giugno - Operazione Lieta
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giugno - Operazione Lieta
Aprile 2016 Anno XXXIII - n. 1 Via Ferri, 91 - 25123 Brescia 030 2306463 www.lieta.it - [email protected] Direttore responsabile: Giancarlo Caprini Registro: Tribunale di Brescia n.29 del 13/6/2001 stampa: Grafiche Artigianelli srl OPERAZIONE LIETA brasiliano ma anche italiano (finalmente) Brasiliano ma anche italiano (finalmente) IL NOSTRO “PICCOLO GRAZIE” Padre Piamarta ce l’ha lasciata nel suo testamento questa raccomandazione: “La gratitudine deve essere la massima virtù della nostra istituzione”. Tutti ci ricordiamo che meraviglia ha suscitato in Gesù quando, dopo aver guarito 10 lebbrosi, uno solo ritorna per ringraziarlo. “Non sono stati guariti tutti e 10? E gli altri 9 dove sono?”. Ebbene per obbedire all’invito evangelico e a quello del nostro fondatore vogliamo dire il nostro “piccolo grazie” a tutti coloro che partecipano ad Operazione Lieta e con il loro obolo ci permettono di continuare a dare “una casa, il cibo, l’affetto di una famiglia e l’educazione scolastica indispensabile a dare un futuro” a centinaia di bambini, bambine e giovani che frequentano i nostri istituti di Fortaleza e Pacotì. Questo piccolo grazie, che vi giunge quattro volte all’anno attraverso il nostro giornale, vuole essere un abbraccio, una preghiera, una benedizione ed un sorriso nostro e di tutta la “criança” delle nostre case. Da alcuni anni questo “piccolo Facciamo festa con Carlos Andrè Da Silva che il 30 novembre 2015 è diventato cittadino italiano. “Mi sono sentito subito più leggero – ci ha detto – liberato dalle mille incertezze e paure che mi hanno accompagnato negli anni vissuti, per cosi dire, da ospitato. Voi non avete idea della soddisfazione che si prova a vedersi riconosciuti i diritti di cittadinanza: una bellissima soddisfazione”. Carlos ha oggi 29 anni. E’ arrivato a Brescia che ne aveva 13. In quegli anni era possibile far venire in Italia dei giovani stranieri per ragioni di studio e Carlos, che aveva vissuto prima a Pacotì e poi al Centro Educacional di Fortaleza, venne in Italia con qualche altro compagno per fare le superiori: Operazione Lieta aveva trovato per loro una casa a Gavardo e provvedeva al loro mantenimento. Il nostro nuovo concittadino ha studiato in città, all’Ipsia Moretto. Una volta diplomato ha trovato lavoro e con la sicurezza economica che ne è derivata ha deciso di stabilirsi a Brescia, presentando appena possibile la richiesta di cittadinanza. E’ stato bello vederlo nel salone di Palazzo Broletto dove è avvenuto il giuramento, emozionato e felice. E noi con lui. grazie” si concretizza anche in due messe settimanali: la messa del sabato viene celebrata presso il santuario San Giovanni Battista Piamarta di Brescia, via Brigida Avogadro numero 23 (salita al castello da piazza Arnaldo con parcheggio interno) alle ore 17:00 per tutte le famiglie e gli amici e amiche che partecipano in una delle varie proposte di Operazione Lieta (una goccia, un pacco famiglia, l’adozione a distanza)… chi lo desiderasse può venire a celebrare con noi questa eucarestia; la messa del venerdì è celebrata per tutti i defunti che hanno partecipato ad Operazione Lieta e per tutti i defunti che i nostri amici vogliono ricordare. Se volete potete mandarci il nome e cognome e noi li trascriveremo sul registro degli amici che in Cielo intercedono per noi. “Pregare Dio per i vivi e per i defunti” è una delle sette opere di misericordia spirituale che arricchisce il nostro giubileo della misericordia e che traduce in gesto concreto il nostro “piccolo grazie”! Padre Giancarlo Caprini SOMMARIO DA PACOTÌ ALLA MARINA LO SFRATTO A BRASILIETA I primi a telefonare sono stati quelli della redazione di “Mi manda Raitre”, poi sono arrivati quelli de “Le iene”, il “Corriere della Sera”, il telegiornale de “La 7” e una sfilza di testate on line, oltre, ovviamente, ai quotidiani locali. Lo “sfratto” che il sindaco del Comune di Travagliato (Bs) ha dato a Brasilieta, la nostra tradizionale festa estiva, ha fatto rumore, con tanto di raccolta di firme contro la decisione lanciata da qualche amico di Travagliato. Ma noi... LEGGI A PAGINA 7 2 È diventato grande Bruno Dos Santos Almeida. Oggi ha 23 anni. Arrivò a Pacotì quando ne aveva 11 con alle spalle una storia familiare come tante in Brasile, tra difficoltà e speranze. Era un bambino iperattivo, furbo e cocciuto. Insomma, un pochino ha fatto disperare, imparando però anche dai suoi errori. Ed è stata la determinazione a