Percorsi tra arte e psichiatria

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Percorsi tra arte e psichiatria
Percorsi tra arte e psichiatria
Se la follia incontra l’arte:L’Arte irregolare esce dai luoghi della cura ed entra nel mercato
L’Arte irregolare, o Outsider Art, - o, allargando i confini, anche Art Brut - è una forma espressiva nata dagli intensi e
pluriformi rapporti che l’arte e la psichiatria hanno intessuto durante il Novecento. L’Art Brut è intesa inizialmente come
ogni genere di manifestazione ‘bruta’, spontanea e priva di intenzioni culturali, ma nel corso del tempo si definisce
nell’interesse per l’‘arte marginale’ - dei reclusi, degli alienati, dei clandestini, dei fous –.Non è un movimento pittorico in
senso stretto, dunque, ma una definizione ampia che comprende opere di artisti, a volte inconsapevoli, colpiti da gravi
disturbi psichiatrici cui la pittura ha consegnato uno straordinario veicolo di comunicazione.
L’interesse per questa forma espressiva nasce attorno agli anni Venti e si sviluppa su due fronti: da un lato la
psicoanalisi e la psichiatria (che in parte la condanna e in parte se ne interessa) e dall’altro il mondo variegato degli
artisti. Dal versante artistico, i Surrealisti - con Breton, Max Ernst, Paul Eluard – si interessano alle manifestazioni
spontanee dei malati mentali perché leggono nelle loro modalità di dipingere e raffigurare la realtà una vicinanza alla
loro ideologia: l’insofferenza per le categorie logiche convenzionali, i dogmi della critica classica, e l’entusiasmo per
l’inconscio, il sogno, il bizzarro, la provocazione e la rivoluzione. Dal punto di vista psichiatrico, dopo la legge Basaglia e
la caduta della ‘cittadella manicomiale’, l’Art Brut inizia ad affermarsi come pratica terapeutica diffusa. Vengono
organizzati in Italia laboratori Artistici e Terapeutici – gli “Art-Ateliers”/Arte-terapia - all’interno di ospedali psichiatrici in
cui artisti affermati aiutano i malati mentali a tradurre i propri pensieri in forme espressive. L’obiettivo è la riabilitazione
artistica della produzione di questi malati che prevede la partecipazione a mostre in spazi pubblici e privati, la vendita
dei propri lavori, l’apertura di conti correnti personali agli artisti, un’intensa attività promozionale, la pubblicazione di
cataloghi, saggi critici, in modo da reinserire i soggetti nel flusso della vita quotidiana. L’ospedale Fatebenefratelli di San
Colombano (grazie agli artisti Adriano e Michele), il San Giacomo di Verona, la Vinaia, l’Ospedale di Genova (grazie
soprattutto a Claudio Costa), l’Istituto per le materie e le forme inconsapevoli all’ospedale di Quarto, sono alcune delle
realtà ospedaliere che, in questi anni, si sono a fondo impegnate, grazie all’aiuto di professionisti illuminati, nell’Arte
Terapia.
Grazie anche all’Art Brut, la storia dell’arte si sta liberando dei vincoli dell’estetica tradizionale, della sterile opposizione
tra arte colta/ufficiale e arte non-colta, riuscendo a formulare un nuovo statuto disciplinare in cui tutte le pratiche
artistiche facciano parte della storia dell’arte moderna. Testimonianza ne sono le numerose mostre organizzate in questi
anni: da Lanormalità dell’arte a Milano, a Figure dell’anima a Pavia e poi a Genova, a Arte necessaria dell’Ospedale di
Sospiro, sino all’asta di Outsider art in Italia. Inoltre gli Art Ateliers ospitano da qualche tempo nelle loro sedi eventi,
mostre e allestimenti di artisti al di fuori della realtà ospedaliera dando vita a interessanti contaminazioni con gli artisti
malati, facendo da trait d’union tra la realtà degli istituti e quella esterna. Non ultimo segno dell’inversione di rotta, la
decisione di organizzare in Italia – a Bergamo - la Mostra Internazionale di Outsider Art del 2006, dove si potranno
apprezzare, oltre agli outsider italiani, anche alcuni nomi storici dell’arte irregolare di tutto il mondo, che racconteranno
un’avventura del pensiero visivo che coinvolge estetica, psicopatologia e terapia.
di Stefania Battistini
Longagna Desirée