Volevo solo non scrivere poesie d`amore

Transcript

Volevo solo non scrivere poesie d`amore
Alle mie muse.
Alle mie maestre.
SCINTILLE
Andrea Fabiani
Volevo solo non scrivere
poesie d’amore
EDIZIONI LA GRU
© 2016 Andrea Fabiani
© 2016 Edizioni La Gru
Tutti i diritti riservati
Edizioni La Gru
via Campo Soriano, 9
04010 - Sonnino (LT)
www.edizionilagru.com
Prima edizione in Scintille maggio 2016
ISBN: 978-88-99291-28-0
Progetto di copertina: © Omnibus
VOLEVO SOLO NON SCRIVERE
POESIE D’AMORE
ANDREA FABIANI
POIS
E sul mio cuore
che ti ho fatto tenere
in mano
hai spento sigarette,
perché dicevi
di provare da sempre
un amore sincero
per le cose
a pois.
11
LA FABBRICA DELLE NUVOLE
Che brutto essere morti
e non starsene sotto terra
ma doversi svegliare ogni mattina
uscir di casa
fare colazione al bar Gino,
le brioches dall’intenso sapore
di plastica,
i cappuccini bollenti.
A me da morto sarebbe piaciuto
non fare niente
una bara comoda
di legno buono, resistente
all’umidità e una lapide
di lucido marmo
con l’epigrafe: qui giace
in pace
Andrea Fabiani. Invece
quando è capitato che sono morto
sono andato nel paese dei morti
- non c’è l’inferno, non c’è il paradiso.
Il purgatorio nemmeno c’è questo paese dei morti
che è un capannone senza confini
dentro ci lavorano i morti
tutti
i morti del mondo
alla catena di montaggio
12
delle nuvole.
Sì, le fanno i morti, le nuvole
quella storia del ciclo dell’acqua
è falsa
è un depistaggio, un complotto.
Dopo il trapasso mi son presentato
all’ufficio all'ingresso, San Pietro
nella destra reggeva
il mio curriculum vitae.
Mi ha detto: è un brutto momento.
La crisi, mi ha detto,
le congiunture economiche
internazionali.
Dobbiamo delocalizzare, mi ha detto San Pietro,
ma leggo che lei è disponibile
a trasferimenti e viaggi all’estero.
Sorrideva, San Pietro, d'un sorriso sospetto.
Così son tornato nell’aldiquà
sono morto, sì, ma ogni giorno
mi sveglio alle cinque
mi trucco da vivo,
prendo l’autobus alle sei e un quarto
poi cambio e ne prendo un altro
poi un altro.
Raggiungo una base segreta
in un bunker segreto
nel profondo d'una montagna,
segreta, io
e altri morti come me
fabbrichiamo le nuvole.
Cominciamo alle otto.
Facciamo turni da dieci ore.
Senza la pausa pranzo, tanto siam morti.
13
Senza il tempo di una sigaretta, tanto siam morti.
Non veniamo pagati, tanto siam morti.
La sera torniamo a casa
stanchi morti.
Il giorno dopo da capo.
Quando da vivo
vedevo le nuvole,
pensavo pensieri
d'indipendenza, provavo
un senso profondo di libertà.
Non immaginavo per niente
quanta morte
e quanta sofferenza
ci fossero
dietro.
14
IO SCRIVO POESIE PER LE DONNE
Io scrivo poesie per le donne
se siete uomini
mi dispiace.
Io quando m’innamoro
sono felice e scrivo
poesie d’amore per la mia donna.
Alla prima
lei sospira, sognante
mi si concede con la passione
che le arrossa le guance
alla seconda anche
alla terza mi dice: bella
alla quarta: hai scritto di meglio
alla quinta: ti sei dimenticato
di portare fuori la spazzatura
di nuovo.
Quando poi mi lasciano
sono triste e scrivo
poesie malinconiche composte
contorcendomi nel dolore
estraendo parole dal nero
pozzo del mio dolore.
Le donne quando le leggono, sentono
vibrare l’istinto materno
alcune si innamorano di me.