farne il giovane che è oggi, sereno e realizzato, con un lavoro impegnativo e il desiderio di conoscere il mondo. A cominciare da Brescia. A PAGINA 14 BRASILE CONTRO BRASILE Che amici del Brasile saremmo se non ci preoccupassimo delle sorti del Paese in cui vivono e progettano il loro futuro i bambini e i ragazzi che aiutiamo? Apriamo dunque A PAGINA 10-11 una finestra sulle ultime notizie che arrivano dal gigante sudamericano entrato in una pesante crisi economica, politica e sociale, dove politica e magistratura sono arrivati ad uno scontro senza precedenti che ha al centro una figura carismatica come quella dell’ex presidente Lula (e con lui l’attuale presidente Dilma Roussef). Facciamo poi il punto con le riflessioni di un piamartino brasiliano. 3 S ono continuate le segnalazioni di gravi violazioni dei diritti umani, comprese uccisioni da parte della polizia e tortura e altri maltrattamenti di detenuti. Giovani di colore delle favelas e delle comunità emarginate sono stati particolarmente a rischio. Le forze di sicurezza spesso hanno represso le manifestazioni con un uso eccessivo o non necessario della forza. Nell’ambito delle dispute sulla terra e le risorse naturali sono state uccise decine di persone. Le comunità rurali e i loro leader hanno continuato a subire le minacce e gli attacchi dei proprietari terrieri, specialmente nelle regioni settentrionali e nordorientali del paese.. PUBBLICA SICUREZZA Sono persistite le gravi preoccupazioni in materia di pubblica sicurezza e per gli alti livelli di omicidi tra i giovani di colore. A fine anno, il governo non aveva ancora presentato un concreto piano nazionale per ridurre il numero degli omicidi nel paese, nonostante l’annuncio fatto a luglio in tal senso. Secondo un rapporto sul 2014 pubblicato dal Forum brasiliano sulla pubblica sicurezza, durante l’anno le vittime di omicidi erano state oltre 58.000; il numero di poliziotti uccisi aveva subìto una leggera flessione rimasto elevato, ma la mancanza di trasparenza in gran parte degli stati ha di fatto reso impossibile stabilire con esattezza il numero di persone uccise in seguito a queste operazioni. Negli stati di Rio de Janeiro e San Paolo c’è stato un significativo aumento del numero di persone uccise per mano di poliziotti in servizio, proseguendo la tendenza al rialzo rilevata nel 2014. Raramente le uccisioni da parte di agenti in servizio sono state oggetto d’indagine e sono pervenute frequenti segnalazioni secondo cui gli agenti coinvolti avevano cercato di alterare la scena del reato e criminalizzare la vittima. È frequentemente accaduto che gli agenti tentassero di giustificare le uccisioni sostenendo di aver agito per autodifesa e che la vittima aveva opposto resistenza all’arresto. I poliziotti che si erano resi responsabili di uccisioni illegali sono rimasti quasi sempre impuniti. Delle 220 indagini riguardanti uccisioni da parte della polizia, avviate nella città di Rio de Janeiro dal 2011, soltanto in un caso l’inchiesta giudiziaria aveva portato all’incriminazione di un poliziotto. Ad aprile, le indagini in corso erano ancora 1833. Il congresso nazionale ha istituito due commissioni parlamentari d’inchiesta, una presso il senato e una presso la came- “IL BRASILE NON HA PRESENTATO LA PROPRIA CANDIDATURA PER LA RIELEZIONE AL CONSIGLIO PER I DIRITTI UMANI DELLE NAZIONI UNITE”. FORSE BASTEREBBE QUESTA RIGA INSERITA TRA I TANTI DATI DEL RAPPORTO 2015 DI AMNESTY INTERNATIONAL A SPIEGARE LA CRESCENTE PREOCCUPAZIONE CHE ACCOMPAGNA LA SITUAZIONE DEI DIRITTI UMANI IN BRASILE. COME SI PUO FAR PARTE DI UN ORGANISMO CHE SI BATTE PER L’AFFERMAZIONE NEL MONDO DEI DIRITTI ESSENZIALI DELLA PERSONA, QUANDO IN CASA PROPRIA GRAN PARTE DI QUEI DIRITTI VENGONO VIOLATI? pari al 2,5 per cento sui 398 registrati l’anno precedente; e oltre 3.000 persone erano state uccise per mano della polizia, con un aumento di circa il 37 per cento rispetto al 2013. UCCISIONI ILLEGALI Nel corso dell’anno, il numero di uccisioni registrate durante operazioni di polizia è ra dei deputati, con l’incarico d’indagare sugli alti livelli di omicidi tra i giovani di colore. Allo stesso tempo, guadagnava consensi tra i parlamentari del congresso una legge per emendare la vigente legge sul disarmo, che avrebbe permesso un più facile accesso alle armi da fuoco. Il Brasile non ha ratificato il Trattato sul commercio delle armi. 4 parte delle 600 famiglie della comunità di Vila Autódromo, situata nelle vicinanze del futuro parco olimpico, è stata sgomberata dalle autorità municipali. A