Giardini di Federico - Italia Nostra Milazzo

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Giardini di Federico - Italia Nostra Milazzo
Italia Nostra – sezione di Milazzo
Non solo centraline,
bisogna rilanciare il progetto dei
”Giardini di Federico”
La proposta fu presentata nel corso di convegni della sezione di Milazzo di “Italia Nostra” presieduta dal
dr.Girolamo Bambara, per realizzare nell’area a sud-est della vecchia Stazione Ferroviaria una struttura scientifica di
ricerca collegata ad un Orto Botanico.
La definizione di ”GIARDINI DI FEDERICO”, coniata dal prof. Giacomo Tripodi del Dipartimento di Scienze
Botaniche dell’Università di Messina, voleva affermare la valenza europea del progetto e collocarla nel ricordo del
“Parco di caccia” dell’Imperatore
Poi venne la privatizzazione dell’Area ex Montecatini e del Centro Mercantile ASI, ed il ridimensionamento da
parte del Comune dei ”Giardini” da progetto di alto livello scientifico in semplice barriera di verde e centraline di
rilevamento dell’inquinamento.
Seguì addirittura la revoca, da parte della Regione, di un finanziamento già concesso e il conseguente ricorso
del Comune.
Oggi, nonostante il Tar abbia dato ragione al Comune rimettendo a disposizione il finanziamento, il progetto
sembra abbandonato, mentre per il controllo dell’inquinamento tramite centraline si pensa all’uso di altre risorse.
Italia Nostra ritiene che il progetto possa essere rilanciato
verificando quanto è possibile realizzare alle condizioni attuali e con i finanziamenti oggi disponibili,
ma rispettandone al massimo possibile lo spirito originario.
Attraverso questo ”libro bianco” abbiamo voluto ricostruire l’intera vicenda mettendo a disposizione di
amministratori e cittadinanza documenti delle associazioni ambientalistiche, atti di convegni, notizie della
stampa.
In queste pagine:

Intervento del dr. Girolamo Bambara, presidente
onorario Italia Nostra Milazzo

La prima proposta di Italia Nostra, 1996

Il documento programmatico di Italia Nostra del
2001

Atti del Convegno del 2004

Il progetto del Comune del 2012

La revoca del finanziamento regionale, 2013

Articolo del prof.Gigi Billè (Voce di Milazzo –
settembre – ottobre 2012

Il ricorso al tar del 2013-2014

La lettera aperta al sindaco di Associazione
conservazione tradizioni popolari e colturali Piana di
Milazzo - Italia Nostra – Legambiente, 2015

Le notizie di stampa del 2016 (Gazzetta del Sud –
Oggi Milazzo)

Il comunicato stampa di Legambiente

Il documento di Italia Nostra
CHE COSA SONO I GIARDINI DI FEDERICO
I “Giardini di Federico”, secondo il progetto presentato dalla sezione di Milazzo di “Italia Nostra”,
sono una struttura scientifica caratterizzata da giardini tematici, laboratori di ricerca, laboratori di
micropropagazione, conservazione del germoplasma, acclimatazione delle specie di interesse floro-vivaistico,
sale di incontro, centro direzionale, spazi espositivi, biblioteca.
Essi hanno l’obiettivo di
- erogare un servizio al territorio;
-creare uno strumento di educazione civica e ambientale;
-costituire una barriera alla espansione di attività non compatibili col territorio;
-proporre un’immagine del territorio che rifletta le sue caratteristiche culturali, tecnologiche, scientifiche,
economiche e sociali;
-offrire supporti scientifici e di ricerca, organizzativi ed economici. all’area comprensoriale, estesa da
Milazzo a Falcone, che ospita importanti imprese agricole, floricole, floro-vivaistiche e frutticole, le quali,
se sorrette e sostenute, possono promuovere un nuovo modello di sviluppo alternativo a quello attuale
basato prevalentemente sulla industria pesante ad alto rischio ambientale.
L’idea di dare alla città di Milazzo un propulsore capace di riequilibrare la sua economia ed il
suo sviluppo a favore di quei settori verso cui è vocata -l’agricoltura ed il turismo- nacque in occasione del
Convegno sui “Centri Storici” organizzato dalla sezione milazzese di “Italia Nostra” nel lontano 1996.
Il proponente fu il Dr. Napoleone Maiuri, ex Amministratore delegato della Soc. ENI-AGIP
Petroli (che gestiva la Raffineria Mediterranea), il quale propose la collocazione di un Orto Botanico
nella tanto contesa “Area Tribò”, di circa 10 ettari, senza escludere aree alternative.
In quella occasione, il Prof. Giacomo Tripodi, dell’Università di Messina, Direttore dell’Orto
Botanico di quella città, propose di istituire a Milazzo il “Primo Orto Botanico del Terzo Millennio”,
illustrandone i vantaggi per il miglioramento della qualità della vita, l’educazione civica ed ambientale,
l’immagine del territorio. Egli suggerì di dare all’orto botanico europeo una denominazione emblematica:
”I GIARDINI DI FEDERICO”, concretizzando l’idea - nata otto secoli fa con Federico II di Sveviadi una Italia Meridionale parte integrante dell’Europa Unita,
Da allora è stato un susseguirsi di ricerche ed azioni atte a rendere le istituzioni, la società civile,
gli operatori economici consapevoli della validità di quella che era diventata una proposta di “Italia
Nostra”.
Il Convegno sui “Giardini di Federico”, organizzato da “Italia Nostra”, che ebbe luogo a
Milazzo nel novembre 2004, mise in luce l’interesse del mondo scientifico, con particolare riferimento al
Prof. Francesco Raimondi, Direttore dell’Orto Botanico dell’Università di Palermo, al Prof. Pietro
Mazzola della facoltà di Agraria dell’Università di Palermo, del Prof. Paolo Grossoni dell’Università di
Firenze, del Dr. Santi Agnello dell’Istituto Sperimentale per la Floricoltura di Palermo.
Il vasto consenso ottenuto dal progetto portò all’inserimento nella Variante al P.R.G. del Comune
di Milazzo della destinazione ad “Orto Botanico-Giardini di Federico” dell’area Tribò e di quelle
limitrofe, per complessivi 30 ettari circa.
Girolamo Bambara
Presidente Onorario
della sezione di Milazzo di Italia Nostra
ITALIA NOSTRA. MILAZZO
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1996
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LA PRIMA PROPOSTA AL CONVEGNO MILAZZESE
DI ”ITALIA NOSTRA” SUI CENTRI STORICI
L’idea che si propone è dare a Milazzo il primo orto botanico europeo del terzo millennio.
I vantaggi:
- erogazione di un servizio al territorio per migliorare localmente la qualità della vita;
-creazione di uno strumento di educazione civica ed ambientale;
-proposizione di una immagine del territorio che rifletta le sue caratteristiche culturali, tecnologiche,
commerciali ed artistiche.
L’Orto di Milazzo dovrebbe avere una denominazione emblematica. Perché non ricordare che l’idea di
una Italia meridionale, parte integrante dell’Europa Unita, è nata sette secoli fa con Federico II di
Svevia?
L’Orto si potrebbe, perciò, denominare “I GIARDINI DI FEDERICO”, concretizzando la sua idea di
universalità, associando il rigore delle geometrie, il decorativismo arabo delle maioliche e delle
terrecotte, il fascino dei giardini orientali di agrumi e gelsomini con quelli dei rosai centro-europei.
