Rassegna Stampa del 06/09/2007 10:54

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Rassegna Stampa del 06/09/2007 10:54
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Rassegna Stampa del 06/09/2007 10:54
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INDICE
VIDEOGIOCHI
06/09/2007 Finanza e Mercati
Lara Croft, eroina videogame , in vendita. E il titolo vola
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06/09/2007 Sole Nova
I problemi delle soluzioni
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04/09/2007 Beverage Observer
Pane, frutta e...due giri di roulette
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VIDEOGIOCHI
3 articoli
06/09/2007
Finanza e Mercati
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Lara Croft, eroina videogame , in vendita. E il titolo vola
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Lara Croft potrebbe cambiare padrone. Sci entertainment, società inglese produttrice del celebre
videogame Tomb Raider, è infatti in «trattative preliminari» per un'operazione amichevole. Tanto è
bastato per far volare il titolo a Londra del 18%, il maggior balzo registrato negli ultimi due anni.
Secondo indiscrezioni di mercato, in lizza per il gruppo anglosassone ci sarebbero la francese Ubisoft
e una misteriosa società statunitense. Ma da Parigi ieri è arrivata la smentita: «Non abbiamo
trattative avanzate con Sci» hanno spiegato dal quartier generale di Ubisoft.
VIDEOGIOCHI
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06/09/2007
Sole Nova
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SCENARI TECNOLOGICI PARLA IL CEO DI LOGITECH
I problemi delle soluzioni
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
" Le funzioni trionfano sui prodotti e questo favorisce le aziende informatiche " Il successo dell'iPod,
per esempio, sta nell'integrazione tra software e hardware
GUERRINO DE LUCA a colloquio con PAOLO C. CONTI «Il mondo dell'elettronica di consumo è nel
bel mezzo di una svolta. Da una parte ci sono le aziende che da sempre dominano questo mercato e
che si combattono in settori come quello dei televisori a schermo piatto, dove i margini sono ormai
risicatissimi. E dall'altra ci sono quelle che hanno fatto propria una verità fondamentale, e cioè che
l'innovazione che conta non sta nei prodotti, ma nelle soluzioni». Guerrino De Luca è un buon
conversatore e quando parla di tecnologia lo fa con ottimismo. Sarà perché è uno dei pochissimi
italiani che guida una corporation tecnologica globale. O perché la sua Logitech ha messo a segno
negli ultimi anni una delle progressioni finanziarie più positive del suo settore (fatturato in crescita a
due cifre per nove anni consecutivi). Fatto sta che quando lo incontriamo a Berlino, fra i padiglioni
dell'Ifa, la principale fiera europea dell'elettronica di consumo, lo troviamo di buon umore. E quando
gli facciamo notare che i prodotti che ci circondano sembrano, almeno a prima vista, tutti uguali,
annuisce con vigore. «C'è un paradigma che sta cambiando. Prendete l'iPod della Apple o Tivo (un
videoregistratore digitale intelligente molto popolare negli Stati Uniti, ndr): la chiave del loro
straordinario successo sta nel fatto che dietro agli oggetti in quanto tali c'è un'idea di integrazione che
coinvolge il software e, soprattutto, la rete Internet. L'iPod non ha avuto successo perché è carino,
ma perché funziona in sinergia con il negozio iTunes. Sony questo non l'ha saputo fare e adesso nel
paga le conseguenze. Quanto a Tivo, per vent'anni i produttori di videoregistratori non sono stati in
grado di risolvere il problema della grande complessità di programmazione dei loro prodotti. Tuttora,
nessuna persona normale riesce a usarli e le funzioni di programmazione restano quasi sempre
inutilizzate dagli utenti. Tivo ha risolto alla radice il problema usando la rete e consentendo alla gente
di programmare le registrazioni con il linguaggio naturale: scegli il canale, selezioni il programma ed
è fatta. Sono prodotti che risolvono un problema e per questo hanno successo. In altre parole, siamo
