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PRECARIETÀ LAVORATIVA E ATTEGGIAMENTI POLITICI E SOCIALI IN PROVINCIA DI TRENTO RICERCA COFINANZIATA DA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI TRENTO E ROVERETO E REALIZZATA DA FONDAZIONE ISTITUTO CATTANEO DI BOLOGNA, DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELL'EDUCAZIONE DELL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA, IPRASE SUPERVISIONE SCIENTIFICA: PROF. PIERGIORGIO CORBETTA SINTESI A CURA DI ARIANNA BAZZANELLA, PASQUALE COLLOCA E PIERGIORGIO CORBETTA 21 GENNAIO 2014 Questo documento propone una sintesi del rapporto di ricerca «Le conseguenze della precarietà lavorativa sugli orientamenti politici in provincia di Trento» redatto da Pasquale Colloca e Piergiorgio Corbetta. Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati IL QUADRO GENERALE DELLA RICERCA IL DISEGNO: METODOLOGIA E TECNICHE Prima fase: Ricognizione della letteratura scientifica e rassegna dello stato dell’arte. Seconda fase: rilevazione quantitativa tramite questionario faccia-faccia somministrato a un campione di 270 giovani (20-35 anni) lavoratori. Non sono rientrati nel campione coloro che non avevano cittadinanza italiana e coloro che erano immigrati in Trentino da meno di due anni. Il questionario mirava a rilevare dati sociografici, carriere lavorative, posizionamenti socio-politici. Il piano di campionamento era costruito per quote in base a due principali variabili: condizione occupazionale e livello d’istruzione. In relazione alla condizione occupazionale, la distribuzione prevista era tra: a) occupati stabili, b) occupati “atipici” (contratti a termine), c) disoccupati / cassaintegrati. In relazione al livello d’istruzione, erano state definite due categorie: “diploma” (coloro che hanno terminato il proprio percorso avendo conseguito al massimo il diploma di scuola media superiore) e “laurea” (coloro che hanno conseguito come minimo un diploma di laurea triennale). Gli intervistati non dovevano quindi essere al momento dell’intervista degli studenti o degli studenti “part-time”. Inoltre, il campione doveva essere costituito dal 50% di uomini e 50% di donne; 50% di residenti nel capoluogo di Trento e 50% all’interno di quattro differenti aree geografiche (Rovereto, Arco/Riva del Garda, Mezzocorona/Mezzolombardo, Pergine/Borgo Valsugana). Infine, limitatamente ai soggetti lavoratori, il 50% doveva essere inserito nel settore pubblico e il 50% nel settore privato. Il prospetto che segue sintetizza questo disegno e illustra la composizione effettiva del campione. Campione finale per le interviste quantitative Livello d’istruzione Lavoratori “stabili” Diploma 48 Laurea 52 Totale 100 N (94) Condizione occupazionale Lavoratori Disoccupati “precari” 45 51 55 49 100 100 (92) (84) Totale 48 52 100 (270) Terza fase: rilevazione qualitativa attraverso la realizzazione 25 di interviste in profondità a giovani disoccupati o precari “cronici” di età compresa tra i 25 e i 40 anni di età: si è ricostruito il vissuto nei confronti del lavoro prima e degli atteggiamenti politici poi. Si è optato per un approccio il più libero e destrutturato possibile, al fine di cogliere aspetti nuovi e imprevisti rispetto a quanto emerso nelle fasi precedenti. PARTNER E ÉQUIPE DI RICERCA Sono partner del progetto la Fondazione Istituto Cattaneo di Bologna, capofila del progetto; il Dipartimento di Scienze dell'educazione dell'Università di Bologna; l’IPRASE. Hanno lavorato al progetto: il prof. Piergiorgio Corbetta (responsabile scientifico) e il dott. Pasquale Colloca (ricercatore) dell’Università degli studi di Bologna e Fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo; la d.ssa Arianna Bazzanella (funzionario con mansioni di ricercatore) dell’ IPRASE. 1/21 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati GLI INTERROGATIVI Ipotesi di ricerca: ci si attende che lo status occupazionale abbia un notevole impatto sugli atteggiamenti politici, che includono sia il coinvolgimento politico sia l’orientamento ideologico. In particolare, per il primo aspetto, ci si attende che l’alienazione politica (senso di estraneazione e disinteresse nei confronti della politica) cresca con la marginalità occupazionale: molta letteratura - a partire dallo “Studio di Marienthal” (Jahoda, Lazarsfeld, Zeisel, degli anni ‘30), infatti, corrobora questa ipotesi. Non ci sono, però, studi che abbiano indagato le differenze specifiche fra lavoratori atipici e disoccupati. Quanto all’orientamento ideologico, non è possibile formulare un’ipotesi precisa, in quanto le ricerche sembrano indicare come la precarietà possa generare orientamenti divergenti: 1) a sinistra: verso i partiti che promuovono occupazione e protezione del lavoro; 2) a destra: a) studi mostrano che in periodi di disoccupazione di massa i partiti socialdemocratici perdono consenso elettorale rispetto ai conservatori (‘punizione’, ‘disillusione’); b) ‘the losers of modernisation’ (Betz): insicurezza destra radicale. 3) verso una radicalizzazione ideologica. In sintesi, dunque, due sono i quesiti al centro di questo studio esplorativo: 1) la precarietà occupazionale può essere causa o concausa di una nuova frattura sociale? 2) esistono differenze politiche fra lavoratori stabili, atipici e disoccupati? L’area della marginalità occupazionale non è omogenea: per questo ci si attendono differenze fra lavoratori atipici e disoccupati. OGGETTI SPECIFICI INDAGATI 1) 2) 3) 4) 5) Impatto della crisi economica Interesse e coinvolgimento politico Altri atteggiamenti nei confronti della politica: fiducia ed efficacia Auto-collocazione politica e comportamento elettorale Partecipazione politica non elettorale, associazionismo e fiducia negli altri 2/21 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati INTRODUZIONE: CENNI SUL CONTESTO TEORICO DI RIFERIMENTO Una delle caratteristiche chiave delle società post-industriali è la crescita di individui che rischiano di vivere sempre più in una posizione di svantaggio permanente nel mercato del lavoro e in altre sfere del vivere sociale: da una parte, la crescente dualizzazione del mercato del lavoro - vale a dire la divisione fra “garantiti” e “non garantiti” - ha assunto rilevanti dimensioni strutturali; dall’altra, molti studi confermano che la precarietà lavorativa è una condizione sociale in grado di influenzare sempre di più il modo di vivere delle persone nella quotidianità. La crescita di insicurezza è un fenomeno multidimensionale e in alcune sue forme, come quelle sviluppatesi sul mercato del lavoro, potrebbe avere delle conseguenze politiche proprie. Non mancano gli approcci teorici che evidenziano come la crescita dell’instabilità lavorativa potrebbe essere