fine anno, i residenti rimasti vivevano a fianco dei lavori di demolizione e senza accesso a servizi essenziali come l’allacciamento alla rete elettrica e idrica. Nella città di Rio de Janeiro, gran parte dei condominii che facevano parte del program- sono state uccise a Vilhena, nello stato di Rondônia, nel contesto di alcune dispute sulla terra in corso nell’area. Raramente i casi riguardanti minacce, aggressioni e uccisioni il cui obiettivo erano i difensori dei diritti umani sono stati oggetto d’indagine, rimanendo per lo più impuniti. Il 5 novembre, il collasso della diga della compagnia Samarco, controllata da Vale e Bhp Billiton, nello stato di Minas Gerais, ha causato il più grande disastro ambientale del Brasile di tutti i tempi. Questo ha provocato morti e feriti e gravi violazioni dei diritti umani, incluso un accesso insufficiente all’acqua potabile e a un riparo sicuro per le famiglie e le comunità colpite, oltre alla mancanza di informazioni affidabili. Il fiume di detriti tossici ha causato anche la violazione del diritto ai mezzi di sostentamento dei pescatori e di altri lavoratori, la cui occupazione dipendeva direttamente o indirettamente dalle acque del fiume Doce. violazioni DIRITTI UMANI senza fine CONDIZIONI CARCERARIE E DIRITTI DEI MINORI A marzo, la presidente ha nominato 11 esperti per il meccanismo nazionale di prevenzione e lotta alla tortura il cui mandato comprendeva, tra l’altro, la visita e l’ispezione dei luoghi di detenzione. Il grave sovraffollamento, le condizioni di degrado, la tortura e la violenza sono rimasti fenomeni endemici all’interno degli istituti di pena. Sono state segnalate rivolte di detenuti in diversi stati. Anche il sistema carcerario minorile era caratterizzato da grave sovraffollamento e condizioni di vita degradanti. Sono stati frequentemente segnalati casi di tortura e violenza sia contro ragazzi che ragazze e durante l’anno alcuni minori sono deceduti in custodia. Ad agosto, la camera dei deputati ha annunciato un emendamento costituziona- le che avrebbe abbassato da 18 a 16 anni l’età in cui era possibile perseguire i minori come adulti. A fine anno, l’emendamento era in attesa di approvazione al senato. Se approvata, la modifica violerebbe una serie di obblighi del Brasile sanciti dagli standard internazionali sui diritti umani in materia di protezione dei diritti dei minori. DIRITTO ALL’ALLOGGIO Da quando, nel 2009, Rio de Janeiro era stata selezionata come città organizzatrice dei Giochi olimpici del 2016, migliaia di persone sono state sgomberate dalle loro abitazioni in vista della costruzione di infrastrutture destinate all’evento. Molte famiglie non avevano ricevuto alcuna notifica dello sgombero né risarcimenti di tipo economico o un’adeguata sistemazione alternativa. La maggior ma di alloggi popolari riservato alle famiglie a basso reddito, era controllato dalle milícias (gruppi della criminalità organizzata formati per lo più da ex agenti del corpo di polizia, dei vigili del fuoco o militari o da loro componenti fuori servizio) o dalle bande della criminalità organizzata. Di conseguenza, migliaia di famiglie vivevano a rischio di violenza e molte sono state costrette ad abbandonare gli alloggi a causa delle intimidazioni e delle minacce. DISPUTE SULLA TERRA Le dispute sulla terra e le risorse naturali hanno continuato a causare decine di morti ogni anno. Le comunità rurali e i loro leader sono stati minacciati e aggrediti dai proprietari terrieri, specialmente nelle regioni settentrionali e nordorientali del paese. A ottobre, cinque persone 5 DIRITTI DELLE POPOLAZIONI NATIVE Il processo di demarcazione delle terre native ha continuato ad avanzare in maniera estremamente lenta, malgrado il governo federale avesse sia l’autorità legislativa sia le risorse finanziarie per completarne la realizzazione. A fine anno, diversi casi erano in sospeso. Gli attacchi nei confronti di membri delle comunità native sono rimasti frequenti e raramente i responsabili sono stati assicurati alla giustizia. Sono aumentate le preoccupazioni per il deterioramento della situazione della comunità guarani-kaiowá di Apika’y, nel Mato Grosso do Sul. Un’ordinanza di sgombero, che avrebbe potuto lasciare la comunità senza tetto, è stata temporaneamente sospesa ad agosto. Tuttavia, a fine anno era ancora a rischio di sgombero. dal Rapporto 2015 di Amnesty International block notes Campo di lavoro 2016 E’ già tempo di pensare al Campo di lavoro della prossima estate a Pacotì. Come ogni anno Operazione Lieta organizza viaggio