secondo me sulla soglia di quella che mi piace chiamare "consumer electronics 2.0". Le soluzioni
trionfano sui prodotti e questo favorisce le aziende che provengono da ambiti ad alto tasso
d'innovazione, come l'informatica. Il loro sbarco sul pianeta dell'elettronica di consumo finirà per
avere un impatto enorme, un impatto positivo, sugli utenti». La Logitech fa parte di quel drappello di
aziende con Dna informatico che da anni provano a guadagnare quote nel mercato dell'elettronica di
consumo, dove gli asiatici (i giapponesi soprattutto) sono da sempre leader incontrastati. Ma la cosa
non sembra preoccupare De Luca. «Da questo punto di vista, lasciatemelo dire, gli asiatici che tanto
ci spaventano non hanno mai brillato. Sono degli ottimi costruttori e stanno imparando rapidamente,
ma per il momento non sono altrettanto bravi nella programmazione di software e soluzioni. Questo a
mio parere rappresenta un fatto molto incoraggiante per le aziende occidentali, siano esse americane
o europee. Sentite questa: quando ho cominciato la mia esperienza alla Logitech sono andato a una
fiera in Asia e mi sono detto: siamo rovinati! C'erano ben 65 aziende locali che facevano mouse. Ma
oggi, a molti anni di distanza, nessuna di loro ha sfondato perchè nessuna di loro ha interpretato
l'innovazione con la giusta visione. Quello che è successo invece è che noi abbiamo aperto una
fabbrica in Cina e che in questo modo possiamo contare su costi di produzione paragonabili ai nostri,
senza rinunciare alla carica innovativa dei nostri prodotti». tOggi la Logitech fa tante cose, dalle
webcam agli accessori per i videogame, dagli impianti audio ai telecomandi intelligenti (il segmento
nel quale ripone le maggior aspettative per i prossimi trimestri). Il segmento delle webcam è quello
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che la fa soffrire di più e che l'ha portata per la prima volta da tempo a non centrare le previsioni di
vendita nel primo trimestre del 2007 e a cercare un'alleanza strategica in questo settore, che
dovrebbe essere annunciata entro Natale. Quanto ai telecomandi, che si chiamano Harmony e
rappresentano l'eredità di una recente acquisizione, rientrano perfettamente nella categoria di cui De
Luca parlava: si collegano a Internet per conoscere le specifiche dei prodotti elettronici
d'intrattenimento installati in casa e sollevano l'utente dalla necessità di imparare a usarli a fondo. Ma
nonostante queste innovazioni recenti, Logitech è universalmente riconosciuta come il leader
mondiale dei mouse, che produce da 25 anni e che l'anno scorso le hanno reso la bellezza di 400
milioni di dollari. Così abbiamo chiesto a De Luca se davvero c'è ancora bisogno di innovazione nel
mondo dei mouse. Lui ha sorriso sotto i baffi (che non ha) e ha messo sulla scrivania un mouse
senza fili collegato a un computer di fronte a noi. L'ha usato per un po' in modo tradizionale,
dopodichè l'ha staccato dal tavolo e ha continuato a muovere il cursore sullo schermo, come se il
mouse fosse ancora a contatto col tavolo. A quel punto ha detto: «Siete ancora convinti che
l'innovazione in questo settore sia superflua?». Il che ci ha portato a parlare del futuro nell'interazione
uomo-macchina. Quale sarà, gli abbiamo chiesto, il prossimo salto quantico in quest'ambito? «È
difficile fare una previsione perché è troppo facile farsi prendere dall'entusiasmo. C'è molto lavoro di
ricerca, che però non sempre da risultati sperati. Prendete il controllo vocale: sembrava una
rivoluzione annunciata, che avrebbe cancellato in pochi anni mouse e tastiera dalla faccia della
Terra. E invece ci siamo resi conto che una soluzione efficiente semplicemente non era possibile. La
voce umana ha troppe sfumature e la maggior parte delle aziende che si erano impegnate in questo
campo, compresa la Nokia, ha abbandonato». «La Logitech non fa ricerca di base. Abbiamo molti
ricercatori, il 20% dei quali impegnati solo nello sviluppo software, ma preferiamo trasformare in
prodotti veri e propri le innovazioni più recenti. Siamo cuochi della tecnologia, non contadini della