in grado di generare nuovi cleavages di tipo politico. In uno dei contributi teorici più significativi sull’argomento, Risk society, Ulrick Beck individua la crescita di nuove povertà proprio nella zona grigia creatasi nel mondo del lavoro tra sottoccupazione, occupazione temporanea e disoccupazione. In base alla sua visione, la crescita di questi fenomeni ha contribuito ad aumentare le disuguaglianze sociali, producendo – nel contempo – dei processi di individualizzazione al di fuori di un contesto di classe. Non colpendo gruppi socialmente definiti, bensì individui in fasi di vita specifiche, questi fenomeni di marginalizzazione sociale si caratterizzano per una dimensione di massa ma nello stesso tempo favoriscono quella che Beck chiama la singolarizzazione del destino, trasformando i problemi sistemici in fallimento personale (Beck 1986). Ne consegue che le variabili socio-strutturali classiche, come la classe sociale, non sono più utili a spiegare il comportamento individuale. In base alla teoria di Beck, ci si può attendere che l’impatto dell’insicurezza, nelle sue forme di lavoro atipico e precario, ricada in ugual misura su tutte le classi occupazionali. Una visione simile è quella del sociologo Robert Castel che nel suo lavoro From manual workers to wage laborers: transformation of the social question parla di “ritorno dell’insicurezza” (2005, 54) come conseguenza delle crescenti nuove linee di divisione che si sono create nel mercato del lavoro francese. Secondo Castel, questo processo sta avvenendo in differenti paesi occidentali in periodi diversi; in base a questa visione, i sistemi occupazionali contemporanei sono divisi in tre principali aree: 1) zone of disaffiliation, che comprende i disoccupati di lungo periodo, 2) zone of integration che comprende tutti i lavoratori “tipici”, a tempo pieno e garantiti 3) zone of precariousness che comprende tutti i lavoratori “atipici”, che ricoprono posti di lavoro con scarse prospettive e garanzie. Castel si chiede in che modo questi processi di precarizzazione in Francia influenzano gli atteggiamenti politici. Il suo lavoro sottolinea come la competizione e il conflitto di status tra i lavoratori insicuri o esclusi dal mondo del lavoro sono in grado di spiegare la crescita di un modello di populismo di destra. D’altra parte, numerosi sociologi e politologi hanno evidenziato proprio come le tradizionali variabili socio-demografiche, come la classe sociale, abbiano perso negli ultimi anni buona parte della loro capacità predittiva in ambito politico (e non solo). Ciò dipende anche dal fatto che le stesse divisioni politiche classiche, come quelle di tipo ideologico, hanno perso valore esplicativo, in relazione alla crescita dell’importanza di motivazioni più contingenti ed individuali, come ad esempio quelle di tipo economico. A ciò si aggiunge la recente crisi economica che ha gettato nella precarietà lavorativa anche una quota non trascurabile di settori sociali prima garantiti, con l’insicurezza che si espande anche in aree sociali prima del tutto esenti. Da questa prospettiva, le classi tradizionali si affievoliscono e i nuovi “rischi” non creano condizioni di comunanza sulle quali costruire nuove identità di classe. Queste trasformazioni hanno effetti sulla consapevolezza dei cittadini, con delle significative conseguenze anche sul modo in cui essi vedono e si rapportano con la politica? Su quali dimensioni politiche il vivere una condizione occupazionale precaria diventa significativo? La ricerca sociale ha ripetutamente messo in evidenza la presenza di relazioni tra gli orientamenti politici e alcune variabili materiali, come ad esempio il lavoro e il reddito. La tesi in base alla quale i rilevanti mutamenti economici hanno un impatto su atteggiamenti e opinioni politiche non è nuova, e le considerazioni che ne seguono trovano una base consistente nella teoria sociologica e politica. 3/21 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati GLI ESITI L’IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA L’avvento della crisi economica ha accentuato la minaccia di marginalità occupazionale nelle sue più differenti forme (dalla precarietà, alla sottoccupazione, fino alla disoccupazione e all’inattività). Da questo punto di vista, costituisce un contesto ideale per indagare come gli atteggiamenti politici possono essere influenzati dalla condizione occupazionale. In questa sezione, ci chiediamo in che misura la condizione occupazionale si relaziona agli atteggiamenti legati alla crisi economica. Grafico 1. La presenza della crisi nel mercato del lavoro Negli ultimi 2 anni, a lei o a qualche suo familiare è capitato di…. 50% 47,6% 45% 40,2% 40% 36,5% 35% 30% 24,4% 25% 20% 16,6% 15% 18,5% 15,9% 25,1% 23,2% 19,6% 17,7% 12,5% 11,8% 11,8% 10,3% 11,4% 10% 5% 0% perdere il posto di cercare un lavoro lavoro senza trovarlo accettare un lavoro poco interessante accettare una riduzione dello stipendio Me accettare di accettare un 2° lavorare per lavoro o un meno ore (di lavoro in più (per quelle desiderate) ragioni economiche) lavorare per più ore (con la stessa paga) nello stesso lavoro Familiare N= 270 Grafico 2. L’influenza della crisi in base alla condizione occupazionale Pensando agli ultimi due anni, quanto la crisi ha influenzato la sua vita? (% di "molto+abbastanza") 80 70 60 50 40 30 20 A tempo indeterminato Precari 4/21 Disoccupati sentire il proprio lavoro come meno sicuro Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati Grafico 3. Il peggioramento della situazione economica in base alla condizione occupazionale Secondo lei, pensando agli ultimi due anni, la situazione economica è peggiorata? (% di "molto+abbastanza") 100% 95,8% 100,0% 95,7% 90% 80% 72,6% 70,2% 65,9% 70% 60% 48,8% 50% 40% 34,7% 29,8% 30% 20% 10% 0% Stabili Precari In Italia In Trentino Disoccupati Personale e familiare Tabella 1. I comportamenti di rinuncia in base alla condizione occupazionale Pensi sempre agli ultimi due anni. Le è capitato di adottare i seguenti comportamenti, a seguito di una diminuzione del reddito o per difficoltà economiche? (% di risposte “sì”) ridotto il consumo di cibi freschi, come latte/frutta/verdura/pane ridotto il consumo di beni di lusso ridotto il consumo di bevande alcoliche, come birra, vino, ecc. ridotto l’uso della propria automobile ridotto le proprie vacanze ridotto il consumo di tabacco abbandonato/rimandato l’università abbandonato/rimandato la frequenza a corsi professionalizzanti (ad es. corsi di lingue, computer, diplomi professionali) continuato/ricominciato a studiare proprio per la mancanza di lavoro rimandato o saltato visite mediche dopo essermi ammalato smesso di comprare medicine che prima utilizzavo