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Collezione di Telecomunicazioni del Museo Nazionale della Scienza e
della Tecnologia Leonardo Da Vinci, Milano.
Storia e formazione della collezione
Questo paragrafo vuole analizzare la storia della formazione della collezione di oggetti
afferenti al settore delle telecomunicazioni al Museo Nazionale della Scienza e della
Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.
La prima traccia della storia di questa collezione è individuabile nel telegramma che
Guglielmo Marconi scrisse al futuro fondatore del Museo, Guido Ucelli di Nemi, in data 24
febbraio 1931.
Negli anni trenta, in Italia, l’idea di un museo nazionale della scienza e della tecnica,
capace di raccogliere ed esporre gli oggetti e i reperti delle grandi imprese tecniche e
scientifiche nazionali, era soltanto un’idea, un’idea che nasceva dall’esempio degli altri
paesi europei, in particolare Inghilterra e Germania, che già da qualche decennio avevano
avviato questo processo di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio tecnico scientifico
nazionale.
Guglielmo Marconi, in qualità di presidente, dichiarò la piena adesione del Consiglio
Nazionale della Ricerche (CNR) all’avviò del progetto per un Museo Nazionale della
Scienza e della Tecnica con sede a Milano, assicurando anche l’appoggio dell’Accademia
d’Italia e il suo personale. Questa importante adesione, come vedremo, servirà da volano,
non solo per la nascita del Museo milanese, ma gettò anche le basi per la formazione della
collezione di oggetti di telecomunicazioni, essendo Marconi stesso uno dei pionieri di
questo importante campo tecnico e scientifico.
Il primo effetto positivo di questo interessamento diretto di Guglielmo Marconi si ebbe
nell’ottobre del 1952 quando il direttore del CNR, prof. Gustavo Colonetti, donò al Museo
gli oggetti storici provenienti dalla Mostra di Chicago del 1932 e dalla Mostra Leonardesca
del 1939. Tra questi ricordiamo le importanti ricostruzioni dei Pantelegrafi Caselli e i primi
telefoni di Meucci.
Nel frattempo, il 15 febbraio 1953, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, grazie
alla grande caparbietà del suo fondatore Guido Ucelli di Nemi, venne inaugurato nella
prestigiosa e restaurata sede del convento degli Olivetani in via San Vittore. Le sezioni
aperte al pubblico erano ancora poche ma si continuava a lavorare alla raccolta delle
grandi macchine industriali e alla costruzione di nuovi edifici per ospitarle, che renderanno
in pochi anni il Museo milanese uno dei più grandi musei europei.
Quello stesso anno veniva acquisita la collezione del Museo Civico Navale del comune di
Milano, tra cui molti telegrafi, telefoni e apparecchi per radiotelegrafia.
Tra il 1953 e il 1956, anche il contributo dei privati e degli appassionati di
telecomunicazioni risultò fondamentale. Con la supervisione dell’ingegner Franco Soresini,
profondo conoscitore della storia delle telecomunicazioni e consulente del Museo fin dalla
sua fondazione, in quegli anni arrivarono al Museo importanti oggetti tra cui le importanti
collezioni del sig. Mario Franzi (1953), del cavaliere Donner Flori (1954), del sig. Gnesutta
(1955), della ditta Bertoli (1954), del sig. Ercole Pagani (1955) e dell’ingegner Aurelio
Beltrami (1954).
Si può immaginare, in quegli anni, una fervida attività di raccolta e di interesse intorno al
museo, che, in particolare per la collezione delle telecomunicazioni, portò in quegli anni
più di 500 oggetti storici, tra telefoni, radio, telegrafi e televisori.
Lo stesso Ingegner Guido Ucelli donò al museo un cimelio regalatogli direttamente da
Guglielmo Marconi negli anni ’30: l’importante ricostruzione del primo detector magnetico
del 1902 costruito in una scatola di sigari.
Anche l’ingegner Soresini contribuì personalmente all’arricchimento della collezione, sia
con importanti donazioni, sia, soprattutto, dirottando verso il museo un camion contenete
due televisori e una telecamera del 1938 della Magneti Marelli (azienda per cui lavorava)
destinati alla rottamazione, che ancora oggi sono considerati come pezzi faro della
collezione.
Finalmente il 10 ottobre del 1956, grazie anche alle ultime donazioni delle società
Radiomarittima e Italo Radio del 1955, si poté inaugurare al pubblico la Sala Marconi e le
sezioni Radio e Telecomunicazioni.
