Apertura di Le Jardin Secret, nuovo riad

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Apertura di Le Jardin Secret, nuovo riad
CARTELLASTAMPA
Apertura di Le Jardin Secret, nuovo
riad-museo nella medina di Marrakech
1GIUGNO2016
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LE JARDIN SECRET - CARTELLASTAMPA
“Un piccolo giardino ben tenuto vale più di
un grande campo abbandonato”
Proverbio delle vecchie donne marocchine
Indice
1. Una nuova attrazione per Marrakech....................................................... pag. 2
2. Il restauro di un grande riad dimenticato ............................................... pag. 3
2.1 La storia del restauro
2.2 Statement
2.3 Profili
3. Alcune cifre .............................................................................................................. pag. 7
3.1 Numeri
3.2 Cronologia
4. Le Jardin Secret ..................................................................................................... pag. 8
4.1 La pianta
4.2 Cinque secoli di storia di una dimora signorile
4.3 Un’architettura tradizionale e aristocratica
4.4 Giardini del paradiso
4.5 L’acqua sorgente di vita: dall’Atlante alle fontane del giardino
5. Nuove architetture e nuovi servizi ........................................................... pag. 14
5.1 Architetture
5.2 Café, boutique e libreria
5.3 La guida
6. Colophon ............................................................................................................... pag. 16
7. Contatti e informazioni pratiche ............................................................. pag. 18
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LE JARDIN SECRET - CARTELLASTAMPA
1. UNA
NUOVA ATTRAZIONE PER MARRAKECH
Il 20 marzo 2016 ha aperto a Marrakech Le Jardin Secret, una nuova attrazione per la
città, un luogo dedicato alla scoperta dell’architettura, dell’arte e dei giardini
marocchini. Questo progetto pioneristico permette di aprire per la prima volta al
pubblico, dopo un restauro durato tre anni, uno storico riad (dimora signorile con
giardino centrale situata nella medina, la città vecchia).
Il recente restauro ha garantito la salvaguardia del complesso – che si trovava in uno
stato di forte degrado dopo decenni di incuria – e l’ha reso, nel rispetto della sua
importanza storica, pienamente fruibile e apprezzabile. Una moderna impostazione
museale, con percorsi di visita, testi di approfondimento, video e stazioni
multimediali guida alla scoperta della storia e degli aspetti più rilevanti e più originali
del riad.
Il riad-museo si propone come polo per la conoscenza e la diffusione di ricerche sulla
medina di Marrakech, sul giardino marocchino e islamico e sulla storia dell’idraulica
locale. È aperto alla collaborazione con gli studiosi e al supporto alla ricerca attraverso
l’organizzazione di incontri, presentazioni, conferenze e la pubblicazione di libri. A
livello didattico, Le Jardin Secret intende accogliere gruppi scolastici e non,
introdurre alla conoscenza del patrimonio culturale marocchino e sensibilizzare alla
necessità di salvaguardarlo.
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LE JARDIN SECRET - CARTELLASTAMPA
2.
IL RESTAURO DI UN GRANDE RIAD DIMENTICATO
La storia del restauro
L’acquisizione
Il terreno in cui si trova Le Jardin Secret viene acquistato da un gruppo di
imprenditori a partire dal 2006, inizialmente a fini commerciali e senza avere chiaro il
portato storico del luogo, nonostante le sue dimensioni e le sue architetture lo
caratterizzino fortemente e lascino intuire la sua importanza. I primi progetti
prevedono comunque di sfruttare la proprietà attraverso operazioni immobiliari di
vario tipo, approfittando dell’estensione e della posizione strategica del complesso.
L’idea
Terminata l’acquisizione del terreno – resa lunga e complicata dalla necessità di
raggiungere accordi con il grande numero di proprietari precedenti e dalla mancanza
di una chiara documentazione catastale – Lauro Milan, ideatore del progetto e futuro
project manager, ha l’intuizione di dare una destinazione d’uso culturale al luogo,
valorizzando il vasto giardino che vi si trova al centro, quanto mai raro e prezioso
nell’attuale panorama urbano della medina di Marrakech.
L’idea di restaurare il complesso, mantenendone inalterato l’aspetto originale, e di
rendere la dimora e il giardino un luogo di visita viene formulata con più precisione e
accettata tra i soci proprietari.
Le scoperte
In questo modo si arriva, nel 2013, all’inizio delle attività di cantiere, procedendo
innanzitutto alla demolizione e allo sgombero delle numerose costruzioni abusive e di
scarsa qualità che si sono venute a creare negli anni sul terreno, all’interno del
giardino e delle strutture storiche. A pulizia terminata, ulteriori testimonianze della
passata ricchezza della dimora cominciano ad emergere: hammam, vasti bacini
d’acqua prima pieni di spazzatura e detriti, antiche canalizzazioni… Vere e proprie
avvisaglie che portano a considerare con più attenzione gli aspetti storici e
archeologici del sito.
Conservare le architetture
In seguito al coinvolgimento dell’architetto Karim El Achak si giunge all’intervento
del professore Julio Navarro Palazon. Lo studioso e archeologo, con due assistenti del
LAAC (Laboratorio de Arqueologia y Arquitectura de la Ciudad) di Granada, effettua
uno studio del palazzo attraverso scavi e rilevamenti, giungendo a scoperte e
conclusioni che confermano la rilevanza storica del complesso e aprono alla necessità
di una conoscenza più approfondita della storia del palazzo e dei suoi proprietari.
I lavori procedono dunque con la finalità di non alterare l’aspetto originario delle
antiche strutture del complesso, di eliminare l’edilizia povera che l’ha sfigurato in
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tempi più recenti e di conservare le testimonianze del suo ricco passato. Tra queste si
evidenzia, in particolare, l’originario sistema idrico del palazzo, di cui si ritrovano
numerose vestigia e di cui si ricostruisce il funzionamento.
Le architetture del meno esteso dei due nuclei che formano Le Jardin Secret vengono
costruite ex novo – a partire da resti e indizi di precedenti padiglioni – su progetto
dell’architetto Karim El Achak. Per rendere possibile l’apertura al pubblico e
migliorare l’esperienza del visitatore si integrano nel complesso, oltre ai servizi di
base, due café, una libreria e uno shop.
Ripiantare i giardini
Il progetto di piantumazione dei due giardini di Le Jardin Secret, nel 2006 in stato di
rovina e abbandono, viene affidato al pluripremiato paesaggista inglese Tom StuartSmith e supervisionato da Sante Giovanni Albonetti. A Tom Stuart-Smith viene
chiesto di ricreare, nel più ampio dei due giardini, le caratteristiche classiche di un
giardino islamico, rispettando dunque il probabile aspetto di questa area nell’epoca di
massimo splendore del complesso.
L’aspetto originario del meno esteso dei due giardini non si conosce invece con
sicurezza: Tom Stuart-Smith vi gode di maggiore libertà creativa e concepisce un
giardino dalla ricca varietà di forme e colori, con piante originarie dei cinque
continenti e da lui stesso definito “giardino esotico”. Le piante e gli alberi piantumati
provengono da vivai marocchini e siciliani. A causa delle particolari condizioni dettate
dalla medina il trasporto si effettua, tra diverse difficoltà, soprattutto di notte e anche
con l’ausilio di carri trainati da asini e cavalli. La piantumazione comincia nei dodici
mesi precedenti all’apertura al pubblico.
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Lauro Milan, ideatore e project manager
Quando ho concepito il progetto sapevo bene quali sarebbero state le difficoltà a cui
sarei andato incontro, a tutti i livelli, per la sua realizzazione. Giunti all’apertura credo
che sia stato fatto un buon lavoro e tante sfide sono state vinte. Tra le molte ancora
aperte ne rimane una in particolare, che, iniziata al momento dell’ideazione del
progetto, durerà per gli anni a venire: mi riferisco alla sfida riguardante la ricerca sul
riad e i relativi approfondimenti storici. Le Jardin Secret non avrebbe lo stesso valore
senza la sua dimensione storica, senza la ricerca sui materiali, senza il contesto sociale
attuale e delle epoche passate che esso rappresenta.
Insieme ai magnifici giardini che si rinnovano naturalmente di stagione in stagione e
che vengono curati ogni giorno, anche gli aspetti più strettamente culturali
riguardanti questo luogo devono potersi sviluppare nel tempo. L’apporto di storici,
studiosi o semplici visitatori che abbiano informazioni o ricordino eventi o particolari
sul passato del complesso sarà preziosissimo.
L’auspicio è che questo riad-museo possa servire da testimonianza del passato e del
presente, che altri possano realizzare progetti simili e che il tutto contribuisca a
mantenere e migliorare la medina di Marrakech.
Tom Stuart-Smith, designer dei giardini
È stato un grande privilegio poter lavorare, da straniero, su questo storico giardino
della medina e collaborare con artigiani, vivaisti e costruttori marocchini così abili e
attenti.
Il giardino restaurato mostra il profondo legame esistente tra la sfera estetica e la sfera
religiosa nei giardini dell’Islam. Ogni marocchino che visiti Le Jardin Secret capisce
cosa questo giardino “significa”. È qualcosa di inimmaginabile in Occidente. I
giardini inglesi, per esempio, possono essere molto sofisticati e pieni di complessi
rimandi culturali, ma non hanno, in questo senso, la stessa profondità culturale.
