Principi offensivi per il miglioramento individuale nelle categorie

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Principi offensivi per il miglioramento individuale nelle categorie
Programma di Aggiornamento Obbligatorio – Provincia di Asti
PRINCIPI OFFENSIVI FINALIZZATI AL
MIGLIORAMENTO INDIVIDUALE NELLE
CATEGORIE U15, U17 E U19
A cura di Andrea Nicastro – Asti, 12 maggio 2009
Asti, 12/5/2009
Relatore: Andrea Nicastro
Principi offensivi finalizzati al miglioramento individuale nelle categorie U15, U17 e U19
Premessa
L’incontro è iniziato con la mia presentazione e i ringraziamenti a Maurizio Salvemini,
presidente della commissione provinciale allenatori di Asti, per l’opportunità offerta. È
continuato con alcune valutazioni sul Programma di Aggiornamento Obbligatorio
(PAO), a valle della mia esperienza di presidente della commissione allenatori di
Torino. Le lezioni tecniche del PAO possono assumere tre diversi significati:
•
•
•
occasioni per accumulare crediti per ottenere la tessera gare 2009/10;
occasioni di informazione e apprendimento direttivo e verticale di concetti e
idee note al relatore e sconosciute ai partecipanti;
occasioni di ascolto di una proposta tecnica e di confronto sul merito, che
può dare luogo ad una adesione o ad un dissenso, anch’esso parziale o totale.
Non do molto peso alla prima motivazione, insufficiente a mio parere a giustificare da
sola la gran mole di lavoro che il CNA e le commissioni territoriali si sono accollate:
tuttavia chi è venuto fino ad Asti1 al solo scopo di ottenere i 2 crediti per la tessera
gare, ha il mio massimo rispetto.
Apprezzo la seconda, ed io per primo sono andato e vado ancora a sentire con
grossa curiosità chi parla di temi che non conosco, o che conosco solo in parte, in
cerca di nozioni e informazioni nuove.
Ma ritengo la terza interpretazione la più efficace ed interessante, oltre che la più
stimolante per chi partecipa. L’opportunità di ascoltare idee su temi noti, anche molto
lontani dal proprio modo di allenare e dalle proprie idee tecniche, stimola la capacità
di critica, di rivisitazione delle proprie idee, arricchite da spunti che possono arrivare
anche da un relatore sulla carta poco “intrigante” o su un tema sul quale si riteneva e
si ritiene di non dover mettere nulla in discussione.
Inoltre, dovendo indossare per la prima volta i panni del relatore di una di queste
lezioni, pensare a questa interpretazione mi ha molto sgravato dalla responsabilità
derivante dalla pretesa di avere qualcosa da insegnare a tanti bravi allenatori, seduti
in tribuna ad ascoltarmi, dai quali io avrei avuto ancora tanto da imparare.
Ecco perché personalmente ritengo le riunioni tecniche di aggiornamento un piacere
e un’occasione di arricchimento culturale “democratico”, più che un dovere mutuato
dai crediti, indipendentemente dalla paternità dell’idea tecnica o della personale
adesione a questa idea.
Il piacere consiste nel sentirsi protagonisti, critici, e non semplici spettatori passivi,
del proprio percorso di aggiornamento tecnico.
1
Solo 14 erano infatti gli astigiani e ben 22 i torinesi, su un totale di 45 presenti
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Relatore: Andrea Nicastro
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Generalità sui principi offensivi
Una domanda ricorrente
In ogni categoria, comprese quelle senior, ad inizio stagione un allenatore si chiede:
“Come farò giocare la mia squadra quest’anno in attacco?”
È una domanda ricorrente, alla quale si possono dare diverse risposte. La più facile:
“Le mie squadre hanno sempre giocato così: perché cambiare?”
Questa risposta è certamente efficace in termini di resa: chiunque è sempre molto
efficace nel proporre delle idee consolidate e che padroneggia bene. Il limite forse
consiste nel distogliere l’attenzione dai giocatori, riponendole nelle esigenze, o nella
carente flessibilità, per non dire pigrizia intellettuale, del coach.
Partire dall’obiettivo
C’è però una domanda ancora più importante che ogni allenatore dovrebbe porsi:
“Quale obiettivo voglio raggiungere dal gioco d’attacco della mia squadra?”
Insomma:
•
•
non chiediamoci solo il “come”, cioè la strada da percorrere, …
ma anche il “perchè”, cioè la destinazione da raggiungere.
Se la destinazione, l’obiettivo, è la prestazione in assoluto, correlata alla vittoria,
come spesso è giusto che accada in ambito senior, l’organizzazione offensiva ha il
compito di esaltare le doti dei giocatori e nasconderne le carenze. Ad esempio:
•
•
•
il lungo porterà dei blocchi, prenderà rimbalzi e farà le aperture,
il tiratore sfrutterà i blocchi e tirerà,
il palleggiatore palleggerà per penetrare o per portare palla in attacco,
Credo che al contrario, in ambito giovanile, l’obiettivo primario debba essere il
miglioramento individuale dei giocatori, e solo in seconda battuta la vittoria
della partita o un piazzamento onorevole in campionato. Perciò l’attacco sarà
un’occasione per provare anche (o soprattutto) le cose che non si sanno fare, perfino
quelle che in futuro non si faranno mai, ad esempio giocare in posizioni esterne per
chi ha grande stazza e limitata mobilità, caratteristiche che spingerebbero ad essere
“usati” vicino a canestro, o in posizioni interne per giocatori piccoli e gracili, che si
troverebbero più a loro agio in posizioni esterne.
