Corriere del Trentino 27/6/2009

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Corriere del Trentino 27/6/2009
SABATO 27 GIUGNO 2009
ANNO VII - N. 151
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Via delle Missioni Africane, 17 - 38100 Trento - Tel 0461 - 211311 - Fax 0461 - 211309 E-mail: [email protected]
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DOPO SIVIGLIA
Premiata l’eccezionalità geologica e paesaggistica. Messner: il sogno è realtà. Maestri: un regalo per chi ama la natura
UN ERRORE
ABBASSARE
LA GUARDIA
Le Dolomiti patrimonio dell’umanità
di FRANCO BREVINI
F
esta grande ai piedi delle crode. Le
Dolomiti ce l’hanno fatta: da ieri
l’Unesco le ha inserite fra i più bei
paesaggi del mondo. Un risultato prestigioso, che ci rende tutti orgogliosi e che premia, va detto a chiare lettere, un esempio
di buona gestione del territorio. Una volta
tanto l’Italia non balza alla ribalta delle cronache per le coste cementificate o per l’inquinamento delle città, ma per avere tramandato a tutta l’umanità uno dei grandi
patrimoni geologici e ambientali del pianeta.
Ma attenzione a non ripiegarsi sulle medaglie e sugli allori. Mentre a Siviglia si preparava il fatidico «Dolomiti Day», la Corte
di Appello di Trento condannava per reato
ambientale la società Funivie Tofana e Marmolada Spa in relazione ai lavori compiuti
nell’agosto 2005 sul ghiacciaio della montagna che è considerata la «regina delle Dolomiti». Se poi si rivelassero vere le proiezioni di chi prevede quale conseguenza del riconoscimento dell’Unesco un incremento
del 30% dei flussi turistici, i motivi di preoccupazione crescerebbero ancora. Quale impatto avrebbe su un ecosistema fragile un
aumento così repentino dei visitatori?
Sbaglieremmo se considerassimo la laurea dell’Unesco come una forma di marketing territoriale. Le ricadute positive sull’economia delle nostre vallate per fortuna
arriveranno, ma non devono impedirci di
rammentare un fatto importantissimo: il
turismo e lo sviluppo si fanno con l’ambiente, non contro l’ambiente. Se generazioni
di montanari non avessero accudito con
passione il territorio, oggi non ci ritroveremmo a festeggiare questo ambito titolo.
Ciò significa che meno che mai si dovrà abbassare la guardia.
Il premio dell’Unesco deve essere uno stimolo ad andare avanti. Occorre dunque impegnarsi per una difesa sempre più intransigente del territorio. Le Dolomiti sono un
sistema ambientale complesso dove le torri e le pareti rocciose contano quanto i pascoli, i masi, i boschi. Sui 142 mila ettari della zona di tutela, integrati dai 90 mila della
zona cuscinetto, non si dovranno accordare sconti. Entrare a far parte dei 50 paesaggi più belli d’Europa e dei 199 più belli del
mondo è importante. Ma significa anche
che d’ora in poi di quei paesaggi dovremo
rendere conto al mondo intero.
Il nuovo numero della rivista della Cipra,
«Alpinscena», si intitola «Mount Disney» e
ospita una serie di riflessioni sul problema
della crescente teatralizzazione delle Alpi.
Difendere le Dolomiti vuol dire anche questo: distinguere attentamente tra disneyzzazione e valorizzazione del paesaggio.
L’Unesco ha detto sì. Piazza Dante: ora fermiamo la fuga dalla montagna
Area Michelin
Museo di Piano, via ai cantieri
Appalto da 63 milioni di euro
TRENTO — Le Dolomiti hanno vinto la
loro sfida: i ventuno membri del comitato dell’Unesco hanno deciso all’unanimità di riconoscere alle maestose montagne
il titolo di «patrimonio dell’umanità» per
«l’eccezionalità geologica e paesaggistica». Grande soddisfazione in tutte le cinque province promotrici della candidatura: Trento, Bolzano, Belluno, Pordenone
e Udine. Anche il governo, con il ministro
Prestigiacomo, festeggia il successo e promette di «valorizzare il titolo ottenuto
senza imposizioni sulle comunità locali».
