Opere per il convogliamento del refluo dell`Impianto di Depurazione

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Opere per il convogliamento del refluo dell`Impianto di Depurazione
Opere per il convogliamento del refluo
dell’Impianto di Depurazione di Cassano
delle Murge (BA) nel ricettore “Lama
Badessa”
STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
SINTESI NON TECNICA
PROPONENTE:
ACQUEDOTTO PUGLIESE S.P.A.
Sede legale: Via Cognetti, 36 – 70121 Bari
DIREZIONE INDUSTRIALE
Progettazione e Costruzione
Il Direttore Tecnico:
Ing. Raffaele Andriani
PROGETTISTA INCARICATO:
A.T.P. VTC
Via Michele Mitolo, 11/A - 70124 Bari
tel 3358488222/ fax 0805442822
[email protected]
Il Capogruppo:
prof. Gino VONGHIA
Componenti:
arch. phd. Mariangela TURCHIARULO
dott. ing. Francesco CORVACE
AQP Spa- Opere per il convogliamento del refluo dell’Impianto di Depurazione di Cassano delle Murge (BA) nel
ricettore “Lama Badessa”
Sintesi non tecnica
Sommario
1.
PREMESSA ............................................................................................................................................. 3
1.1 Iter procedimentale per il conseguimento del parere di compatibilità ambientale ............................. 4
2.
INSERIMENTO DELL’OPERA NEL CONTESTO ........................................................................................ 6
2.1
Inserimento nel quadro della pianificazione territoriale............................................................... 6
Piano Urbanistico Territoriale Tematico del Paesaggio ................................................................................ 6
Piano di Assetto Idrogeologico ...................................................................................................................... 7
Strumento Urbanistico Generale................................................................................................................... 9
Piano di Tutela delle Acque ......................................................................................................................... 10
Conclusioni .................................................................................................................................................. 11
2.2
Inserimento nel quadro progettuale ........................................................................................... 12
Il ciclo integrale dell’acqua .......................................................................................................................... 12
Area di pertinenza tecnica delle opere di scarico ....................................................................................... 14
Descrizione del processo produttivo: depurazione ed emissione del refluo .............................................. 15
Descrizione degli interventi di adeguamento.............................................................................................. 17
Conclusioni .................................................................................................................................................. 17
2.3
Inserimento nel quadro ambientale ............................................................................................ 18
Generalità .................................................................................................................................................... 18
Conclusioni .................................................................................................................................................. 19
3.
L’IMPATTO AMBIENTALE .................................................................................................................... 20
3.1
Stima e la quantificazione dell’impatto ....................................................................................... 20
individuazione delle componenti ambientali .............................................................................................. 21
Lista dei fattori d’impatto ............................................................................................................................ 21
Considerazione di scenari alternativi .......................................................................................................... 22
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Il risultato dell’elaborazione e gli scenari di impatto .................................................................................. 23
4.
CONCLUSIONI........................................................................................................................ 24
5.
LE MISURE DI MITIGAZIONE PROPOSTE ED IL MONITORAGGIO ............................................... 27
Misure di mitigazione .................................................................................................................................. 27
Piano di monitoraggio: misure ed azioni ..................................................................................................... 28
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1. PREMESSA
La presente sintesi non tecnica è redatta ai sensi del Testo Unico dell’ambiente (D.lgs
152/2006 e modificazioni successive, di seguito T.U.), in particolare da quanto previsto
all’art.22, comma 5, per il quale : “Allo studio di impatto ambientale deve essere allegata una
sintesi non tecnica delle caratteristiche dimensionali e funzionali del progetto e dei dati ed
informazioni contenuti nello studio stesso inclusi elaborati grafici. La documentazione dovrà
essere predisposta al fine consentirne un'agevole comprensione da parte del pubblico ed
un'agevole riproduzione”.
Si riporteranno pertanto, di seguito, le informazioni principali contenute nello Studio di
Impatto Ambientale, con lo sforzo di rendere estremamente comunicabili anche i risultati
presentati, attraverso un processo di generale sintesi e semplificazione.
Lo studio ha avuto come obiettivo principale quello di individuare il profilo completo di
compatibilità ambientale del disegno progettuale relativo alle opere di scarico dell’impianto di
depurazione in Cassano delle Murge, in provincia di Bari.
Detto impianto di depurazione serve l’abitato di Cassano delle Murge, di circa 13.000 abitanti,
per una potenzialità complessiva di 16.000 Abitanti Equivalenti1 e portata unitaria di 228 l/ab*d
e prevede le seguenti unità impiantistiche:
- Linea acque: grigliatura, misura delle portate, equalizzazione e sollevamento, miscelazione
reagenti e flocculazione, sedimentazione primaria, denitrificazione, ossidazionenitrificazione, sedimentazione secondaria, disinfezione con ipoclorito di sodio, stazioni per
trattamento terziario (filtrazione e disinfezione a raggi UV);
- Linea fanghi: sollevamento fanghi di ricircolo e supero, sollevamento fanghi misti primari,
preispessimento fanghi misti, digestione anaerobica, disidratazione meccanica con nastro
pressa, letti essiccamento di emergenza;
- Opere di scarico: collettore a gravità in PVC di DN 300m che convoglia l’effluente depurato
ed affinato dell’impianto al recapito finale;
Le unità evidenziate con sottolineatura rappresentano gli interventi di adeguamento a cui si
intende sottoporre l’impianto già esistente; il presente studio guarderà alle conseguenze sul
piano ambientale di detti interventi, con particolare riguardo alle opere di scarico nel recapito
Con il termine abitante equivalente (a.e.) viene indicato, nel campo dell'ingegneria sanitaria, il carico organico
biodegradabile convogliato in fognatura, in un giorno, dovuto alla normale attività di una particolare utenza civile (o
assimilabile a questa) (da “Wikipedia”)
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finale, in considerazione della loro diretta interfaccia con l’ecosistema e della maggiore
possibilità di esprimere impatti di area vasta.
1.1
Iter procedimentale
compatibilità ambientale
per
il
conseguimento
del
parere
di
L’ allegato IV alla parte II del T.U. "Progetti sottoposti alla verifica di assoggettabilità di
competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano" prevede, alla voce
“7.v”, la seguente dicitura: “impianti di depurazione delle acque con potenzialità superiore a
10.000 abitanti equivalenti” quale tipologia a cui riportare l’intervento progettuale di cui
trattasi.
Con la stessa definizione (riportata alla lettera B2 am) l’intervento è sottoposto all’obbligo
della Procedura di Verifica di Assoggettabilità a VIA, anche ai sensi della normativa regionale LR
11/2001 e s.m.i.
La procedura di “Verifica di Assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale” consiste nel
verificare appunto, da parte dell’autorità ambientale competente al rilascio del parere
ambientale finale, se l’opera sottoposta a valutazione è meritevole di parere favorevole anche
senza seguire il più complesso iter di Valutazione di Impatto Ambientale vero e proprio.
La Società AQP SpA ha presentato istanza di verifica di assoggettabilità presso il Servizio
Ambiente della Provincia di Bari nel marzo del 2009, relativamente al progetto preliminare per
l’adeguamento dell’impianto di depurazione esistente e per la realizzazione del recapito finale.
Detto Servizio, sulla scorta della documentazione acquista, degli atti amministrativi ed in
particolare dei pareri favorevoli con prescrizioni espressi dall’Autorità di Bacino della Puglia e
dal Comune di Cassano delle Murge, esprimeva con Determinazione n. 608/AMB del 6 ottobre
2009 parere di assoggettamento dell’intervento alla procedura di Valutazione di Impatto
Ambientale.
Le motivazioni istruttorie poste alla base della decisione dirigenziale sono, preminentemente,
quelle che seguono:
- possibili impatti derivanti dalla selezione di Lama Badessa come corpo ricettore dei reflui
depurati;
-la necessità che gli attesi impatti ambientali richiedano “onde consentirne l’approfondimento
e valutarne la significatività ed eventualmente le opportunità di mitigazione, uno studio di
impatto ambientale che consenta di valutare, tra l’altro, capacità, efficienza ed efficacia dei
recapito finale, …”
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Il procedimento quindi passa da quanto previsto dall’art. 20 del T.U. (Verifica di
assoggettabilità a VIA), a quanto previsto agli articoli 21 e successivi (Valutazione di Impatto
Ambientale), per cui, ad oggi, esso prevede la redazione di uno Studio di Impatto Ambientale
che dovrà essere pubblicato, per dare poi avvio alle successive fasi di consultazione, decisione,
monitoraggio e quant’altro previsto agli effetti di legge.
La progettazione di riferimento per il presente studio è, in questa sede, la progettazione
definitiva/esecutiva delle opere, che ha confermato le soluzioni progettuali illustrate sinora.
Il provvedimento reso dalla Provincia di Bari (DD 608/AMB/2009) con il quale l’Ente ha inteso
sottoporre a VIA il procedimento per il conseguimento parere di compatibilità ambientale
dell’intervento di adeguamento dell’impianto di depurazione è infatti principalmente motivato,
come meglio ripreso nel paragrafo successivo, dalle conseguenze del rilevo emerso in fase
istruttoria, per cui l’utilizzo della Lama Badessa come corpo ricettore dei reflui depurati “è
fattore dal quale possono derivare significativi impatti”.
L’effluente trattato nell’impianto confluisce infatti all’interno della Lama Badessa, attraverso
un tracciato che si sviluppa in sede propria per una lunghezza totale di circa 330, 0 m, tramite
una condotta DN 300 in PVC, ed una trincea della lunghezza di 47 m circa rivestita con
materassi di protezione riempiti di pietrame di idonea granulometria.
Oggetto del presente studio sono, quindi, gli effetti ambientali comportati dall’attività di
immissione del refluo nel ricettore naturale, dovuti al vettore fluido in uscita dall’impianto di
trattamento attraverso l’intera opera di collettamento.
Il ricettore naturale indagato è senz’altro la Lama Badessa, destinatario diretto del refluo civile
depurato, ma lo studio si estende a considerare l’intera asta che si realizza attraverso la
connessione della lama stessa con il sistema principale, dato dal Torrente Picone e dal suo
bacino idrografico.
La “lama Badessa” propriamente detta è un impluvio inciso in una lama profonda e svasata
(con larghezza compresa tra 50m – 200 m) generata da un corso d’acqua di regime
prevalentemente torrentizio; essa si sviluppa dal pianoro a valle dell’abitato di Cassano per
sfociare, dopo circa 30 km, in corrispondenza del Canale deviatore Lamasinata.
Il Piano regionale di Tutela delle Acque (in acronimo PTA), come integrato da successive
disposizioni della Struttura tecnica commissariale ha previsto, per l’impianto di depurazione di
Cassano delle Murge, proprio Lama Badessa quale “recapito di scenario futuro”, in relazione
all’impianto Cassano delle Murge “nuovo” da distinguersi dall’impianto vecchio.
In particolare la stazione dei pre-trattamenti fisico-meccanici è dislocata circa 1 km più a sud
ovest, in linea d’aria, mentre la nuova stazione più a nord è quella direttamente tributaria del
refluo da conferire alla Lama. La soluzione progettuale, da sottoporre al vaglio della
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compatibilità ambientale attraverso il presente studio, si presenta, pertanto, come quella già
inserita nel quadro programmatico generale.
2. INSERIMENTO DELL’OPERA NEL CONTESTO
2.1 Inserimento nel quadro della pianificazione territoriale
In questa sezione viene analizzata la compatibilità dell’intervento rispetto alle previsioni e
prescrizioni di piani e programmi agenti nell’area in cui ricade il sito di interesse.
Piano Urbanistico Territoriale Tematico del Paesaggio
Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico (di seguito PUTT-p o PUTT) della Regione Puglia non
riporta nell’elenco dell’idrologia superficiale la Lama Badessa (ramo del Torrente Picone).
Questa viene altresì evidenziata nella cartografia riguardante le emergenze geomorfologiche
del territorio come reticolo fluviale, inscritta tra ripe fluviali.
Tuttavia, nel nuovo elenco suppletivo (al numero 42) della Provincia di Bari del 12.11.1936
(che integra quello approvato con R.D. 21.03.1929), la Lama Badessa, o secondo ramo del
Torrente Picone, è inserita quale acqua pubblica. I limiti entro cui il corso d’acqua si ritiene
pubblico, dunque vincolato, sono così descritti: «dallo sbocco del torrente Picone ad Ovest di
Carbonara e Ceglie ad Est di Bitritto e Sannicandro al ponte di Cicerino presso Cassano fino alla
rotabile Cassano-stazione Mellito.»
Le acque pubbliche sono quelle che hanno acquistato o acquistano attitudine ad usi di
pubblico interesse generale e sono censite proprio tramite l’iscrizione in elenchi provinciali.
Ai fini della tutela dei corsi d’acqua e dell’applicazione delle prescrizioni di base, per le aree
esterne ai “territori edificati”, il PUTT/P individua due differenti regimi di salvaguardia relativi
alla:
- “area di pertinenza” comprensiva nel caso di fiumi e di torrenti, dell’alveo e delle sponde o
degli argini sino al piede esterno; nel caso delle gravine e delle lame, dell’alveo (ancorchè
asciutto) e delle scarpate/versanti sino al ciglio più elevato;
- “area annessa” a ciascuno dei due perimetri dell’area di pertinenza dimensionata in
rapporto alla classe di appartenenza ed alle caratteristiche geografiche e geomorfologiche del
sito. In assenza di sottopiani e di strumenti urbanistici generali, l’area si ritiene formata, per
ciascuno dei due perimetri, da una fascia della profondità opportuna.
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Per quanto riguarda l’intervento di adeguamento e messa in funzione del depuratore a
servizio dell’abitato di Cassano delle Murge, le prescrizioni di tutela previste dal PUTT/P per la
fascia di rispetto (previste dall’art. 3.08.04 delle Norme Tecniche del Piano) non possono
intendersi violate: rispetto allo stato dell’arte e a quanto già configurato nel territorio, il
processo di adeguamento dell’impianto esistente non incide (in termini di sovraccarico) sulle
disposizioni di tutela né determina attività produttive ed antropiche incompatibili con le stesse.
L’area di rispetto del depuratore di Cassano delle Murge non è soggetta al Decreto Galasso
che si propone di classificare le bellezze naturalistiche in base alle loro caratteristiche peculiari
suddividendole per classi morfologiche.
L’area di intervento non è compresa all’interno di aree caratterizzate come SIC o ZPS ai sensi
delle direttive 79/409 CE (cosiddetta Direttiva Uccelli) e 92/43 CE (cosiddetta Direttiva habitat)
concernenti rispettivamente la conservazione degli uccelli selvatici e quella degli habitat
naturali e seminaturali.
L’area non è compresa nella delimitazione di alcuna area protetta né nazionale (Legge n. 394
del 6.12.1991; “Legge quadro sulle aree protette”) né regionale (Legge Regionale n. 19 del
24.7.1997; “Norme per l’istituzione e la gestione delle aree naturali protette nella Regione
Puglia”).
L’area non è interessata da vincoli rivenienti dalla Legge n° 1089 del 1.6.1939 (“Tutela delle
cose d’interesse storico ed artistico”), né su di essa prospettano immobili di interesse storico o
artistico.
Piano di Assetto Idrogeologico
Come stabilito dalla Legge 183/1989, per bacino idrografico si intende l'ambito fisico di
pianificazione che consente di superare le frammentazione e le separazioni finora prodotte
dall'adozione di aree di riferimento aventi confini meramente amministrativi. Strumento di
governo del bacino idrografico è il Piano di bacino, che si configura quale documento di
carattere conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e
programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, difesa e valorizzazione
del suolo e alla corretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed
ambientali del territorio interessato.
La Regione Puglia, nell'ambito degli adempimenti previsti dalla Legge 183/89 ha:
1. definito i bacini regionali (DGR N. 3128 del 28/05/1990);
2. approvato gli schemi previsionali e programmatici elaborati con le Regioni limitrofe
per i bacini interregionali;
3. individuato le carenze conoscitive;
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4. definito il programma delle attività connesse con la redazione del Piano di Bacino
regionale;
5. approvato gli schemi previsionali e programmatici relativi ai bacini regionali ed
interregionali;
6. ridefinito gli ambiti territoriali delle singole Autorità di Bacino e i relativi organi;
7. adottato il Piano Straordinario degli interventi urgenti ai sensi del Decreto "Sarno".
Con Legge Regionale N. 19/2002 viene istituita l'Autorità di Bacino della Puglia con
competenza territoriale sui bacini regionali e su quello interregionale dell'Ofanto.
Il Piano di Assetto Idrogeologico, piano stralcio del Piano di Bacino, è stato adottato dal
Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino della Puglia con Delibera N. 25 del 15 Dicembre
2004 e approvato in via definitiva con Delibera del Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino
della Puglia N. 39 del 30 Novembre 2005.
il Piano definisce:
- aree ad alta probabilità di inondazione (AP) come quelle aree soggette ad essere allagate
con una frequenza (tempo di ritorno) inferiore a 30 anni;
- aree a media probabilità di inondazione (MP) come quelle aree soggette ad essere allagate
con una frequenza (tempo di ritorno) compresa tra 30 e 200 anni;
- aree a bassa probabilità di inondazione (BP) come quelle aree soggette ad essere allagate
con una frequenza (tempo di ritorno) compresa tra 200 e 500 anni.
Per quanto riguarda la pericolosità geomorfologica, invece, sono state definiti tre livelli di
pericolosità crescente indicati come PG1, PG2 e PG3:
- aree a pericolosità geomorfologica molto elevata (PG3);
- aree a pericolosità geomorfologica elevata (PG2);
- aree a pericolosità geomorfologica media e moderata (PG1).
Nel caso di studio, solo una minima porzione (quella a Sud) del fabbricato esistente (ubicato
nella periferia Nord-Est di Cassano delle Murge) e destinato ad accogliere le nuove sezioni di
impianto, così definito, “nuovo”, ricade all’interno di un’area ad Alta Pericolosità Idraulica (AP).
Non essendo presenti fenomeni legati a movimenti franosi, il PAI non individua aree con
pericolosità geomorfologica.
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Nelle aree che non rientrano nella perimetrazione del PAI è possibile realizzare tutti gli
interventi previsti dagli strumenti di governo del territorio, purché siano realizzati in condizioni
di sicurezza idraulica in relazione alla natura dell’intervento.
Le opere oggetto del presente studio sono qualificabili come opere a rete di interesse
pubblico, quindi consentite nelle aree a diverso grado di Pericolosità Idraulica ai sensi degli artt.
6, 7, 8 e 9 delle NTA, poiché essenziali e non diversamente localizzabili.
In accordo con l’art. 4 comma 3 delle NTA del PAI, nelle aree a pericolosità idraulica tutti i
nuovi interventi devono essere tali da migliorare o comunque non peggiorare le condizioni di
funzionalità idraulica e, secondo il successivo art. 5, sono consentiti gli interventi idraulici e le
opere idrauliche per la messa in sicurezza delle aree e per la riduzione o l’eliminazione della
pericolosità. Infine, secondo l’art. 7 comma 1 lettera d), nelle aree ad alta pericolosità (AP) sono
consentiti:
«interventi di ampliamento e di ristrutturazione delle infrastrutture a rete pubbliche o di
interesse pubblico esistenti, comprensive dei relativi manufatti di servizio, riferite a servizi
essenziali e non de localizzabili, nonché la realizzazione di nuove infrastrutture a rete pubbliche
o di interesse pubblico, comprensive dei relativi manufatti di servizio, parimenti essenziali e non
diversamente localizzabili, purché risultino coerenti con gli obiettivi di Piano e con la
pianificazione degli interventi di mitigazione.»
Ed ancora, secondo la successiva lettera g) sono consentiti:
«adeguamenti necessari alla messa a norma delle strutture, degli edifici e degli impianti
relativamente a quanto previsto in materia igienico-sanitaria, sismica, di sicurezza ed igiene sul
lavoro [omissis].»
Sebbene il collettore da realizzarsi, non attraversi aree perimetrate dal PAI, si precisa che sia
l’intervento di collettamento all’emissario, che quello di adeguamento dell’impianto esistente,
rientrano nell’elenco degli interventi consentiti dallo stesso Piano.
Per quanto sopra specificato, l’intervento proposto risulta del tutto compatibile con le
indicazioni previste dalle NTA del PAI (Piano di bacino stralcio per l’Assetto Idrogeologico).
Strumento Urbanistico Generale
Lo strumento urbanistico vigente del Comune di Cassano delle Murge è un Piano Regolatore
Generale derivante dall’adeguamento del precedente piano, adottato dal Consiglio Comunale
nel 1990 (deliberazione n.3/20.03.1990) ed approvato, con prescrizioni, dalla Giunta Regionale,
nel 1997 (deliberazione n.7019/26.09.97). Le prescrizioni e le modifiche apportate agli atti e
grafici del PRG adottato, con la deliberazione della Giunta Regionale, sono scaturite dalla
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necessità e dalla opportunità di tutelare un territorio ancora caratterizzato da elementi
naturalistici, ambientali e paesaggistici, di significativo valore, la cui conservazione risultava
compromessa e pregiudicata da talune previsioni di Piano.
Nel vigente P.R.G., le due aree in cui risulta ubicato l’impianto di depurazione a servizio
dell’abitato di Cassano Murge (area “vecchio impianto”, in prossimità della strada vicinale
Pozzo Rosso; area “nuovo impianto”, a distanza di 1,5 km in direzione Sannicandro) ricadono in
due perimetrazioni sottoposte a vincolo di rispetto, definite, ognuna, quale Limite Rispetto
“Depuratore” e regolamentate dall’art. 29, comma 6 delle Norme Tecniche di Attuazione del
suddetto P.R.G.:
«Entro le aree di rispetto degli impianti pubblici urbani di depurazione, comprendenti un
raggio di 200 metri di distanza dall'impianto, è vietata qualsiasi costruzione e l'ampliamento di
edifici preesistenti.»
