tutto merito di un asino

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tutto merito di un asino
TUTTO MERITO DI UN ASINO
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti
Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero
Partendo dall’incipit di Angela Donna e con il coordinamento dei propri
docenti, hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle classi
appresso indicate:
Istituto Comprensivo “Santa Croce” di Sapri – Classi V A/B
Direzione Didattica “I. Alpi” di Torino – Classe IV D
I Circolo Didattico “Giulio Rodino” di Ercolano – Classi IV
Istituto Comprensivo “Vanoni” di Viadana – Classe IV B
Istituto Comprensivo “Domenico Cimarosa” - IV Circolo di Aversa - Classe V G
Scuola dell’Infanzia
Istituto Comprensivo Statale ad Indirizzo Musicale “D. Cimarosa” - IV Circolo di
Aversa – Classe V L
Secondo Circolo Didattico di Biancavilla – Classe V F
Istituto Comprensivo “G. Galilei” di Monteroduni - Classi IV/V
Scuola Statale Italiana di Madrid - Classe V C
Scuola Paritaria “Preziosissimo Sangue” di Pagani - Classe I VA
Editing a cura di: Isabella Carena
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali
Ente Formatore per docenti accreditato MIUR
Il racconto è pubblicato in seno alla Collana dei Raccontiadiecimilamani
Staffetta Bimed/Exposcuola 2014
Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero
Direzione e progetto scientifico
Andrea Iovino
Monitoraggio dell’azione
e ottimizzazione delle procedure
Ermelinda Garofano
Segreteria di Redazione
e responsabili delle procedure
Valentina Landolfi
Margherita Pasquale
Francesco Rossi
Staff di Direzione
e gestione delle procedure
Angelo Di Maso
Adele Spagnuolo
Responsabile per l’impianto editoriale
Marisa Coraggio
Grafica di copertina:
l’Istituto Europeo di Design, Torino
Docente: Sandra Raffini
Impaginazione
Tullio Rinaldi
Ermanno Villari
Relazioni Istituzionali
Nicoletta Antoniello
Piattaforma BIMEDESCRIBA
Gennaro Coppola
Angelo De Martino
Amministrazione
Rosanna Crupi
Annarita Cuozzo
Franco Giugliano
I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione Commerciale
RINGRAZIAMENTI
I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola 2014 si
realizzano anche grazie al contributo erogato in favore dell’azione dalle istituzioni e dai
Comuni che la finanziano perché ritenuta esercizio di rilevante qualità per la formazione
delle nuove generazioni. Tra gli Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana
Staffetta 2014 citiamo: Siano, Bellosguardo, Pisciotta, Pinerolo, Moncalieri, Castellamonte,
Torre Pellice, Forno Canavese, Ivrea, Chivasso, Cuorgnè, Santena, Agliè, Favignana, Lanzo
Torinese, Sicignano degli Alburni, Petina, Piaggine, San Giorgio a Cremano, l’Associazione
in Saint Vincent e l’Associazione Turistica Pro Loco di Castelletto Monferrato.
La Staffetta di Scrittura riceve un rilevante contributo per l’organizzazione degli Eventi di
presentazione dei Racconti 2014 dai Comuni di Moncalieri, Salerno, Pinerolo e dal Parco
Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti.
Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno operato per il
buon esito della Staffetta 2014 e che nella Scuola, nelle istituzioni e nel mondo delle associazioni promuovono l’interazione con i format che Bimed annualmente pone in essere in
favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per la Staffetta e lo donano a questa straordinaria
azione qualificando lo start up dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni
Regionali Scolastiche e agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell’iniziativa. Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l’On. Giorgio Napolitano che ha insignito la Staffetta 2014 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che operano in ambito
alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza della Repubblica Italiana giusto dispositivo SGPR 01/10/2013 0102715P del PROT SCA/GN/1047-1
Partner Tecnico Staffetta 2014
Si ringraziano per l’impagabile apporto
fornito alla Staffetta 2014:
i Partner tecnici
UNISA – Salerno, Dip. di Informatica;
Istituto Europeo di Design - Torino;
Cartesar Spa e Sabox Eco Friendly
Company;
il partner Must
Certipass, Ente Internazionale Erogatore
delle Certificazioni Informatiche EIPASS
By Bimed Edizioni
Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
(Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura)
Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY
Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected]
La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2014 viene stampata in parte su carta
riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di
autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della
tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per
il futuro di ognuno di noi…
Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di
recupero e riciclo di materiali di scarto.
La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura
Bimed/Exposcuola 2013/2014
Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero.
Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo)
senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.
La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra tra i prodotti formativi di Bimed destinati
unicamente alle scuole partecipanti l’annuale Staffetta di Scrittura
Bimed/ExpoScuola.
La Staffetta 2013/14 riceve:
Medaglia di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana
Patrocini:
Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero della Giustizia,
Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Ministero dell’Ambiente
PRESENTAZIONE
Quante attenzioni, quanta positiva tensione e quanto straordinario e felice impegno
nella Staffetta di quest’anno. L’emozione che abbiamo provato quando il Presidente
della Repubblica ha conferito alla Staffetta la Medaglia di Rappresentanza è
stata grande ma ancora e di gran lunga maggiore è stata, l’emozione, nel vedere
gli occhi dei nostri ragazzi in visita al Quirinale. Ho avvertito in quegli occhi
l’orgoglio di chi sentiva di essersi impegnato in un’attività che le istituzioni gli stavano
riconoscendo … È quello che vorrei vedere negli occhi di quei tanti giovani che
dopo la scuola, a conclusione del proprio ciclo d’istruzione, invece, in questo tempo
sentono l’apprensione di un contesto che, probabilmente, dovrebbe sancire la
Staffetta come buona prassi da adottare in funzione del divenire comune. Cos’è, in
fondo la Staffetta? E’ un format educativo, un esercizio imperdibile per l’acquisizione
gli strumenti necessari a affrontare LA VITA sentendo lo straordinario dono della vita.
La Staffetta è una sfida in cui tutti si mettono insieme stando dalla stessa parte,
sentendo anche le entità lontane come i compagni di un cammino comune …
L’altro che diventa te stesso … Questo è la Staffetta un momento che dura un intero
anno e che alla fine ti mette nella condizione di sentirti più forte e orgoglioso per
quello che è stato fatto, insieme a tanti altri che hanno concorso a realizzare un
prodotto che alla fine è la testimonianza di un impegno che ci ha visti UNITI (!)
in funzione di un obiettivo … Si tratta di quello di cui ha bisogno il Paese e di
quello che appare indispensabile per qualificare il tempo e lo spazio che stiamo attraversando.
Andrea Iovino
L’innovazione e la Staffetta: una opportunità per la Scuola italiana.
Questo è il secondo anno che operiamo in partnership con Bimed per la realizzazione
della “Staffetta di scrittura Creativa e di Legalità”. Siamo orgogliosi di essere
protagonisti di questa importante avventura che, peraltro, ci consente di raggiungere
e sensibilizzare un così grande numero di persone sull’attualissimo, quanto per
molti ancora poco conosciuto, tema che attiene la cultura digitale.
Sentiamo spesso parlare di innovazione, di tecnologia e di internet: tutti elementi
che hanno rivoluzionato il mondo, dalle amicizie, al tempo libero,lo studio, il lavoro
e soprattutto il modo di reperire informazioni. L’innovazione ha travolto il mondo
della produzione, dei servizi e dell’educazione, ma non dobbiamo dimenticare
che “innovare” significa, prima di tutto, porre la dovuta attenzione alla cultura.
Da un punto di vista tecnico, siamo tutti più o meno esperti, ma quanti di noi
comprendono realmente l’essenza, le motivazioni, le opportunità e i rischi che
ne derivano?
La Società è cambiata e la Scuola, che è preposta alla formazione di nuovi
individui e nuove coscienze, non può restare ferma di fronte al cambiamento che
l’introduzione delle nuove tecnologie e internet hanno portato anche nella
didattica: oggi gli studenti apprendono in modo diverso e questo implica
necessariamente un metodo di insegnamento diverso.
Con il concetto di “diffusione della cultura digitale” intendiamo lo sviluppo del
pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione,
aiutano i docenti e i nostri ragazzi a districarsi nella giungla tecnologica che
viviamo quotidianamente.
L’informatica entra a Scuola in modo interdisciplinare e trasversale: entra perché
i ragazzi di oggi sono i “nativi digitali”, sono nati e cresciuti con tecnologie di cui
non è più possibile ignorarne i vantaggi e le opportunità e che porta inevitabilmente
la Scuola a ridisegnare il proprio ruolo nel nostro tempo.
Certipass promuove la diffusione della cultura digitale e opera in linea con le
Raccomandazioni Comunitarie in materia, che indicano nell’innovazione e
nell’acquisizione delle competenze digitali la vera possibilità evolutiva del
contesto sociale contemporaneo. Poter anche soltanto raccontare a una comunità
così vasta com’è quella di Bimed delle grandi opportunità che derivano dalla
cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la relazione con i contesti
informatici, è di per sé una occasione imperdibile. Premesso che vi sono indagini
internazionali da cui si evince l’esigenza di organizzare una forte strategia di
ripresa culturale per il nostro Paese e considerato anche che è acclarato il dato
che vuole l’Italia in una condizione di regressione economica proprio a causa del
basso livello di alfabetizzazione (n.d.r. Attilio Stajano, Research, Quality,
Competitiveness. European Union Technology Policy for Information Society IISpringer 2012) non soltanto di carattere digitale, ci è apparso doveroso
partecipare con slancio a questo format che opera proprio verso la finalità di
determinare una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali
alle moderne tecnologie e a un’idea di digitale in grado
di determinare confronto, contaminazione, incontro, partecipazione e condivisione.
Promuoviamo, insieme, la cultura digitale e la certificazione delle I-Competence
per garantire competenze indispensabili per acquisire a pieno il ruolo di cittadino
attivo nella società della comunicazione e dell’ informazione.
Partecipiamo attivamente alla diffusione della cultura digitale, perché essa diventi patrimonio di tutti e di ciascuno, accettando la sfida imposta dalle nuove
professioni che nascono e dai vecchi mestieri che si trasformano, in modo profondo
e radicale.
Tutti noi abbiamo bisogno di rigenerare il pensiero accettando nuove sfide e
mettendo in gioco tutto quanto imparato fino adesso, predisponendoci al
cambiamento per poter andare sempre più avanti e un po’ oltre.
Il libro che hai tra le mani è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere,
dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro
collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all’innovazione
tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante
di questo percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che evoluzione tecnologica!
Il Presidente
Domenico PONTRANDOLFO
INCIPIT
ANGELA DONNA
È solo un asino
Donata e Felice, in perlustrazione segreta, si avvicinano
alla costruzione bassa e isolata vicino alla casa che i
loro genitori hanno affittato per le vacanze in campagna.
Curiosi si sporgono, dal finestrotto pieno di ragnatele,
nell’oscurità…
“Sono vecchio e sono vivo. Ho servito per anni il mio
padrone con umiltà e pazienza. Ora sono stanco e vorrei biada fresca, una strigliata quotidiana e carezze sussurrate al mio orecchio prima di morire. Vorrei un nome”.
Asino. È solo un asino. E senza nome. Rinchiuso solo dentro una stalla. Al buio. Ormai vecchio non può più lavorare. Perché occuparsi di lui?
Donata e Felice sono come tramortiti: l’asino ha parlato!
L’hanno sentito distintamente, no non è possibile…
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CAPITOLO PRIMO
Il segreto dell’asino
«È solo un asino!» esclama Felice, cercando l’approvazione di Donata, la sorella maggiore, che tra la meraviglia e l’incredulità riesce solo a balbettare poche
parole: «Giusto! Ehm gli asini non parlano… ragliano…
e forte pure!»
I due bambini scrutano ancora con più attenzione dal finestrotto: pensano e sperano che possa essere solo uno
scherzo della loro immaginazione. Sentono, però, quella
voce ancora più chiara, ma questa volta quasi supplichevole.