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Atteggiamento didattico
Un allenatore di settore giovanile, a mio parere, dovrebbe formarsi e aggiornarsi il più
possibile, arricchendo il proprio bagaglio tecnico di tante idee tecniche, poi
focalizzare l’obiettivo da raggiungere, infine scegliere la proposta maggiormente
funzionale al raggiungimento di questo obiettivo. Nel condurre la squadra e i giocatori
lungo il percorso, dovrà “prenderli per mano”, farli andare avanti da soli, come un
papà quando insegna al proprio bambino ad andare in bicicletta. Toglie prima una
rotella, poi l’altra. Da dietro incita, corregge, dà delle indicazioni. Probabilmente il
bambino perderà l’equilibrio, cadrà e forse si farà male. Con pazienza e cura, andrà
fatto rialzare e riprovare ancora. Viceversa, il papà potrebbe eliminare il problema,
conducendo il percorso, trascinando il bambino seduto su una bicicletta con le rotelle
attaccate. Così facendo eliminerebbe il rischio di caduta, ma non risolverebbe il
problema formativo e didattico.
Una organizzazione schematica e rigida è come un papà che conduce un
bimbo posto su una bicicletta con le rotelle senza imparare a gestire l’equilibrio, né
apprendere il percorso da seguire. Una organizzazione libera e flessibile è come
un papà che, progressivamente, toglie le rotelle dalla bicicletta, fa un passo indietro,
e consente al bambino di imparare dalle proprie salutari cadute, senza preoccuparsi
né dolersi dei primi momentanei insuccessi.
I postulati di base
Il Comitato Nazionale Allenatori riconduce l’insieme delle sue proposte tecniche su
tre concetti base, detti “postulati”, che a prima vista possono sembrare principi
astratti, ma che a mio avviso trovano ampia applicazione in tutte le situazioni di gioco
che osserviamo e alleniamo quotidianamente:
•
•
•
spazio / tempo (es. capacità di occupare spazi corretti in tempi opportuni)
equilibrio (fisico e posturale, tecnico e tattico, mentale e relazionale)
autonomia / collaborazione (relazione tra individualità e collettività)
Lo ammetto: l’ultimo è il mio postulato preferito! Coniuga infatti armonicamente due
capacità: affermare la propria creatività e interagire con i compagni in modo
consapevole, responsabile e fruttuoso.
L’equilibrio tra autonomia e collaborazione è l’aspetto relazionale importante da
affiancare al lavoro fisico e tecnico, mediando tra due opposti rischi:
•
•
l’eccesso di autonomia, che degenera in individualismo ed egoismo;
l’eccesso di collaborazione, che degenera in paura e deresponsabilizzazione.
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Caratteristiche del basket moderno
Cito alcune delle caratteristiche per me importanti del basket dei nostri giorni, in
ambito giovanile ma non solo, alcune delle quali sono note e “classiche”, e altre
maggiormente legate alle recenti evoluzioni del gioco.
Spazio
Saper giocare su tutto il campo, in lungo (28 metri) e in largo (15 metri). Tutti i
giocatori comprendono naturalmente fin da piccoli quanto lungo sia il campo, con la
voglia di puntare al canestro avversario, appena acquisiscono il controllo della palla
vicino al proprio canestro. È invece più complicato insegnare ad occupare il campo in
larghezza, evitando di ammassarsi in troppi sulle zone centrali.
Tempo
Saper giocare in continuità, in modo fluido e senza pause, passando dalla difesa
all’attacco (e viceversa) con la transizione offensiva e difensiva. Chi capisce per
primo che è finita una fase e ne sta per iniziare un’altra, ne ricava già un vantaggio,
indipendente dal talento, dal fisico o dalla tattica. Ridurre ad attimi i tempi del
pensiero, minimizzare i ritardi di reazione ad uno stimolo, crea vantaggi alla portata
di tutti.
Ostacoli
La maggiore fisicità dei difensori ha finito inevitabilmente per accorciare i tempi di
reazione degli attaccanti, e ha reso maggiormente critica la gestione del contatto,
dell’equilibrio e della gestione del disequilibrio.
La maggiore ricerca tattica difensiva stimola l’attacco nel cercare soluzioni sempre
nuove. Parentesi sulla tattica, anche speculativa, che si incontra a livello giovanile,
condivido in questo la posizione espressa da coach Gianni Asti nella sua lezione del
5/5/2009 a Giaveno (TO): invece di criticare i colleghi avversari per le loro scelte,
comunque legittime a termini di regolamento, come zone, raddoppi, difese flottate,
ecc., bisogna approfittare della situazione per evolversi, e proporre ai propri giocatori
l’utilizzo di nuovi strumenti tecnici, individuali o di squadra2.
Al contrario una grande omologazione di idee e sistemi di gioco, in attacco come
in difesa, risulta appiattente, e non garantisce la ricerca di nuove soluzioni da parte
degli allenatori, e con essa la crescita culturale del movimento.
Ruoli
Dare ruoli fissi a livello giovanile è un’opportunità di specializzazione e miglioramento
dei dettagli, o una “gabbia” che limita crescita e fantasia? Ciascuno dia la risposta
che crede più giusta, nel contesto in cui opera.
