Intervista a Sara Gama corsista di AIC “Ancora in
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Intervista a Sara Gama corsista di AIC “Ancora in
calcio estero MARTEDÌ 23 GIUGNO 2015 www.tuttosport.com 7 TUTTOSPORT COPPA AMERICA Il Brasile vince, Neymar se ne va La Seleçao rinuncia al ricorso per la squalifica e il bomber lascia il ritiro: «Rimanere senza poter giocare mi uccide dentro» BRASILE-VENEZUELA 2-1 Marcatori: pt 9' Thiago Silva; st 7' Firmino, 39' Miku Brasile (4-2-3-1): Jefferson; Alves, ThiagoSilva,Miranda,FilipeLuís;Fernandinho, Elias; Willian, Coutinho (21'st Tardelli),Robinho(30'stMarquinhos); Firmino (21' st David Luiz). A disp. Grohe, Neto, Costa, Geferson, Fabinho, Fred, Ribeiro, Casemiro. All Dunga Venezuela (4-2-3-1): Baroja; Rosales, Túñez, Vizcarrondo, Cíchero; Rincón, Seijas (1' st Martinez); Vargas (1' st Gonzalez), Arango, Guerra (27' st Miku); Rondón. A disp. Fariñez, Hernández, Lucena, Acosta, Perozo,Rivas,Murillo,Angel.All.Sanvicente Arbitro: Caceres (Par) Note: ammoniti Vargas,Seijas,Thiago Silva e Tuñez per gioco falloso.Recupero pt 1'; st 4' RAFFAELE R. RIVERSO Venezuela, Giamaica, Messico e Ecuador non hanno superato il taglio. Nessuna delle grandi è, così, rimasta fuori dai quarti di finale della Coppa America. Tuttavia, non si può certo dire che le cosiddette favorite abbiano brillato. L'unica nazionale a non tradire sinora le aspettative è stata quella cilena. I padroni di casa hanno vinto senza affanni il proprio girone regalando spettacolo e gol ai propri tifosi. Ed è proprio per questa ragione che la “Roja” ha potuto archiviare in poche ore l'affaire Vidal. Nel primo quarto, in programma domani notte, la squadra di Sampaoli se la vedrà con i campioni in carica dell'Uruguay, senza dubbio la più machiavellica delle partecipanti. A un gioco tutt'altro che gradevole, infatti, l'undici di Tabarez abbina, come al solito, lotta di classe e carattere perché il fine giustifica i mezzi. mar. Dopo essere venuto a conoscenza che la Seleçao non presenterà ricorso contro le quattro giornate di squalifica comminategli per la pallonata ad Armero e gli insulti Senza capitano all'arbitro Osses, il fuoriclasse del Barcellona ha lasciato il ritiro e cominciato le proprie vacanze: «Rimanere senza poter giocare mi uccide dentro. Chiedo scusa ai miei compagni». Sfida, quella tra l'Albir- Nel proprio girone, Muslera e compagni non sono arrivati dietro soltanto all'Argentina, ma anche al Paraguay che, sabato sera, proverà a buttare fuori un Brasile privo di Ney- Amici contro Dunga ricorda l’amicizia con Diaz: «Abbiamo bevuto ottimi vini insieme» roja e la Canarinha, che metterà uno contro l'altro due volti noti della Serie A degli anni Ottanta: «Abbiamo mangiato molto bene e bevuto ottimi vini assieme», scherzava Carlos Dunga ricordando la propria amicizia con Ramon Diaz. Il match clou «Quando si gioca male è giusto pagare», sottolineava James Rodriguez dopo il deludente 0-0 contro il Perù. Eppure, il conto presentato alla Colombia è tutt'altro che salato. Gli uomini di José Nestor Pekerman, infatti, hanno fatto di tutto per non meritare la qualificazione ai quarti. Il pass, però, è arrivato comunque, gentile omaggio del Brasile. Di certo, l'Argentina avrebbe preferito vedersela, sabato, con il Venezuela, anche perché l'unica partita che i Cafeteros hanno vinto sinora è stata quella contro la Seleçao. Ed è proprio la predilezione colombiana per i grandi palcoscenici a preoccupare l'Albiceleste di Leo Messi. L'ultimo accoppiamento mette di fronte, venerdì, le due rivelazioni della competizione: il solido Perù di Gareca parte favorito rispetto a una Bolivia che la sua Coppa America l'ha già