Poi mi innamoro anch’io
15
son felice di nuovo
di nuovo scrivo poesie d’amore.
È un circolo vizioso, lo so.
Da un po' di tempo però
ho cominciato a riusare
vecchie poesie
con donne nuove
risparmio carta e energia
l'idea mi è venuta
dopo una quinta poesia, contemplando
l'azzurro intenso
del sacco della spazzatura
che non avevo portato fuori
di nuovo.
Oggi non scrivo più niente
continuo a cambiare le donne
riciclo poesie
per non rischiare
porto fuori la spazzatura
alla fine di ogni giornata
faccio anche
una maniacale differenziata.
Oggi
non posso più dire di esser poeta.
Oggi
sono soltanto un uomo
molto attento
all’ambiente.
16
HO DIPINTO UN FUOCO
Ho dipinto un fuoco,
l’ho fatto col blu.
Che vedano tutti,
che tutti pensino
si tratti di un mare,
che dicano: “È un mare,
sì, è proprio un mare!”
Che scorgano onde
nelle mie folli fiamme.
Che tutti guardino
senza capire.
Non voglio esser
compreso.
Voglio che il mondo
intero si sbagli,
voglio sia tu
la sola a sapere.
Io voglio che quello
che tutti chiamano acqua
sia,
soltanto per noi,
un incendio.
17
VECCHIO SORRISO
Quando tornerai
dal tuo lungo viaggio, verrò
a prenderti al treno, avrò
tanta paura, vedrò
se i tuoi occhi saranno
ancora i tuoi occhi, il tuo collo
il tuo collo, se tutto di te
sarà sempre te o se avrai
qualcosa di nuovo
nascosto sotto i ricordi, lo sporco,
la fatica di questo
lungo viaggio lontano
da me,
lontano da te.
E forse davvero
nessuno può ritornare
senza esser cambiato,
ma il giorno in cui tu
tornerai sarò lì.
Nei raggi bassi
del sole del pomeriggio saremo
geometricamente perfetti
perpendicolari ai binari
paralleli nei corpi, io
allungherò nuovamente
un vecchio sorriso
che non ricordavi e tu
18
nel vederlo saprai
che io
ti ho aspettata.
19
SOGNANDO SHERWOOD
Io sono nato
e cresciuto in città.
M'è sempre piaciuta la città,
mi piace il cemento, il traffico
mi tranquillizza.
A me piace l'asfalto, l'odore che ha
quando cade la pioggia.
La natura
no, non mi piace.
Eppure
se me lo chiedessi tu,
io con te verrei a vivere
anche in un bosco
o in una foresta.
Che io di foreste
non ne ho vedute che al cinema.
Se però me lo chiedi tu
io mollo tutto e ti prendo
e ti porto nella foresta più bella
che io abbia veduto mai,
al cinema:
la foresta di Sherwood.
E divento il tuo Robin Hood.
Tu la mia Lady Marian.
Niente Fra Tuck, però.
Niente Little John,
niente soci, compagni, sodali.
20
Solo io e te.
Tirare con l'arco non so,
ma faremo le imboscate lo stesso
Ruberemo ai ricchi,
doneremo qualcosa ai poveri
qualcosa terremo per noi.
Voglio farti regali.
Voglio far te felice.
E magari smetto anche di fumare,
che me lo chiedi da anni
e poi le foreste
son parecchio infiammabili
e oltretutto soffrono di cronica carenza
di tabacchini.
Prima però fammi una foto
che la sogno da tanto,
da mostrare agli amici
Io, con l'arco teso
la freccia incoccata, la sigaretta in bocca.
Cosa importa se tirare con l'arco non so?
Se in realtà a me piace l'asfalto
e correre con le automobili?
È soltanto una foto,
siamo solo io e te.
Raccontiamoci qualche bugia.
Stai però attenta che io
(sbadato che sono!)
non faccia il contrario, potrei:
la freccia in bocca, la sigaretta incoccata.
Diventerei un piromane, col sorriso di Joker.
Sarebbe tragico, davvero
tragico.