Felice, allora, euforico, corre, cercando un modo per
entrare nella vecchia stalla e urla: «Wow! Mitico! Doveva essere una noiosissima vacanza in campagna con
la mamma, il papà e la mia adorabile sorellona, invece
ho già una megagalattica notizia da raccontare ai miei
amici!»
E Donata aggiunge: «Felice, fermati! Non sappiamo chi
c’è nella stalla. E poi non dimenticare che papà ha or-
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Il segreto dell’asino
ganizzato le vacanze qui per la mamma come regalo di
compleanno. Lo sai che lei adora tornare in questi luoghi, come faceva da piccola… e hai promesso pure di
non combinare guai!»
Il bambino, sempre più incuriosito, prova a entrare, ma la
porta è chiusa. Felice non si dà per vinto: con un potente calcio spalanca la vecchia porta di legno, lasciando entrare, nella vecchia stanza, l’aria fresca di
quel pomeriggio primaverile e i bagliori dei raggi di sole
che arrivano a illuminare buona parte della stalla. Entrano timorosi, ma allo stesso tempo eccitati all’idea di
avere davanti una straordinaria scoperta. In un angolo
al buio, una sagoma scura sempre più distinta si muove
e i due fratelli possono chiaramente vedere proprio un
asino, vecchio, sporco e anche bruttino, con il muso all’ingiù e con gli occhi bassi quasi chiusi. Ora è lui a parlare per primo, un po’ tremante e chiede i loro nomi.
Donata e Felice si guardano ancora più increduli, si stropicciano gli occhi e si danno un pizzicotto.
«Ahi, che male! Allora non sto sognando!» dice Donata,
ma non ha ancora finito di parlare, che già quel fratelCapitolo primo
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lino spericolato combina-guai è vicino alla povera bestiola, pronto per accarezzarla e lei come un fulmine lo
tira a sé bloccandolo.
L’asino, prendendo fiato, ironizza: «Ehi, piccola! Io non
mangio bambini, ma solo biada fresca, anche se qui non
se ne vede da un po’. Sono vecchio, un vecchio asino
che al suo padrone non serve più. Proprio come un vecchio giocatore che viene buttato via!»
Felice a quelle parole esulta: «Per la verità, io non butto
mai niente. Adoro il mio vecchio pallone! I graffi mi ricordano tutte le partite giocate sul lungomare di Sapri e le
gare fatte nel cortile della scuola. E poi con il mio superpotente piede da campione... che tiri!»
«Tiri?» ripete Donata ora anche lei più tranquilla «E i vetri
rotti della mamma?»
A quelle parole segue una sonora risata che illumina la
stalla tetra e buia e cancella magicamente ogni dubbio
e ogni paura.
Ora i bambini sono sempre più vicini all’asino e dolcemente lo accarezzano e lo spingono fuori da quel posto
così cupo. Entrambi concordano che non è giusto che
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Il segreto dell’asino
debba vivere in quel modo. Loro lo sanno che non si
abbandonano gli animali, ma che essi vanno rispettati e
curati, come è solita ripetere la loro mamma; un’instancabile curatrice degli animali, come si diverte a chiamarla Donata. Si fermano poco distanti dalla stalla dove
c’è un’antica fontana, lo fanno bere e gli portano dell’erba fresca. Donata racconta: «Sai, la mamma è una
brava veterinaria! Da piccola è vissuta in questa zona,
finché non si è trasferita in città. Ci descrive sempre con
nostalgia le giornate trascorse in campagna, tutta la
bellezza e la magia di questa terra e così anche noi ci
siamo affezionati a questi luoghi!»
Il vecchio asino, intanto, si lascia esplorare da quelle
dolci manine curiose che continuano ad accarezzarlo
e si lascia cullare anche dai suoi vecchi ricordi che
racconta a quei due bambini come se si conoscessero
da tempo. E, senza neanche accorgersene, si trova a
parlare di sé, della sua vita, di quanto ha lavorato legato alla macina di un vecchio mulino e di quanti sacchi di farina ha trasportato. Racconta del suo pesante
lavoro, ma anche delle gioie passate con la sua famiCapitolo primo
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glia, dei suoi cari, degli amici che ha avuto e delle
passeggiate fatte all’aria aperta.
L’asino sente che può fidarsi di loro e svela il suo segreto: «Io ricordo una piccola e cara bambina dai riccioli d’oro che riflettevano la luce del sole e dagli
occhi dolci e marroni come la terra di questi campi. Beveva il latte che faceva la mia mamma, ma era generosa e me ne conservava sempre un po’. Veniva spesso
a farmi compagnia: aveva ogni volta una storia nuova
da raccontarmi. Lei sì che sapeva ascoltarmi. Oh, se
potessi rivederla!»
I bambini, per rincuorarlo, lo riempiono di coccole e Felice continua ridendo: «Sei morbido! Il tuo pelo mi solletica le mani. Mi piacerebbe chiamarti Daimano come
dice il mio amico giapponese quando tocca i miei riccioli».
Il vecchio asino è compiaciuto: adesso ha un nome e
con l’aiuto dei due piccoli nuovi amici spera di poter
realizzare finalmente i suoi sogni.
Donata ancora incredula gli chiede: «Ma com’è possibile che parli?»
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Il segreto dell’asino
Intanto Felice si è già allontanato, spedito come una
freccia, verso casa e urla alla sorella: «Aspettami! Vado
a chiamare papà! Daimano potrebbe essere il regalo
per il compleanno della mamma!»
Donata spiega a Daimano che il fratello ha avuto
un’idea eccezionale, perché il loro papà è un famoso
giornalista che ha scritto tanti articoli per difendere i diritti degli animali e che sicuramente potrebbe aiutarli.
Capitolo primo
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CAPITOLO SECONDO
Una sorpresa per la mamma
Mentre corre trafelato, tanti pensieri ronzano nella testa
di Felice... la mamma... il suo compleanno... un asino parlante! Quante cose da raccontare a papà!
Sa che può contare su di lui, però quella dell’asino parlante no, quella è davvero troppo! Deve convincerlo
ad andare alla stalla e lui sicuramente ci può riuscire.
Mamma dice sempre che, con le sue chiacchiere, saprebbe vendere ghiaccioli agli Esquimesi!
Alla stalla poi sua sorella Donata si inventerà qualcosa...
in quello anche lei se la cava benissimo.
In pochi minuti Felice si precipita nel piccolo giardino
davanti a casa e trova il papà comodamente disteso
sulla sdraio. È solo. Non sente né le voci urlanti dei suoi
figli, né le chiacchiere della moglie.
In effetti la mamma si è svegliata al mattino presto. Anche
in vacanza il lavoro non le manca: oggi c’era un vitellino pigro da far nascere! Era il vitellino della stalla dei
vicini e la mamma non sa mai negare un favore a qual-
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Una sorpresa per la mamma
cuno, soprattutto quando si tratta di aiutare degli animali.
Con un sorrisetto beato sta già gustando un pomeriggio
di quiete e relax quando sente la voce di Felice che,
trafelato e tutto sudato, si è già fiondato accanto a lui
e lo chiama a gran voce. A quel punto non gli resta che
aprire gli occhi, tirarsi su dalla sdraio e cercare di capire quello che Felice vuole raccontargli.
«Con calma, Felice. Cosa stai farfugliando? Non riesco
a capire nulla!»
In effetti la sua gola è secca come un deserto. Ha corso
così tanto! In un istante scola con avidità metà di quella
bottiglia di acqua che papà ha posto sul tavolino accanto a lui.
Poi, con un’espressione piuttosto furbetta, racconta a
papà che Donata proprio non se la sente di tornare a
piedi. Ha messo il piede in una buca e si è storta una
caviglia. È una piccola bugia. L’ha inventata lì, sul momento, visto che papà non gli sembra affatto intenzionato ad allontanarsi dall’ombra fresca del giardino e
dal suo meritato riposo.
Capitolo secondo
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«Andiamo a recuperare Donata con la macchina, faremo in fretta e poi tu potrai tornare a rilassarti. Giuro
che poi non ti disturberemo più. Ah... dimenticavo... mentre siamo là, ti facciamo vedere una cosa che abbiamo
trovato nel nostro giro di perlustrazione. Vedrai, ora non
posso dirti nulla. Dai papi...»
Felice con quel faccino è proprio convincente. È sicuro
che quella della caviglia è una bella scusa per fargli
vedere chissà quale delle loro innumerevoli scoperte...
Non gli resta che andare a prendere le chiavi dell’auto
e avviarsi.
«Allora andiamo a recuperare tua sorella, o forse c’è
dell’altro, Felice?»
«No, no papà. Cioè, vabbè... vedrai. Andiamo o no?
Non facciamola aspettare!» risponde Felice.
È così insistente. Cos’è all’improvviso tutto quell’amore
fraterno? Non fanno altro che litigare nel tempo libero!
In pochi minuti raggiungono Donata, che nel frattempo
ha riportato l’asino nella stalla. È un po’ preoccupata;
teme che il misterioso padrone possa tornare da un momento all’altro. Cosa potrebbe fare? Ci vuole proprio
l’aiuto di papà!
26
Una sorpresa per la mamma
Felice tira il papà per un braccio. Ormai è evidente che
quella della caviglia è una scusa.
Donata è davanti a lui e sta benissimo. C’è dell’altro. I
ragazzi sembrano così eccitati nel mostrargli qualcosa
che si trova dentro quella stalla. Non gli resta che entrare e scoprirlo.
Viene subito colpito dal buio e da una polvere secolare
che sembra quasi togliere il fiato.
«Ma cosa c’è in quell’angolo?»
«È un asino, papà. Un povero e vecchio asino» replica
Donata.
Il papà si avvicina cautamente. Daimano abbassa le
orecchie e il muso e si schiaccia ancora di più nel suo
angolo.
Il papà si allontana lentamente. Non vuole spaventarlo
troppo.
«Chi è quest’uomo? Non mi fido...»
Felice e Donata si avvicinano a lui con dolcezza e sicurezza.
Donata, con voce sottile e incerta, domanda al papà:
«Hai sentito?»
Capitolo secondo
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«Beh certo. Un raglio potente, direi!»
I bambini capiscono all’istante che solo loro possono
comprendere il linguaggio di Daimano, mentre gli adulti
avvertono soltanto un triste e lungo raglio.
«Forse è meglio così» sussurra Donata a Daimano e a
Felice che si trova accanto a lei.
È sufficiente uno sguardo d’intesa: quello sarà il loro segreto...
Papà prova ancora una volta ad avvicinarsi all’asino,
tendendogli la mano, lentamente.
Donata e Felice intanto lo rincuorano dicendogli che di
lui si può fidare. È il loro papà. Lavora tanto per aiutare
gli animali che soffrono per colpa dell’uomo.
Daimano allunga il muso verso quella mano tesa. È una
mano calda e morbida; non è quella del suo vecchio
padrone, sempre pronta a bastonarlo o a catturare animali indifesi.
Vorrebbe tanto andare via con loro. Altrove.
Felice si avvicina ancora di più.
«Papà potrebbe aiutarti. Devi dirci il nome del tuo padrone».
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Una sorpresa per la mamma
Un raglio sonoro fa capire al papà che Daimano è
contento di accostarsi a lui e ai due bambini e che il
padrone è...
«Tonino! Crediamo che il suo padrone sia Tonino. La
mamma ci ha parlato di un vecchio che abitava una
volta nel mulino. Possiamo cercarlo papà? Noi vorremmo tanto che ci aiutassi. Cioè, che aiutassi Daimano. Tu vedi in quali condizioni è costretto a vivere.
È tanto triste e solo e dobbiamo fare qualcosa per lui.
«Prima, quando lo abbiamo trovato, ci è venuta in
mente una delle storie che ci raccontava la mamma
quando eravamo piccoli. Parlava di lei e di un tenero
asinello che ogni giorno andava a trovare. Non potrebbe essere questo il suo regalo per il compleanno?