In Le Jardin Secret due visioni del paradiso confluiscono in un solo giardino. Da un
lato c’è il paradiso tradizionale del giardino islamico, dove ogni pianta e ogni motivo
architettonico ha un significato prescritto nel Corano. Il giardino è ordinato, sereno e
pacifico; pieno del profumo della zagara in primavera e del canto degli uccelli. È
altamente codificato, ma al contempo estremamente romantico. La seconda visione
del paradiso attinge dall’idea, espressa nel libro della Genesi, che l’Eden contenga
ogni albero “gradito alla vista e buono per mangiare”. Questo giardino è pieno di
piante che provengono da regioni mediterranee di tutto il mondo, piante che sono
ricche di colori, hanno trame peculiari e sono a volte anche piuttosto bizzarre.
Anche se questi due cortili possono inizialmente sembrare diversi e in contrasto, essi
condividono un comune linguaggio fatto di fontane gorgoglianti, ruscelli che
sgocciolano, camminamenti ombreggiati e alte mura che tagliano fuori il rumore e il
trambusto della medina. Un giardino è reso più significativo dalla presenza dell’altro,
e il tutto sembra essere più della somma delle sue parti.
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Profili
Le Jardin Secret è di proprietà di una società privata che fa capo a Lauro Milan e
Sante Giovanni Albonetti.
Lauro Milan, classe 1966. Dal 1998 lavora a Marrakech, dove è impegnato nel
settore immobiliare e turistico. Nel 2013 idea il progetto Le Jardin Secret, di cui
segue la realizzazione in prima persona.
Sante Giovanni Albonetti, classe 1956. Dopo diverse esperienze in ambito medico
giunge a Marrakech nel 2006, dove si occupa di turismo e business.
Tom Stuart-Smith, classe 1960. Tra i più rinomati paesaggisti al mondo, ha
progettato giardini per il Castello di Windsor e per la Royal Horticultural Society. Le
Jardin Secret è il suo primo lavoro in Marocco.
Karim El Achak, classe 1962. Conseguita la laurea in Italia si stabilisce a Marrakech,
dove fonda lo studio Associati. Tra i molti progetti di rilievo, anche quelli per il
Kenzi Menara Palace e per il Cyber Parc Moulay Abdeslam.
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3. ALCUNE
CIFRE
Numeri
Marrakech
1071, l’anno della fondazione della città da parte degli Almoravidi.
19 km, la lunghezza delle mura che racchiudono la medina.
77 metri, l’altezza del minareto della Koutubia.
500 ettari, l’estensione dei medievali giardini dell’Agdal e della Menara.
115, i canali sotterranei (khettara) che nei secoli hanno trasportato a Marrakech
l’acqua proveniente dalle montagne dell’Atlante.
360, le stanze del ricco palazzo sadiano El Badi prima della sua distruzione nel 1696.
1985, l’anno di iscrizione della medina di Marrakech nella lista UNESCO dei
Patrimoni dell’umanità.
Le Jardin Secret
3 990 m2, la superficie su cui sorge oggi il complesso.
50 000 000 di dirham (circa 4 500 000 euro), la somma investita nel progetto.
30, il numero di dipendenti.
17 m, l’altezza della torre, una delle poche architetture di questo tipo rimaste a Marrakech.
4, i sultani alauiti entrati in relazione con il riad tra 1850 e 1912.
113 m3, la capacità del grande bacino che collezionava l’acqua ricevuta dalle montagne
dell’Atlante grazie al sistema dei canali sotterranei.
4, le parti in cui è diviso il giardino islamico, secondo uno schema nato millenni fa e diffuso
dall’India alla Spagna.
Circa 140, il numero di lotti in cui era frammentato il terreno nel 2006, prima di essere
riportato sotto un’unica proprietà.
100, il numero di operai che hanno lavorato al restauro.
28 000, i kg di calce utilizzati per il restauro delle pareti in tadelakt.
165 000, il numero di tasselli di bejmat smaltato utilizzati per rivestire scale e viali del riad.
83, le specie di piante presenti oggi nel giardino.
Cronologia
Le Jardin Secret
1570 c., costruzione del primo palazzo in epoca sadiana.
1690 c., distruzione del primo palazzo.
1850 c., ricostruzione ad opera del caid al-Hājj Abd-Allāh Ū-Bīhī.
1875 c., avvelenamento del caid e passaggio di proprietà al qadi Moulay Mustapha.
1912, passaggio di proprietà al ciambellano al-Hājj Muhammād Loukrissi.
1934, morte del ciambellano, inizio della parcellizzazione e del declino della proprietà.
2006, inizio dell’acquisizione delle parcelle di terreno da parte di un gruppo di imprenditori.
2012, termine delle acquisizioni. Il terreno è riportato sotto un’unica proprietà.
2013, decisione di restaurare il complesso e inizio dei lavori.
2016, fine dei lavori e apertura al pubblico.
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4. LE
JARDIN SECRET
La pianta
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Cinque secoli di storia di una dimora signorile
Le origini del riad
Il primo palazzo edificato sull’odierno Le Jardin Secret risale con ogni probabilità alla
seconda metà del Cinquecento, periodo in cui il sultano sadiano Moulay ‘Abd-Allāh
decise di costruire in quest’area della medina, abitata da un piccolo insediamento
ebraico, un complesso monumentale, che comprendeva la moschea e la fontana
Mouassine (visibili ancora oggi), una biblioteca, un hammam e diverse altre strutture.
