Bertrand Cantat Perdonato In rete

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Redazione
15 novembre 2008
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Secondo Giorgio Canali, chitarrista nei Pgr di Lindo
Ferretti ed ex fonico della band francese dei Noir Desir,”
È giusto, è sacrosanto che torni a cantare”, dice,
riferendosi ovviamente al leader del gruppo Bertrand
Cantat, che la notte del primo agosto 2003, percosse a
morte la compagna Marie Trintignant. La donna, che si
trovava a Vilnius, in Lituania, sul set del suo ultimo film,
non mori’ a seguito di un singolo scatto d’ira, bensi’
dopo numerosi colpi alla testa che ne causarono il fatale edema cerebrale
e quindi il decesso. Cantat, condannato dalla giustizia lituana il 29 marzo
2004 a otto anni di prigione, esce di fatto il 16 ottobre 2007 senza che
nessuno si interessi della sua prematura liberta’, fino ad oggi.
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Fino a quando cioe’ il suo sito (sovraccarico di visite tanto da rendersi a
lungo irraggiungibile), non fa girare due inediti, che avvertono che Cantat
ha ripreso la sua attivita’ di musicista e, pare, con incredibile e per
qualcuno inaccettabile, successo di pubblico e conseguente attenzione dei
media, che riaccendono i riflettori sul gruppo dei Noir Desir, e tornano a
parlare di quella notte di droga e violenza.
Solo ora anche perche’ il suo rilascio per buona condotta, un anno fa, p
revedeva che per un anno il Cantat seguisse una
terapia psicologica e mirata, e non rilasciasse
interviste o testimonianze su quanto accaduto. Ma
niente gli vieta di cantare.
“In carcere non è stato a guardare il muro. – si sbilancia Canali- Ha
insegnato la lingua ai detenuti immigrati, si è dato da fare. Chi lo conosce
sa che è un uomo a pezzi. Ha ucciso ciò che amava di più, più della
musica. Non userà mai Marie per farsi pubblicità. Non ne ha bisogno“.
Cio’ che di sicuro sconvolge e’ l’attenzione morbosa di chii, con curiosita’
pruriginosa, si avvicina alla musica dei Noir Desir non tanto per le loro
qualita’ artistiche, quanto per guardare da vicino come e’ fatto e come
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canta un assassino, libero dopo aver scontato solo 4 anni di pena,
colpevole “solo” di aver messo fine alla gia’ fragile e problematica vita
della bellissima figlia di uno dei miti del cinema europeo, quel Jean-Louis
Trintignant (Un uomo una donna -1966) a cui spetta il piu’ sordido e
beffardo dei destini: sopravvivere a sua figlia, e sentire in radio cantare il
suo assassino.
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