regolarmente smesso d’aiutare o aiutato meno amici/parenti, che prima aiutavo di più ritardato i pagamenti delle utenze domestiche (gas, acqua, ecc) ricevuto il taglio di utenze domestiche per ritardi nei pagamenti ricevuto il taglio di servizi come TV/telefono/internet ritardato/non pagato una rata di un prestito rinunciato a un proprio bene perché costretto a venderlo costretto a trasferirmi altra rinuncia: specificare (……………………………) N 5/21 Stabili Precari Disoccupati 5,3 13,0 10,7 54,3 20,2 30,9 48,9 18,1 7,4 71,7 20,7 40,2 54,3 20,7 8,7 60,7 27,4 47,6 65,5 19,0 9,5 14,9 18,5 17,9 5,3 8,7 22,6 7,4 12,0 16,7 3,2 5,4 4,8 9,6 9,8 21,4 13,8 2,1 2,1 6,4 8,5 3,2 6,4 (94) 14,1 5,4 4,3 9,8 6,5 9,8 7,6 (92) 16,7 6,0 4,8 6,0 14,3 14,3 7,1 (84) Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati Grafico 4. La media delle azioni di rinuncia in base alla condizione occupazionale Numero medio di azioni di rinuncia 4,5 4 3,5 3 2,5 2 A tempo indeterminato Precari Disoccupati Grafico 5. Il cambiamento dell’auto-collocazione sociale in base alla condizione occupazionale Autocollocazione socio-economica nella società trentina 70,0% 57,8% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 40,4% 37,2% 42,4% 35,9% 22,3% 21,7% Stabili Precari 25,3% 16,9% 20,0% 10,0% 0,0% peggio ora rispetto passato Disoccupati stessa posizione meglio ora rispetto passato Nota: percentuali “stimate”, tenendo sotto controllo genere, età e livello d’istruzione. Tabella 2. Attribuzione di responsabilità in base alla condizione occupazionale Chi è il più responsabile della scarsa capacità dell’Italia di uscire fuori dalla crisi? L’Unione Europea e l’euro Il governo attuale (Monti) Le banche italiane Il governo precedente (Berlusconi) I governi precedenti in generale Il parlamento Le banche straniere Il mercato e la globalizzazione Grandi potenze non europee (Usa, Cina, ecc) Altro Totale N 6/21 Stabili Precari Disoccupati 8,1 2,3 11,6 16,3 32,6 5,8 7,0 11,6 0,0 4,7 100 (94) 6,7 4,5 4,5 20,2 31,5 7,9 7,9 7,9 1,1 7,9 100 (92) 18,5 3,7 4,9 27,2 23,5 1,2 2,5 13,6 2,5 2,5 100 (84) Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati Grafico 6. Il miglioramento della situazione economica in base alla condizione occupazionale: come si vede il futuro Secondo lei, pensando ai prossimi 3-5 anni, la situazione economica migliorerà? (% di "molto+abbastanza") 60% 48,8% 50% 40,5% 37,4% 39,1% 40% 29,8% 30% 25,6% 23,4% 24,4% 23,9% 20% 10% 0% Stabili Precari In Italia In Trentino Disoccupati Personale e familiare Gli effetti “positivi” della crisi: la consapevolezza di un destino comune 1. La disoccupazione da fallimento personale diventa problema sistemico: “Non sono io il problema”. 2. Superamento dei processi di auto-stigmatizzazione e reinterpretazione delle proprie difficoltà sul lavoro: queste ultime derivano sempre più dall’incapacità dei soggetti politici e istituzionali di risolverle. Io per un po’ sono stata convinta che il problema fossi io rispetto al lavoro… che il fatto che non riuscissi a trovare nulla da fare… fosse una colpa mia, e solo mia… ma tramite assemblee… cose… laboratori… ho conosciuto altra gente… in situazioni lavorative precarie…non su carta ma di persona… (F 25 anni, disoccupata). Fino a qualche tempo fa non pensavo di condividere un destino comune (con gli altri giovani)…. adesso ne parlo spesso… e non conosco nessuno, ma dico nessuno, che sia sicuro della sua esistenza futura… cioè che possa definirsi attraverso il lavoro, cosa come esattamente è stato per mio padre, per mia madre (M 35 anni, disoccupato). La prima cosa che ho sentito (una volta licenziata) è un processo di fallimento fortissimo… All’inizio facevo fatica a parlarne perché mi sentivo assolutamente quasi in colpa per aver perso il lavoro… quindi svicolavo un po’ l’argomento… poi pian pianino ho capito che non c’era nessuna colpevolizzazione (ride)… insomma non è che ti puoi colpevolizzare per qualcosa che non hai creato, non hai voluto… Forse la gente della mia età ha sempre avuto questa sensazione…(F 29 anni, precaria). 7/21 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati “Vorrei, ma non ci riusciamo”: una precarietà “di classe” più consapevole ma inespressa Tra i precari è diffusa la consapevolezza delle potenzialità inespresse derivanti da un mancato agire politico comune, da vera e propria “classe sociale”. Non ci incontreremo mai… eppure la nostra condizione è molto simile… Siamo tanti, siamo tantissimi, se muoviamo un indice noi crolla tutto… vogliamo cambiare radicalmente il sistema, o no? (ride)…ecco quello che manca è che dovrebbe esserci una certa unitarietà… nonostante internet non riusciamo ad essere così internazionali come negli anni ’70 (M 29 anni, precario). Siamo tutti sulla stessa barca (tra precari) …e quindi c’è solidarietà tra i colleghi… però non è una coscienza collettiva che prende consapevolezza dei problemi dell’organizzazione…che si mobilita per dare il proprio contributo alla risoluzione di un problema… Con “gli amici del bar” ci diciamo…che noi comunque siamo emotivamente distrutti da questo contesto politico… cerchiamo ognuno nel proprio piccolo… anche solo di condividere una serie di temi con una cerchia più allargata… perché credo che una delle grosse disfatte della sinistra sia stata il fatto di smettere di parlare di come si affrontino i problemi da un punto di vista della sinistra… e quindi poi a farsi portavoce…(F 30 anni, precaria). Sono riusciti a fotterci in questi ultimi 30 anni… non si riesce a creare gruppo… perché ognuno pensa a se stesso anche perché ha paura di esporsi, anche perché sei in una situazione in cui non sei tutelato… c’è paura, paura di perdere il lavoro, o perché non hanno le palle o perché manca il senso di gruppo… non saprei… siamo con il freno a mano tirato…(M 33 anni, precario) INTERESSE E COINVOLGIMENTO POLITICO Nel complesso, come emerso dalla rassegna della letteratura, sembra che i risultati delle ricerche precedenti sull’argomento siano tutt’altro che coerenti; molti studi hanno sottolineato la relazione positiva tra disoccupazione e disinteresse politico, ma molti altri hanno evidenziato che la relazione è spuria, individuando il ruolo esplicativo di variabili antecedenti di tipo socio-economico e di status. Inoltre, è emerso che la quasi totalità degli studi ha fornito delle indicazioni soltanto sul ruolo della disoccupazione, mancando di indagare le possibili conseguenze anche di una condizione lavorativa precaria. Ma le esperienze negative che i giovani vivono nel mercato del lavoro hanno delle conseguenze sul loro interesse politico? I risultati evidenziano la presenza di una chiara tendenza: le esperienze negative che i giovani vivono nel mercato del lavoro sembrano motivarli a