Potrebbe presentare alcune pavimentazioni importanti realizzate con il calcare di Marsala e di Ragusa
o con le lave etnee, una rassegna del meglio delle maioliche di Santo Stefano di Camastra e di
Caltagirone, i cotti siciliani, il meglio del ferro battuto siciliano.
E poi, naturalmente, il meglio del vivaismo siciliano, dai frutteti esotici ai palmeti, dai cactus ai papiri,
dagli ulivi agli agrumi. Le attività vivaistiche del milazzese troverebbero modo di essere esposte e
valorizzate, svolgendo una azione promozionale ed educativa nei confronti degli operatori economici
ed anche di chi progetta e realizza in proprio piccole e grandi aree verdi.
Sarebbe l’occasione per realizzare in Sicilia un giardino esotico come quelli di Ischia, Sanremo, Pallanza,
che potrebbe trovare una importante risposta nel clima di Milazzo.
Un Giardino che volesse sviluppare queste idee sarebbe una attrazione; ma soprattutto una vetrina,
con risonanza molto ampia circa le radici della nostra cultura e le capacità imprenditoriali attuali del
nostro territorio.
I Giardini di Federico sarebbero, dunque, differenti da tutti gli altri orti botanici esistenti in Sicilia e in
Italia che sono esclusivamente finalizzati alla ricerca scientifica ed alla esposizione di esemplari rari.
Sul territorio esistono le esigenze culturali e le capacità imprenditoriali e progettuali necessarie per la
realizzazione della iniziativa e la necessità sociale di una opera che modifichi la qualità della vita.
Sarebbe un peccato lasciare tutto nel mondo delle idee per carenza di iniziativa politica.
GIACOMO TRIPODI - Università di Messina-Dipartimento Scienze Botaniche
Con l'intento di dotare la città di Milazzo di un propulsore capace di riequilibrare la sua economia da
una preponderanza del settore industriale a quelli verso cui si sente storicamente vocata, e cioè
agricoltura e turismo, si propone di creare in questa città un Orto Botanico che, pur esplicando tutte le
funzioni scientifico culturali, sorga con le caratteristiche dei più moderni Orti Botanici mondiali.
Con ciò si intende dire che dovrebbe essere assicurata una fruibilità da parte del pubblico non
specialistico molto orientata al godimento. Perciò esso dovrebbe essere fornito di tutti i servizi che
caratterizzano i migliori organismi del genere e cioè, oltre che di una biblioteca specialistica, collegata
via internet con i migliori Orti Botanici mondiali, anche di un auditorium, di show-room e di tutti i
mezzi audiovisivi adatti a migliorarne la fruibilità.
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Si ritiene, inoltre, che tale istituzione possa anche supportare attività artigianali, tipiche della zona
quali: ceramiche, legno, ferro battuto, ecc. Dovrebbe, infine, disporre di uno shop dove si potrebbero
vendere piante e semi di difficile reperibilità sul mercato e dare notevole diffusione a libri e
pubblicazioni di carattere botanico.
Potrebbe ospitare, in particolare, collezioni di famiglie botaniche di specifico interesse dei vivaisti locali
e siciliani in genere, come agrumi, palme, frutti tropicali, ecc., catalizzando lo sviluppo di questo
settore economico.
E' di ogni evidenza che la presenza a Milazzo di tale istituzione farebbe, fra l'altro, crescere la presenza
di turisti che oggi sono quasi esclusivamente di passaggio, contribuendo ad alimentare l'altra vocazione
della città. Infine non è nemmeno da trascurare il contributo alla occupazione diretta ed indotta.
Per quanto riguarda la localizzazione nel territorio comunale, questa idea-progetto potrebbe essere
realizzata in più zone. Si potrebbero, però, cogliere delle sinergie aggiuntive se la collocazione dell'Orto
Botanico fosse previsto nella tanto contesa "Area Tribò", limitrofa alla Raffineria. In questo caso,
infatti, è quanto meno ipotizzabile che con opportuni accordi con l'Eni-Agip petroli, società molto
sensibile alle iniziative economico-culturali, potrebbero essere rese disponibili il necessario
quantitativo di acqua ed anche flussi con contenuto termico tale, da permettere la creazione di
modernissime serre atte ad accogliere piante che, anche nell'ottimo clima di Milazzo, non potrebbero
altrimenti vivere in modo ottimale. Inoltre, dopo un certo numero di anni, necessari alla crescita delle
piante, si creerebbe una schermatura visiva ed ecologica tra l'abitato e la zona industriale. La zona in
questione è un'area di 10 ettari posta all'ingresso dell'abitato, di forma all'incirca rettangolare con
l'aggiunta di un dente che si spinge sino al mare.
NAPOLEONE MAJURI - ex amm. delegato della Soc. Eni-Agip Petroli-Mediterranea
ITALIA NOSTRA. MILAZZO
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2001
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DOCUMENTO DELLA SEZIONE DI MILAZZO
DI ITALIA NOSTRA
IL TERRITORIO
Il territorio di Milazzo, caratterizzato, in passato, da una economia di tipo agro-industriale, ha perso
questa sua specificità con l'instaurarsi di un sistema economico-produttivo squilibrato.
Pertanto occorre progettare un nuovo modello di sviluppo in cui il settore agricolo si integri con gli altri
settori produttivi, compatibilmente con le risorse del territorio.
Un mix composito: Agricoltura, industria, turismo, servizi, in un contesto organico ed equilibrato, può
essere pensato per la crescita della nostra economia.
SCHEMA PROGRAMMATICO:
 STRUTTURE PER LO SVILUPPO DELL'AGRICOLTURA E DEL TURISMO
 RECUPERO DEI VUOTI URBANI ED AREE DISMESSE
 RECUPERO DEI BENI PAESISTICI
 STRUTTURE PER LA PROMOZIONE E LO SVILUPPO DELLE ATTIVITA' MARINARE
 PORTO- P.R.G. DEL PORTO -SUE FUNZIONI ED ATTIVITA' COMPATIBILI
 RECUPERO URBANO - CENTRO STORICO- BENI ARCHITETTONICI E BENI CULTURALI.
 CONTENIMENTO DELL'ESPANSIONE INDUSTRIALE NON COMPATIBILE CON LE VOCAZIONI DEL
TERRITORIO- SOSTANZIALE RICONVERSIONE DELL'INDIRIZZO DI SVILUPPO INDUSTRIALE DELL'AREA
DELL'ASI VERSO INSEDIAMENTI DI FILIERA DEL SETTORE AGRO-INDUSTRIALE; VALORIZZANDO LE
RISORSE COMPRENSORIALI
 RISANAMENTO DELLE AREE INTERESSATE DAGLI ATTUALI INSEDIAMENTI INDUSTRIALI;
SOPRATTUTTO METANIZZANDO LE FONTI DI PRODUZIONE ENERGETICA ED ESERCITANDO UN PIU'
APPROFONDITO MONITORAGGIO PER IL CONTROLLO DELL' INQUINAMENTO DELL'ARIA, DELLE
ACQUE TERRESTRI E MARINE E DELLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE CONTROLLO DELLE RISORSE IDRICHE NELLE AREE PRODUTTIVE ED UTILIZZAZIONE DI IMPIANTI
DISSALATORI DELLE ACQUE MARINE PER USI INDUSTRIALI
 INSERIMENTO DELLE INIZIATIVE NEI PATTI PER L'AGRICOLTURA E NEI PATTI TERRITORIALI DELLA
PROVINCIA, NONCHE' NELL'AMBITO DEI FINANZIAMENTI COMUNITARI E NAZIONALI (AGENDA
DUEMILA, ECC.)
