giugno - Operazione Lieta

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giugno - Operazione Lieta
Aprile 2016 Anno XXXIII - n. 1
Via Ferri, 91 - 25123 Brescia
030 2306463
www.lieta.it - [email protected]
Direttore responsabile: Giancarlo Caprini
Registro: Tribunale di Brescia n.29 del 13/6/2001
stampa: Grafiche Artigianelli srl
OPERAZIONE
LIETA
brasiliano
ma anche italiano
(finalmente)
Brasiliano ma anche italiano
(finalmente)
IL NOSTRO “PICCOLO GRAZIE”
Padre Piamarta ce l’ha lasciata nel suo
testamento questa raccomandazione:
“La gratitudine deve essere la massima
virtù della nostra istituzione”.
Tutti ci ricordiamo che meraviglia ha
suscitato in Gesù quando, dopo aver
guarito 10 lebbrosi, uno solo ritorna per
ringraziarlo. “Non sono stati guariti tutti e
10? E gli altri 9 dove sono?”. Ebbene per
obbedire all’invito evangelico e a quello
del nostro fondatore vogliamo dire il
nostro “piccolo grazie” a tutti coloro che
partecipano ad Operazione Lieta e con il
loro obolo ci permettono di continuare a
dare “una casa, il cibo, l’affetto di una
famiglia e l’educazione scolastica
indispensabile a dare un futuro” a
centinaia di bambini, bambine e giovani
che frequentano i nostri istituti di Fortaleza
e Pacotì. Questo piccolo grazie, che vi
giunge quattro volte all’anno attraverso il
nostro giornale, vuole essere un abbraccio,
una preghiera, una benedizione ed un
sorriso nostro e di tutta la “criança” delle
nostre case. Da alcuni anni questo “piccolo
Facciamo festa con Carlos Andrè Da Silva che il 30 novembre 2015 è diventato
cittadino italiano. “Mi sono sentito subito più leggero – ci ha detto – liberato
dalle mille incertezze e paure che mi hanno accompagnato negli anni vissuti,
per cosi dire, da ospitato. Voi non avete idea della soddisfazione che si prova
a vedersi riconosciuti i diritti di cittadinanza: una bellissima soddisfazione”.
Carlos ha oggi 29 anni. E’ arrivato
a Brescia che ne aveva 13. In quegli anni era possibile far venire in
Italia dei giovani stranieri per ragioni di studio e Carlos, che aveva
vissuto prima a Pacotì e poi al
Centro Educacional di Fortaleza,
venne in Italia con qualche altro
compagno per fare le superiori:
Operazione Lieta aveva trovato
per loro una casa a Gavardo e
provvedeva al loro mantenimento. Il nostro nuovo concittadino
ha studiato in città, all’Ipsia Moretto. Una volta diplomato ha trovato lavoro e con la sicurezza economica
che ne è derivata ha deciso di stabilirsi a Brescia, presentando appena possibile la richiesta di cittadinanza. E’ stato bello vederlo nel salone di Palazzo
Broletto dove è avvenuto il giuramento, emozionato e felice. E noi con lui.
grazie” si concretizza anche in due messe
settimanali: la messa del sabato viene
celebrata presso il santuario San Giovanni
Battista Piamarta di Brescia, via Brigida
Avogadro numero 23 (salita al castello da
piazza Arnaldo con parcheggio interno)
alle ore 17:00 per tutte le famiglie e gli
amici e amiche che partecipano in una
delle varie proposte di Operazione Lieta
(una goccia, un pacco famiglia, l’adozione
a distanza)… chi lo desiderasse può venire
a celebrare con noi questa eucarestia; la
messa del venerdì è celebrata per tutti i
defunti che hanno partecipato ad
Operazione Lieta e per tutti i defunti che i
nostri amici vogliono ricordare. Se volete
potete mandarci il nome e cognome e noi li
trascriveremo sul registro degli amici che in
Cielo intercedono per noi. “Pregare Dio per
i vivi e per i defunti” è una delle sette
opere di misericordia spirituale che
arricchisce il nostro giubileo della
misericordia e che traduce in gesto
concreto il nostro “piccolo grazie”!
Padre Giancarlo Caprini
SOMMARIO
DA PACOTÌ
ALLA MARINA
LO SFRATTO A BRASILIETA
I primi a telefonare sono stati quelli della redazione di “Mi
manda Raitre”, poi sono arrivati quelli de “Le iene”, il “Corriere
della Sera”, il telegiornale de “La 7” e una sfilza di testate on
line, oltre, ovviamente, ai quotidiani locali. Lo “sfratto” che il
sindaco del Comune di Travagliato (Bs) ha dato a Brasilieta, la
nostra tradizionale festa estiva, ha fatto rumore, con tanto di
raccolta di firme contro la decisione lanciata da qualche amico
di Travagliato. Ma noi... LEGGI A PAGINA 7
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È diventato grande Bruno
Dos Santos Almeida.
Oggi ha 23 anni.
Arrivò a Pacotì quando ne
aveva 11 con alle spalle una
storia familiare come tante
in Brasile, tra difficoltà
e speranze.
