Riassunto tesi specialistica: Povertà e salute

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Riassunto tesi specialistica: Povertà e salute
Giulia Vitali matricola 39007
Riassunto tesi specialistica:
Povertà e salute
In una situazione come quella attuale, condizionata dalla crisi economica
degli ultimi anni, è opportuno approfondire un tema sicuramente
complesso, come quello relativo al rapporto povertà-salute e tutto ciò che
ne consegue.
La povertà può essere considerata una tipologia di disparità di natura
economica, con carattere distributivo , che non è solo legata al reddito, ma
si ripercuote inevitabilmente anche su altri aspetti della vita.
L’Italia, come tutti i paesi sviluppati, mostra un generale invecchiamento
del Paese e un miglioramento della speranza di vita. I flussi migratori
segnano un andamento positivo, nonostante esistano differenti ripartizioni
geografiche.
La povertà, intesa come deprivazione relativa, colpisce persone che vivono
diverse situazioni sociali; il legame tra povertà e salute ha natura circolare,
dato da una serie di relazioni che interessano la «carriera di salute» e la
«carriera di povertà» e che influenzano e sono influenzati da elementi che
compongono la traiettoria biografica della persona.
Nonostante un miglioramento dello stato di salute degli italiani, tuttavia
rimangono disuguaglianze sociali di salute, segno di disparità di ordine
sociale. ciò dimostra che la salute è influenzata dai determinanti sociali.
A partire dal 1978 l’Italia ha adottato un modello universalistico, che fa
propri i principi di uguaglianza, universalità e solidarietà, fondamentali per
il suo funzionamento. È sempre in riferimento a questi che si è abbracciato
il principio di equità verticale, per cui gli individui con uno stato di salute
peggiore degli altri hanno il diritto a trattamenti più favorevoli e si è
assistiti al passaggio verso un accesso ai servizi che tenga in considerazione
sia la congruenza della prestazione sanitaria richiesta con il bisogno degli
utenti, sia delle disponibilità economiche degli individui.
Sempre in tema di universalità è giusto approfondire la tutela della salute
dello straniero.
A partire dalla Legge Crispi del 1890, sono stati numerosi gli interventi
normativi, sia a livello nazionale che internazionale, che hanno portato
all'inserimento nel nostro ordinamento giuridico del diritto alla salute degli
stranieri come diritto inviolabile dell'uomo, senza far nessun riferimento
alla sua nazionalità. Ma è solo negli anni '90, a seguito di un forte flusso
migratorio nel nostro paese, che sono state adottate politiche ed azioni volte
a garantire un accesso eguale all’assistenza sanitaria e all'ampliamento del
sistema di protezione preventiva a favore dello straniero.
Merita particolare attenzione la legge 94|2009 che disponeva l'introduzione
del reato di ingresso e di soggiorno irregolare al quale si collegava la
previsione dell'obbligo di denuncia da parte dei pubblici ufficiali, questa
legge creava una situazione di conflitto, in quanto prevedeva uno specifico
obbligo di denuncia, mentre una legge anteriore disponeva il divieto di
segnalazione. Questa situazione paradossale è stata risolta dalla Circolare n.
12/09, ma nonostante questa specificazione la legge 94/2009, con
l'introduzione del reato di ingresso e soggiorno irregolare, ha originato un
clima di incertezza e di timore nei migranti nei confronti dello Stato e in
particolare nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale.