Ultimo Capitolo - Articoli per Modena e altre destinazioni

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Ultimo Capitolo - Articoli per Modena e altre destinazioni
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“Ultimo
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La vera storia di Griger E. Serous la gente non la voleva sapere, non era
realmente importante nella vita di tutti i giorni.
Si iniziò a parlare di lui a Faerun durante la prima Era, tempo in cui la
Fratellanza degli Elfi non era ancora stata spezzata, e sangue non era ancora
stato versato. Si diceva di Griger che fosse passato attraverso tutte le dimensioni
del Caos e degli Abissi, e che fosse tornato vivo e vittorioso. Grandi imprese
erano state portate a termine dal monaco, che con la sua saggezza e
benevolenza aveva aiutato i bisognosi e sconfitto gli oppressori. Griger E.
Seroues era potente e considerato. Aveva prestato aiuto e insegnato il perdono
in ogni regione a est del Fiume. Non c'era persona che non fosse a conoscenza
del monaco e del suo serafico sorriso. Era presente quando il primo seme della
Foresta della Vipera venne piantato; osservava compiaciuto il piú giovane dei
druidi prendersi cura del germoglio che sbocciava, sapendo che la brama di
potere che scorreva in quell'elfo di nome Amimul sarebbe facilmente stata
piegata dall'amore per quel bosco. Tutti possono essere salvati, perfino i piú
malvagi, credeva fermamente Griger. Nonostante le innumerevoli conoscenze e
amicizie, il monaco aveva sempre condotto una vita di solitudine e ritiro, la sua
torre popolata solamente da servitori elementali. Il monaco diffondeva la sua
parola e le sue buone azioni, e in tal modo avrebbe continuato fino alla fine
della sua lunga vita, ma un giorno qualcosa cambiò.
Nell’Aglarond le primule hanno l’odore più intenso di tutta Faerun, questo lo
sanno anche i bambini, e il giorno in cui sbocciano viene celebrato con feste e
giostre. E proprio in uno di questi giorni, verso la fine della prima Era, una
fanciulla venne portata al cospetto di Griger. La città era in festa, la gente del
popolo, i mercanti e i funzionari statali troppo impegnati a ricercare lo sfrenato
divertimento del primo giorno di profumi estivi. Un contadino, padre di una
numerosa famiglia. e la cui vita di certo non era stata benedetta da un glorioso
destino, bussò alla porta di Griger. “Grande Monaco - ansimò - lì sul carro... i
miei bambini stavano giocando al frutteto... qualcosa che vola papà, qualcosa
che vola mi han detto! E io non capisco niente che stavo a fare il raccolto, arrivo
di fretta, il più piccolo piangeva, e tutti giù a correre. Guardala tu ti prego che a
noi fa paura solo a starci vicino, questa cosa viene da un posto che non è questa
terra.” Griger rivolse il suo palmo sinistro in direzione del contadino, e in un
attimo questi riprese fiato e coraggio. Gli chiese di mostrargli quel che aveva
trovato. Da un lenzuolo bianco sul carro spuntava una ciocca di brillanti capelli
corvini. Il monaco ringraziò il contadino e lo congedò, lasciandogli una sacca
con delle sementi che avrebbero dato il raccolto più ricco della regione per le
prossime due Ere. Tale era la generosità di Griger.
Con un affabile sorriso di curiosità svelò il lenzuolo, ma il suo volto si irrigidì
subito. La folta chioma di scuri capelli contornava la bellezza divina del volto
della ragazza addormentata. L’ineffabile Griger ebbe un primo sobbalzo, e poi
un secondo quando vide un paio di ali argentate spuntarle dalla schiena. Quella
fanciulla era un'Aasimar, creature pontenti e misteriose, incomprensibili ma
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buone, gli esseri piú vicini a Selune, Dea della Luna. Griger sentí che qualcosa di
inaspettato stava accadendo in lui. Lui, Griger E. Seroues, colui che aveva
costretto il Tarrasque a un eterno letargo, ed esiliato i Demoni di ogni stirpe
nella Dimensione Oscura, ora si sentiva improvvisamente debole e disarmato.