Nel 1957 un’altra importante donazione arricchì la collezione, infatti la famiglia Magni donò
gli strumenti del laboratorio dove Francesco Magni eseguì le sue importantissime
esperienze sulle onde elettromagnetiche. Ma fu una donazione avvenuta nel 1970, da
parte un’azienda importante nel campo delle telecomunicazioni a segnare maggiormente
la storia della collezione e a dare avvio ad un nuovo progetto di esposizione al pubblico:
fu la SIT SIEMENS a donare numerosi oggetti di telefonia, commutazione telefonica e
telegrafia e ad inaugurare nel 1971 la sala omonima, dedicata a telegrafia e telefonia.
Dal 1952 al 1970 arrivarono al Museo circa mille oggetti afferenti al mondo e alla storia
delle telecomunicazioni, frutto di donazioni private, di aziende e di istituti di ricerca.
Dopo il 1970 si deve ricordare ancora un importante evento, si tratta della donazione Rai,
che fra gli altri cimeli fece arrivare al Museo la seconda stazione trasmittente per
radiodiffusione lombarda della potenza di 150 kW che aveva sede a Siziano (PV).
Interpretazione ed esposizione della collezione dal 1956 al 2004
La collezione di oggetti afferenti al mondo e alla storia delle telecomunicazioni del Museo
della Scienza e della Tecnologia di Milano è esposta al pubblico dal 10 ottobre 1956. In
questi cinquant’anni, l’area espositiva ha subito diversi riallestimenti di cui vogliamo
rendere conto in questo paragrafo.
10 ottobre 1956, inaugurazione de La sala Marconi e delle sezioni Radio e
Telecomunicazioni. E’ interessante notare come in questa prima esposizione al pubblico la
collezione sia stata interpretata e quindi divisa in 3 aree tematiche: l’area dedicata a
Marconi, l’area dedicata alle comunicazioni radio e l’area dedicata alle telecomunicazioni.
Leggendo il catalogo e analizzando gli oggetti esposti nelle diverse aree dell’esposizione,
risulta evidente come, stranamente, con il termine telecomunicazioni, contrariamente alla
definizione conosciuta oggi, si intendesse solo la comunicazione su filo, quindi solo
telefonia e telegrafia e come Marconi, invece, venisse trattato come fuori dai filoni storici,
cioè come personaggio a sé stante. Infine vi era una sala dove erano esposti oggetti
eterogenei della comunicazione radio, accomunati solo per utilizzare le onde
elettromagnetiche per comunicare. Così in questa sala erano esposti: televisori, radar,
radio militari, trasmettitori di broadcasting, etc.
Gli oggetti erano esposti praticamente senza pannelli di approfondimento o corredo
iconografico, spesso non erano nemmeno tutelati da vetrine o distanziatori. Questo tipo di
allestimento lascia pensare che il target a cui ci si riferiva era di esperti o di appassionati,
con conoscenze già acquisite sugli oggetti esposti e con il rispetto per gli oggetti stessi.
Estate 1971, come abbiamo già detto, nel 1970 una grossa ed importante donazione da
parte dell’azienda privata SIT SIEMENS portò nell’anno successivo ad inaugurare la sala
delle telecomunicazioni SIT SIEMENS. Anche in questo caso con il termine
telecomunicazioni si intendeva soltanto la telegrafia e telefonia. Nell’allestimento
cominciano ad apparire i primi esempi di ricostruzione al vero di impianti di
telecomunicazioni (vedi figura) e aumentano le informazioni a testo anche se rimangono
molto tecniche e per un target di esperti o appassionati.
Vi è inoltre l’utilizzo di apparati funzionanti, exhibit hands on, utilizzabili direttamente dai
visitatori.
Nel 1974 e nel 1995 furono svolti due nuovi interventi sull’area espositiva; il primo
riguardava l’inaugurazione della sala dedicata a radio e televisione e alla celebrazione di
Francesco Vecchiacci, vero pioniere nell’utilizzo dei ponti radio, soprattutto in campo
televisivo; il secondo voleva celebrare il centenario dei prime esperimenti marconiani svolti
a Pontecchio (BO) nel 1895. Di particolare rilievo nell’intervento del 1995 è l’introduzione
del laboratorio didattico dedicato alle telecomunicazioni in cui i visitatori possono svolgere,
accompagnati da un animatore, esperienze e attività di approfondimento alla visita alla
collezione storica.
