La “malattia misteriosa” delle donne
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La “malattia misteriosa” delle donne
4 S in alute A CHI RIVOLGERSI PER INFORMAZIONI E AIUTO Nel 1999 è stata fondata in Italia l’Associazione Italiana Endometriosi (AIE), i cui membri sono esclusivamente donne affette da questa malattia. L’Associazione è una ONLUS, cioè un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale, ed è composta da volontari. Essa è iscritta al Coordinamento Nazionale Associazioni Malattie Croniche e fa parte sia della European Endometriosis Alliance sia del circuito internazionale “International Endometriosis Association”, una rete di con la terapia ormonale spesso prescritta per quest’ultima andrebbero incontro ad un peggioramento assai pericoloso. Le cause dell’endometriosi sono ancora poco conosciute. Si ritiene che sia una malattia multifattoriale, cioè provocata da cause di origine diversa, con una commistione di fattori genetici ed ambientali. Quello che è certo è che si tratta di un disturbo che colpisce senza differenze di razza o di ceto; si riscontra invece una netta prevalenza nell’età fertile (anche se esistono casi in cui la malattia si manifesta prima della pubertà o dopo la menopausa, quando il disturbo può essere legato a terapie ormonali indipendenti dal ciclo mestruale naturale); pare inoltre che siano più predisposte le donne che non hanno avuto figli o che li hanno avuti dopo i 30 anni. Si nota infine una certa predisposizione familiare. Le ipotesi più accreditate riguardo alle cause della malattia sono 5: ● Teoria della mestruazione retrograda: a causa di anomalie dei genitali interni, durante le mestruazioni una certa quantità di sangue raggiungerebbe, attraverso le tube, la cavità peritoneale dando luogo alle localizzazioni atipiche delle cellule endometriali. ● Teoria metastatica: le cellule endometriali si diffonderebbero in sedi non naturali venendo trasportate dal flusso sanguigno e/o linfatico. ● Teoria metaplastica: durante lo stadio embrionale, cellule che hanno un’origine simile a quella dell’endometrio si collocherebbero in organi e tessuti esterni all’utero, divenendo attive in seguito alla stimolazione ormonale legata al ciclo mestruale (quest’ipotesi spiegherebbe anche la presenza di endometriosi in alcuni uomini a cui erano stati associazioni presenti in 66 Paesi del mondo. Il Comitato Scientifico dell’AIE è composto da medici e ricercatori di livello nazionale ed internazionale. L’AIE fornisce, a chi ne fa richiesta, sostegno ed informazioni gratuite tramite invio di materiale informativo e, per le socie, consulenza telefonica, gruppi di auto-aiuto, forum, seminari somministrati estrogeni come terapia contro il carcinoma prostatico). ● Teoria dell’alterazione del sistema immunitario: l’endometriosi sarebbe una malattia autoimmune. ● Teoria della disseminazione chirurgica: alcune forme di endometriosi troverebbero la loro origine in pregressi interventi chirurgici, che avrebbero accidentalmente trasportato alcune cellule dell’endometrio in sedi esterne all’utero (questa teoria è sostenuta dal fatto che talora le lesioni endometriosiche si collocano in corrispondenza di cicatrici chirurgiche presenti sull’addome). Parliamo ora delle terapie. Purtroppo, come abbiamo detto, l’endometriosi è una malattia cronica, e come tale non può essere debellata completamente. Esistono però vari tipi di trattamento che possono alleviarne i sintomi e le conseguenze, migliorando notevolmente la qualità della vita di chi ne è affetto. Le terapie attualmente in uso sono mirate principalmente a risolvere due grandi problemi legati a questa malattia: il dolore e la sterilità. Per il primo si ricorre ad analgesici ed antinfiammatori; poiché, tuttavia, con l’andare del tempo e con l’aumentare delle lesioni il dolore spesso si aggrava e diventa farmaco-resistente, a volte si deve ricorrere a farmaci più potenti quali i narcotici, che però devono sempre essere assunti sotto stretto controllo medico. Un’altra possibilità è quella della terapia ormonale, con farmaci che associno estrogeni e progestinici (come ad esempio la pillola anticoncezionale) o che abbiano un contenuto di solo progestinico: mediante questi ultimi si induce infatti uno stato di pseudogravidanza che interrompe la ciclicità mestruale consentendo la remissione o un’attenuazione dei sintomi. Per questo motivo, in passato su argomenti specifici e consultazioni con medici esperti. Per contattare l’AIE si può scrivere a: Associazione Italiana Endometriosi onlus - Casella Postale 114 - 20014 Nerviano (Milano), o telefonare alla segreteria dell’Associazione (0331/589800). Il sito internet è www.endometriosi.it o www.endoassoc.it alcuni medici consigliavano alle pazienti affette da endometriosi di rimanere incinte; è evidente però che si tratta di un consiglio molto discutibile, poiché la nascita di un figlio non può essere considerata un metodo di cura. Resta vero, tuttavia, che le donne che soffrono di endometriosi devono essere consapevoli che più rimandano la decisione della gravidanza più rischiano di andare incontro a problemi di infertilità e sterilità legati al peggioramento progressivo della malattia. Un altro tipo di terapia cui spesso si ricorre per risolvere almeno in parte le conseguenze dell’endometriosi è quella chirurgica, che si declina in vari tipi di intervento. Un tempo si riteneva che l’asportazione completa dell’utero e delle ovaie potesse eliminare una volta per tutte l’endometriosi, ma oggi si sa che anche le donne che si sono sottoposte a questo tipo di intervento vanno incontro spesso a recidive della malattia. L’asportazione dell’utero (isterectomia) viene ancora praticata in casi gravi, ma oggi si tende ad effettuare interventi il più possibile conservativi, anche per salvaguardare la possibilità di future gravidanze. Anche quando si rende necessario intervenire, tuttavia, nella maggior parte dei casi si opera tramite la laparoscopia, cioè con una tecnica mininvasiva simile a quella utilizzata per la diagnosi dell’endometriosi. In questo modo, si possono distruggere ed eliminare le lesioni endometriosiche senza danneggiare o asportare organi interni, a meno che questo si renda assolutamente necessario a causa di una degenerazione irreversibile degli organi stessi dovuta alla malattia. Jana Foscato