Prof Pisante_contoterzismo agricolo

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Prof Pisante_contoterzismo agricolo
Il Commissario delegato del CREA, prof.
Michele Pisante, all’assemblea generale di
Unima e Confai
A cura dell’Ufficio Stampa
Unima e Confai, l'unione fa la forza
Verso un percorso di integrazione delle circa 10.000 imprese agromeccaniche
italiane. All'insegna di innovazione, sostenibilità, efficienza: questi i tratti
sempre più richiesti ai contoterzisti
Il contoterzismo è un fenomeno in crescita: oltre il 30% delle aziende agricole fa ricorso a imprese esterne per svolgere le
operazioni colturali
Fonte immagine: © Olympixel - Fotolia
“Creando una flotta di macchine moderne e hi-tech, i contoterzisti forniscono tre vantaggi chiave
all’agricoltura europea: in primo luogo consentono di aumentare la produttività dell’agricoltura,
poi riducono l’indebitamento degli agricoltori e infine consentono di rispettare le crescenti e
importanti normative ambientali”.
Parola di Eric Dresin, segretario generale del Ceettar, l’associazione europea dei contoterzisti, che
precisa: “Oggi circa 150mila aziende e quasi 600mila lavoratori sono rappresentati a livello
europeo e gli imprenditori agromeccanici investono ogni anno in Europa oltre 6 miliardi per
macchine e tecnologie innovative, senza alcun aiuto pubblico, al contrario degli agricoltori”.
Teatro delle dichiarazioni è l’assemblea generale unitaria che Unima e Confai hanno organizzato
alla fine di maggio a Sarteano, in provincia di Siena. Una scelta ben precisa, come ha
ricordato Leonardo Bolis, presidente della Confederazione degli agromeccanici e agricoltori italiani.
“Il mondo del contoterzismo è sempre più unito – ha affermato -; Confai e Unima sono sempre più
vicine e coese per rivendicare il ruolo di innovazione che svolgono in agricoltura e per proporre
anche in Italia il modello di agricoltura integrata che in Europa ha diversi modelli di successi, tutti
con un ruolo attivo delle imprese agromeccaniche”.
Il contoterzismo cresce e risponde alle esigenze di sostenibilità e di efficienza che sono ormai
imprescindibili per far quadrare i conti di un’agricoltura e di una zootecnia sempre più alle prese
con problemi di marginalità. Il trend, inevitabilmente, è quello di affidare alle operazioni di
imprenditori agromeccanici, dotati di macchine e tecnologie ultramoderne, per ridurre le spese di
gestione delle imprese agricole.
In Italia, secondo quanto riportato da Michele Pisante, docente di Agronomia all’Università di
Teramo e commissario delegato del Crea, “oltre il 30% delle aziende agricole fa ricorso a imprese
esterne per lo svolgimento di una o più operazioni colturali; il contoterzismo è un fenomeno in
crescita, passato da 3,8 giornate/anno nel 2000 per la gestione delle imprese agricole, a 7,5
giornate/anno nel 2010, con una crescita del 97 per cento”.
Una portata molto ampia dell’outsourcing, tanto che “ai numeri precedentemente espressi si deve
aggiungere che il 32% delle aziende sotto i 12 ettari affida la gestione completa delle operazioni
agli agromeccanici. E si tratta, non c’è dubbio, di una stima per difetto”. Anche per questi motivi il
contoterzismo ha sempre più bisogno di una voce unica.
L’obiettivo è quello di condividere un percorso di integrazione delle circa 10.000 imprese
agromeccaniche italiane, che svolgono oggi il 98% delle operazioni di raccolta e un numero
crescente di lavori per garantire sicurezza alimentare e riduzione dei costi per le imprese agricole.
Un fenomeno sottolineato anche dal fatto che negli anni le imprese agromeccaniche sono
cresciute dell’11,5%, mentre per le imprese agricole i parametri sono stati negativi.
E fra le priorità in agenda in una visione europea del sistema agricolo, Dresin cita due elementi
chiave per il futuro. Due priorità che rispondono ai concetti di “internet” e “big data”.
“Lo sviluppo delle tecnologie di comunicazione delle macchine sta aprendo una prospettiva di
nuovi servizi connessi con l’informazione”, ha dichiarato Dresin.
La strategia sarà comunque sempre quella di operare per una forte sinergia, anche per effetto
della globalizzazione e di mercati influenzati da dinamiche mondiali.
“È assolutamente necessario arrivare a livelli sempre più alti di integrazione– ha detto Bolis . Tuttavia, permangono contraddizioni inspiegabili, come l’esclusione dal Psr e la possibilità per le
imprese agricole di svolgere lavori per conto terzi e ricevendo provvigioni, violando così la libera
concorrenza”.
L’auspicio è che “l’alleanza tra Unima e Confai sia utile contro chi alza i muri e contro le
applicazioni distorte delle norme”.
