Allergie e intolleranze
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Allergie e intolleranze
Allergie e intolleranze: la normativa a tutela dei consumatori Spesso l’ingestione di alimenti può essere causa di reazioni avverse dell’organismo che si manifestano con una serie di effetti indesiderati potenzialmente imputabili ad allergie o intolleranze alimentari. Sono due disturbi apparentemente uguali, ma con caratteristiche ben distinte. Si definisce allergia una reazione anomala dell'organismo a una sostanza normalmente inoffensiva contenuta nei cibi che fanno parte della nostra dieta abituale. In questa reazione viene coinvolto il sistema immunitario attraverso la formazione di anticorpi specifici (chiamati IgE). Generalmente gli anticorpi sono prodotti per difendere l'organismo da agenti pericolosi quali batteri e virus, ma nel caso delle allergie, per motivi ancora sconosciuti, l'organismo produce anticorpi nei confronti di alcuni alimenti che sono innocui per la maggior parte delle persone. Alla prima ingestione dell'alimento si ha la formazione di anticorpi, poi in occasione di una successiva esposizione, si libera una sostanza, l'istamina, che è la principale responsabile dei sintomi caratteristici delle reazioni allergiche. Quando il cibo ''incriminato'' viene ingerito può provocare immediatamente prurito e gonfiore alle labbra, al palato e alla gola; una volta nello stomaco e nell'intestino, può provocare nausea, vomito, crampi, gonfiori addominali, flatulenza, diarrea. Sono frequenti anche reazioni cutanee come orticaria e angioedema. Nei casi più gravi, molto rari, si possono avere difficoltà respiratorie, brusche cadute di pressione arteriosa, perdita di coscienza e persino morte. In questi casi si parla di shock anafilattico, che compare entro un'ora dall'ingestione dell'allergene e che richiede sempre un ricovero ospedaliero urgente. In genere i sintomi si scatenano entro pochi minuti dall'assunzione dell’alimento responsabile (da 2-3 minuti a 30-120 minuti), anche se ingerito in piccole quantità. L'intolleranza alimentare invece è la tendenza a sviluppare ipersensibilità verso un certo alimento o additivo. I sintomi spesso sovrapponibili a quelli delle allergie se ne differenziano in quanto non interessano il sistema immunitario. Ogni caso può evidenziare un quadro clinico diverso: dalla cefalea alle coliche addominali, dal catarro alla febbre, dall'eczema alla dermatite. Rispetto alle allergie, l'intolleranza ha una reazione molto più lenta e caratterizzata da sintomi inizialmente sfumati (irascibilità, affaticamento e nervosismo) che spesso rendono difficile la diagnosi da parte del medico. In alcuni casi l'intolleranza può restare latente nei primi anni di vita, per poi manifestarsi nell'età adulta. Altra fondamentale differenza tra allergia e intolleranza è la caratteristica della seconda di essere "dose-dipendente", cioè legata alla quantità di alimento che viene ingerito, mentre nelle allergie si parla di meccanismo “dose-indipendente”. Pertanto, mentre i soggetti allergici devono in genere eliminare del tutto il cibo incriminato, le persone che hanno un’intolleranza possono sopportare piccole quantità dell’alimento senza sviluppare sintomi. Le cause Per le allergie la causa va ricercata in una reazione anomala del sistema immunitario, per le intolleranze alimentari le cause possono essere varie: • assunzione di alimenti che inducono liberazione di istamina nell'organismo e possono provocare orticaria (soprattutto cioccolato, fragole, ananas, frutti esotici, crostacei, albume d'uovo, formaggi fermentati, cavoli, pomodori, spinaci, spezie); • ingestione di alimenti contenenti elevate quantità di istamina (sarde, tonno, aringhe, sgombri, salmone, crostacei, alcuni formaggi, salsicce, salame, coppa, pomodori, peperoni, banane, spinaci, alcuni vini, birra ecc); anche questi alimenti possono dare luogo a orticaria; In questi due casi si parla anche di PSEUDOALLERGIE perché tutti gli alimenti sopra indicati, assunti in grandi quantità, possono provocare sintomi simili a quelli di un'allergia vera e propria, in quanto si viene a determinare nell'organismo un eccesso di istamina. • deficit enzimatici ossia l'assenza di particolari sostanze, detti enzimi, di cui l'organismo ha bisogno per