interessarsi maggiormente della politica. Da questo punto di vista, i risultati emersi dall’analisi dei questionari e delle interviste in profondità sono coerenti. Dunque, contrariamente a ciò che una parte consistente della letteratura sostiene, le difficoltà occupazionali, la disoccupazione e le condizioni lavorative a rischio sembrano spingere i giovani a interessarsi di politica, a parlarne spesso nella quotidianità, a essere più coinvolti e interessati rispetto al passato. Al contrario, il disinteresse e il basso coinvolgimento sono orientamenti che riguardano in misura maggiore i giovani con contratti a tempo indeterminato. Tabella 3. Interesse politico in base alla condizione occupazionale Quale di queste frasi esprime meglio il suo atteggiamento nei confronti della politica? Mi considero politicamente impegnato Mi tengo al corrente della politica, ma senza parteciparvi personalmente Bisogna lasciare la politica a persone che hanno più competenza di me La politica mi disgusta Totale N Stabili Precari Disoccupati Totale 4,3 10,9 10,7 8,5 69,1 63,0 63,1 65,2 11,7 13,0 10,7 11,9 14,9 100 (94) 13,0 100 (92) 15,5 100 (84) 14,4 100 (270) Nota: percentuali “stimate”, tenendo sotto controllo genere, età e livello d’istruzione.. 8/21 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati Grafico 7. L’interesse politico in base alla crisi occupazionale Interesse politico (molto+abbastanza) 65,0% 60,0% 55,0% 50,0% 45,0% 40,0% nessuna difficoltà occupazionale una difficoltà due difficoltà tre difficoltà 4 o più difficoltà Nota: percentuali “stimate”, tenendo sotto controllo genere, età e livello d’istruzione.. Interesse…a “monitorare” In una situazione di grave scollamento tra la politica e la realtà in cui la gente vive… per quanto non sia vicina organizzativamente a nessun partito, non sia tesserata a nessun partito… però non ritengo che ficcare la testa sotto la sabbia sia la soluzione, anzi la situazione va monitorata costantemente proprio da parte nostra, con nostra intendo generazione di precari, dove se non stai un attimo attento rischi di sapere le cose dopo… rischi di non essere pronto a quello che ti si para davanti, ai cambiamenti… io credo che sia necessario monitorare e intervenire, per quanto possibile sia… ecco… però anche rendersi conto, parlare con le persone, crea anche quei legami di cui parlavamo prima (condivisione di esperienze comuni con altri outsider)… (F 29 anni, precaria). Grafico 8. Il cambiamento dell’interesse politico in base alla condizione occupazionale Interesse politico rispetto al passato 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 In passato meno interessato In passato come adesso stabili precari N=268 9/21 disoccupati In passato più interessato Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati Precarietà e disoccupazione portano a maggiore interesse politico… Sicuramente il vivere quotidianamente un certo tipo di situazione… diciamo che mi sono interessata alla politica quando… ho iniziato… ovviamente a crescere… e poi a trovarmi in certe situazioni sul lavoro… che ti fanno allora… sì… essere più consapevole di quello che ci sta… (F 27 anni, precaria). Nel breve termine la situazione attuale non mi ha demotivato, nel continuare ad informarmi, nell’essere più o meno vicina alle questioni anche politiche… continuo ad ascoltare… continuo a…(ride)… magari con più occhio critico… con più..non prendere per forza per vero quello che si dice a sinistra… perché magari mi rappresentano meglio… su alcune cose sono molto critica anche con la sinistra… però comunque, continuo ad informarmi… (F 24 anni, precaria). Il mio interesse (verso la politica) non è diminuito, anzi…anche se probabilmente la mia fiducia…ecco…(ride)…magari quella…sulla fiducia…o sul credito che do ai partiti, ecco quella è stata minata... (F 29 anni, precaria). … e di conseguenza a maggiore conoscenza politica Mi sono resa conto entrando (nel mondo del lavoro)… prima la conoscenza della politica è poca, sì sai che c’è destra sinistra… sai quali sono i partiti… sai che funziona così… però una volta che ci sei dentro… che capisci e vivi quelle cose allora dai più attenzione… e quindi inizi ad essere più critico eccetera… diciamo che questa condizione (lavorativa) mi ha fatto essere più consapevole rispetto alla politica… (F 27 anni, precaria). Poi è arrivata la crisi, ho capito molte cose, ho imparato, ho letto, ho studiato… ho studiato il passato per capire meglio il futuro… e sono cambiate delle cose… ho capito più nello specifico cosa l’usare le riforme del lavoro cosa comportavano… vivendole sulla mia pelle anche perché pensate… all’inizio sapevo a spanne è così… poi magari non è proprio così… ci sono altre cose che scopri dopo… quindi cambiano la tua impostazione di vita su… su… di pensiero sulle cose… (F 25 anni, disoccupata). (Riguardo alla politica) All’inizio non ero quasi praticamente a conoscenza di nulla… non ero particolarmente interessato… successivamente alla mia entrata nel mondo del lavoro ho cercato di… di approfondire un po’ di più i vari argomenti… (I: E le aspettative rispetto a quello che può fare la politica?)… no, quelle sono diminuite… diminuite secondo me… (M 22 anni, precario). 10/21 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati GLI ALTRI ATTEGGIAMENTI NEI CONFRONTI DELLA POLITICA: FIDUCIA ED EFFICACIA Fiducia e sfiducia Dai dati fin qui esaminati sembra che una difficile condizione occupazionale sviluppi nei giovani una maggiore propensione a interessarsi di politica, come se aumentasse la consapevolezza che le decisioni a livello politico possano essere sempre più determinanti per generare un miglioramento delle loro condizioni nel mercato del lavoro. Ma qual è la relazione tra la precarietà occupazionale e le altre dimensioni di orientamento politico? L’atteggiamento di sfiducia nei confronti dei partiti e del loro operato (meno verso le altre Istituzioni) risulta ampiamente diffuso e generalizzabile tra i giovani del campione. Da questo punto di vista, sembra emergere un meccanismo di “appiattimento generazionale” che non fa emergere nel nostro campione un evidente ruolo esplicativo da parte della condizione occupazionale. Anche dalle interviste emergono dei frame ricorrenti relazionati all’atteggiamento di sfiducia: scollamento della politica dalla realtà e “esclusione generazionale”. Tabella 5. Fiducia politica in base alla condizione occupazionale Ci dica adesso quanta fiducia lei ha nelle seguenti istituzioni (% “per niente” o “poca” fiducia) Parlamento Partiti Presidente della Repubblica Magistratura Chiesa Cattolica Sindacati Forze dell'ordine (Polizia e Carabinieri) Confindustria (Associazione degli industriali) Amministrazione della Provincia