Corriere del Trentino 27/6/2009
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Corriere del Trentino 27/6/2009
SABATO 27 GIUGNO 2009 ANNO VII - N. 151 REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Via delle Missioni Africane, 17 - 38100 Trento - Tel 0461 - 211311 - Fax 0461 - 211309 E-mail: [email protected] Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente DOPO SIVIGLIA Premiata l’eccezionalità geologica e paesaggistica. Messner: il sogno è realtà. Maestri: un regalo per chi ama la natura UN ERRORE ABBASSARE LA GUARDIA Le Dolomiti patrimonio dell’umanità di FRANCO BREVINI F esta grande ai piedi delle crode. Le Dolomiti ce l’hanno fatta: da ieri l’Unesco le ha inserite fra i più bei paesaggi del mondo. Un risultato prestigioso, che ci rende tutti orgogliosi e che premia, va detto a chiare lettere, un esempio di buona gestione del territorio. Una volta tanto l’Italia non balza alla ribalta delle cronache per le coste cementificate o per l’inquinamento delle città, ma per avere tramandato a tutta l’umanità uno dei grandi patrimoni geologici e ambientali del pianeta. Ma attenzione a non ripiegarsi sulle medaglie e sugli allori. Mentre a Siviglia si preparava il fatidico «Dolomiti Day», la Corte di Appello di Trento condannava per reato ambientale la società Funivie Tofana e Marmolada Spa in relazione ai lavori compiuti nell’agosto 2005 sul ghiacciaio della montagna che è considerata la «regina delle Dolomiti». Se poi si rivelassero vere le proiezioni di chi prevede quale conseguenza del riconoscimento dell’Unesco un incremento del 30% dei flussi turistici, i motivi di preoccupazione crescerebbero ancora. Quale impatto avrebbe su un ecosistema fragile un aumento così repentino dei visitatori? Sbaglieremmo se considerassimo la laurea dell’Unesco come una forma di marketing territoriale. Le ricadute positive sull’economia delle nostre vallate per fortuna arriveranno, ma non devono impedirci di rammentare un fatto importantissimo: il turismo e lo sviluppo si fanno con l’ambiente, non contro l’ambiente. Se generazioni di montanari non avessero accudito con passione il territorio, oggi non ci ritroveremmo a festeggiare questo ambito titolo. Ciò significa che meno che mai si dovrà abbassare la guardia. Il premio dell’Unesco deve essere uno stimolo ad andare avanti. Occorre dunque impegnarsi per una difesa sempre più intransigente del territorio. Le Dolomiti sono un sistema ambientale complesso dove le torri e le pareti rocciose contano quanto i pascoli, i masi, i boschi. Sui 142 mila ettari della zona di tutela, integrati dai 90 mila della zona cuscinetto, non si dovranno accordare sconti. Entrare a far parte dei 50 paesaggi più belli d’Europa e dei 199 più belli del mondo è importante. Ma significa anche che d’ora in poi di quei paesaggi dovremo rendere conto al mondo intero. Il nuovo numero della rivista della Cipra, «Alpinscena», si intitola «Mount Disney» e ospita una serie di riflessioni sul problema della crescente teatralizzazione delle Alpi. Difendere le Dolomiti vuol dire anche questo: distinguere attentamente tra disneyzzazione e valorizzazione del paesaggio. L’Unesco ha detto sì. Piazza Dante: ora fermiamo la fuga dalla montagna Area Michelin Museo di Piano, via ai cantieri Appalto da 63 milioni di euro TRENTO — Le Dolomiti hanno vinto la loro sfida: i ventuno membri del comitato dell’Unesco hanno deciso all’unanimità di riconoscere alle maestose montagne il titolo di «patrimonio dell’umanità» per «l’eccezionalità geologica e paesaggistica». Grande soddisfazione in tutte le cinque province promotrici della candidatura: Trento, Bolzano, Belluno, Pordenone e Udine. Anche il governo, con il ministro Prestigiacomo, festeggia il successo e promette di «valorizzare il titolo ottenuto senza imposizioni sulle comunità locali». In Trentino, è Mauro Gilmozzi a indicare le conseguenze future. «Ora la nostra sfida è tenere la gente in montagna». Festa anche nel mondo dell’alpinismo. Per Messner è «un sogno che si realizza», per Maestri «un regalo per gli amanti della natura». Gli ambientalisti rivendicano il successo e mettono in guardia: «Non se ne faccia un marchio turistico». Politica L’IDENTIKIT DI TONINI «Pd, un segretario che bilanci Dellai» di ALESSANDRO PAPAYANNIDIS A PAGINA 7 FESTE VIGILIANE Il cardinale Scola loda i trentini di MARTA ROMAGNOLI ALLE PAGINE 2 E 3 A PAGINA 9 D’Ignazio, Perobelli, Scarpetta Residui utilizzati nell’edilizia, assolta impresa fiemmese Fanghi, lavorare gli scarti per la Corte non è reato Sopra un’immagine affascinante dell’ingresso del Museo della scienza, sotto un rendering del quartiere residenziale ex Michelin. Nel tondo l’architetto Renzo Piano, che ha progettato l’intera area. Ieri sono stati assegnati i lavori per la realizzazione del Muse. TRENTO — «La lavorazione dei limi non è classificabile come attività di gestione dei rifiuti e i fanghi provenienti dalle vasche di decantazione non sono rifiuti». A dirlo sono i giudici della Corte di Cassazione che hanno annullato la condanna di un imprenditore fiemmese, che produce calcestruzzo, finito nei guai per violazione delle normative sui rifiuti e scarico abusivo di acque reflue industriali. La sentenza, in un periodo di forte attenzione sull’inquinamento ambientale e di intensi controlli sulle ditte, potrebbe fare scuola. Ci sono decine di imprese, infatti, che si potrebbero essere trovare nelle stesse condizioni della ditta di estrazione fiemmese e con questa sentenza, che sta già girando in ambienti politici, i giudici della Corte Suprema hanno posto un punto fermo. Non solo: secondo la difesa dell’imprenditore il recupero delle scorie e dei fanghi non solo non riguarda la sfera dei rifiuti, ma eviterebbe di produrne ulteriori. A PAGINA 5 Dongilli A PAGINA 10 Roat All’interno CASA Alloggi pubblici Ultimatum Uil A PAGINA 7 REGIONE Michael Jackson e la visita a Solda A PAGINA 11 Ruggera Oggi corteo contro la base di Mattarello La campana ricorda la strage del ’44 Protesta anarchica Il blitz ritarda i treni TRENTO — Gli anarchici che da venerdì stazionano nel perco di Gocciadoro per protestare contro la base militare di Mattarello sono stati protagonisti ieri di due blitz. A Mori e Lavis alcuni manifestanti hanno appeso striscione e distribuito volantini causando ritardi ai treni. Disagi comunque contenuti. In mattinata avevano invece cercato di ostacolare l’attività di Bnl e Banca Intesa a Rovereto. Stasera corteo in Piazza Duomo. A PAGINA 9 Voltolini Riva, dalla torre civica i rintocchi dell’eccidio Volley IL SORTEGGIO Champions, l’Itas pesca la Dinamo di CHIARA VACCARI A PAGINA 18 RIVA DEL GARDA — I rintocchi della campana della Torre Apponale cominceranno alle 8 per finire dopo cinque minuti. Un gesto che il Comune dedica dal 2003 ai giovani uccisi dai nazisti il 28 giugno 1944. Da sei anni dunque questa giornata è dedicata dalle autorità a commemorare solennemente quegli studenti che si sacrificarono in nome della libertà. A PAGINA 19 Mondini CONSULENZA INVESTIGATIVA PRIVATA A TUTELA PERSONALE, PATRIMONIALE, AZIENDALE Inchieste per prove in giudizio civile e penale infedeltà, divorzi, affido, controllo minori sicurezza, spionaggio telematico bonifica microspie, ambienti e telefoni protezione