L’intervento di progetto, dunque, sulla base delle NTA del P.R.G., risulta conforme allo
strumento urbanistico comunale in quanto coincidente proprio con le previsioni di Piano.
Piano di Tutela delle Acque
Il PTA costituisce il più recente atto di riorganizzazione e innovazione delle conoscenze e
degli strumenti per la tutela delle risorse idriche nel territorio regionale. Questo strumento di
pianificazione regionale, sottoposto al parere vincolante delle Autorità di Bacino, si presenta
(ai sensi dell’ex articolo 17 della L.183/1989) quale piano stralcio di settore del Piano di Bacino,
con disposizioni immediatamente vincolanti.
Il Piano individua e delimita comparti fisico-geografici del territorio che, in seguito ad uno
studio integrato dei caratteri del territorio-acque sotterranee, risultano meritevoli di tutela
perché di strategica valenza per l’alimentazione dei corpi idrici sotterranei.
In particolare, le Zone a Protezione Speciale Idrogeologica B1, in cui si collocano le opere in
oggetto, costituiscono un settore che presenta:
- condizioni di bilancio tendenzialmente positive (in quanto caratterizzato,
morfostrutturalmente, da sistemi carsici evoluti;
- una modesta pressione antropica legata allo sviluppo delle attività agricole,
produttive, nonché infrastrutturali.
Le misure di salvaguardia per le Zone B1 prevedono:
• limitazione dell’utilizzo di fitofarmaci e pesticidi per le colture in atto;
• limitazione dell’apertura ed esercizio di nuove discariche per rifiuti solidi urbani
non inserite nel Piano Regionale dei Rifiuti;
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•
divieto della trasformazione dei terreni coperti da vegetazione spontanea, in particolare
mediante interventi di dissodamento e scarificatura del suolo e frantumazione
meccanica delle rocce calcaree.
Per l’agglomerato urbano di Cassano delle Murge (a cui afferiscono Cassano Murge, Fra’
Diavolo, Borgo Incoronata-Lagogemolo, Borgo Parco La Vecchia, Borgo dei Pini Mercadante), il
Piano ha previsto la messa in esercizio dell’impianto di depurazione esistente a Nord della città
e definito “nuovo” (con codice 1607201601 A): si tratta, cioè, di quello già attrezzato degli
impianti previsti per l’adeguamento strutturale. La misura in atto indicata (giugno 2009) è
“lavori in corso”. Detto impianto, allo stato non esercizio, ha una potenzialità di 16.000 AE
(Abitanti Equivalenti). Il PTA prevede per lo stesso, quale “recapito di scenario futuro”, la Lama
Badessa, definita Corpo Idrico Superficiale Non Significativo (CISNS). Il corpo idrico interessato è
l’Acquifero della Murgia. I limiti allo scarico imposti sono quelli previsti dalla Tab. 4 dell’Allegato
5 alla parte III del D.Lgs 152/2006 e s.m.i.
Conclusioni
Nel prospetto che segue, si riepilogano i principali riferimenti programmatici sull’area di
progetto con l’indicazione del livello di compatibilità dell’intervento, rispetto a ciascuno degli
strumenti di pianificazione presi in esame.
Tab. 1: Tavola sinottica del Quadro di Riferimento Programmatico
E’ evidente che, nonostante i vincoli imposti sulla Lama Badessa dal PUTT/P, le previsioni del
PTA assumono un carattere determinante nell’ambito del quadro programmatico: trascurabile
diventa invece il vincolo idrogeologico previsto dal PAI, in quanto riguardante solo una
modesta porzione dell’area di sedime dell’impianto esistente.
Si è dimostrata la coerenza delle opere e degli interventi proposti con le restrizioni imposte
dalla presenza di aree naturali protette e con le previsioni e prescrizioni imposte dagli
strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, in generale.
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2.2 Inserimento nel quadro progettuale
Il ciclo integrale dell’acqua
L’uso sostenibile delle risorse idriche rappresenta una condizione imprescindibile in tema di
tutela e salvaguardia ambientale.
Un approccio corretto nell’uso delle risorse idriche, nel rispetto dell’etica ambientale, deve
interpretarsi come l'applicazione delle migliori pratiche, sia in termini quantitativi che
qualitativi, per un corretto prelievo, una corretta distribuzione ed utilizzazione dell’acqua,
conciliando le esigenze ambientali con quelle dello sviluppo economico e sociale, attraverso un
modello di gestione robusto e flessibile.
In quest’ottica si colloca l’elaborazione e la redazione del Piano di Tutela delle Acque della
Regione Puglia che recependo l’Accordo di Programma Quadro tra Amministrazione Centrale
ed Enti Locali, mira a completare il ciclo integrale dell’acqua come definito nel Piano d’Ambito
dell’AATO Puglia.
In particolare, gli obiettivi strategici individuati dall’Accordo di Programma Quadro tentano di
dare risposta ad alcune principali criticità del settore relative a tre aspetti principali:
- Criticità connesse alla disponibilità della risorsa idrica
- Criticità ambientali e di qualità della risorsa:
- Criticità della qualità del servizio:
Nel caso di Cassano delle Murge, la rimodulazione del Piano d’Ambito 2010-2018 contempla
un progetto di risanamento, ammodernamento ed ampliamento delle risorse idriche e
fognanti a servizio dell’abitato, per un importo complessivo di 2.983.818,89 Euro.
Nel Piano di Tutela delle Acque, Cassano delle Murge è identificato con codice di
agglomerato urbano 1607201601. Le località afferenti all’agglomerato sono Cassano Murge,
Fra’ Diavolo, Borgo Incoronata-Lagogemolo, Borgo Parco La Vecchia, Borgo dei Pini
Mercadante.
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AQP Spa- Opere per il convogliamento del refluo dell’Impianto di Depurazione di Cassano delle Murge (BA) nel
ricettore “Lama Badessa”
Fig. 1: Piano di Tutela delle Acque – Agglomerati Urbani della Regione Puglia – Cassano delle Murge
Il numero degli Abitanti Equivalenti Totali Urbani è di 28.855. Il carico generato (Abitanti
Equivalenti Totali Urbani) è stato stimato considerando le acque reflue urbane prodotte dalle
attività domestiche e da quelle ad esse assimilabili, comprese le attività delle micro-imprese,
con esclusione del carico inquinante derivante dalle attività industriali negli stabilimenti con 6
o più addetti; ciò in considerazione della circostanza che tali aziende dovrebbero essere dotate
di depuratori privati, singoli o consortili.
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AQP Spa- Opere per il convogliamento del refluo dell’Impianto di Depurazione di Cassano delle Murge (BA) nel
ricettore “Lama Badessa”
Tab. n.2: Piano di Tutela delle Acque – Agglomerati Urbani della Regione Puglia – Cassano delle Murge
Area di pertinenza tecnica delle opere di scarico
Il nuovo impianto di depurazione di Cassano Murge sorge nei pressi delle località Masseria
Malatesta e Masseria Di Cristo, in agro di Cassano delle Murge (BA).
La superficie territoriale occupata direttamente dal piano di sedime dell’impianto di
depurazione (nuovo impianto) è estesa circa 1 ettaro e mezzo.
Per quanto riguarda invece le opere di collettamento, lo sviluppo lineare complessivo
consiste in quasi 290 m di sola condotta di sezione DN300 in PVC, a cui segue la breve canaletta
che porta in trincea; quest’ultima occupa un’ impronta di circa 800 m2 ed è rivestita con
materassi di protezione riempiti di pietrame idoneo.