e permanenza a Pacotì per giovani interessati a vivere qualche settimana di full immersion nella realtà brasiliana. Un campo di lavoro che alle molteplici attività di manutenzione delle strutture che ospitano i bambini seguiti dalla nostra associazione affiancherà momenti di riflessione e di approfondimento, incontri ed escursioni. Un’esperienza che non va improvvisata e che proprio per questo richiede la frequenza obbligatoria a cinque incontri di preparazione che si terranno tra maggio e giugno. Info 030 2306463 Lo sfratto Il Comune di Travagliato ha detto no. Brasilieta deve traslocare. Per il Sindaco i 4 giorni di Brasilieta danneggiano il commercio locale. Inoltre per il primo cittadino la festa è un duplicato visto che nel territorio comunale alcuni nostri amici allestiscono in aperta campagna da ormai vent’anni una melonera destinando il ricavato ad Operazione Lieta. La scelta che è stata presa ovviamente ci dispiace e le motivazioni con cui si tenta di spiegarla non ci convincono, tuttavia riteniamo sbagliato alimentare la polemica: noi non possiamo che ringraziare quegli amministratori e quelle persone di Travagliato che in questi anni ci hanno accolto e sostenu- to. Nei prossimi giorni, anche alla luce delle tante disponibilità che abbiamo ricevuto da parte di diversi Comuni che si offrono di ospitare la festa, decideremo dove portare “Brasilieta 2016”. Non sappiamo se hanno ragione quelli che ci danno degli sprovveduti perché non approfittiamo in termini mediatici DACCI UNA MANO Cadignano solidale NELLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI DONA IL TUO 5XMILLE A OPERAZIONE LIETA IL CODICE FISCALE DA SCRIVERE NELL’APPOSITO SPAZIO E’ 9 8 0 4 5 2 6 0 1 7 5 Cadignano, frazione di Verolanuova, Bassa bresciana. Nella Chiesa parrocchiale il primo altare a destra dell’ingresso vi accoglie così come lo vedete nella fotografia. L’iniziativa è di Francesco Lughignani, 50 anni, con un’attenzione partecipe e solidale ai problemi del Sud del mondo. Parlando con qualche amico volontario del suo desiderio di visitare il Nord-Est del Brasile ha incontrato Operazione Lieta e i progetti sostenuti a Fortaleza e dintorni. Una parola tira l’altra, un’idea tira l’altra. E’ cosi è nato il grande contenitore colorato che parla di mondo e di solidarietà concreta. Servizio civile a Pacotì Pacotì ospita da alcuni mesi due giovani bresciani in Servizio civile. Sono Marta Cavedaghi di Salò e Paolo Chioda di Travagliato (nella foto è con Lieta in uno dei due campi di lavoro estivi di Operazione Lieta a cui ha partecipato). “Il fattore che spinge di più l’essere umano a viaggiare – ha scritto Paolo – è la ricerca della felicità. L’uomo che viaggia è felice: chi invece è assorbito dalla propria routine quotidiana vive una vita monotona ed è portato a lamentarsi o a trovare che qualcosa immancabilmente non gli andrà bene. Viaggiare invece apre la mente, ti fa scoprire nuovi orizzonti, ti aiuta a dare il giusto peso a tutto ciò che ti circonda. Ti aiuta a valorizzare tante piccole cose che fino ad ora non avevano valore. Sono contentissimo di affrontare questo viaggio, questa lunga esperienza in Brasile, e sono ancora più contento perché so che posso dare il mio contributo, anche se piccolo, alle persone che veramente ne hanno bisogno”. Il Bonsignori c’è! Il Bonsignori c’è! Uno dei luoghi più “impervi” di Operazione Lieta è il magazzino. Tra materiale che attende di essere spedito in Brasile nelle valige dei vari volontari e cose che si accumulano in maniera inspiegabile, questa depandance di Operazione Lieta è sempre la più trascurata. Per fortuna sono arrivati i giovani del Bonsignori con i quali, dopo una giornata di presentazione dell’esperienza di Lieta e Angelo in Brasile, abbiamo stretto un patto di amicizia e di collaborazione che si è tradotto in un importante e utilissimo primo intervento di riordino del nostro magazzino. 6 di quanto sta succedendo. Siamo però convinti che è sempre meglio impegnarsi per qualcosa che unisce e costruire risposte solidali capaci di radicarsi nell’esperienza di ognuno: le polemiche non riempiono il piatto o la cartella dei bambini e dei ragazzi brasiliani per i quali Operazione Lieta è casa, scuola e famiglia. 