In arrivo 15mila tubi di mele locali

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In arrivo 15mila tubi di mele locali
LA PROVINCIA
11
VENERDÌ 19 FEBBRAIO 2016
Economia
TOCCANDOFERRO
«Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti anche se la difficoltà
reale è che le mele vengono prodotte in quantità
maggiori rispetto a quelle che assorbe il mercato»
Gian Luigi Quagelli, presidente di Melavì
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In arrivo 15mila tubi di mele locali
La strategia. Melavì collocherà sul mercato nazionale le confezioni di Rockit: vuole puntare su un nuovo target
Così possono essere consumate come uno snack - «Il primo passaggio per valutare il parere del consumatore»
PONTE IN VALTELLINA
CLARA CASTOLDI
Quindicimila tubi di
Rockit presto sul mercato nazionale e, in seguito, internazionale. Riflettori puntati da parte
della cooperativa Melavì sulle
dolcissime meline vendute in
tubi di plastica, simili a quelli
delle palline da tennis, che puntano su un target nuovo di consumatori con un prodotto che
vuole essere principalmente
uno snack.
L’anno scorso, quando le
Rockit sono state presentate e
vendute, ci si è avvalsi di frutti di
importazione dalla Nuova Zelanda, ora Melavì entrerà sul
mercato con la prima sua produzione
(made in Valtellina,
cioè) derivante dagli
attuali 30mila alberi
presenti sul territorio provinciale.
circa 140mila piante per capire il
fabbisogno esatto. Le piante giovani tendono a produrre frutta
di dimensioni maggiori, mentre
il calibro commerciale va dai 50
ai 60 millimetri. Quello che mi
sembra sia riconosciuto da tutti
è che questo è un prodotto è
straordinariamente gustoso,
per cui le prospettive sono buone». Costo del tubo, contenente
cinque mele, è di 2,78 euro.
I numeri totali
Quanto alla produzione complessiva di Melavì nel 2015, a fine raccolto essa si è stabilizzata
sui 280mila quintali di mele, di
cui 110mila quintali di Golden.
«Siamo soddisfatti prosegue il presidente -, anche se la
difficoltà reale è che
le mele vengono
prodotte in dimensione maggiore rispetto a quello che
Il primo test
assorbe il mercato.
«Questo ci servirà
Un aspetto che tenper testare il parere Gian Luigi Quagelli
go a sottolineare è
del consumatore e presidente di Melavì
quello relativo ai daper la restituzione
ti di bilancio dello
dei dati - spiega il presidente di scorso anno: Melavì ha conteMelavì, Gian Luigi Quagelli -. Il nuto i costi di gestione, tolti i trariscontro dei primi test è buono. sporti e gli imballaggi, a 21 cenLe mele saranno distribuite in tesimi di euro al chilogrammo.
una catena di supermercati Sfido chicchessia a realizzare
(Bennet) che ha fatto il primo questi risultati». Infine, propoesperimento con noi, ma non è sito per il 2016 è quello di prosedetto che si riesca, soprattutto guire con un’attenzione all’imquando la produzione sarà su- patto ambientale. «In passato
periore, a portarle all’estero. Ab- abbiamo adottato una tecnica
biamo fatto un’azione di marke- che permette di ridurre di molto
ting in Russia e Svizzera che so- l’uso dei pesticidi - afferma Quano propense ad importare que- gelli -. A breve ripresenteremo il
sto prodotto, ma occorre avere a progetto per cui su 550 ettari di
disposizione una quantità mag- meleti, nella lotta contro alcuni
giore che raggiungeremo una insetti si useranno metodiche
volta messe a dimora le nuove compatibili con l’ambiente. Un
piante. Trentamila le abbiamo, approccio di questo tipo, però,
quest’anno ne pianteremo funziona se ci sarà un’adesione
60mila e l’anno prossimo altre massiccia da parte di tutte le
50mila. Poi ci fermeremo con aziende».
Le innovative confezioni di Rockit: si punta sul mercato nazionale e dopo anche su quello internazionale
I fondi per i reimpianti
«Ma vanno modificati»
Il Piano di sviluppo
rurale con i fondi europei per
l’agricoltura ha aperto, per la
prima volta, la porta ai reimpianti in ambito frutticolo, ma
suona come una beffa il termine del bando secondo il presidente di Melavì, Gian Luigi
Quagelli, che già da diversi
mesi ha fatto presente la questione in Regione. Il problema
sta in questi termini: il Psr finanzia pali e fili (anche le reti
antigrandine per chi le met-
te), ma non le piantine; inoltre
sono finanziabili le stesse varietà già presenti nei campi.