2
In particolare nella categoria Under 15 si gioca il basket dei grandi, e nulla è vietato
dal regolamento tecnico né dalle DOA: è quindi ingiusto, oltre che inutile, lamentarsi
delle scelte operate dai colleghi.
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Vantaggio
È il concetto fondamentale della pallacanestro moderna, a livello giovanile e senior,
parlando di 1c1 come di 5c5. Ne ho sentito parlare in modo chiaro e convincente da
Andrea Capobianco, formatore nazionale del CNA. Bisogna saperlo:
•
•
•
prima prendere:
o
con una iniziativa personale di 1c1 con o senza palla,
o
con una collaborazione più o meno evoluta (es. qualunque tipo di blocco);
poi mantenere:
o
con l’uso del corpo nel caso di 1c1 ostacolato (es. tagliare la strada in
palleggio al difensore che recupera),
o
con il fondamentale di passaggio e la corrispondente capacità di scelta,
unita ad opportune spaziature, nel caso di vantaggio di squadra (es.
ribaltando la palla, giocando contro le rotazioni difensive);
infine finalizzare:
o
con un canestro realizzato o un fallo subito da parte dello stesso giocatore
che aveva preso e mantenuto il vantaggio nel caso di 1c1,
o
con lo stesso risultato, ma ottenuto da un attaccante diverso da quello che
aveva preso e mantenuto il vantaggio, nel caso di vantaggio di squadra.
Un bravo allenatore di settore giovanile, secondo me, deve partire dalla fine
(finalizzare il vantaggio), allenando ad esempio il fondamentale di tiro in diverse
situazioni. Poi passa alla fase centrale del percorso (mantenere il vantaggio),
allenando ad esempio la capacità di giocare penetra e scarica. Infine propone
diverse forme per la fase iniziale (prendere il vantaggio), dalle più semplici come la
finta di tiro che precede l’1c1 dinamico, alle più complicate come tutte le
collaborazioni che prevedono l’uso di blocchi.
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Categoria Under 15
Principi offensivi
Schieramento
A differenza di quanto fatto fino ad U14, categoria nella
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quale preferisco giocare con 5 esterni, da U15 in poi lo
2
3
schieramento prevede 4 attaccanti esterni e 1
attaccante interno, senza ruoli fissi. Questa
4
1
disposizione assicura una spaziatura migliore,
adeguata alla crescente fisicità dei giocatori, che fra i
14 e i 15 anni vivono solitamente il picco della loro crescita, specialmente in altezza,
liberando spazio sull’arco dei 6,25. Il post medio occupa la seconda tacca, per
lasciare uno spazio sufficiente a penetrazioni e tagli sul fondo, e lasciare
contemporaneamente uno spazio corretto a chi gioca in guardia.
1c1 con palla
L’1c1 con palla in U15 deve essere “consapevole” dell’inevitabile arrivo di aiuti e
rotazioni, non importa se “codificate” o spontanee, flottanti o aggressive. L’1c1 con
palla è strettamente correlato alla capacità di giocare “penetra, scarica e –
soprattutto – ribalta”. Gli esercizi di penetra, scarica e ribalta sono lo strumento per
insegnare l’uso dell’1c1 con palla “consapevole”. Si propongono in forma analitica
senza la difesa, se i giocatori hanno già maturato la consapevolezza delle
motivazioni che stanno dietro l’esercizio e, con essa, la capacità di immaginare il
comportamento della difesa. Viceversa, invece di far eseguire l’esercizio in modo
inconsapevole e impreciso, conviene partire subito da situazione di gioco contro la
difesa, con una proposta globale.
1c1 senza palla
L’1c1 senza palla deve avere un doppio scopo: usarlo a titolo individuale, per
smarcarsi, ricevere e giocare 1c1 con palla, o ricevere per un tiro agevole da sotto
(back-door), oppure usarlo per la squadra, liberando una zona del campo,
utilizzabile da un compagno (clear-out). Va allenato ed enfatizzato più dell’1c1 con
palla, perché ai giocatori viene meno spontaneo e naturale “faticare” senza avere in
mano l’oggetto del desiderio…
Palleggio
Già in U15 bisogna fare un uso consapevole e addirittura generoso del palleggio:
•
per attaccare il canestro, ma sapendo che su un aiuto si dovrà scaricare,
•
per migliorare un angolo di passaggio, rendendo più agevole la ricezione da
parte di un compagno.
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Post
Introducendo una posizione interna, diventa inevitabile proporre una collaborazione
tra chi la occupa e i quattro compagni ben spaziati sull’arco dei 6,25. Un’idea, con
palla in post medio, è quella del taglio flash da parte del giocatore in punta, con la
doppia valenza di back-door per sé e clear-out per i compagni più lontani dalla palla.
Esercizi proposti sul campo
Esercizio 1 – Sei posizioni
Da un’idea di Antonio Bocchino (clinic di Torino, 2004)
POST
POST
per imparare le posizioni, imparare a guardare per
ALA
ALA
occupare posizioni libere e comunicare con i
compagni. Ciascun giocatore entra in campo, occupa
GUARDIA
GUARDIA
una delle 6 posizioni e la comunica ad alta voce.
Variante: chiamare, dopo la propria, anche la posizione
di un compagno scelto. Variante: inserire il pallone, che viene passato in campo tra i
giocatori, chiamando ad alta voce la posizione della palla, dopo la propria.
