fine anno, ma da una persona che evidentemente assolveva alle funzioni di amministratore delle sostanze della signora Briosi. I resoconti per gli anni 1956 - 1960 vengono registrati dal parroco don Busacca 89 serie 3 Rese di conto e documenti di corredo, 1936 - 1956 Contenuto In questa serie, in parte lacunosa, sono conservate le rese di conto dal 1938 al 1945 con i relativi documenti di corredo. Le quietanze sono presenti anche per gli anni successivi, fino al 1956 e trovano riscontro nel registro di cassa conservato nella serie 2.1. Esse sono stati disposte in base all'ordine delle registrazioni riportate nelle rese di conto e nel registro di cassa menzionato. 1 b. 1 . Rese di conto e documenti di corredo 1936 - 1956 Mancano i documenti di corredo per gli anni 1948 - 1952 Contiene anche "una copia di debito ipotecario in corone verso la Cassa di Risparmio di Rovereto" e due libretti di controllo per la spazzatura dei camini, 1911 - 1953 Italiano Fascicolo, cc. 171 90 Ente Confraternita del Sacro Cuore di Gesù di Varone 1876 maggio 28 - [1947] Luoghi Varone di Riva del Garda Archivi prodotti Fondo Confraternita del Sacro Cuore di Gesù di Varone, 01/01/1845 - 31/12/1947 Storia Le confraternite sono associazioni di fedeli erette per l'esercizio di opere di carità, di pietà e di beneficenza, dotate di una regolare organizzazione e miranti all'incremento del culto pubblico. Esse venivano erette canonicamente in una chiesa grazie ad un decreto emanato dall'autorità ecclesiastica. Le norme generali relative all'erezione delle confraternite furono stabilite da Clemente VII, con la bolla 'Quaecumque' del 7 dicembre 1604. Già però in occasione del Concilio di Trento era emersa la preoccupazione da parte della Chiesa di riuscire ad esercitare su di esse un controllo, che ottennero ben presto ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendo al loro interno la presenza del clero. Di conseguenza il curatore d'anime venne chiamato a garantire il buon funzionamento delle confraternite rivestendo spesso funzione di presidenza. Per le confraternite del Trentino lo scopo principale era costituito dalla celebrazione delle messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Nel XVIII secolo, durante il periodo della dominazione napoleonica, le confraternite furono soppresse, sulla base delle leggi istituite da Giuseppe II in Austria, leggi che avevano imposto la loro abolizione. In seguito furono ripristinate, ma con forti limitazioni, perché considerate o come associazioni di fedeli, a scopo religioso, o come pubbliche istituzioni di beneficenza ed assistenza. Visto il loro duplice scopo esse sono soggette sia al diritto della Chiesa che a quello dello Stato. La congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Varone fu ufficialmente istituita con decreto vescovile il 28 maggio 1876, anche se già da parecchi anni esisteva presso la chiesa curaziale di Varone tale congregazione, sia di uomini che di donne. Lo attestano i due prospetti dei confratelli e delle consorelle conservati in forma di fascicolo, le cui prime registrazioni datano 1845. Solo nel 1871 il curato di Varone, don Zomer, ne richiese all'Ordinariato l'erezione, che venne concessa, dietro presentazione dello statuto, nel 1876. Funzioni, occupazioni e attività Sulla base di quanto si legge nello statuto della congregazione, scopo della "pia unione" è l'amore, il rispetto e l'adorazione al Sacro Cuore di Gesù. Struttura amministrativa La confraternita è costituita da confratelli e consorelle divisi in due sezioni, ognuna delle quali ha un suo presidente, un direttore e tre consiglieri. Presidente è il parroco di Riva rappresentato dal curato di Varone con le funzioni di vice91 presidente. Doveri dei soci sono: la recita quotidiana dell'ufficio, la partecipazione alle adunanze, l'esborso di dieci soldi austriaci l'anno. Ogni anno veniva celebrata la messa in memoria dei confratelli e consorelle defunti. 