Con il declino della dinastia sadiana, Marrakech entrò però in una fase di crisi, e subì,
alla fine del Seicento, la distruzione di molti dei suoi edifici più rappresentativi,
compreso il riad che sorgeva sul terreno dell’attuale Le Jardin Secret.
Rinascita
Tuttavia, verso la metà dell’Ottocento, il regno del sultano alauita Moulay ‘Abd-arRahmān portò alla rinascita dell’architettura e dell’arte dei giardini di Marrakech: una
rinascita che, accompagnata alla salita al potere di grandi caid, pacha ed alti
funzionari, diede nuovo impulso all’architettura domestica della città. Tra i più
influenti notabili di questo secolo figura anche il caid al-Hājj Abd-Allāh Ū-Bīhī,
capo della potente tribù degli Hāhā: dobbiamo probabilmente a lui la ricostruzione,
secondo il tracciato ancora visibile del complesso di età sadiana, di gran parte
dell’edificio che possiamo ammirare oggi, segnalato come “Maison du Kaid de Haha”
dal Piano Lambert (1865). Caduto in disgrazia presso il sultano Muhammad IV, il
caid Bīhī morì dopo aver bevuto del tè avvelenato offertogli dal sultano stesso.
Gli ultimi grandi proprietari
La proprietà passò così, attorno al 1870, nelle mani del qadi Moulay Mustapha,
grande giudice e uomo di religione, che aveva sposato la sorella del sultano Hassan I.
Nel 1912 il Qadi scambiò il palazzo con la dimora di Fez di al-Hājj Muhammād
Loukrissi. Quest’ultimo era un orologiaio estremamente abile: ottenuto in giovane età
il ruolo di amin (capo e rappresentante) della corporazione degli orologiai, cominciò a
intessere una serie di relazioni che lo avrebbero portato a essere eletto, nel 1908,
ciambellano del sultano Moulay ‘Abd-al-Hāfiz. L’esperienza fu però breve: nel 1912
il sultano cedette alla Francia la sovranità sul Marocco, dovette abdicare e fu mandato
in esilio. Al-Hājj Muhammād Loukrissi si trasferì dunque qui, dove visse, insieme
alle tre mogli e ai numerosi figli, fino alla propria morte, nel 1934.
Parcellizzazione, declino e restauro
La proprietà venne allora spartita tra i molti eredi di Loukrissi, e cominciò a essere
vittima dell’indifferenza e dell’incuria generale, fino a raggiungere uno stato di rovina.
Nel 2013, a seguito di un’idea sorta più di cinque anni prima, nasce il progetto,
finalizzato nel 2016, di ridare a Le Jardin Secret il fasto di una volta.
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Un’architettura tradizionale e aristocratica
Il riad
Le Jardin Secret è formato da due complessi ben distinti, ognuno considerabile come
un riad a sé stante. Con la parola riad ci si riferisce, in Marocco, ad ogni abitazione al
cui centro si trovi un giardino, in opposizione alla dar, un’abitazione in cui la modesta
estensione del oust-ed-dar (patio centrale) non consente la presenza di alberi.
Delimitato da alte mura senza finestre, il riad, di pianta rettangolare, si sviluppa
attorno a un ampio giardino, diviso in quattro parterre dall’incrocio di due viali
sopraelevati, e al cui centro è posta una fontana o, come in Le Jardin Secret, una
coppa di marmo (khossa).
I padiglioni
Alle due estremità dell’asse maggiore si trovano gli edifici principali del riad,
preceduti da portici ad archi acuti (padiglione Oud el Ward) o ad architravi lignei
(padiglione Hbiqa). I padiglioni, di scarsa profondità, presentano soffitti dalle travi a
vista, tanto dal semplice piano orizzontale (bissat, padiglione Oud el Ward) quanto
rialzati (berchla, padiglione Hbiqa), porte a doppio battente e finestre poco elevate
rispetto al suolo, data l’usanza di accomodarsi su divani posati direttamente a terra.
Gli alloggi della servitù e gli ambienti di servizio occupavano invece varie piccole dar
annesse al riad, oggi andate perse.
La torre, la qubba e l’hammam
Le eccezionali dimensioni di Le Jardin Secret erano e continuano a essere di per sé
testimoni dell’importanza della dimora e dei suoi abitanti. Questa importanza è
sottolineata dalla piccola qubba, coronata dalle tradizionali tegole smaltate di verde, e
dall’alta torre che le fu successivamente affiancata. Chiamata borj o menzeh, la torre,
come la qubba, aveva certamente una funzione simbolica: svettando al di sopra della
medina, rispecchiava la ricchezza e il potere del suo proprietario. Le costruzioni di
questo tipo sono oggi rarissime a Marrakech: alta diciassette metri, la torre di Le
Jardin Secret raggiunge in altezza molti dei minareti della città e offre viste uniche
sulla medina e le montagne dell’Atlante. Le sue funzioni pratiche restano comunque
poco chiare: serviva forse da belvedere? o da torre di guardia? Un altro elemento
ragguardevole è costituito dall’hammam adiacente al padiglione Hbiqa: bagno
pubblico per definizione, possederne uno all’interno del proprio riad denotava agio e
raffinatezza.