assimilare gli alimenti. Alcune persone sono prive fin dalla nascita di alcuni di questi enzimi e quindi non riescono ad assimilare e/o metabolizzare determinati alimenti o sostanze. Esempi sono l'alactasia, il favismo e la fenilchetonuria. Infine, sono implicati in reazioni allergiche o di intolleranza anche particolari sostanze o additivi contenuti negli alimenti, ad esempio: • salicilati naturalmente presenti in alcuni alimenti (frutta secca, frutti di bosco, arance, albicocche, uva, olive, erbe aromatiche, vini, liquori); • il giallo-tartrazina (E102), colorante che conferisce agli alimenti un piacevole colore giallo limone, presente in diverse bevande, sottaceti, salse confezionate, maionese, minestre in scatola, budini; • anidride solforosa (E220) che si può trovare in marmellate, succhi di frutta, vini e in macedonie e insalate trattate nei ristoranti con spray per mantenere un aspetto fresco; • solfiti, metabisolfiti, bisolfiti (E221,E222,E223,E224 ,E225,E226,E227) presenti nei prodotti preconfezionati a scopo conservante e antiossidante; • glutammati (E620,E621,E622,E623) che si trovano soprattutto nei croccantini al formaggio, patatine, ketchup, sughi pronti, riso e pasta liofilizzati, funghi secchi, insaccati, dadi per cucinare. Vengono addizionati molto spesso ai cibi per esaltarne il sapore ma possono anche essere presenti naturalmente in alcuni alimenti. • i nitrati addizionati agli insaccati e alle carni in scatola e la tiramina componente naturale di alcuni cibi come formaggi, cioccolato, banane. La normativa e l’elenco allergeni Il 25 novembre 2003 è entrata in vigore la Direttiva 2003/89/CE, detta la Direttiva allergeni, emanata dalla Commissione Europea a modifica della Direttiva 2000/13 CE (recepita a livello nazionale con il Decreto Legislativo 109/92) al fine di garantire ai cittadini, in particolare a quelli con sensibilità nota ad alcune sostanze, il diritto ad una più dettagliata informazione sul contenuto degli alimenti. La Direttiva, infatti introduce una lista di sostanze, considerate allergeniche, da menzionare obbligatoriamente in etichetta qualora siano presenti in un prodotto alimentare. La direttiva è stata recepita dall’Italia con il D. L.vo 114/2006 a modifica del D. L.vo 109/92, che costituisce la normativa nazionale di riferimento sull’etichettatura dei prodotti alimentari destinati alla vendita al consumatore. Le sostanze attualmente considerate allergeni sono: - Cereali contenenti glutine (cioè grano, segale, orzo, avena, farro, kamut o i loro ceppi ibridati) e prodotti derivati; - Crostacei e prodotti a base di crostacei; - Uova e prodotti a base di uova (sono comprese le uova di tutte le specie di animali ovipari); - Pesce e prodotti a base di pesce (sono incluse tutte le specie di pesce); - Arachidi e prodotti a base di arachidi (per chiarezza d’informazione, si raccomanda l’utilizzo della denominazione “arachidi” in luogo di eventuali sinonimi es. noccioline); - Soia e prodotti a base di soia; - Latte e prodotti a base di latte (sono compresi latte bovino, caprino, ovino, e ogni tipo di prodotto da essi derivato. E’ compreso anche il lattosio); - Frutta a guscio: mandorle (Amigdalus communis L.), nocciole (Corylus avellana), noci comuni (Juglans regia), noci di acagiù (Anacardium occidentale), noci pecan [Carya illinoiesis (Wangenh) K. Koch], noci del Brasile (Bertholletia excelsa), pistacchi (Pistacia vera), noci del Queensland (Macadamia ternifolia) e prodotti derivati; - Sedano e prodotti a base di sedano (appartengono alla categoria “sedano” le due specie di sedano e sedano rapa); Senape e prodotti a base di senape (sono compresi i semi di senape e le preparazioni realizzate a partire dagli stessi (es. mostarde); - Semi di sesamo e prodotti a base di semi di sesamo; - Anidride solforosa e solfiti in concentrazioni superiori a 10mg/kg o 10mg/l espressi come SO2 (l’obbligo di etichettatura si applica all’anidride solforosa e ai solfiti che sono stati aggiunti ai prodotti alimentari. Peraltro, si raccomanda di prestare attenzione anche al contenuto naturale di anidride solforosa, a fronte dell’eventualità di superamento della soglia per effetto di cumulo tra la sostanza presente per natura e quella addizionata). L’elenco di tali sostanze è stato redatto sulla base di diversi