persone, valori, marchio, brevetti concorrenza, dipendenti sleali, assenteismo recupero crediti. Analisi grafologica, psicologia della personalità in studi, assunzioni, incarichi fiduciari perizie calligrafiche 2 TN Primo Piano Sabato 27 Giugno 2009 Corriere del Trentino Il successo di Siviglia Gilmozzi: «Ora la nostra sfida è tenere la gente in montagna» L’assessore: «Un modello di sviluppo con al centro l’ambiente» Laimer: «Adesso abbiamo un biglietto da visita unico al mondo» Il personaggio Corona: «Bravi tutti Ma si pensi alle persone» TRENTO — «Bene l’Unesco, bravi tutti. Ma non dimentichiamo la gente e i suoi problemi quotidiani». Parla con foga e controcorrente Mauro Corona, classe 1950, poeta alpinista, scalatore e scrittore, appassionato e interprete della montagna. È piuttosto cauto nel valutare il nuovo stato delle Dolomiti ed ha una punta di sarcasmo quando esclama: «Perché la verità è che c’è una montagna di serie A, dove tutti hanno tutto, soldi, turismo, servizi e una montagna di serie B, dove alla gente mancano tante cose. E le Dolomiti sono di serie B». E allora? «Allora va anche bene proteggere la montagna, ma le cime si proteggono anche da sole. Quel che conta è far vivere la gente». Bettini e Saronni L’omaggio degli sprinter «Meravigliose quelle salite» TRENTO — Le Dolomiti lo hanno fatto soffrire molto, perché lui, Beppe Saronni, uno scalatore puro non è mai stato. «Fatica e serenità» queste le parole che usa per descrivere le «sue» Dolomiti. «Le più belle — spiega — per me sono quelle che girano intorno al Sella e al Pordoi, ogni atleta vuole passare da quelle zone». Un altro ciclista che le salite non le ama è Paolo Bettini, famoso per le classiche in piano. ma la bellezza delle Dolomiti ha sedotto anche lui. «Quelle montagne sono una meraviglia e davanti a quei paesaggi anche per me diventava bello arrampicarmi in salita». Non ha una cima preferita. «Arabba, il Pordoi, Passo Fedaia, la Marmolada, sono tutte vette che hanno fatto la storia del ciclismo». Trento non ci sente sulla chiusura dei passi: «Non è il momento di discutere di queste cose. Portata più ampia di una strada chiusa» TRENTO — La «promozione» delle Dolomiti a patrimonio universale dell’umanità non dovrebbe rimanere un semplice titolo onorifico. Queste almeno le intenzioni degli assessori Michl Laimer e Mauro Gilmozzi, volati a Siviglia per rappresentare Bolzano e Trento di fronte al comitato dell’Unesco. Il riconoscimento dovrebbe non solo aumentare il livello di tutela ambientale, ma anche aprire una nuova fase del dibattito sulla presenza umana in montagna. Mauro Gilmozzi ha da poco saputo della storica decisione del comitato dell’Unesco, ma sembra già avere qualche idea sulle sue conseguenze. «L’attenzione mondiale non solo renderà ancora più famose le Dolomiti, ma ci aiuterà ad aprire un dibattito politico sul rapporto tra la montagna e chi la abita». Per l’assessore autore dell’ultimo Piano urbanistico della Provincia di Trento (Pup)è importante che l’eccezionalità del paesaggio dolomitico sia stata riconosciuta in quanto «spazio di vita». «Uno spazio naturale non alternativo all’uomo, ma che anzi vede la presenza umana come aspetto caratterizzante. Questo ci permetterà di rendere di dominio generale il dibattito sulla vita in montagna e sul come riuscire a tenere l’uomo in montagna». Si tratta di un tema da sempre centrale non solo per le Province autonome di Trento e Bolzano, ma anche per le altre tre Province che condividono questo patri- monio universale. «Sarà anche un modo per far capire all’esterno i motivi di un ordinamento autonomo per chi abita