La osservava rapito al suo capezzale, tenendole la mano, e appena questa
riprese i sensi, la interrogò. Veniva dal Sud e aveva smarrito la via per il Reame
delle Nevi, luogo in cui si trovava il Principe suo amato. Mentre volava ad alta
quota in una notte di Luna piena, un dardo venuto dal nulla l’aveva colpita alla
spalla. Griger estrasse il dardo, conficcato in profondità nelle sue carni, e ne
osservò la punta, fatta di un materiale mai visto prima, simile all’ametista.
Anche il monaco era stato colpito, la bellezza della fanciulla si era insinuata
come il veleno su di una freccia, un veleno cosí dolce che non voleva succhiarlo
via.
Griger decise di prendersi cura di lei, l'avrebbe guarita. Impose immediatamente
le sue sante mani su di lei, lui che era in grado di sciogliere ogni malattia. Ma
quello che affliggeva la fanciulla, della quale ancora oggi non si sa il nome, era
un male di altra natura, un male sconosciuto perfino a lui. I giorni si
susseguivano e la frustrazione di Griger aumentava nel vedere di non poter
curare l'essere che piú di ogni altro avrebbe voluto proteggere. Ricercó in ogni
libro, in ogni angolo del pianeta, smosse ogni scienzato e ogni eroe per trovare
una cura per la fanciulla alata. Ma nulla ottenne. L'ultima speranza era il profeta
pazzo all'angolo dimenticato del mondo, colui che era stato benedetto con la
chiaroveggenza il giorno che gli dei, da altre dimensioni, erano precipitati nel
nostro mondo per disputarselo fino alla fine dei giorni. Griger andó all'angolo
del mondo e con il cuore gonfio domandó al profeta come curare la fanciulla. A
questa richiesta il profeta lo sbeffeggió, dicendo che i suoi erano desideri di un
amante e non di un santuomo. Griger si infurió, voleva risposte e sapeva che il
profeta era l'unico in grado di fornirgliele. Gli strinse il collo e lo minacció per
una risposta. Il profeta tossí a lungo ridendo. Sapeva che cambiamenti ci
sarebbero stati nel monaco, ma non si immaginava sarebbero stati cosí
repentini. Lo guardó fisso negli occhi, il sereno sorriso di Griger era ora teso e
irrequieto. E in tutta risposta bisbiglió una parola.
Shaar.
Un nome nella notte, un nome mai udito prima. Il profeta se n'era andato
lasciandolo con quelle cinque lettere, che sembravano quasi un sibilo, sulla
punta della lingua. Un'altra folle ricerca incominció, mentre le condizioni della
fanciulla peggioravano giorno dopo giorno. Mancava poco tempo, piume nere
avevano inizato a ricoprirle le ali, la sua voce era diventata metallica e i suoi
occhi color porpora. Cercó Shaar in ogni cittá, deserto, isola e abisso marino,
ma non riuscí a trovarla. Non sapeva cosa cercare, sapeva solamente perché.
Aveva esplorato ogni anglo di terra e cielo, fintanto che una notte in cui vagava
in una spiaggia remota al limite delle forze e pronto a disperare, qualcosa
rispose alle sue preghiere. La voce proveniva dall'alto, dalla Luna stessa. Eppure
non era Selune.
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Gli chiese cosa volesse, perché un paladino della luce come lui si stesse
rivolgendo a lei. E in quel momento Griger la vide. Shar aveva il corpo di mille
bambole di porcellana e piú occhi di una notte nel bosco. Gli parló con la voce
di arpe solleticate e artigli fatti stridere contro la nuda roccia. Griger era, dopo
tanto tempo, spaventato, ma era finalmente giunto alla fine della sua ricerca.
Voglio il tuo aiuto! le gridó. La dea rimase in silenzio e poi rise, mille risate
diverse che provenivano da ogni angolo della spiaggia, come se Griger fosse
circondato da una folla invisibile che rideva di lui. Certo che ti aiuteró Griger E
Seroues, dimmi cosa vuoi, io te lo daró. Griger disse che voleva la fanciulla, che
voleva guarirla dal male che la affliggeva. Shaar disse che il desiderio poteva
essere accordato e che poteva renderlo infinitamente potente. Griger non era
interessato ad altro potere, voleva soltanto stare a fianco della fanciulla alata. In
un attimo mille donne-uccello apparvero al suo fianco, le ali piumate di nero, gli
occhi color porpora e la pelle color argento. Erano come lei, ma non erano reali.