In Trentino, è Mauro Gilmozzi a indicare
le conseguenze future. «Ora la nostra sfida è tenere la gente in montagna». Festa
anche nel mondo dell’alpinismo. Per Messner è «un sogno che si realizza», per Maestri «un regalo per gli amanti della natura». Gli ambientalisti rivendicano il successo e mettono in guardia: «Non se ne
faccia un marchio turistico».
Politica
L’IDENTIKIT DI TONINI
«Pd, un segretario
che bilanci Dellai»
di ALESSANDRO PAPAYANNIDIS
A PAGINA 7
FESTE VIGILIANE
Il cardinale Scola
loda i trentini
di MARTA ROMAGNOLI
ALLE PAGINE 2 E 3
A PAGINA 9
D’Ignazio, Perobelli, Scarpetta
Residui utilizzati nell’edilizia, assolta impresa fiemmese
Fanghi, lavorare gli scarti
per la Corte non è reato
Sopra un’immagine affascinante dell’ingresso del Museo della scienza, sotto un
rendering del quartiere residenziale ex Michelin. Nel
tondo l’architetto Renzo
Piano, che ha progettato
l’intera area. Ieri sono stati
assegnati i lavori per la realizzazione del Muse.
TRENTO — «La lavorazione dei limi
non è classificabile come attività di gestione dei rifiuti e i fanghi provenienti dalle
vasche di decantazione non sono rifiuti».
A dirlo sono i giudici della Corte di Cassazione che hanno annullato la condanna di
un imprenditore fiemmese, che produce
calcestruzzo, finito nei guai per violazione delle normative sui rifiuti e scarico abusivo di acque reflue industriali. La sentenza, in un periodo di forte attenzione sull’inquinamento ambientale e di intensi
controlli sulle ditte, potrebbe fare scuola.
Ci sono decine di imprese, infatti, che si
potrebbero essere trovare nelle stesse condizioni della ditta di estrazione fiemmese
e con questa sentenza, che sta già girando
in ambienti politici, i giudici della Corte
Suprema hanno posto un punto fermo.
Non solo: secondo la difesa dell’imprenditore il recupero delle scorie e dei fanghi
non solo non riguarda la sfera dei rifiuti,
ma eviterebbe di produrne ulteriori.
A PAGINA 5 Dongilli
A PAGINA 10 Roat
All’interno
CASA
Alloggi pubblici
Ultimatum Uil
A PAGINA 7
REGIONE
Michael Jackson
e la visita a Solda
A PAGINA 11 Ruggera
Oggi corteo contro la base di Mattarello La campana ricorda la strage del ’44
Protesta anarchica
Il blitz ritarda i treni
TRENTO — Gli anarchici che
da venerdì stazionano nel perco di Gocciadoro per protestare
contro la base militare di Mattarello sono stati protagonisti ieri
di due blitz. A Mori e Lavis alcuni manifestanti hanno appeso
striscione e distribuito volantini causando ritardi ai treni. Disagi comunque contenuti. In
mattinata avevano invece cercato di ostacolare l’attività di Bnl
e Banca Intesa a Rovereto. Stasera corteo in Piazza Duomo.
A PAGINA 9 Voltolini
Riva, dalla torre civica
i rintocchi dell’eccidio
Volley
IL SORTEGGIO
Champions,
l’Itas pesca
la Dinamo
di CHIARA VACCARI
A PAGINA 18
RIVA DEL GARDA — I rintocchi della campana della
Torre Apponale cominceranno alle 8 per finire dopo cinque minuti. Un gesto che il
Comune dedica dal 2003 ai
giovani uccisi dai nazisti il
28 giugno 1944. Da sei anni
dunque questa giornata è dedicata dalle autorità a commemorare solennemente
quegli studenti che si sacrificarono in nome della libertà.
