Gli autoctoni della Terra dei Forti,Degustazione con il re dei vini: il

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Gli autoctoni della Terra dei Forti,Degustazione con il re dei vini: il
Nuova
immagine
Gheller
per
Casa
La storica azienda vitivinicola di Valdobbiadene ha cambiato
la sua brand identity in linea con le tendenze più attuali del
consumo di Prosecco.
Sono state presentate al Vinitaly 2013 le nuove bottiglie di
Casa Gheller. Grazie all’intervento creativo dell’Agenzia Rba
Design di Milano, la storica azienda vitivinicola di
Valdobbiadene, ha cambiato il logotipo, la forma delle
bottiglie e l’abbigliaggio completo.
Il risultato è un’immagine di marca modernissima e
perfettamente in linea con le tendenze più attuali del consumo
di Prosecco, per un forte rilancio distributivo e d’immagine
dell’Azienda.
La rinnovata gamma prodotti di Casa Gheller si compone oggi di
sei referenze: Prosecco Doc Treviso Frizzante; Valdobbiadene
Prosecco Docg Frizzante; Cuvée Spumante Brut; Prosecco Doc
Spumante Brut; Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Spumante
e Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg.
La distribuzione sul mercato italiano è affidata oggi a
Fratelli Rinaldi Importatori, apprezzata società di
distribuzione di prodotti alcolici. (pr)
Scopriamo una Romagna Inedita
Venerdì 12 aprile, Evento nell’evento nella serata della
consegna ai diplomati assaggiatori, di vino promossi nella
sessione di febbraio 2013, la consegna sarà eseguita dal propresidente Onav dr. VITO INTINI. Il Consorzio di Bagnacavallo
presenta sei vini da vitigni autoctoni, proprio in queste
terre anticamente coperte dal mare, con il formarsi di isole,
si sono susseguiti i passaggi di navigatori, questi usavano
piantare le viti e lasciare libere capre e altri animali in
modo che se fossero tornati nello stesso posto avrebbero
trovato di che nutrirsi.
I vitigni autoctoni che nei millenni si sono insediati e
fortificati, in questo secolo sono stato rivalutati dai
vignaioli romagnoli, dimostrando che anche in un area
pianeggiante si possono ottenere ottimi e originali vini. li
presentano a ferrara il 12 aprile al Ristorante L’Officina del
Gusto via Foro Boario 60,44122 Ferrara.
https://www.youtube.com/user/Videoenogstrotv/videos?flow=grid&
view=0
i vini indegustazione sono:
Spumante metodo charmat
Tiberiacum(che in latino significa Bagnacavallo) Rambèla da
Uve Famoso, Burson etichetta BLU ed etichetta NERA da uve
Longanesi, Passito
Rosso Malbo da uve Malbo Gentile, Passito rosso di Bursòn da
uve Longanesi , a guidare questo viaggio nel vino della
pianura ravennate ci sarà l’enologo Sergio Ragazzini.
Il contributo di partecipazione è fissato in € 20 per i soci,
€ 30 per i non soci. L’evento è aperto a tutti.
Il numero di partecipanti è fissato in un minimo di 30 e un
massimo di 50.
Si degusteranno gruppi di 2 vini abbinati ad un piatto,
preparato dallo Chef Paolo Fortini titolare del Ristorante,
per poter apprezzare al massimo la combinazione.
Al termine saranno servite 2 grappe della Distilleria
Marzadro.
Le prenotazioni devono essere inviate, cliccando qui, o per
mail alla casella [email protected]. Se sei socio ONAV, per
cortesia ricordati di portare i bicchieri.
Lino Bellini
Delegato Provinciale
3472772155
Bisol Private Cartizze non
dosato 2011
Sarà presentato in anteprima assoluta alla 47° edizione del
Vinitaly di Verona. Produzione limitata a 1769 bottiglie
numerate, in commercio dopo 11 mesi di affinamento sui
lieviti.
