Cosa sono i rifiuti

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Cosa sono i rifiuti
Cenni normativi e
ottimizzazione ciclo
di gestione reflui e
scarti industriali
24 gennaio 2013
STUDIO LEGALE SANTOSUOSSO E ASSOCIATI
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Definizioni
• Cosa sono gli scarti di produzione o residui industriali (NON
acque reflue industriali o rifiuti)
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Cosa sono i reflui
Cosa sono i rifiuti
Cosa sono i rifiuti organici
Cosa sono le biomasse
Cosa sono i sottoprodotti
Cosa è materia prima seconda
Cosa è end of waste
Gli scarichi idrici
• La disciplina degli scarichi idrici varia secondo:
• L’ORIGINE dello scarico
• Le SOSTANZE immesse nei corpi idrici recettori (pericolose o non)
• La NATURA dei corpi recettori (fognature, acque dolci superficiali,
suolo, sottosuolo)
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Le definizioni legislative:
origine dello scarico
• ACQUE REFLUE INDUSTRIALI (art. 74 co. 1 lett. h TUA): qualsiasi tipo
di acque reflue scaricate da edifici od impianti in cui si svolgono
attività commerciali o di produzione di beni, diverse dalle acque
reflue domestiche e dalle acque meteoriche di dilavamento;
• ACQUE REFLUE DOMESTICHE (art. 74 co. 1 lett. g TUA): acque reflue
provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e
derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività
domestiche;
• ACQUE REFLUE URBANE (art. 74 co. 1 lett. i TUA): acque reflue
domestiche o il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque
reflue industriali ovvero meteoriche di dilavamento convogliate in
reti fognarie, anche separate, e provenienti da agglomerato
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La disciplina degli scarichi
• PRINCIPIO DI TUTELA DELLA QUALITA’ DEI CORPI IDRICI
• Art. 124 co. 1 TUA: Tutti gli scarichi devono essere
preventivamente autorizzati
• Art. 101 co. 1 TUA: Tutti gli scarichi devono rispettare i valori
limite previsti dall’Allegato 5 della parte III del TUA o i limiti
(non meno restrittivi) eventualmente previsti dalle Regioni
• Art. 101 co. 1 TUA: Ammissibili deroghe per guasti e fasi di
avviamento, comunque previste dall’autorizzazione
• Art. 101 co. 3 TUA: Gli scarichi diversi da quelli domestici
devono essere accessibili per il campionamento
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Definizione di Rifiuto
• È RIFIUTO qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si
disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi (art. 183
co. 1 lett. a)
• È RIFIUTO PERICOLOSO il rifiuto che presenta una o più
caratteristiche di cui all’Allegato I della parte IV del TUA (art.
183 co. 1 lett. b)
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Il punto della giurisprudenza
• 1° CONDIZIONE: Il parametro di riferimento per distinguere
reflui e rifiuti liquidi è rappresentato dall’esistenza o meno di
un sistema di convogliamento delle acque (c.d. condotta) nel
corpo recettore (Cass. pen., III sez., 10 settembre 2009, n. 35138)
• 2° CONDIZIONE: Senza soluzione di continuità dal luogo di
produzione al corpo ricettore
• Le condizioni devono sussistere ENTRAMBE affinchè si possa
parlare di scarico.
• In assenza di una condotta di scarico le acque reflue devono
qualificarsi come rifiuti liquidi (Cass. pen., III sez., 22 giugno 2011, n.
25037)
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La disciplina applicabile
• ACQUE REFLUE
Applicazione PARTE III del TUA
• RIFIUTI LIQUIDI
Applicazione PARTE IV del TUA
• Sono esclusi dall’ambito di applicazione della parte IV del TUA, in
quanto regolati da altre disposizioni normative le acque di scarico (art.
185 co. 2)
• I FANGHI DA DEPURAZIONE devono essere gestiti come RIFIUTI (ART.
127 TUA; Cass. pen., sez. III, 14 febbraio 2011, n. 5356)
Cass. pen., sez. III, 5 ottobre 2011, n. 36096: il momento in cui la disciplina dei rifiuti deve
essere applicata ai fanghi da depurazione è la fine del complessivo trattamento
effettuato presso l’impianto di depurazione e finalizzato a predisporre i fanghi medesimi
per la destinazione finale
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Differenze tra rifiuti liquidi e
scarichi
• Cass. pen., sez. III, 3 aprile 2012, n. 12476
Solo le acque di scarico ex art. 74 TUA sono escluse dal novero dei
rifiuti, mentre l’attività di stoccaggio è l’elemento che attribuisce alle
acque reflue la natura di rifiuto allo stato liquido. «Integra il reato di
deposito incontrollato di rifiuti allo stato liquido lo stoccaggio in vasche
di raccolta, delle acque reflue provenienti dal lavaggio delle
attrezzature di un’impresa. […] sono escluse dal novero dei rifiuti solo
le acque di scarico che vengono immesse direttamente nel suolo,
sottosuolo o rete fognaria, tanto che il reato non può escludersi
nemmeno in presenza di una autorizzazione allo scarico dei predetti
reflui nella rete fognaria, in quanto è l’attività di stoccaggio stessa che
attribuisce alle predette acque reflue la qualifica di rifiuto liquido.»