92 fondo Confraternita del Sacro Cuore di Gesù di Varone, 1845 - 1947 Soggetti produttori Confraternita del Sacro Cuore di Gesù di Varone, 1876 maggio 28 - [1947] Contenuto Il fondo della confraternita del Sacro Cuore di Gesù, pervenuto in buono stato di conservazione, è costituito da un'unica unità archivistica, un fascicolo di nuova costituzione, inserito nella serie degli Atti amministrativi. La documentazione, che è stata rinvenuta frammista a quella della parrocchia, riguarda un elenco di confratelli e consorelle e lo statuto della confraternita, di cui il curato svolgeva funzioni di presidenza. 93 serie 1 Atti amministrativi, 1845 - 1947 1 b. 1 . "S. Cuore 28. 05. 1876" 1845 - fine anni '70 - 1944 - 1947 Prospetto dei confratelli e consorelle iscritti alla Confraternita del Sacro Cuore di Gesù, richiesta di erezione, statuto e concessione all'erezione della confraternita, comunicazioni di carattere generale Italiano, latino Fascicolo, cc. 31 94 Ente Scuola materna di Varone 1922 febbraio 12 - Luoghi Varone di Riva del Garda Altre Forme autorizzate del nome Asilo infantile di Varone (denominazione in uso fino agli anni 70) Archivi prodotti Fondo Asilo Infantile di Varone, 01/01/1922 - 31/12/1965 Storia Il 12 febbraio 1922 venne ufficialmente istituito l'Asilo Infantile di Varone. Lo Statuto discusso e approvato unanimemente e sottoscritto dal presidente don Valentino Libardi, dal capovilla - vicepresidente Francesco Ferrari, dal maestro - segretario Giacomo Busolli, è costituito da 13 capitoli, fra cui forse merita attenzione il primo di essi nel quale viene sottolineato come l'Asilo di Varone fosse un'istituzione autonoma fondata allo scopo di offrire un aiuto alle famiglie "col accogliere, costodire, educare ed istruire cristianamente e nella lingua italiana i bimbi dambo i sessi dimoranti nella curazia del terzo fino la sesto anno d'età" (1) L'Asilo avrebbe avuto sede in quell'edificio, con relativo arredamento e con annesso giardino, promesso dalla benemerita società umanitaria di Milano. Il consiglio direttivo era composto dal curato pro tempore, con funzioni di presidente, dal capovilla, dal maestro e da due fiduciari. Un aspetto interessante è dato dal fatto che lo statuto prevedeva, in mancanza dell'oratorio, di riservare nei giorni festivi le sale dell'asilo "per la ricreazione" delle ragazze ma anche dei ragazzi "qualora vi sia addetta persona maschile per la loro sorveglianza" (2) Nell'Assemblea generale del 23 settembre 1929 venne approvato un secondo statuto che ricalcava in gran parte quello precedente ma composto di 16 capitoli. In esso, in particolare, veniva descritta la natura del consiglio direttivo che durava in carica due anni e che era composto da un rappresentante del comune, eletto dal sindaco; dal curato pro tempore di Varone; da cinque membri eletti dall'Assemblea generale; dal fiduciario delle scuole o da un suo sostituto maestro. A questi si aggiungevano i soci fondatori, membri onorari del consiglio. Nel 1950 l'Asilo di Varone aveva ancora la sua sede provvisoria nella casa del beneficio curaziale. Nello stesso anno emerse però la volontà del consiglio direttivo di acquistare il detto edificio. Ma a causa del vincolo di manomorta gravante sui benefici ecclesiastici, vincolo che non permetteva la vendita ma solo la permuta dei beni, don Pietro Girardini non potè vendere la casa all'Asilo. Fu così che il curato permutò lo stabile con Valerio Bonora, proprietario di un orto in Marone. A questo punto l'Asilo avrebbe potuto acquistare il desiderato edificio se avesse avuto personalità giuridica. Si giunse allora al 24 settembre 1950, data in cui il Comune deliberò di acquistare a nome dell'Asilo Infantile di Varone lo stabile