di Trento Amministrazione del comune in cui vivo Le banche N Stabili Precari Disoccupati 80,9 97,9 42,6 34,0 87,2 65,6 37,2 64,8 27,7 26,9 85,1 94 80,4 93,5 44,6 37,0 85,9 60,9 40,2 70,7 39,1 32,6 89,1 92 75,0 90,5 52,4 47,6 81,0 60,7 44,0 72,0 34,5 34,5 84,5 84 Nota: percentuali “stimate”, tenendo sotto controllo genere, età e livello d’istruzione. Sfiducia politica: la relazione con il vissuto lavorativo Se nel mondo del lavoro noi come generazione siamo esclusi 10, nella politica siamo 280…(ride) (M 35 anni, disoccupato). In realtà stiamo facendo i barboni senza diritti… cioè lavoriamo per due lire e di diritti comunque non ne hai… siamo stati un po’ fregati… ecco mettiamola così… dalle politiche del lavoro degli ultimi… non so… 10 anni almeno… (F 29 anni, precaria). Noi abbiamo Letta, nostro coetaneo, lui fa parte della nostra generazione. Ma in che modo fa parte? Non ne fa parte…perché non ha mai vissuto una volta… non ha mai fatto un’ora di disoccupazione lui… un secondo… che cosa ne sa… Prima della crisi non credevo che ci fosse questa urgenza di ricambio generazionale…anche se non è il nocciolo della questione…non è il solito discorso generazionale…cioè non basta Renzi…(ride)….ci vuole una connessione (della politica) con il reale (M 25 anni, disoccupato). Secondo me (i politici) non la capiscono (la nostra situazione), perché se no avrebbero fatto qualcosa…certo se i loro figli non hanno questa condizione qua, perché sono i loro figli… (F 27 anni, precaria). Non c’è nessun nella politica che rappresenta i precari…perché sono tutti troppo vecchi…è un discorso generazionale…non lo sentono sulla loro pelle…cavolo l’hanno creata loro questa situazione, mica noi…hanno fatto loro delle leggi eh? (M 33 anni, precario). 11/21 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati Efficacia politica esterna e interna Abbiamo visto che condizioni occupazionali difficili si relazionano a un orientamento politico caratterizzato da maggiore interesse e coinvolgimento cui segue, però, una scarsa fiducia nei confronti dei principali attori politici. Come mai ciò avviene? Può dipendere dalla presenza di un atteggiamento diffuso di inefficacia politica, e cioè di senso di inutilità del proprio operare nella collettività? I politologi distinguono a questo proposito fra inefficacia esterna (sfiducia nelle istituzioni preposte alla rappresentanza politica e alla gestione della cosa pubblica, come i partiti, i governi locali e nazionale...) e inefficacia interna (sfiducia nelle proprie capacità di agire politicamente). Ci chiediamo: quanto è diffusa tra i precari la necessità di un agire comune per cambiare lo stato delle cose? Le indicazioni evidenziano la presenza di un diffuso atteggiamento di inefficacia politica tra i giovani disoccupati, i quali sembrano di gran lunga i più sfiduciati (rispetto ai precari e agli occupati stabili) sia nella capacità delle istituzioni politiche di cambiare lo stato delle cose sia nella propria capacità di contribuire alla politica del paese. Al contrario, i precari tendono invece a manifestare livelli di efficacia politica più elevati e una diffusa consapevolezza della necessità di doversi impegnare in maniera più coordinata come una vera e propria “classe sociale”. Grafico 9. Inefficacia esterna in base alla condizione occupazionale I partiti sono interessati solo ai voti della gente, non alle loro opinioni (% di "è proprio vero") 60 55 50 45 40 35 30 25 20 A tempo indeterminato Precari Disoccupati Nota: percentuali “stimate”, tenendo sotto controllo genere, età e livello d’istruzione. Grafico 10. Inefficacia interna in base alla condizione occupazionale La gente come me non ha nessuna influenza su quello che fa il governo (% di "è proprio vero") 36 34 32 30 28 26 24 22 20 A tempo indeterminato Precari Disoccupati Nota: percentuali “stimate”, tenendo sotto controllo genere, età e livello d’istruzione. 12/21 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati Inefficacia e disoccupazione: dall’esclusione lavorativa all’inefficacia politica Se dal punto di vista del mondo del lavoro mi sento un outsider… cioè un esclu… un dropout… dal punto di vista della politica me lo sento ancora di più (M 35 anni, disoccupato). Che ci sia su Berlusconi piuttosto che… (I: Credi che non abbia influenza sulla tua vita?)… ma secondo me (non solo sulla mia vita) anche sulla vita politica… non so… questa cosa che guardano più alle loro cose. (Il parlamento) È come fosse un’azienda in cui stanno sfruttando i soldi pubblici… nel senso… io non so neanche se si fermassero e non facessero il parlamento per un anno, due anni, tre anni…ho il dubbio che comunque le cose andrebbero avanti lo stesso… (M 38 anni, disoccupato). Inefficacia e precarietà: “ai margini” la prospettiva è ambivalente La percezione di distacco e mancata azione da parte della politica è molto diffusa, ma allo stesso tempo esiste la consapevolezza di potersi e doversi impegnare efficacemente per un cambiamento. Ci sono tante competenze che abbiamo… e tutti abbiamo questo senso di impotenza… e di necessità di renderci utili rispetto a qualcosa che va oltre la mera esistenza… però c’è questo senso di impotenza…ma allo stesso tempo di essere utili… immagino la frustrazione di chi ha meno strumenti…culturali… (Sull’andare a lavorare all’estero) Il mio compagno dice: rimaniamo, non potremmo mai andarcene con il rimpianto di non aver fatto quello che potevamo fare…(F 30 anni, precaria). Perché mi devo arrabbiare…disincantata?...Non posso neanche dire di essere rassegnata…perché alla fine vedi….io non è che sono quella che…mi chiudo in casa, mi butto, cerco di fare cose…spero sempre…no, sono disincantata, perché ormai mi entrano da una parte e mi escono dall’altra…(F 37 anni, precaria). 