All’aumentare del numero di giocatori, cresce la possibilità di un conflitto di posizione,
e l’esigenza di cambiare posizione in corsa. È un gioco utile soprattutto nel
passaggio da U14 a U15, per imparare le nuove posizioni, come quella di post.
2
3
1
3
1
2
1
2
3
Esercizio 2 – 3c0 esterni
1 centrale con palla penetra in area e decide di
scaricare sul lato forte a 2, che si alza giocando
“contro” la difesa, o sul lato debole a 3, che si spazia in
angolo per favorire il passaggio. Qualunque sia la
scelta di 1, l’esterno che non ha ricevuto la palla
esegue uno sprint per dare una linea di passaggio,
favorendo così il ribaltamento della palla. Con la
proposta e le correzioni, in questo esercizio si insegna,
oltre allo spazio, anche il tempo del movimento della
palla, che viene ribaltata tanto più velocemente quanto
gli attaccanti senza palla sono bravi a muoversi con il
pallone in volo, anticipando il bisogno del compagno di
passar loro la palla. Sulla nuova penetrazione di 1, 3
riempie lo spazio lasciato vuoto dalla penetrazione, in
modo da favorire il passaggio all’indietro. Lo stesso
esercizio può essere proposto con delle varianti, ad
esempio nelle posizioni iniziali (due esterni e un interno
invece che tutti esterni), o nell’inizio: invece che con
“penetra e scarica” si può iniziare con dai e vai di 1 con
2, il quale risale in palleggio per migliorare l’angolo di
passaggio a 3 (diagramma omesso).
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L’esercizio è disponibile in video su: http://www.youtube.com/watch?v=he2Lbxu-pxM
È importante capire che, dopo una penetrazione in area e un passaggio verso
l’esterno, non conviene penetrare nuovamente contro un’area intasata di difensori,
ma piuttosto usare passaggi perimetrali di ribaltamento, per dare il tempo alla difesa
di “aprirsi” verso l’esterno, e colpirla con un tiro da fuori o una nuova penetrazione.
Questo concetto, che ho sentito proposto per la prima volta da Fabrizio Frates nel
2006 in un clinic a Biella, è stato ripreso lo scorso 4 aprile da Gianni Lambruschi, nel
clinic organizzato a Torino in coincidenza con le finali di ULEB CUP. Gianni
Lambruschi parlava della difesa come una “spugna”, che viene “strizzata” da una
penetrazione, e ha bisogno di qualche secondo per riempire nuovamente le sue
cavità d’acqua, per poter essere nuovamente strizzata. L’immagine è a mio avviso
efficace, e rende bene l’idea.
Esercizio 3 – 3c3 “schiena”
Per applicare i concetti di “penetra e scarica” in
X3
3
situazioni reali di gioco, bisogna togliere agli attaccanti
2
X2
X1
il problema di prendere il vantaggio, lasciando loro solo
C
la gestione del mantenimento e della finalizzazione del
1
vantaggio. Per questo scopo, si gioca 3c3 a metà
campo, partendo tutti in prossimità della lunetta, con il
coach che chiama per nome l’attaccante che riceverà la palla consegnata dalle sue
mani per attaccare il canestro, mentre il suo diretto difensore sarà obbligato a girare
dietro la schiena del coach. Questo vantaggio dovrà essere mantenuto correttamente
con i concetti visti prima (tecnica e scelta del passaggio, gioco senza palla).
L’esercizio è disponibile in video su: http://www.youtube.com/watch?v=KU7tr6A_Itw
Esercizio 4 – 3c3 “campanella”
L’esercizio
è simile, con un vantaggio inferiore rispetto
X3
3
al caso precedente, perché il difensore in ritardo dovrà
2
X2
X1
semplicemente toccare la mano del coach libera dalla
C
palla (“suonare la campanella”) e poi recuperare. In
1
progressione, questo esercizio va proposto quando gli
attaccanti hanno dimostrato di saper gestire
efficacemente un grande vantaggio, sfidandoli a gestirne uno minimo. Inoltre,
cambiando la mano con la quale consegna la palla, il coach potrà provocare
artificialmente una penetrazione sul fondo (illustrata nel diagramma) o sul centro.
Inoltre, avvicinando o allontanando la mano da far toccare al difensore, o la palla da
consegnare all’attaccante, potrà “modulare” il vantaggio concesso all’attaccante,
rispetto al ritardo forzato sul difensore.
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Esercizio 5 – 3c0 “backdoor”
Tre file come nel diagramma, 2 dà il via con il
passaggio a 1, che usa il palleggio per migliorare
l’angolo del passaggio. 2 tocca la mano del coach per
1
C
simulare un forte anticipo difensivo e taglia a canestro,
liberando così spazio per 3 (“clear-out”) che sale e
riceve. Da questo momento in poi si può continuare
con un tiro, una palla a 2 in post, o una penetrazione di 3, che dà luogo alle
spaziature analizzate negli esercizi precedenti. Punti di attenzione sono i seguenti:
2
•
•
3
all’inizio del il taglio back-door, 2 non dove mai perdere di vista il pallone, quindi
il cambio di senso con giro frontale è generalmente da preferire al dorsale;
il taglio back-door di 2 impegnerà per un attimo il difensore di 3, che potrà
quindi avere lo spazio per ricevere da 1.
