“Livelli di soddisfazione e prospettive su performance, investimenti

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“Livelli di soddisfazione e prospettive su performance, investimenti
5° Indagine annuale
tra
Casse privatizzate, Fondi Pensione Negoziali e Preesistenti
Su
“Livelli di soddisfazione e prospettive su performance,
investimenti, diversificazione dei patrimoni e rapporti con
gestori e advisor”
A cura del Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali
Itinerari Previdenziali, Milano, Dicembre 2015
1
Premessa
La quinta indagine annuale 2015, condotta da Itinerari Previdenziali sui “Livelli di soddisfazione
e prospettive su performance, investimenti, diversificazione dei patrimoni e rapporti con
gestori e advisor”, si pone l’obiettivo di evidenziare il sentiment, il grado di soddisfazione nelle
gestione delle risorse nonché il tipo di rapporti e il livello di comunicazione tra Investitori
Istituzionali Italiani e i soggetti che offrono servizi e prodotti per la gestione di questi grandi
patrimoni destinati alle prestazioni sociali; all’indagine hanno partecipato, come per gli scorsi anni,
un campione significativo di Casse Privatizzate e Fondi Pensione Negoziali e Preesistenti; i dati
sono stati rilevati dall’analisi delle “Schede Conoscitive” compilate dai responsabili di questi enti
previdenziali. Si riportano di seguito i risultati dell’indagine 2015 comparati con quelli degli scorsi
anni anche per valutarne i trend.
Suddividendo il campione per dimensioni patrimoniali, circa il 45% degli enti intervistati ha un
patrimonio superiore a 1,5 miliardi, il 23,8% tra 900 e 1.500 milioni, il 16,7% tra 300 e 900 milioni
e il 14,3% ha un patrimonio fino a 300 milioni.
Dimensioni patrimonio
100,0
90,0
80,0
70,0
60,0
50,0%
48,5% 45,2
50,0
40,6%
39,4%
40,0
25,0%25,0%
21,9% 24,2% 21,2%
30,0
21,2% 21,2% 23,8
16,7
15,2%15,6% 14,3
20,0
9,4% 9,4%
9,1%
3,1%
10,0
0,0%0,0%
0,0% 0,0
0,0
Fino a 300 300-900 mil 900-1500 mil > 1500 mil
Nessuna
mil
risposta
2011
2012
2013
2014
2015
1. Prima sezione: diversificazione, performance, ALM e funding ratio degli investimenti dei
patrimoni destinati alle prestazioni pensionistiche
Le tre categorie di soggetti intervistati hanno un mix di investimenti che riflette la loro storia e il
livello di regolamentazione stringente per i fondi negoziali, in fase di allineamento per quelli
preesistenti e molto lasco per le casse privatizzate; cosicché, ad esempio, gli investimenti
nell’asset immobiliare, negli ETF, nel private equity e nelle infrastrutture, variano ovviamente tra
Casse Privatizzate (primo livello) e Fondi Pensione Preesistenti Complementari che investono nel
mattone in media il 30% del patrimonio con punte fino al 70%, e i nuovi Fondi negoziali che salvo
un caso non hanno investimenti né in fondi mobiliari né immobiliari chiusi e neppure diretti. Di
seguito le risposte sull’asset allocation:
a)
Come ritiene la diversificazione degli investimenti del patrimonio?
Complessivamente il giudizio è positivo, rispetto al 2014; si riduce il numero di chi considera la
diversificazione del patrimonio insufficiente e sufficiente (complessivamente il 35,7%) mentre
aumenta al 42,85% chi ritiene di avere una “buona” diversificazione; per il secondo anno
consecutivo il 4,8% la considera ottima. Diminuisce il numero delle non risposte.
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Diversificazione degli investimenti
2015
Insufficiente
2014
Sufficiente
Discreta
2013
Buona
2012
Ottima
Nessuna risposta
2011
0%
20%
40%
60%
80%
100%
b) La diversificazione è in linea con l’ALM?