Una sorpresa più che un regalo. Una sorpresa che renderà speciale questa vacanza!»
Donata parla tutto d’un fiato senza fermarsi neppure un
istante.
Convincono il papà che ricorda di aver già sentito quel
nome.
Capitolo secondo
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«Tonino è un vecchio bizzarro e solitario che tutti in
paese conoscono come l’imbalsamatore. Abita vicino
al fiume e possiede un’inquietante collezione di animali
imbalsamati di ogni tipo!»
I bambini rabbrividiscono al solo pensiero.
«Andiamo a parlargli» dice il papà senza esitazione.
Devono solo escogitare un piano...
30
Una sorpresa per la mamma
CAPITOLO TERZO
Il passato che ritorna
Felice, al pensiero di un piano per parlare all’imbalsamatore, inizia a saltellare intorno al padre e, con la testa
già tra le nuvole, dice ad alta voce: «Noi andiamo al
mulino e bussiamo alla porta… poi, quando l’imbalsamatore apre, diciamo: “Ci siamo persi, potete aiutarci?”
Che ne dite?»
Nemmeno il tempo di aver pronunciato queste parole
che subito grida: «No! No! Ho cambiato idea! Facciamo
così: noi andiamo, bussiamo alla porta e diciamo: “Buongiorno, vorremmo comprare un animale imbalsamato per
il compleanno della mamma”. Forse così è meglio...»
Allora Donata lo riprende: «Ma sei matto! Io quei poveri
animali non voglio vederli; sembrano vivi, ma sono morti!»
Mentre Donata e Felice s’imbeccano, il papà interviene:
«Rientriamo a casa, la mamma sarà tornata da un
pezzo...»
Allora Donata si avvicina a Felice e, puntandogli minacciosamente il dito indice sul naso, gli dice: «Ti rac-
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Il passato che ritorna
comando, tieni la bocca chiusa, altrimenti la sorpresa
alla mamma salta!»
Il padre, conoscendo Felice, lo tira a sé e gli sussurra
all’orecchio: «Tua sorella ha ragione, se vogliamo regalare Daimano alla mamma devi tenere la bocca ben
chiusa e non fare domande che la possano insospettire!
Chiaro?»
Felice con un sospiro annuisce e di corsa li precede all’auto.
Intanto la mamma è tornata a casa e, nonostante la
lunga mattinata di lavoro e il pranzo saltato, è soddisfatta, perché ha fatto nascere una nuova vita.
Arrivata in cucina, chiama: «Bambini, sono tornata! Dove
siete?»
Non arriva risposta, allora, pensando che i figli siano andati a fare una passeggiata col papà, decide di aspettarli in giardino.
Lucia si stende sulla sedia a sdraio, chiude gli occhi e,
ripensando alla nascita del vitellino, le torna in mente
quando viveva nella fattoria dei nonni con i genitori.
Degli animali della fattoria Lucia ricorda quando l’asina
Capitolo terzo
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aveva dato alla luce un simpatico asinello, che era diventato il suo compagno di giochi. Però un giorno l’asinello era inciampato e si era fratturato una zampa. Era
arrivato il veterinario e, con una stecca e una fasciatura, aveva immobilizzato la zampa.
Siccome l’asinello non poteva muoversi, Lucia se n’era
presa cura, coccolandolo con amore. Alla fine dell’estate era arrivata la notizia che la famiglia doveva trasferirsi a Roma per il lavoro del suo papà. Lucia ricorda
che salutare l’asinello era stato veramente duro.
In lacrime gli aveva detto: «Devo andare via, ma prometto che tornerò ogni estate e giocheremo ancora insieme!»
Poi di corsa era scappata, ma nell’allontanarsi le era
sembrato di sentire: «Non ti dimenticherò mai, piccola
principessa dai capelli d’oro!».
Di scatto Lucia si era girata, pensando che l’asinello
avesse parlato, ma poi, vedendolo immobile a mangiare
il fieno, aveva pensato: “Gli animali non parlano!”
In seguito, alla morte dei nonni, la fattoria, con l’annesso
mulino, era stata venduta a un giovane di nome Tonino.
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Il passato che ritorna
Erano passati gli anni, ma Lucia non aveva mai dimenticato il suo amico asino; anzi, proprio per il suo amore
verso gli animali, era diventata veterinaria.
Mentre Lucia è ancora persa nei suoi ricordi, Felice,
arrivato all’auto, apre la portiera davanti e si piazza
sul sedile accanto al guidatore.
Donata, nel vederlo, va su tutte le furie e urla: «Felice
è piccolo, deve stare dietro! Io devo stare davanti!»
A queste parole Felice le fa la linguaccia e, in un
lampo, mette la cintura di sicurezza, costringendo Donata, nonostante le proteste, a sedersi dietro.
Quando l’auto parte, Donata si avvicina al sedile del
papà e gli propone: «Pa’, perché non andiamo a fare
un giro di perlustrazione al vecchio mulino? Può darsi
che ci venga qualche idea!»
«Sì! Sì! Papi! Andiamo! Andiamo!» dice Felice.
Il papà tentenna, pensando alla mamma a casa, ma
poi si lascia convincere da Felice, che seduto al suo
fianco continua a tirargli la giacca, dicendo: «Dai
papi! Dai papi! Ti prego, andiamoci!»
Capitolo terzo
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Il papà percorre con cautela il vecchio sentiero che
conduce in prossimità del fiume: è lì che sorge l’antico
mulino; è lì la casa di Tonino e dei suoi sfortunati ospiti
imbalsamati.
Donata e Felice sono impazienti, non vedono l’ora di
arrivare alla meta, ma la strada non è agevole, bisogna
procedere lentamente per evitare sassi e buche.
«Papà» chiede a un tratto Felice «Perché il signor Tonino è soprannominato l’imbalsamatore? Che cosa fa di
preciso un imbalsamatore?»
Il papà risponde: «Mi dispiace dirlo, ma il signor Tonino
non è certamente uno che ama gli animali, perché invece di curarli, come fa la tua mamma, li cattura con
delle trappole, poi li uccide per trasformarli in animali
impagliati, da esibire come una collezione di francobolli
agli amici».
«Certamente ha qualche rotella fuori posto!» sentenzia
Donata e poi continua: «Gli animali vanno rispettati e
amati! Cosa te ne fai della compagnia di un animale imbalsamato che sta immobile, che non corre e non gioca
con te? Non può darti amore e tu non puoi dargliene!»
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Il passato che ritorna
Ma ecco… il vecchio mulino è proprio davanti ai loro
occhi. È un vecchio rudere ridotto in macerie e circondato da folte erbacce; le finestre ricoperte di polvere
e le ragnatele lo fanno assomigliare a un castello delle
streghe, unito all’imponente ma fatiscente fattoria.
«Ragazzi, ecco, siamo arrivati!» esordisce il papà, tirando il freno a mano.
Tutti e tre scendono dall’auto e si nascondono dietro una
siepe per osservare meglio la zona. Dalla loro posizione
possono vedere distintamente il mulino, senza essere notati. A un tratto la porta del mulino, con un cigolio, si spalanca e davanti a loro appare il terribile Tonino.
È un omino basso e magro con i capelli arruffati, la
barba grigia e incolta; sembra molto agile, nonostante
l’età. Indossa dei pesanti pantaloni e calza un paio di
grossi scarponi, in mano ha delle corde e un sacco, che
infila nei passanti dei pantaloni.
Nel vederlo Felice si attacca al braccio del padre e
sussurra: «Papà, ha un aspetto spaventoso! Si vede da
lontano che è cattivo! Dove va con quelle corde e il
sacco?»
Capitolo terzo
37
Il papà lo rassicura: «Non temere, non può vederci! Ora
si dirige nel bosco per vedere se le sue trappole hanno
catturato degli animali».
38
CAPITOLO QUARTO
Un’avventura nel bosco
«Giacomo! Giacomo! Giacomo! Cosa facciamo? Dai,
non abbiamo molto tempo per pensare! Il nostro obiettivo si sta allontanando!» Felice trema. Non riesce a
stare fermo. È emozionato e, quando è molto agitato,
chiama il padre per nome, anziché semplicemente papà.
«Ma sta’ fermo! Non riesci proprio a stare zitto! Sembri
un grillo che salta di qua e di là!» interviene Donata con
tono di rimprovero. In realtà ha paura che li scoprano.
Felice la guarda, scuote le spalle e canzonandola dice:
«Bla, bla, bla... gneh, gneh, gneh!»
«Calma, ragazzi! Lasciatemi pensare!» il padre si rivolge
ai bambini con una tale calma che subito i loro animi si
acquietano.
Allora Donata gli si avvicina e sussurra: «Papà, dobbiamo seguire l’imbalsamatore, chissà che cosa avrà in
mente di fare con le corde e il sacco e se…»
Felice interrompe la sorella e tutto d’un fiato continua:
«Eee… se la mamma fosse qui, si sarebbe trasformata in
40
Un’avventura nel bosco
una gazzella e con scatto felino si sarebbe catapultata
nel bosco in aiuto degli animali, senza starsene con le
mani in mano!» e riprendendo fiato «Perché gli animali
hanno dei diritti!»
A quelle parole Giacomo drizza le orecchie e guarda
con fierezza il figlio. Subito nella sua mente appare ben
nitido l’articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale che afferma: “Nessun animale dovrà essere sottoposto a maltrattamenti e ad atti crudeli”.
A quel punto il padre alza il braccio e, sorridendo,
punta l’indice verso il cielo, come se fosse un paladino
della giustizia, e con tono risoluto si rivolge ai bambini:
«Oh, miei prodi cavalieri, il bosco ci aspetta!»
Felice e Donata non credono ai loro occhi e guardano
allibiti il padre che ora, ai loro occhi, sembra più un supereroe che un giornalista.
Intanto Giacomo si sta già dirigendo con passo deciso
verso il sentiero che si inoltra tra gli alti alberi dietro il mulino. I bambini lo raggiungono ma Tonino è ormai sparito.
Entrano nel bosco e si guardano intorno. Gli alberi
hanno fusti lunghi come il collo di tante giraffe e le loro
Capitolo quarto
41
spesse radici emergono dal terreno. Sono carichi di foglie dalle più svariate forme e sono illuminati dai raggi
del sole che a fatica si infilano tra i rami intrecciati in
fiore. Si respira l’intenso profumo dei pini e del muschio.
Camminano lentamente e in silenzio su un tappeto di
erba misto a foglie. Odono lo scroscio di un lontano ruscello, uccelli che cantano, il picchiettare di un picchio, il verso di animali nascosti nelle loro tane o dietro
i cespugli. Vedono scoiattoli che saltano da un ramo
all’altro e insetti sconosciuti.
Felice, Donata e papà Giacomo per un attimo non
pensano più all’imbalsamatore, ma sono incantati dalla
bellezza della natura. Il bosco è meravigliosamente
vivo.
TAC TAC... SCRASH... SCRIC... FRRR... SCRAH... GNIIII...
CAIIII... SCRASH... GNIIII... CAIIII...
All’improvviso dei rumori e il guaito di un animale li riportano alla realtà. Donata, impaurita, si nasconde
dietro il padre e dice: «Papà, hai sentito?»
E Felice, prendendola in giro: «Donata ha pauura. Donata ha pauura!»
42
Un’avventura nel bosco
«Felice, non è il momento di scherzare!» esclama Giacomo in tono di rimprovero «Questi rumori provengono
da quei rovi laggiù. Andiamo a vedere!»
Tra i rovi trovano una giovane volpe ferita a una zampa.
È stata catturata da una piccola trappola a scatto. Felice è sconvolto. Donata piange. Giacomo fa segno ai
bambini di stare tranquilli e si avvicina lentamente all’animale ferito, con una tale calma che il volpacchiotto
si lascia accarezzare.