Esercizio 6 – 3c3 “back-door” ¼ di campo + appoggio
I due terzetti partono intorno alla lunetta. Il coach
2
chiama il colore del terzetto che attacca, lanciando la
X2
palla in posizione centrale. L’attaccante che prende
C
X1
possesso della palla non può palleggiare. I due
1
attaccanti senza palla devono smarcarsi inizialmente
sul quarto di campo opposto a quello in cui si trova il
coach. Se la difesa anticipa correttamente (se no, va
stimolata per rendere allenante la proposta per
2
l’attacco), 2 giocherà back-door “clear-out” per la
X2
3
ricezione di 3 in ala. Da quel momento si gioca liberi
X3
C
3c3 su tutta la metà campo. Nel caso in cui nemmeno
X1
3 riesca a ricevere, 1 può usare il coach come
1
appoggio per ribaltare: sul passaggio tutti e tre i
giocatori attaccheranno senza palla, rispettando i
reciproci spazi, per ricevere nuovamente e giocare 3c3 a metà campo.
Gli ultimi due esercizi sono disponibili in video al seguente indirizzo:
http://www.youtube.com/watch?v=RJ8FSvFGals
Una possibile evoluzione dell’esercizio prevede l’assenza del coach, sostituito da un
quarto giocatore, tenendo presente che, per ragazzi all’inizio della categoria U15,
spaziarsi correttamente in 4 sarà più complicato che farlo in 3.
X3
3
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Esercizio 7 – 3c3 “risalire”
Il solito esercizio di 3c3 a metà campo partendo dalla
lunetta, con il coach che chiama il colore della squadra
che attacca, può essere usato per insegnare l’uso
consapevole e generoso del palleggio, allo scopo di
migliorare un angolo del passaggio. Basta far cadere la
palla in uno spazio ristretto, come un angolo del
campo, impedendo al giocatore con palla di attaccare il
canestro: può palleggiare, ma solo per trovare migliori
angoli di passaggio. Dopo il primo passaggio, si gioca
liberi. 1 sarà automaticamente portato a risalire in
palleggio alla ricerca del primo compagno libero.
Il concetto di “risalire” in palleggio sarà poi utile nelle
categorie successive per distorcere il fronte di una
difesa a zona (vedi clinic 1998 di Ettore Messina).
X1
X3
2
3
X2
1
X1
X3
2
X2
3
Esercizio 8 – 4c0 post, flash & skip
In questo esercizio senza difensori, si mettono insieme
3
i principi già visti in precedenza (penetra, scarica,
ribalta, usa il palleggio per migliorare gli angoli) e si
aggiunge la collaborazione tra il giocatore con palla in
4
1
post e i suoi compagni sul perimetro. 1 può iniziare
penetrando e scaricando equivalentemente su 2 (caso
illustrato nei diagrammi) o su 3. Può anche giocare dai
2
3
1
e vai con 2, che risale in palleggio. 4 riempie il buco
lasciato, e agevola il ribaltamento del pallone. 3 serve
1 in post, dopo aver eventualmente migliorato
l’allineamento in palleggio, e si spazia leggermente in
angolo o sul centro (la scelta dipenderà dalla scelta del
4
suo difensore). Non è proibito che 3 giochi dai e vai,
ma purché questo non diventi una soluzione ripetitiva e
quindi schematica. In generale ho forti dubbi sul fatto
1
che, tra post con palla e ala che taglia a canestro, ci
sia una buona spaziatura, senza generare eccessivo
3
2
traffico. Il taglio migliore mi sembra quello di 4, che
dalla punta “attacca la schiena” del suo difensore,
4
muovendosi sul quarto di campo opposto alla palla,
liberando così (clear-out) il passaggio skip per 2.
L’evoluzione nel gioco dell’esercizio è il 4c4, giocato con le stesse modalità del 3c3
precedente, con la variante “schiena”, se voglio iniziare penetra e scarica, oppure
“back-door” se voglio iniziare con un passaggio. Bisogna stimolare la difesa per
allenare l’attacco, facendo seguire al 4c4 a metà campo un’azione 4c4 a tutto
campo, solo in caso di recupero, per allenare la transizione offensiva e difensiva.
2
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Categoria Under 17
Principi offensivi
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3
4
1
Schieramento
Non cambia lo schieramento, che prevede sempre 4
esterni e 1 interno, con ruoli “spontanei”. Questo
vuol dire che il coach in U17 deve agevolare le naturali
propensioni dei giocatori, senza però permettere
eccessive specializzazioni: tutti devono comunque fare
tutto, come rinforzo dei concetti visti in U15.
Blocco verticale
Se 4 è anticipato dal suo difensore, come alternativa al
5
2
taglio back-door può bloccare a favore del compagno
3
3, che, in relazione alla scelta della difesa, potrà:
•
tagliare in area a ricciolo;
4
1
•
tagliare in allontanamento verso l’angolo;
•
uscire forte in guardia.
Un approccio analitico tenderebbe a studiare una per una le singole scelte difensive
(inseguire, passare in terza, cambiare, ecc.) e conseguentemente insegnare le
corrispondenti letture offensive. Ritengo questo approccio più adatto ad un contesto
evoluto (es. senior o almeno U19), mentre in U17, quando si va alla scoperta dei
primi blocchi, vale la pena scoprire globalmente nel gioco le diverse opportunità.
