Territorio: come è bella la città?

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Territorio: come è bella la città?
8/4/2016
Territorio: come è bella la città?
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Territorio: come è bella la città?
Giorgio Vittadini
v enerdì 1 aprile 2 01 6
La sfida elettorale in program m a nei prossim i m esi v ede im pegnati alcuni dei più grandi com uni
italiani, tra cui Rom a, Milano, Torino, Bologna, Napoli, Cagliari e Bolzano.
Con queste elezioni div enterà poi esecutiv a l'istituzione delle città m etropolitane, fatto che riguarda
tutti gli attuali capoluoghi prov inciali e dunque il ruolo di questi Com uni sta per div entare sem pre più
im portante nella concezione, nell'uso e nella salv aguardia del territorio. Un tem a, quello dell'uso
razionale e rispettoso dell'am biente e di tutto il territorio, destinato finalm ente ad afferm arsi com e
im prescindibile per il benessere dei cittadini.
A questo riguardo, nella storia del nostro Paese occorre distinguere e separare il loglio dal grano.
Il "grano" è stato quel m odello che, dalla fine della Seconda guerra m ondiale, da una parte ha consentito
a un gran num ero di italiani di av ere una casa di proprietà (circa il 7 6 % dei cittadini oggi possiede
un'abitazione), pur non disponendo di grandi som m e di denaro; dall'altra, ha fatto nascere grandi opere
infrastrutturali – una per tutte l'Autostrada del Sole - che hanno cam biato il v olto del Paese.
L'esperienza di grandi im prese e m aestranze italiane è stata protagonista in tutto il m ondo, basti
pensare al contributo nella progettazione della diga di Assuan in Egitto e nella progettazione e
realizzazione della diga di Kariba nello Zam bia.
Il "loglio" è stato inv ece quell'intreccio tra palazzinari, costruttori senza scrupoli, politici intrallazzati,
funzionari com piacenti che dura, in parte, tuttora e che ha prodotto cem entificazione delle coste,
speculazione edilizia selv aggia, disboscam enti con conseguenti frane, incanalam ento dei fium i
all'origine di alluv ioni, edificazione di enorm i periferici quartieri-dorm itorio.
Secondo i più recenti dati ISPRA in Italia si continua a consum are il suolo in m odo sconsiderato, con una
m edia di 55 ettari al giorno e una v elocità tra i 6 e i 7 m etri quadri al secondo.
E' dunque più che lecito chiedere a chi è in cam po nella sfida elettorale che cosa v uole, se il grano o il
loglio.
Alcuni esem pi in atto, oltre a chiarire ulteriorm ente la posta in gioco, m ostrano un fattore decisiv o: la
possibilità che schieram enti politici anche opposti arriv ino alle m edesim e conclusioni, spinti
dall'interesse per il bene com une.
Nel 1 9 9 0 la Regione Lom bardia con una legge innov ativ a istituiv a il Parco Agricolo Sud Milano, una
superficie di 4 7 .04 4 ettari e un territorio che si estende dalla Valle del Ticino a quella dell'Adda e in cui
operano circa 1 4 00 aziende agricole. In questo m odo si m ettev a un ev idente freno alla cem entificazione
di un'area che fa da cintura alla città. Nel nov em bre 2 01 4 poi, in ottem peranza alle disposizioni UE che
chiedono "un consum o netto di suolo zero" entro il 2 050, è stata approv ata una legge sul consum o di
suolo (il cosiddetto "patto per lo sv iluppo sostenibile del territorio). Grazie a questa legge per i successiv i
tre anni è stato im posto il div ieto di costruire sul suolo agricolo, m entre l'introduzione del concetto di
Bilancio ecologico del suolo perm ette l'occupazione di spazi liberi solo com pensandoli con "il ripristino ad
usi agricoli e sem inatura di aree di pari superficie in precedenza urbanizzate e im perm ealizzate".
Qualcosa di sim ile è accaduto in Sardegna. Nel settem bre 2 006 , con un successiv o adeguam ento nel
2 01 4 , è stato approv ato il Piano paesaggistico regionale "redatto ai sensi del Codice dei beni culturali e
del paesaggio": da allora, fra le altre cose, non si può costruire nella fascia dei trecento m etri dalla
battigia. E' il prim o interv ento del genere a liv ello nazionale secondo cui il paesaggio incontam inato
della Sardegna è di per sé un v alore unico e per questo com petitiv o, in un m odello di turism o (e più in
generale di sv iluppo econom ico) che punta sulla tutela dell'am biente naturale.
Ci sono poi esem pi di effettiv a collaborazione ideale bipartisan che hanno funzionato, com e quello di
Milano.
Grazie all'idea di collaborazione tra priv ato e pubblico, nel periodo 1 9 9 7 -01 nell'era Albertini
l'assessorato Sv iluppo del territorio (ex Urbanistica ed edilizia) ripensa in grande Milano:
riqualificazione di sette aree industriali dism esse, rim ozione dei v incoli che im pediv ano la costruzione in
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altezza senza cui non si sarebbero m ai potuti costruire i nuov i grattacieli; rilancio della Fiera (ferm a dal
1 9 9 4 ) con la costruzione di quella di Rho; inv estim ento di oltre 1 82 m ilioni di euro con l'istituzione di
otto m ilioni e m ezzo di m etri quadrati di nuov i spazi v erdi.
Con la seconda Giunta Albertini si procede nella logica di partenariato tra un Com une non burocratico e
non statalista e un priv ato che v uole collaborare con regole chiare e trasparenti. Nella città m eneghina
accade quindi qualcosa di inusuale. In un quadro in cui l'alternanza tra partiti div ersi, tanto inv ocata
dai m edia com e segno di dem ocrazia, è stata sem pre l'annullam ento di ciò che di buono era stato fatto in
precedenza, la giunta Pisapia introduce m odifiche che non strav olgono l'im postazione degli interv enti
proposti dalla giunta precedente: il nuov o regolam ento edilizio che ha introdotto regole sulla qualità e
sul risparm io energetico degli edifici, la v alorizzazione di parti della città dism esse e abbandonate da
anni com e la Darsena (inizio dello scoperchiam ento dei Nav igli v oluto dal 9 7 % dei cittadini), una nuov a
politica dei parchi urbani, la continuazione dei program m i di housing sociale per giov ani, anziani,
studenti, m eno abbienti, in collaborazione sussidiaria con soggetti non profit.
La partita è grossa in v ista dell'inizio dell'attiv ità, com e detto all'inizio, delle città m etropolitane. Non
significa v oler essere luddisti a ogni costo, m a pensare al territorio com e res communitatis di cui godere
tutti, non res nullius da distruggere da parte di alcuni. Per poter dire finalm ente conv inti, m a senza
l'am ara ironia di Gaber: "com e è bella la città…".
PS. Dopo il m io editoriale "Meglio Sussi che m orti!" m i è arriv ata la m ail di un lettore che chiede
spiegazioni sul num ero di v isitatori unici del sussidiario. Ho parlato nell'articolo di quasi 1 1 m ilioni di
utenti unici raggiunti nel m ese di febbraio (per l'esattezza 1 0.9 9 8.09 7 ) che hanno rappresentato un
record per il nostro giornale. I dati che v i ho riportato sono certificati da Google Anality cs e non da
Audiweb, a cui il sussidiario non aderisce.
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