Crocetta su caso Sac: “Con Torrisi avrei rischiato una crisi di governo”
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Crocetta su caso Sac: “Con Torrisi avrei rischiato una crisi di governo”
II CRONACA www.leggimionline.it 16 SETTEMBRE 2016 Il governatore dà la responsabilità al sottosegretario Giuseppe Castiglione che però smentisce fermamente “Nessuno mi ha chiesto nulla su Torrisi” Crocetta su caso Sac: “Con Torrisi avrei rischiato una crisi di governo” T “ orrisi? All’aeroporto di Fontanarossa non l’ha voluto Castiglione”. A dichiararlo è il Presidente della regione Rosario Crocetta domenica sera, a margine della serata conclusiva della Festa nazionale dell’Unità di Catania. Il governatore lo ha spiegato in maniera schietta a un piccolo gruppetto che attendeva di assistere al discorso del premier Matteo Renzi dal back stage. “Laneri e Baglieri sono una mia indicazione, non lo nego, ma fino alla fine io avevo sempre appoggiato il nome del mio ex assessore, come avrei potuto non dare fiducia a una persona che ha già lavorato con me? La verità - ha aggiunto - è che sono stato messo in forte difficoltà dalle varie forze politiche, una nello specifico, che mi ha chiaramente minacciato la crisi di Governo”. Crocetta, incalzato dai presenti ha anche fatto il nome di chi ha osteggiato in maniera netta l’indicazione di Torrisi “Giuseppe Castiglione, è lui che mi ha bloccato sulla nomina di Torrisi”. A sentire la risposta del sottosegretario Giuseppe Castiglione le polemiche sulla Festa dell'Unità, i fermenti per il caso Sac e l'ansiosa attesa del responso del Collegio sindacale, le lotte intestine sull'accorpamento della Camera del Sud Est e forse un po' anche il “No” che il procuratore Renato Di Natale ha consegnato candidamente alla Regione dopo l'annuncio di un nome così prestigioso nel Collegio di Garanzia, sembrano aver scoperchiato il vaso di Pandora del Governatore. «Assolutamente no. Nessuno mi ha chiesto - ha risposto risentito Castiglione - se ero o meno d'accordo a nominare Nico Torrisi alla Sac. La nomina compete ai commissari che erano delegati. Io ho solo chiesto qual era il criterio e l'indicazione, cioè come si sarebbe formata la volontà dei commissari visto che non si era (e non si è, nda) ancora insediata la Camera di Commercio del Sud Est. E se questa volontà fosse o meno il risultato delle indicazioni espresse dalle associazioni. Mi è stato detto che erano persone competenti e io ho dichiarato che due donne e due professioniste di quel livello erano un'ottima scelta». Ricorda male Crocetta o ha cambiato idea Castiglione? La decisione dei sindaci della Sac potrebbe riportare il pallino della roulette tra le mani del croupier e poi attendere che ciascun giocatore faccia le proprie puntate. Ma nel frattempo qualcosa è mutata. Ornella Laneri, attuale ad della Sac SpA, ha lavorato giorno e notte per dimostrare di valere con o a prescindere dei requisiti pur sapendo che le percentuali che la vedranno rimanere superano di alcune unità il 50 per cento delle possibilità. Il Presidente Crocetta ha patito battiti di cuore e telefonate strategiche e in un moto di assoluta distensione ha incontrato domenica sera, e grazie all'impegno proprio della Laneri, Pietro Agen e Riccardo Galimberti. Com'è finita? Intanto hanno parlato, che non è cosa da poco. Ma sembra sia- no stati anche fissati i punti di un saper vivere che vedrebbe maggioranza (Crocetta e i suoi commissari), opposizione (Confcommercio e associate) e dirigenza Sac far fronte comune per un risultato condiviso: la privatizzazione che, secondo Agen, non dovrebbe però passare dalla vendita immediata del 65%, ma in due step da attuare a distanza di un anno e mezzo l'una dall'altra. Una prima del 35% da fare a un privato al quale bisognerebbe garantire dei benefit - come la scelta dell'ad, ma sapendo comunque che è un incarico a termine - e poi la quotazione in borsa con il 30. Intanto sul piatto