Le azioni di programma per lo sviluppo dell'agricoltura vanno finalizzate al ruolo che l'area di Milazzo
dovrà assumere come epicentro di una vasta area comprensoriale comprendente i territori litoranei e
di bassa collina da Villafranca a Falcone che operano prevalentemente nel settore vivaistico e florovivaistico; ma anche in quello orto-frutticolo, olivicolo, serricolo. Occorre incentivare una agricoltura
che, capace di intuire il nuovo, sappia mettere a frutto il grande patrimonio di esperienza in un
contesto produttivo ed organizzativo moderno, legato alla innovazione tecnologica e scientifica ed alle
nuove esigenze dei mercati ormai globali.
Settore, questo che rappresenta, tutt'oggi, una voce essenziale nella produzione di ricchezza.
Le azioni di programma industriale devono essere finalizzate a promuovere una alternativa all'attuale
assetto produttivo, incompatibile, diversificato e privo di legame col territorio, che si concretizzi in una
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industria legata, in un sistema di fliera, alle capacità produttive anche dell'agricoltura e comunque a
tutte le naturali e vocate risorse.
Le azioni di programma per il turismo, lasciano intravedere nuove strade del verde, della natura, della
storia, della cultura e perfino della gastronomia tradizionale.
Tutto ciò richiede una nuova immagine della città, la salvaguardia, che non sia occasionale ed il
restauro dei ben architettonici, la loro fruizione e la valorizzazione dei beni culturali e dei beni etnoantropologici, nonché la valorizzazione dei beni paesistici e naturalistici.
Occorre, all'uopo, investire nella formazione dei giovani, nella ricerca e nella Università, nelle nuove
professionalità, nelle capacità innovative sul piano tecnologico e culturale: elementi, questi, in grado di
indirizzare e guidare le forze vive che la nostra società civile è capace di esprimere.
STRUMENTI ATTUATIVI
1. Revisione o nuovo strumento urbanistico finalizzato al raggiungimento delle istanze strategiche
programmatiche di sviluppo socio- economico, secondo i prefigurati indirizzi.
2. Supporti strutturali tecnologici, scientifici e dimostrativi che favoriscano, altresì, il decentramento
delle attività di ricerca e didattiche della Università, nei settori portanti dell'agricoltura e delle altre
attività connesse e promuovano un modello di sviluppo alternativo a quello attuale.
3. Sistemi di informatizzazione globali e formazione professionale.
4. Istituzione di uno specifico Assessorato per l'Agricoltura, l'industria e le attività connesse,
coadiuvato da una consulta tecnica per l'analisi ed il coordinamento delle iniziative.
5. Blocco strutturale dell'espansione dell'area industriale dell'ASI e recupero e fruizione delle aree
non utilizzate e dismesse nelle stesse aree per la creazione di infrastrutture e servizi interconnessi.
INTERVENTI SPECIFICI
- Restauro e recupero di tutte le aree dismesse e fruizioni delle stesse (ASI - Area ex Montecatini- Ex
Parco ferroviario -Area Tribò- ecc.) da strutturare per servizi produttivi collettivi di interesse
generale.
- A tal fine grande rilevanza assume la istituzione di una area verde- cioè di un ORTO BOTANICO
caratterizzato da giardini tematici, barriera naturale all'espandersi ulteriore degli insediamenti
industriali, in cui insistano:
- Laboratori di analisi e ricerche scientifiche, strutture per la propagazione e la micropropagazione
delle specie di interesse floro-vivaistico.
- Collegamenti con Istituti Universitari, Enti e scuole d specializzazione
- EDIFICI: Biblioteca scientifica, sala convegni, sala informatica, sale di incontro- Attività dimostrative, divulgative, culturali, percorsi guidati di interesse conoscitivo e turistico.
- Sale ed aree espositive e di incontro degli operatori, mostre permanenti ed attività promozionali,
aule per attività didattiche.
- Conservazione del germoplasma di specie autoctone ed alloctone e dei biotipi oggetto di studio
- Acclimatazione e conservazione di specie esotiche anche di interesse floro-vivaistico e frutticolo.
- Ricerche di nuove specie adattabili alle nostre condizioni pedo-climatiche
Nel complesso trattasi di erogazione di servizio al territorio comprensoriale per migliorare la qualità
della vita, promuovendo un nuovo indirizzo di sviluppo, supportando altre attività da quella turistica a
quella della piccola e media impresa.
Uno strumento, cioè di educazione civica ed ambientale che propone una nuova immagine della città
di cui rifletta le potenzialità tecnologiche, commerciali, architettoniche, economiche, culturali e
storiche, che il Prof. TRIPODI ha ritenuto di denominare " I GIARDINI DI FEDERICO"
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È l'affermazione di una memoria storica che non può essere affidata solo alle forme; ma che deve
interpretare la dinamicità della natura, della vita, degli uomini, della nostra società civile.
AREE EX MONTECATINI - EX PARCO E STAZIONE FERROVIARIA
L'utilizzazione di queste aree è finalizzata a creare una nuova città dei servizi, un punto di cerniera fra
la città ed il suo territorio urbano, collegato all'area verde dell'orto botanico, alla zona archeologica di
Ciantro ed al porto, che coerentemente con gli obiettivi generali, dovrà assolvere funzioni
eminentemente turistico-commerciali compatibili con le collaterali attività economiche integrative
della città e del suo territorio.
 L'edificio della ex Montecatini, già sottoposto a vincolo etno-antropologico, rappresenta un
elemento di elevata valenza di archeologia industriale.
 Esso è chiamato, nel contesto progettuale di tutta l'area, ad assolvere la funzione di una struttura
per il tempo libero, per lo spettacolo, per le attività culturali, per i servizi di comunicazione e
trasporto col centro urbano.
 L'idea base su cui verte l'intero progetto è concretizzata dalla realizzazione di un sistema di luoghi
finalizzati a soddisfare le varie esigenze del fruitore attraverso il riuso degli edifici esistenti,
conferendo loro delle nuove funzioni.
 Attrezzature di pubblico interesse compatibili fra loro, tendenti a creare un insieme organico ed a
colmare le carenze relative alle infrastrutture di accoglimento.
In tale contesto gioca un ruolo di particolare importanza la ex STAZIONE FERROVIARIA DI MILAZZO.
Richiamando le motivazioni della declaratoria della Soprintendenza ai BB:CC: e AA. di Messina, il
predetto stabile riveste interesse storico ed architettonico particolarmente importante ai sensi degli
artt.1 e 4 della legge 01,06.1939 n.1089.
Per tali motivi è fondamentale, ai fini delle future sue destinazioni d'uso, salvaguardarne la identità di
bene culturale di valore testimoniale.
Il complesso della ex Stazione, non può essere considerato avulso dall'area i cui esso insiste e la sua
destinazione non può prescindere dall'ambito di un progetto unitario, organico, globale di fruizione e
di destinazione di tutti gli altri insediamenti sopra descritti.
Occorreranno, cioè, scelte precise, ponderate, frutto di approfondimento tecnico e scientifico del
territorio e delle sue potenzialità.
IL MULINO LO PRESTI
L'attività molitoria è fra le più antiche nella Piana di Milazzo; si fa risalire al 1300 con i mulini ad acqua
ed a vento che insistevano nelle contrade: Mangiavacca, Religione, Parco, Bozzelli e Masseria.