7 Brescia Pompiano insieme Dei tanti incontri che Lieta e Angelo hanno avuto a inizio anno, documentiamo nella foto più grande la Festa di Operazione Lieta a Brescia, la cena degli Alpini a Pompiano (Bs) e la “music surprise dinner” di Roma. Tanti amici, per rinnovare insieme gli impegni di solidarietà concreta verso i bambini, le bambine e i ragazzi di Pacotì e del Centro Educacional di Fortaleza. Roma Cosa succede in Brasile? svolgere. Insieme danno senso e vita alla società. Piamarta, però, raccomandava di mettere accanto a sapere e pane anche una buona dose di vangelo e di preghiera. Noi missionari lo facciamo e i giovani, mi creda, capiscono che senza motivazioni alte non si va da nessuna parte. CRISI E PROTESTE (CON LE OLIMPIADI ALLE PORTE) In Brasile cresce la nuova protesta della classe media. Punta a far decadere la presidente Dilma Rousseff la cui popolarità è bassissima, per gli scandali di corruzione, ma anche per la crisi di un sistema che si è inceppato da tempo. Politica, economia, giustizia, tutto legato e chiuso nel rebus di Dilma che cade o che resta in sella, dicotomia che divide la popolazione, provoca tensioni in famiglia, litigate sui social media, cortei e molta incertezza. Da tre anni il Brasile non cresce più, il lavoro manca. Per il governo è colpa della crisi internazionale, della Cina che non compra come faceva un tempo. Per la gente in strada che protesta con le pentole in mano l’origine dei mali è la corruzione scoperchiata dalla maxi inchiesta del giudice Sergio Moro che ha colpito soprattutto il Partito dei Lavoratori di Dilma e Lula. Una strana coppia, unita nei momenti difficili, ma mai innamorata. Lula scelse Dilma come sua erede nel 2010, quando aveva una popolarità enorme e con un Paese che cresceva ancora. Era l’unico nome spendibile in un partito decimato dal penultimo scandalo, il «mensalao», compravendita di deputati dell’opposizione. Dilma testarda, spigolosa, ha imbarcato alleati dalla dubbia fedeltà in un Parlamento-bolgia con 26 partiti, dove il gattopardismo è talmente comune che esiste una finestra di un mese all’anno dove è possibile cambiare di casacca, fondare nuove sigle, passando da destra a sinistra al centro. Partiti-fisarmonica e lobby trasversali a difesa degli interessi di evangelici, produttori di armi, fazenderos rurali, dirigenti di calcio e così via. È questo Congresso, con un 30% di inquisiti e il 10% di condannati, che dovrà decidere, fra non più di due settimane, se aprire o no il processo politico a Dilma, accusata di aver truccato i bilanci dello Stato nel 2014 per nascondere dei gravi buchi finanziari della sua gestione. I suoi avvocati hanno esposto la difesa ufficiale; quegli ammanchi sono stati una scelta obbligata per poter garantire la continuità di decine di milioni di programmi assistenziali. Un sacrificio necessario, un errore contabile, nulla di più. A Brasilia si contano i voti e si offre di tutto e di più per la fedeltà o il tradimento alla Corona. Lula opera dietro le quinte, dopo che la sua nomina a Capo di Gabi- netto è stata congelata dalla giustizia. Nel suo quartier generale di una suite d’albergo a sette chilometri dal Palazzo presidenziale di Planalto passano deputati ed emissari; dopo le intercettazioni diffuse dal giudice Moro, che ha dovuto scusarsi di fronte alla Corte Suprema che le ha giudicate improprie, nessuno si fida più a parlare al telefono. L’ultimo pallottoliere dava 261 deputati favorevoli all’impeachment e 117 contrari; 135 sono indecisi, accettano proposte. Il governo deve arrivare a quota 172, un terzo dei seggi, per salvare la Presidente; molto difficile, ma teoricamente non impossibile. Dopo la Camera, si vota al Senato, a maggioranza assoluta. In caso affermativo, Dilma è «congelata» per un periodo massimo di 180 giorni e il suo vice Michel Temer assume la presidenza ad interim. Mentre si svolge il processo, Temer ha la facoltà di nominare ministri, cambiando de facto la fisionomia del governo. Se sarà giudicata colpevole, Dilma decade e sarà inibita per 8 anni; se assolta, tornerà di nuovo al comando con Temer come vice, da separati in casa. Per alcuni giuristi si sta trasformando un regime presidenzialista in uno semi-parlamentario, dove è il Congresso di fatto a scegliere chi comanda. L’unico precedente è del 1992, con Fernando Collor de Melo che diede le dimissioni dopo che la Camera lo aveva condannato con un ampia maggioranza. Ma allora c’era un Paese intero contro di lui. Oggi è diverso; se è vero che il 68% dei brasiliani, stando ai sondaggi, è favorevole alla destituzione di Dilma, dall’altra parte c’è un governo che ha dimostrato di poter contare ancora su una forte base, capace di riempire le piazze, anche se con proporzioni minori rispetto agli avversari. Con Dilma si è schierata anche buona parte dell’intellighenzia brasiliana, da musicisti come Chico