studi scientifici e tenendo conto dei lavori svolti in ambito di Codex Alimentarius. La Direttiva non esclude la possibilità di eliminare dall’elenco sostanze per le quali si accerti l’assenza di potere allergizzante, né la possibilità di includererne di nuove. La lista, infatti, è soggetta a revisioni e aggiornamenti periodici. - La regola generale prevede: - che ogni sostanza che appartenga all'elenco dei potenziali allergeni o sia da questi derivata, se impiegata nella preparazione dei prodotti alimentari e presente nel prodotto finito (anche se in forma alterata) debba venire indicata in modo chiaro sull'etichetta. Questa disposizione non si applica se la stessa sostanza figura già col proprio nome nella lista degli ingredienti del prodotto finito; - che le sostanze derivate devono figurare in etichetta col nome dell'ingrediente da cui derivano. Con questa direttiva viene inoltre abolita la regola del 25% grazie alla quale era consentito non indicare i singoli ingredienti degli ingredienti composti, quando essi costituivano meno del 25% del prodotto finale. Secondo le nuove regole si potrà evitare di specificare la composizione degli ingredienti composti se: - l'ingrediente composto, la cui composizione e' specificata dalla normativa comunitaria in vigore, rappresenta meno del 2 per cento del prodotto finito; - l'ingrediente composto, costituito da miscugli di spezie e/o erbe, rappresenta meno del 2 per cento del prodotto finito; - l'ingrediente composto e' un prodotto per il quale la normativa comunitaria non rende obbligatorio l'elenco degli ingredienti. Entrata in vigore delle norme Etichette non conformi al decreto potevano essere utilizzate fino alla data della sua entrata in vigore, ossia fino al 7 aprile 2006, e fino al 20 maggio 2006 per dolciumi o bevande contenenti acido glicirrizico o il suo sale di ammonio. I prodotti già etichettati entro tali date, in modo non conforme alle disposizioni dello stesso decreto potevano essere venduti fino all'esaurimento delle scorte. L’elenco allergeni si allunga In base a quanto previsto dalla stessa direttiva, nonché dalla precedente (direttiva 2000/13, artiucolo 6) e cioè che l’elenco degli ingredienti che devono essere citati in ogni caso sull’etichettatura dei prodotti alimentari, venga riesaminato sistematicamente ed eventualmente aggiornato sulla base di più recenti conoscenze scientifiche, il 22 dicembre 2006 è stata pubblicata la Direttiva 2006/142/CE della Commissione che modifica l’allegato III bis della Direttiva 2000/13 CE. Dietro parere dell’EFSA, sono stati inseriti nell’elenco già esistente delle sostanze che possono provocare effetti indesiderati negli individui sensibili, altri due prodotti alimentari: - il lupino e i prodotti a base di lupino; - i molluschi e i prodotti a base di molluschi. La farina di lupino, aggiunta spesso alla farina di frumento per la produzione di prodotti da panetteria oltre che essere consumata come tale, è in grado di determinare gravi reazioni allergiche nei soggetti sensibili e reazioni crociate in persone allergiche alle arachidi. Anche per i molluschi, che oltre ad essere consumati come tali sono utilizzati spesso come ingredienti in alcuni preparati come il surimi, sono stati documentati casi di allergia crociata in soggetti allergici ai crostacei. L’adeguamento delle etichette alla nuova direttiva dovranno avvenire entro il 23 dicembre 2007. Consigli per convivere con allergie e intolleranze alimentare • • Cercare di escludere dalla propria dieta l'alimento o gli alimenti responsabili. Il dietologo può aiutare a formulare una dieta che supplisca eventuali carenze. • Abituarsi a leggere attentamente gli ingredienti di tutti i cibi confezionati e usare particolare cautela nel consumare ''piatti pronti'' di cui non si conosce esattamente il contenuto. • Attenzione alle ''allergie crociate'': ad esempio chi è allergico alla betulla potrebbe esserlo anche nei confronti della mela, della pesca e della ciliegia, chi è allergico all'ambrosia potrebbe manifestare sintomi mangiando meloni e banane. L'allergia ai finocchi può comportare allergia, anche se in misura diversa, alle altre Ombrellifere come il prezzemolo e la carota. Al ristorante ricordarsi sempre di chiedere al cameriere informazioni sugli ingredienti usati.