Qui è ancora oggi possibile trovarne testimonianza.
Tra il 1867 ed il 1898 sorgono i nuovi Molini che possono definirsi a carattere industriale:
SIRACUSA - PIRAINO (LA FAMIGLIA) - LA FIDUCIA- LO PRESTI- PERSEVERANTE.
Nel 1932 il Perseverante va a fuoco e rimane il solo Molino LO PRESTI, ammodernato ed ingrandito
sull'attuale area.
Il 19 giugno 1960 si sviluppa un incendio nel settore molitorio del Molino Lo Presti che fu rapidamente
spento salvando in buona parte le strutture.
A seguito di tale evento il Molino fu immediatamente ristrutturato assumendo l'aspetto odierno con
alcuni corpi aggiunti fra cui il "silos" sulla parte estrema sinistra.
In definitiva la parte esterna dell'edificio odierno rappresenta le linee essenziali architettoniche
preesistenti, tenuto conto dei corpi aggiunti.
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Successivamente i Molini subiranno consistenti aggiornamenti tecnologici e si specializzeranno nella
molitura di grano duro per la produzione di semole destinate all'industria pastaria, con una
potenzialità produttiva giornaliera di Q.li 1700 di grano.
I Molini Lo Presti giocarono un ruolo di rilevante importanza per l'economia della città. La punta
massima di produzione annua fu raggiunta nel 1923 con Q.li 226.433 ed una produzione media annua
di semola di Q.li 133.000. Nel periodo prebellico venivano esportate semole in notevole quantità a
Trieste e ad Udine; mentre nell'immediato dopoguerra l'attività molitoria è quasi esclusivamente
limitata ai grani nazionali ed esteri per conto della Federconsorzi.
Essi, tutt'oggi, sono la testimonianza storica della imprenditorialità del tempo e racchiudono una epoca
con le sue valenze etiche e sociali, con il retaggio di elevati valori di un ordinamento produttivo durato,
tra alterne vicende, oltre un secolo.
Sulla base di tali considerazioni e conoscenze è importante, quindi, non solo capire il valore etnoantropologico di quelle strutture; ma, attraverso il percorso dei cicli produttivi, ricostruire la vicenda
storica di un bene culturale di natura industriale di cui è doveroso prendere coscienza ed atto
nell'ambito di uno studio di archeologia industriale.
E' questo il messaggio che si ritiene di inviare alla futura Amministrazione cittadina.
MILAZZO CITTA' DI MARE
Milazzo ha fondato il suo sviluppo sul mare e sulle attività connesse.
Le tonnare, il porto, le spiagge, il paesaggio marino, fanno di questi luoghi il punto focale per uno
sviluppo, che, traendo origine dagli elementi storici, sappia trovare la strada compatibile con le
esigenze della futura crescita economica e sociale.
Non ci soffermeremo sul MUSEO DELLE TONNARE, sulla salvaguardia dei tanti reperti di valenza storica
e testimoniale di cui si è tanto parlato e proposto e quasi niente si è realizzato.
Riteniamo, però, inserire, nel contesto di un nuovo processo di sviluppo che abbia legame con le
vocazioni marinare del nostro territorio, nel quadro di una rinnovata POLITICA DE MARE, la istituzione
di strutture atte a rilanciare le professionalità che le attività marinaresche oggi richiedono e che sono
indispensabili perché anche dal mare, appunto, possa rinascere la città in termini produttivi ed
occupazionali.
La istituzione di una SCUOLA DEL MARE, da proporre alle competenti Autorità, collegata con
l'Università di Messina ed articolata nelle diverse specializzazioni professionali, rappresenterebbe per
Milazzo l'occasione per assumere il ruolo di epicentro per lo sviluppo compatibile alternativo di tutto il
comprensorio e per il rilancio delle attività turistiche che dal mare traggono origine.
Fra le sedi più vocate si potrebbe pensare, appunto, agli ex Molini Lo Presti, salvaguardandone,
ovviamente le strutture architettoniche e storico testimoniali.
LE MASSERIE
Concludiamo il nostro percorso con lo sguardo rivolto alla salvaguardia del paesaggio agrario.
Valorizzare le antiche strutture degli edifici agricoli e delle "Masserie" della nostra Piana, significa dare
un completo quadro della storicità del mondo produttivo, proiettato, però, verso un sistema di nuova
fruizione che porti a più avanzate imprese ed occasioni di lavoro.
Senza tralasciare l'importante lavoro di ricerca che studiosi e tecnici hanno condotto sulle Masserie
della Piana, a cui si fa rimando, ci soffermiamo brevemente sull'immobile denominato "CUBA" che la
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Soprintendenza di Messina ha da un paio di anni restaurato ed inserito in un contesto di interesse
storico antropologico caratterizzato da rilevanti strutture testimoniali.
Trattasi di una torre di probabile origine bizantina a cui si attribuiscono varie utilizzazioni fra cui quelle
di culto; ma sarà servita, in epoche successive, come punto di riferimento per insediamenti di cui, oggi,
sono visibili i ruderi: la vecchia MASSERIA, con i suoi servizi, con una piccola stazione di posta ed una
Chiesetta.
Scrive FEDERICO MARTINO ... "nei primi anni del 400 vengono autorizzati i proprietari della Masseria a
prelevare una misura d'acqua dal Corriolo per alimentare i mulini della masseria stessa".
Architettonicamente di probabile derivazione araba, Italia Nostra ha proposto alla Diocesi di Messina,
proprietaria dell'immobile ed alle Autorità competenti, di concordare una opera di fruizione del
manufatto e di valorizzazione consona e compatibile con i valori espressi.
E' questo un tema che merita di essere ripreso.
Quanto sopra dovrà trovare logica rispondenza in un progetto di revisione del P.R.G. od in una sua
totale riformulazione, che non sia una semplice ed irrealistica opportunità di espansione urbanistica;
ma l'occasione per dare alla città nuove strutture che, traendo origine dalle sue vocazioni e dalle sue
risorse, le consentano di assumere un nuovo ruolo ed una nuova centralità secondo le più antiche e
nobili tradizioni.
Milazzo,15 giugno 2001
ITALIA NOSTRA. MILAZZO
8
2004
13 NOVEMBRE
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CONVEGNO DI ITALIA NOSTRA:
I GIARDINI TEMATICI E LA RIQUALIFICAZIONE
AMBIENTALE INTEGRATA PER UN NUOVO MODELLO DI
SVILUPPO CHE VALORIZZI LE RISORSE NATURALI DEL
TERRITORIO
PREMESSE
Il titolo sembra rinviare a remoti territori di delizia persi nella memoria ed ora
vagheggiati da nostalgici cultori della materia. A Milazzo, invece i “Giardini di Federico” sono
una realtà fisica concretamente recuperabile se le indicazioni nel P.R.G. saranno portate ad
esecuzione) perché il progetto ha buone radici nella storia.