vinta. QUARTI DI FINALE Domani notte, ore 1.30: Cile-Uruguay.Giovedì, ore 1.30: Bolivia-Perù. Venerdì, ore 1.30: ArgentinaColombia.Sabato, ore 23.30: Brasile-Paraguay Thiago Silva esulta dopo il gol segnato al Venezuela (LAPRESSE) Ribery, che angoscia Ha finito la carriera? Non recupera dal guaio alla caviglia. Rummenigge: «Troppi infortuni...» L’AZZURRA GAMA «Ho sfiorato la Champions Esalterò l’Italia» Con il Psg femminile, la triestina è stata la prima azzurra a disputare la finale europea: «Voglio diventare un traino per il movimento» MIRCO MELLONI L’asso francese negli ultimi anni ha giocato pochissimo: «Sì, per me è una catastrofe». L’Equipe lancia l’allarme, il Bayern già cerca un sostituto WALTER PEROSINO L’allarme è un comunicato congiunto diviso tra Francia e Germania: Franck Ribery non trova pace, l’infortunio alla caviglia resta un rebus del quale nessuno ha ancora trovato una soluzione al punto che l’intera carriera assume i contorni di un punto interrogativo. Dal paese d’origine arriva il grido d’allarme e lo stesso protagonista rivela: «Questa situazione mi innervosisce, è una catastrofe. Penso sempre al mio piede, voglio correre e non posso farlo». Percorso di dolore Ribery tiene con il fiato sospeso soprattutto il Bayern Monaco con il quale ormai gioca con il contagocce: l’ultima apparizione risale allo scorso 11 marzo, da quel giorno un’eclissi senza fine. E oggi nessuno può prevedere il suo ritorno in campo. Karl-Heinz Rummenigge rende pubblico il disagio del club bavarese: «Dobbiamo riuscire a renderlo più continuo, però statisticamente parlando, è vero che negli ultimi due anni è stato parecchio infortunato». E per questo motivo il Bayern sonda il mercato, vedi i contatti con il Rennes per l’esterno Paul Georges Ntep. Ma de Gea ha espresso la sua intenzione: tornare a casa, a Madrid, questa estate oppure la prossima quando andrà in scadenza il contratto con i Red Devils. Lo stallo è scontato anche perché lo United non ha ancora trovato un sostituto che sia in grado di cementare la porta: sono naufragati i contatti con l’Ajax per Jasper Cillessen, mentre il Tottenham non cede il francese Hugo Lloris. A Sara Gama, le idee chiare non fanno difetto. Anche per questo la triestina è stata protagonista dell’evento organizzato dall’AssoCalciatori “Aic - Ancora in Carriera manager”, che prepara i giocatori al post-carriera. «Ho 26 anni ma ci penso già» dice la prima italiana finalista della Champions femminile con il suo Paris SG. E che nel ruolo di pioniere si sente a proprio agio: «Mi piacerebbe diventare dirigente, per aiutare il calcio femminile italiano a crescere. L’esperienza all’estero mi ha fatto capire meglio quali siano i margini, spero di poter dare un impulso positivo al calcio femminile in Italia». Un movimento che vuole cancellare le parole di Felice Belloli (sfiduciato dalla presidenza Lnd dopo l’imbarazzante «basta dare soldi a queste quattro lesbiche»). «Non servono commenti. In generale, l’Italia può crescere a livello culturale, nella visione della donna che gioca a calcio» dice Sara, terzino con doti atletiche più spiccate rispetto a quelle tecniche e con tanta voglia di imparare, dopo aver studiato lingue all’università. Trattativa da imbastire Lo United deve cedere de Gea nel corso di questa sessione di mercato per evitare la beffa del parametro zero nel 2016, ma non per questo smobilita come testimonia la valutazione di 40 milioni. Il Real non ha fretta perché ha capito che il migliore alleato è proprio il portiere che ha già comunicato a società e compagni che il suo futuro agonistico è a Madrid: i blancos, però, devono prima risolvere la “grana” Iker Casillas, uno dei totem dello