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Il rifiuto organico - biomasse
• Art. 183 comma 1 lett. d) del Dlgs 152/2006 definisce
Rifiuto organico: rifiuti biodegradabili di giardini e parchi, rifiuti
alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici, ristoranti,
servizi di ristorazione e punti vendita al dettaglio e rifiuti simili
prodotti dall’industria alimentare raccolti in modo
differenziato
No definizione biomassa nella legislazione ambientale (anche se
nel codice ambientale sono indicate nella parte V le biomasse
combustibili ) no coordinamento
Si nella legislazione “energetica” (Dlgs 387/2003 – Dlgs 28/2011
Decreto Romani)
Biomasse (secondo legislazione
“energetica”)
Art. 2, comma 1 lett. e) del Decreto Romani Dlgs 28/2011 e del
Dlgs 387/2003 qualifica
Biomassa: la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui
di origine biologica provenienti dall’agricoltura (comprendente
sostanze vegetali e animali) dalla silvicoltura e dalle industrie
connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, gli sfalci e le
potature provenienti dal verde pubblico e privato, nonché la
parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani
I sottoprodotti
• SOTTOPRODOTTI (184 bis TUA)
1. Provenienza da un processo di produzione non destinato alla produzione di
quella sostanza od oggetto
2. Utilizzo futuro certo della sostanza o dell’oggetto, anche da terzi
3. Trattamento limitato alla normale pratica industriale
4. Non comporta impatti negativi per l’ambiente o per la salute umana
Cass. 17 aprile 2012 – 10.5.2012 n. 17453 definizioni
Cass. pen., III sez., 26 giugno 2012, n. 25203: sottoprodotto è ciò che non è mai stato
rifiuto, costituendo materiale immediatamente riutilizzabile.
Cass. pen., sez. III, 9 febbraio 2012, n. 5032: liquidi provenienti dalla macellazione
sversati in un tombino. L’atto di disfarsi del residuo astrattamente qualificabile
come sottoprodotto di origine animale ai sensi della normativa esclude di per sé
che il residuo sia sottoprodotto, dovendosi invece qualificare come rifiuto.
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La materia prima seconda ed end
of waste
Ex. Art. 184 ter TUA
Cessazione della qualifica di rifiuto – previa sottoposizione ad
una operazione di recupero incluso il riciclaggio e la
preparazione per il riutilizzo quando:
- la sostanza o l’oggetto abbia uno specifico scopo
- ci sia mercato o domanda
- la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici e gli standard
- l’utilizzo non porterà a impatti complessivi per l’ambiente o
per la salute umana
PROVA DELLA CESSAZIONE A CARICO DEL RICHIEDENTE
End of waste: con emissione di decreti ministeriali (prova della
cessazione non necessaria)
I criteri di priorità nella
gestione dei rifiuti
• L’art. 179, co. 1 TUA individua una gerarchia:
1.
2.
3.
4.
5.
Prevenzione
Preparazione per il riutilizzo
Riciclaggio
Recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia
Smaltimento
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Scarichi: le sanzioni penali (art.
137 TUA)
• Scarichi di reflui industriali senza autorizzazione o con
autorizzazione sospesa o revocata: arresto o ammenda
• Scarico di reflui industriali senza autorizzazione o con
autorizzazione sospesa o revocata di sostanze pericolose:
arresto
• Scarico di reflui industriali pericolosi senza rispettare
l’autorizzazione: arresto e ammenda
• Denegato accesso dei controllori all’insediamento: arresto e
ammenda
• Scarico illecito nel suolo o nel sottosuolo: arresto
• ATTENUANTE per chi, prima del giudizio penale, ha riparato
integralmente il danno
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Rifiuti: le sanzioni penali (art.
255 e ss. TUA)
• Raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, intermediazione di
rifiuti senza la prescritta autorizzazione di rifiuti non pericolosi:
arresto o ammenda
• Raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, intermediazione di
rifiuti senza la prescritta autorizzazione di rifiuti pericolosi: arresto e
ammenda
• Realizzazione o gestione di discarica non autorizzata: arresto e
ammenda
• Miscelazione non consentita di rifiuti: arresto e ammenda
• Inquinamento mediante il superamento delle soglie di
concentrazione, senza aver provveduto alla bonifica: arresto o
ammenda
• Traffico illecito di rifiuti: ammenda e arresto
• Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti: reclusione
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La qualificazione: conseguenze e
differenze
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•
•
Se non rifiuto scarti di produzione o residui industriali
Se sottoprodotto
Se refluo industriale
Se rifiuto
Se già rifiuto divenuto materia prima seconda o end of waste
-
normative differenti: elevati rischi
sanzioni penali, amministrative (231/2001) differenti
Sistemi di gestione differenti
Costi
Possibili benefici
L’ottimizzazione dei cicli di
gestione: obiettivi
- Riduzione dei rischi di commissione di reati e di reati
ambientali
- Riduzione dei rischi di sanzioni interdittive e pecuniarie
(231/2001)
- Riduzione dei costi di smaltimento, trasporto e gestione
- Introduzione di nuove opportunità e possibili ricavi
- Sensibilità etica ed ambientale
L’ottimizzazione dei cicli di
gestione: percorso
1. Mappatura situazione esistente
2. Descrizione rischi e costi attuali
3. Valutazione congiunta di tutte le possibili soluzioni di
ottimizzazione per:
Riduzione dei rischi;
Riduzione dei costi di smaltimento, gestione, trasporto;
Introduzione nuove opportunità
introduzione o rafforzamento di azienda etica e ambientale
4. Applicazione dei correttivi
Grazie per
l’attenzione
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