13/21 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati AUTO-COLLOCAZIONE POLITICA E COMPORTAMENTO ELETTORALE In questa sezione abbiamo cercato di analizzare la relazione tra condizione occupazionale e orientamento ideologico. La rassegna della letteratura ha mostrato che le indicazioni degli studi precedenti non sono tra loro coerenti. Vivere determinate esperienze sul mercato del lavoro influenza come una persona vede la società da un punto di vista ideologico e valoriale? Come la condizione occupazionale si relaziona con l’auto-collocazione politica? C’è una relazione tra precarietà e comportamento di voto? Emergono degli orientamenti politici diversi tra stabili, precari e disoccupati sui contenuti politici o su valori e temi ideologici? I risultati emersi hanno in generale evidenziato una relazione tra l’orientamento ideologico e la condizione occupazionale. Il rifiuto ad autocollocarsi politicamente all’interno del classico continuum sinistra-destra risulta essere molto più diffuso tra i giovani precari e disoccupati, i quali risultano essere ideologicamente più radicalizzati. Dal punto di vista elettorale, questo orientamento di rifiuto si concretizza anzitutto nel non-voto di protesta più che di apatia. In secondo luogo, la precarietà e la disoccupazione sembrano spingere verso posizioni elettorali di sinistra radicale; una scelta che sembra essere dettata dai contenuti (la condivisione dei classici valori e temi ideologici della sinistra), più che dalla reale attrattività delle forze politiche presenti nel campo della sinistra. Si registra una “insofferenza” di fondo nei confronti della politica tradizionalmente intesa molto più intensa da parte dei giovani precari e disoccupati. Grafico 11. Auto-collocazione politica in base alla condizione occupazionale 100% 90% 4,1 6,9 8,2 7 13 14,5 78,8 78,4 Precari Disoccupati 80% 70% 60% 50% 40% 88,9 30% 20% 10% 0% Stabili Si colloca Non saprebbe dove collocarsi Rifiuta di collocarsi Nota: percentuali “stimate”, tenendo sotto controllo genere, età e livello d’istruzione. 14/21 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati Orientamento ideologico: l’auto-collocazione politica Oggi la differenza non è tra destra e sinistra ma tra diritti e non diritti… nel senso che mi porto dietro un patrimonio ideale e storico di un orientamento politico…ma vedo che queste due categorie mi sembrano oggi un po’ superate dal punto di vista del lavoro… cioè si parla di diritti, sia sul lavoro, che diritti civili, diritti a un’istruzione pubblica laica…e quella dei diritti è una categoria assolutamente trasversale…(M 37 anni, precario). Non credo ci sia una sostanziale differenza tra i vari schieramenti… la distinzione ideologica (sinistradestra) è funzionale a mantenere uno status quo per mantenere privilegi personali per poche persone a scapito del bene comune…è…come dire… uno specchietto per le allodole… insomma per comunque continuare a gestire in maniera non orientata dal buon senso e interesse per il bene comune, ma a mantenere un beneficio..appunto…elitario (M 37 anni, precario). (Ci vorrebbe) Qualcuno che abbia un’ottica fresca nell’affrontare le questioni…e per fresca intendo…come dire…sbloccata dalle ideologie…perché non credo che servano per trovare soluzioni (M 27, precario). Io spesso ho cambiato…ma non sono mai stata né di centro, né di destra né di sinistra… neutra… perché guarda tanto schifo per schifo più o meno vale il meno schifo…(F 34 anni, precaria). Tabella 6. Radicalizzazione politica in base alla condizione occupazionale Livello di radicalizzazione in base all’auto-collocazione politica Bassa radicalizzazione politica Alta radicalizzazione politica Totale - N Stabili Precari Disoccupati 80,6 19,4 100 - 84 77,9 22,1 100 - 73 69,2 30,8 100 -64 Nota: percentuali “stimate”, tenendo sotto controllo genere, età e livello d’istruzione. Oltre al rifiuto di auto-collocarsi, i disoccupati vivono più intensamente le proprie posizioni politiche. Questa radicalizzazione ideologica si lega direttamente all’esperienza della disoccupazione? Già prima avevo una certa idea (politica)…solo che il fatto di non trovare lavoro ha amplificato quello che pensavo prima… sì amplificato, ha dato… più… mi sono sentito più vicino, diciamo, al M5s, una volta visto come era il mercato del lavoro… e il fatto che era difficile trovare lavoro… (M 31 anni, precario). È pieno di persone che ha cambiato idea nel momento stesso in cui la crisi l’ha investita… e che potrebbe essere intercettabile abbastanza facilmente (dalla sinistra)… e che parlando con me mi dà ragione e mi viene a dire “sai che avevi ragione sei anni fa, quando mi dicevi ‘ste cose qua, perché effettivamente sono proprio così”… e che si trova ora o a votare Grillo, o a votare Lega, o al massimo sono andati a votare sto cavolo di Pd (M 35 anni, disoccupato). Tabella 7. Intenzione di voto in base alla condizione occupazionale Se oggi ci fossero le elezioni politiche nazionali, come voterebbe? Sin radicale + Idv Pd Centrodestra M5s Altro Non voto o bianca Totale N Condizione occupazionale Stabili Precari Disoccupati 17,4 20,2 25,3 31,5 27,0 20,3 8,8 6,7 11,3 15,2 11,2 7,6 4,3 4,5 1,3 22,8 30,4 34,2 100 100 100 (92) (89) (79) Nota: percentuali “stimate”, tenendo sotto controllo genere, età e livello d’istruzione. 15/21 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati PARTECIPAZIONE POLITICA NON ELETTORALE, ASSOCIAZIONISMO E FIDUCIA NEGLI ALTRI Abbiamo finora visto che il vivere situazioni difficili nel mercato del lavoro porta a volte a preferire il non-voto: questo orientamento di “exit” può essere generalizzato anche ad altre forme di partecipazione politica? Si tratta di un comportamento a sé stante motivato da una volontà critica di protesta che si esprime nel voto (ma che si lega comunque a un livello significativo di coinvolgimento e interesse politico) oppure è motivato da apatia e alienazione politica generalizzabile anche ad altre forme di partecipazione? Ci sono differenze su questo tra precari e disoccupati? I risultati evidenziano che è la disoccupazione a portare in generale a un minore livello di partecipazione politica: questa tendenza è presente sui vari indicatori utilizzati, anche se non in maniera marcata. Minori livelli di partecipazione politica e di associazionismo e maggiore sfiducia sociale distinguono i disoccupati dai precari; proprio questi ultimi mostrano invece di essere a volte socialmente più integrati degli stabili, anche se il loro livello di fiducia sociale non sembra essere particolarmente sviluppato. Il non voto: una forma plateale di protesta Alle ultime elezioni sono andato all’urna solo… (ride)… per una questione… diciamo così romantica…di riferimento alla lotta partigiana, anche perché c’era un nucleo partigiano… uno dei pochissimi in Trentino… vicino a (nome paese), dove vivo io…però ho votato… ho lasciato… ho messo la scheda… l’ho annullata, ecco diciamo così…ho annullato la scheda… quando si dice la logica del meno peggio, se l’avessi adottata avrei votato probabilmente per Ingroia, perché è quello che esprimeva idee con cui mi sentivo al limite più vicino…nel marasma generale di quelli che sono i partiti parlamentari adesso (M 29 anni, precario). Il voto è troppo importante per me… è l’unica cosa che ci lasciano fare… e lì (alle ultime elezioni) io non mi son sentita rappresentata proprio da nessuno… ed è stato questo il motivo… non mi sono sentita di scegliere il meno peggio… perché non puoi votare per il meno peggio… cioè tu devi votare chi ti rappresenta… almeno una buona parte di te la deve rappresentare... e io non mi sono sentita rappresentata da nessuno e ho annullato la scheda, ho scritto “contro tutti”… mi sono sentita in colpa per dei giorni… quando dopo si è visto tutto il resto… ora sono orgogliosa di aver scritto “contro tutti”… (F 27 anni, precaria). Alle ultime elezioni penso di essere stata una delle poche che (ride)… ha avuto le palle alle 7 del mattino ai seggi del lunedì per dire che volevo venisse messo a verbale che ero andata a votare ma mi rifiutavo di prendere le schede… perché... non mi sentivo… di voler votare niente… era una cosa…sai che su facebook ogni tanto girano… c’era la possibilità di farlo…obiettivamente in coscienza mi sentivo comunque di andare… però non avevo la minima idea di chi votare…(I: perché non ti sentivi rappresentata da nessuno?)