Le coordinate UTM WGS84 del baricentro geografico del nuovo impianto sono: 650336,
4530109; quelle del nodo T in cui il canale immette in trincea sono 650650, 4530035.
Le coordinate geografiche dell’intero sito sono le seguenti: 40°54’30’’ N e 16°47’10’’ E.
In corrispondenza della trincea avviene l’innesto con l’alveo di Lama Badessa, in una delle
sue sezioni più ampie; infatti l’alveo subisce una deviazione a gomito immediatamente più ad
est per proseguire il suo sviluppo verso nord, ovvero verso Bosco di Grottagiglio, Bosco di
Perrillo e così via, integrandosi con il bacino idrografico del Torrente Picone.
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AQP Spa- Opere per il convogliamento del refluo dell’Impianto di Depurazione di Cassano delle Murge (BA) nel
ricettore “Lama Badessa”
Catastalmente le opere appena descritte occupano queste particelle:
•
area depuratore nuovo: Foglio 14: P.lle 333,50,51,52,54,55,331;
•
area collettore: Foglio 15: P.lle 83,82,86,88,130,89,148,156; Foglio 14: P.lle
70,270,271,272,165,246,247,248,251
•
area trincea: Foglio 14: P.lle 248,251,72
Il quadro progettuale che segue riguarda le opere di immediata pertinenza del depuratore;
l’analisi di impatto calibrata nel frame work si allargherà, invece, all’inquadramento dell’area
vasta che il sistema territoriale complesso, che si interfaccia con le attività in essere nel
depuratore e a valle di esso, comporta.
Descrizione del processo produttivo: depurazione ed emissione del refluo
L’impianto di depurazione a servizio dell’abitato di Cassano delle Murge è attualmente
dimensionato per ottenere uno scarico idrico conforme ai limiti imposti dalla Tabella 1
dell’Allegato 5 alla Parte III del D.Lgs 152/06 e s.m.i.
L’impianto, dislocato in due aree distinte, è costituito da due linee di processo (linea acque e
linea fanghi).
La linea acque è attualmente composta dalle seguenti sezioni di trattamento:
Grigliatura
Misura della portata
Equalizzazione e sollevamento
Miscelazione reagenti e flocculazione
Sedimentazione primaria
Ossidazione – nitrificazione
Sedimentazione secondaria
Disinfezione con ipoclorito di sodio
In seguito all’individuazione di Lama Badessa come recapito finale dell’impianto di
depurazione di Cassano delle Murge si è reso necessario programmare l’adeguamento
dell’impianto esistente in direzione Sannicandro.
Il Piano di Tutela delle Acque assimila lo scarico nelle lame a quello sul suolo pertanto
l’effluente dell’impianto deve rispettare i restrittivi limiti imposti dalla Tabella 4 dell’Allegato 5
alla Parte III del D.Lgs 152/06 e s.m.i.
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ricettore “Lama Badessa”
Parametro
pH
SAR
Materiali grossolani
BOD5
COD
Solidi sospesi totali
Azoto totale
Fosforo totale
Tensioattivi totali
Alluminio
Berillio
Arsenico
Bario
Boro
Cromo totale
Ferro
Manganese
Nichel
Piombo
Rame
Selenio
Stagno
Vanadio
Zinco
Solfuri
Solfiti
Solfati
Cloro attivo
Cloruri
Fluoruri
Fenoli totali
Aldeidi totali
Solventi organici aromatici
totali
Solventi organici azotati totali
U.M.
mgO2/L
mgO2/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L
Tab. 4
6-8
10
assenti
20
100
25
15
2
0,5
1
0,1
0,05
10
0,5
1
2
0,2
0,2
0,1
0,1
0,002
3
0,1
0,5
0,5
0,5
500
0,2
200
1
0,1
0,5
0,01
mg/L
0,01
Saggio di tossicità su Daphnia
magna
LC50
24 h
Escherichia coli
UFC/100 ml
Il
campione
non è accettabile
quando dopo 24
ore il numero
degli
organismi
immobili
è
maggiore del 50%
del totale
< 5000
Tab.3: Tabella n. 6 dell’Allegato 5 alla Parte III del D.Lgs 152/06
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ricettore “Lama Badessa”
Descrizione degli interventi di adeguamento
Al fine di poter licenziare un refluo in linea con i limiti imposti dalla tab. 4 dell’allegato 5 alla
Parte III del D.Lgs 152/06 è necessario adeguare l’impianto di depurazione esistente.
Gli interventi di adeguamento in progetto hanno come obiettivo il miglioramento
dell’efficacia e dell’efficienza del processo depurativo, la rimozione dei nutrienti e la soluzione
delle criticità presenti.
Il progetto di adeguamento prevede l’inserimento nella linea acque delle seguenti sezioni
impiantistiche:
Bacino di denitrificazione;
Comparto di filtrazione a dischi;
Comparto di disinfezione con raggi UV installato nella vasca di clorazione.
Conclusioni
Gli interventi di adeguamento del depuratore di Cassano delle Murge previsti in progetto si
inseriscono in un contesto territoriale ed impiantistico già ben definito.
Le nuove sezioni impiantistiche completeranno le linee di processo esistenti senza
compromettere l’ambiente ed il paesaggio e migliorando la qualità chimico – fisica
dell’effluente.
Il loro inserimento nell’impianto esistente è infatti finalizzato ad incrementare la resa
depurativa per rispettare i limiti allo scarico previsti dalla Tabella 4 dell’Allegato 5 alla Parte III
del D.Lgs 152/06.
L’opera di scarico per convogliare l’effluente nella Lama Badessa è stata progettata per
realizzare un efficiente innesto idraulico con la lama ed evitare l’allagamento dei terreni agricoli
circostanti.
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ricettore “Lama Badessa”
2.3 Inserimento nel quadro ambientale
Generalità
In questa sezione è descritta la situazione attuale delle diverse componenti ambientali
suscettibili di impatto al fine di consentire una corretta valutazione degli eventuali
cambiamenti che l’ambiente può subire in seguito alla realizzazione e alla entrata in esercizio
dell’impinato in progetto.
Il focus attorno al quale gravita la lente dell’analisi ambientale è il ricettore individuato per lo
scarico, la Lama Badessa ed il suo bacino idrografico di riferimento.
Fig. 2: Bacini Idrografici dell’entroterra barese
La Lama Badessa è un impluvio che si sviluppa dal pianoro a valle dell’abitato di Cassano per
sfociare, dopo circa 30 km, in corrispondenza del Canale deviatore Lamasinata (canale
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ricettore “Lama Badessa”
artificiale costruito nella seconda metà degli anni venti a seguito dei gravi eventi alluvionali che
colpirono la città di Bari).
Il tratto medio alto di Lama Badessa (agro dei comuni di Cassano Murge, Acquaviva delle
Fonti e Sannicandro di Bari) conserva complessivamente buone caratteristiche di naturalità (ad
esempio il Bosco di Grottagiglio in agro di Cassano e la zona delle Grotte in località Parco Signori
in agro di Sannicandro di Bari).
Il tratto inferiore (agro dei comuni di Bitritto e Loseto-Carbonara) si caratterizza, invece, per
una qualità ambientale e paesaggistica molto bassa a causa di evidenti e diffusi fenomeni di
antropizzazione del territorio, i cui segni sono principalmente riconducibili a coltivazioni,
occupazioni abusive ed attraversamenti con infrastrutture lineari.
