Protestaincentro NoTavmascherati dagiudiciepolitici

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Protestaincentro NoTavmascherati dagiudiciepolitici
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44 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
MERCOLEDÌ 7 GENNAIO 2015
Contestazione
Sanità
Protesta in centro
No Tav mascherati
da giudici e politici
Il carcere
risparmia
4 milioni
L’invio di detenuti in ospedale ridotto a un terzo in meno
di due anni, la spesa per la sanità in carcere passata da 10
a sei milioni di euro. A parità
di servizi. «Ma abbiamo ancora molto lavoro da fare»
spiega Roverto Testi, direttore della Medicina legale della
Asl2, che da pochi giorni ricopre anche l’incarico di responsabile sanitario per il
«Lorusso e Cutugno». In attesa di un concorso, sostituisce la collega Lucia Casolaro,
che aveva gestito la struttura
per 5 anni.
Gia da tempo, i sindacati
della polizia penitenziaria (in
particolare l’Osapp) e la stessa Asl2 (diretta da Maurizio
Dall’Acqua) avevano sollevato perplessità sul frequente
invio di detenuti in ospedale.
Sia chiaro, chi è in carcere ha
diritto alle stesse cure di chi
sta fuori. E l’infermeria non
può avere le attrezzature né
gli specialisti di un ospedale.
Frediani (M5S) bersaglia la foto di Chiamparino
E sotto casa di Caselli arriva un sacco di carbone
CLAUDIO LAUGERI
Il «tiro a canestro» modello
luna park in versione «Befana
No Tav» è avvenuto in piazza
Castello, con maschere di personaggi poco graditi al movimento indossate dagli attivisti che tenevano un sacco di
iuta, da riempire con i pezzi di
carbone lanciati da altri «No
Tav». E a questa giostra (tiro
a canestro compreso contro la
maschera del presidente del
Piemonte, Sergio Chiamparino), ha partecipato anche
Francesca Frediani, consigliere regionale M5S.
Un paio d’ore prima, la «Befana No Tav» era arrivata sotto
casa dell’ex procuratore Gian
Carlo Caselli. Aveva portato un
sacco di iuta pieno di carbone e
aveva lasciato un cartello: «Caselli è stato molto cattivo e la
Befana No Tav gli porta il carbone». Lo stesso «regalo» era
in programma anche per
Chiamparino, ma gli attivisti
(una trentina) sono stati dissuasi dalla Digos prima di raggiungere piazza Vittorio.
Il blitz
È avvenuto tra mezzogiorno e
le 14. Un gruppo di «No Tav» è
arrivato sotto casa dell’ex procuratore e ha lasciato il «regalo». Nessuna violenza, nessuna
minaccia esplicita. Soltanto, gli
attivisti hanno rimarcato di sapere dove abita il magistrato e
poter arrivare a lui quando vogliono. La «Befana No Tav» è
La «Befana No Tav» ha manifestato ieri in
piazza Castello. In alto, la consigliera Frediani
tira un pezzo di carbone contro un attivista
con la maschera di Chiamparino
REPORTERS
una tradizione inaugurata lo
scorso anno, con una visita nel
cortile di casa di un giornalista.
Ieri pomeriggio, nessuno ha
fatto caso più di tanto a quel
sacco pieno di carbone. I «No
Tav» hanno agito senza essere
notati, lo stesso hanno fatto gli
agenti della Digos, arrivati a
portare via il «regalo».
da delle tesi contro l’Alta Velocità, ma anche per organizzare una
sorta di «tiro a canestro» da luna
park. Alcuni attivisti hanno indossato maschere con i visi di
personaggi poco amati dal movimento: il ministro dei Trasporti
Maurizio Lupi e il presidente
Chiamparino; i pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo; il senatore Pd Esposito; il giudice Federica Bompieri, che aveva firmato le
ordinanze di custodia cautelare
per «atto di terrorismo» contro i
responsabili del sabotaggio di un
escavatore, nel cantiere di Chiomonte. Per lei, nessuna foto, soltanto il disegno di una strega.
Il banchetto
Due ore dopo, era già in programma un presidio in piazza
Castello. Il movimento «No Tav»
aveva l’autorizzazione per sistemare un banchetto in via Roma:
serviva per l’attività di propagan-
Il nuovo scavo
sul lato francese
Lione
St-Jeande-Maurienne
FRANCIA
ITALIA
Ciascuno teneva un sacco di iuta:
gli altri attivisti dovevano riempirlo lanciando pezzi di carbone.
Il sacco non consegnato
Finita la giostra nel cuore della
città, un gruppo di «No Tav» ha
percorso via Po verso piazza Vittorio, dove abita il presidente della giunta regionale. Ma dopo l’allerta legato al blitz sotto casa dell’ex procuratore Caselli, gli agenti
della Digos hanno dissuaso i manifestanti. A quel punto, anche le
abitazioni degli altri personaggi
«bersagliati» dal carbone (quasi
tutti sotto scorta) erano già presidiate.