A PAGINA 19 Mondini
CONSULENZA INVESTIGATIVA PRIVATA
A TUTELA PERSONALE, PATRIMONIALE, AZIENDALE
Inchieste per prove in giudizio civile e penale
infedeltà, divorzi, affido, controllo minori
sicurezza, spionaggio telematico
bonifica microspie, ambienti e telefoni
protezione persone, valori, marchio, brevetti
concorrenza, dipendenti sleali, assenteismo
recupero crediti.
Analisi grafologica, psicologia della personalità
in studi, assunzioni, incarichi fiduciari
perizie calligrafiche
2
TN
Primo Piano
Sabato 27 Giugno 2009 Corriere del Trentino
Il successo di Siviglia
Gilmozzi: «Ora la nostra sfida
è tenere la gente in montagna»
L’assessore: «Un modello di sviluppo con al centro l’ambiente»
Laimer: «Adesso abbiamo un biglietto da visita unico al mondo»
Il personaggio
Corona:
«Bravi tutti
Ma si pensi
alle persone»
TRENTO — «Bene
l’Unesco, bravi tutti.
Ma non dimentichiamo
la gente e i suoi
problemi quotidiani».
Parla con foga e
controcorrente Mauro
Corona, classe 1950,
poeta alpinista,
scalatore e scrittore,
appassionato e
interprete della
montagna. È piuttosto
cauto nel valutare il
nuovo stato delle
Dolomiti ed ha una
punta di sarcasmo
quando esclama:
«Perché la verità è che
c’è una montagna di
serie A, dove tutti
hanno tutto, soldi,
turismo, servizi e una
montagna di serie B,
dove alla gente
mancano tante cose. E
le Dolomiti sono di
serie B». E allora?
«Allora va anche bene
proteggere la
montagna, ma le cime
si proteggono anche da
sole. Quel che conta è
far vivere la gente».
Bettini e Saronni
L’omaggio
degli sprinter
«Meravigliose
quelle salite»
TRENTO — Le Dolomiti
lo hanno fatto soffrire
molto, perché lui, Beppe
Saronni, uno scalatore
puro non è mai stato.
«Fatica e serenità»
queste le parole che usa
per descrivere le «sue»
Dolomiti. «Le più belle
— spiega — per me
sono quelle che girano
intorno al Sella e al
Pordoi, ogni atleta vuole
passare da quelle zone».
Un altro ciclista che le
salite non le ama è
Paolo Bettini, famoso
per le classiche in piano.
ma la bellezza delle
Dolomiti ha sedotto
anche lui. «Quelle
montagne sono una
meraviglia e davanti a
quei paesaggi anche per
me diventava bello
arrampicarmi in salita».
Non ha una cima
preferita. «Arabba, il
Pordoi, Passo Fedaia, la
Marmolada, sono tutte
vette che hanno fatto la
storia del ciclismo».
Trento non ci sente sulla
chiusura dei passi: «Non è il
momento di discutere di
queste cose. Portata più
ampia di una strada chiusa»
TRENTO — La «promozione» delle Dolomiti a patrimonio universale dell’umanità
non dovrebbe rimanere un
semplice titolo onorifico. Queste almeno le intenzioni degli
assessori Michl Laimer e Mauro Gilmozzi, volati a Siviglia
per rappresentare Bolzano e
Trento di fronte al comitato
dell’Unesco. Il riconoscimento dovrebbe non solo aumentare il livello di tutela ambientale, ma anche aprire una nuova fase del dibattito sulla presenza umana in montagna.
Mauro Gilmozzi ha da poco saputo della storica decisione del comitato dell’Unesco, ma sembra già avere
qualche idea sulle sue conseguenze. «L’attenzione mondiale non solo renderà ancora
più famose le Dolomiti, ma ci
aiuterà ad aprire un dibattito
politico sul rapporto tra la
montagna e chi la abita». Per
l’assessore autore dell’ultimo
Piano urbanistico della Provincia di Trento (Pup)è importante che l’eccezionalità
del paesaggio dolomitico sia
stata riconosciuta in quanto
«spazio di vita». «Uno spazio
naturale non alternativo all’uomo, ma che anzi vede la
presenza umana come aspetto caratterizzante. Questo ci
permetterà di rendere di dominio generale il dibattito sulla vita in montagna e sul come riuscire a tenere l’uomo
in montagna». Si tratta di un
tema da sempre centrale non
solo per le Province autonome di Trento e Bolzano, ma
anche per le altre tre Province
che condividono questo patri-
monio universale. «Sarà anche un modo per far capire all’esterno i motivi di un ordinamento autonomo per chi
abita un territorio così particolare».