Bisol sceglie Vinitaly 2013 per presentare in anteprima
assoluta Private Cartizze non dosato brut 2011. Lo spumante
proveniente dal Cru più prezioso d’Italia, sarà proposto nella
versione rifermentata in bottiglia.
“La rifermentazione in bottiglia rappresenta la strada più
interessante – ha spiegato Gianluca Bisol, direttore generale
– per esaltare le particolarità del Cartizze, straordinario
per ampiezza e longevità”. Il progetto di rifermentare in
bottiglia selezioni di particolare pregio nacque nel 2001, ed
è stato ripreso nel 2005, quando la famiglia Bisol si dedicò a
ulteriori prove e sperimentazioni.
“Finalmente, ora abbiamo raggiunto la meta più ambiziosa,
proponendo nella versione rifermentata in bottiglia il vertice
della Piramide della qualità del Prosecco” ha commentato
Gianluca Bisol. Il risultato è il Bisol Private Cartizze 2011,
un brut non dosato, nato dopo 11 mesi di affinamento in
bottiglia.
Saranno messe in commercio 1769, numerate e destinate ad un
mercato di nicchia altamente specializzato, come collezionisti
ed appassionati di tutto il mondo. Bisol Private Cartizze 2011
è uno spumante elegante, evoluto, persistente e
particolarmente longevo. Prezioso il contenuto e raffinata la
veste: la bottiglia, avvolta da una velina, si distingue per
l’elegante chiusura a laccio realizzata manualmente. (pr)
Gli autoctoni della Terra dei
Forti
Enantio, Casetta sono gli autoctoni che la Terra dei forti ha
presentato in occasione della recente Anteprima Chiaretto &
Bardolino. La Terra dei forti si trova a sud della Vallagarina
inserita nel Parco regionale della Lessinia ed in quello del
Monte Baldo e la Lessinia solcata dal fiume Adige, una
importante via di comunicazione per il centro Europa che fin
dall’epoca romana e’ stata presidiata da castelli e forti.
In questa zona ricca di boschi si trova un patrimonio di
vitigni da tutelare. Il più importante a bacca nera è
l’Enantio dalla lunga storia, citato dallo storico
romano
Plinio, già nel primo secolo d.C. ed anche da Andrea Bacci nel
VI volume della “Storia naturale dei vini”, pubblicazione del
1596. Il nome Enantio è stato adottato a metà degli anni
Ottanta, prima il vitigno si chiamava Lambrusco a foglia
frastagliata. Un vitigno che ha legami forti con le viti
selvatiche trovate nei boschi della valle, destinato fino a
molti anni fa ai vini da taglio, appartiene alla famiglia dei
Lambruschi, ma se ne differenzia per caratteristiche
genetiche. Alcune viti hanno più di 100 anni e sono
sopravvissute alla fillossera. Vitigno rustico, di carattere,
si ottiene un vino rosso rubino intenso, profumi di frutti di
bosco intensi e gradevoli, in bocca è fresco per acidità,
giustamente caldo e tannico che accetta
invecchiamento per smorzarne i toni.
un
breve
Il Casetta o Foja Tonda nella tradizione locale viene chiamato
Lambrusco a Foglia Tonda, coltivato sino ai primi anni ‘70
dello scorso secolo per poi essere gradatamente abbandonato
visto che era molto sensibile ad alcune malattie della vite.
Si ritiene che il nome derivi dallo pseudonimo di una famiglia
di Marani d’Ala che l’avrebbe adattato alla coltivazione.È
stato recuperato da Albino Armani, in coltivazione a tutt‘oggi
sono circa 15 ettari di vecchie viti, spesso ancora franche
di piede. Vino di spiccata personalità, riconoscibile per
sentori di prugna asciutta e marasca, cannella e tabacco e
soprattutto di muschio che ne sottolinea l’origine selvatica.
Gli abbinamenti sono i piatti a base di selvaggina, carne
alla brace,
brasati e con i formaggi stagionati, come il
Monte Veronese d’allevo.