Artigianato
A livello ornamentale, Le Jardin Secret si caratterizza per l’ampio utilizzo fatto del
tadelakt (tradizionale rivestimento murale a base di calce), applicato su mura in
mattoni e pisé, e sfoggia inoltre i più alti prodotti dell’artigianato marocchino: zellij e
bejmat (tessere quadrate e rettangolari di terracotta smaltata) provenienti da Fez,
elementi in legno di cedro intagliato, gessi scolpiti a mano e dipinti geometrici
realizzati da maestri decoratori.
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Giardini del paradiso
Il giardino esotico e i giardini storici di Marrakech
I punti focali di Le Jardin Secret sono i suoi spazi verdi, oggi divisi in giardino esotico
e giardino islamico. Il giardino esotico accoglie piante poco diffuse in Africa
settentrionale e provenienti da diverse parti del mondo, richiamando la vocazione
all’universalità e il carattere di sperimentazione propri dei grandi giardini di
Marrakech. Va ricordato, infatti, che dall’epoca medievale e fino agli inizi del
Novecento i terreni edificati della città erano ancora minoritari rispetto agli spazi
verdi, e Marrakech incarnava il modello stesso della città-giardino, grazie ai suoi vasti
parchi e alla sua fisionomia campagnola. A ricordarci questa realtà rimangono non
solo i soprannomi storici di Marrakech (“rosa tra le palme”, “oasi nel deserto” o
ancora “Al Bahja”, città della pace e dell’aria aperta) ma anche l’Agdal e la Menara,
immensi giardini extraurbani che fungevano, con i loro grandi bacini d’acqua e i
numerosi padiglioni, da luogo di coltivazione, di svago e perfino di addestramento
per l’esercito del re.
Il giardino islamico
Con il giardino islamico Le Jardin Secret propone invece una ricostruzione di questo
spazio così come poteva apparire nel XIX secolo. Intimamente legato alle strutture
del riad – al punto che non si può dire con certezza se il giardino fosse un elemento
imprescindibile del palazzo o piuttosto viceversa – questo tipo di giardino era un’oasi
di pace, in cui trovare riparo dalla canicola e dal caos cittadino. L’ombra degli alberi,
il gorgoglio delle fontane, il profumo delle piante e l’intimità dello spazio chiuso
favorivano l’ozio e la contemplazione.
Storia e caratteristiche del giardino islamico
L’impostazione quadripartita – ottenuta, come è possibile osservare in Le Jardin
Secret, dall’incrociarsi al centro del giardino dei due camminamenti – si riscontra, già
nel VII secolo a.C., nei giardini persiani di Ciro il Grande, per poi apparire in
Marocco agli inizi del XII secolo, filtrata dalle tradizioni arabe e musulmane. Questo
schema, nato per permettere una più agevole irrigazione del terreno, riflette il bisogno
di organizzare la terra secondo una griglia definita, e ricorda i quattro fiumi che
dividerebbero in quattro parti il paradiso promesso dal profeta Maometto. L’enorme
importanza attribuita al giardino nel mondo islamico si può intuire anche
considerando la descrizione del paradiso offerta dal Corano: “Egli li ricompenserà
della loro pazienza con un giardino […], essi non vedranno là né l’eccesivo calore, né
l’eccessivo freddo. Vicina sarà loro l’ombra degli alberi, e bassi, a portata di mano, ne
penderanno i frutti” (76:12-14). Il giardino viene dunque a configurarsi come
metafora del paradiso; è un luogo sacro, dalle rigide regole geometriche, in cui
l’ordine musulmano si impone sul disordine della natura selvaggia.
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L’acqua sorgente di vita: dall’Atlante alle fontane
del giardino
L’importanza dell’acqua
Nel cuore di Le Jardin Secret, come di consueto nei giardini islamici, si trova una
sorgente d’acqua. Le fontane, le coppe di marmo e i bacini dei riad danno vita a
giochi di luce, mentre il continuo sgorgare dell’acqua favorisce la serenità
dell’ambiente e l’introspezione.
Nel mondo musulmano l’acqua assume una grande importanza anche a livello
spirituale, come dimostrano le abluzioni, lavaggi rituali attraverso cui il credente si
dispone alla preghiera. L’acqua è un simbolo di vita: nel Corano la pioggia, le fonti e i
fiumi appaiono come un segno della grazia divina, e il paradiso è descritto come un
“giardino in cui scorrono i ruscelli”. Credenze popolari, inoltre, vogliono che gli oued
(fiumi) siano stati generati dai santi, che i laghi nascano dalla saliva dei profeti, e che
chi urina nei torrenti sia condannato alla rovina perpetua.