spogliatoio che non intende salutare anzitempo la casa blanca. Tra l’altro de Gea ha lasciato intendere che non vorrebbe condividere le responsabilità con un collega così ingombrante che ha già liquidato nell’ordine Diego Lopez e Keylor Navas. Il caso de Gea Il portiere vuole il Real, lo United propone lo scambio con Sergio Ramos Provocazione United E’ un braccio di ferro, da una parte il Manchester United che deve domare la voglia di Spagna di David de Gea, dall’altra il Real Madrid che è pronto ad abbracciare il portiere svezzato dai “cugini” dell’Atletico Madrid. E’ una sfida tra titani del calcio europeo e mondiale, con Louis Van Gaal che non vorrebbe separarsi da un giocatore che nell’ultima stagione è maturato garantendo sempre un alto rendimento. TUTTONOTIZIE SPAGNA Abidal dt del Barcellona con Laporta presidente Il candidato alla presidenza Joan Laporta ha schierato l’ex difensore del Barcellona e della nazionale francese Eric Abidal come direttore tecnico se vincerà le elezioni del mese prossimo. Laporta, già alla guida del club catalano tra il 2003 e il 2010, ha presentato Abidal in una conferenza stampa. Abidal, 35 anni, ha giocato per il Barça tra il 2007 e il 2013 ed è diventato un eroe per i tifosi quando è tornato in campo con successo dopo aver subito un trapianto di fegato nel 2012. Opzioni da valutare Così sull’asse United-Real arriva l’offerta non più così “indecente” come poteva apparire solo qualche mese fa: «de Gea vale Sergio Ramos...». Una provocazione che sfuma davanti alla realtà dei fatti: il difensore è in rotta con l’ambiente, le parole del fratello Rene hanno scavato un solco con Florentino Perez. Una frizione - innescata dalla freddezza della società sul rinnovo e per la mancata difesa pubblica dopo le critiche degli ultimi mesi - che potrà essere attenuata solo lontano dal Santiago Bernabeu dove Sergio Ramos non si sente più di casa. E quindi la corte dello United si trasforma in una gradita via d’uscita. E se anche Casillas facesse le valigie, i pezzi del puzzle troverebbero la loro collocazione. ©RIPRODUZIONE RISERVATA IN CAMPO A 41 ANNI Tommasi: «Torno per l’Europa» Causa alla Real Sociedad Bravo chiede 1,3 milioni L’attuale presidente dell’Aic Claudio Bravo contro la Real Sociedad. L’estremo difensore del Barcellona pretende dal club basco 1,3 milioni di euro, ovvero il 10% della somma pattuita tra Barça e Sociedad per il suo trasferimento nel 2014. BULGARIA Il Cska Sofia in 3ª serie Il Cska Sofia, il club bulgaro più vincente con 31 titoli nazionali, non ha ricevuto la licenza della Federcalcio a causa dei pesanti debiti: 15 milioni di euro. Ora ripartirà dalla terza divisione. L’attaccante francese Franck Ribery, 32 anni, non trova pace con la maglia del Bayern (LIVERANI) in Europa League con la Fiorita: «Una nuova sfida e per i miei figli che non mi hanno mai visto giocare» GIANLUCA STROCCHI SAN MARINO Tornerà a respirare l'atmosfere delle coppe a 41 anni compiuti Damiano Tommasi. L'ex centrocampista della Roma, che ha dato l'addio al calcio professionistico nell'ottobre 2009, disputerà infatti i preliminari di Europa League con la maglia della Fiorita, club sammarinese che nel sorteggio effettuato ieri a Nyon è stato abbina- to al Vaduz, compagine del Liechtenstein che milita nel campionato svizzero (andata in casa il 2 luglio, ritorno sette giorni più tardi). E' lo stesso presidente dell'Aic a confermare di essere pronto a rimettersi in gioco sul palcoscenico europeo e, dopo aver militato in Seconda Categoria nel Sant'Anna d'Alfaedo insieme ai suoi due fratelli, di aver detto sì alla proposta di Andy Selva, capitano della nazionale sammarinese e della Fiorita. Una sfida