sito a Varone in via Chiesa vecchia. Le spese dell'acquisto erano interamente a carico della presidenza dell'Asilo, come pure tutte le spese di manutenzione, le tasse e le imposte gravanti su di esso. 95 Nel 1952, alla morte di Silvio Briosi, come lo stesso aveva espresso nel suo testamento, la casa sita in via Sega n. 10, con fienili, stalle, locale uso magazzino, garage, legnaia e campagna che fa corpo con i suddetti stabili, diventò proprietà dell'Asilo Infantile di Varone. Nel 1963 il presidente dell'Asilo ne affidò la direzione e la conduzione alle suore Figlie di Maria Ausiliatrice, con il compito di istruire ed educare i bambini, e di accogliere nei giorni festivi le ragazze che frequentavano l'oratorio per insegnare loro il catechismo, per l'esercizio del canto e per l'attività ricreativa. Attualmente l'asilo, con il nome di "Scuola materna di Varone", opera come scuola dell'infanzia equiparata, associata alla Federazione provinciale scuole materne Trento. Note (1) Archivio dell'Asilo Infantile di Varone, 1.1, c. 6r (2) Archivio dell'Asilo Infantile di Varone, 1.1, c. 6r 96 fondo Asilo Infantile di Varone, 1922 - 1965 Soggetti produttori Scuola materna di Varone, 1922 febbraio 12 - Contenuto L'archivio dell'Asilo Infantile di Varone è costituito da un'unica unità archivistica, un fascicolo di nuova costituzione inserito nella serie degli Atti amministrativi, le cui carte sono state rinvenute frammiste alla documentazione della parrocchia e in buono stato di conservazione. 97 serie 1 Atti amministrativi, 1922 - 1965 1 b. 1 . Asilo infantile 1922 - 1965 Copie dello "Statuto per l'Asilo Infantile di Varone", atto d'obbligo, estratto del verbale di una seduta del Consiglio Comunale riunitosi per discutere l'acquisto dello stabile adibito a sede dell'Asilo infantile di Varone, documento di ricorso per rilascio di certificato ereditario e relativa intavolazione del diritto di proprietà, atto notorio, convenzione tra il presidente della Scuola Materna di Varone e l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice Italiano Fascicolo, cc. 54 98 Ente Comitato pro chiesa di Varone 1927 - 1945 Luoghi Varone di Riva del Garda Archivi prodotti Fondo Comitato pro chiesa di Varone, 01/01/1927 - 31/12/1945 Storia "Un gruppo di volonterosi di Varone ha preso la nobile iniziativa di venire in soccorso della chiesa curaziale, così bella architettonicamente ma del pari bisognosa di restauri, e com'è noto, così povera"(1). Per raggiungere questo scopo, si venne creando a Varone nel giugno del 1927 un comitato che fu chiamato "comitato pro chiesa". Esso si proponeva di raccogliere fondi e offerte destinate alla restaurazione della chiesa dopo i danni subiti durante la prima guerra mondiale. Nella seduta del 22 agosto 1929, a seguito delle dimissioni rassegnate dal presidente e, "per solidarietà", anche dagli altri membri, venne a costituirsi un secondo comitato che sostituì il primo ma che ebbe come obbiettivo sempre quello di promuovere il decoro della chiesa curaziale e in generale del culto (2). La presidenza di questo secondo comitato fu assunta da Luigi Zanoni, mentre segretario fu nominato don Alessandro Tita, e cassiere Tullio Montagni. Adempiendo anche ad una raccomandazione fatta dal vescovo, il comitato si impegnò da subito nelle seguenti opere: scrostamento e tinteggiatura degli avvolti della chiesa; dotazione di vetri colorati; trasporto di una campana; nuova pavimentazione; erezione di due lapidi con i nomi dei benefattori più insigni; fondazione dell'ufficio perpetuo a favore dei benefattori della chiesa. L'intervento forse più di rilievo consistette nella decorazione dell'abside e della navata affidata nel 1931 al pittore mantovano Agostino Aldi. Nel 1937 alla morte di don Alessandro Tita venne a costituirsi un comitato con lo scopo di raccogliere i