5
4
2
3
1
2
5
4
3
1
Blocco cieco “flex”
In successione con il blocco verticale di 4 per 3, si può
proporre un blocco cieco (ossia sulla schiena del
difensore, e quindi fuori dal suo campo visivo) di 5 per
2. Anche in questo caso l’approccio più efficace a mio
avviso è quello globale, lasciando che i giocatori
imparino “giocando” le diverse opportunità concesse
da parte della difesa. La situazione creata sul quarto di
campo opposto è simmetrica rispetto a quella iniziale,
con 2 in post e gli altri quattro giocatori sul perimetro,
in ossequio al principio di evitare ruoli rigidi. Si presti
sempre attenzione a non farsi “fagocitare” dalla mania
coreografica dello “schema”, ma di cogliere, e far
cogliere ai giocatori, ogni opportunità vantaggiosa,
attaccando il canestro con e senza palla.
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1
Blocco sulla palla (pick ‘n roll)
Dopo la proposta del blocco verticale per 3,
un’ulteriore iniziativa che può prendere 4 è quella di
bloccare sulla palla. Questa collaborazione coinvolge
anche gli altri giocatori (3, 2 e 5) che devono spaziarsi
in modo opportuno, per fornire nuove linee di
passaggio. Le opportunità offerte da questa
collaborazione
sono
molteplici,
come
3
2
molteplici
sono
le
4
sponde possibili per
servire 4. Per questo
1
5
motivo ai giocatori sono
richieste ottime capacità
tecniche e di lettura.
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Esercizi proposti sul campo
Non sono stati proposti esercizi sul campo per
mancanza di tempo. La proposta avrebbe previsto 4c0
e 4c4, 5c0 e 5c5, da tap-in, sviluppando il gioco a tutto
campo in transizione, lasciando sempre libertà a tutti di
giocare 1c1 con e senza palla, e all’ultimo giocatore
che arriva in zona di attacco (5), di portare un blocco
verticale a vantaggio del compagno più lontano dalla
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palla (vedi diagramma a fianco) come alternativa al
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semplice back-door clear-out visto fino ad U15.
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Più che iniziare ad insegnare uno “schema”, l’obiettivo
rimane quello di lasciare autonomia ai giocatori, ma
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allargando ai blocchi il ventaglio delle possibili
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iniziative, e rendendoli ancora più attenti all’esigenza di
minimizzare i tempi morti, quelli in cui la palla sta ferma
e non si muove né col
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passaggio (preferibile) e
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5
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né col palleggio.
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Il gioco può continuare
con il blocco cieco “flex”,
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3
1
per ricostruire sul quarto
di campo opposto il
triangolo
guardia-alapost, ed entrare in regime di mantenimento del vantaggio, con penetra, scarica e
ribalta, alla ricerca del miglior tiro possibile.
In alternativa 5 può decidere di giocare un blocco sulla
palla (pick ‘n roll). Questo richiede l’insegnamento del
palleggio protetto, in arretramento, in esitazione; del
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passaggio nel traffico (due mani sul capo, anche in
salto, una mano laterale, ecc.) e con l’uso delle
sponde; dell’uso dei tagli e dei contatti per il bloccante,
ecc.
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2
Si tratta decisamente di una proposta evoluta, da
proporre solo quando le altre forme di collaborazione
hanno raggiunto un livello qualitativo accettabile, e
1
quando le capacità fisiche dei giocatori consentono di
passare la palla a distanze non banali (es. skip in
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diagonale) per giunta sotto pressione difensiva.
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Asti, 12/5/2009
Relatore: Andrea Nicastro
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Categoria Under 19
Principi offensivi
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Schieramento a regime
Non cambia lo schieramento, che prevede sempre 4
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esterni e 1 interno, con ruoli “semi-rigidi”. Durante la
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categoria U19, ed in particolare per i giocatori arrivati
al secondo anno (quest’anno i ’90, il prossimo anno i
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’91) i giocatori devono avere una identità, delle
competenze precise sul campo, fermo restando che:
nella pallacanestro moderna ha successo chi sa fare più cose;
in regime di mantenimento del vantaggio (penetra e scarica) tutti devono saper
fare tutto, adattandosi alle penetrazioni dei piccoli in area, che liberano spazio
sul perimetro per gli interni.
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4
3
1
3
5
4
2
1
Doppia uscita
Contro una difesa schierata è possibile iniziare a
giocare con schieramenti diversi da quello visto finora,
con l’obiettivo principale di “prendere vantaggio”, e con
l’obiettivo secondario di specializzare le competenze e
i ruoli dei giocatori, prossimi all’inserimento in prima
squadra, se non addirittura già inseriti stabilmente. Una
possibilità è la nota “doppia uscita”, con due posti di
blocco di 4 e 5 a vantaggio di 2, che sceglie il lato,
mentre 3 si apre sul lato opposto. I giocatori 2 e 5
formano il triangolo guardia-ala-post insieme a 1
oppure a 4, che taglia sull’arco in relazione alla scelta
di 1, che si sarà avvicinato o allontanato dalla palla.
