Sport e disabili no limits! L`esperienza di Claudio Zannotti
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Sport e disabili no limits! L`esperienza di Claudio Zannotti
35 SPORT SENZA BARRIERE La squadra dei Tori Seduti, nella quale gioca Claudio Zannotti, durante una delle innumerevoli partite Sport e disabili no limits! L’esperienza di Claudio Zannotti Ho iniziato a fare nuoto subacqueo, perché amavo l’acqua e in acqua non esiste gravità, quindi per un disabile tutto è più semplice. Successivamente mi ha incuriosito lo sci alpino, a tal punto da dover imparare a sciare, cosa che nemmeno prima del mio incidente sapevo fare, quindi tutto nuovo, ma anche tutto eccitante. La mia costanza è stata premiata, infatti sono arrivato a partecipare a gare di livello nazionale. Certo non è stata una cosa semplice: ho dovuto frequentare numerosi corsi di Come inizia la tua av- Claudio Zannotti, maglia n. 33 soprannome Zanna perfezionamento svolti in ventura? La mia avventura è iniziata per caso, tutto il nord Italia. Questa opportunità mi ha permesso tra come del resto tutto inizia, un po’ per curiosità e un po’ per conoscenze trasversali. l’altro, di conoscere luoghi davvero bellissiFare sport non è più prerogativa dei “fisicamente integri” come affermava nei suoi principi Pierre De Coubertin. «Oggi tutti possono e dovrebbero cimentarsi in varie discipline» spiega Claudio Zannotti nazionale di hockey su slittino. «L’attività motoria per la persona disabile è l’esaltazione delle capacità e di ciò che sa fare, in un mondo che spesso gli ricorda ciò che non è in grado di essere e ciò che gli manca». Spirito sociale Numero 2 - Gennaio 2012 36 SPORT SENZA BARRIERE Cos’è l’hockey su slittino L’hockey su slittino, noto anche con il termine inglese Ice Sledge hockey, è uno sport di squadra. È una variante dell’hockey su ghiaccio, pensata appositamente per le persone con disabilità permanente nella parte inferiore del corpo a causa di traumi di vario genere, ma che hanno buone braccia, un buon controllo del tronco, e normali capacità coordinative. La differenza principale tra le due versioni è l’equipaggiamento utilizzato. Anziché indossare pattini da ghiaccio ai piedi, i giocatori di sledge hockey si muovono utilizzando uno slittino (detto sledge), dotato di due lame analoghe a quelle dei pattini. Ogni giocatore usa inoltre due bastoni da gioco, anziché uno, che servono sia per colpire il disco (puck) con l’estremità fatta a pala, sia per spingersi con l’altra estremità fatta a punta. Tutti gli altri aspetti del meccanismo di gioco rimangono pressoché invariati. Solo la durata dei tre tempi è ridotta, 15 minuti per tempo rispetto ai 20 dell’hockey su ghiaccio. L’hockey su slittino è stato inserito nel programma dei Giochi Paralimpici invernali a partire dai VI Giochi Paralimpici invernali di Lillehammer 1994. Numero 2 - Gennaio 2012 mi del nostro panorama nazionale alpino, fino al 2004. Poi la svolta: nel 2006, per propaganda alle future olimpiadi di Torino, ho partecipato al video promozionale con Alberto Tomba, insieme ad un mio carissimo amico e compagno. Lo spot ha avuto un forte impatto sociale ed è stato presentato in tutte le scuole italiane. In seguito a questa performance mi hanno proposto, in previsione appunto delle future olimpiadi in Italia, di entrare nella squadra di Ice Sleedge Hockey. Ho così fatto parte, in un primo momento, della squadra regionale di Torino al primo campionato italiano, tra parentesi vinto, e poi sono stato convocato dalla nazionale Italiana, che si stava preparando alle prime olimpiadi. L’Italia nel 2006 era il paese organizzatore, ma la mia avventura arriva fino alle Para Olimpiadi di Vancouver del 2010. La nostra nazionale è attualmente campione europea, avendo vinto la passata manifestazione europea in Svezia. Ho vinto sia i campionati italiani che quelli europei e mondiali. Stare così al vertice è per me davvero gratificante». In che modo un disabile può avvicinarsi ad una disciplina sportiva? Esistono strutture a cui si può far riferimento? C’è un limite d’età? «Un disabile oggi può praticare qualsiasi tipo di sport, anche i più estremi, io ho provato il paracadutismo con un lancio da 4000 metri in provincia di Torino e Sci Nautico nel campo di allenamento federale in Provincia di Novara, e ancora la canoa. È sufficiente visitare i principali siti web della federazione italiana per il tipo di sport che si vuole praticare e chiedere informazioni, visto che oggi le federazioni nazionali si sono unite a quelle per diversamente abili. Un altro ente a cui si può far riferimento è il CIP (Comitato Italiano Paralimpico) l’organismo che, per legge dello Stato, ha lo scopo di regolare e promuovere l’attività sportiva dei portatori di handicap, a qualunque livello. In merito alla pratica non ci sono limiti di età, ma solo grande voglia di fare ed entusiasmo da parte di chi vuole iniziare». Claudio mi sembra di capire che oltre alla soddisfazione personale questo sport favorisca l’integrazione in un contesto di vita ricco di relazioni significative. «Certo ogni pratica sportiva ti porta a competere con te stesso e con gli altri, ma al tempo stesso, il forte spirito di coesione che viene a crearsi all’interno della squadra ti fa conoscere nuove persone e nuove situazioni. L’aspetto sociale dello sport Spirito sociale 37 SPORT SENZA BARRIERE Claudio durante l’esperienza del parapendio, del down hill e in canoa. aiuta certamente a fortificare il carattere, a confrontarsi su svariate problematiche, instaurando anche legami importanti». Quali sono le difficoltà e i pregiudizi che hai dovuto affrontare nell’intraprendere la tua attività sportiva? «Le prime difficoltà le ho incontrate in famiglia. I miei cari hanno cercato di dissuadermi dal praticare attività a volte estreme. Da un lato questi atteggiamenti sono più che comprensibili, avendo passato parecchie disavventure, ma questo non mi ha certo scoraggiato dal cimentarmi in nuove Spirito sociale ed entusiasmanti esperienze. Quello che mi ferisce maggiormente sono gli sguardi della gente comune che talvolta ti giudica come un “malato” con enormi difficoltà fisiche, non pensando alle potenzialità della persona, che può avere una vita molto interessante e ricca di stimoli positivi nonostante la disabilità». Dopo questo dialogo molto intenso con Claudio, che ho strappato ai suoi impegni sportivi, capisco che essere menomati non vuol dire per nulla essere inferiori. Anziché ricercare la “normalità” perduta, come erroneamente si potrebbe pensa- re dall’esterno, è molto più stimolante e avvincente costruirsi una “nuova” vita, come Claudio ci ha dimostrato, in maniera concreta. Con l’attività sportiva qualunque deficit, seppur reale, è sempre relativo, mai assoluto o peggio ancora invalicabile. Esistono, se si vogliono cercare, moltissime alternative per rimettersi in gioco. La competizione offerta dallo sport permette di raggiungere piccoli o grandi traguardi che danno molta soddisfazione. Nello sport come nella vita, le barriere si possono abbattere se si possiedono determinazione, passione, spirito di squadra e professionalità. Numero 2 - Gennaio 2012