affascinante «Non ho mai smesso, nei rapporti istituzionali con l’Associazione calciatori sammari- Damiano Tommasi, 41 anni nese ho incrociato più volte Selva ed è venuta fuori questa idea che mi è piaciuta spiega Tommasi -. Sto bene e ho voglia di fare questa esperienza. Sarà un’occasione per i miei figli di vedermi giocare, dato che sono assente da tanti anni dai campi internazionali. Mi sto allenando, è per me una nuova sfida, speriamo di essere pronto per queste due partite e di vivere una bella avventura. Mica voglio fare brutte figure...». Ma la formazione guidata da Luigi Bizzotto ha piazzato un altro colpo per il doppio impegno continentale, a cui come terza classificata in campionato è stata ammessa solo tre settimane fa dopo un caso regolamentare che ha finito per escludere il Murata (finalista di Coppa Titano). Ovvero Adrian Ricchiuti, ex fantasista di Catania e Rimini. >> Pensa ad un futuro a lungo termine, ma quanto fa ancora male la recente beffa in finale di Champions: si sente come i giocatori della Juve? «So bene cosa provano. Da un lato, fa male, perché avevamo battuto tutte le big d’Europa, come Lione e il Wolfsburg campione in carica, e poi in finale Francoforte ci ha segnato il 2-1 decisivo in recupero. Ma ora prevale la voglia di riscatto». >> Sarà ancora al Psg? «E’ probabile che mi trasferirò. Farò tesoro dell’esperienza in Francia, anche se è stata condizionata da un infortunio al tendine d’Achille, che si aggiungeva al gap che dovevo già colmare, perché al Psg ho trovato un livello alto, tra le francesi e le 10 straniere che giocano in regime di professionismo sin da ragazzine». >> Cosa ha imparato nei due anni a Parigi? «Tante cose utili per aiutare il calcio italiano a compiere un salto di qualità. Al Psg c’è una considerazione differente, anche perché il calcio femminile in Francia ha un altro background: le migliori arrivano al professionismo dopo gli anni all’accademia di Clai- Sara Gama, 26 anni refontaine, dove vivono davvero a pane e calcio. E così per loro diventa automatico sostenere otto allenamenti a settimana, mentre in Italia i top club ne svolgono quattro». >> Quanto sarà utile l’esperienza di chi va all’estero per la Nazionale italiana di Antonio Cabrini? «E’ preziosa, soprattutto per l’attuale ricostruzione, non a caso è un percorso scelto anche da altre giocatrici, come Raffaella Manieri, che al Bayern Monaco ha vinto la Bundesliga e l’ha festeggiata assieme alla squadra di Guardiola, o Ilaria Mauro, che andrà al Potsdam. La nostra Nazionale ha un futuro promettente, e mi sento fortunata a lavorare con Cabrini: per chi gioca nel mio ruolo, non c’è un maestro migliore». >> Quanto è ampia la distanza tra l’Italia, che chiede il professionismo, e il gotha europeo? «Un passo è stato compiuto con la decisione dell’ultimo Consiglio federale: i club professionistici maschili potranno acquistare i titoli dei club femminili, come in Inghilterra, Germania e Francia. Al Psg l’abbinamento funziona, le strutture sono quasi le stesse, e quindi ogni tanto capitava di incrociare i vari Ibrahimovic, Thiago Silva, Verratti». >> Quando parla di un’Italia che può crescere, intende anche aspetti legati alla società multietnica? «In questo, non è semplice il confronto con la Francia, dove l’apertura è legata alla storia e alle colonie come l’area del Maghreb o la Guadalupa. Premetto, il colore della mia pelle (il papà di Sara è congolese, la mamma è triestina, ndr) in Italia non mi ha mai fatto finire al centro di episodi di razzismo. Ma in Italia diffidiamo ancora del diverso, serve uno sforzo culturale, anche per dare la giusta considerazione alle donne nel calcio». ©RIPRODUZIONE RISERVATA