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Relatore: Andrea Nicastro
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Collaborazioni con due post alti
Altro modo per iniziare a prendere vantaggio è l’utilizzo
di un doppio pick ‘n roll alto, con 1 che sfrutta uno dei
due blocchi portati sull’arco dei tre punti da 4 e 5,
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mentre 2 e 3 stanno più larghi possibile, preparandosi
a giocare da sponde contro gli aiuti. Il gioco, di matrice
1
senior, può continuare con ulteriori collaborazioni
evolute, come ribaltamento e pick ‘n roll laterale,
oppure uso di blocchi “stagger”. Più semplicemente
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vale la pena di cogliere ogni occasioni di 1c1 e
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mantenimento del vantaggio. Esistono altre modalità di
collaborazione fra 1 con palla e i due post alti 4 e 5,
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4
che prevedono dai e segui, o dai e vai in
allontanamento (“flare”), correlate a blocchi ciechi del
post alto non in possesso di palla. Nel diagramma a
fianco, 5 riceve sul perimetro, mentre 1 sfrutta il blocco
2
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cieco di 4, 3 si muove in opposizione a 1, 2 gioca
senza palla su un quarto di campo, back-door oppure
passaggio consegnato (“hand-off”). Ultima situazione,
5
4
quella dei blocchi “single-double”, di cui ho sentito
parlare anni fa in un clinic di Alessandro Ramagli al
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PalaBallin di Torino, con idee messe in pratica anche
da Guido Tassone (Auxilium Torino, serie B2, a.s.
2
3
2003/04). Si inizia sempre con il passaggio del play ad
uno dei due post alti, e poi dai e vai nel corridoio
centrale, mentre 2 si avvicina all’area. A questo punto
5
4
3 sceglie fra la soluzione “single”, cioè il blocco singolo
di 2 sul quarto di campo opposto, oppure “double”,
1
ossia lo “stagger” di 1 e 4. Immediatamente dopo la
scelta di 3, 1 sfrutterà la
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3
2
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soluzione
opposta,
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1
fornendo così a 5 quattro
linee di passaggio, due ai
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bloccanti e due ai
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5
bloccati, con la possibilità
double
single
di 3 di fare ogni volta una
scelta
diversa,
per
prendere vantaggio. Si entra così in un basket particolarmente evoluto e “senior”.
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Esercizi proposti sul campo
Non era in programma alcuna proposta di esercizi sul campo, volendo dedicare
maggior tempo agli esercizi dedicati alla categoria U15, e secondariamente all’U17.
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Conclusioni
Molti allenatori spesso parlano dei giocatori da loro allenati, con l’espressione "i miei
giocatori". Il messaggio, implicito e secondo me deviante, contenuto in questa
espressione è quello del “possesso”. Soprattutto a livello giovanile, come coach
posso essere visto come un idolo dai giocatori, perché, facendo fare loro quello che
amano di più, ho un grande “potere” su di loro. Questo potere, purtroppo, rischia di
alimentare il mio ego. In realtà non sono loro “i miei giocatori”, ma sono io “il loro
allenatore”, che si mette a loro servizio e a loro disposizione, che mette loro al centro
del processo di crescita, che si fa “usare” e non “usa” i giocatori. Auguro a tutti noi, a
me per primo, di meritare ogni giorno di farmi “possedere” dai giocatori, i ragazzi che
ho il piacere e l’onore di allenare.
Bibliografia virtuale
Non potendo citare con esattezza tutte le fonti che hanno contribuito alla
formulazione di questa mia proposta tecnica, mi limito ad elencare alcuni allenatori
che mi hanno dato spunti utili, anche inconsapevolmente, non avendo il piacere di
conoscerli tutti personalmente, nella speranza di aver “copiato bene” e interpretato
correttamente le loro idee, sentite di presenza a corsi e clinic o su un DVD.
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Gianni Asti
Antonio Bocchino
Andrea Capobianco
Federico Danna
Fabrizio Frates
Gaetano Gebbia
Gianni Lambruschi
Ettore Messina
Alessandro Ramagli
…tutti quelli che ho dimenticato (non pochi…)
Ringrazio infine coach Francesco Serbassi, che ha arricchito questa relazione,
riprendendo alcuni esercizi da me proposti sul campo, e rendendoli disponibili su
Youtube, ai seguenti indirizzi:
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3c0 penetra e scarica
Æ http://www.youtube.com/watch?v=he2Lbxu-pxM
3c3 handicap “schiena” Æ http://www.youtube.com/watch?v=KU7tr6A_Itw
3c0 e poi 3c3 backdoor Æ http://www.youtube.com/watch?v=RJ8FSvFGals
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Asti, 12/5/2009
Relatore: Andrea Nicastro
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Osservazioni dei partecipanti alla riunione
Se l’incontro del 12/5 ad Asti ha la pretesa di essere una riunione, con opinioni e
proposte condivise, e non una lezione cattedratica e verticale, questo avviene
grazie ai feedback arrivati a valle, secondo svariate modalità. Purtroppo i tempi
ristretti, ed una incombente partita di pallavolo, che ha accorciato da 2h a 1h 30’ il
tempo dedicato alla riunione, non hanno consentito che questo scambio avvenisse
con tutti sul campo. Per questo motivo i partecipanti sono stati invitati ad inviare via
e-mail i propri appunti e le proprie osservazioni, per contribuire attivamente a stilare
questa relazione tecnica. Qui di seguito sono riportati i loro interventi e, in alcuni casi,
la risposta o il commento che mi sono sentito di dare loro.
Ivo Ciavarella
Il sistema di gioco libero che hai presentato è interessante, ma personalmente
preferisco un sistema rigido, giocando 5 fuori, per poi aggiungere altre
soluzioni più complesse, per non creare troppa confusione nei ragazzi.
Utilizzerei semmai una sponda, per proporre una collaborazione con l’interno.