L’altro cambiamento che il
titolo ricevuto a Siviglia potrebbe, o dovrebbe, attivare è
quello relativo al modello di
sviluppo. «Non vorrei sembrare ripetitivo, ma per noi il
punto di riferimento resta il
Pup, ossia un modello di sviluppo che vede nell’ambiente
I precedenti
Salgono a 44 i siti italiani
di importanza planetaria
TRENTO — I 44 siti italiani patrimonio dell’Unesco: arte
rupestre Valcamonica; Roma, proprietà Vaticano; Santa
Maria Grazie; Firenze; Venezia; Duomo Pisa; San
Gimignano; chiese Matera; Vicenza; Siena; Napoli; Crespi
d’Adda; Ferrara; Casteldelmonte; trulli Alberobello;
monumenti paleocristiani Ravenna; Pienza; Pompei,
Ercolano, Torre Annunziata; palazzo Caserta, acquedotto
Vanvitello, S. Leucio; costa amalfitana; Modena; Portovenere,
Cinque Terre, Isole; residenze sabaude; Su Nuraxi; Agrigento;
villa romana Casale; orto botanico Padova; Aquileia, basilica
Patriarcale; Urbino; parco nazionale Cilento, Vallo Diano; villa
Adriana; basilica san Francesco Assisi; Eolie; Verona; villa
d’Este; città barocche, val Noto; Sacri Monti; val d’Orcia;
necropoli etrusche Cerveteri, Tarquinia; Siracusa; Genova;
Mantova, Sabbioneta; ferrovia retica.
non l’ostacolo allo sviluppo,
ma la sua condizione. Non
una contrapposizione tra natura ed economia, ma la possibilità di creare economia proprio grazie alla risorsa ambientale. Una risorsa che di
conseguenza va tutelata e rispettata». Per Gilmozzi è lecito attendersi novità «anche
in campo culturale e scientifico». «Avere in casa un patrimonio naturale di valenza
mondiale ci aiuterà a sviluppare una formazione non riservata alle élite e aumenterà
l’interesse scientifico dei geologi».
L’assessore trentino, però,
non vuole calarsi nelle discussioni che inevitabilmente si
apriranno a proposito di caroselli sciistici e blocco dei passi dolomitici, misura quest’ultima su cui Bolzano è tornata
di recente a premere. «Non è
il momento di discutere di
queste cose. Le affronteremo
in una logica comune quando
sarà il momento. Questo riconoscimento ha una portata
più ampia di una strada chiusa».
A Siviglia con Gilmozzi
c’erano anche gli altri assessori dei territori interessati,
compreso ovviamente l’assessore all’ambiente di Bolzano
Michl Laimer. «Con la definizione di "patrimonio naturale
dell’umanità" — dichiara senza nascondere la soddisfazione — è stato riconosciuto alle
Dolomiti un biglietto da visita unico». L’assessore Laimer
era partito «fiducioso» alla
volta di Siviglia, dal momento che, dopo l’apporto di correzioni ed integrazioni alla
prima bozza progettuale, «il
progetto predisposto dalle
Provincia di Bolzano, Trento,
Belluno, Pordenone e Udine
aveva già ottenuto un primo
parere favorevole da parte del-
la commissione tecnica dell’Unesco». Con Durnwalder,
Laimer fa presente «non solo
l’effetto propagandistico del
riconoscimento», ma anche
l’effetto "interno". «Infatti —
precisa Laimer — la conferma ufficiale dell’unicità mondiale dell’Alto Adige quale
area naturalistica dalla bellezza monumentale, comporta
che si debba trattare questo
patrimonio naturalistico con
rispetto e responsabilità».
