egregia energia - Dipartimento di Fisica
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egregia energia - Dipartimento di Fisica
EGREGIA ENERGIA Tutti parlano di energia, ma io ne so ben poco. Mi potrebbe dare qualche idea? Grazie Clelia Francone Cosa sappiamo sull’energia? Riflettendo un momento forse troviamo la nostra risposta fra le seguenti possibili: l’energia costa (la bolletta arriva inesorabilmente nelle nostre caselle postali), rovina l’ambiente (così accade, un po’ più ed un po’ meno per ogni tipo di centrale elettrica), non ce n’è abbastanza (è quasi quotidiano il dibattito sulle nuove fonti energetiche)… . Oppure: c’è l’energia del vento, del sole, del mare, del cibo, elettrica, nucleare, e chi ha qualche ricordo scolastico aggiungerà l’energia potenziale, cinetica, termica, od anche la celeberrima formula einsteiniana E = mc2. L’elenco è lungo e questo dettagliare rischia di aumentare anziché ridurre la confusione. Proviamo dunque a fare un po’ d’ordine. Spesso, quando i fisici decidono di riordinare danno delle definizioni, in modo che quando una persona utilizza un termine tutta la comunità lo interpreti allo stesso modo. Non è un modo troppo originale di procedere, perché tutto il nostro linguaggio si basa su delle definizioni, ma la differenza è che nel linguaggio comune una parola può avere più di un significato (ad esempio: collo del corpo umano, collo di bottiglia, collo da spedire…), oppure essere interpretata in modi differenti (si pensi a tutti sostantivi astratti, come felicità, bellezza, forza…). In fisica questo non succede: ogni termine possiede un significato ben preciso e quando si nomina, ad esempio, il “lavoro”, ogni fisico intende la stessa cosa (che, nel caso specifico, non ha nulla a che vedere con il lavoro inteso come mestiere, o con il lavoro fisico o mentale…). Non è qui la sede per raccontare di come si giunga a queste definizioni e di come esse possano evolvere nel tempo. Ma torniamo all’energia. Il termine energia viene dal greco e significa “dentro il lavoro”), ma contrariamente a quanto detto più sopra, non la si riesce a definire. Quando in alcuni testi se ne trova una definizione, essa è sempre approssimata. Un mio stimato professore di fisica, conscio dell’insoddisfazione dei suoi studenti nel non avere a disposizione una definizione dell’energia, amava dire che energia è tutto ciò che può riscaldare una pentola d’acqua. E’ la miglior definizione che abbia mai sentito. Nonostante questa “difficoltà”, quando i fisici fanno i fisici e parlano di energia, è sicuro che tutti intendono la stessa cosa. Come è possibile? C’è una via diversa per precisare una grandezza fisica ed è considerare le sue proprietà. Vediamo quali sono le proprietà dell’energia. In primo luogo l’energia è caratterizzata da un principio di una semplicità estrema (ricordo che un principio è un’affermazione non dimostrabile): l’energia si conserva. Ciò significa che se si osserva un qualsiasi fenomeno, per un tempo lungo quanto si vuole e per quanto strano esso possa essere, si toverà sempre che c’è una quantità che rimane invariata: l’energia, appunto. Nessuna osservazione ha finora rilevato il contrario: tutta l’energia che si trova in un dato momento e in un dato sistema (comprendendo anche l’ambiente con cui il sistema interagisce), la si trova anche in un altro momento, magari sotto un’altra forma, come preciseremo di seguito. Si usa dire che l’energia non si crea e non si distrugge. Viene allora subito da chiedersi dove sta quindi il problema dell’energia (costa, bisogna “produrla”, non ce n’è abbastanza…)? La risposta risiede nella seconda sorprendente proprietà dell’energia: essa ama “travestirsi”, apparire in forme diverse, pur rimanendo sempre se stessa, cioè energia. E’ una grande attrice. La questione è che se si ha a disposizione Rosaura, ma ci serve Colombina, di Rosaura non ce se ne fa nulla. Le molte maschere dell’energia non sono ovviamente le maschere di Goldoni, ma quelle elencate all’inizio: energia elettrica, eolica, solare, termica, ecc. Quando assistiamo ad un qualsiasi fenomeno, in generale assistiamo contemporaneamente ad una trasformazione di energia da una forma in un’altra. Per capirci meglio, faccio un esempio: se accendete una lampadina perché la stanza è buia, desiderate avere luce (ovvero energia elettromagnetica), ma la lampadina mentre funziona si scalda, quindi parte dell’energia si è trasformata in energia termica che a voi in quel momento non serve affatto. Ecco che avete “buttato via” dell’energia, nel senso che l’avete trasformata in una forma a voi inutile. In questo caso volevate solo Colombina (energia elettromagnetica) e avete avuto anche Rosaura (energia termica). Il costo dell’energia è dovuto anche a questo, al fatto che non è possibile sfruttare al 100% l’energia nella forma di cui ho bisogno. Ma non si era detto che l’energia si conserva? Sì, ma il fatto è che quando “utilizziamo” energia, una parte di essa non solo non viene utilizzata, ma non è più recuperabile: il calore emesso dalla mia lampadina andrà a riscaldare l’aria, ma non potrò più “riacchiapparlo” per far accendere un’altra lampadina. Questo è un fatto ben noto alla comunità scientifica e tecnicamente va sotto il nome di secondo principio della termodinamica. In parole semplici, questo principio dice che quando l’energia si trasforma, essa in parte si “degrada”, cioè non è più riutilizzabile; quando si paga la bolletta, si paga, ovviamente, anche l’energia che non si può sfruttare. Un’altra proprietà dell’energia è che la si può utilizzare in due soli modi: per ottenere lavoro (nel senso fisico del termine) e per ottenere calore. Ma ritorniamo ora all’elenco da cui siamo partiti: c’è l’energia eolica, solare, chimica, elettrica, atomica, nucleare, potenziale, cinetica, termica, …. Ci siamo ripromessi di fare un po’ d’ordine in questo mare magnum e abbiamo tentato di capire cos’è l’energia dalle sue caratteristiche: l’energia si conserva e l’energia può presentarsi e trasformarsi in diversi modi. Cerchiamo ora di capire se tutte le forme di energia hanno davvero una natura diversa una dall’altra. Le cose risultano semplici se consideriamo che sono pochi i sistemi “tipo” che possiedono energia. Eccoli: due cariche elettriche, due masse, un nucleo atomico. Questi sistemi possiedono rispettivamente, energia elettrica (o, più in generale, se le cariche si muovono, si parlerà di energia elettromagnetica), energia potenziale gravitazionale, energia nucleare. Tutte le energie che abbiamo sopra elencato appartengono a una di questi tre tipi. Così, quando mangiamo, estraiamo energia chimica dal cibo, ma questa energia è di tipo elettromagnetico; quando utilizziamo un panello solare, stiamo sfruttando l’energia nucleare fornita dai nuclei presenti nella nostra stella; l’energia rubata al vento è dovuta alle masse d’aria che si muovono grazie alle diverse temperature presenti in zone diverse: ma le diverse temperature sono dovute al riscaldamento solare e dunque, in ultima analisi, la sorgente di energia è la stessa di prima: l’energia fornita dai nuclei del Sole; l’acqua che cade da una cascata o da una diga possiede energia potenziale gravitazionale, ecc…Insomma, se un qualcosa è davvero “energia” essa deve essere riconducibile ad una dei tre tipi di cui sopra. In caso contrario, non è energia. Questo può essere un buon modo per riuscire ad evitare dispendiosi e inutili acquisti da venditori di energia finta. [a cura di Silvia Defrancesco]