Quali barriere nella comunicazione tra professionisti e donne i

Transcript

Quali barriere nella comunicazione tra professionisti e donne i
Quali barriere nella
comunicazione tra
professionisti e donne
immigrate ?
Dr.ssa M.D. Vezzani
Responsabile Consultori Familiari
Distretto 1 Ausl Modena
Rimini 23 Ottobre 2010
1
GOLD STANDARD
della comunicazione
in ambito sanitario:
Lo stabilirsi della comunicazione tra
professionista(sanitario o sociale) e utente/paziente
appartiene alla sfera della responsabilità
professionale individuale, concorre al
raggiungimento dello scopo della loro interazione
2
La Cultura di appartenenza determina come
la persona recepisce l’informazione sulla cura della
salute, cioè
• cosa è considerato essere un problema,
• come vengono espressi sintomi e preoccupazioni,
• chi dovrebbe fornire il trattamento e
• quale tipo di trattamento dovrebbe essere attuato,
• infine come sono esercitati protezione e diritti. 3
Un insieme di motivazioni, abilità cognitive e
competenze sociali influenzano la possibilità
che le persone
accedano ai servizi sanitari,
capiscano e
utilizzino le informazioni
per promuovere e mantenere la propria salute.
4
FIORI DI CACTUS
Zahida viene accompagnata da operatorice della Casa accoglienza
madri in difficoltà, il Servizio sociale del comune di residenza l’ha
allontanata dal marito a seguito di episodi di violenza familiare.
L’operatrice mi dice che Zaida è incinta, in un primo momento aveva
pensato ad interrompere la gravidanza ma ora ha cambiato idea.
Sostiene che Zaida non parla italiano ma lo capisce. Zaida mi guarda ,
pronuncia poche parole italiane slegate tra loro. La mediatrice non è
presente, per un malinteso organizzativo. Zaida ha 2 figli, ha fatto un
trattamento per TBC attiva da circa 1 anno, la invito a tornare 2 giorni
dopo con la mediatrice, imposto il colloquio a 3 lasciando fuori
l’operatrice sociale, e Zaida timidamente fa trapelare che non vuole
la gravidanza ma si vergogna a dirlo alle operatrici del Centro.
5
FIORI DI CACTUS
S. ha 18 anni, viene alla visita post IVG
accompagnata dal padre , che non entra. Mi mostra la
lettera di dimissione che riporta l’indicazione alla
terapia con ovuli vaginali, attraverso la mediatrice dice
di aver quasi completato la terapia. Le chiedo come
ha assunto la terapia, mi risponde che ogni sera ha
mangiato la medicina con l’acqua, come detto dal
padre, che in ospedale aveva ricevuto la lettera di
dimissione. Spieghiamo a S. il malinteso e che la via
d’assunzione sbagliata non rappresenta un pericolo ma
6
rende la terapia non efficace
FIORI DI CACTUS
Parveen ha partorito la prima figlia da 2 settimane, viene per
consulenza d’allattamento, l’ostetrica tra le altre cose nota che P
non guarda la bambina mentre allatta, non le parla, ha
un’interazione piuttosto povera. L’ostetrica oltre a darle
suggerimenti per migliorare l’attacco cerca di stimolare l’interazione
madre-bambino, invitandola a guardare la bambina , parlarle,
stimolarla con il tatto durante la poppata. Attraverso la mediatrice
emerge che Parveen segue la raccomandazione della suocera: non
guardare la bambina altrimenti si ammalerà. L’ostetirca le dice che
lo scambio di sguardo, parole , carezze per noi fa crescere meglio i
bambini. La settimana dopo Parveen non torna, perché la bambina
è ricoverata per diarrea.
7
FIORI DI CACTUS
Cristina ha 14 anni, la zia ha chiesto di verificare se c’è del vero nei
racconti della ragazza, che le ha confidato di aver subito rapporti sessuali
ad opera dei figli della donna presso cui abitava prima di arrivare qui in
vacanza. Cristina non dice una parola in italiano, ma afferro sonorità
conosciute (forse sentite nei film, nelle canzoni o nei media?), sguardi
spaventati, toni e gesti concitati. La zia mi rende comprensibile il
racconto, che stoppo con frequenza, come ho imparato a fare lavorando
con le mediatrici. Sudo freddo al pensiero di dover, in data venerdì13
agosto, fare una comunicazione di reato per possibile violenza su minore.