T. Sc.
Le altre reazioni Pd: sostenere un’«economia verde». Il sottosegretario Menia: ottima sinergia
Verdi: «Azioni vere, finora troppi affari»
Alemanno: è la patria dell’alpinismo. Engl: marketing già rinnovato
BOLZANO — «Gli stessi che si fanno
vanto delle Dolomiti patrimonio dell'umanità Unesco non sono veri protettori dell'ambiente. Preferiscono belle occasioni pubblicità che vanno d'accordo
coi portafogli degli affaristi. E a questo
si prestano perfettamente le Dolomiti».
La frecciata fuori dal coro arriva dai
Verdi, che pure accolgono con soddisfazione la novità da Siviglia: «Vediamo in
questo non solo un riconoscimento di
un paesaggio unico, ma anche un impegno e un'assunzione di responsabilità
verso il nostro ambiente— spiegano i
vertici — non temiamo per il Sassolungo e le Tre Cime, che svettano in tutto il
loro splendore indipendentemente dal
riconoscimento dell'Unesco. Restano invece in pericolo la flora e la fauna, e molti paesaggi naturali e culturali della nostra provincia, minacciati dal traffico
sempre in crescita, dall'industria turistica sempre più desiderosa di costruire,
da un'agricoltura non sostenibile a sfruttamento intensivo del suolo». L’ultimo
appello: «L'Alpe di Siusi è un esempio
del fatto che per i responsabili politici e
per molti proprietari di terreni la massimizzazione del profitto a breve e medio
termine è più importante della conservazione del paesaggio», dicono i Verdi,
che ricordano anche «gli indugi lunghi
interi decenni nella creazione del parco
naturale delle Alpi sarentine e le resistenze verso il riconoscimento dell'Alpe
di Villandro come territorio di Natura
2000».
Il «coro», invece, è quello degli applausi: «Le Dolomiti sono un paesaggio
e una struttura geologica unici al mondo — spiega il sindaco di Roma, Gianni
Alemanno, ex ministro dell’agricoltura
— vanno tutelate anche perché sono
una delle patrie dell’alpinismo mondiale».
Secondo il Pd altoatesino «questo riconoscimento deve servire da ulteriore
stimolo nella tutela e nella conservazione responsabile di questo straordinario
patrimonio naturale», anche nella chiave dell’«incentivazione di un’economia
verde». Per il sottosegretario all’ambiente, Roberto Menia, l’inserimento delle
Dolomiti nella lista del patrimonio universale è «un riconoscimento storico
Sindaco Gianni Alemanno
Direttore Cristoph Engl
che conferma come l’Italia sia uno dei
luoghi più belli del mondo per concentrato di natura, arte e storia». Menia ricorda che è stato fatto «un grande lavoro di sinergia tra istituzioni nazionali, locali, cittadini e operatori economici».
Il marketing ora sarà importante? «Ci
siamo preparati a questa decisione —
spiega il direttore di Smg, Cristoph Engl
— abbiamo già comunicato la notizia in
tutti i mercati sui quali promuoviamo
l’Alto Adige. Anche sul nostro sito Internet (www.suedtirol.info) la notizia è comunicata sulle pagine iniziali in tutte le
sei diverse lingue».
Gli operatori applaudono e pensano
ai prossimi affari: «Da oggi si potrà dire
"sto sciando nel più grande carosello sciistico dentro il patrimonio dell’umanità
dell’Unesco"», annunciano già dal consorzio Dolomiti Superski.
Pierluigi Perobelli
Le associazioni Casanova: «Evitare che si crei un marchio turistico, non c’è solo l’economia»
Gli ecologisti rivendicano le loro battaglie
TRENTO — Le Dolomiti nell’Unesco. Il raggiungimento di una vetta, il cui cammino è iniziato ben vent’anni fa, quando «due associazioni nazionali, insieme alle associazioni delle Dolomiti ladine, lanciarono una grande raccolta
di firme, per richiedere l'ambito riconoscimento e la messa in campo di programmi e politiche per la tutela e la valorizzazione di un territorio di assoluta eccellenza ambientale, che si
estende dal massiccio del Brenta alla Carnia
friulana», dicono le associazioni di Legambiente, Cipra Italia e Mountain Wilderness.