Era un bambino iperattivo,
furbo e cocciuto.
Insomma, un pochino ha
fatto disperare, imparando
però anche dai suoi errori.
Ed è stata la determinazione
a farne il giovane che è oggi,
sereno e realizzato,
con un lavoro impegnativo
e il desiderio di conoscere
il mondo.
A cominciare da Brescia.
A PAGINA 14
BRASILE CONTRO BRASILE
Che amici del Brasile saremmo se non ci preoccupassimo delle sorti del Paese
in cui vivono e progettano il loro futuro i bambini e i ragazzi che aiutiamo?
Apriamo dunque A PAGINA 10-11 una finestra sulle ultime notizie che
arrivano dal gigante sudamericano entrato in una pesante crisi economica,
politica e sociale, dove politica e magistratura sono arrivati ad uno scontro
senza precedenti che ha al centro una figura carismatica come quella dell’ex
presidente Lula (e con lui l’attuale presidente Dilma Roussef). Facciamo poi il
punto con le riflessioni di un piamartino brasiliano.
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S
ono continuate le segnalazioni di
gravi violazioni dei diritti umani,
comprese uccisioni da parte della
polizia e tortura e altri maltrattamenti di detenuti. Giovani di colore delle favelas e delle comunità emarginate sono stati particolarmente a rischio. Le forze di sicurezza spesso hanno
represso le manifestazioni con un uso eccessivo o non necessario della forza.
Nell’ambito delle dispute sulla terra e le
risorse naturali sono state uccise decine
di persone. Le comunità rurali e i loro
leader hanno continuato a subire le minacce e gli attacchi dei proprietari terrieri, specialmente nelle regioni settentrionali e nordorientali del paese..
PUBBLICA SICUREZZA
Sono persistite le gravi preoccupazioni
in materia di pubblica sicurezza e per gli
alti livelli di omicidi tra i giovani di colore. A fine anno, il governo non aveva ancora presentato un concreto piano nazionale per ridurre il numero degli omicidi nel paese, nonostante l’annuncio
fatto a luglio in tal senso. Secondo un
rapporto sul 2014 pubblicato dal Forum
brasiliano sulla pubblica sicurezza, durante l’anno le vittime di omicidi erano
state oltre 58.000; il numero di poliziotti
uccisi aveva subìto una leggera flessione
rimasto elevato, ma la mancanza di trasparenza in gran parte degli stati ha di
fatto reso impossibile stabilire con esattezza il numero di persone uccise in seguito a queste operazioni. Negli stati di
Rio de Janeiro e San Paolo c’è stato un significativo aumento del numero di persone uccise per mano di poliziotti in servizio, proseguendo la tendenza al rialzo
rilevata nel 2014. Raramente le uccisioni
da parte di agenti in servizio sono state
oggetto d’indagine e sono pervenute
frequenti segnalazioni secondo cui gli
agenti coinvolti avevano cercato di alterare la scena del reato e criminalizzare la
vittima. È frequentemente accaduto che
gli agenti tentassero di giustificare le uccisioni sostenendo di aver agito per autodifesa e che la vittima aveva opposto resistenza all’arresto.
I poliziotti che si erano resi responsabili di
uccisioni illegali sono rimasti quasi sempre impuniti. Delle 220 indagini riguardanti uccisioni da parte della polizia, avviate nella città di Rio de Janeiro dal
2011, soltanto in un caso l’inchiesta giudiziaria aveva portato all’incriminazione
di un poliziotto. Ad aprile, le indagini in
corso erano ancora 1833.
Il congresso nazionale ha istituito due
commissioni parlamentari d’inchiesta,
una presso il senato e una presso la came-
“IL BRASILE NON HA PRESENTATO LA PROPRIA CANDIDATURA PER LA RIELEZIONE AL CONSIGLIO PER I DIRITTI UMANI
DELLE NAZIONI UNITE”. FORSE BASTEREBBE QUESTA RIGA
INSERITA TRA I TANTI DATI DEL RAPPORTO 2015 DI AMNESTY INTERNATIONAL A SPIEGARE LA CRESCENTE PREOCCUPAZIONE CHE ACCOMPAGNA LA SITUAZIONE DEI DIRITTI
UMANI IN BRASILE. COME SI PUO FAR PARTE DI UN ORGANISMO CHE SI BATTE PER L’AFFERMAZIONE NEL MONDO DEI
DIRITTI ESSENZIALI DELLA PERSONA, QUANDO IN CASA
PROPRIA GRAN PARTE DI QUEI DIRITTI VENGONO VIOLATI?
pari al 2,5 per cento sui 398 registrati
l’anno precedente; e oltre 3.000 persone
erano state uccise per mano della polizia, con un aumento di circa il 37 per
cento rispetto al 2013.
UCCISIONI ILLEGALI
Nel corso dell’anno, il numero di uccisioni
registrate durante operazioni di polizia è
ra dei deputati, con l’incarico d’indagare
sugli alti livelli di omicidi tra i giovani di
colore. Allo stesso tempo, guadagnava
consensi tra i parlamentari del congresso
una legge per emendare la vigente legge
sul disarmo, che avrebbe permesso un
più facile accesso alle armi da fuoco. Il
Brasile non ha ratificato il Trattato sul
commercio delle armi.