Nuova interpretazione ed esposizione: progetto museologico 2004
La sezione espositiva dedicata alle telecomunicazioni è situata nell’edificio monumentale al
termine della Galleria Leonardo Da Vinci. Con la realizzazione di un ampio soppalco,
l’intera area copre una superficie di quasi 1000 metri quadri.
Il nuovo allestimento prevede sette aree tematiche. Attraverso l’evoluzione di alcuni
fondamentali mezzi di comunicazione e di “calcolo” esse permetteranno al visitatore di
comprendere come si sia giunti ai più recenti ritrovati tecnologici ed allo sviluppo
dell’odierna società fondata sulla comunicazione globale.
Accanto alle aree espositive sono presenti spazi di approfondimento e di animazione
scientifica, oltre alle indispensabili aree di servizio.
a - Aree espositive
Area
Area
Area
Area
Area
Area
Area
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Modi e luoghi della comunicazione.
Le reti
Da Marconi alla radiodiffusione
Telegrafo e telefono
La sala delle emittenti radiofoniche
Trasferimento delle immagini: da Caselli alla tv digitale
Archiviazione ed elaborazione dati.
b - Aree di animazione
1- Laboratorio Elettricità, magnetismo e semi-conduttori.
2- Laboratorio diffuso a fruizione autonoma di telecomunicazioni (hands on).
c - Aree di servizio
1- Ufficio
2- Deposito
Progetto museologico
1- Non solo telecomunicazioni ma Information comunication technology (ICT).
La riqualificazione della sezione telecomunicazioni consente una ridefinizione più ampia del
suo significato e dei suoi contenuti.
Il tema delle telecomunicazioni, pertanto, viene qui inteso in senso più ampio come lo
sviluppo della comunicazione e dell’informatica attraverso differenti strumenti tecnici.
Tale impostazione consente di integrare all’interno della sezione espositiva strumenti di
comunicazione e strumenti da calcolo ed elaborazione dati, con uno sguardo sul panorama
tecnologico e scientifico degli ultimi secoli ed in particolare del Novecento.
Accanto agli apparati più tradizionali (telegrafi, telefoni, fax, radioricevitori, ecc.)
troveranno così posto le macchine da analisi e da calcolo, i sistemi per la memorizzazione
di dati, suoni, immagini, le nuove tecnologie portatili e palmari.
2 – Tecnologia, scienza e società
Il nuovo progetto museologico intende mostrare come la tecnologia sia il prodotto della
relazione fra scienza, tecnica e società. Pertanto nel nuovo allestimento saranno ospitati
non soltanto gli apparati e i reperti storici, ma saranno illustrati anche i fenomeni scientifici
su cui tali apparati si basano (attraverso exhibit hands on) ed i rapporti di reciproca
influenza (feed back) tra società e oggetti esposti.
Si evidenzierà l’impatto che l’uso di tali oggetti ha prodotto sulla società che per prima li
ha utilizzati e, viceversa, le modalità con cui la società ha spesso ridefinito tali applicazioni
ed il loro uso.
3 - Convergenza
In questi anni si sta assistendo ad una convergenza di diversi ambiti tecnologici;
informatica, comunicazione, audiovisivi e multimediali. Il nuovo allestimento deve saper
evidenziare questo fenomeno.
4 – Il progetto EST
Il rinnovo della sezione dedicata alle telecomunicazioni rientra nell’ambito più ampio della
realizzazione del Progetto EST (Educare alla Scienza e alla Tecnologia) promosso e
sostenuto da Fondazione Cariplo.
Il Progetto Est vede coinvolte le scuole elementari e medie della regione Lombardia e
prevede la realizzazione presso il Museo di corsi di aggiornamento per insegnanti, nuovi
laboratori dedicati alle Biotecnologie ed alla Robotica, nonché il rinnovo dell’area espositiva
e interattiva deputata alle telecomunicazioni.
Progetto museografico
1. I perché di una scelta
L’attuale esposizione comprende due aree disomogenee per argomento, impostazione,
allestimento.
Una prima area presenta ancora l’allestimento originale del 1971 ed illustra lo sviluppo
delle telecomunicazioni a partire dal telegrafo ottico fino all’avvento del telefono ed alle
sue applicazioni fino agli anni settanta. La parte finale della sezione, dedicata alla
televisione, negli scorsi anni è stata smantellata per lasciare posto al laboratorio dedicato
all’elettricità ed al magnetismo, determinando così una lacuna storica e concettuale.