La denominazione sopravvissuta in due delle contrade milazzesi: “Parco Vecchio” e
“Parco Nuovo”, é una certezza incontestabile ed individua un territorio conservato ancora nella
sua estensione originaria e, quel che più conta, ancora nella sua integrità agricola. Non
mancano i riscontri degli archivi. Attingiamo la notizia della presenza di un bosco naturale
(nemus) in quelle stesse aree alla fine del XII sec.; quel territorio, trasformato da Federico II
nella prima metà del XIII sec., prende la denominazione di “parco regio” e vi sono
segnalate strutture per l’allevamento di piccoli animali. L’amenità del sito, l’abbondanza delle
acque correnti, la prossimità alla cittadella di Milazzo ed al suo porto avevano convinto il
sovrano svevo a farne luogo privilegiato di soggiorno, svago e conservazione della natura. La
documentazione successiva, di età aragonese, ci informa anche sulla presenza di un
“palatium” residenziale di assai probabile fondazione federiciana e dell’intensa attività di
sfruttamento delle risorse locali. Nei portolani del XIV, XV e XVI secolo l’area boschiva doveva
essere ancora folta e rigogliosa se costituiva un visibile riferimento a distanza per orientare la
rotta dei naviganti verso gli approdi milazzesi.
Oggi ci sono ancora le condizioni perché i “Giardini” (il Parco) possano tornare ad
essere una prestigiosa realtà ‘verde’ di respiro mediterraneo, ancora un luogo di delizie, ma
anche un investimento di vera promozione ambientale, un luogo di educazione al rispetto della
natura, un simbolo, come per l’età federiciana, del migliore governo del territorio.
arch. CONO PIETRO TERRANOVA
L’Area comprensoriale, comprendente soprattutto i territori tirrenici e di bassa collina, da
Milazzo a Falcone, fino a Mazzara S. Andrea, è caratterizzata da importanti imprese agricole,
che operano prevalentemente nel settore floricolo, florovivaistico e vivaistico, cui l’area è
vocata per le particolari condizioni pedo-climatiche. Queste attività contribuiscono, in maniera
determinante all’economia del territorio, sia in termini occupazionali, che economico –
produttivi.
Inoltre, sul piano della competitività e della qualificazione, hanno raggiunto livelli
ragguardevoli e rappresentano, quindi, il più proficuo indirizzo di sviluppo del settore agricolo
della provincia di Messina. I risultati raggiunti, vanno ascritti alle capacità tecniche, alla
versatilità e all’elevato spirito d’impresa degli operatori addetti al settore, ma naturalmente
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livelli ancora più elevati, sia in termini di competitività che sul piano dell’innovazione
tecnologica, possono essere raggiunti se collegati ad adeguate strutture di supporto sul piano
della ricerca e su quello della qualificazione professionale.
A tali fini è indirizzata la “Proposta-progetto” che prevede la realizzazione di una
“struttura polivalente e polifunzionale”, qualificante per tutta la Città denominata ”I Giardini di
Federico”, caratterizzata dal ri-uso dell’ampia area comprendente edifici non utilizzati,
dismessi o di archeologia industriale (ex-Montecatini, scalo ferroviario, ex-Metallurgica, Centro
Mercantile, area Tribò) e dalla sua ri-qualificazione urbanistica, da contrapporre al degrado
urbano in atto che la circonda, per farne fattore aggregante e punto d’incontro per la città e
per le realtà urbane limitrofe.
arch. GIUSEPPINA GAMBINO
PROPOSTA-PROGETTO
Valorizzazione e fruizione dell’area ex-Montecatini e del dismesso parco ferroviario, insieme
alla riqualificazione dell’Area Tribò, adiacente alla zona industriale, che potrebbe essere
convertita a “verde” ospitando strutture tipo “Orto Botanico”, polifunzionali e fruibili anche come
luoghi di ricerche agronomiche, cosi da formare una fascia di rispetto fra le aziende industriali
ed il rimanente territorio, riducendo in tal modo l’impatto ambientale negativo e bloccando, in
definitiva, ogni futura utilizzazione per insediamenti produttivi industriali non compatibili.
FINALITA’
La Proposta si propone di dare alla città di Milazzo un’area attrezzata di servizi a livello
collettivo con i seguenti vantaggi:
- erogazione di un servizio al territorio per migliorare localmente la qualità della vita;
- creazione di uno strumento di educazione civica ed ambientale;
- proposizione di un’immagine del territorio che rifletta le sue caratteristiche colturali,
tecnologiche, commerciali ed artistiche.
Il “Parco urbano attrezzato I Giardini di Federico”, cosi delineato, sarà caratterizzato da
un “segno” forte, “naturalistico” ed in parte volutamente “artificiale”, da contrapporre
all’anonima espansione urbana che lo circonda.
CARATTERIZZAZIONE DEI ”SETTORI”
*Giardini tematici
*Laboratori e strutture per la propagazione delle piante d’interesse florovivaistico.
*Aree espositive con annessi locali per corsi professionali, incontri, seminari, conferenze.
*Attività ricreative: attrezzature per il gioco, il riposo, il tempo libero e attività all’aria aperta.
*Conservazione del “germoplasma” di specie “autoctone” e “alloctone”.
*Acclimatazione di specie esotiche d’interesse florovivaistico e frutticolo.
*Superfici in attesa di trovare una loro coerente funzione nel divenire del parco stesso.
dr. GIROLAMO BAMBARA
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2012
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IL PROGETTO DEL COMUNE
20 marzo 2012. L’Amministrazione comunale comunica che è stato finanziato nell’ambito del Pist
n. 18 “Milazzo – Ganimè – Eolie” denominato “Sistema integrato per il monitoraggio e la riduzione
del carico inquinante finalizzato al miglioramento della qualità dell’aria in zona riconosciuta ad
elevato rischio di crisi ambientale” il progetto presentato il 19 luglio del 2010. Il finanziamento
che sarà erogato per tale progetto – che rientra nella linea 2.4.4.2 del P.O. Fesr 2007-2013 e
prevede l’occupazione di almeno 15 unità- ammonta a quasi 11 milioni di euro e dovrà essere
realizzato entro 35 mesi.
Il progetto comprende
---la realizzazione di una rete di monitoraggio dell’inquinamento con centraline che dopo una
gestione, già compresa nel finanziamento di tre anni, sarà messa a disposizione delle istituzioni
pubbliche. Quindi la realizzazione di un
---parco naturale nell’area un tempo occupata dall’ex Giardino di Federico (?!), tra la Raffineria e la
Silvanetta, attraverso
-la piantumazione di alberatura ad alta fotosintesi clorofilliana,
-la costruzione di un percorso museale e messa a dimora di piante autoctone e di grande pregio,
nonché di barriere protettive in corrispondenza dei maggiori punti di criticità ambientale che
consentiranno
-l’abbattimento dell’impatto visivo ed una contrazione del fenomeno della diffusione degli
inquinanti presenti in atmosfera in una zona già riconosciuta ad alto rischio di crisi ambientale.
Il sindaco ha poi voluto ricordare l'impegno di "Italia Nostra" ed in particolare del prof.
Girolamo Bambara per la realizzazione dei Giardini di Federico, ringraziandola per la costante e
continua collaborazione nell'interesse della comunità.
(fonte: sito web del Comune)
Finanziato dalla Comunità Europea progetto per la realizzazione di un Parco Naturale nell'ex
Giardino di Federico II. Assegnati al Comune di Milazzo quasi 11 milioni di euro
E’ stato finanziato il progetto presentato dall’amministrazione comunale di Milazzo, nell’ambito
del Pist n. 18 “Milazzo – Ganimè – Eolie” denominato “Sistema integrato per il monitoraggio e la
riduzione del carico inquinante finalizzato al miglioramento della qualità dell’aria in zona
riconosciuta ad elevato rischio di crisi ambientale”. Ieri è stata trasmessa al sindaco la
comunicazione dell’assessorato regionale al Territorio ed Ambiente con l’invito a predisporre il
progetto esecutivo dell’intervento da trasmettere entro 90 giorni. Il finanziamento che sarà
erogato per tale progetto – che rientra nella linea 2.4.4.2 del P.O. Fesr 2007-2013 ammonta a
quasi 11 milioni di euro.