Tutto questo è stato reso possibile anche
«grazie alle istituzioni del territorio», riconoscono Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, e Fausto De Stefani, presidente di
Mountain Wilderness.
Ora «spetterà alla società e alle sue espres-
sioni associative tenere fermi gli obiettivi di
quella sfida, che si coniugano nella tutela del
paesaggio, nello sviluppo economico locale,
nella sostenibilità del turismo che verrà richiamato anche dall’accresciuta notorietà delle Do-
lomiti, ma che deve contribuire alla coesione
dei territori, anziché accentuare la distanza tra
le comunità che ne beneficiano e quelle che ne
subiscono gli impatti negativi», continuano.
Luigi Casanova, portavoce di Mountain Wilderness, afferma: «È un grande successo per
noi, per gli ambientalisti, non per gli enti pubblici, che ringrazio però per il loro sostegno».
«Ora c’è la preoccupazione — continua — che
si crei un marchio turistico, che si dia importanza solo al marchio economico. Noi vogliamo la riqualificazione del turismo, del modo
di vivere di tutte le Dolomiti, dal Trentino al
Friuli. Speriamo che cambi la politica ambientale della provincia di Trento che oggi va contro l’ambiente. Ci aspettiamo un grande cambiamento culturale».
Anna D’Ignazio
3
Primo Piano
Corriere del Trentino Sabato 27 Giugno 2009
TN
I partner
Anche il Veneto esulta
«Siamo a quota cinque»
TRENTO — «Oggi il Veneto aggiunge ai suoi quattro siti culturali
il sito naturale delle Dolomiti, diventato ufficialmente patrimonio mondiale dell’umanità» afferma Giancarlo Galan, presidente della regione
Veneto. «Questo certifica, ancora
una volta, — continua — che il Veneto è impegnato seriamente nella
tutela e nella protezione di ecosistemi o di siti quali quelli diffusi nel sistema dolomitico. È vero che non è
merito delle nostre generazioni se
Venezia e la sua laguna, l’orto botanico di Padova, la città di Vicenza e
le ville palladiane del Veneto e la città di Verona (i quattro siti veneti)
hanno fatto della nostra regione un
luogo caro all’Unesco e a tutti coloro che amano i beni culturali. Ma è
anche vero che nella lista Unesco,
una volta entrati, bisogna saperci restare».
Anche il veneto Luca Zaia, ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali mostra la sua soddisfazione: «Da veneto e da ministro
sono orgoglioso che le Dolomiti,
questa splendida merlatura nel paesaggio della regione, siano state ri-
conosciute come patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. E un
grazie di cuore va alla mia collega
dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo». «Con l’iscrizione delle Dolomiti — prosegue — i siti Unesco italiani diventano 44: un primato mondiale raggiunto anche grazie all’impegno e alla cura che la comunità dolomitica, per generazioni, ha messo
nel preservare valorizzare questo affascinante arcipelago corallino. Il legame stretto fra il territorio e la sua
gente, sul quale si è cementata la collaborazione fra le comunità locali
che ha portato alla presentazione
della candidatura, è stato persino ripreso dal comitato nella motivazione allegata al riconoscimento. L’Unesco l’ha indicata come la best practice da seguire e anche questo è per
noi motivo di orgoglio».
Franco Manzato, vicepresidente
della giunta regionale, sostiene che
«l’intera provincia bellunese ha lavorato negli anni per questo successo» e che «da oggi, la provincia di
Belluno è "titolare" del marchio
Unesco per le sue Dolomiti».