Buarque, a Caetano Veloso a centinaia di professori universitari, intellettuali, ricercatori, in difesa dei programmi sociali che hanno combattuto la fame e permesso ai giovani delle periferie di andare all’università. Mero assistenzialismo populista, invece, secondo il popolo delle pentole, che aspetta e spera nella caduta della presidente pronta ormai all’ultima battaglia. (da La Stampa del 5.4.2016) 10 La speranza sono i giovani e una buona politica Intervista a Padre Ivo Nardelli, delegato della Congregazione di Padre Piamarta per l’America Latina Padre Ivo, a dispetto del nome lei è un brasiliano a tutti gli effetti, la persona giusta per parlare di Brasile e del suo futuro. Amo il mio Paese e lo vedo proiettato verso il futuro. Questo non significa che abbia superato situazioni antiche e sia già in forma per aggredire le nuove difficoltà. Però, il fatto che oggi avanzi una classe dirigente giovane e motivata, lascia ben sperare. I giovani portano nella società speranza e voglia di fare. Si tratta di aiutarli a essere protagonisti, ad avere coraggio per entrare nelle situazioni, economiche e politiche, per dominarle e renderle adatte al buon vivere di tanti se non di tutti. Quel che serve al Paese, per risollevarsi e per ammodernarsi, è una politica buona, e buona perché onesta e capace di guardare ai bisogni della gente. Le Olimpiadi che verranno sono un’altra occasione da non sciupare. Non lo sarà se saranno una vetrina limpida e vera delle nostre potenzialità, della nostra efficienza, della nostra ospitalità e, anche, del nostro modo di vivere. In caso contrario saranno semplicemente un episodio di cui disfarsi in fretta. Il futuro, dunque, è una scommessa sui giovani? Sono una speranza di buon futuro. Bisogna però aiutarli con programmi educativi, sociali e civili completi, pieni di sapere, ma anche di spiritualità fondata sulla roccia – il Vangelo – e non sull’effimero – il tutto facile –; programmi coraggiosi, in cui siano evidenti le possibilità di lavoro e di impegno; programmi veritieri, cioè distanti dalle illusioni, fondati sulla certezza di dignità e di pari opportunità per tutti. Padre Piamarta, il fondatore della Congregazione a cui lei appartiene, diceva che sapere e pane devono sempre camminare insieme… Verissimo. Il sapere la base su cui costruire una casa capace di resistere alle intemperie; il pane dà forza e sostegno alle azioni che gli uomini sono chiamati a 11 Qualcuno sostiene che il Brasile può camminare da solo… … magari senza missionari imbevuti di Vangelo, senza scuole di ispirazione cattolica, senza parrocchie e senza gli aiuti della Provvidenza di cui i cristiani sono ambasciatori? Non scherziamo! Oggi più che mai, e proprio perché non basta essere collocati tra i paesi ricchi per non dover contare poveri su poveri e disperati su disperati. Più della metà della popolazione brasiliana vive di elemosina o salario minimo: non dimentichiamolo mai! Che cosa significa, allora, essere missionari, qui e adesso? Per noi significa attuare quel che san Piamarta diceva. E cioè: aiutare i giovani a essere protagonisti del loro futuro. Poi, significa mettersi in sintonia con la “missionarietà” che papa Francesco chiama “condivisione”, “misericordia” che cambia i cuori, che lotta contro gli sprechi, che invoca pace, che s’illumina di sobrietà… Che non smette mai di annunciare la Buona Novella, cioè di spezzare il pane con tutti e di dividere il mantello con colui che ti passa accanto. Ciò presuppone grandi cambiamenti, magari un nuovo Brasile. O no? Non so quando e come, ma il mio Paese deve e può cambiare. Gli servono progetti di grande respiro, mirati all’educazione, alla cultura, al lavoro, alla pacificazione, alla giustizia sociale, alla lotta alle povertà e alle malattie. Sono progetti annunciati, che però hanno bisogno di sostegno e di solidale partecipazione interna ed esterna: della Nazione stessa e della comunità internazionale. Da solo, difficilmente il Brasile può farcela; insieme tutto può cambiare… estratto dalla rivista piamartina FP RITORNO A SCUOLA perché la mamma non mi aveva spiegato come funzionava il collegio e io avevo paura che sarei rimasto qui per sempre”. “Io invece non ho mai pianto – ribatte Whitmer – perché la scuola e tutto mi è piaciuto subito!”