(scoprirò poi che anche il fax della procura era staccato). Cristina è
italiana, parla un dialetto stretto, la zia non sa se è andata a scuola, è
sottopeso e sporca, la zia ha dovuto spiegarle il significato della parola
“doccia”. Cristina ripete ad ogni frase, nella sua lingua, non rimandarmi da
Antonietta, la donna presso cui abitava, se faccio un gesto rapido si ritrae
8
come per scansare un possibile colpo.
Cosa intendiamo per
barriere linguistiche
Condizione di compromissione minore della
comunicazione, così la persona ha una diminuita
capacità d’inviare o ricevere messaggi, cioè ha
difficoltà a scambiare pensieri o idee, non
conoscendo la lingua del ricevente.
La compromissione della comunicazione si valuta
attraverso l’assenza o l’improprietà del discorso o
delle risposte
9
I pazienti che sperimentano
barriere linguistiche
• Utilizzano di meno le strategie di prevenzione: meno
visite e ricevono meno trattamenti
• Hanno meno probabilità di utilizzare servizi
ambulatoriali o di tornare per il follow-up
• Sono meno soddisfatti delle cure
• Hanno meno conoscenze sanitarie, e minore capacità
di comprendere diagnosi e trattamenti
• Hanno ricoveri più prolungati
10
IL BUON SENSO CI AIUTA?
Non è riproducibile
Non è misurabile
E’ molto labile ed
influenzabile
11
Le abitudini di pensiero nei sistemi
semplici e complessi
SEMPLICI
Le stesse cose hanno lo stesso
significato
Stesse premesse implicite
Ciò che diamo per scontato ci
aiuta a comunicare
Valutazione delle scelte dentro
quel contesto
Io ho ragione tu hai torto (o
viceversa)
Mondo monoculturale.Uni-verso
COMPLESSI
Le stesse cose hanno significati
differenti
Diverse premesse implicite
Ciò che diamo per scontato ci
impedisce di comunicare
Apprezzamento di un contesto
alla luce di un altro
Tutti hanno ragione. Anche chi
dice che non tutti possono aver
ragione
12
Mondo Pluriculturale. Pluri-verso
Cosa ci può aiutare?
Le persone possono essere
consapevoli della loro
esperienza culturale e
possono intenzionalmente
modificarla in contesti
culturali differenti
Questo è l’assunto che
porta all’adattamento tra
culture
13
La competenza interculturale
è una struttura di visione
del mondo che permetta
agli individui di fare
esperienza della propria e
delle altre culture in modi
etnorelativi, che permetta
loro di applicare i saperi e
le abilità in maniera
appropriata.
14
La competenza interculturale
Non si basa sulla mole di
conoscenze inerenti le culture,
sulle attitudini o sulle
competenze pratiche ma
sul sistema percettivo che
mette in grado di comprendere
le differenze.
15
La competenza interculturale
La competenza interculturale
si produce quando di
esperisce e si elabora la
differenza culturale.
Le persone possono aver
accesso all’esperienza di una
cultura diversa organizzando
la percezione della realtà in
QUEL modo, NON NEL
PROPRIO MODO
16
Per migliorare la
comunicazione con gli
stranieri occorre
SUPERARE alcune
ILLUSIONI …..
17
Per migliorare la comunicazione con gli stranieri
Occorre superare alcune ILLUSIONI …..
• Chi parla un’altre lingua è ignorante
• Se chi parla un’altra lingua sa pronunciare bene una frase
semplice (Buongiorno dottore, sto meglio dell’ultima
volta) saprà esprimersi altrettanto bene su concetti più
complessi( descrivere dolore, sentimenti,
preoccupazioni)
• Popoli confinanti parlano lo stesso linguaggio ( es. sud
est asiatico, popolazioni latine, “arabi”), o una lingua
veicolare comune
18
Per migliorare la comunicazione con gli stranieri
Occorre superare alcune ILLUSIONI …..
• I bambini bilingui che parlano correntemente italiano
sono capaci di tradurre , sono dei buoni interpreti
• Se chi non parla italiano ci sorride, durante una
conversazione significa che ha capito
• Chi parla un’altra lingua dovrebbe indicarci cosa capisce
e cosa no
Chi non parla italiano fluente conoscerà senz’altro
qualcuno che parla bene, o che possa leggere l’italiano
19
Abbiamo riflettuto su quali
COMPETENZE sono
NECESSARIE PER
TRADURRE IN AMBITO
SANITARIO?