fondi necessari per l'erezione, nel cimitero di Varone, di una lapide in marmo a memoria dell'amato sacerdote. Non è dato sapere se questo comitato fosse rappresentato dagli stessi membri del comitato pro chiesa o fosse stato costituito all'uopo senza alcun legame con il precedente. La presidenza fu comunque tenuta sempre da Luigi Zanoni. Note (1) Archivio del comitato pro chiesa, 1.1., c. 1r (2) Archivio del comitato pro chiesa, 1.1., c. 13r 99 fondo Comitato pro chiesa di Varone, 1927 - 1945 Soggetti produttori Comitato pro chiesa di Varone, 1927 - 1945 Contenuto L'archivio del comitato pro chiesa è un fondo costituito da quattro fascicoli di nuova formazione, inseriti nelle due serie Atti amministrativi e Resoconti e documenti di corredo, e da tre registri cassa riguardanti le entrate e le uscite del comitato. Tale documentazione è stata rinvenuta in un discreto stato di conservazione e frammista a quella della parrocchia. 100 serie 1 Atti amministrativi, 1927 - 1945 Contenuto La serie si compone di due fascicoli di nuova costituzione. Si tratta di documentazione prodotta dal comitato pro chiesa nell'esplicazione della sua attività a favore del restauro e della decorazione della chiesa di Varone. 1 b. 1 . "Lettere e indirizzi vari. Circolari ed appelli" 1927 - 1945 Convocazioni di assemblee, currende, circolari e appelli lanciati dal comitato pro chiesa per sostenere le spese di restauro e abbellimento della chiesa, elenco degli offerenti con le relative quote versate, indirizzi, documento di fondazione di un legato missario e carteggio relativo Italiano Fascicolo, cc.79 2 b. 1 . "Firmatari del voto" [1944] Elenco di quanti a Varone fecero voto, nella speranza che il paese restasse incolume dai disastri della guerra, di impegnarsi al termine del conflitto mondiale nell'esecuzione di "qualche spesa a onore di Dio" (1) Italiano Fascicolo, cc. 9 Note (1) La notizia è riportata nel registro cassa del comitato pro chiesa conservato in questo archivio con la segnatura 2.1. 101 serie 2 Registri di cassa, 1927 - 1944 Contenuto La serie si compone di 3 libri cassa. In particolare, il registro 2.1 accoglie al suo interno anche i verbali delle sedute del comitato pro chiesa e quelli, cronologicamente successivi, del comitato pro organo. 1 b. 1 . "Cassa e protocollo pro chiesa" 1927 giugno 25 - 1944 giugno 11 - Libro cassa del comitato pro chiesa, 1927 giugno 25 - 1943 luglio 15 - verbali delle sedute del comitato pro chiesa, relazione del presidente e verbale di consegna del materiale del comitato al curato don Girardini, 1929 luglio 30 - 1943 settembre 4 - elenco dei capifamiglia che si impegnano al termine della guerra a contribuire all'esecuzione di "qualche opera a onore di Dio", 1944 giugno 11 - verbale della riunione per la costituzione del comitato pro organo e verbali delle riunioni di quest'ultimo, 1945 luglio 8 - 1948 dicembre 20 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 24 n.n. (bianche c. 1) 2 b. 1 . "Registro contabi[lità]" (1) 1927 agosto 5 -1928 giugno 25 Registro di cassa del comitato sul verso dell'ultima carta: "Peso dei sacchetti venduti" Italiano Registro, legatura cartacea, cc. 2 n.n. (acefalo) Note (1) Sono scritte soltanto la penultima e l'ultima carta 3 b. 1 . "Cassa" 1929 settembre 1 - post giugno 1943 Libro cassa del comitato pro chiesa Italiano Registro, legatura cartacea, cc. 11 n.n. 102 serie 3 Resoconti e documenti di corredo, 1930 - 1943 Contenuto La serie si compone di due fascicoli di nuova costituzione, il cui materiale (resoconti e quietanze) inerisce sia ai lavori alla chiesa, sia a quelli per i funerali di don Alessandro Tita. 1 b. 1 . "Ricevute chiesa" 1930 - 1943 Resoconti e quietanze di pagamento delle spese effettuate dal comitato pro chiesa nell'esplicazione delle sue attività (1) Italiano Fascicolo, cc. 115 Note (1) Le quietanze sono state ordinate secondo il numero di registrazione corrispondente a quello presente nel registro "Cassa" dell'Archivio del comitato pro chiesa, 2.3. 