Questa mattina nel corso di una conferenza stampa il sindaco Pino e l’assessore Midili hanno
illustrato il progetto e spiegato le linee di intervento che porteranno all’esecuzione dell’opera nei
tempi fissati dal cronoprogramma europeo – 35 mesi -. “Innanzitutto va detto che per la prima
volta il Comune di Milazzo partecipa e ottiene un finanziamento europeo P.O. Fesr– ha esordito
l’assessore Midili – e credo che sia un riconoscimento importante nei confronti di chi, subito dopo
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l’insediamento ha lavorato senza sosta per poter inserire la propria progettualità nelle misure
previste dal Pist ma anche dal Pisu.
Il progetto - classificato al primo posto nella graduatoria generale – è stato sviluppato attraverso il
criterio del sistema integrato e comprende
realizzazione di una rete di monitoraggio dell’inquinamento con centraline che dopo una gestione,
già compresa nel finanziamento di tre anni, sarà messa a disposizione delle istituzioni pubbliche.
Quindi la realizzazione di un
---parco naturale nell’area un tempo occupata dall’ex Giardino di Federico (tra la Raffineria e la
Silvanetta) attraverso
---la piantumazione di alberatura ad alta fotosintesi clorofilliana, la costruzione di un
--- percorso museale e messa a dimora di piante autoctone e di grande pregio, nonché di barriere
protettive in corrispondenza dei maggiori punti di criticità ambientale che consentiranno
---l’abbattimento dell’impatto visivo ed una contrazione del fenomeno della diffusione degli
inquinanti presenti in atmosfera in una zona già riconosciuta ad alto rischio di crisi ambientale”. Il
sindaco ha poi voluto ricordare l'impegno di "Italia Nostra" ed in particolare del prof. Girolamo
Bambara per la realizzazione dei Giardini di Federico, ringraziandola per la costante e continua
collaborazione nell'interesse della comunità. Due i percorsi che saranno realizzati nell'area di 60
mila metri quadrati a ridosso della Raffineria Milazzo, proprietaria dell'area, donata al comune
gratuitamente per consentire di realizzare il parco: uno archeologico (vista la presenza di una
necropoli), l'altro naturalistico con centinaia di alberi autoctoni che saranno scelti con la
collaborazione della facoltà agraria dell'Università di Catania. I percorsi all'inizio saranno gratuiti,
poi sarà applicato un ticket d'ingresso. Saranno recuperati anche dei magazzini accanto alla
caserma dei pompieri. L'opera sarà pronta entro luglio 2015, come imposto dall'Unione europea
che finanzia l'opera.
La posizione di Italia Nostra espressa in quell’occasione:
 ”L’idea dei “Giardini di Federico” è nata per promuovere un modello di sviluppo alternativo ha
affermato Girolamo Bambara, presidente della sezione milazzese di “Italia Nostra”.
Una nuova opportunità che valorizzi le risorse e le vocazioni del nostro territorio”. E dotare
questa area di un orto botanico vuol dire non solo ridurre il carico di CO2, ma anche
scommettere sulla biodiversità, un vero e proprio investimento per il futuro.
 ”Il territorio di Milazzo per clima e fertilità dei terreni offre un’elevata varietà di specie.C’è
una materia prima che va identificata, classificata e conservata”.
Tipicità e varietà di piante che, secondo Natale Torre, hanno consentito al florovivaismo locale
di diventare un settore di eccellenza in ambito mondiale.
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settembre - ottobre 2012
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2013
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LA REVOCA DEL FINANZIAMENTO REGIONALE
La realizzazione di una rete di centraline era compresa nel finanziamento concesso per la
creazione del "Parco Urbano di Federico II" nell'area Tribò, un cuscinetto verde tra l'impianto
industriale più importante di Milazzo e il centro abitato (a ridosso dell'ex Silvanetta palace Hotel).
Dalla Regione, però, è arrivata la doccia fredda.
Il finanziamento concesso da 12 milioni di euro, ridotto successivamente a 10, rischia di essere
decurtato di ulteriori 2 milioni di euro. E che cosa viene tagliato dal progetto che prevede anche una
sede dell'Arpa? Proprio la rete di centraline.
Il comune si sta opponendo e sta presentando ricorso. Anche in passato l'amministrazione
comunale aveva ottenuto un finanziamento milionario per realizzare una rete di monitoraggio in
collaborazione con il comune di San Filippo del Mela (che ospita la centrale Termoelettrica Edipower),
ma poi dall’Amministrazione Italiano i fondi furono utilizzati per l'acquisto di centinaia di alberi "anti
inquinamento".
(fonte: Centonove)
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Gazzetta del Sud
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Gazzetta del Sud
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2014
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IL RICORSO AL TAR
Il Comune di Milazzo ha presentato ricorso al Tar contro la Regione Siciliana per la mancata
erogazione del finanziamento già assegnato nell’ambito della programmazione del PO-FESR 2007-13
per la realizzazione del progetto di monitoraggio ambientale nell’area Tribò.
Nel ricorso si chiede di “riassegnare la somma di 10 milioni di euro” inspiegabilmente bloccata a
seguito di una lettera del dirigente generale dell’assessorato al Territorio ed Ambiente e il risarcimento
dei danni.
L’avv. Claudio Rugolo di Messina, legale nominato dall’Amministrazione, nel ricorso fa rilevare
una serie di violazioni di legge, eccesso di potere, difetto di presupposti, assenza di motivazione e altre
violazioni e chiede ai giudici del tribunale amministrativo di Catania di “far valere i diritti acquisiti in
riferimento al finanziamento già assentito sulla scorta di una puntuale istruttoria e valutazione dei
progetti definitivo ed esecutivo da parte della competente Commissione di valutazione in maniera da
evitare rilevantissimi danni patrimoniali e non patrimoniali per l’Ente”.
La richiesta di danno ammonta complessivamente a poco più di un milione di euro. A seguito
del via libera del finanziamento il Comune di Milazzo ha acquisito dalla Raffineria a titolo gratuito,
l’area e i fabbricati oggetto di intervento di circa mq. 56.000 (valore quasi 400 mila euro) con
destinazione funzionale vincolata alla realizzazione di un Sistema integrato per il monitoraggio e la
riduzione del carico inquinante finalizzati al miglioramento della qualità dell’aria in zona dichiarata ad
elevato rischio ambientale”. Ciò sta a significare che quell’area se non verrà attuato il progetto tornerà
nella piena disponibilità dell’azienda petrolifera.
A questo vanno aggiunte le spese “consequenziali alla formale comunicazione di ammissione a
finanziamento e per la redazione del progetto esecutivo (150 mila euro) e i danni riconducibili al
permanere di una criticità della qualità dell’aria nella zona e rischio per la salute collettiva in misura
non inferiore a 500 mila euro”. Nei mesi scorsi il Comune aveva presentato anche un ricorso
straordinario al presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta.
