pdf - Fondazione Internazionale Menarini
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n° 357 - ottobre 2012 © Tutti i diritti sono riservati Fondazione Internazionale Menarini - è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle fotografie Direttore Responsabile Lucia Aleotti - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Via W. Tobagi, 8 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) - www.fondazione-menarini.it Anni Trenta, l’Italia si desta? Spinte avanguardiste e recupero dell’ordine e della classicità sono i temi dominanti di una stagione di passioni e di tensioni che cambieranno il Paese Antonio Donghi: Donna al caffè Lorenzo Viani: Georgica Venezia, Fondazione Musei Civici, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro C’è un periodo della storia d’Italia (gli anni Trenta del Novecento) che non possiamo rievocare, qualunque sforzo facciamo, se non per gli effetti del regime fascista e per le pagine più dolorose a cui sarà sottoposto negli anni seguenti il popolo italiano. Le imprese coloniali con il loro fardello di retorica populista e successiva e inevitabile capitolazione; le leggi razziali, nate per volere del nazismo e che, per vicinanza (ideale?) con il fascismo erano state, con colpevole imitazione, da esso mutuate; e poi, l’allontanamento progressivo da ogni consesso democratico del mondo, la presunta autosufficienza economica e culturale (autarchia) imposta con una censura violenta e ottusa, non potevano che lasciare nell’immaginario collettivo il giudizio severo su quel periodo contrassegnato, tra l’altro, da vuoto sociale, povertà economica e diffusa ignoranza. La realtà non è così distante da quanto Ottone Rosai: I muratori (Operai) - Udine, Galleria d’arte moderna in breve e approssimativamente illustrato, la ricostruzione storica del pe- prio in contrasto con i macroeventi ciriodo però non può omettere tanti al- tati, e altre volte in ragione di essi, tri aspetti che, in alcuni casi, pro- produrranno effetti nel campo del- pag. 2 l’arte, dell’architettura e della comunicazione di massa innovativi se non, in qualche caso, rivoluzionari. Nell’Italia di questi anni si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vedeva schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall’espressionismo all’astrattismo, dall’arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall’emergere del design e della pubblicità, la radio, il cinema e i primi rotocalchi, che dalle “belle arti” raccolgono una quantità di idee e di immagini trasmettendole al grande pubblico. Insomma, un laboratorio complicato e vitale, aperto, nonostante tutto, alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Dal settembre scorso e fino al 27 gennaio 2013 si tiene a Firenze a Palazzo Strozzi una rassegna dal titolo Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo che si propone lo scopo dichiarato di «voler guardare in modo diverso e completo un periodo di straordinarie trasformazioni avvenute nel settore delle arti» e questo sarà possibile attraverso l’esposizione di 96 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design e, con l’ausilio della prospettiva critica di chi scriveva in quegli anni, illustra l’idea Felice Carena: Estate (L’amaca) - Torino, GAM - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di un’arte italiana caratterizzata dalle specificità di alcune “scuole” (Milano, Firenze, Roma, Torino, Trieste), in dialogo tra loro ma anche in rapporto con centri internazionali come Parigi e Berlino. L’esposizione dà risalto particolare alle novità di linguaggio portate dalle giovani generazioni, privilegiando le opere che ebbero visibi- Renato Birolli: I giocatori di polo - Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna Corrado Cagli: Trionfo di Roma 1 - Roma, collezione privata pag. 3 lità nelle esposizioni e influirono sul dibattito artistico del tempo. Attraverso aspetti di contrasto e di apertura, è messa in evidenza la distinzione tra gli artisti affermati e i giovani, nuove forze innovatrici che già davano grande lustro all’arte italiana. Dal tema del viaggio a quello dell’“arte degenerata”, come fu definita l’avanguardia in Germania e in Italia dopo le leggi razziali del 1938, fino al fenomeno artistico del muralismo, gli anni Trenta sono rappresentati anche come il primo momento in cui le grandi masse si affacciano alla ribalta della storia per l’affermazione dei nuovi mezzi di comunicazione. Nell’Italia che si modernizza, un’innovazione assoluta è costituita dalla riproduzione industriale degli oggetti. Dalle sedie tubolari alle lampade Luminator, i manufatti realizzati in quegli anni segnano la nascita del design in Italia, celebrato nelle Triennali di Milano del ’33 e del ’36. Nel percorso della mostra, divisa in sette sezioni, assieme ai capolavori di artisti come Sironi, Martini, Guttuso, Fontana, si potranno vedere anche rare fotografie e spezzoni di film di quegli anni, con flash esemplificativi di uno stile – nella progettazione della casa e del suo arredamento – che si traduceva anche nella vita quotidiana, diventando modo di essere e di comportarsi. Una parte rilevante della rassegna è dedicata all’arte pubblica che vede l’idea emergente della comunicazione di massa entrare nel campo dell’arte oltre che essere l’ultimo esempio, in Italia, di espressione popolare. Le opere di tale ambito - dipinti e sculture - collocate in architetture pubbliche come stazioni, uffici postali, palazzi di giustizia, saranno rappresentate in mostra da bozzetti e disegni preparatori. Unica eccezione, la scultura di Fontana Il fiocinatore, nella prima versione in gesso colorato, ideata per il mercato del pesce di Milano. lorenzo gualtieri Pietro Gaudenzi: Il grano - Cremona, Museo Civico “Ala Ponzone”, Thayaht: Tuffo - Rovereto, MART