20
COMPETENZE NECESSARIE PER
TRADURRE IN AMBITO SANITARIO
• Conoscenza dei termini da usare sia in italiano che nella
lingua madre
• Familiarità con i concetti, le circostanze sociali, le
tradizioni che riguardano gli argomenti trattati o che
influenzano la comunicazione tra operatore e paziente
• Conoscere le parole che non si possono tradurre (per
pudore o per mancanza di termine adatto)
21
CONOSCENZE NECESSARIE PER
TRADURRE IN AMBITO SANITARIO
• Capacità di tradurre in entrambe le lingue
• Capacità di capire il significato della comunicazione in
una lingua e di restituire lo stesso significato nell’altra
• Capacità di condurre il flusso della comunicazione tra
paziente e operatore
• Capacità di fare promozione della propria cultura presso
l’operatore e di capire la cultura dell’operatore
22
RIDURRE LE BARRIERE LINGUISTICHE
CON UN MEDIATORE DIALOGICO
Una terza parte agisce come mediatore tra 2 che non
condividono un linguaggio comune e traduce il messaggio
di una persona nel linguaggio dell’altra. Questa definizione
esclude la possibilità di utilizzare una lingua “terza” veicolare
rispetto alle due originali
Gli studi di linguistica considerano due possibilità:
INTERPRETE AD HOC
MEDIATORE LINGUISTICO CULTURALE
PROFESSIONALE
23
INTERPRETE AD HOC
Persona che viene
Coinvolta
spontaneamente non
preparata, ma dotata di
competenze linguistiche,
per favorire la
comunicazione con
pazienti “Non Nativi”
24
SAPER FARE : Usare un familiare/amico
come interprete
1.
I familiari non costano nulla al sistema sanitario
ed il sistema non è responsabile della loro ( scarsa)
capacità di interpretariato.
3.
L’impiego dei parenti come traduttori è problematico
sia per il paziente ( che deve rivelare informazioni
riservate e preoccupanti e vorrebbe mantenere
riservate) sia per il parente-amico coinvolto.
5. Gradito al paziente, svolge un ruolo affettivo
(mitigazione)
25
SAPER FARE : Usare un familiare/amico
come interprete
1.
E’ fronte di errore di comunicazione ( errori
diagnostici e scarsa aderenza alle terapie proposte) o
può ricevere un danno dallo svolgimento di questa
funzione
3. Parla di ciò che crede a proposito del paziente,
anziché trasmettere realmente le domande del
professionista e le risposte della /del paziente.
5.
Rappresenta solo un livello minimo di
organizzazione. Occorre avere molto chiari i limiti
delle decisioni prese in questa condizione
26
MEDIAZIONE LINGUISTICO CULTURALE
PROFESSIONALE IN AMBITO SANITARIO
Il Mediatore LC in ambito
sanitario è un professionista
in possesso di competenze
necessarie nella traduzione in
ambito sanitario, inserito nella
vita della comunità in cui il
paziente di etnia minoritaria
interagisce, preferibilmente
con esperienza di migrazione.
27
MEDIAZIONE LINGUISTICO CULTURALE
PROFESSIONALE IN AMBITO SANITARIO
Il sanitario può sentirsi disturbato o
intralciato dalla presenza del MLC,
che rallenta lo svolgersi della
consultazione.