Seppure in lieve calo rispetto all’anno precedente, rimane significativo (50%) il campione che
ritiene la diversificazione degli attivi coerente con gli obiettivi di rendimento necessari al
mantenimento delle “promesse pensionistiche” (ossia le passività) mentre il 21,4% (in diminuzione
rispetto al 21,9% dell’anno prima) ritiene che non lo sia; aumenta la percentuale di chi non dà
alcuna risposta; in genere l’ALM è necessaria per le Casse di primo pilastro mentre è meno diffusa
tra i fondi negoziali che spesso non danno una risposta.
La diversificazione è in linea con l'ALM
100,0
90,0
80,0
2011
70,0
60,0
50,0
53,1%
48,5% 50,0
46,9%
42,4%
2012
33,3%
40,0
25,0%
30,0
2013
36,4%
21,9%
21,4
20,0
28,1%
28,6
24,2%
25,0%
15,2%
2014
2015
10,0
0,0
SI
NO
Nessuna risposta
c) Siete intenzionati ad applicare l’ALM?
Nonostante il 50% affermi che la diversificazione degli investimenti è coerente con l’ALM, un
altrettanto 50% degli interessati, (in trend rispetto agli anni precedenti), ritiene che il proprio ente
dovrà adottare l’ALM nel prossimo futuro. E’ probabile che una parte di coloro che ritengono l’asset
allocation coerente con l’ALM dispongano solo di analisi senza una implementazione effettiva. Il
31,9%, come per la precedente domanda non dà alcuna risposta.
3
Applicazione futura dell'ALM
100,0
90,0
80,0
70,0
60,0
50,0
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
56,3%
56,3%57,6%
54,5%
50,0
2011
2012
40,6%
33,3%
27,3%
21,9%
19,0
31,0
21,9%
12,1%
15,2%
NO
2014
2015
3,1%
SI
2013
Nessuna
risposta
d) Quale pensa sia il valore del Funding Ratio del proprio ente (il rapporto al tempo T tra il
valore attualizzato delle attività e quello delle passività scontate a un tasso coerente)
Aumenta la percentuale delle non risposte anche in questa domanda (47,6%) con un aumento
consistente rispetto all’anno precedente (28,1% nel 2014) e ciò rispecchia il fatto che da noi il
Funding Ratio non è utilizzato né richiesto dalle authority, a differenza di molti altri Paesi Ocse in
cui questo parametro è verificato annualmente dalle autorità di vigilanza. Pure l’elevato
frazionamento delle risposte conferma la scarsa conoscenza dello strumento di controllo della
capacità del patrimonio di far fronte agli impegni pensionistici; le risposte relative al Funding Ratio
superiore al 100% (tra 100 e 105) sono da individuarsi prevalentemente nei fondi contrattuali con
garanzia di capitale e/o rendimento che sono tuttavia sempre meno reperibili dopo le restrizioni sul
mercato assicurativo indotte da Solvency 2.
Valore del Funding Ratio
2015
<70%
2014
<90%
2013
<100%
>100%
2012
Nessuna risposta
2011
0%
20%
40%
60%
80%
100%
e) Pensa che l’asset allocation dovrà essere rivisto in futuro?
La risposta percentuale di coloro che ritengono necessario rivedere l’asset allocation si attesta al
90,5%, in aumento rispetto ai 2 anni precedenti e in linea con il livello raggiunto nel 2012; quindi
nonostante la buona soddisfazione delle performance la situazione dei mercati, con particolare
riguardo al mercato obbligazionario e in parte a quello azionario per via del QE delle banche
centrali e della non ottimale situazione geopolitica, genera la necessità di una revisione degli
assets in cui investire.