Cioè se prima c’erano le mele
rosse, allora i fondi sono destinati per le rosse; se prima
c’erano le gialle, allora vanno
alle gialle. «Il fatto è che, in un
momento in cui il mercato dice che c’è una sovraproduzione di mele gialle, si vanno a finanziare ancora quelle? Mi
sembra assurdo – afferma
Quagelli -. Apprezziamo
l’apertura nei confronti della
nostra categoria, prima esclusa dal Psr, ma alcuni aspetti
vanno modificati. In Trentino, ad esempio, nei bandi si dà
la possibilità di chiedere contributi per la varietà che si
preferisce».
Restando in tema di reimpianti, Quagelli fa presente
che, per lo meno, le Comunità
montane hanno ammesso a finanziamento i soci Melavì.
Quanto al Psr, «abbiamo mandato in Regione una richiesta
di integrazione rispetto al
bando originale: domandiamo che sugli impianti vengono finanziate le piante (costo
medio di 6-7 euro a piantina) –
prosegue -. Inoltre Melavì è
una struttura di piccole dimensioni. Una singola azienda non ce la fa a partecipare da
sola. Chiediamo la possibilità
di poterci mettere insieme nel
presentare la domanda. Capisco che non sia neanche facile
sbrogliare la matassa, visto
che il finanziamento va al singolo, ma se ci si muove in una
logica seria di programmazione agricola bisogna considerare che la realtà è fatta di piccole aziende che devono essere sostenute. I bandi e i capitolati del Psr sono sempre apribili e queste richieste sono per
noi decisive».
I vitigni del sondriese
re e noi come Comunità Montana cerchiamo di assisterli e
di aiutarli nel miglior modo
possibile - spiega il presidente
Christian Borromini -: sono
convinto che il settore abbia
ampi margini di crescita in
Bassa Valtellina e l’aumento
delle barbatelle che serviranno per reimpianti o per nuove
vigne lo conferma. L’altro dato
importante riguarda il miglioramento costante della qualità
dei vini prodotti, risultato delle competenze acquisite dagli
operatori e dell’assistenza tecnica della Fondazione Fojanini. Voglio inoltre sottolineare
il ruolo delle cooperative che
si sono costituite sia per i servizi che mettono a disposizione sia per l’impulso che danno
al settore».La collaborazione
tra la Comunità Montana, la
Fondazione Fojanini e le cooperative si è rivelata fruttuosa.
A inizio febbraio si sono svolte
due lezioni di potatura e altre
giornate verranno organizzate nei prossimi mesi in concomitanza con le fasi cruciali
dell’annata agricola. Sarà una
primavera intensa per gli operatori, in vigna e in cantina,
che culminerà con Vin in festa,
la manifestazione itinerante
dedicata ai vini della Bassa
Valtellina che quest’anno si
svolgerà il 28 maggio a Cino.
L’occasione per fare il punto
della situazione ma anche per
assaggiare e premiare i vini
migliori: una grande festa che
coinvolgerà tutti i viticoltori.
Agevolazioni ai viticoltori
per comprare le barbatelle
L’iniziativa
L’Ente montano
ha deciso di varare
programmi specifici
di aiuto e assistenza
Per mantenere il territorio curato, per rispettare
una tradizione secolare, per
sviluppare un’attività economica, per assecondare le aspirazioni degli operatori: sono
diverse le motivazioni che
hanno spinto la Comunità
Montana di Morbegno a varare programmi specifici di assistenza ai viticoltori, a organizzare momenti formativi, ad
agevolare l’acquisto di barbatelle. Partner fondamentale di
questa attività è la Fondazione
Fojanini di Studi Superiori che
mette a disposizione i suoi tecnici e la sua struttura per la
crescita della viticoltura in
Bassa Valtellina. Dopo il bilancio positivo del 2015, il primo
dato relativo al nuovo anno è
più che incoraggiante: la richiesta di vitigni selezionati
della varietà Nebbiolo Chiavennasca offerti dall’ente
comprensoriale a prezzo agevolato è aumentata di quasi il
15%. Settemila viti contro le
seimila dell’anno scorso e le
cinquemila del 2014 per un
trend positivo che non sembra
arrestarsi.
«C’è grande entusiasmo tra
i viticoltori, molta voglia di fa-
C.Cas.