Piera Genta
[email protected]
Degustazione con il re dei
vini: il Barolo
“Re Barolo”, così è stata intitolata la degustazione avvenuta
all’enoteca Emporio Vini e Sapori di Cremona. Protagonista
assoluto il Barolo, vino sottovalutato e, ingiustamente,
considerato “passato di moda” e “vecchio”. Ospite d’onore
della serata l’azienda vitivinicola Damilano che ha proposto
quattro grandi cru di Barolo: Cannubi, Liste, Cerequio, e
Brunate tutti dell’anno 2006 e che prendono il nome dagli
stessi vigneti da cui provengono. Quattro espressioni diverse
del territorio piemontese, famoso in tutto il mondo per la
produzione di vini d’eccellenza.
In rappresentanza della casa piemontese era presente il
direttore vendite, Maurizio Arduino, il quale ha spiegato che
le grandì fortune delle Langhe, sono principalmente due: il
territorio e il vitigno ( nebbiolo). Vitigno che attecchisce
in questo modo solo in questa particolare zona, unica al
mondo, per la tipologia del terreno calcareo argilloso, e in
alcune zone con una percentuale di sabbia
maggiore. Il
terreno si divide in due macrozone: i comuni di Barolo e La
Morra dove, per questioni morfologiche, ma anche di filosofia
di vinificazione, si hanno Baroli che hanno dei tannini più
ammorbiditi e pronti da bere prima rispetto agli altri, ma
sempre con una notevole longevità; e i comuni di Serralunga,
Monforte e Castiglione Falletto dove per una tipologia di
terreno leggermente diverso si hanno dei Baroli che si
esprimono più tardi, con capacità di invecchiamento dai 10
anni in su. La casa vitivinicola Damilano è una delle cantine
più storiche di Barolo, la sua nascita risale al 1890 quando
Giuseppe Borgogno, bisnonno degli attuali proprietari, iniziò
a coltivare e a vinificare le uve di proprietà. Giacomo
Damilano, genero del fondatore, sviluppò con passione questo
lavoro insieme ai figli, trasmettendo tutto ciò ai suoi
nipoti, Paolo, Mario e Guido Damilano, che dal 1997 sono al
timone dell’azienda e rappresentano la quarta generazione.
La degustazione dei quattro Baroli è stata abbinata ad un menù
realizzato con materie prime di nicchia scelte da Marina
Salada, proprietaria dell’enoteca e sempre alla ricerca di
prelibatezze gastronomiche. Così gli ospiti presenti hanno
potuto assaggiare come antipasto culaccia, mortadella e
pancetta del salumificio Bettella, azienda a conduzione
familiare che usa un metodo particolare per la produzione dei
propri insaccati a cominciare dalla cura con cui vengono
alimentati i suini utilizzando solo mais essicato
prevalentemente coltivato nei loro fondi, orzo, soia, crusca e
siero di latte, con l’obiettivo di portare gli animali oltre i
280 kg raggiunti in 16 mesi. Come primo sono stati serviti i
tortellini di Valeggio sul Mincio del pastificio Al Ponte,
proposti in due diverse versioni: fritti con una leggerissima
pastella come uno snack e al burro
fuso e salvia. I
tortellini sono il piatto tipico di Valeggio sul Mincio e sono
diventati da poco Deco (denominazione comunale), la loro
particolarità è la sfoglia sottilissima, il ripieno di carne
mista cotta e sono molto piccoli. All’antipasto e al primo
sono stati abbinati Brunate elegante e pronto alla beva e
Cerequio meno immediato ma più profumato. Il secondo
consisteva in un pollo biologico di un’azienda agricola al
confine tra la Liguria e la Toscana servito con una
giardiniera dell’azienda La Baita di Imperia, preparata con
verdure di un orto naturale a 700 metri s.l.m. ed irrigato
solo con acqua di sorgente. A questo piatto invece sono stati
abbinati i due cru Cannubi, fiore all’occhiello dell’azienda,
la prima bottiglia è stata prodotta nel 1752 ed è conservata a
Bra presso il ristorante Slow Food. Il secondo cru è Liste.
