La fisica del tennista
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La fisica del tennista
La fisica del tennista Siamo ormai alla fine, le stelle sono arrivate e qualcuna è anche già caduta. La cometa Volante che aspettavamo con trepidazione come portatrice di molecole di tennis, si è invece trasformata in una meteora disintegratasi al contatto con le biosfere luminose del Tennis Club Lainate, al cospetto degli irriducibili amanti di questo sport, che a notte ormai inoltrata sono passati da quel possibile stato psichico di sospensione ed elevazione mistica della mente chiamato estasi alla più crudele degli Armageddon. Marco Crugnola, la stella più luminosa della nostra galassia, giocando dal divano di casa sua ha invece ridimensionato al suo esordio quel tanto bravo quanto indisponente bambino con padre al seguito, che tanto avevano infastidito l'avversario e il pubblico presente nella precedente sessione. Dispiace rilevare che simili atteggiamenti, ingiustificati nello specifico e non giustificati neppure dalla voglia di raggiungere traguardi a coronamento degli sforzi compiuti, portano antipatia verso un personaggio che invece dovrebbe riscuotere solo simpatia, per la giovane età, per il bel gioco e per le belle speranze che porta con sé: uno dei rari casi in cui si spera che la mela cada il più lontano possibile dall'albero. Prosegue, e non poteva essere altrimenti, l'avventura del figlio del Re Sole Bergomi. Nel buio della sera l'ENEL ha tentato un esperimento: tolta tensione alle linee elettriche della città, il campo C dove era accomodato il fluorescente Dio Padre è rimasto illuminato a giorno e si è potuto continuare a giocare. Nella notte il corteo di ritorno verso il Monte Olimpo ha effettuato il proprio viaggio a fari spenti, guidato dall'iridescenza del cocchio regale, della quale hanno beneficiato anche i tifosi milanisti acquartierati nelle favelas alle pendici del monte sacro agli dei, mentre quelli juventini sono invece tornati verso Torino, facendo fortunatamente perdere le proprie tracce, si spera per sempre. I più attenti ricorderanno che rimaneva da trattate un ultimo argomento rispetto ai vari fattori che contraddistinguono il giocatore del tennis, quello fisico. Su tale argomento si potrebbe scrivere un trattato sulla falsariga de "La fisica dei Supereroi" del professor Kakalios, trattato dove si spiega con puntiglio quanti hamburger dovrebbe mangiare Flash per correre a velocità supersonica o le basi fisiche su cui si fondano i poteri dell'Uomo Ghiaccio, ma, purtroppo per voi, manca il tempo per farlo. Tralasciando lo statuario Perseo Bergomi, figlio di un Dio e di una non comune mortale, sui campi di gioco ne abbiamo viste di ogni: bambini, ragazzi e adulti di tutte le età, altezza e stazza si sono avvicendati sul mateco mostrando complessivamente buone doti di fondo, potenza, velocità per alcuni inaspettate. Straordinari i metodi di riscaldamento usati: da chi salta con una corda immaginaria a chi corricchia al massimo una decina di metri per non più di sette / otto secondi, a chi simula una sorta di stretching inclinando di qualche grado la testa da destra a sinistra, a chi arriva in taxi già cambiato con la racchetta in mano e risponde al primo servizio dell'avversario mentre paga il tassista. Ma tutto ciò è facilmente comprensibile: il giocatore di tennis, alle prese con reti di ogni tipo, scarpe di ogni colore, racchette di ogni materiale fino al marmo, palline magiche, quattro miliardi di colpi differenti e un avversario che ti rimanda indietro una palla sempre difficile, non ha assolutamente tempo di curare l'aspetto fisico, e possiamo dire che si vede. Ci resta da fare un'unica considerazione: la Pellegrini e Paltrinieri fanno nuoto, se volete che i vostri ragazzi diventino come loro non fateli giocare a tennis: vi risparmierete litigi con loro, con l'avversario, con l'arbitro e con il pubblico, costose racchette spaccate, crescite asimmetriche, tic di ogni tipo, noiosi gomiti del tennista: al massimo potrà capitare che a vostra figlia propongano una ben retribuita pubblicità per capi di lingerie o che vostro figlio venga chiamato a Hollywood per l'ennesimo remake di Tarzan. Moritz Allee