Fontane, pozzi e sorgenti assumono dunque una posizione centrale nella civiltà
islamica, in senso non solo figurato ma anche fisico. Al centro delle case e delle
moschee si trovano fontane e bacini, e secondo delle suggestive ipotesi anche al
centro di Marrakech si sarebbero trovati, in origine, un pozzo o una sorgente, punto
di incontro di due assi perpendicolari che mettevano in comunicazione le quattro
porte della città: la città era immagine del riad, e il riad immagine della città.
Testimonianze di un sistema idrico millenario
L’importanza dell’acqua pone però il problema della sua disponibilità. Stabilitisi, nella
seconda metà dell’XI secolo, sulla piana su cui sarebbe fiorita Marrakech, gli
Almoravidi provvidero ai bisogni idrici del loro primo accampamento attraverso lo
scavo di pozzi.
Questi ultimi si rivelarono presto insufficienti per le necessità della nascente città di
Marrakech, pronta a diventare la capitale di un vasto impero. Una tradizione idraulica
millenaria e la prossimità della catena montuosa dell’Atlante portarono allora alla
realizzazione della prima khettara della città. La khettara è il risultato di una tecnica
che consiste nello scavo di gallerie drenanti sotterranee che intercettano l’acqua della
falda freatica e, attraverso una pendenza più debole di quella del terreno, la portano in
superficie, fino a dei grandi bacini di accumulazione da cui l’acqua è poi distribuita
nella città. La successiva dinastia Almohade favorì lo sviluppo di queste strutture,
rendendo Marrakech “la capitale delle acque nascoste”.
Dai grandi bacini di accumulazione l’acqua arrivava alle moschee, agli hammam e alle
fontane della città attraverso dei condotti a tenuta stagna. Essa raggiungeva anche
alcune grandi dimore, tra cui Le Jardin Secret, che disponeva dunque dell’acqua
domestica, un privilegio raro e un ulteriore segno della sua ricchezza. Sono così
visibili ancora oggi le testimonianze dell’originario sistema idrico del riad, formato da
tubature, bacini e canali sapientemente collegati tra di loro.
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I percorsi dell’acqua
Affianco ai principali punti di questo sistema di gestione idrica sono state
implementate alcune schede informative: queste esplicitano il modo in cui l’acqua
proveniente dall’Atlante, grazie alla gravità e al principio dei vasi comunicanti,
giungeva nel palazzo e veniva distribuita al suo interno per servire le cucine,
l’hammam e le fontane. I visitatori possono così seguire i percorsi dell’acqua e
osservare le varie fasi che la rendevano disponibile all’intero complesso.
Moschea
AbidAllah
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5. NUOVE
ARCHITETTURE E NUOVI SERVIZI
Architetture
Il padiglione Ahmar
Così denominato in virtù del suo caratteristico colore (ahmar, in arabo, significa
“rosso”), è una nuova architettura all’interno di Le Jardin Secret. Costruito, su
progetto di Karim El Achak, in una zona che conservava vaghe tracce di un
padiglione preesistente, il padiglione Ahmar è oggi un luogo centrale del riad.
Oltre a essere un importante punto di snodo tra giardino esotico e islamico, il
padiglione si configura anche come luogo ideale per ospitare opere d’artigianato,
manufatti e altri oggetti che possano entrare in relazione con la storia e l’atmosfera del
riad e instaurarvi un dialogo ricco e fertile di suggestioni.
La mostra. In occasione dell’apertura di Le Jardin Secret il padiglione Ahmar ospita
una selezione delle fotografie scattate da Luca Braguti in varie fasi del restauro del
complesso. Il fotografo ha documentato la quotidianità del cantiere in corso tra 2013
e 2016, cogliendo con particolare efficacia lo svolgersi delle varie operazioni che
hanno caratterizzato l’impresa.
L’area di ingresso
Anche l’altro padiglione del giardino esotico – che dà sulla rue Mouassine e da cui si
accede a Le Jardin Secret – è una nuova costruzione. Come nel caso del padiglione
Ahmar, questa struttura è stata progettata in modo da differenziarla nettamente
rispetto agli elementi originari presenti nel riad e rispetto ai padiglioni storici, e
rendere così evidente la contemporaneità delle nuove architetture. I materiali e le
tecniche impiegate restano locali, mentre i colori utilizzati mirano a definire uno
spazio scenografico in relazione con gli alberi e le piante del giardino.
Resti e scavi
Sempre nell’area del giardino esotico, una porzione del muro perimetrale (libero
dell’abituale rivestimento in tadelakt) e un sondaggio archeologico sono stati
mantenuti a vista: questi non solo mostrano le varie tecniche utilizzate in precedenza
per la costruzione del sito, ma evidenziano anche uno sviluppo del complesso
avvenuto in epoche diverse e a vari secoli di distanza.