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parte delle 600 famiglie della comunità
di Vila Autódromo, situata nelle vicinanze del futuro parco olimpico, è stata
sgomberata dalle autorità municipali. A fine anno, i residenti rimasti vivevano a fianco dei lavori di demolizione e senza
accesso a servizi essenziali
come l’allacciamento alla
rete elettrica e idrica.
Nella città di Rio de Janeiro, gran parte dei
condominii che facevano parte del program-
sono state uccise a Vilhena, nello stato di
Rondônia, nel contesto di alcune dispute
sulla terra in corso nell’area. Raramente i
casi riguardanti minacce, aggressioni e
uccisioni il cui obiettivo erano i difensori
dei diritti umani sono stati oggetto d’indagine, rimanendo per lo più impuniti.
Il 5 novembre, il collasso della diga della
compagnia Samarco, controllata da Vale
e Bhp Billiton, nello stato di Minas Gerais,
ha causato il più grande disastro ambientale del Brasile di tutti i tempi. Questo ha
provocato morti e feriti e gravi violazioni
dei diritti umani, incluso un accesso insufficiente all’acqua potabile e a un riparo
sicuro per le famiglie e le comunità colpite, oltre alla mancanza di informazioni
affidabili. Il fiume di detriti tossici ha
causato anche la violazione del diritto ai mezzi di sostentamento dei
pescatori e di altri lavoratori, la cui
occupazione dipendeva direttamente o indirettamente dalle acque del fiume Doce.
violazioni
DIRITTI UMANI senza fine
CONDIZIONI CARCERARIE
E DIRITTI DEI MINORI
A marzo, la presidente ha nominato 11
esperti per il meccanismo nazionale di
prevenzione e lotta alla tortura il cui
mandato comprendeva, tra l’altro, la visita e l’ispezione dei luoghi di detenzione.
Il grave sovraffollamento, le condizioni
di degrado, la tortura e la violenza sono
rimasti fenomeni endemici all’interno
degli istituti di pena. Sono state segnalate rivolte di detenuti in diversi stati.
Anche il sistema carcerario minorile era
caratterizzato da grave sovraffollamento e condizioni di vita degradanti. Sono
stati frequentemente segnalati casi di
tortura e violenza sia contro ragazzi che
ragazze e durante l’anno alcuni minori
sono deceduti in custodia.
Ad agosto, la camera dei deputati ha annunciato un emendamento costituziona-
le che avrebbe abbassato da 18 a 16 anni
l’età in cui era possibile perseguire i minori come adulti. A fine anno, l’emendamento era in attesa di approvazione al
senato. Se approvata, la modifica violerebbe una serie di obblighi del Brasile
sanciti dagli standard internazionali sui
diritti umani in materia di protezione dei
diritti dei minori.
DIRITTO ALL’ALLOGGIO
Da quando, nel 2009, Rio de Janeiro era
stata selezionata come città organizzatrice dei Giochi olimpici del 2016, migliaia di persone sono state sgomberate
dalle loro abitazioni in vista della costruzione di infrastrutture destinate all’evento. Molte famiglie non avevano ricevuto
alcuna notifica dello sgombero né risarcimenti di tipo economico o un’adeguata
sistemazione alternativa. La maggior
ma di alloggi popolari riservato alle famiglie a basso reddito, era controllato dalle
milícias (gruppi della criminalità organizzata formati per lo più da ex agenti del
corpo di polizia, dei vigili del fuoco o militari o da loro componenti fuori servizio) o
dalle bande della criminalità organizzata.
Di conseguenza, migliaia di famiglie vivevano a rischio di violenza e molte sono
state costrette ad abbandonare gli alloggi a causa delle intimidazioni e delle minacce.
DISPUTE SULLA TERRA
Le dispute sulla terra e le risorse naturali
hanno continuato a causare decine di
morti ogni anno. Le comunità rurali e i loro leader sono stati minacciati e aggrediti dai proprietari terrieri, specialmente
nelle regioni settentrionali e nordorientali del paese. A ottobre, cinque persone
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DIRITTI DELLE POPOLAZIONI NATIVE
Il processo di demarcazione delle terre
native ha continuato ad avanzare in maniera estremamente lenta, malgrado il
governo federale avesse sia l’autorità legislativa sia le risorse finanziarie per completarne la realizzazione. A fine anno, diversi casi erano in sospeso. Gli attacchi
nei confronti di membri delle comunità
native sono rimasti frequenti e raramente i responsabili sono stati assicurati alla
giustizia. Sono aumentate le preoccupazioni per il deterioramento della situazione della comunità guarani-kaiowá di
Apika’y, nel Mato Grosso do Sul. Un’ordinanza di sgombero, che avrebbe potuto
lasciare la comunità senza tetto, è stata
temporaneamente sospesa ad agosto.
Tuttavia, a fine anno era ancora a rischio
di sgombero.
dal Rapporto 2015 di Amnesty International
block notes
Campo di lavoro 2016
E’ già tempo di pensare al Campo di lavoro della
prossima estate a Pacotì.