Adriano Arucci
Come risolvi il problema del rimbalzo offensivo, se
5
su una penetrazione il lungo sta uscendo dall'area?
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3
Secondo me tutte le iniziative, anche quelle di rimbalzo
offensivo, sono da lasciare alla scelta autonoma dei
giocatori. Ad esempio può convenire che a rimbalzo
vada un giocatore del lato debole. Se tutti vanno a
rimbalzo, o se nessuno ci va, il coach deve intervenire per riequilibrare la situazione.
In una organizzazione priva di ruoli, come quella U15, tutti devono saper fare tutto, e
non esistono quindi, a mio parere, competenze specifiche del “lungo” o del “piccolo”.
Maurizio Salvemini
Riflettendo sulla corretta collocazione del post
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medio (non troppo basso per non rubare spazio ai tagli
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sul fondo, non troppo alto per non rubare spazio alle
guardie, ndr), mi è tornata in mente un’idea di Meo
2
1
Sacchetti per attaccare la uomo e la zona nello
stesso modo a livello giovanile, posizionando il
post vicinissimo alla linea di fondo, aprendo così gli spazi in area molto di più
alle penetrazioni centrali.
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Asti, 12/5/2009
Relatore: Andrea Nicastro
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Marco Malacarne
Non condivido l’idea di dare una linea di passaggio
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dietro la penetrazione del compagno, perché è
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imprevedibile l’esito della penetrazione, che
potrebbe portare ad una palla persa. Se 1 si sposta
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1
in ala per dare a 3 un angolo di scarico, lascia la
squadra scoperta dal contropiede. È vero che 2,
deve flottare dall’altro lato, ma lo farà in ritardo perchè il suo movimento è
successivo e non contemporaneo alle azioni di 3 in palleggio e di 1 senza palla.
La copertura del contropiede con 5 giocatori è un problema più semplice di quanto
non sia con i 3 visti sul campo ad Asti. Il ritardo con cui 2 adegua la sua posizione a
quella di 1, così come il ritardo con cui 1 va dietro 3, sono degli errori sul postulato
“spazio-tempo”, e vanno corretti esattamente come un tiro, un passaggio o un
palleggio tecnicamente scorretto. La capacità di anticipare e prevenire i problemi,
contrapposta al ritardo con cui si reagisce all’iniziativa dell’avversario, è il valore
aggiunto del basket moderno (“anticipazione”) rispetto a quello classico (“prima
azione e poi reazione”).
Credo che già in U15 debba esserci un inizio di lavoro differenziato che
permette ai piccoli di lavorare di più sulla penetrazione, e ai lunghi più sul
tagliafuori e sulla ricezione degli scarichi. Il tutto fatto con coscienza.
Rispetto la tua opinione, ma il concetto di “lunghi” e “piccoli” per ragazzi di 14 anni mi
pare relativo. Credo che il lavoro individuale debba essere differenziato per qualcuno
solo per colmare dei gap fisici (es. ginnastica correttiva, preventiva, coordinativa,
propriocettiva, ecc.) o tecnici (es. 14enne che non ha mai giocato a basket, o che
non ha mai fatto sport). La specializzazione forzata, per me, deve avere inizio nel
primo anno U19, cioè nell’anno in cui si compiono 17 anni. Fino ad allora è
sufficiente agevolare la naturale propensione dei ragazzi, che cercano certezze in
quello che sanno già fare.
Riguardo i blocchi, credo si debba iniziare a proporli abbastanza presto, anche
in U15, anche per sapere come difendere quando si affronta una squadra che li
utilizza. Inoltre si allena anche la fisicità, un po’ di contatto non fa male.
Secondo me il tempo giusto per proporre qualsiasi argomento tecnico, blocchi
compresi, non è legato al comportamento delle squadre avversarie, ma alla propria
programmazione. Altrimenti, se me li fanno ad Esordienti, li insegno ad Esordienti? I
blocchi, secondo me, si introducono quando i giocatori hanno raggiunto una capacità
che giudico sufficiente su 1c1 con e senza palla e sulle spaziature legate alle
penetrazioni. Può capitare ad U14 con squadre particolarmente pronte, oppure a
U17 per squadre meno pronte, e in ogni caso la valutazione spetta al coach. Se le
squadre avversarie mi propongono difficoltà nuove, devo dare degli strumenti
semplici, il più possibile globali e autonomi, per affrontare il problema, ma non
stravolgo la mia programmazione in relazione a quell’avversaria o a quell’altra.
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Asti, 12/5/2009
Relatore: Andrea Nicastro
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Statistiche sui presenti
I quarantacinque partecipanti alla riunione erano così suddivisi per qualifica:
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3 presenti con qualifica di Allenatore Nazionale (7%)
3 presenti con qualifica di Allenatore (7%)
38 presenti con qualifica di Allenatore di Base (84%)
1 presente con qualifica di Allievo Allenatore (2%)
Questa invece era la suddivisione per provenienza:
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4 presenti della provincia di Alessandria (9%)
14 presenti della provincia di Asti (31%)
3 presenti della provincia di Cuneo (7%)
22 presenti della provincia di Torino (49%)
2 presenti ESTERNI alla regione (4%)
Indirizzi di posta elettronica
Responsabile organizzativo
Maurizio Salvemini: [email protected]
Relatore
Andrea Nicastro: [email protected]
Partecipanti alla riunione
[email protected], [email protected], [email protected],
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[email protected], [email protected], [email protected],
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