Guardami Griger, questa sono io, questo é il potere che ti posso dare. Griger
sapeva che non sarebbe stato facile, ma non avrebbe mai immaginato che
avrebbe dovuto perdere sé stesso per avere quella fanciulla. La sua anima in
cambio del potere: per guarire la fanciulla avrebbe dovuto porre fine alla prima
Era, e ad ogni altra Era a venire. E cosí Griger E. Seroues divenne il nuovo
emissario di Shaar.
Tornó alla sua torre, non ancora consapevole di quello che sarebbe accaduto.
Non appena impose le mani sulla donna stesa sul letto, oramai un'ombra di
quello che era prima, le trasferí tutto quello che restava di lui, il suo calore e il
suo potere, e l'altra faccia della Luna si insinuò ridendo in lui.
Iniziarono gli anni oscuri. La fanciulla alata voló via dopo pochi giorni, il cuore
spezzato da un uomo che dopo averla salvata, aveva perso sé stesso. La
seconda Era inizió, e con essa il terrore portato da Griger. L'uomo era pieno
d'odio, in primo luogo verso il sé stesso del passato, per la sua debolezza.
Cercó e decapitó tutte le statue e i monumenti che erano stati scolpiti in suo
onore, oramai non era piú quella persona. Il suo volto si era trasformato, non
c'era piú un briciolo della serena pace di un tempo, il sorriso si era trasformato
il un ghigno cosí ritorto che gli arrivava da lato a lato della faccia. Il piú potente
vassallo di Shaar aveva iniziato una nuova epoca di distruzione. Gli alberi
vennero sradicati e le foreste trasformate in stalagmiti di uno strano minerale,
una pietra purpurea che emanava i suoi violenti influssi intorno a sé. Era il
materiale stesso di cui ora era fatto Griger, era il sangue che scorreva nel suo
corpo. Polioleptite, la chiamavano i pochi superstiti, ed era la stessa roccia che
aveva ferito la fanciulla alata nel suo volo verso il Reame del Nord. Nemmeno il
profeta pazzo all’angolo del mondo sapeva che quella roccia era in realtá la
consistenza dell'altra faccia della Luna, e una volta che la terra sarebbe stata
ricoperta dal minerale Shaar avrebbe potuto finalmente governare il pianeta.
Il giorno in cui inizió la seconda era naque un bambino. Nacque circondato dal
suangue degli elfi che si erano sacrificati per la Foresta della Vipera, ora
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divenuta una palude, Amimul, il giovane druido, era ora divenuto uno dei piú
temuti complici di Griger. Il bambino nacque tra la polioleptite piú pura. Erano
rimasti pochi umani su Faerun, ma Selune brillava ancora ogni notte nel cielo.
Anche quella notte la luna era piena. Il bambino era stato abbandonato,
sicuramente un peso in questi tempi di carestie e battaglie infinite, meglio che
del mondo vedesse il meno possibile. I genitori, due guerrieri della resistenza,
lo lasciarono tra le rocce. Ma quando la Luna é alta e Selune chiama, le cose piú
incredibili possono accadere.
Era la prima notte di una nuova Era, era il principio di un nuovo sterminio.
L’ombra della fanciulla alata si staglió sulla distesa di polioleptite, seguendo il
presentimento ricevuto dalla Dea. E udí le grida, e vide il panno bianco nel quale
era avvolto l'infante. Scese in picchiata prima che le altre creature dell'Oscuritá
potessero raggiungerlo e lo prese con sé. Lo allevó, facendolo crescere secondo
i pricipi di Selune. Mentre su Faerun infuriava la battaglia, il bambino veniva
educato all'arte della guerra e della magia. Era nato sotto la benedizione di
Selune e il potere era grande in lui. Con l'aiuto della fanciulla alata e dei suoi
compagni divenne un valente guerriero, e scese in battaglia per fronteggiare le
forze oscure. Ben presto Griger venne a conoscenza di questo formidabile
guerriero tra le schiere degli umani, e inizió la caccia. Ma un alchimista
chiamato Gowain era con la Resistenza. Dopo aver campeggiato con Griger
all'inizio della sua dominazione, era riuscito a fuggire dall’oscuro Signore.