VillarodinBourget
La Praz
Villargondran
St-Martinla-Porte
MontricherAlbanne
AlbiezMontrod
Avriex
Torino
St-Michel
de-Maurienne
Saint-Andrè
Fourneaux
Modane
6,3 km
1,6 km
Tracciato della futura sezione
transfrontaliera della linea Torino-Lione
9 km
Tracciato
all’aperto
41 km
Galleria di ricognizione
da realizzare
Discenderia
realizzata
Discenderia
da realizzare
Verso l’Italia
il caso Nuovo cantiere in Francia
MAURIZIO TROPEANO
“Nove chilometri di tunnel di base”
tf ha firmato l’ordine di
servizio pochi giorni fa e
adesso tecnici e operai
si stanno preparando per la
prima «volata» cioè l’esplosione che dovrà aprire la breccia
che, botto dopo botto, servirà
a ritagliare dentro la montagna una grande caverna. In
Francia, a Saint Martin La
Porte, ripartono i lavori della
Torino-Lione e di fatto, quando la fresa che sarà montata
nella caverna alta una ventina
di metri e lunga almeno 200
L
FRANCIA
VERSO SUSA
VERSO LIONE
3,8 km
Pozzo
inizierà a scavare lo farà verso
l’Italia nell’asse e al diametro di
una delle due canne del futuro
tunnel di base. Non è un caso
che Mario Virano, commissario
straordinario della Torino-Lione, enfatizzi questo cantiere come i primi nove chilometri della
mega-galleria. E non è un caso
che un gruppo di europarlamentari francesi abbia denunciato i vertici di Ltf perché hanno dato il via a lavori in mancanza di un nuovo trattato italo-francese. Già perchè lo scavo
di quei 57 chilometri può solo
partire in presenza di un atto
integrativo che è ancora nei
computer dei responsabili della
commissione intergovernativa.
Per Maurizio Bufalini, il direttore generale di Ltf, invece «si
tratta di lavori preliminari che
rientrano nelle nostre competenze».
Un passo chiave
Punti di vista diversi che mettono in evidenza l’alto valore simbolico e politico di questo can-
tiere dove tra la fine di gennaio
e i primi di febbraio è annunciata la visita del primo ministro
del governo di Parigi, Manuel
Valls. Le diplomazie stanno lavorando per portarci anche il
premier italiano, Matteo Renzi
con l’obiettivo di rafforzare dal
punto di vista politico il dossier
da presentare alla commissione europea per ottenere il co-finanziamento del progetto che
potrebbe arrivare a coprire il
40% delle spese complessive.
Dossier che deve essere pre-
- LA STAMPA
sentato il 26 febbraio e l’Italia
deve ancora completare alcuni
passaggi fondamentali come
l’approvazione da parte del Cipe (il comitato interministeriale per la programmazione economica) del progetto definitivo
della tratta internazionale della
Torino-Lione. Quella sarà la sede per capire se lo scavo del
tunnel di base lato Italia partirà
da Susa, come da progetto, oppure da Chiomonte come ipotizzato nei corridoi ministeriali
per motivi di sicurezza. Quel
che è certo è che ci vorranno almeno dieci mesi per completare il montaggio della talpa e che
lo scavo vero e proprio inizierà
entro il 2015 e una volta completato servirà per collegare le due
discenderie già ultimate in
Francia e cioè quella di Saint
Martin La Porte e La Praz.
Il carcere di Torino
Nonostante questo, dai 271
(23 in media ogni mese) ricoverati al Maria Vittoria nel
2012, l’ospedale è passato a
ospitarne 93 (8 al mese). La
cifra dei trasporti dal carcere
al pronto soccorso, però, è un
po’ più alta. «Almeno l’80 per
cento resta in osservazione
per 24 ore» spiega Testi. Una
precauzione
necessaria,
quando i problemi segnalati
siano dolori al petto o all’addome, assai difficili da valutare senza esami radiografici.
«Abbiamo istituito anche
un piccolo presidio di emergenza, proprio per valutare
al meglio le situazioni» spiega ancora Testi. E non solo.
Per quanto riguarda i problemi al cuore, i medici del carcere fanno in infermeria gli
elettrocardiogrammi e prelevano gli enzimi cardiaci, che
inviano in ospedale per le
analisi. Così, è possibile evitare il trasferimento del detenuto, fino al momento della
terapia oppure della visita
specialistica.
C’è ancora un problema,
però, che nessuno ha risolto.
Un anno fa, la direzione del
carcere aveva inaugurato il
«superwc», studiato per trattare con getti d’acqua ad alta
pressione gli escrementi dei
detenuti sospettati di aver ingoiato «ovuli» di droga. Un
macchinario «gemello» è utilizzato dal Cto. E funziona.
Quello del carcere fa cilecca:
pressione dell’acqua troppo
bassa. «Mi sono anche dichiarato disponibile a pagare
una pompa ausiliaria. Ho saputo più nulla» dice il direttore generale Dall’Acqua. Addirittura, alcuni mesi fa la direzione del carcere aveva rassicurato il provveditore: il «superwc è perfettamente funzionante». Peccato non faccia
[C. LAU.]
ciò che serve.