Come ogni anno Operazione Lieta organizza viaggio e permanenza a Pacotì per giovani interessati a
vivere qualche settimana di full immersion nella
realtà brasiliana.
Un campo di lavoro che alle molteplici attività di manutenzione delle strutture che ospitano i bambini seguiti dalla nostra associazione affiancherà momenti
di riflessione e di approfondimento, incontri ed
escursioni.
Un’esperienza che non va improvvisata e che proprio per questo richiede la frequenza obbligatoria a
cinque incontri di preparazione che si terranno tra
maggio e giugno. Info 030 2306463
Lo sfratto
Il Comune di Travagliato ha detto no.
Brasilieta deve traslocare. Per il Sindaco
i 4 giorni di Brasilieta danneggiano il
commercio locale. Inoltre per il primo
cittadino la festa è un duplicato visto
che nel territorio comunale alcuni
nostri amici allestiscono in aperta campagna da ormai vent’anni una melonera destinando il ricavato ad Operazione
Lieta. La scelta che è stata presa ovviamente ci dispiace e le motivazioni con
cui si tenta di spiegarla non ci convincono, tuttavia riteniamo sbagliato alimentare la polemica: noi non possiamo
che ringraziare quegli amministratori e
quelle persone di Travagliato che in
questi anni ci hanno accolto e sostenu-
to. Nei prossimi giorni, anche alla luce
delle tante disponibilità che abbiamo
ricevuto da parte di diversi Comuni che
si offrono di ospitare la festa, decideremo dove portare “Brasilieta 2016”.
Non sappiamo se hanno ragione quelli
che ci danno degli sprovveduti perché
non approfittiamo in termini mediatici
DACCI UNA MANO
Cadignano solidale
NELLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI
DONA IL TUO 5XMILLE A OPERAZIONE LIETA
IL CODICE FISCALE DA SCRIVERE
NELL’APPOSITO SPAZIO E’ 9 8 0 4 5 2 6 0 1 7 5
Cadignano, frazione di Verolanuova, Bassa bresciana. Nella
Chiesa parrocchiale il primo altare a destra dell’ingresso vi accoglie così come lo vedete nella fotografia. L’iniziativa è di
Francesco Lughignani, 50 anni, con un’attenzione partecipe e
solidale ai problemi del Sud del mondo. Parlando con qualche
amico volontario del suo desiderio di visitare il Nord-Est del
Brasile ha incontrato Operazione Lieta e i progetti sostenuti a
Fortaleza e dintorni. Una parola tira l’altra, un’idea tira l’altra.
E’ cosi è nato il grande contenitore colorato che parla di mondo e di solidarietà concreta.
Servizio civile a Pacotì
Pacotì ospita da alcuni mesi due giovani bresciani in Servizio civile. Sono Marta Cavedaghi di Salò e Paolo Chioda
di Travagliato (nella foto è con Lieta in uno dei due campi
di lavoro estivi di Operazione Lieta a cui ha partecipato).
“Il fattore che spinge di più l’essere umano a viaggiare –
ha scritto Paolo – è la ricerca della felicità. L’uomo che
viaggia è felice: chi invece è assorbito dalla propria routine quotidiana vive una vita monotona ed è portato a lamentarsi o a trovare che qualcosa immancabilmente non
gli andrà bene. Viaggiare invece apre la mente, ti fa scoprire nuovi orizzonti, ti aiuta a dare il giusto peso a tutto
ciò che ti circonda. Ti aiuta a valorizzare tante piccole cose che fino ad ora non avevano valore. Sono contentissimo di affrontare questo viaggio, questa lunga esperienza in Brasile, e sono ancora più contento perché so che
posso dare il mio contributo, anche se piccolo, alle persone che veramente ne hanno bisogno”.
Il Bonsignori c’è! Il Bonsignori c’è!
Uno dei luoghi più “impervi” di Operazione Lieta è il magazzino. Tra materiale che attende di essere spedito in Brasile nelle valige dei vari volontari e cose che si accumulano
in maniera inspiegabile, questa depandance di Operazione
Lieta è sempre la più trascurata. Per fortuna sono arrivati i
giovani del Bonsignori con i quali, dopo una giornata di presentazione dell’esperienza di Lieta e Angelo in Brasile, abbiamo stretto un patto di amicizia e di collaborazione che si
è tradotto in un importante e utilissimo primo intervento
di riordino del nostro magazzino.
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di quanto sta succedendo. Siamo però
convinti che è sempre meglio impegnarsi per qualcosa che unisce e
costruire risposte solidali capaci di radicarsi nell’esperienza di ognuno: le
polemiche non riempiono il piatto o la
cartella dei bambini e dei ragazzi brasiliani per i quali Operazione Lieta è
casa, scuola e famiglia.
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Brescia
Pompiano
insieme
Dei tanti incontri che Lieta e Angelo hanno avuto a inizio anno, documentiamo nella foto più grande la Festa di Operazione Lieta a Brescia, la cena degli Alpini a
Pompiano (Bs) e la “music surprise dinner” di Roma.