ci sono le nomine, “qualora venissero confermati i requisiti della Lanieri, noi come Confcommercio - afferma Agen - collaboreremo. Per anni si sono rifiutati di incontrarci, lei invece ci ha immediatamente concesso un incontro e questo è già uno stile molto diverso. Si è comportata in modo splendido e avrà il nostro pieno appoggio in tutto ciò che riterremo giusto. Non abbiamo velleità - aggiunge Agen - di mettere uomini nostri, tanto è vero che anni fa avevo indicato come amministratore il prof. Faraci. Ma in questo momento la bacchetta ce l'ha la politica. Noi abbiamo contestato, non le persone, ma il metodo con cui sono state scelte Laneri e Baglieri. Del resto avere dei contrasti è lecito. Io li ebbi con Torrisi, poi quando mi hanno fatto il suo nome ho risposto che mi stava benissimo. E mi sta bene anche adesso. Certo adesso l'aeroporto più affascinante del Mediterraneo ha bisogno anche di garantire il ter- Giuseppe Castiglione ritorio di Ragusa ma anche di un direttore generale con gli ultra attributi. E fare quest'ultima è forse più urgente di ricostituire gli organi. Questo è il momento delle grandi alleanze, non delle grandi divisioni. E non perché mi spavento di un possibile commissario Enac, che durerebbe un'ora o poco più e poi gli organi si riunirebbero e nominerebbero qualcun altro oppure ci penserebbe il tribunale a far giustizia, quanto perché mi sembra l'interesse della città e di tutti i territori. Pensi a un G7 senza un aeroporto che funzioni...”. Monica Adorno ed Elena Giordano (fonte LiveSiciliaCatania) Quindici giorni quasi deserti durante i quali sono stati affrontati i temi importanti della Sicilia con qualunquismo e bende sugli occhi Renzi ha chiuso la festa dell’Unità tra scontri e dissensi Inizio in sordina e chiusura con il botto. Dovuto certo alla “discesa” del premier Renzi e agli scontri organizzati (ad arte?) per l’ultima giornata, fatto sta che la Festa nazionale dell’Unità si è conclusa domenica scorsa tra le polemiche. Esterne - la chiusura del parco catanese, le polemiche contro Matteo Renzi, contro il sì al referendum, contro la Buona scuola, oltre che gli striscioni che invocavano per tutta la città “Bianco vattene” quasi fosse una bocciatura a livello più ampio di quello cittadino - e interne. La prima su tutte, l’ha scatenata lo stesso presidente della Regione Rosario Crocetta che, a kermesse appena partita, ha annunciato urbi et orbi che si ricandiderà, che non farà le primarie - delle quali ha invece parlato l’anti-Crocetta, il sottosegretario alla Pubblica istruzione Davide Faraone - che l’emergenza rifiuti è praticamente risolta e che la Sicilia in questi tre anni è cresciuta e che questo dà al governatore il diritto di ripresentarsi. Il precedente lo ha creato Renzi. "Vorrei capire perché nel caso del sindaco di Firenze, Renzi abbia escluso le primarie riconfermando il sindaco uscente - ha detto il presidente - in Sicilia non si può fare perché c'è lo Statuto Speciale? Chi vuol fare le primarie, le faccia tranquillamente. Io sono candidato perché le primarie le ho fatte e le ho vinte". Insomma, a giudicare Rosario Crocetta saranno gli elettori. Il governatore lo ha detto chiaramente e pare abbia proprio intenzione di ricandidarsi, forte anche della pioggia di finanziamenti annunciati da Renzi per la Sicilia, in totale circa 5,7 miliardi per l’Isola: investi- “Ponte, sviluppo e lavoro” questo recita il cartello portato in corteo durante la visita di Matteo Renzi a Catania menti per 2,3 miliardi di euro del fondo di sviluppo e coesione, oltre a circa un miliardo di somme provenienti da altri programmi. La maggior parte dei finanziamenti, 5,7 miliardi, verrà spesa per interventi di natura ambientale (due miliardi e mezzo), in particolare sull’emergenza - non emergenza - rifiuti e per risolvere le procedure di infrazione europea sulle discariche, la bonifica delle stesse - annunciata da anni ma ancora non effettuata in