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Collezione di Telecomunicazioni del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci, Milano. Storia e formazione della collezione Questo paragrafo vuole analizzare la storia della formazione della collezione di oggetti afferenti al settore delle telecomunicazioni al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. La prima traccia della storia di questa collezione è individuabile nel telegramma che Guglielmo Marconi scrisse al futuro fondatore del Museo, Guido Ucelli di Nemi, in data 24 febbraio 1931. Negli anni trenta, in Italia, l’idea di un museo nazionale della scienza e della tecnica, capace di raccogliere ed esporre gli oggetti e i reperti delle grandi imprese tecniche e scientifiche nazionali, era soltanto un’idea, un’idea che nasceva dall’esempio degli altri paesi europei, in particolare Inghilterra e Germania, che già da qualche decennio avevano avviato questo processo di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio tecnico scientifico nazionale. Guglielmo Marconi, in qualità di presidente, dichiarò la piena adesione del Consiglio Nazionale della Ricerche (CNR) all’avviò del progetto per un Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica con sede a Milano, assicurando anche l’appoggio dell’Accademia d’Italia e il suo personale. Questa importante adesione, come vedremo, servirà da volano, non solo per la nascita del Museo milanese, ma gettò anche le basi per la formazione della collezione di oggetti di telecomunicazioni, essendo Marconi stesso uno dei pionieri di questo importante campo tecnico e scientifico. Il primo effetto positivo di questo interessamento diretto di Guglielmo Marconi si ebbe nell’ottobre del 1952 quando il direttore del CNR, prof. Gustavo Colonetti, donò al Museo gli oggetti storici provenienti dalla Mostra di Chicago del 1932 e dalla Mostra Leonardesca del 1939. Tra questi ricordiamo le importanti ricostruzioni dei Pantelegrafi Caselli e i primi telefoni di Meucci. Nel frattempo, il 15 febbraio 1953, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, grazie alla grande caparbietà del suo fondatore Guido Ucelli di Nemi, venne inaugurato nella prestigiosa e restaurata sede del convento degli Olivetani in via San Vittore. Le sezioni aperte al pubblico erano ancora poche ma si continuava a lavorare alla raccolta delle grandi macchine industriali e alla costruzione di nuovi edifici per ospitarle, che renderanno in pochi anni il Museo milanese uno dei più grandi musei europei. Quello stesso anno veniva acquisita la collezione del Museo Civico Navale del comune di Milano, tra cui molti telegrafi, telefoni e apparecchi per radiotelegrafia. Tra il 1953 e il 1956, anche il contributo dei privati e degli appassionati di telecomunicazioni risultò fondamentale. Con la supervisione dell’ingegner Franco Soresini, profondo conoscitore della storia delle telecomunicazioni e consulente del Museo fin dalla sua fondazione, in quegli anni arrivarono al Museo importanti oggetti tra cui le importanti collezioni del sig. Mario Franzi (1953), del cavaliere Donner Flori (1954), del sig. Gnesutta (1955), della ditta Bertoli (1954), del sig. Ercole Pagani (1955) e dell’ingegner Aurelio Beltrami (1954). Si può immaginare, in quegli anni, una fervida attività di raccolta e di interesse intorno al museo, che, in particolare per la collezione delle telecomunicazioni, portò in quegli anni più di 500 oggetti storici, tra telefoni, radio, telegrafi e televisori. Lo stesso Ingegner Guido Ucelli donò al museo un cimelio regalatogli direttamente da Guglielmo Marconi negli anni ’30: l’importante ricostruzione del primo detector magnetico del 1902 costruito in una scatola di sigari. Anche l’ingegner Soresini contribuì personalmente all’arricchimento della collezione, sia con importanti donazioni, sia, soprattutto, dirottando verso il museo un camion contenete due televisori e una telecamera del 1938 della Magneti Marelli (azienda per cui lavorava) destinati alla rottamazione, che ancora oggi sono considerati come pezzi faro della collezione. Finalmente il 10 ottobre del 1956, grazie anche