Si tratta di un allestimento labirintico, datato e non in linea con le attuali normative di
sicurezza.
La seconda area è stata ristrutturata nel 1995 in occasione delle celebrazioni marconiane
dedicate al centenario della prima trasmissione radio. Celebra la figura di Guglielmo
Marconi e le sue invenzioni e dedica ampio spazio al fenomeno delle onde-radio ed alle
sue diverse applicazioni.
Occorre pertanto:
- unificare le differenti aree della sezione espositiva
- aggiornare il corredo museografico, adeguandolo alle mutate esigenze normative
- integrare i reperti esposti
- integrare aree interattive ed aree espositive
- inserire nuove tecnologie.
2. Criteri generali
Il nuovo allestimento prevede:
- una diminuzione dei reperti esposti a vantaggio di una loro maggior valorizzazione
- la realizzazione di un nuovo corredo didascalico bilingue
- la realizzazione all’interno delle differenti aree espositive di punti di
approfondimento adeguatamente segnalati ed ospitanti prodotti multimediali (touch
screen, video e audio diffusi), che non soltanto consentano diversi livelli di
approfondimento delle tematiche, ma dimostrino in situ ed operativamente
l’importanza delle nuove tecniche e tecnologie di comunicazione
- la contestualizzazione dei reperti mediante fotografie, filmati e testimonianze
d’epoca
- la possibilità da parte del pubblico di una fruizione più attiva e coinvolgente
dell’esposizione, mediante l’inserimento in sezione di exhibit di tipo hands on a
fruizione autonoma.
-
l’esposizione di tecnologie moderne e di avanguardia.
Aree espositive
a.1. - Modi e luoghi della comunicazione.
Nell’area modi e luoghi della comunicazione si vuole evidenziare il rapporto strettissimo
che si stabilisce tra tecnologia e società. La tecnologia delle telecomunicazioni investe oggi
sia la sfera pubblica che la sfera privata della società e le ultime analisi sociologiche di
questo rapporto hanno messo in evidenza che non si tratta di un processo lineare e
sequenziale ma di complicati feed back (o cammini di retroazione). Analizzare tutti questi
feedback, in particolare quello tra società e prodotti (strumenti di comunicazione) è
l’obiettivo di questa prima area.
Si presenteranno i modi e i luoghi della comunicazione in cinque diverse epoche storiche.
Verrà messo in evidenza non soltanto l’apparato tecnico utilizzato per la comunicazione
(che verrà analizzato nelle aree successive) ma il punto di vista del fruitore e della società
che lo ha per prima adottato. Viceversa, sia analizzerà come le diverse “società” hanno
permesso e agevolato l’introduzione di questo sistema tecnologico.
L’allestimento, con immagini e filmati, rende evidenti le modalità, le motivazioni, i luoghi
della comunicazione nel tempo e il loro cambiamento.
Gli strumenti analizzati sono:
-
telegrafo
telefono
radio e il televisore
apparecchi portatili
apparecchi digitali
L’allestimento e la grafica di questa sezione consentono sia una fruizione autonoma delle
singole epoche, sia una lettura cronologica dello sviluppo degli strumenti di comunicazione
qui ospitati.
a.2. - Le reti
L’uomo ha da sempre sentito la necessità di comunicare a distanza. Prima dell’ottocento
ciò avveniva attraverso mezzi rudimentali, poi, dopo la conquista dell’elettromagnetismo, i
mezzi sono diventati dei veri e propri strumenti tecnologici sofisticati.
Ma la conquista di mezzi tecnici non è tutto nella storia delle telecomunicazioni, infatti, da
un’attenta analisi storica dei diversi strumenti utilizzati dall’uomo a questo scopo (telegrafo
ottico, telegrafo elettrico, telefono manuale e automatico), si osserva che: una volta
pronta la tecnologia per trasmettere e ricevere informazione a distanza, sono emersi una
serie di problemi legati all’organizzazione del sistema necessario per garantire il servizio a
grandi popolazioni di utenti. In ciascun caso, nelle soluzioni adottate per superare questi
problemi possiamo rintracciare il tentativo, più o meno consapevole, di organizzare il
sistema in una struttura a rete.
