Non c`è cattedra, la prof fa la bidella «E ora gli studenti mi ammirano»
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Non c`è cattedra, la prof fa la bidella «E ora gli studenti mi ammirano»
20 CRONACHE Martedì 17 Gennaio 2017 Corriere della Sera # L’intervista di Valentina Santarpia Non c’è cattedra, la prof fa la bidella «E ora gli studenti mi ammirano» Francesca, promossa al concorsone, spazza e lava i piatti: mi serve lo stipendio Insegnante per professione, bidella per necessità. Francesca Capecce, 34 anni, di Termoli, è uno dei tanti casi di «idonei fantasma», i professori che hanno superato scritti e orali dell’ultimo concorso per l’insegnamento ma che non hanno una cattedra: il bando ministeriale, infatti, prevede che se c’è bisogno di coprire più cattedre oltre a quelle previste, si possa attingere dalla graduatoria degli abilitati soltanto per un dieci per cento dei posti. Così, nonostante tante cattedre siano rimaste vuote, molti — pur tecnicamente abilitati a insegnare — restano a casa, mentre in classe entrano supplenti, a volte bocciati. E chi non può permettersi di rimanere senza uno stipendio fa di tutto: anche il collaboratore scolastico. Come Francesca. Umiliante? «Frustrante, più che altro. Ma il lavoro è lavoro: e se 900 euro non sono i 1.300 dell’impiego da docente, sono comunque un’entrata. Ho una figlia di cinque anni, non mi posso permettere di stare a casa». Quanti anni ha insegnato? «Dieci tondi tondi. Dal 2006 insegno accoglienza turistica negli istituti alberghieri e professionali. Con incarichi quasi sempre annuali o sostituzioni di maternità. Poi è arrivata la riforma Gelmini: taglio drastico delle ore della mia materia. Fino al 2013 ho resistito, c’erano spezzoni di cattedre qua e là e giravo come una trottola pur di racimolare le mie ore di insegnamento. Nel 2014 ho preso l’abilitazione con il Pas (Percorsi abilitanti speciali, ndr) sperando mi desse qualche punteggio in più: ma non arrivava niente. E allora, quando mi hanno chiamato dalla graduatoria di terza fascia degli Ata (Amministrativi, tecnici e ausiliari), ho accettato. Pa- Chi sono I cosiddetti «idonei fantasma» sono i docenti che hanno superato scritti e orali dell’ultimo concorso, ma non hanno una cattedra Il bando ministeriale prevede che se c’è bisogno di coprire più cattedre, oltre alle previste, si possa attingere dalla graduatoria degli abilitati solo per un 10% dei posti. Così in classe spesso entrano supplenti bocciati, anziché i vincitori del concorso Francesca Capecce, 34 anni, di Termoli, è una «idonea fantasma» che ha accettato di fare la collaboratrice scolastica (sopra, con tre studenti) radossalmente, sono molto titolata rispetto agli altri educatori, quindi da un anno e mezzo ho sempre lavorato, anche se con incarichi temporanei». Come amministrativa? «Non solo. Ci speravo. Ma mi sono dovuta adattare: le pulizie, l’assistente di laboratorio, l’accoglienza degli alunni, l’assistenza ai disabili, il centralino. Ho fatto di tutto dove mi hanno dato l’ultima supplenza, un Ipssia di Montenero di Bisaccia, provincia di Campobasso. Ci scherziamo su: servo la scuola in tutto e per tutto». Le è capitato di lavorare per scuole dove aveva insegnato? «Sì, l’anno scorso, per un alberghiero, la stessa scuola dove ero stata anche alunna. All’inizio non volevo accettare, mi sembrava troppo. Poi mi hanno convinto, ricordandomi che ciò che conta è lavorare con dignità. Temevo il giudizio dei ragazzi. E invece mi hanno stupito: mi hanno incoraggiato, aiutato, e detto più volte che per loro ero un esempio di coraggio e fierezza. Mi chiamavano professoressa anche se lavavo i piatti nel laboratorio di cucina, invece di stare in cattedra. Mi hanno detto che ho insegnato loro il senso del dovere e del sacrificio. Devo dire la verità, sono stati di grande aiuto». Poi, il concorso. Cosa non è andato per il verso giusto? «Non lo so. Ho studiato, pagato tre viaggi in Campania per sostenere le prove invece di andarmene in vacanza, ho rinviato un intervento delicatissimo, ho anche accettato il rischio di lasciare la mia famiglia, visto che per la mia materia non c’erano cattedre in Molise, ma solo quattro in Abruzzo. Alla fine sono risultata idonea con 34 punti su 40. Quindi non ammessa al posto a tempo indeterminato. Una delusione. Nonostante ci siano ancora molti spezzoni di ore liberi in giro, a me non assegnano alcun posto. Anzi, peggio: speravo che i vincitori liberassero le cattedre andando a occupare i loro ruoli legittimi in Abruzzo, e invece anche loro non sono stati sistemati, i loro posti non esistono più». In che senso? «Con la mobilità molte cat- Il tetto del 10 per cento È abilitata a insegnare, ma il ministero ha fissato un limite al numero di idonei a cui attingere Con il registro Francesca Capecce, 34 anni, in cattedra: ha insegnato per dieci anni Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione infanzia Mobilità selvaggia, violati i diritti degli alunni «È una disfatta sul fronte del diritto allo studio il dossier sulla “mobilità selvaggia” degli insegnanti di sostegno, pubblicato ieri da Tuttoscuola e anticipato dal Corriere della Sera». Lo ha detto Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza: «Mentre il governo esercita solo in extremis le deleghe della cosiddetta Buona scuola e discute se applicare ai bambini delle elementari l’educazione di genere, emerge che sono interessati a vario titolo da