Mentre cerca di liberarlo, una voce rauca alle loro
spalle esclama: «Fermi! Che cosa state facendo con la
mia trappola!»
Ebbene sì, quella voce è proprio di Tonino. Si girano
verso di lui. Subito Donata, con grande coraggio, si avvicina all’omino. Guardandolo negli occhi e supplicandolo dice: «Per favore, signore, possiamo liberare la
volpe? Non la uccida. È ferita. Guardi come sta soffrendo! Possiamo portarla dalla mia mamma? È un veterinario, può guarirla».
Tonino per qualche minuto rimane in silenzio. L’espressione del suo viso è seria ma non è poi così cattiva. Per
Capitolo quarto
43
un attimo dal suo sguardo traspare dolcezza mista a indecisione, ma poi con fermezza risponde: «L’animale è
mio! La trappola è mia! Se io vi do la volpe, che cosa mi
date in cambio?»
Interviene papà Giacomo e rivolgendosi all’imbalsamatore, con molta gentilezza, dice: «Salve, signor Tonino,
ci scusi se abbiamo maneggiato la sua trappola ma non
potevamo sapere che fosse sua. Quando abbiamo visto
questo animale intrappolato e ferito, abbiamo subito
cercato di liberarlo. Le prometto che, se ci lascerà portar via la volpe, torneremo da lei al mulino e ci metteremo d’accordo sul come risolvere questa situazione».
Felice e Donata sono immobili e quasi trattengono il respiro. Tonino li guarda e, rivolgendosi a Giacomo con
tono minaccioso, risponde: «Prima di tutto, come fate a
sapere il mio nome e dove abito?»
E Giacomo «Tutti in paese sanno chi è lei. Si fidi di me,
se le dico che torneremo. Io mi chiamo Giacomo e questi sono i miei figli; noi siamo qui in vacanza… Mia moglie da bambina viveva da queste parti. Ora mi dia la
volpe, per favore!»
Tonino seccato replica: «Va bene, prendete quella be-
44
Un’avventura nel bosco
stiaccia; ci vedremo domani mattina al mio mulino!»
Nel frattempo la mamma, ignara di tutto, è rientrata in
casa e si rilassa, pensando alla sua infanzia e all’asinello. Non può certo immaginare che Felice, Donata e
Giacomo stanno tornando a casa con una piccola
volpe ferita sul sedile posteriore dell’auto. Appena arrivati, Felice corre verso la porta di casa urlando:
«Mamma, mamma, vieni, aiutaci!»
Lucia sente la voce preoccupata e agitata del figlio e
va all’ingresso di casa. Davanti a lei ci sono Felice e
Donata che con preoccupazione guardano un volpacchiotto sanguinante tra le braccia del papà.
Si avvicina all’animale e lo accarezza. Poi, rivolgendosi
alla figlia, dice: «Donata, vai a prendere la mia valigetta del pronto soccorso. Non preoccupatevi, non è
nulla di grave. Medicherò e fascerò la zampa. Nel giro
di pochi giorni potrà di nuovo correre. E poi mi spiegherete dove l’avete trovata e soprattutto dove siete
stati per tutto il pomeriggio!»
Felice, Donata e Giacomo perplessi si guardano e sembra che si chiedano: «E adesso... che cosa le raccontiamo?!»
Capitolo quarto
45
CAPITOLO QUINTO
Un’innocente bugia
Donata corre a prendere la valigetta del pronto soccorso. Intanto la madre, con l’aiuto di Giacomo, sistema
la volpe sul tavolo della cucina, apre le finestre, indossa il camice da lavoro e si mette all’opera.
«Mamma, posso restare a guardare?» chiede Donata
alla mamma, porgendole la valigetta. La madre annuisce, ma aggiunge: «Se non ti impressioni…» e intanto
apre la valigetta ed estrae gli appositi strumenti.
Li guarda, riflette, poi sceglie. Prende delicatamente
delle forbicine, le disinfetta con cura, le stringe tra le
dita e fa un piccolo intervento alla zampina della
volpe, dopo aver fatto una lieve anestesia.
Nel frattempo i ragazzi, con il padre, da un angolo
della cucina, assistono con timore e ansia al piccolo
intervento, notando con grande orgoglio che la
mamma si destreggia con sicurezza e perizia, dimostrando di essere un’ottima curatrice di animali. La bestiola soffre, si agita e dalle mani di Lucia cadono le
46
Un’innocente bugia
forbicine. Giacomo le raccoglie, le disinfetta di nuovo,
restituendole alla moglie che continua a ripulire la ferita
chiedendo a Donata di prenderle dalla valigetta un
ago e del filo per poterla suturare.
L’operazione non è semplice perché la volpe continua
a muoversi.
«Tenetela ferma» dice Lucia a Donata e a Giacomo e
intanto cuce e ricuce fino a richiudere ben bene i lembi
della ferita.
Alla fine, dopo averla disinfettata, avvolge la zampina
con una benda, mentre Donata, chiudendo gli occhi,
esclama: «Mamma, hai finito?»
«Qualche attimo ancora» le risponde la mamma.
Il silenzio profondo della cucina è rotto dal pianto di
Donata che si avvicina alla volpe, la accarezza a
lungo e le sussurra: «Guarirai presto e magari rimarrai
con noi...»
Poi, rivolgendosi alla madre, chiede: «Guarirà presto,
vero mamma?»
La mamma la tranquillizza rispondendole che tra pochi
giorni potrà perfino camminare.
Capitolo quinto
47
Poi tutti insieme sollevano la volpe e la adagiano in una
cesta, la coprono con una coperta e la sistemano nella
stanzetta di Felice e Donata. Giacomo guarda la volpe
e pensa tra sé e sé alla tragica fine che avrebbe fatto
se non l’avessero trovata quel pomeriggio nel bosco.
«Ora lasciamola riposare in pace» sussurra Giacomo ai
figli e, uscendo dalla stanza, chiude la porta delicatamente.
Frattanto la mamma, guardando l’orologio, si rende
conto che è ormai ora di cena e si affretta a ritornare in
cucina, questa volta per preparare qualcosa da mangiare.
«Donata, per favore, dammi una mano, aiutami a ripulire
la cucina e il tavolo; si è fatto tardi e devo preparare
la cena in fretta» grida la mamma.
Donata obbedisce e, con grande pazienza e con
animo ormai rassicurato, rassetta la cucina, togliendo
tutte le macchie di sangue e disinfettando ben bene il
tavolo e il pavimento.
Frattanto la mamma chiede: «A proposito, dove l’avete
trovata?»
48
Un’innocente bugia
Donata, facendo finta di non capire, risponde: «L’avete
trovata, cosa…?»
«La volpe!» ribatte la mamma.
Non sapendo cosa dire, Donata tergiversa un po’, biascicando qualche mugugno strano, ma viene fortunatamente salvata dalla voce del fratello che urla: «Mamma,
è pronta la cena? Ho fame!»
«Fra qualche minuto!» risponde Lucia «Intanto, lavatevi
le mani e sedetevi a tavola».
In un baleno tutti si siedono a tavola e la mamma
serve la cena. Porta in tavola dell’arrosto con l’insalata e, appena assaggia il primo boccone, si ricorda
della domanda a cui prima di cena non aveva ricevuto risposta, e la riformula: «Allora, si può sapere
dove avete trovato la volpe?»
I bambini e Giacomo si guardano in faccia imbarazzati e ognuno si aspetta che l’altro dia una risposta
credibile, senza fare nessun accenno a Tonino e alla
trappola che aveva ferito la volpe.
Capitolo quinto
49
Giacomo, per evitare di rispondere, finge di aver sentito
squillare il cellulare e va nell’altra stanza. Felice farfuglia qualcosa di incomprensibile, sperando che Donata
gli dia una mano e, piegandosi sotto il tavolo, fa finta di
cercare qualcosa che gli è caduto dalle tasche.
Intanto Giacomo ritorna in cucina, si risiede a tavola
e prende la parola: «Siamo stati nel bosco perché Felice non capiva una lezione di scienze sulla fotosintesi clorofilliana, così ho avuto l’idea di fargli capire
meglio l’argomento, osservando le piante dalle radici
alle foglie. Mentre studiavamo attentamente una
pianta è apparso il volpacchiotto che si aggirava
tutto solo nel bosco alla ricerca della sua mamma».
Felice e Donata ascoltano la storia divertiti, intuendo
che il papà si sta inventando tutto guardando la
mamma, che pare convinta del racconto.
Interviene Felice: «È per colpa mia che il volpacchiotto
si è fatto male, perché per staccare una foglia ho fatto
spezzare il ramo che è caduto sulla sua zampina».
«È stato solo un caso, Felice, non ti sentire in colpa,
noi tutti amiamo gli animali e non faremmo mai nulla di
50
Un’innocente bugia
proposito per danneggiarli» aggiunge Lucia sorridendo e abbracciandolo, contenta di aver trasmesso
ai suoi figli l’amore che lei nutre per gli animali.
Terminata la cena, i bambini si alzano da tavola, contenti per la versione dei fatti che il padre ha dato alla
madre a proposito del ritrovamento della volpe.
«Abbiamo evitato di parlarle di Tonino e delle sue
trappole» sussurra Felice a Donata, mentre si allontanano dalla cucina. «Papà è stato proprio bravo».
Si dirigono nella stanzetta per controllare la volpe e
assicurarsi che tutto proceda per il verso giusto.
Si tranquillizzano solo quando la vedono dormire serena e, dopo averla accarezzata amorevolmente, decidono di fare una passeggiatina intorno a casa.
Mentre camminano, Felice chiede a Donata: «Cosa ci
inventeremo domani, quando andremo a parlare con
Tonino? Che cosa gli daremo in cambio della volpe?
Come potremo anche sottrargli l’asinello?» e Donata
aggiunge: «Come faremo a uscire di casa senza essere notati dalla mamma?»
«Donata, ci pensiamo domani, sono troppo stanco,
rientriamo a casa» ribatte Felice.
Capitolo quinto
51
Rientrati, si dirigono nella loro stanzetta silenziosamente, per non svegliare i genitori che intanto si sono
addormentati e, dopo aver teneramente accarezzato
la volpe, indossano il pigiama e si infilano a letto, consapevoli che il giorno dopo sarà una giornata molto
faticosa.
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CAPITOLO SESTO
Uno scambio ben riuscito
Felice cade subito in un sonno profondo, mentre Donata
non riesce ad addormentarsi e si gira e rigira nel letto,
cercando una posizione comoda. Il pensiero di non sapere cosa dire a Tonino non abbandona la sua mente
e le impedisce di essere serena. Finalmente, dopo un
po’, riesce a prendere sonno.
La notte trascorre tranquilla.
Il cinguettio degli uccelli li sveglia alle luci dell’alba che
con i suoi colori penetra attraverso le persiane, inondando di luce la stanza.
Una volta svegli, il loro primo pensiero è quello di andare
a controllare la volpe. Si avvicinano alla piccola e, con
grande sgomento, notano che sta tremando: è molto agitata, ha gli occhi arrossati e lo sguardo smarrito.
«Donata, secondo te perché la volpe trema così tanto?
È normale?» chiede Felice.
«Penso che sia la reazione all’anestesia, mamma mi ha
sempre detto che al risveglio da una anestesia tutti gli
animali tremano» risponde Donata.
54
Uno scambio ben riuscito
«Non sarà, per caso, per il fatto che si è risvegliata in
un ambiente a lei sconosciuto?» aggiunge Felice.
Donata, senza rispondere, accarezza la volpe delicatamente e, massaggiandole la zampina ferita, non
può fare a meno di notare che, nonostante tutto, il suo
manto, dall’arancio brillante, è uno spettacolo per la
loro vista.
Mentre Felice rimane accanto alla volpe a coccolarla
e a rassicurarla, Donata scende in cucina a prenderle
una ciotola di latte. La porta su, avvicina la ciotola al
muso della volpe e fa in modo che essa beva. La bestiola appare ormai tranquilla e serena, così i due bambini, dopo averle risistemato la coperta, decidono di
scendere, silenziosamente, a fare colazione. Sistemati
sulla tavola latte, biscotti e cereali, affamati si mettono
a mangiare.
