L`ASINO E IL CAVALLO
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L`ASINO E IL CAVALLO
L'ASINO E IL CAVALLO Ecco viene a te il tuo re, giusto, vit tori oso, umile, cavalca un asino… Farà sparir e il carro d a gu erra e il cavallo, e l’arco da guerra sarà spezzato. ( Zaccaria 9, 9-10) Siamo abituati a connettere questo o racolo del profeta Zaccaria a una scena a n o i familiare, quella dell’ingresso trionfale di Ge sù a Gerusalemme. Ed effettivamente Cristo avanza su un ’asi na accompagnata d a un pu ledro e l’evangelista Matteo subito anno ta : «Questo avvenne perché si compisse ciò che e ra stato detto per mezzo del profeta…» (21 , 4-5) e si fa seguire l a prima parte del fr am m en to che stiamo esaminando insieme. Ebb ene , vorrei porre innanzitutto l’accento prop rio su q uella cavalcatura che ai nostri occhi ri sulta modesta, l’as ino, e sull ’altro animale ch e per noi sarebbe molto più degno di un sovrano , il nobile ed elegante cavallo. Ora, si deve ricordare che l’a sino era la cavalcatura dei principi e dei re in tempo di pace, mentre il cavallo col suo incedere potente e fulmineo era più adatto alle campagne militari. Di quest’ultimo Gio bb e ci ha lasciato un ritratto folgorante: «Scalp ita nella valle superbo, con impeto va i nco nt ro alle armi. Disprezza la paura, non teme né retrocede davanti alla spada. Su di lui t intinna la faretra, luccica la lancia e il giavello tto . Eccitato e furioso, divora lo spazio; al suo no del corno non riesce a trattenersi. Al p rimo squillo nitrisce: Aah…! E da lontano fiut a la b attaglia, le urla dei comandanti, il grid o di guerr a» (39, 21-25). Il r e che Zaccaria tratteggia ha or m ai i lineamenti messianici, e la sua no n è un’opera di distruzione ma di pacifica zione e per questo sceglie l’asino come cavalcatu ra. Significativi sono, inf atti, due gesti che e gli compie. Primo atto: abolisce l’esercito e g li armamenti, e li minando carri da guerr a e a rchi da combattimento. È un po’ quello che sognava Isaia come ultima meta messianica: «Spezzeranno le loro spade e ne farann o aratri, trasformeranno le loro lance i n f alci. Una nazione non alzerà più la spada co ntro un’altra, non ci saranno più esercitazioni militari» (2,4). C’è, però, anche un secondo a tto che questo re at teso e sperato metterà nel suo programma di governo. Egli da rà il via a una diplomazia de lla pace, come si legge nella riga che segue il testo da noi citato: «annuncerà la pace alle n azioni». Si inaugura, così, un nuovo o rdin e di rappor ti int ernazionali, «da mare a ma re, d al Fiume ai confini della terra», ossia in tutta la mappa geopolitica di allora, dal m ar Mo rt o al Mediterraneo, dall’Eufrate fin all’attua le Gibilterra, con siderata come la frontier a est re ma della terra. Che questo sovrano sia b en diverso dai politici dell a storia – e quind i da gli stessi re di Giuda – appare dai tre titol i ch e il profeta gli a ssegna. Il primo attri buto è «giusto», n on solo perché «renderà giustizia al popolo e ai poveri secondo il diri tt o» ( Salmo 72, 2) , ma soprattutto perché in lui brillerà la giustizia divina che è sinoni mo di salvezza e benedizione. In secondo luogo egli è «vittorioso» , in ebraico si ha la radice del verbo “salvar e”, p er ché su di lui risiede la protezione divina ch e lo custodisce dal mal e che lo assedia. I nf in e, il r e messianico sarà «umile», in ebraico ‘anî, cioè povero, sempl ice, lontano dall’a rro ga nza e dalle prevaricazioni del potere, simile a l «popolo umile e povero» ( Sofonia 3,12 ). Qu an do all’orizzonte avanzerà un tale sovrano , si udr à un canto di gioia corale: «Esulta gr andemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme », dichi ara infatti Zaccar ia in ap er tura al nostro frammento biblico. -1- -2-