amicizia - Grest Veternigo

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amicizia - Grest Veternigo
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AMICIZIA
Questo primo incontro offrirà delle riflessioni sull’esperienza del Grest come AMICIZIA. La storia del GrEst parla di “DJ” come un buon amico, così i ragazzi devono imparare a vivere la vera
amicizia. Anche l’animatore deve essere, o imparare ad essere, un vero e buon amico.
Hai la stoffa del buon amico? Desideri avere amici?
«L‘amicizia fa sì che nessuno canti solo. Anche le stelle del cielo e i fiori della
terra cantano insieme» (P. Claudel)
Da soli no! Da soli non è vita!
Amicizia: un cammino non sempre facile, ma necessario per crescere; un percorso con zone di luce e zone a rischio, che conduce verso mete di grande respiro. Ma attenzione: è in tuo potere far prendere il volo o fare affondare
un’amicizia.
RIFLETTIAMO
1. L’AMICIZIA È CAMMINO!
(Liberamente tratto da: L’amicizia spirituale di Aelredo di Rievaulx, 1110-1167)
L’amicizia è un cammino!
Nell’amicizia vera si progredisce camminando, e si coglie il frutto gustando
la dolcezza della sua perfezione.
Il sentimento di amicizia è stato impresso nell’animo umano dalla natura
stessa. Quindi: l’amicizia è naturale come la sapienza e tutte quelle cose che
sono da desiderare e da praticare per se stesse in quanto buone. (…)
L’amico è necessario, e prezioso è il suo aiuto. Non c’è medicina migliore,
più valida o più efficace per le nostre ferite, che l’avere un amico che venga a dividere con noi i momenti di sofferenza e i momenti di gioia. (…)
Massimo impegno è quello di “essere amato e amare”. La nostra gioia
non nasce dal vantaggio che ci viene procurato dall’amico, ma dal suo amore. (…)
Fonte e origine dell’amicizia è l’amore, poiché ci può essere amore senza
amicizia, ma non ci può mai essere amicizia senza amore. (…)
L’amico è lo sposo dell’anima tua, e tu unisci il tuo spirito al suo, coinvolgendoti al punto da voler diventare con lui una cosa sola; a lui ti affidi come a
un altro te stesso, niente gli nascondi e nulla hai da temere da lui. (…)
Il grande frutto dell’amicizia è quella sicurezza per cui ti metti con fiducia
nelle mani di un amico. Niente caratterizza, infatti, di più e meglio l’amicizia se
non una pace condivisa e la tranquillità del cuore. (…)
Tra coloro che sono uniti nel vincolo dell’amicizia tutto è fonte di gioia, tutto
dà una sensazione di sicurezza, di dolcezza, di soavità. (…)
Quattro sono gli elementi che qualificano in modo particolare l’amicizia:
l’amore e l’affetto, la sicurezza e la gioia. L’amore si manifesta nell’offrire favori e
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servizi con animo benevolo; l’affetto nasce da una piacevole sensazione interiore;
la sicurezza sta nel poter rivelare senza timore o sospetto tutti i segreti e i pensieri dell’intimo; la gioia sgorga dallo scambio dolce e amichevole di tutto ciò che
capita, lieto o triste che sia; di tutto ciò che si pensa, sia esso utile o nocivo; di
tutto ciò che si insegna o si impara. (…)
Per la maggioranza delle persone, il sentimento precede l’amicizia, tuttavia
lo si deve seguire solo a patto che la ragione lo guidi, l’onestà lo moderi, la giustizia lo diriga.
L’amicizia, quindi, è guidata dalla prudenza, sorretta dalla giustizia, custodita
dalla fortezza, regolata dalla discrezione. (…) Se infatti un tuo amico commette
uno sbaglio in pubblico, non è che tu lo debba rimproverare subito e davanti a
tutti; ma, considerato il luogo, bisogna dissimulare, anzi, per quanto è possibile,
salva restando la verità, si deve scusare quello che ha fatto, e aspettare di trovarsi
in un luogo privato e familiare per fargli il rimprovero che si merita. L’amico ha
diritto alla verità, senza la quale lo stesso nome di amicizia non ha alcun valore.
2.
LA FELICITÀ CHE NASCE DALL’AMICIZIA CON GESÙ
Angelus del Santo Padre Benedetto XVI ricordando Santa Gertrude
06 ottobre 2010
Cari fratelli e sorelle,
Santa Gertrude la Grande, della quale vorrei parlarvi oggi, ci porta anche questa settimana nel
monastero di Helfta, dove sono nati alcuni dei capolavori della letteratura religiosa femminile latino-tedesca.
A questo mondo appartiene Gertrude, una delle mistiche più famose, unica donna della Germania ad avere l’appellativo di “Grande”, per la statura culturale ed evangelica: con la sua vita e il suo
pensiero ha inciso in modo singolare sulla spiritualità cristiana. È una donna eccezionale, dotata di
particolari talenti naturali e di straordinari doni di grazia, di profondissima umiltà e ardente zelo per
la salvezza del prossimo, di intima comunione con Dio nella contemplazione e di prontezza nel soccorrere i bisognosi. […]
Mi sembra ovvio che queste non sono solo cose del passato, storiche, ma l’esistenza di santa
Gertrude rimane una scuola di vita cristiana, di retta via, e ci mostra che il centro di una vita felice,
di una vita vera, è l’amicizia con Gesù, il Signore. E questa amicizia si impara nell’amore per la Sacra Scrittura, nell’amore per la liturgia, nella fede profonda, nell’amore per Maria, in modo da conoscere sempre più realmente Dio stesso e così la vera felicità, la meta della nostra vita.