«Fratellino, hai pensato a cosa dare a Tonino in cambio della volpe?» domanda Donata.
«Non ne ho la minima idea...!» risponde Felice «Tu, cos’avresti in mente?»
«Tonino è un uomo cupo e triste: cosa gli potrebbe piacere?»
Capitolo sesto
55
Intanto Giacomo entra in cucina e, visto che per le scale
ha ascoltato la conversazione tra i due ragazzi, suggerisce: «Che ne dite se gli regalassimo un cesto pieno
di frutta e delle specialità del luogo?»
I bambini si guardano, pensando entrambi che forse
l’idea del padre sia la più adatta alla situazione e gridano: «Wow papà, che bella idea!»
«Non urlate, bambini, la mamma ci potrebbe sentire» aggiunge il papà.
E continua: «Donata, bevi in fretta il latte e poi corri in
soffitta a prendere il cesto del pic-nic prima che si svegli la mamma!» Quindi, rivolgendosi a Felice, gli ordina
di andare nel frutteto dietro casa a cogliere un po’ di
frutta.
In un baleno i due bambini eseguono gli ordini. Dopo
pochi minuti il cesto è già pronto sulla tavola. Vanno in
fretta a vestirsi, mentre il papà sistema il cesto nel portabagagli della macchina. Intanto la mamma, svegliata
dai rumori, scende in cucina e nel vedere la colazione
già pronta e i figli già vestiti con grande stupore
esclama: «Cosa ci fate già in piedi?»
56
Uno scambio ben riuscito
«Mamma, ci siamo svegliati presto perché eravamo preoccupati per la volpe e così siamo scesi a preparare la
colazione!» risponde Donata «Visto che siamo già vestiti, abbiamo deciso di fare una passeggiata nel bosco
insieme a papà. Puoi badare tu alla volpe, mentre noi
saremo fuori casa?»
«Certo, andate pure, baderò io alla volpe e nel frattempo mi dedicherò anche alle faccende di casa» risponde la mamma, divertita da tutto quell’entusiasmo.
I tre allora escono di casa e salgono in macchina. Durante il tragitto si fermano in un negozio di alimentari e
comprano un pezzo di formaggio, del pane, dei dolci e
della marmellata di fragole. Poi si fermano in un’edicola
e comprano un biglietto sul quale scrivono: “Sappiamo
che in fondo, in fondo hai un cuore tenero, perciò con
affetto ti facciamo questo dono”.
Dopodiché proseguono per il mulino di Tonino.
Quando arrivano, l’uomo apre la porta e loro subito notano che ha indosso un grembiule sporco di sangue. Felice e Donata cominciano a piangere, pensando che
lui abbia ucciso un altro animale e Felice gli dice: «Sei
Capitolo sesto
57
cattivo, come hai potuto uccidere di nuovo un animale
indifeso?»
Il padre si intenerisce e abbraccia forte i figli, poi, prendendo il cesto, commosso esclama: «Gli animali sono esseri viventi e non si uccidono».
Tonino a quel punto comincia a ridere e dice: «Siete
proprio degli sciocchi, io non ho ucciso nessun animale,
stavo solo preparando il ragù, ma continuerò a essere
un imbalsamatore, è meglio che lo sappiate».
I bambini si asciugano gli occhi e gli dicono: «Non è giusto uccidere gli animali, loro che ti hanno fatto di male?
Sono creature indifese e non meritano la sofferenza».
Tonino risponde: «Questo è il mio lavoro e non so più
fare altro, e del vostro cesto non so che farmene».
A quel punto, a Giacomo viene un’idea: guardandosi
attorno, si rende conto che il mulino è in pessime condizioni e così propone a Tonino: «Se preferisci, in cambio
della volpe, noi ti aiuteremo a sistemare il mulino».
Tonino osserva le pareti rovinate, la muffa e i mobili vecchi, così accetta la proposta di Giacomo.
58
Uno scambio ben riuscito
I quattro, allora, si rimboccano le maniche e si mettono
all’opera. Tonino prende gli arnesi da lavoro e affida a
ognuno un compito preciso. Felice pulisce le pareti dalla
muffa, Donata provvede a togliere tutte le ragnatele e
a lavare i mobili vecchi, mentre Tonino e Giacomo con
il calcestruzzo riempiono le crepe che si trovano nelle
pareti. Tonino lavora silenziosamente ed è molto scorbutico e scostante. I bambini, invece, ogni tanto, gli sorridono. Il lavoro è lungo, ci sono crepe da tutte le parti,
pareti distrutte e mobili ancora da spostare.
Passano le ore e, mentre Giacomo sta imbiancando le
pareti, il secchio di pittura si capovolge e lui scivola
sporcandosi di pittura. I bambini cominciano a ridere.
Tonino all’inizio trattiene la risata, ma poi scoppia a ridere a crepapelle e aiuta Giacomo a rialzarsi.
I quattro sembrano essere ora molto affiatati, è come se
tra loro si fosse creata una perfetta sintonia.
Capitolo sesto
59
CAPITOLO SETTIMO
Un nuovo amico
Tonino ritorna subito serio e pensa a come salvare dall’imbarazzo il pover’uomo che si è sporcato tutto di pittura.
«Ancora non conosco i vostri nomi» dice Tonino.
Subito, turbato per la figuraccia che ha fatto cadendo
dentro il secchio pieno di vernice, il papà, pulendosi la
mano sporca sui pantaloni inzuppati, interviene: «Sono
Giacomo, non ricordi il mio nome? Questi sono i miei figli,
Donata e Felice, sono simpatiche canaglie che amano
tanto gli animali, come del resto la loro mamma e io, e…
non come alcune persone che degli animali fanno la
loro fonte di guadagno...»
Tonino cerca di cambiare discorso per togliersi dall’impaccio e propone a Giacomo di cambiarsi i vestiti sporchi, indicandogli una scaletta di ferro tutta scrostata e
in parte arrugginita.
«Se vuoi, puoi salire di sopra e cercare tra i miei vestiti
qualcosa che ti possa andare bene. Io sono piccolo di
60
Un nuovo amico
statura›› dice Tonino «ma dovresti trovare una tuta che
ti possa andare bene».
Felice tutto spaventato si avvicina a Giacomo.
«Aspetta, aspetta, pa’… non ci lasciare da soli, ho
tanta paura che possa arrivare qualcuno con un lungo
coltello e...»
«E cosa?» interviene Tonino che ha sentito «Io non faccio male ai bambini».
«Sì, ma fai male agli animali ed è la stessa cosa!» piagnucola Felice «Rimani, rimani, pa’...»
Intanto Donata trova in un angolo del mulino un gattino
tutto bianco con un occhio nero che miagola insistentemente e le salta addosso leccandole il viso.
«Papà, guarda cosa ho trovato!»
Giacomo osserva Tonino con aria interrogativa come a
dire: “Che coraggio maltrattare un gattino così indifeso!”
All’improvviso, sbuca da una porta secondaria un bambino di corporatura gracile e delicata, dal viso singolare,
dai lineamenti marcati, con una faccia pallida e smunta,
con un ciuffo di capelli di un giallo quasi bianco e due
occhietti celesti che scrutano con attenzione gli ospiti.
Capitolo settimo
61
Tonino, amorevole, prende in braccio il bambino e si dirige verso Donata e Felice che lo guardano incuriositi.
«Questo è mio nipote Dario, e questa è Stellina la sua
amica gattina che gli fa tanta compagnia da quando è
venuto ad abitare qui da me, con i suoi genitori, perché hanno perso il lavoro. Da quel momento, sapete,
mio nipote è diventato sempre più timido e triste e non
c’è nessuna cosa che lo possa far sorridere. Non ha
amici e passa le giornate a giocare da solo con quella
playstation e io sono preoccupato».
Felice si avvicina alla gattina ma questa con un balzo
salta sulle spalle di Dario e poi di corsa scende per
scappare fuori. Felice e Dario la inseguono ed escono
saltellando seguiti da Donata.
A un tratto si sente la voce di una donna che entra dalla
porta e dice: «Papà, cos’è tutta questa baraonda?
Sono appena rientrata dal mercato e ho sentito un forte
odore di vernice».
«Abbiamo ospiti, Giorgia!» esclama Tonino alla figlia e
rivolto a Giacomo: «Questa è la mamma di Dario».
Giorgia, intanto, si guarda intorno e vede le pareti quasi
nuove e per metà imbiancate.
62
Un nuovo amico
«Che cosa state facendo?» s’interroga incuriosita.
«Ci hanno offerto un aiuto per ristrutturare il vecchio mulino in cambio di una volpe che dovevo imbalsamare»
esclama Tonino.
I tre sono soli nella stanza e il vecchio, come perso nel
proprio pensiero, inizia a raccontare la sua storia:
«Quando ho comprato la fattoria con il mulino, gli affari
andavano per il meglio, ma un giorno la mia gioia finì e
mi ritrovai al verde, con una famiglia da mantenere e
senza lavoro, così, per arrotondare i miei guadagni,
m’inventai un nuovo lavoro e diventai imbalsamatore».
Tonino, mentre parla, diventa triste e scuro in volto.
Intanto fuori i tre stanno facendo amicizia.
«Che bella questa gattina! Io a casa ho una volpe che
la mia mamma sta curando perché è stata ferita da una
trappola lasciata lì da una persona cattiva» esclama
Felice «e abbiamo anche un…»
«Non rivelare il nostro segreto!» interviene Donata «Sai
che non conviene parlare con lui di Daimano».
«Chi è Daimano? Voglio conoscerlo» ribatte Dario, che
ha sentito tutto.
Capitolo settimo
63
«Allora rientriamo in casa e vediamo se tua madre ti
permetterà di venire con noi» dicono i due fratelli.
«Sì, sì...» e tutto contento Dario rientra in casa.
«Mamma, posso andare con loro?»
«Potrai andarci solo dopo aver fatto pranzo».
Tonino allora si rivolge a Giacomo: «Potete rimanere a
pranzo, se per voi non è un problema».
«Grazie, ma prima devo avvisare mia moglie che ci
aspetta» interviene Giacomo incerto.
Giacomo telefona a Lucia e racconta una bugia:
«Cara, tornando a casa si è bucata una ruota, quindi
faremo tardi per il pranzo, non ci aspettare!»
E tutti si mettono a tavola. Dopo il pranzo, Giacomo
saluta Tonino: «Domani verremo a completare il lavoro
e riaccompagneremo Dario, se per voi va bene».
Ricevuto il permesso, Giacomo e i tre bambini partono
e, prima di arrivare a casa, passano da Daimano.
L’asinello appena vede il piccolo Dario si rivolge a lui
e dice: «Perché, piccolo, hai quest’aria triste? Forse
anche tu hai un padrone che ti tratta male?»
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Un nuovo amico
Dario è stupito, ma, incoraggiato da Donata e Felice, risponde: «No, no, i miei genitori mi vogliono tanto bene
e non farebbero mai del male agli animali! Anzi, mio
nonno fa di tutto per renderli vivi! Sono triste perché non
ho amici, da quando ci siamo trasferiti al mulino del
nonno».
«Figliuolo» replica Daimano «guardati intorno e troverai
tanti amici che ti terranno compagnia, pronti sempre ad
aiutarti. Anch’io ho trovato questi due nuovi amici!»
La loro conversazione viene però interrotta.
«Forza, ragazzi, andiamo a casa perché la mamma ci
sta aspettando» interviene il papà «e poi che cos’ha
quest’asino che continua a ragliare tutto il tempo? Diamogli un po’ di biada fresca e una bella strigliata e poi
subito a casa».
Intanto Lucia è sola in casa e guarda fuori dalla finestra.