Tanti amici, per rinnovare insieme gli impegni di solidarietà concreta verso i bambini, le bambine e i ragazzi di Pacotì e del Centro Educacional di Fortaleza.
Roma
Cosa succede in Brasile?
svolgere. Insieme danno senso e vita alla
società. Piamarta, però, raccomandava
di mettere accanto a sapere e pane anche una buona dose di vangelo e di preghiera. Noi missionari lo facciamo e i
giovani, mi creda, capiscono che senza
motivazioni alte non si va da nessuna
parte.
CRISI E PROTESTE
(CON LE OLIMPIADI ALLE PORTE)
In Brasile cresce la nuova protesta della classe media.
Punta a far decadere la presidente Dilma Rousseff la
cui popolarità è bassissima, per gli scandali di corruzione, ma anche per la crisi di un sistema che si è inceppato da tempo. Politica, economia, giustizia, tutto legato e chiuso nel rebus di Dilma che cade o che resta in
sella, dicotomia che divide la popolazione, provoca
tensioni in famiglia, litigate sui social media, cortei e
molta incertezza.
Da tre anni il Brasile non cresce più, il lavoro manca.
Per il governo è colpa della crisi internazionale, della
Cina che non compra come faceva un tempo. Per la
gente in strada che protesta con le pentole in mano
l’origine dei mali è la corruzione scoperchiata dalla
maxi inchiesta del giudice Sergio Moro che ha colpito
soprattutto il Partito dei Lavoratori di Dilma e Lula.
Una strana coppia, unita nei momenti difficili, ma mai
innamorata. Lula scelse Dilma come sua erede nel
2010, quando aveva una popolarità enorme e con un
Paese che cresceva ancora. Era l’unico nome spendibile in un partito decimato dal penultimo scandalo, il
«mensalao», compravendita di deputati dell’opposizione. Dilma testarda, spigolosa, ha imbarcato alleati
dalla dubbia fedeltà in un Parlamento-bolgia con 26
partiti, dove il gattopardismo è talmente comune che
esiste una finestra di un mese all’anno dove è possibile
cambiare di casacca, fondare nuove sigle, passando da
destra a sinistra al centro. Partiti-fisarmonica e lobby
trasversali a difesa degli interessi di evangelici, produttori di armi, fazenderos rurali, dirigenti di calcio e
così via.
È questo Congresso, con un 30% di inquisiti e il 10% di
condannati, che dovrà decidere, fra non più di due settimane, se aprire o no il processo politico a Dilma, accusata di aver truccato i bilanci dello Stato nel 2014
per nascondere dei gravi buchi finanziari della sua gestione. I suoi avvocati hanno esposto la difesa ufficiale; quegli ammanchi sono stati una scelta obbligata
per poter garantire la continuità di decine di milioni di
programmi assistenziali. Un sacrificio necessario, un
errore contabile, nulla di più.
A Brasilia si contano i voti e si offre di tutto e di più per
la fedeltà o il tradimento alla Corona. Lula opera dietro le quinte, dopo che la sua nomina a Capo di Gabi-
netto è stata congelata dalla giustizia. Nel suo quartier generale di una suite d’albergo a sette chilometri
dal Palazzo presidenziale di Planalto passano deputati
ed emissari; dopo le intercettazioni diffuse dal giudice
Moro, che ha dovuto scusarsi di fronte alla Corte Suprema che le ha giudicate improprie, nessuno si fida
più a parlare al telefono.
L’ultimo pallottoliere dava 261 deputati favorevoli
all’impeachment e 117 contrari; 135 sono indecisi, accettano proposte. Il governo deve arrivare a quota
172, un terzo dei seggi, per salvare la Presidente; molto difficile, ma teoricamente non impossibile. Dopo la
Camera, si vota al Senato, a maggioranza assoluta. In
caso affermativo, Dilma è «congelata» per un periodo
massimo di 180 giorni e il suo vice Michel Temer assume la presidenza ad interim. Mentre si svolge il processo, Temer ha la facoltà di nominare ministri, cambiando de facto la fisionomia del governo. Se sarà giudicata colpevole, Dilma decade e sarà inibita per 8 anni; se assolta, tornerà di nuovo al comando con Temer
come vice, da separati in casa.
Per alcuni giuristi si sta trasformando un regime presidenzialista in uno semi-parlamentario, dove è il Congresso di fatto a scegliere chi comanda. L’unico precedente è del 1992, con Fernando Collor de Melo che
diede le dimissioni dopo che la Camera lo aveva condannato con un ampia maggioranza. Ma allora c’era
un Paese intero contro di lui. Oggi è diverso; se è vero
che il 68% dei brasiliani, stando ai sondaggi, è favorevole alla destituzione di Dilma, dall’altra parte c’è un
governo che ha dimostrato di poter contare ancora su
una forte base, capace di riempire le piazze, anche se
con proporzioni minori rispetto agli avversari. Con Dilma si è schierata anche buona parte dell’intellighenzia brasiliana, da musicisti come Chico Buarque, a Caetano Veloso a centinaia di professori universitari, intellettuali, ricercatori, in difesa dei programmi sociali
che hanno combattuto la fame e permesso ai giovani
delle periferie di andare all’università. Mero assistenzialismo populista, invece, secondo il popolo delle
pentole, che aspetta e spera nella caduta della presidente pronta ormai all’ultima battaglia.