Sapeva i sistemi che Griger utilizzava per scovare le sue prede, e sapeva come
nascondersi. L'alchimista voleva porre fine alle menzogne di Griger. La
polioleptite non sarebbe mai stata la nuova Pietra Filosofale, avrebbe anzi
distrutto ogni forma di vita sulla terra. Con le conoscenze acquisite negli anni
passati con Grigeer e la benedizione di Selune, Gowain aveva iniziato a creare un
artefatto magico. Era una maschera. Gli angoli della bocca rivolti verso il basso,
gli occhi tristi. Era la coscienza di Griger, e l'alchimista sapeva bene che quella
coscienza non era andata persa, ma soggiogata dalle fascinazioni di Shaar.
L'oggetto mistico venne infuso dall’amore per Griger della fanciulla alata, e dalla
forza dei sogni per cambiare le cose del ragazzo. La maschera permetteva di
viaggiare nel tempo, ma solamente nel passato e solamente al prezzo del vero
amore.
Il ragazzo, che ormai era diventato un uomo, voleva affrontare Griger in
battaglia, si sentiva sicuro delle sue capacitá. Aveva studiato un piano con la
fanciulla e l'alchimista. Voleva ferirlo quel tanto che bastava per coprirgli il volto
con la maschera, fargli riguadagnare la sua coscienza sottomessa da Shaar, e
mandarlo nel passato dove avrebbe potuto aiutare il Griger del passato a salvare
la fanciulla prima di rivolgersi a Shaar. La fanciulla sapeva il momento esatto in
cui Griger aveva iniziato a trasformarsi, e il viaggio nel tempo era stato
progettato nel dettaglio.
Una volta pronta la maschera, il ragazzo che era diventato uomo scese in
battaglia affrontando e sconfiggendo i piú potenti luogotenenti di Griger. La sua
spada affondava nei corpi di polioleptite dei suoi avversari come se fossero di
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burro. Lacrima Rossa si chiamava, forgiata dalla lava piú rovente e benedetta
dalla luce di Selune. I nemici cadevano uno dopo l'altro, una lunga scia di
sangue e fiamme accompagnava i fendenti del ragazzo. Non ci volle molto
prima che Griger facesse la sua comparsa in campo. La fanciulla alata stava
osservando la scena in un luogo nascosto, e il suo cuore ebbe un sussulto
vedendo quanto fosse cambiato l'uomo che un tempo l'aveva amata. Non c'era
piú un briciolo di umanitá in lui, il ghigno perverso lasciava intravedere denti
affilati e animaleschi, gli occhi brillavano di una luce oscura e le mani si erano
trasformate in artigli. Non appena il crudele monaco scese in campo sbaraglió
parecchie linee della resistenza. Ma era il portatore della spada fiammeggiante
che voleva.
Il ragazzo non aveva mai visto Griger, e non appena gli si paró davanti un
brivido freddo gli scese lungo la scena. Sentiva di essere in presenza di qualcosa
di infinitamente piú potente di lui, di qualcosa che poco aveva di umano. Il
combattimento inizió. Gli artigli di Griger prendevano brandelli di carne del suo
rivale e le fiamme di Lacrima Rossa balenavano nell'aria colpendo la pelle
pietrificata dell'avversario. Il ragazzo era giá ricoperto di sangue dopo pochi
minuti di combattimento, e anche se Griger risentiva dei parecchi colpi
infertogli, l'esito della battaglia era giá stato scritto. Mai il ragazzo si sarebbe
aspettato di trovarsi di fronte un avversario tanto potente e crudele. Sembrava
trarre gioia da ogni colpo che sferrava, e il viola dei suoi occhi brillava a ogni
sangue versato. Era l'ultima occasione che aveva per tentare il tutto per tutto.
Mentre veniva attraversato da parte a parte dall’artiglio di Griger, con l'ultimo
briciolo di vita rimasto l'uomo che un tempo era un ragazzo appoggiava la
maschera sul volto del nemico.
Un urlo straziante si levó nel cielo. La battaglia si arrestó, i corvi tacquero.