nessun luogo - il servizio idrico. "Non c'è un'emergenza rifiuti in Sicilia - ha ribadito il governatore - vedete rifiuti?". E, a chi gli faceva notare il superamento del sistema di abbancamento un po' ovunque ha aggiunto. "Voglio ricordare che una discarica crea meno problemi dei rifiuti per strada e noi le stiamo ulteriormente potenziando". Tra le somme stanziate, poi, dovrebbero esserci 23 milioni di euro per una nuova discarica a Sciacca e 30 milioni per un impianto di compostaggio in provincia di Siracusa. A Misterbianco, dove insiste uno dei più grandi - ed esausti - impianti dell’intera Isola, dovrebbero arrivare 204 milioni per il completamento del depuratore. Somme consistenti per i rifiuti, nonostante secondo il governatore non esista alcun allarme. Insomma, per avere un buon ricordo della kermesse del Pd, bisognerà attendere i fondi promessi da Renzi. Per il resto, passata la festa è già tempo di campagna elettorale. Melania Tanteri La Sicilia paga collegamenti logistici sbagliati e complicati che non possono andare d'accordo con il Piano che prevede l'eliminazione degli ospedali Rosario Crocetta su sanità in Sicilia: “No al depotenziamento dei territori” Palermo - “Ho sentito lungamente l'assessore Gucciardi, con il quale condivido le linee per cercare di porre un argine al tentativo troppo facile di razionalizzare la sanità, attraverso processi di depotenziamento di realtà locali che, molto spesso, hanno già subito profondi attacchi e che si vedono privati di servizi essenziali”. Questo ha dichiarato in una nota il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. “Da Roma ci deve rendere conto che quello della regione siciliana è un territorio in gran parte montuoso, con una rete ferroviaria inesistente nella maggior parte del territorio e con una rete autostradale circoscritta prevalentemente alle tre città me- tropolitane. Il progetto, dunque, di razionalizzazione deve tenere conto delle distanze reali tra le strutture e soprattutto, non può concentrare soltanto nei tre capoluoghi delle città metropolitane, la maggior parte dei servizi. Ciò porterebbe a un congestionamento delle strutture, creando ulteriori difficoltà all'utenza delle aree metropolitane e disagi notevoli al resto del territorio dell'Isola. Voglio dire con chiarezza - continua il presidente - che l'assessore Gucciardi non ha presentato alcun progetto a Roma, ma che le linee che vengono fuori in questo momento da indiscrezioni di stampa, rappresentano proiezioni delle conseguenze di scelte del Ministero della Salute. In tale contesto, bi- sogna aprire un confronto chiaro e onesto col governo nazionale, non vogliamo sconti, ma riteniamo inaccettabili le critiche di alcuni esponenti siciliani del governo centrale, che invece di intervenire nei confronti dell'esecutivo nazionale e persino verso esponenti del proprio partito, scaricano sull'assessorato regionale alla Sanità, responsabilità di scelte che non ha fatto. La presidenza della Regione e l'assessorato alla Salute - aggiunge Crocetta - intendono aprire un confronto con tutti gli assessori, con la coalizione, con il Ministero della Salute e soprattutto con i territori, con i sindaci e con i manager, perché le linee di azione della sanità non possono essere delle scelte meramente tecnicistiche, ma devono essere il frutto della consultazione democratica. Ci siamo battuti e continuiamo a batterci, in questi anni, contro gli sprechi. Sia i dati degli utili prodotti dalla sanità negli ultimi anni sia la qualità dei livelli essenziali di assistenza, dimostrano che facciamo sul serio. Non possiamo consentire che la razionalizzazione si traduca in tagli di servizi per i cittadini o depotenziamento dei territori. Un esempio per tutti, - conclude il presidente - Cefalù o città come Mistretta e Nicosia che in questi anni hanno subito dallo Stato il taglio di Tribunali e carceri e non possiamo consentire che si taglino anche gli ospedali”.