(da La Stampa del 5.4.2016)
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La speranza sono i giovani
e una buona politica
Intervista a Padre Ivo Nardelli, delegato della Congregazione
di Padre Piamarta per l’America Latina
Padre Ivo, a dispetto del nome lei è
un brasiliano a tutti gli effetti, la
persona giusta per parlare di Brasile
e del suo futuro.
Amo il mio Paese e lo vedo proiettato
verso il futuro. Questo non significa che
abbia superato situazioni antiche e sia
già in forma per aggredire le nuove difficoltà. Però, il fatto che oggi avanzi una
classe dirigente giovane e motivata, lascia ben sperare. I giovani portano nella
società speranza e voglia di fare. Si tratta di aiutarli a essere protagonisti, ad
avere coraggio per entrare nelle situazioni, economiche e politiche, per dominarle e renderle adatte al buon vivere di
tanti se non di tutti. Quel che serve al
Paese, per risollevarsi e per ammodernarsi, è una politica buona, e buona perché onesta e capace di guardare ai bisogni della gente. Le Olimpiadi che verranno sono un’altra occasione da non
sciupare. Non lo sarà se saranno una vetrina limpida e vera delle nostre potenzialità, della nostra efficienza, della nostra ospitalità e, anche, del nostro modo
di vivere. In caso contrario saranno semplicemente un episodio di cui disfarsi in
fretta.
Il futuro, dunque, è una scommessa
sui giovani?
Sono una speranza di buon futuro. Bisogna però aiutarli con programmi educativi, sociali e civili completi, pieni di sapere, ma anche di spiritualità fondata
sulla roccia – il Vangelo – e non sull’effimero – il tutto facile –; programmi coraggiosi, in cui siano evidenti le possibilità di lavoro e di impegno; programmi
veritieri, cioè distanti dalle illusioni, fondati sulla certezza di dignità e di pari opportunità per tutti.
Padre Piamarta, il fondatore della
Congregazione a cui lei appartiene,
diceva che sapere e pane devono
sempre camminare insieme…
Verissimo. Il sapere la base su cui costruire una casa capace di resistere alle intemperie; il pane dà forza e sostegno alle azioni che gli uomini sono chiamati a
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Qualcuno sostiene che il Brasile può
camminare da solo…
… magari senza missionari imbevuti di
Vangelo, senza scuole di ispirazione
cattolica, senza parrocchie e senza gli
aiuti della Provvidenza di cui i cristiani
sono ambasciatori? Non scherziamo!
Oggi più che mai, e proprio perché non
basta essere collocati tra i paesi ricchi
per non dover contare poveri su poveri
e disperati su disperati. Più della metà
della popolazione brasiliana vive di elemosina o salario minimo: non dimentichiamolo mai!
Che cosa significa, allora, essere
missionari, qui e adesso?
Per noi significa attuare quel che san
Piamarta diceva. E cioè: aiutare i giovani
a essere protagonisti del loro futuro.
Poi, significa mettersi in sintonia con la
“missionarietà” che papa Francesco
chiama “condivisione”, “misericordia”
che cambia i cuori, che lotta contro gli
sprechi, che invoca pace, che s’illumina
di sobrietà… Che non smette mai di annunciare la Buona Novella, cioè di spezzare il pane con tutti e di dividere il
mantello con colui che ti passa accanto.
Ciò presuppone grandi cambiamenti, magari un nuovo Brasile. O no?
Non so quando e come, ma il mio Paese
deve e può cambiare. Gli servono progetti di grande respiro, mirati all’educazione, alla cultura, al lavoro, alla pacificazione, alla giustizia sociale, alla lotta
alle povertà e alle malattie. Sono progetti annunciati, che però hanno bisogno di sostegno e di solidale partecipazione interna ed esterna: della Nazione
stessa e della comunità internazionale.
Da solo, difficilmente il Brasile può farcela; insieme tutto può cambiare…
estratto dalla rivista piamartina FP
RITORNO A SCUOLA
perché la mamma non mi aveva spiegato come funzionava il collegio e io avevo
paura che sarei rimasto qui per sempre”.
“Io invece non ho mai pianto – ribatte
Whitmer – perché la scuola e tutto mi è
piaciuto subito!”.
Gustavo Vitorio da Cruz Lima ha 7 anni,
Robert Ryan de Souza ne ha 10. Gustavo
è al suo secondo anno a Pacotì, Robert al
terzo. Raccontano delle settimane passate a casa con la mamma, dei giochi; appena sceso dall’autobus, il più piccolo,
quasi piangendo, dice ad un compagno
TANTE VOLTE ABBIAMO SCRITTO DI UN MOMENTO SEMPRE DELICATO E IMPORTANTE PER PACOTÌ: L’ARRIVO DEI NUOVI BAMBINI – QUELLI CHE INIZIANO LA LORO AVVENTURA CON LIETA,
ANGELO E TUTTI GLI EDUCATORI CHE DANNO VITA A QUESTA
BIG FAMILY – E IL RITORNO DI QUELLI CHE AVENDO ALLE SPALLE
ANCHE UN SOLO ANNO DI SCUOLA SI SENTONO DEI VETERANI.