Nonostante le due colline dove vengono coltivate le uve siano
a solo 500 metri l’una dall’altra, i due baroli sono uno
l’opposto dell’altro. Cannubi più elegante e con un tannino
più ammorbidito, mentre Liste risulta essere più aggressivo ed
ha bisogno di un tempo maggiore in bottiglia per raggiungere
il massimo. Per concludere un dessert a base di cachi con
crema di marroni e pistacchi di Bronte.
Isabella Radaelli
[email protected]
Benvenuto Brunello chiude la
stagione
delle
anteprime
toscane
Al Teatro degli Astrusi di Montalcino l’enologo Vittorio
Fiore, membro della Commissione di Appello per i vini a DOC e
a DOCG dell’Italia Centrale presso il Ministero delle
Politiche Agricole e Forestali e docente presso la Facoltà di
Agraria dell’Università di Pisa, ha proclamato le 5 stelle
alla vendemmia 2012 che uscirà sul mercato solo nel 2017.
La piastrella cellerbativa dell’annata 2012 porta la firma di
una griffe della moda italiana, il marchio Cruciani, del
gruppo tessile Arnaldo Caprai, nato nel 1992 diventato celebre
con la linea dei braccialetti macramè Cruciani C. Il disegno
della piastrella è costituito da una sequenza di bracciali
verticali paralleli dalla tipica forma a quadrifoglio che,
differenziandosi per colore, vanno a formare l’immagine di un
grappolo d’uva. Il disegno è stato concepito su una matrice
geometrica in analogia con il rigore meticoloso e
“scientifico” sotteso al raggiungimento della perfezione dei
prodotti di grande qualità, mentre la varietà dei colori che
compongono il grappolo rappresenta la ricchezza di contenuti
del Brunello: intensità, gioia e fragranze inaspettate, mai
scontate. Un segno grafico sinuoso ed armonico sovrapposto al
grappolo rappresenta e completa il tralcio di vite, rompendo
lo schema geometrico e richiamando la natura e le sue forme,
l’armonia e la creatività.
Sono stati anche assegnati i premi Brunello Leccio d’Oro 2013,
conferiti dal Consorzio ai locali che hanno la Carta dei Vini
con una gamma ampia e rappresentativa di vino Brunello e degli
altri vini di Montalcino, all’OSTERIA MOZZA di Los Angeles
per la categoria ristoranti, all’ENOTECA CORTINA di Cortina
D’Ampezzo per quella enoteche e all’OSTERIA BRUNELLO di Milano
per la categoria osterie.
Piera Genta
[email protected]
I vini del Sannio a Ferrara
grazie ad Onav
Grande fermento in casa Onav di Ferrara, si è da poco
costituita la delegazione e grandi produttori chiedono di
poter far assaggiare, a questa qualificata platea, le migliori
produzioni.
Interessantissima sarà la serata del 14 marzo con inizio alle
20,30 dove si potranno assaggiare i grandi vini del Sannio,
ancora una volta L’officina del Gusto sarà teatro di un grande
evento.
In questa occasione sarà presente anche il direttore Nicola
Matarazzo di Samnium Consorzio Tutela Vini, sarà proprio lui
ad illustrare le belle caratteristiche dii sei grandi
Aglianico:
Aglianico del Taburno Doc Riserva 2008 Az. Biologica Nifo
Sarrapochiello
Aglianico del Taburno Doc Riserva 2007 Az Il Poggio di Carmine
Fusco
Aglianico del Taburno Doc Riserva 2006 Az. Fontanavecchia di
Libero Rillo
Falanghina del Sannio DOP sant’Agata dei Goti 2011 Az.