ricerca. E credo che di strada da fare in questo settore ce ne sia ancora tanta. I consumatori,
comunque, operano le loro scelte per motivi che non sempre dipendono da innovazioni radicali. Noi
per esempio abbiamo riscontrato un notevole interesse nei confronti di uno dei nostri ultimi mouse
senza fili, che ha un ricevitore più piccolo del normale. Un'innovazione non trascendentale, che va
però a risolvere un problema concreto». «Credo comunque che sostituire il mouse, per quanto
vecchio sia il suo concetto di base, sarà molto difficile. Ci sono dei paradigmi che funzionano e che
per questo non è necessario modificare. Pensate al telefono: lo usiamo da un secolo e il nostro modo
di relazionarci con esso non è mai cambiato. Lo stesso, credo vale anche per mouse e tastiera». E
che dire dei progetti di interazione che si basano sul riconoscimento delle mani dell'utente con
telecamere e sensori? «Come dicevo, si fa molta ricerca in questo settore, ma si tratta ancora di
sviluppi a lungo termine».o
Chi è - Guerrino De Luca, 55 anni, è italiano, ma risiede da anni con la famiglia a San Francisco. Ha
una laurea in ingegneria conseguita a Roma e dal 1998 guida la Logitech, azienda svizzera che
produce periferiche per il computer. Precedentemente aveva lavorato in Apple come direttore
marketing internazionale. E prima ancora alla software house Claris. Sotto la sua guida, la Logitech
ha ottenuto negli ultimi anni una crescita a due cifre nel fatturato. La logitech è stata fondata in
Svizzera nel 1981, ma opera ormai da tempo su scala globale, con un'importante sede anche negli
Stati Uniti. È il leader mondiale nella produzione di mouse e webcam, ma ha esteso il suo portafoglio
prodotti anche alle periferiche per videogame, alle tastiere, agli impianti audio, agli accessori per
computer e telefonini. Nel 2006 ha venduto 143 milioni di prodotti, per un fatturato di 1,8 miliardi di
dollari. Da anni vanta un margine lordo superiore al 30 per cento.
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04/09/2007
Beverage Observer
N. 30 SETTEMBRE-OTTOBRE 2007
Intrattenimento / Sale gioco
Pane, frutta e...due giri di roulette
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
SEMPRE PIÙ DI FREQUENTE, ACCANTO AI CENTRI COMMERCIALI, SORGONO IMPONENTI
SALE DA GIOCO. È IL FUTURO, DICONO...
di Marco Torricelli
Eia nuova frontiera dell'intrattenimento. Niente a che vedere con le vecchie sale giochi, spesso
anguste, spoglie, fumose e con l'omino dietro la cassa che, magari, ti guardava pure di traverso. Oggi
la sala da gioco è un trionfo high tech, con un'illuminazione da far invidia a una discoteca, con il
personale che ti sorride sempre e comunque, con locali riservati ai fumatori e dove trovi tutto, ma
proprio tutto, il necessario per giocare. Ma, soprattutto, e forse questa è la vera rivoluzione, queste
sale vanno a collocarsi sempre più strategicamente, in ambientazioni particolari: a ridosso o
addirittura all'interno dei Grandi Centri Commerciali, per esempio, che diventano così autentici punti
di aggregazione completa. Dove si va a far la spesa, certo; ma dove si può anche decidere di
trattenersi un'oretta in più: magari per una partita al Bingo, per puntare qualche euro alle Slot
Machines, o per far divertire il pupo con l'ultimo e fantasmagorico videogioco. L'era delle Time City "II
concetto è semplice - spiega Emilio Coppola, giovane rampollo di una dinastia familiare che, con
Neapolis 1799, ha avviato l'operazione di sprovincializzazione del concetto di sala da gioco - nei
nostri locali il pubblico deve poter trascorrere un po' del proprio tempo in un ambiente sereno,
controllato e nel quale trovare apparecchi da intrattenimento che possano risultare divertenti per tutta
la famiglia". Da qui l'idea delle Time City (ce ne sono quattro, attualmente in attività: a Napoli, Ascoli
Piceno, Ostia e Fiumicino), autentici divertimentifici localizzati strategicamente in grandi complessi
commerciali e, magari, nelle adiacenze di strutture cinematografiche multisala, all'interno delle quali
circolano oltre venti milioni di persone ogni anno e dove a lavorare sono oltre centoventi impiegati.