3.
DAI CATECHISMI DELLA CHIESA CATTOLICA
«Nessun uomo è un’isola. La pianta della vita non cresce
nella solitudine di un deserto. Vivere con gli altri non è un fatto
che si può ignorare o rifiutare con una semplice decisione. Fa
parte del nostro essere uomini. Così la vita cresce o è mortificata
attraverso questa ragnatela, sottile ma resistente, di legami che
intrecciamo ogni giorno con gli altri. Se la presenza degli altri è
così essenziale alla vita e alla crescita, è possibile fare progetti solo per se stessi, rifiutando o dimenticando gli altri?». «L’amicizia è un bene che
non ha prezzo, “chi trova un amico trova un tesoro”. Ma i sentimenti più profondi
sono spesso i più delicati ed esigenti; a volte basta una parola o un gesto a ferire
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un amico. Perché tante amicizie durano così poco? Cosa vuol dire essere veramente amici di qualcuno?».
Dell’amicizia si parlerebbe a lungo, senza stancarsi; l’amicizia ci è connaturale, ci sembra facile e spontanea. Invece la vera amicizia è difficile da costruire e
da vivere. Ad ogni età. «Fin da bambini si impara a dire: sei mio amico. Ma viene
l’età in cui amicizia e amore diventano esperienze più profonde e impegnative. I
ragazzi sono alla ricerca di qualcuno con cui confidarsi e condividere progetti e
ideali» (CdR/1, p. 121s; CdR/2 p. 38).
4.
LUCIANO BOTTAN
Liberamente tratto da: Saverio Fassina, “Gli otto segreti del mio amico Luciano”, Collana Mondialità, 2, Ed.
San Liberale Treviso, 2010
DIARIO DI UN GIOVANE COME TE.
(Luciano era nato a Treviso il 1 novembre 1965. Ha lavorato prima come fabbro, poi
nell'Azienda cittadina dell'Esercizio del Gas. Partecipava attivamente alla vita parrocchiale ed a molte iniziative di carattere missionario. Il 20 ottobre del 2000 sulla strada
che porta da N'djamena a Fianga, causa lo scoppio di un pneumatico, l'auto esce di
strada. Luciano perde la vita, e prima di spirare con esile filo di voce afferma quello
che tanto ha desiderato e cercato di vivere: “Sono un laico missionario”).
… “L’uomo deve amare e così si sentirà amato. L’uomo ha una
funzione meravigliosa su questa terra, e piano, piano la sta perdendo.
Se ama riuscirà ad aprirsi a se stesso e ad aprirsi verso gli altri, se non ama si chiuderà
sempre di più in se stesso, avrà sempre più paura.
Anche la solitudine fa spavento, chi è solo si sentirà calpestato da tutti i problemi
che sorgono in questa umanità.
Deve trovare nel prossimo un aiuto, un valido appoggio per superare barriere che
nascono o che si stabiliscono dentro noi. Persone in cui confidare, camminare assieme,
gruppi dove avere uno stesso ideale o cammino da fare.
L’uomo soprattutto deve trovare quella fonte di vero amore, dove attingere quando
è stanco, quando non ce la fa più, quando le forze gli vengono a mancare, quando vede
tutto crollare. Quella fonte, quella vera fonte, limpida, chiara, zampillante, sempre accesa,
fertile e che ci aspetta in ogni momento è Gesù, il Signore Dio” (p. 52).
5.
UN RACCONTO PER RIFLETTERE
LO STECCATO DELL’AMICIZIA
C'era una volta un ragazzo con un brutto carattere. Un
giorno suo padre gli diede un sacchetto di chiodi e gli disse di
piantarne uno nello steccato del giardino ogni volta che avesse
perso la pazienza e litigato con qualcuno.
Il primo giorno il ragazzo piantò 37 chiodi nello steccato.
Nelle settimane seguenti, imparò a controllarsi e il numero di
chiodi piantati nello steccato diminuì giorno per giorno. Aveva
scoperto che era più facile controllarsi che piantare i chiodi.
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Finalmente arrivò il giorno in cui il ragazzo non piantò alcun chiodo nello steccato.
Andò dal padre e gli disse che per quel giorno non aveva piantato alcun chiodo.
Il padre allora gli disse di levare un chiodo dallo steccato per ogni giorno in cui non
aveva perso la pazienza e litigato con qualcuno.
I giorni passarono e finalmente il ragazzo poté dire al padre che aveva levato tutti i
chiodi dallo steccato.
Il padre portò il ragazzo davanti allo steccato e gli disse: ''Figlio mio, bravo, ti sei
comportato bene, ma guarda quanti buchi ci sono nello steccato. Lo steccato non sarà mai
più come prima. Quando litighi con qualcuno e gli dici qualcosa di brutto, gli lasci una ferita come queste. Puoi piantare un coltello in un uomo, e poi levarlo, ma rimarrà sempre
una ferita. Non importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà. Una ferita verbale fa male quanto una fisica”.
Gli amici sono gioielli rari, ti fanno sorridere e ti incoraggiano. Sono pronti ad ascoltarti quando ne hai bisogno, ti sostengono e ti aprono il loro cuore, non deluderli.
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