…no, da nessuno… e la prossima volta penso che rifarò esattamente la stessa cosa… (F 37 anni, precaria). …oppure ancora protesta con il voto al «meno peggio». Sono sempre andata a votare anche se alle ultime politiche ero in dubbio… e quasi pensavo di non andarci… poi in realtà sono sempre dell’idea che sia sempre meglio andare a votare il meno peggio… sicuramente non ci sono andata con l’entusiasmo che dovrebbe essere associato al momento importante quale le elezioni politiche… (F 30 anni, precaria). Per la prima volta quest’anno sono stata incerta fino all’entrata del seggio su quale lista votare… ho votato la lista Ingroia, lo dichiaro tranquillamente, anche se non mi riconoscevo neanche in quella lista lì… me la sentivo più vicina delle altre… eh… ho votato una lista senza crederci in realtà… perché sì… mi riconoscevo molto di più nel programma… però non mi riconoscevo nella vecchia struttura di partito…(F 39 anni, precaria). Io il mio voto l’ho fatto un po’ di protesta alle ultime elezioni… in verità volevo annullarlo… cioè magari rifiutare la scheda… alla fine però ho detto “non la rifiuto, prendo la scheda e do il mio voto di protesta”… non penso ci sia un partito proprio che mi rappresenti del tutto…no, no…(M 27 anni, precario). 16/21 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati Tabella 8. Orientamento ideologico sui temi politici in base alla condizione occupazionale 3 I redditi dovrebbero essere resi più uguali tra di loro La competizione è dannosa. Tira fuori il peggio dalle persone La proprietà statale delle imprese dovrebbe essere aumentata Come cittadini dovremmo essere più pronti a mettere in dubbio l’operato delle nostre autorità Alcune volte le persone hanno buoni motivi per non rispettare la legge 4 5 6 7 8 __________D__P____S__________________ 4.4 4.7 5.1 ________________________D__P___S_____ 6.6 6.8 7.1 ________________________P__D__S______ 6.1 6.4 6.9 _D__P_S______________________________ 3.1 3.5 3.6 __________________________D__P_____S_ 6.6 6.9 7.7 C’è bisogno di avere maggiori differenze di reddito per incentivare l’impegno individuale La competizione è una cosa positiva. Stimola a lavorare duro e ad essere più creativi La proprietà privata delle imprese dovrebbe essere aumentata Nel nostro paese oggi dovremmo mostrare più rispetto verso le nostre autorità Le persone dovrebbero rispettare la legge senza eccezione Nota: medie “stimate”, tenendo sotto controllo genere, età e livello d’istruzione. D: disoccupati, P: precari, S: stabili. - N= 270 Si registra un’incoerenza tra una propensione ideologica verso posizioni socialdemocratiche e il diffuso rifiuto di auto-collocarsi, basato su un atteggiamento post-ideologico di mancata differenziazione tra sinistra e destra. Come mai? Dalle interviste emerge che il tradizionale continuum sinistra-destra viene scarsamente concepito in termini valoriali, ma è ancorato all’agire del sistema politico vigente e in stretta relazione con l’attuale sistema dei partiti, con questi ultimi criticati proprio per l’incapacità di fornire proposte ideologiche differenziate e attinenti con il proprio percorso storico. Orientamento ideologico: le posizioni su valori e temi Tutti discorsi che vengono proprio nel momento della campagna elettorale… ovviamente per prendere voti… poi quando nel concreto sono al governo, le misure che vengono prese… da destra sinistra tutti uguali… nell’ideologia sì (ci sono differenze)… ma poi nel sostanziale, no, nella pratica, non ci sono differenze…(F 27 anni, precaria). Idealmente probabilmente i partiti della sinistra rappresentano i lavoratori… dal punto di vista pratico, probabilmente no… (M 26 anni, precario). Io credo che in Italia manchi una vera forza politica di sinistra… non di centrosinistra… di sinistra… C’è un grosso scollamento tra l’ideologia (di sinistra) e il partito… è stato questo scollamento che ha impedito alla sinistra… intanto, di esistere… (F 30 anni, precaria). Il problema è proprio il discorso…del tuo essere di sinistra… del tuo posizionamento ideologico… se tu non hai chiaro qual è il tuo orientamento, non capisci se il nemico arriva davanti o arriva dietro....questo è il dramma…(ride)… (F 30 anni, precaria). Il Pd, prima delle elezioni speravo potesse essere un partito riformato… che potesse dare un impulso nuovo… con dei valori e dei principi di sinistra… in campagna elettorale avevo iniziato questo percorso di disillusione… non mi convinceva più di tanto però poi avevo paura di disperdere il voto… (F 24 anni, precaria). 17/21 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati Tabella 9. Partecipazione politica in base alla condizione occupazionale Ecco alcune cose che la gente talvolta fa per partecipare alla vita politica e sociale. Ci dica se le è capitato di farle negli ultimi due anni mettendo una crocetta nella casella corrispondente (% di risposte “sì”) Andato a sentire qualche dibattito politico Partecipato ad un corteo, una manifestazione Cercato di convincere qualcuno (compresi i familiari) a votare per un determinato partito o candidato/a Utilizzato internet o e-mail per partecipare a dibattiti, forum politici o per inviare lettere di protesta Acquistato o rifiutato di acquistare un prodotto per motivi politici, etici od ambientali Dato soldi per un partito, o per un candidato, o per un giornale di partito Dedicato tempo o lavoro ad un partito Dedicato tempo o lavoro ad un sindacato Aderito a scioperi Lavorato con amici o conoscenti per risolvere un qualche problema del suo quartiere o del suo paese Numero medio di risposte “sì” (ds) N Stabili Precari Disoccupati 35,1 29,8 37,0 34,8 28,6 34,5 30,9 22,8 28,6 31,9 29,3 26,2 50,0 53,3 44,0 9,6 7,6 7,1 5,3 6,5 4,8 5,3 17,0 4,3 21,7 4,8 19,0 34,0 31,5 25,0 2,5 (2,1) 94 2,5 (2,1) 92 2,2 (2,1) 84 Nota: percentuali “stimate”, tenendo sotto controllo genere, età e livello d’istruzione. Tabella 10. Indici di associazionismo in base alla condizione occupazionale Condizione occupazionale Stabili Precari Disoccupati Totale Associazionismo