alle ultime donazioni delle società Radiomarittima e Italo Radio del 1955, si poté inaugurare al pubblico la Sala Marconi e le sezioni Radio e Telecomunicazioni. Nel 1957 un’altra importante donazione arricchì la collezione, infatti la famiglia Magni donò gli strumenti del laboratorio dove Francesco Magni eseguì le sue importantissime esperienze sulle onde elettromagnetiche. Ma fu una donazione avvenuta nel 1970, da parte un’azienda importante nel campo delle telecomunicazioni a segnare maggiormente la storia della collezione e a dare avvio ad un nuovo progetto di esposizione al pubblico: fu la SIT SIEMENS a donare numerosi oggetti di telefonia, commutazione telefonica e telegrafia e ad inaugurare nel 1971 la sala omonima, dedicata a telegrafia e telefonia. Dal 1952 al 1970 arrivarono al Museo circa mille oggetti afferenti al mondo e alla storia delle telecomunicazioni, frutto di donazioni private, di aziende e di istituti di ricerca. Dopo il 1970 si deve ricordare ancora un importante evento, si tratta della donazione Rai, che fra gli altri cimeli fece arrivare al Museo la seconda stazione trasmittente per radiodiffusione lombarda della potenza di 150 kW che aveva sede a Siziano (PV). Interpretazione ed esposizione della collezione dal 1956 al 2004 La collezione di oggetti afferenti al mondo e alla storia delle telecomunicazioni del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano è esposta al pubblico dal 10 ottobre 1956. In questi cinquant’anni, l’area espositiva ha subito diversi riallestimenti di cui vogliamo rendere conto in questo paragrafo. 10 ottobre 1956, inaugurazione de La sala Marconi e delle sezioni Radio e Telecomunicazioni. E’ interessante notare come in questa prima esposizione al pubblico la collezione sia stata interpretata e quindi divisa in 3 aree tematiche: l’area dedicata a Marconi, l’area dedicata alle comunicazioni radio e l’area dedicata alle telecomunicazioni. Leggendo il catalogo e analizzando gli oggetti esposti nelle diverse aree dell’esposizione, risulta evidente come, stranamente, con il termine telecomunicazioni, contrariamente alla definizione conosciuta oggi, si intendesse solo la comunicazione su filo, quindi solo telefonia e telegrafia e come Marconi, invece, venisse trattato come fuori dai filoni storici, cioè come personaggio a sé stante. Infine vi era una sala dove erano esposti oggetti eterogenei della comunicazione radio, accomunati solo per utilizzare le onde elettromagnetiche per comunicare. Così in questa sala erano esposti: televisori, radar, radio militari, trasmettitori di broadcasting, etc. Gli oggetti erano esposti praticamente senza pannelli di approfondimento o corredo iconografico, spesso non erano nemmeno tutelati da vetrine o distanziatori. Questo tipo di allestimento lascia pensare che il target a cui ci si riferiva era di esperti o di appassionati, con conoscenze già acquisite sugli oggetti esposti e con il rispetto per gli oggetti stessi. Estate 1971, come abbiamo già detto, nel 1970 una grossa ed importante donazione da parte dell’azienda privata SIT SIEMENS portò nell’anno successivo ad inaugurare la sala delle telecomunicazioni SIT SIEMENS. Anche in questo caso con il termine telecomunicazioni si intendeva soltanto la telegrafia e telefonia. Nell’allestimento cominciano ad apparire i primi esempi di ricostruzione al vero di impianti di telecomunicazioni (vedi figura) e aumentano le informazioni a testo anche se rimangono molto tecniche e per un target di esperti o appassionati. Vi è inoltre l’utilizzo di apparati funzionanti, exhibit hands on, utilizzabili direttamente dai visitatori. Nel 1974 e nel 1995 furono svolti due nuovi interventi sull’area espositiva; il primo riguardava l’inaugurazione della sala dedicata a radio e televisione e alla celebrazione di Francesco Vecchiacci, vero pioniere nell’utilizzo dei ponti radio, soprattutto in campo televisivo; il secondo voleva celebrare il centenario dei prime esperimenti marconiani svolti a Pontecchio (BO) nel 1895. Di particolare rilievo nell’intervento del 1995 è l’introduzione del laboratorio didattico dedicato alle telecomunicazioni in cui i