Il presidente di Unima, Silvano Ramadori, ha tracciato una road map sugli obiettivi da raggiungere,
“dalla revisione della legge di orientamento agricolo, per la riforma del concetto di attività
connesse, alle norme legate alla formazione e alla sicurezza sul lavoro, fino al riconoscimento
della funzione degli agromeccanici nelle attività di protezione civile, igiene urbana, tutela delle aree
pubbliche, senza dimenticare l’inserimento dei contoterzisti nel Psr, per il raggiungimento di una
competitività che il mercato impone come non più derogabile”.
Anche l’onorevole Paolo De Castro, intervenuto con un videomessaggio all’assemblea, è stato
chiaro sul tema: “Abbiamo bisogno di imprese agricole efficienti e competitive. E l’augurio è che il
Mipaaf traduca quell’opportunità che l’Unione europea aveva messo in conto. Con un lavoro serio
si potrà arrivare ad aprire gli aiuti del Psr a tutte le aziende agromeccaniche”.
Nato nella seconda metà dell’Ottocento, il contoterzismo si è evoluto passando per varie fasi,
come ha ricordato Roberto Guidotti di Unima, ma sempre contribuendo alla crescita
dell’agricoltura.
Fra le nuove sfide, come ha puntualizzato Angelo Frascarelli, docente di Economia ed estimo
rurale all’Università di Perugia, l’adozione di “unmodello reticolare e non più gerarchico all’interno
del mondo agricolo, con l’imprenditore agricolo in grado di relazionarsi con le cooperative, i fornitori
di mezzi tecnici, gli imprenditori agromeccanici, le università. Il futuro sarà sempre più basato su un
rapporto di partenariato”. E nel futuro, l’agricoltura di precisione avrà sempre più un ruolo chiave,
per ridurre i costi di produzione e favorire la sostenibilità.
Per Matteo Bartolini, presidente del Gruppo di dialogo civile della Commissione europea (Dg Agri),
“l’innovazione è una delle parole chiave per il futuro dell’agricoltura, insieme a modelli nuovi, come
l’economia circolare, la bioeconomia, la sharing economy. E non parliamo di innovazione solo di
processo o di prodotto, ma di un nuovo modello di agricoltura”.
I commenti delle rappresentanze agricole
“Oggi Confai e Unima compiono un passaggio storico e questo deve portare anche altre
rappresentanze sindacali a discutere per dare nuove risposte agli associati, perché ci viene
disegnata un’agricoltura che sta andando bene, invece non è così: dobbiamo recuperare il mercato
nazionale e affrontare i mercati esteri; dobbiamo riappropriarci dei marchi storici e di quella parte
dell’industria che non è più italiana. Dobbiamo fare rete con i contoterzisti, perché o ci salviamo
tutti o non si salva nessuno”.
Lo ha detto Franco Verrascina, presidente di Copagri, intervenendo all’assemblea generale
unitaria di Sarteano.
“Come Copagri abbiamo sempre dialogato con le imprese di meccanizzazione agricola e i loro
sindacati di rappresentanza- ha dichiarato Verrascina – e di certo continueremo a farlo”.
Anche Alberto Giombetti, responsabile dell’Ufficio di presidenza e delle relazioni esterne della Cia,
ragiona su un cambio di rotta dell’attività di rappresentanza, per dare una risposta maggiormente
puntuale alle esigenze del sistema agricolo.
“Abbiamo avuto una crescita significativa, nonostante oggi l’agricoltura sia in crisi – ha detto –
. Dobbiamo anche saper leggere i dati, perché rispetto alle aziende censite dall’Istat, che sono 1,6
milioni, dobbiamo tenere conto della forbice tra le 190mila imprese che assumono dipendenti, le
390mila aziende iscritte all’Inps e un milione che beneficiano della Pac. Se prendiamo la media
aziendale delle imprese professionali abbiamo una Sau superiore alla Germania e inferiore alla
Francia e abbiamo un’età media delle imprese professionali di 49 anni”.
Presente per Coldiretti Albano Agabiti, che ha rimarcato il ruolo dell’agricoltura. “È vero che
abbiamo una crisi di mercato in atto che non ha precedenti nella storia, perché colpisce tutti i
comparti – ha commentato – ma non dimentichiamo che l’agroalimentare è l’unico settore che ha
espresso costantemente un Pil attivo”.
“Abbiamo il maggior valore aggiunto ad ettaro al mondo – ha puntualizzato Agabiti – e abbiamo
sempre più bisogno di un contoterzismo avanzato, tecnologico, a basso impatto ambientale”.
Storicamente vicini alle imprese di meccanizzazione agricola, un plauso al percorso di
riunificazione è arrivato anche da Carlo Zamponi di Unacma. “Siamo insieme in Enama – ha
affermato - e possiamo far sentire la nostra voce”.