. Gustavo Vitorio da Cruz Lima ha 7 anni, Robert Ryan de Souza ne ha 10. Gustavo è al suo secondo anno a Pacotì, Robert al terzo. Raccontano delle settimane passate a casa con la mamma, dei giochi; appena sceso dall’autobus, il più piccolo, quasi piangendo, dice ad un compagno TANTE VOLTE ABBIAMO SCRITTO DI UN MOMENTO SEMPRE DELICATO E IMPORTANTE PER PACOTÌ: L’ARRIVO DEI NUOVI BAMBINI – QUELLI CHE INIZIANO LA LORO AVVENTURA CON LIETA, ANGELO E TUTTI GLI EDUCATORI CHE DANNO VITA A QUESTA BIG FAMILY – E IL RITORNO DI QUELLI CHE AVENDO ALLE SPALLE ANCHE UN SOLO ANNO DI SCUOLA SI SENTONO DEI VETERANI. QUEST’ANNO C’ERA ANCHE LA NOSTRA EVA* A DARE UNA MANO A LIETA NELL’ACCOGLIENZA DEI BAMBINI, NEL RASSICURARE LORO E LE MAMME CHE LI ACCOMPAGNAVANO. 12 Leandro da Silva Moreira Osterne fa parte dei veterani: “Sentivo la mancanza degli amici, delle maestre, degli italiani, della fejoada e della macedonia di frutta”, sintetizza con allegria! Whitmer Marcos de Sousa Martins, anche lui tra quelli che tornano a Pacotì per continuare l’avventura educativa e formativa che si ripete mai uguale a se stessa da oltre trent’anni, dice che sentiva la mancanza “di Lieta e Angelo, della routine di tutti i giorni, di tutti quelli che ci sono a Pacotì e …del bagno nel laghetto”. Cosa vi è mancato di più? chiede l’intervistatrice. I due sono d’accordo: gli amici. E di meno? Per Leandro le ortiche e le spine in cui è finito, non si sa come, un giorno dello scorso anno; per Whitmer “i bambini maleducati e i litigi tra compagni”. Entrambi sono a Pacotì da quattro anni ma guardano con comprensione ai novatos col faccino rigato da qualche lacrima. “Mi ricordo di aver pianto i primi giorni che ero qui – dice Leandro – del suo cagnolino che è morto: per fortuna arriva un altro autobus pieno di amici da riabbracciare e Gustavo torna presto a sorridere. Sono contenti di stare in questo “paradiso verde” (espressione di Gustavo) che è Pacoti e di riprendere la scuola: Robert sa ormai leggere e scrivere, Gustavo… quasi. Avessero tra le mani una bacchetta magica farebbero scomparire i litigi che inevitabilmente scoppiano tra i bambini. Cosa vorrebbero invece far apparire magicamente a Pacotì? Un po’ di fresco per dormire meglio la notte. Si accontentano di poco, non vi pare? *Eva Mazzoleni è una ragazza di Bergamo, di Roncola per essere precisi, che fa la pendolare con il Brasile. Va e viene da cinque anni ormai, sull’onda di un’esperienza vissuta con Lieta e Angelo durante l’anno di servizio civile che ha scelto di fare proprio a Pacotì. 13 CULTURA & CUCINA BRUNO, da scavezzacollo a fucilieros con FERNANDA BOCCONI Bolo embrulhado torta incartata Il “bolo embrulhado” è una rivisitazione recente e molto diffusa della classica torta farcita con latte concentrato zuccherato ricoperta di cocco. Le fettine vanno portate in tavola su un bel vassoio e, per i compleanni dei bambini, possono essere messe dentro una scatola decorata con il tema della festa. Ho voglia di raccontare una storia, una bella storia. La storia di Bruno Dos Santos Almeida un ragazzo brasiliano che ho conosciuto circa una dozzina di anni fa a Pacotì quando aveva 10 anni. Io volontario dentista presso il “collegio” gestito da Operazione Lieta, e lui “ospite” segnalato dai servizi sociali (come tutti i suoi compagni) per gravi problemi familiari. In quella occasione diventai suo “padrino” attraverso un’adozione a distanza per studio che durò due anni, finendo al momento in cui ebbe l’opportunità, grazie al suo proficuo impegno scolastico, di accedere alle superiori dell’istituto Piamarta di Fortaleza. I contatti sono continuati a distanza e in tutte le occasioni del mio piccolo volontariato. Tutte le volte mi raccontava del desiderio di affrancarsi dalla sua situazione. Ebbene ce l’ha fatta! È entrato, superando le severe prove d’ammissione, nei Fucileiros da Marina Brasileira. Qualche mese fa mi disse che aveva risparmiato un gruzzoletto e voleva venire in Italia. Così ha fatto e in 6 giorni ha visitato (con l’aiuto e l’ospitalità di altri amici di Operazione Lieta) Milano, Brescia, Parma, Roma, Venezia e soddisfatto il sogno di toccare la neve e provare a sciare. Ieri sera l’ho accompagnato in aeroporto felice. La sua storia diversa ma simile a molte altre parla del fantastico lavoro fatto da Lieta e Angelo nel condurre e trasmettere attraverso la scuola e lo studio gli strumenti per affrancarsi. Io ho visto e conosco come sanno motivare e fare, con gentilezza e amore, pur in condizioni economiche sempre difficili. Ma non perdono mai il sorriso. Ogni singolo euro è centellinato e speso secondo necessità. Quindi cari amici se avete avuto la bontà di leggere questa piccola storia e volete aiutare non dimenticate Operazione Lieta (www.lieta.it) sapendo che il vostro aiuto sarà ben indirizzato e ben utilizzato. E per finire, “Boa sorte Bruno!”