2 b. 1 . "Resoconto incassi e spese per la commemorazione del Reverendissimo don Alessandro Tita" (1) 1938 Resoconto degli incassi e delle spese e lista degli offerenti per le onoranze funebri di don Tita Italiano Fascicolo, cc. 27 Note (1) Il titolo è ricavato dall'intestazione riportata sul verso della prima carta del fascicolo 103 Ente Confraternita del Santissimo Sacramento di Varone 1943 luglio 10 - [1952] Luoghi Varone di Riva del Garda Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Varone, 01/01/1941 - 31/12/1952 Storia La confraternita del S.S. Sacramento di Varone (1) fu istituita con decreto vescovile il 10 luglio 1943, su richiesta del curato, don Girardini, rispondendo così all'esigenza della popolazione di Varone che da alcuni anni si era prodigata nella raccolta di offerte per l'acquisto di vesti e per la creazione di un fondo da utilizzare per le necessità della confraternita. Funzioni, occupazioni e attività Lo statuto della confraternita del Santissimo di Varone, conformandosi a quello delle confraternite della diocesi di Trento, prevedeva come scopo principale il culto pubblico della S.S. Eucarestia e, secondariamente, il bene spirituale degli ascritti. Struttura amministrativa La confraternita era costituita da due sezioni, una maschile e l'altra femminile. Direttore ne era il curato, mentre il priore era il capo della confraternita; lo statuto prevedeva anche la presenza di un vice-priore, del segretario, dei consiglieri e del cassiere. I confratelli dovevano essere cristiani di buona condotta, per venire iscritti nei registri della confraternita; indossavano una divisa, costituita da una veste bianca e una mantellina rossa; le consorelle invece avevano un velo nero e una medaglia appesa al collo con nastro rosso. Dovere di ogni ascritto era quello di partecipare ai funerali di ogni consorella o confratello defunto; era loro obbligo partecipare alle adunanze della confraternita, alla prescritta funzione della domenica, alla processione del Corpus Domini, accompagnare il Santissimo nella comunione pasquale degli infermi e alle maggiori solennità. Note (1) Per notizie di carattere generale sulle confraternite di veda l'introduzione al fondo della Confraternita del Sacro Cuore di Gesù. 104 fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Varone, 1941 - 1952 Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento di Varone, 1943 luglio 10 - [1952] Contenuto L'archivio della confraternita del Santissimo Sacramento è un fondo di esigue dimensioni; esso è costituito da un fascicolo inserito nella serie Atti amministrativi, di nuova formazione, rinvenuto fra la documentazione della parrocchia, dalla quale è stato separato, e da un'altra unità archivistica costituita da un registro di cassa compilato da don Girardini; l'ultima registrazione riguardante il 1952 è di mano di don Busacca. 105 serie 1 Atti amministrativi, 1941- 1952 1 b. 1 . Decreto vescovile per l'erezione della confraternita del Santissimo Sacramento a Varone, statuto della confraternita (1), elenco degli offerenti e relative quote versate alla chiesa di Varone per l'acquisto degli abiti dei confratelli, quietanze dei pagamenti effettuati per tale acquisto, lista dei confratelli 1941 - 1952 Italiano Fascicolo, cc. 26 Note (1) Lo statuto è presente in duplice copia 106 serie 2 Registri di cassa, 1940 - 1952 1 b. 1 . "Libro cassa Confraternita del Santissimo. Varone" 1942 ottobre 20 - 1952 Sul recto dell'ultima carta: "Offerte alla Confraternita. Anno 1946", 1946 sul verso dell'ultima carta: elenco dei confratelli e della relativa quota versata, 1946 - 1947 Italiano Registro, legatura cartacea, cc. 4 n.n. 107