Modello alla 007 "II futuro è questo - spiega Coppola - ne siamo certi. Passiamo un sacco di tempo in
giro per il mondo a studiare i sistemi più evoluti di quello italiano e dopo ogni viaggio apportiamo al
nostro quelle modifiche che reputiamo più utili". Tipo quella che ha portato alla realizzazione di un
Centro di Controllo degno di un film di 007, che abbiamo visitato e dal quale si tengono sotto
osservazione costante le quattro sale attualmente operanti: "Ci sono telecamere ovunque - spiega
Coppola - e, oltre a poter contare sul personale addetto alla sicurezza operante all'interno dei locali,
possiamo monitorare e registrare tutto ciò che avviene, in ogni momento, in ciascuna sala. Le
immagini filmate hanno permesso alle Forze dell'Ordine, per esempio, di trovare un piccolo
scippatore che aveva rubato il portafogli ad un nostro cliente". Al Parco Leonardo di Fiumicino, alle
porte di Roma, opera oggi la più grande sala da gioco italiana: cinquemila metri quadrati, le più
moderne slot machines disponibili sul mercato, i videogiochi più spettacolari, le redemptions (le
macchine che permettono di vincere degli oggetti) più assortite, i totem per l'accettazione delle
scommesse, i biliardi, sedici piste da bowling. "Ma ad ottobre - dice Coppola, sollevando una tenda e
introducendoci in quello che fino a poco tempo fa era il locale riservato alla sala Bingo - questa sarà
la sala più grande d'Europa". Già, perché per la sala Bingo hanno acquistato un capannone di
duemila metri quadrati, adiacente a quello esistente, mentre nel locale in fase di ristrutturazione:
"Realizzeremo il primo, vero, mini casinò italiano". Due sale, separate da una parete di cristallo e da
cinque fontane, una delle due sale riservata ai fumatori, ali ' interno delle quali troveranno posto le
moderne Roulette Elettroniche di recente omologate dai Monopoli, una decina di apparecchi per il
Gratta & Vìnci online, oltre a circa 150 Slot Machines e un bar riservato. "Oltre ad un piccolo palco,
che ospiterà un pianoforte - spiega Coppola - per offrire un piacevole sottofondo musicale". "Ma
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04/09/2007
Beverage Observer
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N. 30 SETTEMBRE-OTTOBRE 2007
questi sono solo i progetti per il futuro immediato. La collaborazione con il Gruppo Caltagirone, che ci
ha permesso di dare il via al progetto di Fiumicino, porrebbe proseguire con la realizzazione di
un'iniziativa analoga a Milano, dove il Gruppo immobiliare sta studiando un progetto edilizio di ampio
respiro nel quale la nostra professionalità potrebbe trovare un valido campo di applicazione".
Vademecum informativo Per aprire una sala giochi è necessario ottenere dal Comune, dove ha sede
l'attività, una specifica licenza che viene concessa a seguito della verifica del possesso dei requisiti
soggettivi del titolare ed oggettivi dei locali destinati a tale forma di attività, fra i quali hanno
particolare rilievo quelli igienico-sanitari e della sorvegliabilità.Ai fini delle attività di prevenzione,
controllo e repressione, è previsto l'obbligo di esporre nella sala giochi la tabella dei giochi proibiti.
Nella domanda devono essere indicati le generalità del richiedente, l'ubicazione dell'esercizio, la
descrizione degli apparecchi e/o giochi che si intendono installare e devono essere dichiarati i
seguenti requisiti: 1. di non aver riportato condanne di cui agli artt. 11 e 92 del T.U.L.RS. approvato
con R.D. 18/6/1931 n. 773 e di non essere sottoposto a sorveglianza speciale o a misura di sicurezza
personale, né di essere stato dichiarato delinquente abituale, professionale o per tendenza; 2. che
non sussistono nei propri confronti cause di divieto, di decadenza o di sospensione, di cui all'art. 10
della Legge 31/5/1965 n. 575 (antimafia); 3. che sarà rispettata l'osservanza della vigente tabella dei
giochi proibiti di cui all'art. 110 comma 1 del T.U.L.RS. ed sposta in luogo ben visibile e leggibile
nell'esercizio; 4. che sussistono i presupposti e i requisiti prescritti della legge per lo svolgimento
dell'attività; 5. che l'installazione dei giochi non reca intralcio agli avventori; 6. di osservare tutte le
disposizioni vigenti in materia. Alla domanda devono essere allegati i seguenti documenti: 1.
dichiarazioni sostitutive di certificazione - antimafia (in caso di società/ associazioni); da effettuarsi
dai soci o persone munite di poteri di rappresentanza o di amministrazione di cui all'art. 2 D.P.R.
252/98; 2. elenco dei giochi installati; > I 3. regolamento dei giochi e depliants illustrativi o fotografie
dei giochi installati; 4. copia dei nulla osta ministeriali; - • f 5. estratto di mappa e n. 2 planimetrie dei
locali quotate in scale 1:100 riportanti il posizionamento degli apparecchi. La disciplina delle sale da
gioco è contenuta negli artt. 86 e 110 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza e negli artt. 174,194 e
195 del relativo Regolamento di esecuzione.
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