"Non solo tecnologia al \""Futurshow\"" di milano"
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"Non solo tecnologia al \""Futurshow\"" di milano"
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Marzo 2005 CANBERRA La scienza: una finestra aperta sulla cultura A cura di Stefano Girola Non solo tecnologia al "Futurshow" di milano Nel Novembre scorso si è svolta con successo l'ultima edizione del "Futurshow", la grande esposizione dedicata alle ultimissime innovazioni tecnologiche, che si tiene ogni anno alla Fiera di Milano. A garantire il continuo successo dell'iniziativa è probabilmente l'interesse per come i progressi nel campo scientifico-tecnologico cambieranno la vita quotidiana di una larga parte dell'umanità, rendendo possibile ciò che in passato apparteneva al dominio esclusivo della fantascienza. Tra gli ospiti d'eccezione non poteva mancare Bill Gates, venuto per presentare l'ultima rivoluzionaria invenzione della Microsoft: il Windows Media Center. Quest'ultima è stata una delle novità di maggiore interesse nei padiglioni della Fiera. Come raccontato da Giacomo Cardaci e da Diana Laudato sul Corriere della Sera, "si tratta di un sistema tecnologico che permetterà di usufruire di tutti i sistemi digitali attualmente presenti in un' unica struttura: tv, videoregistratore, radio, internet, home banking, personal computer… Eliminando ogni sorta di mouse o tastiera, attraverso un semplice telecomando, sarà possibile accedere a diversi e interessanti servizi stando comodamente seduti davanti allo schermo della televisione, in sala: si potranno comprare e ascoltare file musicali, guardare immagini scattate con la macchina fotografica digitale, scrivere testi word, scaricare le e-mail, accedere al proprio conto bancario…" ("Il futuro secondo Bill Gates", in www.corriere.it, 20-11- 2004) Oltre al W.M.C., molte altre erano le invenzioni presentate a Milano, riguardanti i più disparati settori: dalla musica alla medicina, dalla didattica alla attività investigativa della polizia, dal gioco al restauro dei reperti archeologici, ecc.. Per quanto sempre capace di stupire od incantare, l'offerta di queste innovazioni rappresenta una caratteristica costante del "Futurshow", la ragione stessa della sua esistenza. Vorrei invece soffermarmi qui su alcune novità che hanno distinto l'ultima edizione, che aveva come suo tema-guida le "tre T" : Tecnologia, Talento e Tolleranza. Da sottolineare innnanzitutto che gli organizzatori del Futurshow si sono sforzati di promuovere le iniziative di molte associazioni ONG e umanitarie, puntando a sensibilizzare il pubblico sul contributo che la tecnologia potrebbe dare per risolvere i drammi che affliggono l'umanità. Come sottolineato da Cardaci, questa idea ha suscitato molto interesse fra i visitatori del "Futurshow", soprattutto fra i più giovani: "La teoria delle tre T formulata da Richard Florida - secondo la quale tecnologia, talento e tolleranza sono la prerogativa assoluta per uno sviluppo corretto - trova nel Futurshow la sua più completa concretizzazione: gli stand delle più importanti aziende d'innovazione tecnologica (ibm, microsoft…) sono posti a pochi passi dagli stand che mirano alla sensibilizzazione dei giovani nei confronti di problematiche come la fame nel mondo o la deforestazione (Onu, Wwf...). Ed è stato proprio questo il punto di forza del Futurshow 2004: la capacità di saper conciliare tecnologia, divertimento, con parole quali deforestazione, povertà, mortalità infantile. I giovani, fra un gadget e l'altro, fra un hot-dog e l'altro, questo l'hanno capito: hanno capito che la tecnologia è, prima che uno strumento di divertimento, di piacere, un mezzo indispensabile per lo sviluppo di progetti di ambito sociale e umanitario". ("Chiude il futurshow, bilancio critico dell'edizione 2004", in www.corriere.it, 22-11-04) 65 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Marzo 2005 CANBERRA Un ottimismo condiviso anche dal fondatore di Microsoft, che ha sostenuto di "avere fiducia nel genere umano", e di "credere che proprio attraverso la tecnologia sarà possibile diffondere quella consapevolezza dei mali sociali che permetterà a tutti di intervenire per modificare la realtà". A tal fine, sempre secondo Gates, è di importanza primaria il diffondersi delle nuove tecniche di informazione: "credo nel genere umano, e credo che proprio attraverso la comunicazione ancora maggiore consentita da Media Center, sarà possibile diffondere quell'informazione così essenziale perché gli uomini possano mettere in pratica la loro generosità». Le previsioni di Gates, rilette all'indomani del maremoto che ha seminato lutto e distruzione fra milioni di esseri umani nel sud-est Asiatico, sembrano aver già trovato conferma nei fatti. Secondo Michael Elliott, giornalista di Time magazine, è proprio la diffusione delle nuove tecnologie di comunicazione che può spiegare come mai la tragedia del 26 dicembre abbia così sconvolto l'opinione pubblica mondiale, al punto di provocare la più massiccia operazione di soccorso nella storia dell'umanità: "If mass tourism made the disaster uniquely personal to those who live thousands of miles away from its mayhem, so did modern technology. From broadband and wi-fienabled hotels, guests could email messages, pictures and videos back home. Mobile phones allowed people to stay in touch with their loved ones...Within hours of the quake, blogs had been launched with details of where to send aid, and terrifying pictures of the tsunami were available at the click of a mouse" ("In the wake of Tragedy", in Time , Gennaio 2005, pp. 38-39). È toccato invece al poeta francese Yves Bonnefoy, nel corso della sua "Lectio Magistralis" sul tema del futuro, il compito di ricordare ai visitatori del "Futurshow" l'importanza del contributo umanistico al benessere dell'umanità. A differenza di Gates, la fiducia di Bonnefoy non si fonda tanto sui progressi tecnologici in sé , bensì sull'approccio poetico verso la realtà. Come raccontato da Elton Xhanari, il poeta francese ha affermato che "quando si smette di progettare un futuro migliore, quando non si sogna più una meta che sia qualitativamente più alta dell'attuale, quando ci si rassegna allo scorrere negativo delle cose, si entra in crisi grave e profonda. Ed è ciò che esattamente sta avvenendo nella nostra società industriale. [Bonnefoy] difende la poesia da chi la definisce solo una illusione, solo un mezzo per rendere quieta l'anima. Al contrario la descrive come una bussola con cui orientarci verso un futuro il quale sveste il suo velo negativo per diventare accogliente, a misura d'uomo".("Bonnefoy: il poeta delle suggestioni", in www.corriere.it, 22-11-2004) L'importanza data a tematiche umanitarie, sociali e persino poetiche, da un evento che fino a poco tempo fa celebrava quasi esclusivamente il trionfo della tecnologia in sé , è stata una novità a nostro giudizio molto significativa. Infine, sono stati proprio i bambini, il target privilegiato degli espositori nel settore dei videogiochi, a suggerire indirettamente come lo sviluppo scientifico-tecnologico debba essere al servizio degli esseri umani, e non viceversa. La maggior parte dei bambini intervistati dall'Istituto di ricerca Demoskopea nei giorni del "Futurshow", hanno infatti così risposto alla domanda "Dove si trova la felicità?": "la felicità sta senza dubbio nella famiglia, nel calore umano". Stefano Girola School of History, Philosophy, Religion and Classics University of Queensland Email: [email protected] testo originale in italiano 66