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LE JARDIN SECRET - CARTELLASTAMPA
Café, boutique e libreria
Café
Le Jardin Secret ospita al suo interno un café dove poter approfittare di una sosta e
godere della pace e della calma del riad, grazie a un ambiente sereno e a un servizio
attento e professionale. Il café, perfettamente integrato all’interno del riad, si trova a
lato del grande bacino d’acqua nel giardino islamico. Oltre al tradizionale tè alla
menta marocchino, il café propone una selezione di panini, pizze e insalate, ma anche
spremute fresche di frutta, bibite calde e rinfrescanti e dolci fatti in casa.
L’apertura di un secondo café, sul terrazzo del padiglione Oud el Ward, è prevista nei
prossimi mesi.
Boutique e libreria
Nella boutique sono in vendita souvenir, dipinti tradizionali realizzati sul posto e
un’ampia gamma di idee regalo. L’offerta della boutique è in fase di completamento,
ma includerà anche riproduzioni fotografiche originali, stampe e oggetti d’artigianato
progettati e realizzati esclusivamente per Le Jardin Secret.
L’apertura di una libreria, che offrirà una selezione di libri sul Marocco e sui temi
principali di Le Jardin Secret, è anch’essa prevista nei prossimi mesi.
La guida
L’apertura al pubblico di Le Jardin Secret è stata l’occasione per raccogliere in un
libro testi, foto e disegni che offrano informazioni più dettagliate sul riad e sul suo
restauro e che guidino il visitatore alla scoperta del complesso. Curata da Tom
Stuart-Smith, questa guida a Le Jardin Secret illustra sinteticamente i vari aspetti che
caratterizzano il riad: il lettore potrà conoscerne la storia, leggere interessanti
testimonianze sul suo passato ed essere guidato alla scoperta delle sue architetture e
dei suoi giardini. Alcune illustrazioni e fotografie permettono di apprezzare più da
vicino i progetti per il giardino e i lavori di restauro. La seconda parte della guida è
dedicata invece ai diversi alberi e piante che si trovano nel giardino islamico e nel
giardino esotico, e offre curiosità e informazioni su ognuna di esse.
Le Jardin Secret, a guide by Tom Stuart-Smith
Le Jardin Secret, par Tom Stuart-Smith
Formato A5
82 pagine
27 illustrazioni; 19 fotografie
Edito da Le Jardin Secret.
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LE JARDIN SECRET - CARTELLASTAMPA
6.
COLOPHON
Lauro Milan: ideatore e project manager
Sante Giovanni Albonetti: supervisore per i giardini
Karim El Achak: architetto
Tom Stuart-Smith, Andy Hamilton: progettisti dei giardini
Abderrazzak Benchaābane: contributi sulla figura di Al-Hājj Muhammād Loukrissi
Edoardo Milan: ricerca e testi
Eleonora Gobbo: video e digital architectural visualization
Fatima Benbrahim: assistente di Lauro Milan
Yukiko Makita: immagine coordinata
Nezha Boufsi: geometra
Abderrazak Toussi: capo cantiere
Abderrahim Boukricha: rivestimenti murali tradizionali
Abderrahim Essaguir: restauro del sistema tradizionale di gestione dell’acqua
Abdellatif Amkour: pittura
Hassan Ben Abbou: manutenzione
Mohamed el Guezzani: elettricità e installazioni tecniche
Luca Lorenzano: programmatore informatico per la biglietteria
Luca Braguti et Alessia Pedrazzini: fotografia e documentario
Maestranze e operai:
Abdelatif Deniaoui, Abdellatif Ouhasso, Abdltif Kialyi, Abdellah Frifra, Abderrahim Ait Belkadi,
Abdelghani Amaio, Abderrahim Ben Kadour, Abderrahim Bazi, Abderrahim Dahman, Abederrahim
Lgdimi, Abdessalam Bouanga, Abdewahed El Fariss, Abdelwahab Esamadi, Ahmed Ait Si Lahcen, Ahmed
Rhaidy, Allal Lassfer, Azeddin Fatihi, Aziz AIT Mehend, Aziz Essaadi, Bader Zbit, Bouchaaib essahraoui,
Boujmaa Lamaalem, Farid Fatihi, Hassan Bouaadi, Hassan Bouhdaj, Hassan Enakach, Hicham Ad, Hicham
Elghadi, Ibrahim Arrab, Ibrahim Ait Alhaj, Ibrahim I3ICH, Idriss Elfarissi, Ismail khalal, Ismail Tikicht,
Jamal Amaio, Kamal Amkour, Khalid el Guezzani, Khalid Lakrissa, Lahssen Abaino, Lahssen Oubrik,
Mohamed Essahraoui, Mohamed juitre, Mohamed Ibourk, Mohamed Lahbab, Mohamed Lchhabe,
Mohamed Naji, Mahjoub ben abbou, Mustapha Montasir , Noureddin Mostajed, Omar El Farisi, Omar
Karomi, Omar Mochtahi, Omar Rizki, Rachid Amaio, Rachid Founti, Said Amkour, Soufaian Lgchairi,
Yassin Ibourk, Yassin Ibrahim, Youssef Ait Mouha, Youssef El Fouh, Mehjoub Ben Abbou.