I raggi del sole la invitano a seguirli all’aperto, così esce
in giardino immersa nei suoi pensieri. Da lontano le pare
di sentire ragliare un asino e con nostalgia ricorda quell’asinello che lei ha lasciato tanti anni prima.
Capitolo settimo
65
All’improvviso sente il rumore dell’auto e una vocina che
urla: «Mamma come sta la volpe? È guarita? Possiamo
prenderla in braccio?»
«Che furia! Ciao... E voi dove siete stati tutto questo
tempo? E chi è questo bambino che è con voi?»
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CAPITOLO OTTAVO
Nuova vita
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Felice, imbarazzato, risponde alla mamma: «Ehmm…
Ehmm…» mentre scende dalla macchina seguito dalla
sorella e da Dario.
«Ma come, sei diventato proprio tontarello! Non ricordi
che senza il suo aiuto saremmo dovuti rientrare in
groppa a un asinello?» risponde Donata con voce
scherzosa.
I tre si mettono a ridere, per la battura di Donata che li
ha tolti dall’impaccio di dover dare una risposta alla
mamma.
Dario, poi, come in un’esplosione di gioia, avanza ed
esclama: «Io sono Dario! Sono venuto qui per divertirmi,
per stare in vostra compagnia e voglio scacciare la tristezza di chi gioca solo soletto con amici virtuali!»
Lucia, che è una mamma accorta e sensibile, leggendo
negli sguardi di Dario e dei suoi figli l’intesa perfetta
creatasi tra loro, non pone altre domande e li conduce
in casa, mentre il marito sistema l’auto.
Nuova vita
Entrati in cucina, si avvicina al frigo e tira fuori un’invitante torta al cioccolato con il cuore di Nutella e guarnita di soffice panna montata. Solo a guardarla fa
venire l’acquolina in bocca anche ai meno golosi. Tutti
si avvicinano al dolce per assaporarne, anzi, divorarne
più di una fetta. Intanto mamma Lucia osserva e chiede:
«Da dove vieni, piccolo angelo dai capelli d’oro?»
«Di sicuro non dal cielo» risponde Dario «ma da…»
Felice, con il suo carattere esuberante, prontamente interviene: «L’abbiamo incontrato per caso con suo nonno
Tonino!»
Questo nome risulta familiare a Lucia, che rimane alquanto stupita, ma continua a dedicarsi all’allegra combriccola, senza indagare ulteriormente.
La torta, la pancia piena e l’afa pomeridiana hanno
quasi fatto dimenticare a Felice e Donata la loro piccola amica, la volpe. Corrono in camera con Dario, lasciando in cucina la mamma e il papà, che è arrivato e
anche lui si sta gustando una fetta di torta.
Fiammetta, la volpe, intanto, recuperate le sue forze
dopo le premurose cure prestate dalla mamma non è più
Capitolo ottavo
69
in camera: Dario la vede per primo lungo il corridoio e
le va incontro. La volpe lo tocca con la zampetta e il
bambino intuisce che l’animale vuole comunicargli qualcosa d’importante.
Agitato urla ai nuovi amici: «Presto, venite, la volpe ha
bisogno di noi! Come sapete, l’unione fa la forza!»
La volpe lenta e circospetta esce di casa e Donata,
Felice e Dario la seguono velocemente.
Donata fa in tempo a urlare di corsa: «Mamma, papà,
usciamo un attimo!» e, senza neanche sentire la risposta,
i tre investigatori, come segugi, partono per compiere
la loro missione. Con passo furtivo e spedito si incamminano per uno stretto e tortuoso sentiero, che si trova
oltre la loro casa, oscurato dalle folte chiome degli alberi, che a stento lasciano filtrare qualche fioco raggio
di sole.
Improvvisamente, si trovano in una grande radura, al
centro della quale svetta una maestosa e secolare
quercia i cui rami sono protesi in un caldo abbraccio
lungo il tronco. La volpe, sicura, si dirige verso quel groviglio di rami e radici, si apre un piccolo varco tra il fitto
70
Nuova vita
fogliame e pervasa da un incontenibile amore, si fionda
nella tana e trova i suoi cuccioli stretti stretti come a infondersi calore e sicurezza. I volpacchiotti, annusandola, hanno la certezza di non essere stati abbandonati
e festosi saltellano intorno alla loro mamma. La famigliola
è ormai riunita e può uscire allo scoperto.
I tre, commossi, salutano l’amica volpe e tornano a casa,
dove trascorrono una divertente serata insieme.
Il giorno seguente, come stabilito, Dario rientra a casa,
accompagnato dagli amici, desiderosi di fare una bella
passeggiata in campagna, e da Giacomo, che ha recuperato del materiale da costruzione, lo ha caricato in
macchina, pronto per proseguire i lavori nel vecchio mulino.
Scesi dalla macchina, Donata, Felice e Dario aiutano
Giacomo a sistemare nel mulino tutto ciò che ha trasportato, mentre infervorati raccontano per l’ennesima
volta l’incredibile esperienza vissuta con la volpe.
Tonino dalla finestra ascolta, non visto, le parole dette
dai ragazzi e si commuove. Nella sua mente si affollano
ricordi, pensieri e nuovi propositi.
Capitolo ottavo
71
Di buona lena tutti si accingono a completare il lavoro
già intrapreso e a iniziare le rifiniture. Giacomo si occupa del soffitto e delle pareti più alte; Felice, con la
sua fantasia sfrenata, mischia le vernici e ottiene tonalità insolite; Donata si appresta a decorare la stanza
con murales i cui soggetti vengono suggeriti da Dario.
«Io qui disegnerei la volpe con i suoi cuccioli nella quercia della radura, di fronte, invece, mi piacerebbe l’immagine di un asinello dagli occhioni languidi che
mangia biada fresca e comunica tenerezza e simpatia
a chi lo osserva».
Tonino non resiste a rimanere in disparte, vuole partecipare alla loro gioia, così si avvicina e, nel vedere quel
capolavoro, è pervaso da mille emozioni… vorrebbe
dire tante cose, ma le parole si fermano in gola.
«Nonnn…posso crederci, è una vera meraviglia! Siete
stati bravissimi! Incontrare voi è stata per me una vera
fortuna! Mi avete offerto la possibilità di dare una svolta
alla mia vita. Credo proprio che cambierò lavoro e di sicuro sarete felici per la mia scelta. Diventerò di nuovo il
72
Nuova vita
mugnaio del paese e lavorerò instancabilmente, tutti i
giorni, insieme alla mia famiglia».
«Certo nonno! Anzi trasformeremo il mulino Nuova vita in
una straordinaria fattoria didattica, come quella che ho
visitato con la scuola!»
Capitolo ottavo
73
CAPITOLO NONO
La fattoria didattica
«Certo, ottima idea! Ma mi dovete aiutare!» dice Tonino
pensando alla fattoria.
Dario esclama: «Ma certo!»
«Per fare una fattoria didattica ci vogliono gli animali e
anche un orto e dei laboratori per i bambini» dice Felice.
«Che bello, ci potrebbero essere dei cavalli e papà mi
potrebbe insegnare a cavalcare!» aggiunge Dario.
«Vicino al fiume poi possiamo pescare» dice Felice.
«Ma no... poveri pesci, è più bello osservarli e fare una
passeggiata lungo il fiume» precisa Donata.
Giacomo tutto serio interviene: «È una buona idea, da
queste parti non ci sono fattorie didattiche, ma per farne
una ci vuole un permesso che rilascia la Regione. Io potrei accompagnare Tonino all’ufficio giusto in città, però
noi non possiamo fare tutto il lavoro: la nostra vacanza
sta per finire e poi non siamo esperti. E anche la vecchia fattoria ha bisogno di una bella ristrutturazione».
74
La fattoria didattica
Donata esclama: «Potremmo trasferirci a vivere qui!»
«E poi, se vogliamo regalare Daimano alla mamma, dobbiamo restare in campagna, Daimano non può vivere in
città» afferma Felice preoccupato per il suo amico asinello.
«Papà, dobbiamo anche festeggiare il compleanno
della mamma!» esclamano i due bambini.
«A proposito della mamma, dobbiamo dirle che stiamo
progettando una fattoria didattica...»precisa Giacomo.
Dario, saltellando felice, esclama: «Potreste vivere con
noi e festeggiare il compleanno qui al mulino!»
«Come si chiama la vostra mamma?»chiede Tonino.
Donata e Felice esclamano insieme: «Lucia Gragnolini! È
un’appassionata degli animali e fa la veterinaria».
A Tonino viene in mente quella bambina dai riccioli
d’oro, nipote dei vecchi proprietari della fattoria che
aveva comprato alla loro morte, con l’annesso mulino.
Lui aveva imparato a fare il mugnaio. Per alcuni anni era
stato molto felice, lì, con sua moglie Teresa e la figlia
Giorgia. Lavoravano nel mulino e ne ottenevano un discreto guadagno, ma a un certo punto i contadini che
Capitolo nono
75
76
portavano il grano a macinare cominciarono a coltivare
frutta e ortaggi perché era più redditizio, per cui nessuno portava più grano da macinare al mulino. Inoltre la
gente non aveva il più tempo per fare il pane e la pasta
in casa e comprava tutto già pronto.
Giorgia guarda il viso triste di suo padre e gli dice:
«Papà, non pensare al passato, adesso dobbiamo pensare al futuro. Lucia potrebbe fare la veterinaria degli
animali della fattoria e Paolo la guida a cavallo per le
passeggiate nel bosco».
«Chi è Paolo?» chiede Felice.
«Il mio papà» risponde Dario.
In quel momento entra proprio lui che ha sentito la parte
finale della conversazione e chiede un po’ sorpreso: «Io
dovrei fare cosa? Dove? Chi sono queste persone?»
«Papà questi sono i miei nuovi amici: Donata, Felice e il
loro papà, Giacomo».
«Piacere di conoscervi, ma non capisco cosa succede,
cosa dovrei fare?»
«Stiamo pensando che il mulino con la fattoria potrebbero diventare una bellissima fattoria didattica» spiega
Donata.
La fattoria didattica
«E noi abbiamo pensato che lei potrebbe occuparsi dei
cavalli e fare la guida per le passeggiate nel bosco,
così i bambini di città potrebbero conoscere le piante
e gli animali e imparare ad andare a cavallo» aggiunge
Giacomo.
Paolo, sorpreso ed entusiasta, risponde: «Volentieri!
Sono un appassionato di cavalli, ho imparato a cavalcare quando ero piccolo. Poi la vita mi ha portato in
città e ho fatto tanti lavori, anche il maestro in una
scuola elementare; adesso sono disoccupato. Mi piace
questa idea, mi piace stare in campagna e con i bambini».
Giacomo, guardando l’orologio, dice:«Si è fatto tardi,
dobbiamo andare a casa a mangiare».
«Perché non vi fermate con noi?» propone Tonino.
«No, non possiamo perché Lucia ha preparato la pasta
al forno e sicuramente si preoccuperebbe se non tornassimo anche oggi» risponde Giacomo.
Donata e Felice esclamano: «Papà, può venire Dario
con noi? Dai papà, per favore!»
«Per me va bene! Dobbiamo, però, chiedere a Giorgia
e Paolo se sono d’accordo».
Capitolo nono
77
78
Giorgia dà subito il permesso e la famiglia torna a casa
con Dario, dove trova Lucia indaffarata in cucina.
«Tutti a tavola! Ciao Dario! Sei venuto a provare la mia
pasta al forno vegetariana?» esclama Lucia.
Mentre mangiano, Dario chiede a Lucia se vuole fare la
veterinaria nella fattoria del nonno, Lucia chiede di
cosa si tratta. Felice racconta alla mamma che hanno
conosciuto Tonino, il nonno di Dario, che ha deciso di
ristrutturare il suo mulino, metterlo in funzione, fare il mugnaio del paese, smettere di uccidere gli animali e organizzare una fattoria didattica insieme alla figlia
Giorgia e al genero Paolo, che sono rimasti senza lavoro.