Griger si stava contorcendo per terra, la maschera sul suo volto stava
assumendo forme strane, stava combattendo contro Shaar stessa. Nulla
potevano i suoi artigli, la maschera era diventata parte di lui. La fanciulla
riconobbe quelle urla, erano diverse dalle sadiche esultazioni che erano
diventate gli unici versi del mostro: Griger stava piangendo, proprio come
quando cercava invano di curare lei. Planó su di lui, osservó la maschera
deformarsi, ridere sadicamente, disperarsi, rivoltare gli angoli della bocca in
ogni modo. Riconobbe quei pianti, quelli che l'avevano accompagnata mentre lei
si stava trasformando in una creatura delle tenebre, mentre stava diventando
come lui. Il ragazzo che era diventato un eroe stava esalando gli ultimi respiri e
l'alchimista osservava in disparte. Sapevano entrambi che il mondo cosí come lo
conoscevano sarebbe finito nel giro di pochi attimi.
La fanciulla si chinó su Griger, le gambe intorno ai suoi fianchi, le ali spiegate
intorno al suo corpo. Abbassó la testa sulla maschera, nel centro esatto della
bocca, e lo bació. Gli teneva le mani strette dietro la testa, sí mani e non piú
artigli, quelle stesse mani che avevano aiutato gente, mani che ora stavano
stringendo quelle della fanciulla. La metamorfosi della maschera si arrestó
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improvvisamente, la parte destra bloccata in un pianto triste e la sinistra
contorta nel ghigno tremendo. E ora Griger stava entrando nella fanciulla, come
avrebbe sempre voluto fare e come solo ora la fanciulla si rendeva conto che
sarebbe sempre dovuto essere. Erano una sola persona, i sospiri si
susseguivano, e in un turbine di piume scomparirono, diretti verso il passato. Il
ragazzo poteva morire da eroe.
Quello che fu di Griger nel passato nessuno lo sa per certo. Si dice che Shaar
riuscí ugualmente a interferire nel viaggio nel tempo, mandando Griger
mascherato all'inizio della seconda Era, quando la trasformazione era già
avvenuta. Griger aveva appena iniziato i suoi malvagi progetti, ma il Griger del
futuro, il volto coperto da una maschera e il cuore di una fanciulla alata in lui,
era lí per porvi fine. I suoi grandi poteri erano scomparsi, sottomessi al senso di
colpa delle memorie che lo affollavano. Dovette cosí scegliere un gruppo di
valorosi per far sí che i piani di dominazione di Shaar venissero arrestati. Ma lui
sapeva che anche se gli eroi scelti gli avrebbero mancato di fiducia in piú di
un'occasione e avrebbero messo a repentaglio l'esito stesso della missione,
sarebbero infine riusciti a sconfiggere il mostro. Si dice che questi eroi abbiano
combattuto allo stremo delle forze per annientare Griger, per far sí che la
giustizia tornasse a trionfare. Si dice che Griger mascherato li osservasse in
continuazione, e la sua maschera si stesse lentamente trasformando nel sereno
sorriso che campeggiava un tempo sul suo volto.
Come finí l'ultimo combattimento nessuno lo sa, ma da quel giorno né i
guerrieri, né Griger E. Seroues, né Griger mascherato si videro piú sulla faccia di
Faerun. Alcuni dicono siano finiti nell'abisso, puniti per i loro peccati, altri che si
siano nascosti in una grotta sotterranea e stiano progettando insieme la
dominazione del mondo, altri ancora che nulla di tutto questo sia vero.
Questo raccontano di Griger E. Seroues, e Griger é il nome riportato sui i libri di
storia, sulle statue decapitate, e sulla bocca di tutti. Ma per i più curiosi fra voi,
provate a chiedere ai vecchi nella regione dell'Aglarond cosa sanno di questa
storia, prendetili al mercato, offrite loro una bottiglia di vino, e quando la loro
lingua é piú ciarliera fate la giusta domanda. Vi diranno di aver conosciuto i
guerrieri che salvarono il mondo, combattuto fianco a fianco con loro e pianto
per il loro ultimo sacrificio. Vi diranno che loro erano veri eroi, come non se
n'era visti da ere. E che è grazie a loro se Selune ora splende cosí luminosa,
perché i loro spiriti riposano lá in alto, sull'altro lato della Luna, finalmente
libero dalla polioleptite e da Shaar. E i più ubriachi, o forse i più folli, vi diranno
addirittura che per un breve periodo della Seconda Era le osterie venivano
visitate da un misterioso uomo mascherato, di una generosità e uno spirito mai
vista prima, un uomo che aveva perso il proprio amore ma che aveva
guadagnato la propria umanità, e che il vero nome di quest’uomo era Gregorius
Reese.
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