A. D’I.
Il riconoscimento Voto unanime da parte del World Hermitage Committee. L’Unesco evidenzia l’aspetto geologico e paesaggistico
Dolomiti promosse: patrimonio eccezionale
Dellai: «Maggiori responsabilità». Durnwalder: «Coronata la nostra politica»
TRENTO — Le Dolomiti sono
ufficialmente «patrimonio dell’umanità». Dopo oltre quattro
anni di lavoro comune, le province di Trento, Bolzano, Belluno,
Pordenone ed Udine hanno ottenuto ieri a Siviglia il prestigioso
riconoscimento dell’Unesco. I
ventuno componenti del World
Hermitage Committee, non hanno avuto dubbi e all’unanimità
hanno deciso di accogliere la candidatura italiana.
I nove gruppi «mondiali» sono il Pelmo-Croda da Lago, la
Marmolada, le Pale di San Martino-San Lucano, le Dolomiti bellunesi, le Dolomiti friulane e d’Oltre Piave, le Dolomiti settentrionali, il Puez-Odle, lo Sciliar-Catinaccio-Latemar, il Bletterbach, le
Dolomiti di Brenta. Tutti insieme
sono stati riconosciuti come «bene seriale per la loro eccezionalità geologica e paesaggistica». Tra
i criteri possibili stabiliti dall’Unesco per definire un bene patrimonio dell’umanità, le Dolomiti ne
soddisfano due: il settimo, ovve-
ro quello su fenomeni naturali superlativi o bellezza naturale o importanza estetica, e l’ottavo, cioè
quello riguardante la storia della
Terra, le caratteristiche e i processi geologici e geomorfologici. Si
tratta di un’area con un’estensione complessiva di 142mila ettari,
cui si aggiungono altri 85 mila ettari di aree cuscinetto. Fino a ieri,
l’Italia poteva vantare un solo patrimonio naturale dell’umanità:
le isole Eolie. Ora anche le montagne giudicate da molti come le
più belle al mondo hanno ottenuto l’ufficialità del proprio valore.
Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha definito
questo riconoscimento «una
grande opportunità di crescita
ed una grande vittoria dell’Italia,
che ha lavorato molto per questa
candidatura. La richiesta di inserimento delle Dolomiti nel Patrimonio tutelato dall’Unesco parte
nel 2004 e poi si ferma, ma siamo
riusciti a recuperare il tempo perduto e superare i problemi. È una
grande vittoria. Questo è il secondo sito naturale Unesco dell’Italia
dopo le isole Eolie. Oggi, quindi,
abbiniamo il mare alla montagna
in una grande festa dei territori».
Circa il futuro, il ministro non ha
escluso la possibile candidatura
delle Alpi. «Adesso ci metteremo
al lavoro — ha detto — perché
noi sappiamo di possedere come
paese uno straordinario territorio. Va valorizzato, certamente
con il contributo delle realtà locali. Non si può imporre una scelta
da parte del governo nazionale.
Ma vi assicuro — ha proseguito
il ministro — che vi sono tantissimi siti che premono per essere
avviati in questo percorso. Ormai tutti hanno capito che offre
un valore aggiunto al territorio».
«Molto contento» anche il governatore trentino Lorenzo Dellai «per una decisione che ci trova peraltro pienamente consapevoli della grande responsabilità
che essa comporta». «La gioia —
ha spiegato — scaturisce dal fatto che l’Unesco ha riconosciuto
la straordinaria peculiarità delle
Dolomiti. Il senso di responsabilità dalla consapevolezza che do-
Maestri: «Argine allo sfruttamento
Il più bel regalo per i miei 80 anni»
«Ragno» Cesare Maestri
BOLZANO — Cesare Maestri,
il «Ragno delle Dolomiti»: cosa pensa del riconoscimento ottenuto dalle sue montagne?
«È un avvenimento estremamente positivo. Fra pochi mesi
compirò 80 anni, e per oltre 60
ho dedicato la mia vita alle montagne. Questa notizia è un regalo per tutti gli amanti della natura. La montagna deve essere
sempre rispettata, amata e temuta: grazie all’Unesco potremo
avere passi avanti nella tutela
delle Dolomiti».
Quali ritiene possano essere
dei risultati concreti?
«Sono il presidente delle gui-
de alpine di Madonna di Campiglio,e sarebbe molto utile poter
portare nelle scuole i nostri messaggi. Spero anche che ci sia una
maggiore custodia e vigilanza
delle nostre montagne».