(fonte: sito web del Comune)
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2015
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LETTERA APERTA AL SINDACO SUL FINANZIAMENTO DEL SISTEMA
DI MONITORAGGIO DELL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Al Sig. Sindaco
del Comune di Milazzo
L'Associazione conservazione tradizioni popolari e colturali Piana di Milazzo,
la sezione di Milazzo di Italia Nostra e Legambiente del Tirreno,
premesso
-che il C.G.A. ha accolto il ricorso del Comune di Milazzo contro la revoca, da parte della Regione Siciliana,
del finanziamento per il “Sistema integrato per il monitoraggio e la riduzione del carico inquinante
finalizzato al miglioramento della qualità dell’aria in zona riconosciuta ad alto rischio di crisi ambientale”
(PIST n.18 “MILAZZO-GANIME”, linea 2.4.4.2 del P.O. Fesr 007);
-che il progetto esecutivo, presentato dal Comune di Milazzo prevede una rete di monitoraggio
dell’inquinamento, da mettere a disposizione di istituzioni pubbliche, e la realizzazione di un parco
naturale nell’area Tribò (ceduta a tal fine dalla Raffineria di Milazzo, e un tempo facente parte dell’area
destinata alla realizzazione dei Giardini di Federico), attraverso la piantumazione di alberature ad alta
sintesi clorofilliana con piante autoctone e di pregio, nonché di un percorso museale e barriere protettive
nei punti di criticità ambientale;
-che il progetto era stato ammesso al finanziamento dopo aver superato le varie fasi dell’istruttoria,
compresa l’approvazione in conferenza dei servizi presieduta dall’Ingegnere-Capo del Genio Civile, ma
successivamente, durante l'iter di approvazione dello stesso all'Assessorato all'Ambiente della Regione
Siciliana, tale finanziamento era stato inspiegabilmente revocato quando era arrivato alla firma del
direttore dell'Assessorato,
esprimono
preoccupazione per il silenzio seguito alla sentenza del CGA che dà ragione al Comune di Milazzo e pone le
basi per consentire la realizzazione di un progetto di ambientalizzazione finalizzato al miglioramento della
qualità dell’aria in zona riconosciuta ad alto rischio ambientale ed atteso dalla popolazione da oltre un
decennio, con la condivisione da parte delle diverse Amministrazioni comunali succedutesi, sin da quella
presieduta da Nastasi che aveva in corso la stipula di un’apposita convenzione con l’Università di Palermo
per l’istituzione in quell’aria, di circa 10 ha, di un Orto Botanico di livello europeo denominato “I Giardini di
Federico”
chiedono
che il sig. Sindaco si attivi per il ripristino del finanziamento e la chiusura dell'iter di approvazione
progettuale, sollecitando l’impegno del Presidente della Regione, dell'Assessore regionale all'Ambiente e
della deputazione regionale, perché la nostra Città non si può permettere di perdere questa ulteriore
opportunità, in un settore di notevole rilevanza come quello ambientale, ma anche sociale e culturale ed
economica che si richiama ad un più avanzato processo di valorizzazione della vocazione agricola del nostro
territorio legata ad un diverso modello di sviluppo supportato dalla ricerca
Certi del Suo impegno tempestivo ed efficace in tal senso, restano a disposizione, anche per un
incontro sull'argomento e per una collaborazione fattiva sul progetto che sicuramente sta a cuore a Lei
quanto alle nostre associazioni e all’intera cittadinanza.
Milazzo, 11 settembre 2015
Associazione conservazione tradizioni popolari e colturali Piana di Milazzo
Italia Nostra - sezione di Milazzo
Legambiente del Tirreno
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2016
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Le notizie recenti:
 GAZZETTA DEL SUD 3/8/2016
MASTERPLAN / PIANO PER MESSINA
Biennio 2016-2017

11/8/2016
il governo Renzi finanzia i Giardini (antinquinamento) di Federico II
Anche il comune di Milazzo sarà tra i beneficiari dei fondi destinati alle regioni e alle Città metropolitane
inserite nel Patto per il Sud: sono stati finanziati i Giardini di Federico II nell’area Tribò (accanto all’ex
Silvanetta Palace Hotel). Tramite il Cipe sono stati sbloccati 40 miliardi di euro di cui 13, 4 destinati al Sud. A sua
volta, 2,3 miliardi sono destinati alla Sicilia e 332 alla Città metropolitana di Messina. Nei mesi scorsi i sindaci si
erano riuninti per stilare l’elenco di una serie di opere da inserire in un masterplan. Tra le dodici opere prescelte
c’è anche la realizzazione di un «sistema di monitoraggio antinquinamento all’inteno della zona dichiarata ad
elevato rischio ambientale e di un polmone verde a margine dell’area della raffineria di Milazzo (area Tribò)». Si
tratta dei “Giardini di Federico II” che la Regione aveva finanziato in un primo momento con 10 milioni di euro,
tramite i fondi europei, per poi fare un passo indietro. Il Patto per Messina sarà firmato nelle prossime settimane
probabilmente con la venuta del premier Matteo Renzi in riva allo Stretto.
L’elenco delle opere comprende interventi che hanno il requisito dell’immediata cantierabilità per
consentire l’avvio dei cantieri entro il 2016/2017. Ecco l’elenco delle opere individuate
...
9) Sistema di centraline di monitoraggio e rilevamento Ambientale nell’area dei Comuni ad Elevato Rischio
Ambientale;
...
ITALIA NOSTRA. MILAZZO
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Comunicato stampa di Legambiente
Necessaria e doverosa chiarezza a salvaguardia del progetto e dei terreni fra l’industria e la città di Milazzo.
Di Giardini di Federico si parla a Milazzo da più di venti anni, ma probabilmente pochi sanno effettivamente in cosa
consiste l’idea originale, nata dalla mente del nostro illustre concittadino Girolamo Bambara, ed elaborata con il contributo
di associazioni come Italia Nostra e Legambiente.
Nella originale elaborazione, i Giardini dovevano rappresentare un autentico polmone verde all’interno del tessuto
urbano, un’ipotesi di sviluppo della città alternativo a quello industriale con il recupero conservativo di quelle aree che
avevano rappresentato gli albori dell’industria a Milazzo e potevano essere da volano per una vera svolta verso una “Città
Giardino”.
Nel progetto presentato in una serie di incontri e convegni di altissimo profilo, l’area interessata abbracciava
quindi, oltre all’area Tribò, anche tutta la zona ex Montecatini ed ex Metallurgica.
Ma il tempo passava, e, nel frattempo quasi tutte le aree diventavano private, con la necessità quindi di
ridimensionare progressivamente gli iniziali propositi, senza snaturare del tutto la finalità del progetto, che, a dire il vero,
non ha mai potuto godere di vere azioni di supporto delle varie amministrazioni.
Si arriva così al luglio 2010, quando l’amministrazione appena insediatasi, inseriva il progetto nell’ultima finestra
del PISU-PIST, intercettando le risorse destinate alle Aree ad alto rischio di crisi ambientale siciliane, elaborando il Progetto
Esecutivo Sistema integrato per il monitoraggio e la riduzione del carico inquinante. L’area interessata è solo l’area Tribò,
attraverso un protocolo con la RAM, che dona la stessa al Comune di Milazzo, vincolando la donazione alla realizzazione
dell’opera. Un percorso non certo facile, ma si arriva all’approvazione definitiva del finanziamento di oltre 10 milioni di
euro,ed il progetto viene definito cantierabile.
A questo punto il meccanismo si inceppa, ed il finanziamento non viene erogato, ed il Comune di Milazzo si appella
al CGA, che con sentenza del 16 aprile 2015, dà ragione all’Ente, riconoscendogli il diritto al finanziamento.