QUEST’ANNO C’ERA ANCHE LA NOSTRA EVA* A DARE UNA MANO A LIETA NELL’ACCOGLIENZA DEI BAMBINI, NEL RASSICURARE LORO E LE MAMME CHE LI ACCOMPAGNAVANO.
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Leandro da Silva Moreira Osterne fa parte dei veterani: “Sentivo la mancanza
degli amici, delle maestre, degli italiani,
della fejoada e della macedonia di frutta”, sintetizza con allegria!
Whitmer Marcos de Sousa Martins, anche lui tra quelli che tornano a Pacotì
per continuare l’avventura educativa e
formativa che si ripete mai uguale a se
stessa da oltre trent’anni, dice che sentiva la mancanza “di Lieta e Angelo, della
routine di tutti i giorni, di tutti quelli che
ci sono a Pacotì e …del bagno nel laghetto”.
Cosa vi è mancato di più? chiede l’intervistatrice. I due sono d’accordo: gli amici. E di meno? Per Leandro le ortiche e le
spine in cui è finito, non si sa come, un
giorno dello scorso anno; per Whitmer
“i bambini maleducati e i litigi tra compagni”. Entrambi sono a Pacotì da quattro anni ma guardano con comprensione ai novatos col faccino rigato da qualche lacrima. “Mi ricordo di aver pianto i
primi giorni che ero qui – dice Leandro –
del suo cagnolino che è morto: per fortuna arriva un altro autobus pieno di
amici da riabbracciare e Gustavo torna
presto a sorridere. Sono contenti di stare
in questo “paradiso verde” (espressione
di Gustavo) che è Pacoti e di riprendere
la scuola: Robert sa ormai leggere e scrivere, Gustavo… quasi. Avessero tra le
mani una bacchetta magica farebbero
scomparire i litigi che inevitabilmente
scoppiano tra i bambini. Cosa vorrebbero invece far apparire magicamente a
Pacotì? Un po’ di fresco per dormire meglio la notte. Si accontentano di poco,
non vi pare?
*Eva Mazzoleni è una ragazza di Bergamo, di
Roncola per essere precisi, che fa la pendolare
con il Brasile. Va e viene da cinque anni ormai,
sull’onda di un’esperienza vissuta con Lieta e
Angelo durante l’anno di servizio civile che ha
scelto di fare proprio a Pacotì.
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CULTURA & CUCINA
BRUNO, da scavezzacollo
a fucilieros
con
FERNANDA BOCCONI
Bolo embrulhado
torta incartata
Il “bolo embrulhado” è una rivisitazione recente e molto diffusa della classica
torta farcita con latte concentrato zuccherato ricoperta di cocco. Le fettine vanno
portate in tavola su un bel vassoio e, per i compleanni dei bambini, possono essere messe dentro una scatola decorata con il tema della festa.
Ho voglia di raccontare una storia, una
bella storia. La storia di Bruno Dos Santos Almeida un ragazzo brasiliano che
ho conosciuto circa una dozzina di anni
fa a Pacotì quando aveva 10 anni. Io volontario dentista presso il “collegio” gestito da Operazione Lieta, e lui “ospite”
segnalato dai servizi sociali (come tutti i
suoi compagni) per gravi problemi familiari.
In quella occasione diventai suo “padrino” attraverso un’adozione a distanza
per studio che durò due anni, finendo al
momento in cui ebbe l’opportunità,
grazie al suo proficuo impegno scolastico, di accedere alle superiori dell’istituto
Piamarta di Fortaleza. I contatti sono
continuati a distanza e in tutte le occasioni del mio piccolo volontariato. Tutte
le volte mi raccontava del desiderio di
affrancarsi dalla sua situazione. Ebbene
ce l’ha fatta! È entrato, superando le severe prove d’ammissione, nei Fucileiros
da Marina Brasileira. Qualche mese fa
mi disse che aveva risparmiato un gruzzoletto e voleva venire in Italia. Così ha
fatto e in 6 giorni ha visitato (con l’aiuto e l’ospitalità
di altri amici di Operazione Lieta) Milano, Brescia,
Parma, Roma, Venezia e
soddisfatto il sogno di toccare la neve e provare a
sciare. Ieri sera l’ho accompagnato in
aeroporto felice. La sua storia diversa
ma simile a molte altre parla del fantastico lavoro fatto da Lieta e Angelo nel
condurre e trasmettere attraverso la
scuola e lo studio gli strumenti per affrancarsi. Io ho visto e conosco come
sanno motivare e fare, con gentilezza e
amore, pur in condizioni economiche
sempre difficili. Ma non perdono mai il
sorriso. Ogni singolo euro è centellinato
e speso secondo necessità. Quindi cari
amici se avete avuto la bontà di leggere
questa piccola storia e volete aiutare
non dimenticate Operazione Lieta
(www.lieta.it) sapendo che il vostro aiuto sarà ben indirizzato e ben utilizzato.