. Mauro Bazzoli 14 Ingredienti per l’impasto: • 7 uova • 350 g di zucchero • 400 g di farina 00 • 2 cucchiai di lievito vanigliato • 200 ml di latte bollente Incontriamo Bruno il giorno dopo l’arrivo a Brescia, prima tappa della sua “sei giorni” in Italia. Ci facciamo raccontare tante cose e quando, dopo l’immancabile pastasciutta lo salutiamo, il taccuino è pieno di appunti. Anche Pedro in uno dei suoi tanti semestri passati a Pacotì lo ha conosciuto e lo ricorda come, diciamo così, un bambino “particolarmente vivace” (nella foto piccola è in prima fila con la maglietta azzurra). Annotiamo anche questo, ma quando è il momento di preparare l’articolo, qualcuno ci segnala nella pagina facebook di Mauro Bazzoli – che con la sua famiglia ha seguito Bruno attraverso l’adozione a distanza da quando era piccolissimo – il testo che potete leggere qui accanto. Ed allora spegniamo il computer: meglio non avremmo potuto fare. per rifinire: • 600 ml di latte concentrato zuccherato • 600 ml di panna UHT • 350 g di cocco grattugiato secco • foglio di alluminio per alimenti Procedimento per la torta: Montare gli albumi a neve ferma con la frusta elettrica. Aggiungere lo zucchero e i tuorli, un po’ alla volta, lavorando con la frusta elettrica. Amalgamare delicatamente la farina e il lievito setacciati insieme. Unire il latte bollente e mescolare dal basso verso l’alto. Versare l’impasto su uno stampo rettangolare di 25x33 cm o di capacità simile, foderato con carta forno. Cuocere in forno a 180°C per circa 35 minuti. Per controllare se la torta è pronta infilare uno stuzzicadenti, se esce asciutto la torta è cotta. per rifinire: Lasciar raffreddare la torta nello stampo. Togliere la torta dello stampo e tagliare a fettine. Con uno stampo da 25x33 cm si ricavano circa 42 fette: 3 colonne da 14 fette. Tagliare il foglio di alluminio in rettangoli di circa 12x20 cm. Preparare la farcia mescolando bene il latte concentrato e la panna con una frusta da cucina. Inzuppare nella farcia una fettina di torta alla volta, aiutandosi con una grossa forchetta, e passare nel cocco grattugiato secco, premendo per far aderire bene. Appoggiare la fetta di torta “impanata” su un rettangolo di foglio di alluminio e incartare. Sistemare le fettine incartate in un contenitore e conservare in frigo fino al momento di portare in tavola. Le fettine di torta porzionata e incartata si preparano in anticipo e devono essere conservate in frigo. 15 Anche dal 5 x mille un sostegno importante PIU’ DI 2.600 PERSONE HANNO SCELTO LO SCORSO ANNO DI DONARE IL LORO 5 X MILLE A OPERAZIONE LIETA. 62.404 euro è l’ammontare del 5 x mille che Operazione Lieta ha ricevuto in riferimento alle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2013. Una cifra che dall’inizio della crisi economica è andata via via abbassandosi rispetto al passato ma resta tra le più significative di quelle erogate nel bresciano attraverso questa opportunità. A scorrere gli elenchi del 5 x mille dell’Agenzia delle entrate colpisce soprattutto la frammentazione, l’invasione di campo delle Fondazioni (che per loro natura nascono con patrimoni da gestire più che per raccogliere contributi), il proliferare di associazioni sportive, di realtà locali che più locali non si può e via dicendo. Tanto si è parlato e ancora si dovrebbe parlare di come lo strumento rischia di essere snaturato da regole che regolano troppo poco. Noi vogliamo però ringraziare tutti i 2.606 amici che hanno scritto il nostro codice fiscale nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi e hanno firmato per destinare il 5 x mille ad Operazione Lieta. Ci contiamo anche per il futuro e vi chiediamo di invitare a fare come voi anche a qualcuno che conoscete. Se ci lasciamo contagiare dall’entusiasmo dei bambini di Pacotì, sicuramente riusciremo anche noi a contagiare chi ci sta vicino. Cucine rimesse a nuovo Diciamo spesso che una immagine vale più di tante parole. Lasciamo allora parlare le immagini che documentano la completa ristrutturazione delle cucine di Pacotì portata a termine nei mesi scorsi: più funzionalità, pulizia ed efficienza. prima COME AIUTARE Una goccia (8 euro al mese) il pacco famiglia (14 euro al mese) le adozioni a distanza (18 euro al mese) dopo Se vuoi utilizzare il conto corrente postale il numero è 10422251 Se invece preferisci far avere il tuo aiuto attraverso la banca il nostro IBAN è IT 89 K 08735 11200 014000351261 Per ogni informazione telefona ad Operazione Lieta al numero 030 2306463