Esistono delle priorità da affrontare?
«Nella nostra regione il problema di fondo è che troppo
spesso la natura subisce un processo di spettacolarizzazione utile solo ad aumentare gli introiti
portati dal turismo, senza pensare agli impatti negativi che ci
possono essere. Le montagne
non sono un luna park».
Matteo Pozzi
vremmo essere ancora più attenti nell’usare questo nostro patrimonio, nel solco dell’antica tradizione delle nostre genti. Le risorse sono preziose per noi, ma abbiamo il dovere di conservarle
anche per le generazioni che verranno». E la «sfida» per Dellai è
far sì che il riconoscimento dell’Unesco «non si traduca semplicemente nell’immagine di una
❜❜
Prestigiacomo
❜❜
Piazza Dante
Valorizzeremo
quanto ottenuto,
senza imposizioni
da parte del governo
La bellezza è anche
quella delle
tradizioni culturali,
linguistiche e sociali
Soddisfatti
La
delegazione
delle due
Provincie
autonome
con gli
assessori
Gilmozzi e
Laimee e il
ministro
Prestigiacomo a Siviglia
straordinaria bellezza naturale,
ma che sia anche la bellezza delle
tradizioni culturali, linguistiche e
sociali, che nell’area delle Dolomiti da secoli vivono».
Clima di grande vittoria anche
a Bolzano. «L’inserimento delle
Dolomiti nella lista del patrimonio naturale dell’umanità — ha
dichiarato il Landeshauptmann,
Luis Durnwalder — costituisce il
coronamento della politica di tutela ambientale perseguita dalla
Provincia di Bolzano. La conferma ufficiale dell’unicità mondiale dell’Alto Adige quale area naturalistica dalla bellezza monumentale, comporta che si debba trattare questo patrimonio naturalistico con rispetto e responsabilità».
A questo punto, restano diciotto mesi di tempo per costituire e
presentare al World Heritage
Committee la Fondazione, cioè
l’istituto comune delle cinque
province che garantirà la coerenza delle azioni di gestione per il
mantenimento dei valori del patrimonio universale.
Tristano Scarpetta
Il re degli Ottomila L’alpinista: «Non siano attrazione per le vacanze di massa»
Messner: «È un sogno che si realizza»
BOLZANO — «Un sogno cullato da tanto tempo, trova realizzazione». Lo dice l’alpinista
Reinhold Messner, che ancora
nel 1992 formulò la richiesta di
candidatura all’Unesco per conto di Mountain Wilderness. «Le
Dolomiti, riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco — afferma il Re degli Ottomila — non si limitano soltanto all’Alto Adige ma comprendono le Province di Bolzano,
Trento, Belluno, Pordenone e
Udine. Di conseguenza anche
quattro parchi naturali sudtirolesi appartengono al Patrimonio dell’Umanità. Già fin dal
1972 sono stati inseriti nella lista mondiale dell’ Unesco circa
mille monumenti naturali e culturali, un’iniziativa speciale e
unica che comporta anche una
grande responsabilità per la
gente che vive sul posto». Per
l’alpinista questo riconoscimento dovrebbe essere l’occasione
per modificare il modo di pensare le Dolomiti. «Mi auguro —
dice Messner — che possano essere viste con nuovi occhi, come forma del Creato e come immensa ricchezza per tutti noi e
non come una pura attrazione
da cartolina o per Internet, per
attirare solo un turismo di mas-
sa». Se questo fosse il risultato,
«l’intenzione dell’Unesco otterrebbe un fine opposto. La consapevolezza di questa eredità affidataci ci impegna direttamente ad assumerci delle responsabilità nei confronti di questo patrimonio e ci garantisce la presenza di un turismo maggiormente consapevole e sostenibile». Messner conclude: «Così
come vengono revocate le vittorie ottenute da atleti dopati, allo stesso modo l’Unesco potrebbe togliere questo titolo alle Dolomiti, se non saranno rispettate e tutelate. Ora dobbiamo evitare gli errori».
L’icona Reinhold Messner