4
Revisione futura asset allocation
100,0
90,0
80,0
70,0
60,0
50,0
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
90,6%
78,8%
90,5
78,1%
72,7%
2011
2012
2013
2014
18,8%
12,1%
9,5
3,1%
18,2%
SI
NO
2015
15,2%
6,3%
3,0%
3,1%
0,0
Nessuna risposta
f) Alla luce di quanto fin qui dichiarato si chiede se la performance ottenuta a seguito del
processo di allocazione delle risorse destinate alle prestazioni sia soddisfacente
L’83,3% (in linea con l’84,4% del 2014) ritiene che il rendimento ottenuto sia soddisfacente mentre
solo un 14,3% lo ritiene insoddisfacente; questa risposta potrebbe essere interpretata, se
incrociata con il 90,5% di investitori istituzionali che pensa si debba cambiare l’asset allocation nel
prossimo futuro, come la presa di coscienza della fine di un ciclo positivo per i rendimenti che
tuttavia questi asset non possono più garantire nel futuro prossimo. Si riduce ulteriormente la
percentuale delle non risposte.
Soddisfazione per la performance
100,0
90,0
80,0
70,0
60,0
50,0
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
84,4%83,3
69,7%
71,9%
66,7%
2011
2012
2013
24,2%
SI
21,9%
14,3
15,2%
12,5%
NO
2014
15,2%
9,1%
6,3%
3,1% 2,4
2015
Nessuna
risposta
g) Infine si domanda in quali asset class investe oggi e in quali si vorrebbe incrementare in
un prossimo futuro?
Nell’indagine 2015 è emerso che la maggior parte degli investitori istituzionali investe in “mandati
di gestione” (30,8%) soprattutto obbligazionari; seguono i mandati bilanciati e azionari e gli
investimenti in “fondi immobiliari” (14%, prevalentemente Casse Privatizzate). Seguono a pari
punti i “fondi di private equity” e i “fondi o sicav azionari internazionali” (12%), a breve
distanza i “fondi o sicav obbligazionari governativi, corporate o paesi emergenti” (11,2%). Se
si guarda alle asset class in cui gli investitori istituzionali vorrebbero investire in futuro la
maggioranza dei consensi va ai “fondi immobiliari” (23,9%), ai “fondi di private equity” (22,4%)
agli ETF; scarsa la propensione per i fondi hedge.
5
2. Rapporti con i gestori
La seconda parte dell’indagine riguarda i rapporti tra gli investitori istituzionali e i fornitori di servizi
di gestione (le fabbriche prodotto).
a) Qual è il numero di gestori a cui affidate il vostro patrimonio?
Il 66,7% degli intervistati 2015 affida le risorse ad un massimo di 10 gestori; nella scorsa
rilevazione il dato era pari al 65,6%, ed in crescita rispetto al 2013. Aumenta leggermente rispetto
all’anno scorso la percentuale di chi si avvale tra 11 e 20 gestori (14,3%) e altrettanto forte risulta
la percentuale di investitori che si avvale di oltre 20 gestori rispetto al 3,1% del 2014, ritornando ai
livelli del 2013. L’indagine 2015 evidenzia un aumento del numero di gestori.
Numero Gestori per investitore istituzionale
100,0
90,0
80,0
70,0
60,0
50,0
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
72,7%
65,6%
66,7
54,5%
50,0%
2011
2012
2013
15,2% 14,3
12,5%
9,1%9,4%
18,8%
21,9%18,8%
18,2%
15,2%14,3
15,2%
0,0%
Fino a 10
Da 11 a 20
2015
4,8
3,1%
Oltre 20
2014
Nessuna
risposta
b) Le proposte dei gestori in rapporto alle vostre esigenze sono soddisfacenti?
Sono giudicate buone dal 40,5% degli intervistati e discrete dal 26,2%. Sommando queste due
categorie il risultato è in aumento rispetto a quello dell’anno precedente. I giudizi “sufficienti” si
contraggono leggermente al 21,4% (erano più elevati nelle passate indagini) e così pure gli
insoddisfatti (2,4%). Meno giudizi di “ottimo” (2,4% rispetto al 9,4% della precedente rilevazione) e
meno non risposte; complessivamente un miglioramento rispetto agli anni precedenti.
Qualità delle proposte dei gestori
2015
Insufficiente
2014
Sufficiente
Discreta
2013
Buona
2012
Ottima
Nessuna risposta
2011
0%
20%
40%
60%
80%
6
100%
c) La relazione con i gestori è ...?