Mustilli
Falanghina del Sannio Dop 2012 Az. Corte Normanna
Falanghina del Sannio Dop 2011 Vignasuprema Az. Aia dei
colombi
Un occasione anche per i neofiti di conoscere ed assaggiare
grandissimi vini ovviamente ci saranno piatti d’accompagno
preparati dallo chef Paolo Fortina. La quota di partecipazione
è di € 25,00 per i soci ONAV ai quali si raccomanda di portare
i propri bicchieri da degustazione e € 35,00 per i non soci
per la prenotazione [email protected] oppure telefonando a Lino
Bellini 347 2772155
Le
novità
alla
Chianti
Classico Collection 2013
Per la Chianti Classico Collection 2013 che festeggia con
questa edizione i suoi primi vent’anni sono stati presentati
alla Stazione Leopolda di Firenze ben 290 etichette di varie
annate, dalle riserve 2006, 2007, 2008, 2009 al Chianti
classico 2007, 2008, 2009, 2010 e 2011, alle anteprime di
botte 2012 per un totale di oltre 160 aziende.
È stata questa l’occasione per presentare il riassetto della
denominazione: un intervento di restyling del marchio Gallo
nero che porta la firma dello studio di strategic design
Robilant e Associati di Milano, la silhouette del logo assume
una immagine fiera, energica e soprattutto contemporanea ed
esce dalla fascetta di Stato per posizionarsi sul collo della
bottiglia o in etichetta; dal 2013 l’introduzione di una nuova
tipologia di Chianti Classico Gran selezione, al top della
piramide della qualità, un Chianti classico integralmente
prodotto in azienda, presentato alle commissioni di assaggio
come Gran selezione, potrà essere immesso sul mercato solo
dopo 30 mesi successivi alla vendemmia, di cui tre di
affinamento in bottiglia, (la Riserva invece rimane con un
periodo di invecchiamento 24 mesi e l’annata di 12 mesi);
valorizzazione della riserva, che vale oggi il 40% del
fatturato, che potrà diventare Risera solo se il produttore
dichiarerà la destinazione del prodotto al momento della
richiesta di idoneità; regole più severe per il trasferimento
del vino sfuso.
Le vendite del Chianti Classico 2012 riportano un segno
positivo (+10%) grazie soprattutto alle esportazioni che
vedono al primo posto gli Stati Uniti, seguiti da Germania,
Canada.
La produzione di Chianti Classico ha raggiunto nel 2012 i
235mila ettolitri, un -16% rispetto allo scorso anno.
Piera Genta
[email protected]
La Vernaccia di San Gimignano
incontra
la
Ribolla
di
Slovenia
In occasione dell’Anteprima della Vernaccia di San Gimignano
si è svola nella prestigiosa Sala Dante del Palazzo comunale
l’ottava edizione del ciclo di degustazioni Il vino bianco ed
i suoi territori: La Vernaccia di San Gimignano incontra la
Ribolla di Slovenia, condotta da Giancarlo Gariglio e Fabio
Giavedoni, curatori della guida dei vini Slow Wine.
È ormai consuetudine ogni annio la Vernaccia incontra un vino
bianco non italiano per un confronto diretto tra produttori
provenienti da zone molto diverse tra loro per territorio,
tradizione, cultura. Per questa edizione è stata scelta la
Ribolla gialla della Slovenia, o meglio della zona della Brda
del Collio Sloveno, un territorio molto bello con una
integrità contadina molto precisa, con terreno povero
di nutrienti adatto a questo vitigno. Il territorio del Collio
sloveno e quello friulano erano geograficamente un unicum fino
alla fine della seconda guerra mondiale. Per la degustazione
sono stati scelti dei campioni di Ribolla gialla denominazione
Goriska Brda del 2011
provenienti da uve fresche non
macerate delle aziende Blazic, Kristancic, Cantina Goriska
Brda, Jakoncic, Valter Sirk mentre a rappresentare la
Vernaccia di San Gimignano sono state
le aziende Cesani,
Fontaleoni, Il Colombaio di Santa Chiara, Il Palagione,
Montenidoli e Poderi del Paradiso con le annate dal 2011 al
2009.