L’obiettivo di quest’area è mostrare come nella tecnologia di telecomunicazioni hanno
grandissima importanza le infrastrutture costruite per rendere diffuso il servizio ad un
grande numero di utenti e non soltanto l’invenzione di un nuovo media di comunicazione.
a.3. - Da Marconi alla radiodiffusione
La storia della radio e la figura di Guglielmo Marconi sono inscindibili. Ma allo stesso tempo
Marconi e la radio, come la conosciamo noi oggi, sono due realtà differenti. Marconi si
muove all’interno di una logica di comunicazione uno a uno, mentre la radio come
strumento di broadcasting è il primo esempio di comunicazione di massa, cioè da uno a
tanti. Per questo i due temi vengono trattati nella stessa area ma segnalando la dovuta
separazione tra questi due mondi.
Si espongono la prima generazione di radio marconiane (1895–1900: scintilla + coherer),
i brevetti di sintonia (1900) e la seconda (1902-1915: scintilla + detector magnetico),
quest’ultima sviluppatasi soprattutto in ambito professionale (marino, assicurativo, ecc.).
Si affronta poi lo sviluppo - autonomo rispetto all’industria marconiana - della radio
commerciale dal 1920 ai giorni nostri, attraverso l’esposizione delle radio riceventi di
diverse epoche, mentre gli apparati di trasmissione verranno esposti nella sala dei
trasmettitori.
a.4 – La sala delle emittenti radiofoniche
In questa area verranno esposti gli impianti di trasmissione di diverse generazioni:
apparati militari per la TSF; primi trasmettitori privati per radiodiffusione (Donner Flori
1923); grosse strutture pubbliche come l’imponente impianto dell’EIAR del 1932 e infine
trasmettitori e impianti di radio private.
La sala è divisa in aree tematiche per raccontare le fasi del broadcasting in Italia:
12345-
Dalla TSF alla radiotelefonia (1910-1920)
I radioamatori e i primi impianti di broadcasting (1920-1925)
Gli impianti pubblici e il modello statale (1925-1970)
Le radio libere e un nuovo modello (1970-2004)
Le radio digitali e on-line (1990-2004)
a.5 – Telegrafo e telefono
In quest’area verrà esposto in modo cronologico lo sviluppo della comunicazione via cavo.
Nelle vetrine prenderanno posto telegrafi e apparecchi telefonici di tutte le epoche.
La vetrina dedicata alla telegrafia è divisa in 6 epoche, corrispondenti alle diverse tecniche
utilizzate per il trasferimento del segnale elettrico tra la stazione trasmittente e quella
ricevente. Le epoche individuate e gli oggetti esposti per ogni epoca sono le seguenti:
1234-
Precursori e telegrafia sperimentale
Telegrafia Morse
Telegrafia rapida o celere
Telegrafia multipla
5- Telegrafia multipla e celere
6- Telescriventi
Nell’area dedicata all’apparecchio telefonico è esposta la collezione di apparecchi telefonici,
dalle prime sperimentazioni ad oggi.
Dal punto di vista espositivo i cimeli saranno raggruppati secondo un criterio tematico: il
tema portante è il telefono nella società e le modalità d’uso di questo nelle diverse epoche.
Questa scelta consentirà al visitatore comunque una lettura cronologica e l’analisi dei
passaggi significativi dell’evoluzione dell’apparecchio telefonico dal punto di vista del suo
funzionamento, dei materiali, della forma e delle tecniche di costruzione.
I temi individuati e i relativi periodi di riferimento sono i seguenti:
12345-
Dai laboratori all’industria. Sperimentazione e primi modelli industriali (1850-1880).
Il telefono per dare ordini: comunicazioni negli uffici (1880-1910).
Il telefono per fare quattro chiacchiere: l’apparecchio in casa (1920-1940)
Gli anni del boom: il telefono e la crescita economica (1950-1990).
L’era digitale: la telefonia cellulare, i servizi, internet.(1990-2004)
a.6. - Il trasferimento di immagini: dal pantelegrafo Caselli alla tv digitale
L’area ospita il prestigioso pantelegrafo Caselli, che già nella metà del ‘800 era in grado di
trasferire un’immagine a una distanza di oltre 500 Km.
La storia del trasferimento delle immagini comincia proprio in quegli anni.
Nella sezione viene rappresentata l’evoluzione di questa tecnologia, partendo dal
pantelegrafo fino ad arrivare ai moderni schermi al plasma, alla televisione digitale e alla
televisione interattiva on demand.