Ok, niente foto, va bene,
21
troppo rischioso.
E niente imboscate, per oggi.
E per un giorno che importa
se lo sceriffo di Nottingham affama la gente?
Lasciamo anche a lui, povero cristo,
un istante in cui credere
di avercela fatta.
Oggi dimentica
il resto del mondo, milady,
vieni.
Saliamo insieme
su questa quercia immensa,
chiuditi i rami alle spalle,
sciogli i capelli,
baciami,
sogna con me.
22
BATTITO
Stammi sul cuore
appoggiati a me ogni volta
che stai per cadere.
Quando sei stanca
di non essere sola.
Quando parti
o ritorni da un viaggio,
da un sogno,
da un pianto.
Appoggiati a me
quando hai paura
di tutto o di niente.
Appoggia un orecchio
al mio cuore.
Ascolta il suo ritmo
preciso.
Ascoltane il suono,
ascolta:
Ti-a-mo.
Ti-a-mo.
Ti-a-mo.
23
FOSSI UN MITO
Peccato amarci
così tanto, peccato
amarci adesso, peccato
sia nato Cristo,
sian passati millenni.
Peccato non esserci amati
al tempo del mito
tra titani e chimere
giganti, eroi
ed ere
dell'oro.
A quel tempo perfino gli dei
tu
saresti stata capace
d'innamorare!
Ma tu agli dei
non ti saresti concessa mai,
lo so,
perché tu ami me
e io amo te. E gli dei
innamorati di te
sarebbero come impazziti
che con i rifiuti
han sempre avuto problemi,
gli dei.
E uno di loro, più pazzo
d'ogni altro ti avrebbe
24
tramutata in un albero
- lo facevano spesso e ti avrebbe piantata
su un'arida terra
destinata a morire.
E un altro dio allora
più sensibile e dolce
- ce n'era anche di quelli commosso
dal mio eterno dolore,
delle infinite lacrime
con cui avrei cercato
d'impedire
che potessi seccare,
magnanimo, del nostro amore
avrebbe fatto un fiume
e di me l'albero
che cresce felice
accanto a te.
Perciò, capisci? Peccato
amarci così in questo tempo.
Peccato amarci
soltanto adesso,
peccato sia nato Cristo
siano passati millenni
che se ci fossimo amati
a quel tempo lì oggi
saremo più famosi di Filemone e Bauci.
Saremmo stati scolpiti
e cantati e dipinti.
Avremmo fatto sognare
i grandi maestri!
E ancora adesso
25
dopo Cristo e millenni qualcuno
parlerebbe
con voce vibrante di noi
del nostro amore
delle radici mie
che scavano
a fondo la terra
fino a trovare le tue
per tenerti
per sempre la mano.
26
CI SONO MATTINE
Ci sono mattine
che mi sveglio e vago
per casa e mentre
vago, in quelle mattine, io
penso in versi,
anche se forse
trovereste sbagliato chiamarli versi.
Ci sono mattine, diciamo,
che mi sveglio e vago
per casa e mentre
vago, in quelle mattine, io
nei pensieri
vado a capo un po’ a caso.
Entro ad esempio in cucina e penso:
devo metter
sul fuoco
il caffè.
Oppure apro
l’armadio e mi dico:
oggi
mi metto i calzini azzurri
e la camicia beige.
E se poi lei si sveglia
io penso:
che bello
si sia svegliata soltanto
per far colazione
27
con me!
Visto da fuori
in quelle mattine che penso
in versi, sembro normale.
Un uomo in vestaglia
che strascica i piedi per casa
grattandosi un po’
sbadigliando con l’alito
marcio della mattina,
visto da fuori (sebbene in realtà
non mi veda nessuno)
in quelle mattine io sembro
l'uomo che sono
in ogni altra mattina.
Nessuno direbbe mai
ch’io nasconda un mistero,
che dentro io sia
tutto un fermento
di versi e poesia.
E questa cosa,
che la so solo io
tutto sommato,
in quelle mattine,
a me fa sentire
davvero bene.
28