Parto a pezzi Ma rinasco tra quella gente

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Parto a pezzi Ma rinasco tra quella gente
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LA PROVINCIA
MERCOLEDÌ 1 AGOSTO 2012
Lecco Estate
Le vacanze intelligenti - 2
a
Mongolia
a
FEDERICO PISTONE
giornalista
A
«Parto a pezzi
Ma rinasco
tra quella gente»
Q
uando parli della Mongolia a Federico Pistone si illuminano gli occhi ed anche la favella
sembra che diventi più spedita.
Dal 2000, infatti, è proprio quella terra la meta ideale per le sue
fughe dall’Italia, che chiamare vacanze sarebbe piuttosto riduttivo.
«Per me andare in Mongolia è
molto di più di una vacanza. E’
sempre un’esperienza unica. Parti dall’Italia a pezzi (mal di schiena, insonnia, ecc.) ed in quella terra passa tutto, anche perché sei
costretto a fartelo passare. Del resto quando sei in Mongolia tutto
è un’avventura e non c’è tempo di
pensare al mal di schiena».
Federico Pistone è arrivato a Lecco ancora ragazzino, nel 1970.
Nella nostra città ha studiato, è diventato tifoso del Lecco ed anche
giornalista. Attualmente lavora
alla redazione sportiva del Corriere della Sera; professione che
affianca alla pubblicazione di numerosi volumi. Ricordiamo tra gli
altri quello scritto con Alberto
Ricci, "Blucelesti. Cento anni di
calcio a Lecco", il volume ufficiale per i cento anni dell’Inter, la
guida sulla Mongolia, "L’ultimo
paradiso dei nomadi guerrieri",
edito da Polaris e giunta alla terza edizione. Ed è stato proprio un
libro ("Tsaatan. Gli uomini renna
della Mongolia") ad originare l’incontro tra Pistone e la Mongolia.
«Vi sono andato per la prima volta nel 2000. Ci sono stato tre mesi per scrivere un volume sul popolo degli Tsaatan. Pensavo che
la Mongolia fosse per me una terra di passaggio, invece me ne sono innamorato e da allora ci sono
tornato parecchie volte. Mi piace
dire che si tratta di un paese in cui
lo spazio non ha fine ed il tempo
non esiste. Qui si vive ancora co-
me mille anni fa; la popolazione è
molto ospitale e segue i ritmi della natura che possono essere dolci o crudeli visto che l’inverno dura 8/9 mesi all’anno e le temperature toccano anche i 50 sotto zero».
Da quel viaggio Federico Pistone
tornò fisicamente a pezzi, provato dai tre mesi passati a cavallo,
ma completamente conquistato
da un popolo e da una cultura che
«Con i miei scritti
cerco di riscattare
un popolo piuttosto
bistrattato»
«Vivono ancora
come mille anni fa
seguendo i ritmi
della natura»
non ha più abbandonato.
«Sono soggiorni faticosi e impegnativi, che però ti arricchiscono
molto. Da allora faccio di tutto per
dare alla Mongolia un’immagine
diversa da quella che noi abbiamo. Cerco di riscattare un popolo piuttosto bistrattato. Per questo ho anche aperto un sito
(www.mongolia.it) che inaspettatamente sta avendo un grande
successo ed ho scritto e scriverò
delle guide su questa nazione. In
particolare sono contento che un
mio racconto per bambini, "Salik.
Il piccolo vento della steppa", edito da Hablo, riscuota grande favore nelle scuole».
Curiosamente anche in Mongolia Pistone ha trovato modo di conoscere la realtà del calcio nazio-
nale e di farsi amico l’allenatore
della nazionale mongola.
«Anche in Mongolia il calcio sta
cominciando ad avere una certa
notorietà, anche se è ostacolato
dal clima che fa gelare i campi per
gran parte dell’anno. Ciò nonostante, grazie alla Fifa, la nazionale ha ora un campo in terra sintetica ed i risultati si vedono. Se nel
1998 perdeva 48 a 0 contro l’Uzbekistan, durante le qualificazioni per i mondiali di Germania
2006, ha pareggiato 2-2 contro il
Bangladesh. L’allenatore della nazionale mongola si chiama Ishdorf Otgonbayar, ha 38 anni, ha
studiato calcio in Ucraina ed è
amico di Shevchenko. Quando
l’ho intervistato mi ha detto che
il suo allenatore preferito è Lippi,
ma quando gioca deve applicare i
metodi del Trap, lo chiama proprio così, e non disdegnare il catenaccio».
Se il calcio comincia a decollare
anche in Mongolia sono altri gli
sport in cui i mongoli eccellono.
«Sono bravi in tutti quegli sport
che richiamano il loro passato
guerriero, come la lotta. In particolare sono imbattibili nel sumo,
cosa che in Giappone non riescono a digerire. Asashoryu, il lottatore mongolo di sumo che con i
suoi 150 chili non ha rivali, in
Giappone subisce tutte le angherie possibili ed immaginabili».
Una terra piena di sorprese la
Mongolia di Federico Pistone;
una terra in cui molto presto ritornerà.
«Ormai in Mongolia ho molti
amici mongoli e non, come il missionario padre Giorgio Marengo
o molte autorità religiose buddiste. E’ un paese incredibile, libero e tollerante, mi piace andarci
per godermi la natura e la sua meravigliosa gente».
■ Gianfranco Colombo
Federico Pistone, 42 anni, lecchese, è giornalista e scrittore