Questa presenza però apporta utili
opportunità offerte dal professionista
partner che facilita una più accurata
trasmissione delle informazioni, e
infonde al paziente la sensazione di
essere considerato e supportato*
•Bischoff A. Caring for migrant and minorità patients in european hospitals. Reviw of effective interventions . Migrant Friendly
Hospitals, a European initiative to promote health and health literacy for migrant and ethnic minorities. Basel 2003
28
SAPER FARE: La pratica con
l’interposizione di un mediatore
Il mediatore ricopre diversi ruoli discorsivi, può agire come:
B. TRADUTTORE colui che traduce tutte le parole dette da
entrambe le parti
C. CHIARIFICATORE apporta lievi modifiche a ciò che
viene detto per facilitare la comprensione
D. MEDIATORE CULTURALE offre informazioni
culturalmente appropriate in entrambi i sensi
E. MEDIATORE DI PARTE il mediatore prende le parti di
uno dei due partecipanti, parlando al suo posto e
negoziando
29
SAPER FARE : RIDURRE LE BARRIERE
LINGUISTICHE
Lo studio della funzione della traduzione
all’interno dell’interazione istituzioni
pubbliche/cittadini stranieri ha evidenziato
come il mediatore non sia solo un tramite
che permette la comprensione linguistica,
ma un partecipante che con i suoi contributi
collabora in prima persona alla costruzione
dell’intero incontro
30
SAPER FARE: La pratica con
l’interposizione di un mediatore
L’interazione viene costruita nel
corso della conversazione
•secondo un complesso ma
ordinato sistema dei turni di
parola
•dalla partecipazione a pieno titolo
dell’interprete che oltre a tradurre
partecipa insieme agli altri alla
definizione di ciò che è da
31
tradurre
SAPER FARE: La pratica con
l’interposizione di un mediatore
L’interazione viene costruita nel corso
della conversazione
•producendo testo ( enunciati)
•cogliendo il senso
• con azioni degli interlocutori
( richieste di chiarimenti, di tempo
per tradurre, interruzioni se il
discorso è troppo lungo, richieste di
ulteriori informazioni)
PARLARSI = TESTO + ATTIVITÀ
32
SAPER FARE: La pratica con
l’interposizione di un mediatore
L’interazione viene costruita nel corso
della conversazione
•Il mediatore interprete traduce la
“voce della medicina” in “voce
della lingua quotidiana”
•Se trascuriamo quest’ultima
togliamo spazio all’espressione del
paziente
Il successo o l’insuccesso dell’interazione
discorsiva dipendono dalle azioni coordinate di
tutti i partecipanti : “TRILOGO”
33
Linee guida? EBM?
Saving Mothers’ Lives:
Reviewing maternal deaths to make
motherhood safer - 2003-2005
The Seventh Report of the
Confidential Enquiries
into Maternal Deaths in the United Kingdom
(2007)
34
Linee guida? EBM?
Le donne Black African,
incluse le richiedenti asilo e
rifugiate appena arrivate hanno
una mortalità materna pari a
6 volte quella delle donne
bianche. Per le nere
caraibiche, e le Middle Eastern
l’eccesso di mortalità è
significativo ma meno marcato.
35 black af. morte: 4 cittadine UK
31 neo arrivate
35
Linee guida? EBM?
•Modulare i servizi secondo le necessità delle
comunità locali
• Fornire informazioni accessibili sulla
gravidanza, dove trovare e come usare i servizi
per la maternità
•Formare gli operatori sui bisogni sociali,
religiosi, psicologici e sanitari delle donne
immigrate
•Evitare assunzioni(pre-giudizi) basate su
cultura, origine etnica, convinzioni religiose
36
delle donne.
Linee guida? EBM?
•Concedere tempo all’interpretariato, e
flessibilità degli appuntamenti per utilizzarlo
•Fornire almeno una consultazione one
to one per poter discutere di tematiche
sensibli , senza partner, familiari, o
rappresentanti legali
•Mettere a disposizione un interprete
(mediatore LC professionale)che possa
comunicare con la donna nella sua
lingua preferita, evitando il partner,
familiari, rappresentanti legali
37
Un insieme di motivazioni, abilità cognitive e
competenze sociali influenzano la possibilità
che le persone
accedano ai servizi sanitari,
capiscano e
utilizzino le informazioni
per promuovere e mantenere la propria salute.
38
FIORI DI CACTUS
Proviamo a rileggere i casi presentati alla luce delle
informazioni contenute nella presentazione
39
BIBLIOGRAFIA
Centre for Maternal and Child Enquiries Saving Mothers’ Lives:Reviewing
maternal deaths to make motherhood safer - 2003-2005The Seventh Report of
the Confidential Enquiries into Maternal Deaths in the United Kingdom (2007)
http://www.cmace.org.uk
Nice: Pregnancy and complex social factors. A model for service provision for
pregnant women with complex social factors. London 2010 www.nice.org.uk
R.Bertolini, S.Bombardi, M.Manfredini“Assistenza infermieristica e ostetrica
transculturale” Hoepli 2009
I.Castiglioni La comunicazione interculturale: competenze e pratiche Carrocci
2006
I. Castiglioni La Differenza c’è.Gestire la diversità nell’organizzazione dei
servizi.Franco Angeli2009
M.D. Vezzani Indicatori di buona pratica nell’utilizzo dei mediatori interculturali da
parte degli operatori sanitari nell’AUSL di Modena. In AA.VV . Immigrazione,
mediazione culturale e salute. Milano, Franco Angeli 2008
40
Barriere e ricchezze
nella comunicazione professionisti e
donne immigrate
E
I
Z
A
R
G
41