Il bacino imbrifero tributario del deflusso naturale originario di tali lame, trae origine dalla
Murgia, ed occupa una superficie piuttosto vasta, come visibile in figura.
Conclusioni
Sinteticamente, è possibile esprimere i livelli di sensibilità che le matrici offrono alle
pressioni esterne, con specifico riferimento all’intervento in progetto ed in relazione al proprio
stato di salute :
ESPOSIZIONE AL
Matrice ambientale STATO DI SALUTE
VULNUS
ARIA
BUONO
MOLTA
ACQUA
MEDIO
MOLTA
SUOLO E
SOTTOSUOLO
MEDIO
MOLTA
VEGETAZIONE ED
ECOSISTEMI
MEDIO
MEDIA
TERRITORIO E
STATO SOCIALE
MEDIO
MEDIA
PUNTEGGI
BUONO
MEDIO
SCARSO
POCA
MEDIA
MOLTA
RESILIENZA
MEDIA
BASSA
PUNTEGGIO DI
SENSIBILITA'
MEDIO
1,7
2,3
BASSA
2,3
MEDIA
2,0
MEDIA
2,0
ALTA
MEDIA
BASSA
1
2
3
Il punteggio di sensibilità che si viene a determinare è così costituito dalla media di tre
componenti:
1. lo stato di salute in cui ad oggi versa il sistema ambientale con riferimento alla
matrice indagata;
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ricettore “Lama Badessa”
2. l’esposizione al “vulnus” rappresentato dal modo in cui la matrice esaminata
“presterebbe il fianco” ad un intervento quale quello in progetto, che per le sue
caratteristiche può impattare più o meno su una data componente, come meglio
espresso nelle sezioni che seguiranno;
3. la resilienza ovvero la capacità che avrebbe la data matrice di rigenerarsi attraverso
una risposta elastica alla sollecitazione indotta da un fattore di pressione esterno.
Agli esiti di questa valutazione sinottica, le componenti ambientali che offrono un maggior
livello di sensibilità e che pertanto meriteranno un approfondimento particolare nella stima
degli impatti attesi sono:
- l’ambiente idrico
- il suolo ed il sottosuolo
senza dover lesinare attenzione alle altre componenti, il cui livello di guardia resta
comunque medio-alto.
3. L’IMPATTO AMBIENTALE
La Valutazione d’Impatto Ambientale consente di prevedere gli effetti causati dalle attività
antropiche sulle componenti ambientali e di calibrare gli interventi tecnici che agiscono su di
esse, in forma individuale o sinergica.
Le metodologie di valutazione d’impatto devono consentire di identificare ed analizzare gli
impatti elementari sulle varie componenti ambientali. L’insieme degli impatti elementari
costituisce l’impatto complessivo dell’opera da realizzare.
3.1
Stima e la quantificazione dell’impatto
La metodologia si è sviluppata secondo le seguenti fasi:
a)
identificazione delle componenti ambientali coinvolte dall’infrastruttura sanitaria;
b) determinazione delle caratteristiche più rappresentative del sito e dell’impianto depurativo
c)
(lista dei fattori);
individuazione di una scala di valori (magnitudo) con cui stimare le diverse situazioni di
ciascun fattore (stima dei fattori);
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ricettore “Lama Badessa”
d) definizione dell'influenza ponderale del singolo fattore su ciascuna componente
ambientale;
e)
valutazione degli impatti elementari, con l'ausilio di un modello di tipo matriciale;
f)
valutazione dell’impatto complessivo.
individuazione delle componenti ambientali
Le componenti ambientali influenzate dalla presenza dell’impianto di depurazione e del
relativo scarico possono essere le seguenti:
-
suolo e sottosuolo;
atmosfera;
ambiente idrico;
rumore e vibrazioni;
salute pubblica;
ecosistemi;
paesaggio.
Una tale scelta è dettata dall'esigenza di rappresentare, attraverso un numero ristretto ma
esaustivo di voci, l'ambiente nei suoi diversi aspetti legati alle componenti abiotiche (suolo e
sottosuolo, aria e acqua), agli ecosistemi (complessi di elementi fisici, chimici, formazioni ed
associazioni biotiche), al paesaggio (inteso nei suoi aspetti morfologici e culturali), alla qualità
dell'ambiente naturale, alla qualità della vita dei residenti ed alla loro salute (come individui e
comunità).
Lista dei fattori d’impatto
Individuate le componenti ambientali, nella compilazione della lista dei fattori, nel caso di un
impianto di trattamento acque reflue, sono stati inseriti tutti gli elementi caratterizzanti il sito,
il contesto ambientale in cui esso è inserito, le caratteristiche dello scarico e le tecniche di
trattamento adottate.
Tra i fattori caratterizzanti il sito in cui adeguare l’impianto di depurazione sono:
1) la localizzazione, in termini strettamente economici;
2) la distanza dai centri abitati, calcolata rispetto agli agglomerati urbani più prossimi;
3) la sua esposizione, da un punto di vista della visibilità dell’impianto;
Tra i fattori caratterizzanti il contesto ambientale, in cui il sito e lo scarico s’inseriscono, sono
stati scelti:
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ricettore “Lama Badessa”
1) il sistema viario (tipo di strada, tracciato e densità di traffico);
2) il corpo ricettore (in termini della tipologia di ricambio idrico);
3) l’uso dei corpi idrici a valle dello scarico.
I fattori legati alle caratteristiche dello scarico idrico ed alle tecniche di trattamento, che
determinano gli effetti dell’opera durante l’esercizio, sono stati espressi dalle seguenti voci:
1) la potenzialità dell’impianto, intesa come abitanti equivalenti serviti (A.E.);
2) il tipo refluo, in termini qualitativi;
3) il sistema di aerazione;
4) l’organizzazione del servizio di gestione dell’impianto.
Considerazione di scenari alternativi
Si prendono ora in considerazione su n.4 scenari alternativi di soluzione progettuale, con
specifico riferimento ad altrettante differenti soluzioni di individuazione del ricettore :
•
Scenario A: immissione nel corpo idrico superficiale (Lama Badessa)
•
Scenario B: smaltimento sul suolo
•
Scenario C: scarico a mare
•
Scenario 0: nessuna immissione
La considerazione dello scenario 0, legato all'ipotesi di assenza di un attività produttiva del
refluo, ovvero alla delocalizzazione dell’impianto di depurazione in altro sito, non può essere
contemplato come scenario preferibile anche se il quadro degli impatti ambientali per esso
dovesse risultare (come ovvio che sia) il più incoraggiante.
Infatti, il presente studio prende atto di una scelta localizzativa e di processo già ampiamente
prefigurati e configurati sul territorio, pertanto la trattazione non può che avere come focus
quello di individuare la scelta ottimale per lo scarico del refluo (ovvero l’individuazione del
ricettore idoneo) in un quadro di riferimento che presenta limitati gradi di libertà.
Relativamente a questi ultimi è però concesso di eseguire un’analisi comparativa tra almeno
tre differenti ipotesi di individuazione del ricettore, operante su valori di impatto
multidimensionali, ovvero espressi con riferimento ad ogni singola matrice ambientale
interessata e considerata non solo individualmente, bensì anche in considerazione di sinergie
ed effetti cumulativi reciproci che essa esprime nel sistema di relazione con le altre matrici.
