Restaurata la pala del Carmine nella chiesa di Santo Stefano a

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Restaurata la pala del Carmine nella chiesa di Santo Stefano a
Restaurata la pala del Carmine nella chiesa di Santo Stefano a Qualiano
Dopo un laborioso restauro, è tornata nella sua originaria collocazione la grande pala
d’altare che decora l’altare maggiore della chiesa parrocchiale di Santo Stefano in
Qualiano. Il dipinto raffigura la Madonna del Carmelo, rappresentata a mezzo busto,
incoronata dagli angeli con il Bambino tra le braccia e la stella che spicca sul manto.
Ai piedi della Vergine si osservano quattro santi: a sinistra, santo Stefano e santa
Chiara, riconoscibili, l’uno, per l’abito diaconale e le pietre sul capo, suo specifico
attributo in quanto strumenti del suo martirio, l’altra, per l’ostensorio che impugna
nella mano sinistra, che ricorda il suo intervento per liberare Assisi dall’assalto
saraceno; a destra, invece, si osservano i santi Francesco e Lorenzo, identificabili, il
primo, perché impugna nella destra il Crocefisso e indossa gli abiti dell’ordine
monastico da lui fondato; il secondo, giacché regge con la sinistra una graticola, sulla
quale fu condannato a bruciare. Il dipinto racchiude la storia religiosa della comunità
cristiana di Qualiano; alla Madonna del Carmine era, infatti, dedicata, prima che a
santo Stefano, l’attuale chiesa allorquando quella antica, risalente al X secolo e
intitolata a sua volta a san Magno, fu rifatta ed eretta a parrocchia nel 1647, durante il
periodo vicereale spagnolo. La Vergine con questo titolo e soggetto tuttora di una
tradizionale festa civile e religiosa nel vecchio quartiere di via Camaldoli, l’antica
area urbana del primo insediamento di Coliana - Qualiano, sorta immediatamente a
ridosso della chiesa. Più antico è il culto per santa Chiara: esso fu introdotto nel 1340,
anno in cui Roberto D’Angiò e sua moglie Sancia costituirono Qualiano in feudo del
monastero di Santa Chiara di Napoli. Benché amministrato da un procuratore, le
suore non mancarono, infatti, di costruire in paese un convento per assicurare ai pochi
abitanti l’assistenza materiale e religiosa. Non trova invece una spiegazione,
l’assenza, nel dipinto, di san Magno, che per alcuni secoli fu titolare del primitivo
oratorio e santo Patrono, né tanto meno la presenza di san Lorenzo, privo di altre
testimonianze di culto in paese. Quanto alla paternità del dipinto, databile al XVIII
secolo, essa va riferita a un pittore che, nonostante un bagaglio di esperienze maturate
dal Giordano prima e dal De Matteis poi, non riesce a sottrarsi all’influsso del
Solimena. Accanto alla grandiosità compositiva delle figure e alla luminosità
cromatica tipica della pittura giordanesca, l’influsso del maestro di Serino si coglie
nell’articolazione del gruppo, una piramide con l’apice rappresentato dalla figura
della Vergine, e nelle studiate posizioni dei santi, specialmente san Lorenzo e san
Francesco, con gli occhi rivolti in alto verso la Vergine, l’uno con il braccio proteso
in avanti, l’altro con una mano sul petto.
Franco Pezzella
Ignoto giordanesco, Madonna del Carmine e Santi, Qualiano, Chiesa di S. Stefano