Lucia a quel punto si offre di aiutare Tonino, Giacomo le
dice che lui e i bambini stanno già dando il loro contributo a mettere a posto il mulino. Lucia capisce, a quel
punto, la ragione delle frequenti sparizioni dei figli e del
marito, ma non comprende il perché del segreto su questi lavori. Decide di lasciare perdere, per il momento.
Felice e Donata, con gli occhi accesi dall’entusiasmo, le
dicono che loro vogliono restare a vivere in campagna.
La fattoria didattica
La mamma racconta di quando viveva lì e di quando, a
sei anni, si era dovuta trasferire a Roma, per il lavoro di
suo padre. Lei tornava volentieri per le vacanze da
quelle parti perché anche lei amava la vita rurale.
«Sarebbe bello trasferirsi a vivere definitivamente qui,
ma dobbiamo trovare un lavoro...» aggiunge poi.
Finito di pranzare, vanno tutti al mulino, che Lucia subito
riconosce, e i bambini presentano la mamma a Tonino,
Giorgia e Paolo. Lucia stringe la mano di Tonino e ricorda il giovane a cui i suoi genitori, morti i nonni, avevano venduto il mulino con la fattoria.
«Ma lei non è forse quel Tonino a cui i miei genitori
hanno venduto la fattoria?»
«Sì, sono io! E tu sei quella bambina che amava tanto gli
animali!»
Tonino porta Lucia a vedere il mulino e la fattoria ormai
mezza diroccata.
Visitando i vari ambienti, ognuno propone dei cambiamenti: la stanza grande che ospita la collezione di animali imbalsamati potrebbe diventare il laboratorio per
far fare ai bambini la pasta e il pane. Tonino dice che
Capitolo nono
79
per creare spazio, venderà la sua preziosa collezione
così ci saranno anche un po’ di soldi per i lavori.
Felice, Donata e Dario entrano nel salone con una scatola piena di matite e un grande foglio e cominciano a
progettare la fattoria. Immaginano dei recinti per pecore, capre e maialini, stalle con i cavalli, le mucche e
un toro; un pollaio con le galline, dei pavoni che fanno
la ruota, tartarughe, arnie per le api e infine un’area per
far giocare i bambini; un piccolo giardino botanico e
anche un negozio di souvenir e cibo che ciascun bambino può dare agli animali.
Frattanto gli adulti decidono che la mattina seguente
Giacomo e Tonino andranno all’Ufficio regionale per
chiedere il permesso e tutte le informazioni necessarie
per organizzare la fattoria didattica. Giorgia e Paolo,
invece, cercheranno qualche esperto per organizzare il
tutto.
80
CAPITOLO DECIMO
Il sogno si realizza
L’indomani tutti si svegliano presto per adoperarsi alla realizzazione del nuovo progetto. Arrivati al mulino, trovano
Tonino sull’uscio della porta che li aspetta.
«Entrate in casa, ché Giorgia vi ha preparato una gustosa
colazione, mentre io e papà andiamo in città per fare i
vari documenti necessari alla fattoria».
Intanto i bambini progettano come festeggiare il compleanno della mamma, anche se manca la cosa più importante: il regalo.
A questo pensa Giacomo che durante il viaggio coglie
l’occasione per parlare con Tonino.
«Quando siamo arrivati in campagna, i bambini hanno
visto un vecchio asino in una stalla abbandonata e subito gli si sono affezionati, per cui hanno pensato di regalarlo alla mamma per l’imminente compleanno. Così
siamo arrivati a te, che ne sei il proprietario, per chiederti
di realizzare questo loro desiderio».
Tonino sorride: «Che bella idea! Lucia ne sarà felice.
Quello è proprio l’asino con cui amava giocare da bam-
82
Il sogno si realizza
bina. Per me va bene! Con tutto quello che avete fatto
voi per me e la mia famiglia...»
Arrivano in città e si perdono tra i vari uffici, per cercare
di risolvere tutte le questioni burocratiche.
Intanto al mulino le cose non vanno molto bene.
«Non ci riusciremo mai! Non abbiamo abbastanza soldi»
dicono Giorgia e Paolo, che hanno consultato un vicino
di casa ingegnere per fare una stima di tutti i lavori da
fare.
Ma Lucia, che è molto ottimista, pensa subito che si troverà
la soluzione, anzi l’ha già quasi trovata, ma vuole prima
consultarsi con il marito.
Nel tardo pomeriggio Giacomo e Tonino ritornano a casa
felici e soddisfatti della loro missione cittadina, ma da lontano vedono le facce tristi di Giorgia e Paolo.
«Che cosa è successo?» chiedono.
Lucia risponde per tutti: «Niente, siamo tutti stanchi! È
meglio se andiamo a dormire, perché la notte porta
consiglio...»
Durante la notte Lucia si gira e si rigira nel letto ma poi, finalmente, arriva a una decisione.
Capitolo decimo
83
«Giacomo, svegliati! Devo dirti una cosa. È da qualche
tempo che penso di trasferirmi in campagna, sono
stanca del caos cittadino e questo è un buon momento
per farlo. La famiglia di Tonino ha bisogno di soldi e solo
noi possiamo aiutarli: vendiamo la casa e lo studio e
con una parte del ricavato apriremo insieme la fattoria.
Anche i bambini, hai sentito, vogliono trasferirsi qui».
«E con il lavoro come faremo?» dice Giacomo.
«Tu dici sempre che per scrivere hai bisogno di silenzio
e tranquillità e questo è il posto giusto. Per me invece
sarà ancora più facile, qui avrò tanti animali da curare.
Comunicheremo domani la notizia ai bambini».
«Sarà una giornata ricca di sorprese!» afferma Giacomo.
Finalmente è arrivato il giorno del compleanno e tutti
vanno al mulino. Giorgia li invita sul retro della casa,
dove è stato allestito un ricco buffet con festoni e palloncini.
Nel bel mezzo della festa, da lontano, si vede spuntare
Tonino che porta con sé il vecchio asino.
Felice euforico esclama: «Mamma, questa è la nostra
sorpresa! Lui è Daimano e da oggi vivrà con noi».
84
Il sogno si realizza
La mamma non crede ai suoi occhi e commossa si avvicina all’asino e lo accarezza dolcemente sussurrando:
«Quanti bei ricordi!»
E l’asino emette un forte raglio.
«Anch’io ho una sorpresa per voi» dice Lucia commossa e
spiega i suoi progetti.
È passato un anno, la fattoria didattica, battezzata alla
fine Da Daimano è costruita, la famiglia di Giacomo e
Lucia si è trasferita in campagna e tutto è pronto per
l’inaugurazione. Sono presenti: abitanti del paese, amici
dalla città e giornalisti.
Tutti sono felici ma in modo particolare l’asino che è diventato la mascotte della fattoria.
Al taglio del nastro Felice sente di nuovo parlare l’asino.
«Mamma, Daimano ha parlato! Non lo senti?»
«Io purtroppo no! Ma alla vostra età l’ho sentito anch’io...»
«Mamma perché voi adulti non riuscite a sentire la voce
dell’asino?»
«Sedetevi e ascoltate. Dovete sapere che tra gli animali
e i bambini c’è una forte empatia».
Capitolo decimo
85
«Empa… che?» chiede Donata.
«L’empatia è la capacità di comprendere i pensieri e le
emozioni degli altri e trasformarli in linguaggio. Noi crediamo di aver sentito parlare ma è solo la forza del pensiero».
«Mamma è una cosa bellissima! Mi dispiace che presto diventerò grande e tutto finirà».
«Non disperare, anche se non sentirai più la sua voce lui
continuerà a volerti molto bene. Adesso andiamo, ci
aspettano tutti. Da domani le nostre vite cambieranno…
in meglio!»
86
APPENDICE
1. Il segreto dell’asino
Istituto Comprensivo “Santa Croce” di Sapri – Classi V A/B
Dirigente Scolastico
Raffaela Luciano
Docente referente della Staffetta
Umberto Del Duca
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Francesca Basso, Raffaelina De Roberto, Annamaria Russomando
Gli studenti/scrittori delle classi V A/B
Maria Grazia Amalia Bufano, Luca Cafiero, Nicole De Luca, Davide Franco, Giorgia Massimilla, Valeria Mastrangelo, Chiara Montesano, Lorenzo Scavuzzo, Francesca Spagnolo, Sara Tancredi, Umberto Maria Vassallucci, Angela Artino,
Eleonora Camardese, Marianna Di Giacomo, Rita Diei, Carmen Giudice, Rorkamani Jubin Jafari, Roberta Mandola, Eleonora Mastrangelo, Chiara Palei, Pasquale
Vezi, Maria Claudia Abbadessa, Antonio Filizola, Benedetta Loguercio, Siria
Amato, Francesco Pio Ferrigno, Giovanni Maria Lione, Manuela Meduri, Elia Pisano, Irene Tene
Il disegno è di Benedetta Loguercio
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Scrittura Creativa, sì grazie! La scuola di Sapri, ancora una volta ha aderito
con entusiasmo. Per noi è sempre un momento di stimolo, perché con i bambini la
scrittura diventa “un gioco creativo”. I nostri ragazzi, già del primo incontro hanno
manifestato la gioia di essere i protagonisti dell’avvio della storia. La genialità
dei bambini neo-scrittori, è stata quella di entrare nel gioco paradossale con
l’animale parlante. Il divertimento è stato sovrano perché ogni alunno ha dato
una spiegazione logica e divertente per lo sviluppo della storia… come veri
scrittori! Con serietà e competenza hanno toccato i punti “legali” sui diritti degli
animali e sulla loro tutela. Non è mancata ai bambini l’opportunità di inserire il proprio territorio: Sapri, la ridente cittadina della Spigolatrice”.
APPENDICE
2. Una sorpresa per la mamma
Direzione Didattica. “I. Alpi” di Torino – Classe IV D
Dirigente Scolastico
Celestina Cielo
Docente referente della Staffetta
Silvia Lovino
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Silvia Lovino
Gli studenti/scrittori della classe IV D
Gaia Alibrandi, Silvia Buriasco, Simone Catanzaro, Francesco Ciancia, Daniela
Conte, Giada De Bellis, Elisa De Stefano, Federico Di Stasio, Marika Forlano,
Mattia Giacomarra, Iheb Hadjali, Eduard Lupu, Simone Maio, Aurora Mazza, Alexandra Morosan, Gabriele Multari, Naile Nuhu, Gaia Pirone, Eleonora Rizzieri,
Alessandro Saraceno, Christian Scaletta, Valentino Mihai Sorohan, Loris Vessichelli
Il disegno è di Sara Montella
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Per prima cosa spazio ai bambini, i protagonisti dell'esperienza... “Grazie per
averci dato la possibilità di scrivere una storia vera, come gli scrittori”. “Non è
stato un lavoro facile, ma ci siamo divertiti ed emozionati!”. “Vorremmo ripetere
l'esperienza...”. “Ci siamo impegnati molto”. “Un grazie speciale alla scrittrice Angela Donna che ci ha regalato un bell'incipit”.
Non posso fare altro che concordare con i miei alunni nel ritenere che questa
esperienza sia stata gratificante proprio perché realizzata con il contributo e
l'impegno di tutti.
Grazie a tutti!”.