Per il 73,8% la relazione con i gestori è positiva (9,5% ottima e 64,3% buona) in continua crescita
rispetto agli anni passati; è probabile che il miglioramento sia dovuto anche alle occasioni di
incontro e di dialogo tra i soggetti istituzionali e i gestori che ovviamente migliora il livello di
comprensione reciproca e fa sì che le esigenze dei primi siano meglio conosciute dai gestori. Il
dato è in linea con quello della precedente domanda sulla soddisfazione per le proposte del
mercato (69%). Si mantiene ridotta l’area della semplice sufficienza e si annulla l’area
dell’insufficienza nella relazione (comunicazioni, incontri, report e assistenza).
Relazione con i gestori
2015
Insufficiente
2014
Sufficiente
Discreta
2013
Buona
2012
Ottima
Nessuna risposta
2011
0%
20%
40%
60%
80%
100%
d) La performance offerta dalle fabbriche prodotto sulle masse in gestione è ...?
Il rendimento offerto è di soddisfazione per l’81% degli interpellati (21,4% performance discreta,
per il 57,1% buona e per 2,4% ottima). La risposta è coerente con quella della domanda 1f, (83,3%
di soddisfatti).
Performance offerte dai gestori
2015
Insufficiente
2014
Sufficiente
Discreta
2013
Buona
2012
Ottima
Nessuna risposta
2011
0%
20%
40%
60%
80%
7
100%
3. Rapporti con Advisor
In questa ultima sezione si chiede ai responsabili degli enti istituzionali, anche alla luce del nuovo
decreto interministeriale sui limiti di investimento e i conflitti di interesse (DM166/2014), di valutare
il livello di rapporti con advisor e risk manager.
a) La prima domanda è: vi avvalete per la vostra attività di asset allocation e selezione
dei gestori di un advisor esterno?
La maggioranza (90,5%), in linea con le percentuali degli anni precedenti, si avvale di advisor per
l’asset allocation e la selezione dei gestori.
Consulenza di un advisor
100,0
90,0
80,0
70,0
60,0
50,0
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
90,5
87,5%87,5%
81,8%
81,8%
2011
2012
2013
2014
12,1%
15,2%
12,5%
12,5%
9,5
SI
NO
3,0%0,0%6,1%
0,0%
0,0
2015
Nessuna
risposta
b) Il rapporto con l’advisor è soddisfacente?
Dalle risposte emerge un rapporto tra ente e advisor che in media appare soddisfacente con un
giudizio buono per il 50% e addirittura ottimo per il 14,3%. Tuttavia, per la prima volta compare il
giudizio di insufficienza (4,8%) mentre aumenta la percentuale di coloro che giudicano il rapporto
discreto; si riduce anche il numero delle non risposte (dal 21,9% del 2014 al 11,9%).
Qualità rapporto con advisor
2015
Insufficiente
2014
Sufficiente
Discreto
2013
Buono
2012
Ottimo
Nessuna risposta
2011
0%
20%
40%
60%
80%
8
100%
c) Con l’ultima domanda si chiede se il fondo si avvale di un risk manager esterno diverso
dall’advisor
La maggioranza dei soggetti istituzionali, 59,5%, dichiara di non avere una funzione esterna di
monitoraggio e controllo del rischio diversa (terza) dall’advisor; quindi il controllo degli obiettivi
rischio/rendimento e quello relativo al “budget di rischio” sono realizzati all’interno, con proprie
strutture, o dallo stesso advisor. Tuttavia, in linea con quanto dovrebbe accadere, aumenta al
38,5% la percentuale di chi si avvale di due soggetti diversi per la consulenza e il controllo del
rischio.
Risk manager diverso da advisor
100,0
90,0
80,0
70,0
60,0
50,0
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
65,6% 71,9%
63,6% 60,6%
59,5
2011
2012
38,1
28,1%
27,3%
24,2%
21,9%
SI
2013
2014
15,2%
6,3%
6,3%
6,1%
NO
Nessuna
risposta
9
2015
2,4