E per finire, “Boa sorte Bruno!”.
Mauro Bazzoli
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Ingredienti
per l’impasto:
• 7 uova
• 350 g di zucchero
• 400 g di farina 00
• 2 cucchiai di lievito vanigliato
• 200 ml di latte bollente
Incontriamo Bruno il giorno dopo l’arrivo a
Brescia, prima tappa della sua “sei giorni”
in Italia. Ci facciamo raccontare tante cose e
quando, dopo l’immancabile pastasciutta
lo salutiamo, il taccuino è pieno di appunti.
Anche Pedro in uno dei suoi tanti semestri
passati a Pacotì lo ha conosciuto e lo ricorda
come, diciamo così, un bambino “particolarmente vivace” (nella foto piccola è in prima fila con la maglietta azzurra). Annotiamo anche questo, ma quando è il momento
di preparare l’articolo, qualcuno ci segnala
nella pagina facebook di Mauro Bazzoli –
che con la sua famiglia ha seguito Bruno attraverso l’adozione a distanza da quando
era piccolissimo – il testo che potete leggere qui accanto. Ed allora spegniamo il computer: meglio non avremmo potuto fare.
per rifinire:
• 600 ml di latte concentrato zuccherato
• 600 ml di panna UHT
• 350 g di cocco grattugiato secco
• foglio di alluminio per alimenti
Procedimento
per la torta:
Montare gli albumi a neve ferma con la frusta elettrica. Aggiungere lo zucchero e
i tuorli, un po’ alla volta, lavorando con la frusta elettrica. Amalgamare delicatamente la farina e il lievito setacciati insieme. Unire il latte bollente e mescolare
dal basso verso l’alto. Versare l’impasto su uno stampo rettangolare di 25x33 cm o
di capacità simile, foderato con carta forno. Cuocere in forno a 180°C per circa 35
minuti. Per controllare se la torta è pronta infilare uno stuzzicadenti, se esce
asciutto la torta è cotta.
per rifinire:
Lasciar raffreddare la torta nello stampo. Togliere la torta dello stampo e tagliare
a fettine. Con uno stampo da 25x33 cm si ricavano circa 42 fette: 3 colonne da 14
fette. Tagliare il foglio di alluminio in rettangoli di circa 12x20 cm. Preparare la
farcia mescolando bene il latte concentrato e la panna con una frusta da cucina.
Inzuppare nella farcia una fettina di torta alla volta, aiutandosi con una grossa
forchetta, e passare nel cocco grattugiato secco, premendo per far aderire bene.
Appoggiare la fetta di torta “impanata” su un rettangolo di foglio di alluminio e
incartare. Sistemare le fettine incartate in un contenitore e conservare in frigo fino al momento di portare in tavola. Le fettine di torta porzionata e incartata si
preparano in anticipo e devono essere conservate in frigo.
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Anche dal 5 x mille
un sostegno importante
PIU’ DI 2.600 PERSONE
HANNO SCELTO
LO SCORSO ANNO
DI DONARE IL LORO
5 X MILLE
A OPERAZIONE LIETA.
62.404 euro è l’ammontare del 5 x mille
che Operazione Lieta ha ricevuto in riferimento alle dichiarazioni dei redditi
presentate nel 2013. Una cifra che
dall’inizio della crisi economica è andata via via abbassandosi rispetto al passato ma resta tra le più significative di
quelle erogate nel bresciano attraverso
questa opportunità. A scorrere gli elenchi del 5 x mille dell’Agenzia delle entrate colpisce soprattutto la frammentazione, l’invasione di campo delle Fondazioni (che per loro natura nascono
con patrimoni da gestire più che per
raccogliere contributi), il proliferare di
associazioni sportive, di realtà locali che
più locali non si può e via dicendo. Tanto si è parlato e ancora si dovrebbe parlare di come lo strumento rischia di essere snaturato da regole che regolano
troppo poco. Noi vogliamo però ringraziare tutti i 2.606 amici che hanno scritto il nostro codice fiscale nell’apposito
spazio della dichiarazione dei redditi e
hanno firmato per destinare il 5 x mille
ad Operazione Lieta. Ci contiamo anche
per il futuro e vi chiediamo di invitare a
fare come voi anche a qualcuno che conoscete. Se ci lasciamo contagiare
dall’entusiasmo dei bambini di Pacotì,
sicuramente riusciremo anche noi a
contagiare chi ci sta vicino.
Cucine rimesse a nuovo
Diciamo spesso che una immagine vale più di tante parole. Lasciamo allora parlare le immagini che documentano la completa
ristrutturazione delle cucine di Pacotì portata a termine nei mesi scorsi: più funzionalità, pulizia ed efficienza.
prima
COME AIUTARE
Una goccia (8 euro al mese)
il pacco famiglia (14 euro al mese)
le adozioni a distanza (18 euro al mese)
dopo
Se vuoi utilizzare il conto corrente postale
il numero è 10422251
Se invece preferisci far avere il tuo aiuto
attraverso la banca il nostro IBAN è
IT 89 K 08735 11200 014000351261
Per ogni informazione telefona
ad Operazione Lieta al numero 030 2306463