Di ciò che sia successo dopo quella sentenza, non ne siamo a conoscenza, ma stiamo intervenendo a seguito delle
notizie di stampa diffuse in questi giorni, secondo le quali il progetto dei Giardini di Federico sarebbe stato finanziato con le
risorse del Masterplan.
Purtroppo, già da una prima analisi, ci siamo resi conto che non è possibile sostenere questa affermazione, sia per
l’esigua somma che sarebbe stata messa a disposizione, sia per le opere che con esse dovrebbero essere finanziate, che, di
fatto, non potrebbero garantire il mantenimento degli obiettivi del progetto.
Verrebbero meno anche i presupposti per il mantenimento della proprietà dell’area, all’interno della quale, è il
caso ricordarlo, giacciono i resti di una villa romana che sarebbe tornata alla luce, per cui non si può più parlare di Sistema
integrato per il monitoraggio e la riduzione del carico inquinante, in quanto si dovrebbe rinunciare a gran parte delle opere
che lo costituiscono.
Crediamo pertanto che sia necessario, da parte degli Enti eventualmente destinatari del finanziamento, fare
chiarezza sugli obiettivi che lo stesso si propone, con il definitivo svanire di un sogno che voleva chiamarsi “Giardini di
Federico.”
Milazzo 14 Agosto 2016
Legambiente del Tirreno Milazzo (ME)
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Documento di Italia Nostra
Non solo centraline:
rilanciare il progetto dei ”Giardini di Federico”
L’idea dei ”Giardini di Federico” nacque con lo scopo di dar vita ad una grande struttura scientifica costituita da un
orto botanico di livello europeo, con giardini tematici, laboratori di ricerca, micropropagazione e acclimatazione di specie
floro-vivaistiche, sale per convegni, spazi espositivi e biblioteca. Questo all’interno di un progetto di recupero di
archeologia industriale riguardante l’area ex Montecatini ed ex Metallurgica e per costituire, con l’area Tribò, una barriera
verde tra la Città e la zona industriale.
In questo senso fu proposto da Italia Nostra in ripetute iniziative nel 1996, nel 2001 e nel 2004 e trovò ampia
disponibilità alla collaborazione da parte delle Università di Catania e Palermo disposte a convenzionarsi per realizzare e
gestire una struttura di livello europeo finalizzata
La stessa Amministrazione Comunale del tempo manifestava interesse tanto che si parlò di contatti con analoghe
strutture di Tenerife e di Olanda e si pose il vincolo in PRG, ma poi non se ne fece niente.
Negli anni successivi fu favorita la privatizzazione dell’ex Montecatini e dell’ex Metallurgica sottraendo al progetto
la disponibilità dell’ area di archeologia industriale in cui era prevista gran parte delle attività.
Nel 2012 veniva finanziato il cosiddetto ”Progetto di monitoraggio integrato” nell’ambito del PO-FESR 2007-13”,
progetto importante ed utile, ma diverso di quello dei “Giardini” e di ben inferiore valenza. Il finanziamento veniva poi
revocato dalla Regione, ma il Tribunale Amministrativo Regionale il 16 aprile 2015 lo riportava nelle disponibilità del
Comune.
Poi il silenzio !
E’ di pochi giorni fa la notizia che, nel Patto per il Sud, il capitolo per la città metropolitana di Messina prevede un
finanziamento di 2mln di euro per il ”Sistema di centraline di monitoraggio e rilevamento ambientale nell’area dei
Comuni ad Elevato Rischio Ambientale della Valle del Mela”.
Italia Nostra
prende favorevolmente atto di quest’ultimo finanziamento per il sistema di centraline di monitoraggio;
chiede di verificare se il finanziamento del 2012 riassegnato dalla CGA non sia stato perduto; e, se così non è (come ci
auguriamo), di chiudere in tempi brevi l'iter di riproposizione,
esprime preoccupazione per le notizie secondo le quali, nel silenzio, si intenderebbe rinunciare al finanziamento già
assegnato nell’ambito della programmazione del PO-FESR 2007-13;
ricorda che la Raffineria ha dichiarato di essere disponibile a cedere l’Area Tribò solo a condizione che venga realizzata
quell’opera.
Italia Nostra propone
l’utilizzo del finanziamento previsto nel Patto per il Sud, ma che al tempo stesso si riprenda immediatamente il progetto
del 2012 adeguandolo alle novità emerse nel frattempo per realizzare quel Parco che dovrebbe essere un primo passo
per il rilancio del progetto dei ”Giardini di Federico” caratterizzato dalla barriera verde tra Città ed area industriale,
sistema di monitoraggio dell’inquinamento, ma anche da giardini tematici, laboratori di analisi e ricerche scientifiche,
strutture per la propagazione delle specie di interesse floro-vivaistico e di conservazione del germoplasma caratteristico
del comprensorio della piana di Milazzo.
Bene le centraline, qualunque sia la forma di finanziamento,
ma i ”Giardini di Federico” sono altra cosa !
In questo senso, nei prossimi giorni, renderemo pubblico un libro bianco che ripercorrerà la vicenda del progetto
dei ”Giardini” sin dalla sua nascita, proponendone il rilancio nelle forme compatibili con le condizioni attuali e la minore
disponibilità di aree, ma mantenendone l’ispirazione e gli ambiziosi fondamenti.
Milazzo, 1 settembre 2016
Italia Nostra – sezione di Milazzo
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oggi
.
In conclusione
Questi gli atti di una storia ormai ventennale.
Prendiamo atto di quanto è successo nel frattempo: privatizzazione aree,
ricorsi, ecc..., ma si rilancino i fondamentali del progetto.
In atto non si potrà più comprendere l’area ex Montecatini ed ex scalo
ferroviario per progetti di archeologia industriale, ma l’Area Tribò, date le sue
dimensioni e soprattutto i vincoli posti dalla Raffineria per mantenerne la donazione,
può essere sufficiente ad avviare la realizzazione dell’ORTO BOTANICO che non sia
una mera barriera tra Città e Area Industriale, ma che in prospettiva comprenda:
 giardini tematici,
 laboratori di analisi e strutture per la propagazione delle specie di interesse
floro-vivaistico e di conservazione del germoplasma caratteristico della piana di
Milazzo,
 aree espositive con annessi locali per corsi professionali, incontri, seminari,
conferenze,
 aree per attività ricreative, attrezzature per il gioco, il riposo, il tempo libero e
attività all’aria aperta,
 il recupero archeologico della villa romana la cui presenza è stata ipotizzata
dall’ing. Ryolo e confermata dalla Soprintendenza ai BB.CC.AA.
Oggi pare che nel capitolo messinese del Patto per il Sud, attraverso il
Masterplan, sia prevista una somma di circa 2 milioni di euro per il ”potenziamento
dei controlli delle emissioni nella Valle del Mela” (leggasi centraline).
Ben vengano, a condizione che non si rinunzi al finanziamento regionale del
PO-FESR 2007-13 riassegnato dalla CGA, ma si provveda ad integrare questo
finanziamento con il progetto dei ”Giardini di Federico” attualizzato alla situazione
odierna.
Quindi non solo una barriera naturale verso gli insediamenti industriali ed un
efficace e indipendente sistema di monitoraggio dell’inquinamento ambientale,
peraltro indispensabili, ma un sistema integrato utile sia alla salute che all’economia
cittadina.
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