trasferimenti, nell’anno scolastico 201617, circa 60 mila insegnanti di sostegno su 137.501, che hanno cambiato, o stanno cambiando, scuola. Benché questi insegnanti costino allo Stato 5 miliardi in stipendi, non soltanto non si riesce ad assicurare uno stabile supporto agli alunni disabili, ma se ne costringono circa 100 mila su 234 mila, a cambiare molto spesso la figura di riferimento. Con quali danni e violazione per i ragazzi, è facile per chiunque immaginare». Per Brambilla è grave la distribuzione territoriale degli insegnanti di sostegno, «con i disabili del Mezzogiorno che possono contare su 11 mila docenti in più, mentre al Centronord fioccano le cause (sacrosante) delle famiglie contro lo Stato inadempiente». Infine, è preoccupata per i tagli della legge di Stabilità che mettono a rischio il trasporto gratuito degli alunni con cecità e sordità o altre disabilità. © RIPRODUZIONE RISERVATA tedre previste dal concorso sono risultate fittizie, inesistenti: tanti insegnanti che si sono spostati le hanno occupate e poiché avevano più diritti dei neo immessi in ruolo nessuno può farci niente. Magra consolazione: anche i vincitori sono messi come me». Chi fa le supplenze invece? «Per lo più precari che sono stati bocciati al concorso. Io che l’ho superato valgo meno di loro. Tutti i concorsi pubblici danno un valore all’idoneità, questo è l’unico che ci considera dei fantasmi. Non ha senso. Considerarci validi per i posti vuoti invece avrebbe un duplice effetto positivo: noi avremmo un posto, e gli alunni dei professori preparati». Ha dei rimpianti? «No, cerco di fare del mio meglio in qualsiasi cosa. E anche i dirigenti scolastici mi apprezzano perché capiscono che possono affidarmi anche incarichi più delicati. Però penso spesso ai miei alunni, non poter più coltivare la loro passione per lo studio mi manca tantissimo. L’insegnamento è un mestiere del cuore, non del portafogli». © RIPRODUZIONE RISERVATA La Lettera Cari ragazzi, rubateci tutto ciò che sappiamo Il saluto agli ex studenti e l’ultimo insegnamento. Ecco la lettera di una professoressa di una scuola milanese che ha cambiato istituto C are alunne e cari alunni, scusate se la mia lettera vi giunge così tardi, ma tra l’apprensione per l’inizio in una nuova scuola e l’avvio dell’anno scolastico non sono riuscita a fare di meglio. Vorrei iniziare raccontandovi l’ennesima trovata del Plutone. I miei genitori avevano completato il restauro del loro appartamento e avevano chiamato una ditta di traslochi. Per evitare che Pluto intralciasse il lavoro degli operai, ma anche per escludere il rischio che oltrepassasse il cancello e si trovasse in strada, lo avevano legato. A questo punto non sappiamo bene cosa sia realmente accaduto. Pluto non è abituato a essere legato; in più, forse avrà pensato a un abbandono, vedendo gli scatoloni. Ebbene, cari alunni, è andato in arresto cardiaco! Stava rigido come un sasso. Mia mamma, nel panico, mi telefonava piangendo, chiedendo di contattare al più presto mia sorella. Quando Sonia è arrivata e l’ha chiamato per nome, ha socchiuso un occhio, poi ha aperto l’altro e finalmente ha deciso di rispondere. Tuttora non sappiamo se, da attore consumato qual è, abbia finto un malessere, o se si sia sentito male realmente. Il veterinario ha detto che in situazioni di estremo pericolo i cani possono bloccare il cuore per un tempo limitato. Vi ho raccontato quest’episodio perché, a mio parere, come nelle favole, può costituire un esempio. Il Plutone è come un bambino piccolo: di fronte ad avvenimenti nuovi, si spaventa e resta immobile. Noi, però, non possiamo rispondere in questo modo alle novità, dobbiamo reagire. Dobbiamo pensare che non sempre il nuovo è qualcosa di negativo, ma permette di conoscere persone diverse, di sperimentare nuovi stili di insegnamento. Voi dovete cercare di «interrogare» l’insegnante: fare tante domande, cercare di «rubare» tutto ciò che potete del suo sapere. Io credo che tante delle terribili vicende che stiamo vivendo nel nostro presente potrebbero essere guarite con la cultura. Tanti ragazzi che commettono azioni insensate forse avrebbero fatto scelte diverse se avessero continuato a studiare, a stare in contatto con la Bellezza: andare a una mostra, Il senso della cultura Interrogate voi l’insegnante, prendete tutto quello che potete La cultura è questo: comprendere il mondo attraverso ciò che sappiamo ammirare un quadro, vedere un tramonto, leggere una poesia, sentire sotto di sé il calore di una poltrona rossa a teatro. Diceva una mia insegnante che la cultura non è soltanto sapere tante cose, ma come noi riusciamo a comprendere il mondo attraverso le cose che sappiamo. Dunque prima di tutto occorre imparare molto. Quest’anno mi hanno assegnato una terza. L’insegnante di italiano è andata in pensione, così io ho «ereditato» la sua classe. Anche con loro resterò soltanto un anno: spero di poterli aiutare nel loro percorso e di costruire un buon rapporto, per quanto il tempo sia limitato. Vi voglio salutare con questo pensiero. In un coro dell’Antigone, Sofocle, uno scrittore greco vissuto ad Atene nel V secolo, esalta l’essere umano perché è capace di imprese straordinarie. «Molte sono le cose mirabili, ma nessuna è più mirabile dell’uomo». Il vostro compito è diventare essere umani sempre più meravigliosi, pieni di ingegno e di cuore. La vostra prof. Zelmira D’Aleo © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 8727381