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AQP Spa- Opere per il convogliamento del refluo dell’Impianto di Depurazione di Cassano delle Murge (BA) nel
ricettore “Lama Badessa”
Lo scenario A (scarico nella Lama Badessa), corrisponde alla soluzione progettuale per
l’impianto di Cassano Murge. Questo scarico è assimilato dal PTA allo scarico sul suolo e
pertanto deve rispettare gli stringenti limiti della vigente normativa al fine di proteggere le
acque sotterranee.
Lo scenario B (scarico su suolo tramite trincee drenanti) prevede l’ipotetico convogliamento
dell’effluente trattato sul suolo tutelando al contempo la falda acquifera. Le trincee, grazie
all’impiego di materiale filtrante, realizzano di fatto un processo di affinamento naturale dello
scarico.
Lo scenario C (scarico in mare) prevede l’ipotetico e convenzionale scarico dell’effluente
licenziato dall’impianto di depurazione in mare tramite condotta sottomarina
Per ogni scenario sono stati attribuite le magnitudo associate ai fattori di impatto sulla base
delle specifiche caratteristiche progettuali dell’impianto di Cassano delle Murge
Il risultato dell’elaborazione e gli scenari di impatto
L'insieme degli impatti elementari rappresenta l'impatto complessivo dell'opera sul sistema
ambientale nella sua globalità.
Per sommare gli impatti elementari al fine di addivenire ad una quantificazione complessiva
dell’impatto dell’opera sull’ambiente nel suo complesso considerato, nei tre differenti scenari
ipotizzati, si procede ad una somma pesata, assumendo i seguenti pesi:
Componenti ambientali
suolo e sottosuolo
atmosfera
ambiente idrico
rumore e vibrazioni
salute pubblica
ecosistemi
paesaggio
i =incidenza [0-1]
0,8
0,7
0,8
0,2
0,4
0,4
0,4
Sulla scorta della disamina sin qui condotta, è risultato infatti evidente come, nello studio
della ricaduta dell’opera sulle varie matrici, quelle più vulnerabili risultassero suolo e sottosuolo
ed ambiente idrico in primis, subito seguiti dalla componente atmosfera.
Sulla scelta dei pesi interviene anche il giudizio di sensibilità già espresso, attraverso un
punteggio, sulle singole componenti al termine della rappresentazione dello stato dell’arte delle
matrici ambientali.
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ricettore “Lama Badessa”
L’ impatto totale dell’opera nei tre scenari è quindi dato dalla somma pesata degli impatti
elementari nei tre scenari, pervenendo ai risultati rappresentati dal grafico che segue:
Figura 3: Output della valutazione degli impatti per scenario
Ricordando che lo scenario A corrisponde allo sversamento in lama, lo scenario B allo
sversamento sul suolo e lo scenario C allo sversamento in mare, si ricava una equivalenza
pressoché totale tra gli impatti degli scenari A e B ed una leggera preferibilità, in senso stretto
rispetto agli impatti ambientali, dello scenario C.
Il tutto va, però, adeguatamente contemperato sulla scorta degli esiti derivanti dagli altri
quadri di riferimento sin qui rappresentati, programmatico e progettuale, per arrivare alle
conclusioni generali in calce al presente studio.
4. CONCLUSIONI
In conclusione è possibile affermare che sono state affrontate tutte le questioni sollevate nel
parere di compatibilità ambientale già espresso dalla Provincia di Bari ed in particolare quelle
poste alla base della decisione di assoggettare a VIA la proposta di intervento. La sintesi dei
ragionamenti sopra esposti, del rischio associato alle varie voci di impatto e delle relative
misure di salvaguardia instaurate dagli esiti dell’analisi sin qui condotta è riportata nella
tabella che segue:
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1- Lama Badessa
ordine di
problematica
CRITICITÀ EVIDENZIATE NELLA DD 608/AMB DEL 6/10/2009 DELLA PROVINCIA DI BARI
RISPOSTA
STATO
FATTORE DI IMPATTO
è antropizzata nel suo tratto inferiore;
discontinuità idraulica
Intersezione dell’asta idrografica con numerose
opere infrastrutturali; mancata verifica idraulica
sulle sezioni di attraversamento
attraversamenti non
adeguati al deflusso in
sicurezza di acque di
ruscellamento di origine
meteorica
possibilità di interferenza con aree di rispetto dei
numerosi pozzi di emungimento presenti a
margine della lama
il cono di emungimento dei
pozzi interessa anche le
acque o gli acquiferi della
lama
Necessario
impostare un
franco di sicurezza
per le utenze,
rispetto all’alveo
possibili criticità legate a possibili scenari di
utilizzo della lama: illegittimo utilizzo per scopi
agricoli, sbarramenti abusivi; svasamenti dell'alveo
all'interno di proprietà; ingressione in profondità
del refluo attraverso meati carsici (Lama S.Croce)
compromissione
funzionalità vettore di
smaltimento
vietare pratiche
diffuse ed abusive
Previsto intervento
di ripristino della
continuità idraulica
ad opera del
Consorzio Terre
d’Apulia2
Per questa analisi
si considerino gli
studi idraulici
specialistici, non
oggetto del
presente studio,
per il quale
l’obiettivo è stato
rilevare gli impatti
ambientali sul
sistema ambientale
puntuale (Lama
Badessa) e nell’area
vasta. Tuttavia gli
studi riportati in
bibliografia
attestano, rispetto
alle sezioni
esistenti, un
generale esito
positivo delle
verifiche
idrauliche.
ribadito nel documento dal report di sintesi dell’attività del Servizio regionale di Tutela delle acque in attuazione del
PTA (stato di fatto a novembre 2010 P.O. FESR 2007/2013 – linea di intervento 2.1 - azione 2.1.2)
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ATE C e D
Vincolo idrogeologico
3- necessità
SIA
2- Vincolistica ambientale
Boschi
Interessato il sistema geomorfologico degli ATD
del PUTT
approfondimento impatti ambientali attesi come
sopra
stima di capacità, efficienza, efficacia recapito finale
mancata compatibilità
paesaggistica
Insufficienza degli studi di
supporto alla decisione
ambientale
La sezione su
compatibilità
paesaggistica ha
attestato
compatibilità
dell’opera rispetto
al quadro
vincolisticopaesaggistico.
Tuttavia molti dei
menzionati vincoli
non sono
interessati
direttamente dalle
pertinenze
dell’opera oggetto
di studio (es.
vincolo
idrogeologico)
redazione SIA e
studio idraulico
specialistico
Nella sezione conclusiva del quadro di riferimento ambientale era emerso quanto segue:
•
Quadro di riferimento ambientale : valutazioni comparative tra gli scenari A (scarico
in lama) – B (scarico sul suolo) - C (scarico a mare) SOSTANZIALE INDIFFERENZA
NEGLI ESITI DELLA COMPARAZIONE DEGLI IMPATTI ATTESI;
•
Viste le condizioni ambientali esistenti ed i criteri progettuali assunti, gli impatti attesi
etc “SCENARIO A” SOSTENIBILE SOTTO IL PROFILO AMBIENTALE.
•
Convergenza tra i quadri di riferimento ambientale, programmatico e progettuale
“SCENARIO A” MAGGIORMENTE INDICATO DALLA VALUTAZIONE AMBIENTALE
INTEGRATA;
ove per scenario A si intende, la selezione del ricettore a favore della lama Badessa.
