Parto a pezzi Ma rinasco tra quella gente
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Parto a pezzi Ma rinasco tra quella gente
16 LA PROVINCIA MERCOLEDÌ 1 AGOSTO 2012 Lecco Estate Le vacanze intelligenti - 2 a Mongolia a FEDERICO PISTONE giornalista A «Parto a pezzi Ma rinasco tra quella gente» Q uando parli della Mongolia a Federico Pistone si illuminano gli occhi ed anche la favella sembra che diventi più spedita. Dal 2000, infatti, è proprio quella terra la meta ideale per le sue fughe dall’Italia, che chiamare vacanze sarebbe piuttosto riduttivo. «Per me andare in Mongolia è molto di più di una vacanza. E’ sempre un’esperienza unica. Parti dall’Italia a pezzi (mal di schiena, insonnia, ecc.) ed in quella terra passa tutto, anche perché sei costretto a fartelo passare. Del resto quando sei in Mongolia tutto è un’avventura e non c’è tempo di pensare al mal di schiena». Federico Pistone è arrivato a Lecco ancora ragazzino, nel 1970. Nella nostra città ha studiato, è diventato tifoso del Lecco ed anche giornalista. Attualmente lavora alla redazione sportiva del Corriere della Sera; professione che affianca alla pubblicazione di numerosi volumi. Ricordiamo tra gli altri quello scritto con Alberto Ricci, "Blucelesti. Cento anni di calcio a Lecco", il volume ufficiale per i cento anni dell’Inter, la guida sulla Mongolia, "L’ultimo paradiso dei nomadi guerrieri", edito da Polaris e giunta alla terza edizione. Ed è stato proprio un libro ("Tsaatan. Gli uomini renna della Mongolia") ad originare l’incontro tra Pistone e la Mongolia. «Vi sono andato per la prima volta nel 2000. Ci sono stato tre mesi per scrivere un volume sul popolo degli Tsaatan. Pensavo che la Mongolia fosse per me una terra di passaggio, invece me ne sono innamorato e da allora ci sono tornato parecchie volte. Mi piace dire che si tratta di un paese in cui lo spazio non ha fine ed il tempo non esiste. Qui si vive ancora co- me mille anni fa; la popolazione è molto ospitale e segue i ritmi della natura che possono essere dolci o crudeli visto che l’inverno dura 8/9 mesi all’anno e le temperature toccano anche i 50 sotto zero». Da quel viaggio Federico Pistone tornò fisicamente a pezzi, provato dai tre mesi passati a cavallo, ma completamente conquistato da un popolo e da una cultura che «Con i miei scritti cerco di riscattare un popolo piuttosto bistrattato» «Vivono ancora come mille anni fa seguendo i ritmi della natura» non ha più abbandonato. «Sono soggiorni faticosi e impegnativi, che però ti arricchiscono molto. Da allora faccio di tutto per dare alla Mongolia un’immagine diversa da quella che noi abbiamo. Cerco di riscattare un popolo piuttosto bistrattato. Per questo ho anche aperto un sito (www.mongolia.it) che inaspettatamente sta avendo un grande successo ed ho scritto e scriverò delle guide su questa nazione. In particolare sono contento che un mio racconto per bambini, "Salik. Il piccolo vento della steppa", edito da Hablo, riscuota grande favore nelle scuole». Curiosamente anche in Mongolia Pistone ha trovato modo di conoscere la realtà del calcio nazio- nale e di farsi amico l’allenatore della nazionale mongola. «Anche in Mongolia il calcio sta cominciando ad avere una certa notorietà, anche se è ostacolato dal clima che fa gelare i campi per gran parte dell’anno. Ciò nonostante, grazie alla Fifa, la nazionale ha ora un campo in terra sintetica ed i risultati si vedono. Se nel 1998 perdeva 48 a 0 contro l’Uzbekistan, durante le qualificazioni per i mondiali di Germania 2006, ha pareggiato 2-2 contro il Bangladesh. L’allenatore della nazionale mongola si chiama Ishdorf Otgonbayar, ha 38 anni, ha studiato calcio in Ucraina ed è amico di Shevchenko. Quando l’ho intervistato mi ha detto che il suo allenatore preferito è Lippi, ma quando gioca deve applicare i metodi del Trap, lo chiama proprio così, e non disdegnare il catenaccio». Se il calcio comincia a decollare anche in Mongolia sono altri gli sport in cui i mongoli eccellono. «Sono bravi in tutti quegli sport che richiamano il loro passato guerriero, come la lotta. In particolare sono imbattibili nel sumo, cosa che in Giappone non riescono a digerire. Asashoryu, il lottatore mongolo di sumo che con i suoi 150 chili non ha rivali, in Giappone subisce tutte le angherie possibili ed immaginabili». Una terra piena di sorprese la Mongolia di Federico Pistone; una terra in cui molto presto ritornerà. «Ormai in Mongolia ho molti amici mongoli e non, come il missionario padre Giorgio Marengo o molte autorità religiose buddiste. E’ un paese incredibile, libero e tollerante, mi piace andarci per godermi la natura e la sua meravigliosa gente». ■ Gianfranco Colombo Federico Pistone, 42 anni, lecchese, è giornalista e scrittore