Oltre che nel suo aspetto tecnologico, attraverso proiezioni di filmati d’epoca, la televisione
è analizzata anche come fenomeno sociologico e di costume: negli anni passati strumento
di educazione e mezzo di informazione e socializzazione, oggi creatore di mode e di
modelli di comportamento, surrogato di rapporti sociali e familiari.
Da “Non è mai troppo tardi”, ai quiz di Mike Bongiorno, dall’informazione non-stop al
voyeurismo dei reality-show la televisione ha registrato – e talvolta influenzato – i
mutamenti della società italiana.
a.7 Archiviazione ed elaborazione dati
In progettazione. Apertura prevista 2006.
Aree di animazione
b.1. - Laboratorio “Elettricità, magnetismo e semi-conduttori”
Il pubblico affronta - sotto la guida di un animatore - esperimenti e fenomeni legati
all’elettrostatica, all’elettrodinamica, al magnetismo, all’elettromagnetismo, all’elettronica.
Utilizzando strumentazioni antiche e moderne, exhibit didattici, immagini, oggetti di uso
comune, il laboratorio permette un approccio interattivo ad un ramo della fisica
fondamentale per la molteplicità e l’importanza delle sue applicazioni tecnologiche e per le
implicazioni connesse alla nostra vita quotidiana.
b.2. – Laboratorio diffuso di telecomunicazioni
Accanto ai reperti più significativi, nella nuova sezione viene lasciato ampio spazio ad
exhibit e prodotti multimediali, così che il visitatore sia in grado di fruire interattivamente
le collezioni e i concetti sottesi ad esse.
Il laboratorio di telecomunicazioni attualmente ubicato in una zona centrale della sezione
viene quindi diffuso all’interno del nuovo allestimento, creando delle aree dove sia
possibile svolgere attività di approfondimento sui concetti scientifici alla base della
tecnologia esposta.
Il visitatore potrà cimentarsi con le seguenti attività di approfondimento didatticoscientifico:
Area 1. Modi e luoghi della comunicazione
1.1 Lo chiamerai ancora telefonino? Unificazione degli audiovisivi con telecomunicazioni ed
informatica.
Area 2. Le reti
2.1 Ruotare per comunicare. Il Palo ottico telegrafico.
2.2 Mille fili due mani . La centralinista e il telefono manuale.
2.3 Elettromeccanicamente… La Centrale di commutazione elettromeccanica.
2.4 Senza Fili. Tecnologie di ponte radio.
2.5 Luce per comunicare. Tecnologie di fibra ottica.
Area 3. Da Marconi al Broadcasting
3.1 Scariche per comunicare. Ricostruzione apparato Marconi a Coherer.
3.2 Orecchio magnetico. Ricostruzione Detector Magnetico.
3.3 Potenza dell’etere. Le proprietà delle onde elettromagnetiche.
3.4 I binari dell’informazione. Portante e modulante.
3.5 Costruisci la radio in 100 secondi. Elementi costruttivi di una radio ricevente.
Area 4. La sala dei trasmettitori
6.1 Dj anche tu! Simulazione di uno Studio di Broadcasting
Area 5. Telegrafo e telefono
5.1 Il suono diventa elettrico. Funzionamento dell’apparecchio telefonico (microfono e
altoparlante).
5.2 Telegrafista anche tu! Funzionamento del telegrafo Morse.
Area 7. Trasferimento immagini da Caselli alla televisione digitale
7.1 Luce e ingranaggi. Funzionamento del televisore meccanico di Baird.
7.2 Elettroni per l’immagine. Funzionamento del televisore elettronico.
7.3 Immagini e memoria. I formati della memoria video.
Aree di servizio
c.1. – Ufficio
All’interno della sezione è prevista la realizzazione di un ufficio destinato all’assistente di
sezione.
c.2. – Deposito
Poiché la sezione espositiva - nonostante le ampie dimensioni - non è in grado di
contenere tutti i reperti in deposito al Museo, occorre preventivare la realizzazione di un
luogo appositamente attrezzato, che soddisfi le normative vigenti in materia di
conservazione dei reperti, in cui gli oggetti non esposti trovino adeguato ricovero.
Si propone pertanto la realizzazione di un magazzino ubicato al termine della sezione, che
soddisfi i requisiti illustrati precedentemente. Tale ubicazione è funzionale all’eventuale
movimentazione dei pezzi in sezione.
Il magazzino potrà essere accessibile agli studiosi su appuntamento e previo accordo con
l’ufficio Conservatorato.