In conclusione, si vuole anche evidenziare il senso della comunicazione del Commissario
Delegato per l’Emergenza Ambientale in Puglia che, con nota del 13 aprile 2006, si esprimeva in
tal modo sulla soluzione del recapito finale dell’impianto di Cassano Murge : “si ritiene che il
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AQP Spa- Opere per il convogliamento del refluo dell’Impianto di Depurazione di Cassano delle Murge (BA) nel
ricettore “Lama Badessa”
recapito finale possa rimanere la Lama Badessa e che in quanto acqua pubblica tale scelta vada
subordinata ai pareri dell’Autorità di Bacino e della Regione Puglia; in tal caso il progetto
definitivo ed esecutivo deve contenere gli elementi tecnici e progettuali per verificare il corretto
deflusso delle acque depurate; tale scelta contribuirebbe a rendere la popolazione cosciente di
quali siano le vie naturali di scorrimento delle acque meteoriche affinché possa esistere una
maggiore condivisione dell’importanza delle misure di protezione idraulica del territorio”.
L’idea è quindi quella di instaurare una coscienza pubblica che non si rassegni all’idea di un
reticolo idrografico incapace di svolgere la propria funzione di collettamento delle acque
svolgendo la propria funzione di ricettore naturale, solo perché parte di esso è diffusamente
oggetto di pratiche di antropizzazione, in virtù di una considerazione per cui una corretta
politica di gestione dell’alveo e del suo intorno possa consentire un ripristino pieno di tale
funzionalità, poiché essa potrebbe non esser stata mai compromessa in modo irreversibile.
La rinuncia, invece, a tale funzione avrebbe determinato un senso di inerzia e di laissez faire
che avrebbe potuto compromettere irreversibilmente tale funzionalità, con conseguenze non
solo rispetto alla funzione del reticolo di accogliere il refluo depurato del depuratore di
Cassano, ma anche rispetto a quella principale di collettamento delle acque superficiali e di
drenaggio naturale che esso svolge nel generale ciclo dell’acqua, nel suo bacino e nell’ area
vasta.
5. LE MISURE DI MITIGAZIONE PROPOSTE ED IL MONITORAGGIO
Misure di mitigazione
Durante la fase di cantiere sarà rispettata la normativa vigente in materia ambientale e di
sicurezza sul lavoro.
Al fine di ridurre l’emissione diffusa di polveri in atmosfera verranno utilizzati teloni e altri
dispositivi per il trasporto di inerti su camion, i cumuli di inerti nell’area di cantiere ed i mezzi di
trasporto verranno periodicamente bagnati.
Il materiale proveniente da scavi sarà gestito in conformità con la legislazione vigente in
materia di rifiuti (Parte IV D.Lgs 152/06 e s.m.i.) e pertanto riutilizzati in sito evitando il loro
trasporto e smaltimento in discarica.
Il progetto di adeguamento dell’impianto di depurazione di Cassano delle Murge prevede
l’adozione di idonee misure di mitigazione dell’impatto ambientale anche in fase di esercizio
dell’impianti, finalizzate a limitarne gli effetti.
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Le misure di mitigazione consentono di ridurre, gestire e controllare l’impatto sulle varie
componenti ambientali analizzate:
•
suolo e sottosuolo
•
atmosfera
•
ambiente idrico
•
rumore e vibrazioni
•
salute pubblica
•
ecosistemi
•
paesaggio
L’adeguamento dell’impianto costituisce a priori una misura di mitigazione in quanto ha
l’obiettivo principale di migliorare la qualità chimico – fisica e microbiologica dello scarico al
fine di consentire il rispetto dei limiti fissati dalla tabella 4, allegato 5 alla parte III del D.Lgs
152/06.
La bassa concentrazione di inquinanti e nutrienti nel refluo che sarà licenziato dal
depuratore consente pertanto di ridurre, rispetto allo scarico esistente, l’impatto ambientale su
suolo e sottosuolo, ambiente idrico, ecosistemi e salute pubblica.
La corretta manutenzione dell’impianto di depurazione e la gestione del processo ad opera
di personale specializzato ed aggiornato consentirà di ridurre l’impatto ambientale complessivo
del presidio depurativo.
La realizzazione di un locale di disidratazione dei fanghi per l’installazione e l’esercizio di n. 2
estrattori centrifughi consentirà di ridurre formazione di aerosol e odori ed il conseguente
impatto sull’atmosfera.
L’insonorizzazione delle apparecchiature elettromeccaniche con più elevati valori di
emissioni sonore ridurrà l’impatto acustico dell’impianto di depurazione.
Le vasche in cemento armato garantiranno la tenuta idraulica eviteranno la fuoriuscita del
refluo e la relativa potenziale contaminazione del suolo e della falda.
L’installazione di apparecchiature di controllo e regolazione consentirà di individuare
prontamente anomalie di processo evitando fuori servizio dell’impianto.
Piano di monitoraggio: misure ed azioni
La qualità dello scarico ed il relativo rispetto dei limiti tabellari imposti dal T.U., Parte III –
Allegato 5 – Tabella 4 saranno costantemente monitorati mediante controlli interni ed esterni,
questi ultimi effettuati da ARPA Puglia.
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E’ stato implementato un sistema di controlli periodico, efficiente, imparziale ed omogeneo
degli scarichi dei depuratori in linea con l’articolo 128 del T.U.
La normativa vigente impone un numero minimo di “campionamenti” da parte dell’Autorità
competente ed al contempo un certo numero di “autocampionamenti” da parte del Gestore.
Il numero di campioni da realizzare durante l’anno è legato alla potenzialità dell’impianto,
pertanto, in base all’allegato 5 del T.U., l’ARPA Puglia effettuerà 12 campionamenti all’anno
sullo scarico dell’impianto di depurazione di Cassano delle Murge.
Il gestore (Pura Depurazione S.r.l.) assicurerà un numero di autocontrolli superiore a 12 sul
suddetto scarico e sulle acque in entrata come previsto dalla legislazione vigente.
Per il controllo della conformità legislativa dello scarico vanno considerati i campioni medi
ponderati nell'arco di 24 ore, da intendersi come “campioni ponderati sulla variazione della
portata dell’impianto”.
A tal fine il controllo dello scarico dell’impianto di depurazione di Cassano delle Murge sarà
effettuato mediante una stazione di campionamento automatica refrigerata
(autocampionatore) accoppiata con misuratore di portata a disposizione anche degli organi di
controllo.
La qualità costante ed in linea con i limiti legislativi dello scarico sarà garantita anche da
idonei controlli dell’intero processo depurativo.
Le acque reflue in ingresso saranno opportunamente indagate per ottimizzare il processo, il
dosaggio dei reagenti chimici e di ossigeno nella vasca di aerazione.
Particolare attenzione sarà posta al monitoraggio delle caratteristiche del fango biologico in
quanto le loro patologie sono la causa principale di malfunzionamento degli impianti di
depurazione.
Il deterioramento delle caratteristiche di sedimentabilità dei fanghi riducono l’efficienza
della separazione liquido – solido in fase di sedimentazione secondaria con un notevole
peggioramento della qualità dello scarico.
Lo scarico ed il processo dell’impianto di depurazione di Cassano delle Murge saranno quindi
adeguatamente controllati per evitare di licenziare un refluo fuori tabella e potenzialmente
dannoso per gli ecosistemi e la salute umana.
In particolare il costante controllo di processo consentirà di adeguare le singole fasi di
trattamento alle caratteristiche del liquame in ingresso ed evitare l’instaurarsi di condizioni
anomale di funzionamento.
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