un territorio così particolare». L’altro cambiamento che il titolo ricevuto a Siviglia potrebbe, o dovrebbe, attivare è quello relativo al modello di sviluppo. «Non vorrei sembrare ripetitivo, ma per noi il punto di riferimento resta il Pup, ossia un modello di sviluppo che vede nell’ambiente I precedenti Salgono a 44 i siti italiani di importanza planetaria TRENTO — I 44 siti italiani patrimonio dell’Unesco: arte rupestre Valcamonica; Roma, proprietà Vaticano; Santa Maria Grazie; Firenze; Venezia; Duomo Pisa; San Gimignano; chiese Matera; Vicenza; Siena; Napoli; Crespi d’Adda; Ferrara; Casteldelmonte; trulli Alberobello; monumenti paleocristiani Ravenna; Pienza; Pompei, Ercolano, Torre Annunziata; palazzo Caserta, acquedotto Vanvitello, S. Leucio; costa amalfitana; Modena; Portovenere, Cinque Terre, Isole; residenze sabaude; Su Nuraxi; Agrigento; villa romana Casale; orto botanico Padova; Aquileia, basilica Patriarcale; Urbino; parco nazionale Cilento, Vallo Diano; villa Adriana; basilica san Francesco Assisi; Eolie; Verona; villa d’Este; città barocche, val Noto; Sacri Monti; val d’Orcia; necropoli etrusche Cerveteri, Tarquinia; Siracusa; Genova; Mantova, Sabbioneta; ferrovia retica. non l’ostacolo allo sviluppo, ma la sua condizione. Non una contrapposizione tra natura ed economia, ma la possibilità di creare economia proprio grazie alla risorsa ambientale. Una risorsa che di conseguenza va tutelata e rispettata». Per Gilmozzi è lecito attendersi novità «anche in campo culturale e scientifico». «Avere in casa un patrimonio naturale di valenza mondiale ci aiuterà a sviluppare una formazione non riservata alle élite e aumenterà l’interesse scientifico dei geologi». L’assessore trentino, però, non vuole calarsi nelle discussioni che inevitabilmente si apriranno a proposito di caroselli sciistici e blocco dei passi dolomitici, misura quest’ultima su cui Bolzano è tornata di recente a premere. «Non è il momento di discutere di queste cose. Le affronteremo in una logica comune quando sarà il momento. Questo riconoscimento ha una portata più ampia di una strada chiusa». A Siviglia con Gilmozzi c’erano anche gli altri assessori dei territori interessati, compreso ovviamente l’assessore all’ambiente di Bolzano Michl Laimer. «Con la definizione di "patrimonio naturale dell’umanità" — dichiara senza nascondere la soddisfazione — è stato riconosciuto alle Dolomiti un biglietto da visita unico». L’assessore Laimer era partito «fiducioso» alla volta di Siviglia, dal momento che, dopo l’apporto di correzioni ed integrazioni alla prima bozza progettuale, «il progetto predisposto dalle Provincia di Bolzano, Trento, Belluno, Pordenone e Udine aveva già ottenuto un primo parere favorevole da parte del- la commissione tecnica dell’Unesco». Con Durnwalder, Laimer fa presente «non solo l’effetto propagandistico del riconoscimento», ma anche l’effetto "interno". «Infatti — precisa Laimer — la conferma ufficiale dell’unicità mondiale dell’Alto Adige quale area naturalistica dalla bellezza monumentale, comporta che si debba trattare questo patrimonio naturalistico con rispetto e responsabilità». T. Sc. Le altre reazioni Pd: sostenere un’«economia verde». Il sottosegretario Menia: ottima sinergia Verdi: «Azioni vere, finora troppi affari» Alemanno: è la patria dell’alpinismo. Engl: marketing già rinnovato BOLZANO — «Gli stessi che si fanno vanto delle Dolomiti patrimonio dell'umanità Unesco non sono veri protettori dell'ambiente. Preferiscono belle occasioni pubblicità che vanno d'accordo coi portafogli degli affaristi. E a questo si prestano perfettamente le Dolomiti». La