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IL FLAMENCO È PASSIONE, LA CHITARRA DI DE LUCIA GUIDA
LA MAGICA DANZA
Fonte: La Nuova Sardegna
23 novembre 2010
URL della pagina: http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=14312
Data scaricamento: 16 marzo 2017, 16:03
Al Comunale due ore di uno straordinario spettacolo tra ritmi infuocati e suoni da sogno Il
convincente set del catalano Aiza che fa incontrare lhip hop e il jazz
WALTER PORCEDDA
CAGLIARI. Passione flamenca. Quella che per incantesimo ha preso domenica sera migliaia di
persone in fila e trepida attesa davanti alle porte del Comunale, impazienti che aprissero. E poi
volare dentro. Per finire conquistate e avvolte per due ore circa in un vortice fatto di musica e
gesti, battiti di mani, palmas, passi repentini di una potente danza macha. Suoni e visioni per il
cuore e gli occhi che rendono esplicito quanto non si può raccontare a parole. Come i demoni che
si impadroniscono del corpo del ballerino Farruco, giovane e ultimo rampollo della dinastia dei
Montoya e lo spingono ad agitarsi in un danza ai confini tra riti di possessione e magia, le cui
origini more e gitane sono disperse nel buio della notte dei tempi, tra lAfrica e la Spagna.
Arenatesi nel triangolo doro di Siviglia, Jerez e Cadice. È dalla provincia di questultima, ad
Algesiras, che nasce un giorno di dicembre del 1947 Paco De Lucia - ospite domenica
dellEuropean Jazz Expò - figlio darte toccato dalla nobile arte del flamenco. Quattordicenne, dopo
essere stato iniziato allo strumento dal padre, anchegli chitarrista, si trova catapultato al di là
dellOceano al seguito della troupe del celebre danzatore Josè Greco, un anno in giro per gli Stati
Uniti. Assieme al fratello Pepe è poi titolare del duo Los Chiquitos de Algeciras, avviato a una
carriera vagabonda in lungo e in largo per il mondo. Sempre a suonare il flamenco ma anche a
conoscere il jazz, il rock... da Chick Corea a Larry Corryel, e poi McLaughin e Di Meola con i quali
incide il leggendario «Friday Night in San Francisco» che ha venduto milioni di copie. Ma anche
la lunga collaborazione con il cantante indimenticabile Camaròn de La Isla...
Ora, dopo mezzo secolo di attività, Paco De Lucia sembra voler chiudere un cerchio, prima di
altre ripartenze. Come ha mostrato proprio lacclamato spettacolo di domenica. Numerose, infatti,
Comune Cagliari News - Testata giornalistica quotidiana del Comune di Cagliari
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Cagliari in data 05.12.2005 al n. 31/05 - Direttore responsabile: Gianfranco Luigi Quartu.
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le chiamate e gli applausi a scena aperta di un trionfo segnato (purtroppo) anche dalle centinaia
di flash che ne hanno accompagnato lesibizione. A significare che il flamenco, grazie al suo
geniale profeta, è diventate ormai patrimonio popolare.
Il flamenco appunto. Quando De Lucia lo accoglie nelle sue braccia è quasi spento. Sul punto di
finire al museo della musica (parole del chitarrista). Ebbene, De Lucia progressivamente lo
innova mettendolo a contatto con il jazz, prendendone in un percorso a ritroso limprovvisazione (il
jazz aveva già omaggiato il flamenco in «Sketches of Spain» di Miles Davis o in «My Spanish
Heart» di Corea) e lo immerge nel rock. Introduce il peruviano cajòn (la tavoletta di legno oggi
utilizzata da tutti i flamenchisti) e inserisce anche larmonica a bocca (domenica suonata
divinamente da Antonio Serrano). Virtuoso, certamente (le sue dita hanno una velocità
supersonica) ma anche geniale innovatore e inventore di melodia. Ecco così lo show visto dal
vivo che restituisce onore alle radici ma inserisce il flamenco con dignità darte dentro evoluzione
continua. Cè il passato e il presente (e anche il futuro) nei canti di Duquende e De Jacoba, le
percussioni di Pirahna, il basso di Perez, la stupenda seconda chitarra di Josele. Uno show che
partito in solo con alcune falsetas e poi sviluppatosi mirabilmente attraverso «Callejon del Muro»,
«Antonia», «Soniquete», «Cancion de Amor», «Convite», «Luzia» «Zyrab» e il bis «Entre dos
aguas».
Ancora Spagna protagonista del primo set allAuditorium con il gruppo del drummer catalano Marc
Ayza che avvicina il jazz allhip hop con soluzioni assolutamente originali e convincenti per mood
espressivi e raffinate strategie compositive. Da «Offering» title track del disco a «Sister in love»,
«So far to go» e «Ego dance», un concerto trascinante di ritmi, samples del dj Helios, swing (il
pianista Franco Piccinno) contrappuntate al basso da Tom Warburton e cantate dallefficace
rapper Core Rhythm.
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