Un confronto equilibrato tra due vitigni antichi, entrambi
produttivi con prezzi di vendita non dissonanti che reggono
bene l’invecchiamento.
Piera Genta
[email protected]
Vino Nobile di Montepulciano
a 5 stelle
Un’annata a cinque stelle, il massimo del punteggio previsto,
quella del Nobile 2012.
“Il vino è come un tavolo, senza
gambe non può stare in piedi – ha detto Riccardo Cotarella,
enologo e presidente della commissione nel presentare l’annata
– e in annate così incerte dal punto di vista climatico è
l’intervento dell’uomo che fa la differenza e mi sento di dire
che a Montepulciano questo succede ormai costantemente”.
“Questo giudizio di massima qualità mi fa particolarmente
piacere – ha detto nell’occasione il presidente del Consorzio
del Vino Nobile di Montepulciano, Federico Carletti – perchè
in sei anni del mio mandato siamo riusciti come Consorzio a
far passare un messaggio di continuità qualitativa,
certificata non solo dalle stelle alle annate, ma anche dai
dati di mercato che ormai da qualche anno ci vede senza
giacenze nelle nostre cantine, dato questo che in un periodo
così particolare a livello economico dimostra quanto il nostro
sistema abbia funzionato e continui a funzionare”.
In degustazione le nuove annate in commercio dal 2013, ovvero
il Nobile 2010 e la Riserva 2009, oltre al Rosso di
Montepulciano DOC 2011, tutte annate a quattro stelle, quelle
in commercio da quest’anno.
La qualità dei vini di Montepulciano è sempre più apprezzata
all’estero, mercato che nel 2012 ha assorbito il 68% (7 punti
percentuali in più rispetto al 2012) di prodotto mentre il
restante 32% è stato commercializzato in Italia. Il primo
paese di riferimento per l’export resta la Germania (44 per
cento), significativo è anche il costante incremento del
mercato statunitense che nel 2012 ha assorbito il 17% delle
vendite; il Benelux si attesta al 12 per cento delle
esportazioni, mentre è in crescita anche il mercato verso
l’Oriente che in tutto fa registrare circa il 6%, con un
esponenziale incremento da parte del Giappone (+30 per cento
dal 2009 al 2012), mercato verso il quale il Consorzio ha
rivolto numerose azioni di promozione. Per quanto riguarda il
mercato nazionale le destinazioni di Vino Nobile vedono in
testa la Toscana con il 44,1%, seguita dal resto del centro
Italia (il 23,5%), mentre cresce sempre di più la vendita
diretta in azienda che dal 16% del 2011 passa a quasi il 19
per cento con il 2012, assecondando l’incremento del movimento
turistico
Durante l’Anteprima è stato presentato anche un altro
importante progetto che rientra nelle attività cosiddette
“green” del Consorzio del Vino Nobile. Si chiama il
Salvasughero e consiste nel raccogliere i tappi di sughero e
riciclarli nel campo della bioedilizia. L’iniziativa rientra
nel progetto “Qui si ricicla il sughero” promosso
dall’Associazione “A Braccia Aperte”, di cui il Consorzio del
Vino Nobile di Montepulciano è entrato a far parte insieme a
Wwf Italia, Amorim Cork Italia, la cooperativa E.S.T.I.A e il
Centro Ricerche Sardegna. Nella fattispecie il “Salvasughero”
è un box realizzato in carta riciclata dall’azienda senese
Ecobox Srl, leader nella produzione di scatole per il vino,
che contiene circa 50 tappi di sughero. Una volta riempita,
la scatola potrà essere riconsegnata all’Enoteca del Consorzio
e in cambio il consumatore riceverà una bottiglia di Vino
Nobile.
Piera Genta
[email protected]