APPENDICE
3. Il passato che ritorna
I Circolo Didattico “Giulio Rodino” di Ercolano – Classe IV
Dirigente Scolastico
Velio Scarane
Docente referente della Staffetta
Leonilda Colamarino
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Leonilda Colamarino
Gli studenti/scrittori delle classi IV
Marcello Ceglio, Asiamirea Vitiello, Emanuele Leone, Federica Raia, Antonio Imperato, Maria Nocerino, Raffaella Celotto, Ugo Bartolongo, Giuseppe Di Michele,
Lorenzo Fossati, Nunzio Formisano, Gaetano Incoronato, Giorgio Quartucci, Valeria Iacomino, Alessandra Tarantino, Pietro Cozzolino, Maria Francesca, Flora Farina, Andrea Langella, Amedeo Vittorioso, Mena Cozzolino, Assunta Noviello,
Domenica Langella, Alessandra Aiena, Fortunato Condinno
Hanno scritto dell’esperienza:
“… L’esperienza è stata positiva in quanto i ragazzi, entrati nella storia, hanno
capito che ne potevano decidere gli eventi e gli avvenimenti, e questo li ha fatti
sentire vicino al mondo della scrittura che ritenevano appartenesse agli altri, ai
“grandi”, perché difficile. Invece col loro inventare, creare situazioni e dialoghi,
hanno capito che il mondo della scrittura può essere di tutti, e che tutti sono capaci di accedervi, e per ora i veri scrittori sono stati loro”.
APPENDICE
4. Un’avventura nel bosco
Istituto Comprensivo “Vanoni” di Viadana – Classe IV B
Dirigente Scolastico
Patrizia Roncoletta
Docente referente della Staffetta
Argia Nizzoli
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Beatrice Arcari
Gli studenti/scrittori della classe IV B
Chiara Antonini, Matilda Besagni, Francesca Bottoli, Sara Calliku, Sebastiana
Calza, Matteo Coia, Marco Corradi, Valentina Cresceri, Luca De Marco, Sana
Elasri, Sofia Gaetano, Francesca Gigliarano, Annagiulia Gozzi, Vanessa Grigioni,
Rossella Prato, Besim Pupa, Alice Robustelli, Giovanni Romano, Lorenzo Rossi, Nicolas Rossi, Gianmarco Scaroni, Parminder Singh, Alessia Flavia Strimtu, Carmine
Tipaldi
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Grande entusiasmo e vivo interesse hanno dimostrato gli alunni della classe
IV B nell'affrontare per la seconda volta l'esperienza di Scrittura Creativa a più
mani. La lettura e riflessione sui diritti universali degli animali gli ha permesso di
pensare all'atteggiamento che ognuno di loro ha nei confronti di altri esseri viventi che fanno parte direttamente e indirettamente della quotidianità. Ogni
bambino ha cercato di dare il massimo e siamo concordi nell'affermare che partecipare alla stesura del capitolo ci ha resi orgogliosi di noi stessi, molto uniti e
soprattutto responsabili rispetto a ciò che ci veniva chiesto”.
APPENDICE
5. Un’innocente bugia
Istituto Comprensivo “Domenico Cimarosa” - IV Circolo di Aversa - Classe V G
Scuola dell’infanzia
Dirigente Scolastico
Cecilia Amodio
Docente referente della Staffetta
Angela Marrone
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Ida Della Volpe
Gli studenti/scrittori della classe V G
Elisabetta Boccini, Luca Canale, Alessia Cantile, Gennaro Cassese, Pietro Chianese, Antonio Raffaele, Comella Valeria Citarella, Andrea Costanzo, Raffele D'Angelo, Ferdinando Dello Iacono, Mario Diana, Giovanni Eramo, Vincenzo Farinaro,
Imma Iavarone, Nazareno Mollichella, Rosa Sagliocco, Martina Savoia, Rosa
Spatarella, Martina Stabile, Gianluca Tosi, Antonio Tremante, Ilaria Vesevo
APPENDICE
6. Uno scambio ben riuscito
Istituto Comprensivo Statale ad Indirizzo Musicale “Domenico Cimarosa” - IV
Circolo di Aversa – Classe V L
Dirigente Scolastico
Cecilia Amodio
Docente referente della Staffetta
Angelina Marrone
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Ida Della Volpe
Gli studenti/scrittori della classe V L
Andrea Davide Belluomo, Roberta Cantone, Lucrezia Caterino, Nicole Citarella,
Francesco D’Ambra, Marika D’Aniello, Federica D’Aniello, Paola De Simone, Matteo Del Bove, Christian Di Spirito, Anna Magliulo, Francesco Manna, Cristina Matrone, Davide Pecovela, Francesco Pecovela, Angelo Pondurno, Salvatore
Santoro, Federica Stabile, Alessandro Tagliafierro, Tiziana Trasacco, Antonio
Verde, Antonio Vesevo
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Questa esperienza, per noi alunni della VL è stata affascinante e coinvolgente e ringraziamo di tutto cuore la scrittrice che ci ha dato l'opportunità di
scrivere il capitolo in cui abbiamo cercato di alternare sequenze narrative-descrittive e dialogate. ringraziamo anche gli scrittori dei capitoli precedenti e consigliamo ai successivi di continuare a sviluppare l'amicizia tra Tonino e i tre e di
ricordare che nella storia c'è anche l'asino Daimano che può parlare.
APPENDICE
7. Un nuovo amico
II Circolo Didattico di Biancavilla – Classe V F
La partecipazione all’iniziativa è avvenuta grazie ai fondi strutturali europei
PON FSE C1 2013 2068.
Dirigente Scolastico
Simona Perni
Docente referente della Staffetta
Teresa Fallica
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Teresa Fallica
Gli studenti/scrittori della classe V F
Michela Aiello, Asia Alì, Angelo Atanasio, Venera Atanasio, Gaetano Borzì, Marika Castelli, Antonio Ciaramella, Yvonne Longo, Antonino Magra, Federica Milazzo, Alice Mursia, Salvatore Neri, Pietro Nicolosi, Erika Pappalardo, Cristian
Petralia, Denise Petruccelli, Manuela Santangelo, Desireè Santanocita, Placido
Scalisi, Pina Linda Schembri, Samuele Stissi
IL disegno è di Michela Aiello, Asia Alì, Antonio Ciaramella, Yvonne Longo, Alice
Mursia, Pietro Nicolosi
Il disegno è di Aiello Michela, Alì Asia, Ciaramella Antonio, Longo Yvonne, Mursia Alice, Nicolosi Pietro
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Gli alunni si sono appassionati subito al racconto leggendo l’incipit della
scrittrice Angela Donna e man mano che sono stati pubblicati i capitoli scritti
dalle altre classi, si sono interessati al racconto. Hanno ascoltato e commentato
i capitoli, hanno ipotizzato ciascuno per conto proprio infine hanno collaborato
lavorando in gruppi e hanno deciso insieme come continuare la storia...”
per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa
APPENDICE
8. Nuova vita
Istituto Comprensivo “G. Galilei” di Monteroduni - Classi IV/V
Dirigente Scolastico
Eugenio Silvestre
Docente referente della Staffetta
Virginia Liberatore
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Margherita Castaldi, Giuseppina Iadanza, Ersilia Forte, Maria Domenica Maiola, Maria Virginia Perna
Gli studenti/scrittori delle classi
IV - Jacopo Amicone, Cristian Canale, Nicole Castrataro, Raoul Meoli, Claudia
Perretta, Benedetta Petrucci, Alessandro Suriano, Domenico Tartaglione
V - Raffaele Bianco, Daniela Biello, Alessandra Conforti, Leonardo Cristinzio, Davide De Lucia, Vincenza Delle Cave, Biagio Foglietta, Elia Frigato, Antonio Gentile, Virginia Guglielmi, Dominique Lombardi, Davide Massaro, Sara Manzi, Antonio
Nardolillo, Leonardo Pallante, Federica Pistillo, Domenico Rago, Elisabetta Rocchio, Alessio Scioli, Alessio Stroia, Antonello Stroia, Giovanni Pio Tartaglione, Antonio Venditti
Il disegno è di Sara Manzi
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Gli alunni della scuola primaria di Monteroduni partecipano per la seconda
volta alla “Staffetta di Scrittura Creativa”. Nonostante i problemi di natura logistica e organizzativa di una scuola che si sviluppa su due plessi, i ragazzi hanno
continuato a lavorare con entusiasmo, motivazione ed interesse altissimi. L'esperienza ha permesso loro di crescere sia sul piano formativo che relazionale mettendo in evidenza risorse e capacità individuali”.
APPENDICE
9. La fattoria didattica
Scuola Statale Italiana di Madrid - Classe V C
Dirigente Scolastico
Cosimo Guarino
Docente referente della Staffetta
Marco Madaro
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Rosetta Placido
Gli studenti/scrittori della classe V C
Oscar Leopoldo Alas Leonetti, María Alfageme Ferreiro , Keiko Tiziana Baba,
Marina Barrado Castrignano, Walter Demetrio Basanta Cariddi, Hugo Boisseleau
Martínez, Marcos Carotenuto López De Larrínzar, Pablo Celentani Álvarez, Laura
Cordero Porta, Carlo Cubillo Blanco, Stefano Curto López, Rebeca Teresa De
Gandarillas Calvo, Celia Díaz Sánchez, Michele Foschini, Ilario Gori, Raquel
López Duro, Gilda Mengs Speranza, Irene Nuñez Borque, Giancarlo Alessandro
Pezzotti Ponzin, Daniela Piva Monroy, Lucia Prennushi Giscombe, Giulio Quattrocchi, Shanti María Roselli, Marina Schamún Signorini, Francesca Romana Val
Bagli, Camilla Verso
Il disegno è di Raquel López Duro, Michele Foschini
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Ci è piaciuto tanto diventare scrittori per una settimana perché abbiamo usato
la nostra immaginazione e ciascuno ha dato il suo contributo. Ci siamo immedesimati nei personaggi: Donata, Felice, Giacomo, Tonino…Per scrivere il nostro capitolo abbiamo fatto una ricerca sulle fattorie didattiche per sapere come sono.
Abbiamo lavorato tutti insieme, perché mischiando le idee si forma una storia migliore. Se lo avesse fatto una sola persona non sarebbe stato così speciale. Abbiamo sentito il potere di scrivere quello che vogliamo, dire i nostri pensieri ed
inventare cose nuove. È stato bellissimo e ci piacerebbe ripetere l’esperienza”.
APPENDICE
10. Il sogno si realizza
Scuola Paritaria “Preziosissimo Sangue” di Pagani - Classe IV A
Dirigente Scolastico
Anna Paganelli
Docente referente della Staffetta
Franca Stanzione
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Franca Stanzione
Gli studenti/scrittori della classe IV A
Stefano Bastia, Emilio Bove, Giovanni Bove, Rosario Califano, Gianmaria Cascone, Anna Erika Ceglia, Melissa D’Uva, Antonio Farina, Francesca Rita Forino,
Vanessa Giordano, Francesca Lombardi, Luigi Maiorano, Caterina Mutarelli, Gaspare Maria Nacchia, Luca Palladino, Giovanni Pecori, Domenico Pellegrino,
Alessandro Pepe, Carlotta Pisacane, Antonella Rossi, Emanuele Tedesco
Il disegno è di Melissa D’Uva
Hanno scritto dell’esperienza:
“…L’esperienza è stata interessante, gli alunni hanno partecipato con entusiasmo”.
NOTE
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INDICE
Incipit di ANGELA DONNA ..............................................................................pag
16
Cap. 1 Il segreto dell’asino ....................................................................................»
18
Cap. 2 Una sorpresa per la mamma....................................................................»
24
Cap. 3 Il passato che ritorna ................................................................................»
30
Cap. 4 Un’avventura nel bosco ..........................................................................»
36
Cap. 5 Un’innocente bugia....................................................................................»
42
Cap. 6 Uno scambio ben riuscito ........................................................................»
48
Cap. 7 Un nuovo amico ..........................................................................................»
54
Cap. 8 Nuova vita ..................................................................................................»
60
Cap. 9 La fattoria didattica ..................................................................................»
66
Cap. 10 Il sogno si realizza ..................................................................................»
72
Appendici ..................................................................................................................»
76
Finito di stampare nel mese di aprile 2014
da Industria Grafica Campana, Agropoli (SA)
Il segreto dell’asino
Una sorpresa per la mamma
Il passato che ritorna
Un’avventura nel bosco
Un’innocente bugia
Uno scambio ben riuscito
Un nuovo amico
Nuova vita
La fattoria didattica
Il sogno si realizza