Imprese:
AIDE SERVICE – Installazioni tecniche: Mohamed Essaguir
ANDALU CRISTAL – Fournitura vetri: Khadija Belkhir
ART TIFAOUT – Fornitura e installazione trasformatore elettrico: Ahmed Elouzzad, Abdellah Abou
Sarhan
ASSOCIATI – Studio di architettura: Monim Elkarmi
BLM srl – Fornitura cucine: Massimiliano Mamolo, Luigi Laurino
CABINET AVOCAT – Studio legale: Hicham Khaldoun
CASA BOTANICA – Vivaio: Abderrahman Eziraoui, Tazi Sadik
CONTROBAT – Ufficio tecnico: Mohamed Sidki
DELTA MADINA – Vivaio: Abdessadek Ajader
DISTRAL MAROC – Fournitura vernici: Mohamed Elhssaini
DIGITAL BUSINESS – Installazione informatica: Hicham Ait Zidane
DOMUS NOVA CONCEPT – Fornitura arredi: Guido Gatto, Luca Sbrissa
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LE JARDIN SECRET - CARTELLASTAMPA
EXCEL COMPTA – Studio commercialista: Rachid Rhili, Hamid Rhili, Mohamed Amerdo
GEO PLANET CONSEIL – Topografia: Samir Ouguidi
JIL MATERIAUX – Materiali di costruzione: Hamid Errahmani
LAAC (Laboratorio de Arquitectura y Arqueologia de la Ciudad, Granada) – Studio architettonico
e archeologico preliminare: Dr. Julio Navarro Palazón, D. Fidel Garrido Carretero,
D. Íñigo Almela Legorburu
LM2 – Genio civile: Aziz Elmkadem
MARBRE D’OR – Marmi: Mohamed Araba
MARRAKECH 3000 – Progetti esclusivi nella medina di Marrakech dal 2001
MARVER MAROC – Fournitura vetri: Abdelladim Sidki
MEGA ENGINEERING – Studio di ingegneria: Amine Boulknadelle
NASSIM ELEC – Installazione porte scorrevoli: Abdelaziz Hrouak
PUNTO LINGUE – Ufficio traduzioni: Barbara Pitton, Waltraud Raich
RECAT – Fornitura piastrelle di cemento tradizionali: Said Berrada
REVETEMENT NAKHIL – Rivestimenti tradizionali del suolo: Abdelghani Ben Jedi, Aziz Elaakari,
Abdilali Erraissi
SCREENTEX INTERNATIONAL – Segnaletica: Fouzia Samir
SERGHINI CERAMIQUE – Fornitura ceramiche: Youness Serghini
SIME VIGNUDA – Illuminazione speciale: Giannantonio Lena
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LE JARDIN SECRET - CARTELLASTAMPA
7. CONTATTI
E INFORMAZIONI PRATICHE
Le Jardin Secret
121, rue Mouassine
40000 Marrakech medina
Marocco
+212 (0) 524 39 00 40
www.lejardinsecretmarrakech.com
[email protected]
Contatto stampa e immagini
[email protected]
Fotografie in alta risoluzione ad uso della stampa sono disponibili su richiesta scrivendo
a questo indirizzo di posta elettronica.
Orari
- Febbraio e marzo: 10.30 – 18.30
- Da aprile ad agosto: 10.30 – 20.00
- Settembre e ottobre: 10.30 – 19.30
- Da novembre a gennaio: 10.30 – 17.30
Aperto tutti i giorni
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.
Come arrivare
A piedi: Le Jardin Secret è situato nel cuore della medina e si trova a pochi passi da altre grandi
attrazioni della città, come la piazza Jema el Fna, la Medersa Ben Youssef e il palazzo El Badi.
In macchina: il luogo più vicino cui arrivare in macchina è Dar el Pacha, a cinque minuti a piedi
da Le Jardin Secret. Dar el Pacha si trova a venti minuti in macchina dall’aeroporto di Marrakech
e a dieci minuti dalla stazione dei treni.
Biglietti
Ingresso
Torre
Intero
50 dirham
0 - 18 anni
gratuito
Intero
30 dirham
Da 6 a 12 anni 20 dirham
Visita alla torre vietata ai minori di 6 anni
Cittadini marocchini residenti a Marrakech: riduzione del 50%.
Gratuità: 0-18 anni accompagnati da un adulto; persone in situazione di handicap e accompagnatore;
guide turistiche; membri della stampa su accredito scrivendo a [email protected].
Le riduzioni si applicano su presentazione di un documento di identità.
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