scala 1-10 (partecipazione) Associazionismo scala 1-10 (iscrizione) 2,05 2,33 1,96 2,12 2,64 2,21 1,23 2,05 N 94 92 84 270 Nota: medie “stimate”, tenendo sotto controllo genere, età e livello d’istruzione Tabella 11. Fiducia sociale in base alla condizione occupazionale Percentuale di “molto” o “abbastanza” d’accordo Nell’avere a che fare con la gente, occorre diffidare o essere molto cauti La gran parte delle persone è onesta La maggior parte della gente se potesse cercherebbe di approfittare di me Punteggio medio di “fiducia” (1= minima, 4=massima) N Stabili Precari Disoccupati 54,8 50,0 60,7 58,0 45,7 42,1 23,7 38,0 36,9 2,7 2,5 2,4 94 92 84 Nota: percentuali e medie “stimate”, tenendo sotto controllo genere, età e livello d’istruzione 18/21 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati Tabella 12 - Tendenza all’anti-civismo. Nel complesso, quanto considera sbagliato compiere ognuna di queste azioni? (% “per niente” o “un po’” sbagliato) Stabili Precari Disoccupati Pagare in contanti senza ricevuta, per evitare di pagare l’IVA o altre tasse 26,7 27,8 37,4 Commettere un’infrazione stradale, come superare i limiti di velocità o non fermarsi al semaforo rosso 14,4 28 24,6 18 17,3 26,7 Comprare qualcosa che pensa possa essere stato rubato 19,9 23,3 26 Fare una richiesta esagerata per un risarcimento danni 17,3 33,6 32,6 1 3,5 11,8 Non segnalare un pagamento extra che il proprio datore di lavoro le ha elargito in busta paga per errore 30,9 32 33,4 Punteggio medio di anticivismo (scala 1-4) 1,27 1,65 1,93 Vendere un oggetto di seconda mano senza elencare tutti i suoi difetti Per un dipendente pubblico, chiedere un favore o un regalo in cambio di servizi Nota: percentuali e medie “stimate”, tenendo sotto controllo genere, età e livello d’istruzione Esperienze occupazionali stimolano egoismo e diffidenza… I giovani saranno gli uomini del domani… se un giovane che ha sempre vissuto di precariato, incazzato e tutto… se diventando adulto riesce a trovare l’espediente… tipo l’evasione delle tasse… certo che lo fa… direbbe “ho passato una vita di precariato… e di zero tutele nei miei confronti… sono arrivato ora a questo punto… cioè cosa me ne frega? Cerco di tenere un comportamento eticamente corretto?” (F 27 anni, precaria). Secondo me la condizione di precario ti porta ad essere estremamente egoista… cioè non è il mio modo d’essere… Tendenzialmente però la competizione non è tanto… per dire: “ti dimostro che io sono più bravo di te”… ma la competizione sta nel fatto di dire che ognuno per il proprio spirito di sopravvivenza è costretto in qualche modo a pensarle tutte per fare le scarpe al suo vicino… e può essere anche il suo migliore amico… cioè come dire… è un sistema massacrante… che ti fa perdere di vista anche il significato delle amicizie e delle relazioni…(F 37 anni, precaria). Le persone con cui parlo sono tutte arrabbiate con la politica…(I: Lei più che arrabbiato mi sembra un po’…distaccato?)… ma sì sono diventato un po’ cinico con gli anni… forse anche frutto di questa prolungata disoccupazione… ma insomma un attimino un po’… si diventa… si tende a diventare un poco diffidenti rispetto al mondo… si guarda al mondo con un po’ più di diffidenza… (I: lei è più pessimista rispetto a qualche anno fa?)… molto più pessimista sì… insomma in futuro non vedo niente di buono all’orizzonte… (M 39 anni, disoccupato). 19/21 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati Tabella 13 - Gli altri atteggiamenti sociali di rilevanza politica: aggressività sociale e convenzionalismo - Aggressività sociale (% per niente o poco d’accordo)* Stabili Precari Disoccupati Se in una scuola elementare del suo comune il posto di insegnante fosse affidato ad una persona apertamente omosessuale, lei sarebbe…? 11,7 6,5 4,8 Se venisse prevista un’area in cui costruire un campo nomadi nel suo quartiere, lei sarebbe…? 76,6 69,6 63,1 27,7 21,8 25 -96 -92 -84 Se nel suo comune l’amministrazione comunale proponesse di costruire una moschea, lei sarebbe…? (N) *Le risposte prevedevano, oltre ad “abbastanza” e “molto” d’accordo, anche la risposta “indifferente”. Nota: percentuali “stimate”, tenendo sotto controllo genere, età e livello d’istruzione Percentuale di convenzionalismo In Parlamento sono state presentate proposte di legge per estendere i diritti delle coppie sposate anche alle coppie che decidono di convivere al di fuori del matrimonio. Lei sarebbe (% molto + abbastanza contrario) Secondo lei, questa legge dovrebbe valere solo per le coppie formate da un uomo e una donna o anche per le coppie omosessuali? (% solo uomo/donna) L’uso personale di droghe deve essere consentito (% per niente + poco d’accordo) (N) 20/21 Stabili Precari Disoccupati 8,4 4,4 6 16,1 8,7 16,7 57,5 66 58,3 -96 -92 -84 Precarietà lavorativa e atteggiamenti politici e sociali in Provincia di Trento – Sintesi dei risultati ALCUNE CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE I risultati di questa ricerca evidenziano che la condizione di precarietà e insicurezza lavorativa, nell’attuale fase di recessione economica in Italia, è un’importante variabile esplicativa di atteggiamenti e comportamenti politici, nel senso che la differente posizione occupazionale dei giovani – lavoratori stabili, precari, disoccupati – influenza i loro orientamenti politici. Coinvolgimento politico (interesse verso la politica): le difficoltà occupazionali (precari e disoccupati) non allontanano dalla politica (come ipotizzato), ma hanno un effetto positivo di maggiore coinvolgimento. Sfiducia e inefficacia politica: non emergono marcate differenze fra stabili, precari e disoccupati, ma risulta un appiattimento generazionale critico e sfiduciato nei confronti della politica istituzionale Orientamento ideologico: predomina una visione sostanzialmente socialdemocratica (maggiore eguaglianza sociale, più statalismo), con una accentuazione in questa direzione da parte dei disoccupati. Orientamento di voto: si evidenziano due tendenze: a) esteso rifiuto verso tutti i partiti (astensione o scheda bianca) che si colloca sul 25-30% ed è maggiore fra precari e disoccupati (generato più da “protesta” che da “apatia”); b) quando una preferenza partitica è espressa, emergono differenze marcate fra gli stabili (più orientati verso il Pd) e i precari-disoccupati (più orientati verso la Sinistra radicale). Associazionismo e civismo: i precari e i disoccupati esprimono una maggiore partecipazione ad azioni di protesta (scioperi, manifestazioni, cortei) e una minore partecipazione associativa (specie i disoccupati). Nello stesso tempo presentano una maggiore erosione civica (sfiducia verso gli altri e tendenza a minor rispetto delle regole di convivenza civile). 21/21