frecciata fuori dal coro arriva dai Verdi, che pure accolgono con soddisfazione la novità da Siviglia: «Vediamo in questo non solo un riconoscimento di un paesaggio unico, ma anche un impegno e un'assunzione di responsabilità verso il nostro ambiente— spiegano i vertici — non temiamo per il Sassolungo e le Tre Cime, che svettano in tutto il loro splendore indipendentemente dal riconoscimento dell'Unesco. Restano invece in pericolo la flora e la fauna, e molti paesaggi naturali e culturali della nostra provincia, minacciati dal traffico sempre in crescita, dall'industria turistica sempre più desiderosa di costruire, da un'agricoltura non sostenibile a sfruttamento intensivo del suolo». L’ultimo appello: «L'Alpe di Siusi è un esempio del fatto che per i responsabili politici e per molti proprietari di terreni la massimizzazione del profitto a breve e medio termine è più importante della conservazione del paesaggio», dicono i Verdi, che ricordano anche «gli indugi lunghi interi decenni nella creazione del parco naturale delle Alpi sarentine e le resistenze verso il riconoscimento dell'Alpe di Villandro come territorio di Natura 2000». Il «coro», invece, è quello degli applausi: «Le Dolomiti sono un paesaggio e una struttura geologica unici al mondo — spiega il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ex ministro dell’agricoltura — vanno tutelate anche perché sono una delle patrie dell’alpinismo mondiale». Secondo il Pd altoatesino «questo riconoscimento deve servire da ulteriore stimolo nella tutela e nella conservazione responsabile di questo straordinario patrimonio naturale», anche nella chiave dell’«incentivazione di un’economia verde». Per il sottosegretario all’ambiente, Roberto Menia, l’inserimento delle Dolomiti nella lista del patrimonio universale è «un riconoscimento storico Sindaco Gianni Alemanno Direttore Cristoph Engl che conferma come l’Italia sia uno dei luoghi più belli del mondo per concentrato di natura, arte e storia». Menia ricorda che è stato fatto «un grande lavoro di sinergia tra istituzioni nazionali, locali, cittadini e operatori economici». Il marketing ora sarà importante? «Ci siamo preparati a questa decisione — spiega il direttore di Smg, Cristoph Engl — abbiamo già comunicato la notizia in tutti i mercati sui quali promuoviamo l’Alto Adige. Anche sul nostro sito Internet (www.suedtirol.info) la notizia è comunicata sulle pagine iniziali in tutte le sei diverse lingue». Gli operatori applaudono e pensano ai prossimi affari: «Da oggi si potrà dire "sto sciando nel più grande carosello sciistico dentro il patrimonio dell’umanità dell’Unesco"», annunciano già dal consorzio Dolomiti Superski. Pierluigi Perobelli Le associazioni Casanova: «Evitare che si crei un marchio turistico, non c’è solo l’economia» Gli ecologisti rivendicano le loro battaglie TRENTO — Le Dolomiti nell’Unesco. Il raggiungimento di una vetta, il cui cammino è iniziato ben vent’anni fa, quando «due associazioni nazionali, insieme alle associazioni delle Dolomiti ladine, lanciarono una grande raccolta di firme, per richiedere l'ambito riconoscimento e la messa in campo di programmi e politiche per la tutela e la valorizzazione di un territorio di assoluta eccellenza ambientale, che si estende dal massiccio del Brenta alla Carnia friulana», dicono le associazioni di Legambiente, Cipra Italia e Mountain Wilderness. Tutto questo è stato reso possibile anche «grazie alle istituzioni del territorio», riconoscono Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, e Fausto De Stefani, presidente di Mountain Wilderness. Ora «spetterà alla società e alle sue espres- sioni associative tenere fermi gli obiettivi di quella sfida, che si coniugano nella tutela del paesaggio, nello sviluppo economico locale, nella sostenibilità del turismo che verrà richiamato anche dall’accresciuta notorietà delle Do- lomiti, ma che deve contribuire alla coesione dei territori, anziché accentuare la distanza tra le comunità che ne beneficiano e quelle che ne subiscono gli impatti negativi», continuano. Luigi Casanova, portavoce di Mountain Wilderness, afferma: «È un grande successo per noi, per gli ambientalisti, non per gli enti pubblici, che ringrazio però per il loro sostegno». «Ora c’è la preoccupazione — continua — che si crei un marchio turistico, che si dia importanza solo al marchio economico. Noi vogliamo la riqualificazione del turismo, del modo di vivere di tutte le Dolomiti, dal Trentino al Friuli. Speriamo che cambi la politica ambientale della provincia di Trento che oggi va contro l’ambiente. Ci aspettiamo un grande cambiamento culturale». Anna D’Ignazio 3 Primo Piano Corriere del Trentino Sabato 27 Giugno 2009 TN I partner Anche il Veneto esulta «Siamo a quota cinque» TRENTO — «Oggi il Veneto aggiunge ai suoi quattro siti culturali il sito naturale delle Dolomiti, diventato ufficialmente patrimonio mondiale dell’umanità» afferma Giancarlo Galan, presidente della regione Veneto. «Questo certifica, ancora una volta, — continua — che il Veneto è impegnato seriamente nella tutela e nella protezione di ecosistemi o di siti quali quelli diffusi nel sistema dolomitico. È vero che non è merito delle nostre generazioni se Venezia e la sua laguna, l’orto botanico di Padova, la città di Vicenza e le ville palladiane del Veneto e la città di Verona (i quattro siti veneti) hanno fatto della nostra regione un luogo caro all’Unesco e a tutti coloro che amano i beni culturali. Ma è anche vero che nella lista Unesco, una volta entrati, bisogna saperci restare». Anche il veneto Luca Zaia, ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali mostra la sua soddisfazione: «Da veneto e da ministro sono orgoglioso che le Dolomiti, questa splendida merlatura nel paesaggio della regione, siano state ri- conosciute come patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. E un grazie di cuore va alla mia collega dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo». «Con l’iscrizione delle Dolomiti — prosegue — i siti Unesco italiani diventano 44: un primato mondiale raggiunto anche grazie all’impegno e alla cura che la comunità dolomitica, per generazioni, ha messo nel preservare valorizzare questo affascinante arcipelago corallino. Il legame stretto fra il territorio e la sua gente, sul quale si è cementata la collaborazione fra le comunità locali che ha portato alla presentazione della candidatura, è stato persino ripreso dal comitato nella motivazione allegata al riconoscimento. L’Unesco l’ha indicata come la best practice da seguire e anche questo è per noi motivo di orgoglio». Franco Manzato, vicepresidente della giunta regionale, sostiene che «l’intera provincia bellunese ha lavorato negli anni per questo successo» e che «da oggi, la provincia di Belluno è "titolare" del marchio Unesco per le sue Dolomiti». A. D’I. Il riconoscimento Voto unanime da parte del World Hermitage Committee. L’Unesco evidenzia l’aspetto geologico e paesaggistico Dolomiti promosse: patrimonio eccezionale Dellai: «Maggiori responsabilità». Durnwalder: «Coronata la nostra politica» TRENTO — Le Dolomiti sono ufficialmente «patrimonio dell’umanità». Dopo oltre quattro anni di lavoro comune, le province di Trento, Bolzano, Belluno, Pordenone ed Udine hanno ottenuto ieri a Siviglia il prestigioso riconoscimento dell’Unesco. I ventuno componenti del World Hermitage Committee, non hanno avuto dubbi e all’unanimità hanno deciso di accogliere la candidatura italiana. I nove gruppi «mondiali» sono il Pelmo-Croda da Lago, la Marmolada, le Pale di San Martino-San Lucano, le Dolomiti bellunesi, le Dolomiti friulane e d’Oltre Piave, le Dolomiti settentrionali, il Puez-Odle, lo Sciliar-Catinaccio-Latemar, il Bletterbach, le Dolomiti di Brenta. Tutti insieme sono stati riconosciuti come «bene seriale per la loro eccezionalità geologica e paesaggistica». Tra i criteri possibili stabiliti dall’Unesco per definire un bene patrimonio dell’umanità, le Dolomiti ne soddisfano due: il settimo, ovve- ro quello su fenomeni naturali superlativi o bellezza naturale o importanza estetica, e l’ottavo, cioè quello riguardante la storia della Terra, le caratteristiche e i processi geologici e geomorfologici. Si tratta di un’area con un’estensione complessiva di 142mila ettari, cui si aggiungono altri 85 mila ettari di aree cuscinetto. Fino a ieri, l’Italia poteva vantare un solo patrimonio naturale dell’umanità: le isole Eolie. Ora anche le montagne giudicate da molti come le più belle al mondo hanno ottenuto l’ufficialità del proprio valore. Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha definito questo riconoscimento «una grande opportunità di crescita ed una grande vittoria dell’Italia, che ha lavorato molto per questa candidatura. La richiesta di inserimento delle Dolomiti nel Patrimonio tutelato dall’Unesco parte nel 2004 e poi si ferma, ma siamo riusciti a recuperare il tempo perduto e superare i problemi. È una grande vittoria. Questo è il secondo sito naturale Unesco dell’Italia dopo le isole Eolie. Oggi, quindi, abbiniamo il mare alla montagna in una grande festa dei territori». Circa il futuro, il ministro non ha escluso la possibile candidatura delle Alpi. «Adesso ci metteremo al lavoro — ha detto — perché noi sappiamo di possedere come paese uno straordinario territorio. Va valorizzato, certamente con il contributo delle realtà locali. Non si può imporre una scelta da parte del governo nazionale. Ma vi assicuro — ha proseguito il ministro — che vi sono tantissimi siti che premono per essere avviati in questo percorso. Ormai tutti hanno capito che offre un valore aggiunto al territorio». «Molto contento» anche il governatore trentino Lorenzo Dellai «per una decisione che ci trova peraltro pienamente consapevoli della grande responsabilità che essa comporta». «La gioia — ha spiegato — scaturisce dal fatto che l’Unesco ha riconosciuto la straordinaria peculiarità delle Dolomiti. Il senso di responsabilità dalla consapevolezza che do- Maestri: «Argine allo sfruttamento Il più bel regalo per i miei 80 anni» «Ragno» Cesare Maestri BOLZANO — Cesare Maestri, il «Ragno delle Dolomiti»: cosa pensa del riconoscimento ottenuto dalle sue montagne? «È un avvenimento estremamente positivo. Fra pochi mesi compirò 80 anni, e per oltre 60 ho dedicato la mia vita alle montagne. Questa notizia è un regalo per tutti gli amanti della natura. La montagna deve essere sempre rispettata, amata e temuta: grazie all’Unesco potremo avere passi avanti nella tutela delle Dolomiti». Quali ritiene possano essere dei risultati concreti? «Sono il presidente delle gui- de alpine di Madonna di Campiglio,e sarebbe molto utile poter portare nelle scuole i nostri messaggi. Spero anche che ci sia una maggiore custodia e vigilanza delle nostre montagne». Esistono delle priorità da affrontare? «Nella nostra regione il problema di fondo è che troppo spesso la natura subisce un processo di spettacolarizzazione utile solo ad aumentare gli introiti portati dal turismo, senza pensare agli impatti negativi che ci possono essere. Le montagne non sono un luna park». Matteo Pozzi vremmo essere ancora più attenti nell’usare questo nostro patrimonio, nel solco dell’antica tradizione delle nostre genti. Le risorse sono preziose per noi, ma abbiamo il dovere di conservarle anche per le generazioni che verranno». E la «sfida» per Dellai è far sì che il riconoscimento dell’Unesco «non si traduca semplicemente nell’immagine di una ❜❜ Prestigiacomo ❜❜ Piazza Dante Valorizzeremo quanto ottenuto, senza imposizioni da parte del governo La bellezza è anche quella delle tradizioni culturali, linguistiche e sociali Soddisfatti La delegazione delle due Provincie autonome con gli assessori Gilmozzi e Laimee e il ministro Prestigiacomo a Siviglia straordinaria bellezza naturale, ma che sia anche la bellezza delle tradizioni culturali, linguistiche e sociali, che nell’area delle Dolomiti da secoli vivono». Clima di grande vittoria anche a Bolzano. «L’inserimento delle Dolomiti nella lista del patrimonio naturale dell’umanità — ha dichiarato il Landeshauptmann, Luis Durnwalder — costituisce il coronamento della politica di tutela ambientale perseguita dalla Provincia di Bolzano. La conferma ufficiale dell’unicità mondiale dell’Alto Adige quale area naturalistica dalla bellezza monumentale, comporta che si debba trattare questo patrimonio naturalistico con rispetto e responsabilità». A questo punto, restano diciotto mesi di tempo per costituire e presentare al World Heritage Committee la Fondazione, cioè l’istituto comune delle cinque province che garantirà la coerenza delle azioni di gestione per il mantenimento dei valori del patrimonio universale. Tristano Scarpetta Il re degli Ottomila L’alpinista: «Non siano attrazione per le vacanze di massa» Messner: «È un sogno che si realizza» BOLZANO — «Un sogno cullato da tanto tempo, trova realizzazione». Lo dice l’alpinista Reinhold Messner, che ancora nel 1992 formulò la richiesta di candidatura all’Unesco per conto di Mountain Wilderness. «Le Dolomiti, riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco — afferma il Re degli Ottomila — non si limitano soltanto all’Alto Adige ma comprendono le Province di Bolzano, Trento, Belluno, Pordenone e Udine. Di conseguenza anche quattro parchi naturali sudtirolesi appartengono al Patrimonio dell’Umanità. Già fin dal 1972 sono stati inseriti nella lista mondiale dell’ Unesco circa mille monumenti naturali e culturali, un’iniziativa speciale e unica che comporta anche una grande responsabilità per la gente che vive sul posto». Per l’alpinista questo riconoscimento dovrebbe essere l’occasione per modificare il modo di pensare le Dolomiti. «Mi auguro — dice Messner — che possano essere viste con nuovi occhi, come forma del Creato e come immensa ricchezza per tutti noi e non come una pura attrazione da cartolina o per Internet, per attirare solo un turismo di mas- sa». Se questo fosse il risultato, «l’intenzione dell’Unesco otterrebbe un fine opposto. La consapevolezza di questa eredità affidataci ci impegna direttamente ad assumerci delle responsabilità nei confronti di questo patrimonio e ci garantisce la presenza di un turismo maggiormente consapevole e sostenibile». Messner conclude: «Così come vengono revocate le vittorie ottenute da atleti dopati, allo stesso modo l’Unesco potrebbe togliere questo titolo alle Dolomiti, se non saranno rispettate e tutelate. Ora dobbiamo evitare gli errori». L’icona Reinhold Messner