visitatori possono svolgere, accompagnati da un animatore, esperienze e attività di approfondimento alla visita alla collezione storica. Nuova interpretazione ed esposizione: progetto museologico 2004 La sezione espositiva dedicata alle telecomunicazioni è situata nell’edificio monumentale al termine della Galleria Leonardo Da Vinci. Con la realizzazione di un ampio soppalco, l’intera area copre una superficie di quasi 1000 metri quadri. Il nuovo allestimento prevede sette aree tematiche. Attraverso l’evoluzione di alcuni fondamentali mezzi di comunicazione e di “calcolo” esse permetteranno al visitatore di comprendere come si sia giunti ai più recenti ritrovati tecnologici ed allo sviluppo dell’odierna società fondata sulla comunicazione globale. Accanto alle aree espositive sono presenti spazi di approfondimento e di animazione scientifica, oltre alle indispensabili aree di servizio. a - Aree espositive Area Area Area Area Area Area Area 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Modi e luoghi della comunicazione. Le reti Da Marconi alla radiodiffusione Telegrafo e telefono La sala delle emittenti radiofoniche Trasferimento delle immagini: da Caselli alla tv digitale Archiviazione ed elaborazione dati. b - Aree di animazione 1- Laboratorio Elettricità, magnetismo e semi-conduttori. 2- Laboratorio diffuso a fruizione autonoma di telecomunicazioni (hands on). c - Aree di servizio 1- Ufficio 2- Deposito Progetto museologico 1- Non solo telecomunicazioni ma Information comunication technology (ICT). La riqualificazione della sezione telecomunicazioni consente una ridefinizione più ampia del suo significato e dei suoi contenuti. Il tema delle telecomunicazioni, pertanto, viene qui inteso in senso più ampio come lo sviluppo della comunicazione e dell’informatica attraverso differenti strumenti tecnici. Tale impostazione consente di integrare all’interno della sezione espositiva strumenti di comunicazione e strumenti da calcolo ed elaborazione dati, con uno sguardo sul panorama tecnologico e scientifico degli ultimi secoli ed in particolare del Novecento. Accanto agli apparati più tradizionali (telegrafi, telefoni, fax, radioricevitori, ecc.) troveranno così posto le macchine da analisi e da calcolo, i sistemi per la memorizzazione di dati, suoni, immagini, le nuove tecnologie portatili e palmari. 2 – Tecnologia, scienza e società Il nuovo progetto museologico intende mostrare come la tecnologia sia il prodotto della relazione fra scienza, tecnica e società. Pertanto nel nuovo allestimento saranno ospitati non soltanto gli apparati e i reperti storici, ma saranno illustrati anche i fenomeni scientifici su cui tali apparati si basano (attraverso exhibit hands on) ed i rapporti di reciproca influenza (feed back) tra società e oggetti esposti. Si evidenzierà l’impatto che l’uso di tali oggetti ha prodotto sulla società che per prima li ha utilizzati e, viceversa, le modalità con cui la società ha spesso ridefinito tali applicazioni ed il loro uso. 3 - Convergenza In questi anni si sta assistendo ad una convergenza di diversi ambiti tecnologici; informatica, comunicazione, audiovisivi e multimediali. Il nuovo allestimento deve saper evidenziare questo fenomeno. 4 – Il progetto EST Il rinnovo della sezione dedicata alle telecomunicazioni rientra nell’ambito più ampio della realizzazione del Progetto EST (Educare alla Scienza e alla Tecnologia) promosso e sostenuto da Fondazione Cariplo. Il Progetto Est vede coinvolte le scuole elementari e medie della regione Lombardia e prevede la realizzazione presso il Museo di corsi di aggiornamento per insegnanti, nuovi laboratori dedicati alle Biotecnologie ed alla Robotica, nonché il rinnovo dell’area espositiva e interattiva deputata alle telecomunicazioni. Progetto museografico 1. I perché di una scelta L’attuale esposizione comprende due aree disomogenee per argomento, impostazione, allestimento. Una prima area presenta ancora l’allestimento originale del 1971 ed illustra lo sviluppo delle telecomunicazioni a partire dal telegrafo ottico fino all’avvento del telefono ed alle sue applicazioni fino agli anni settanta. La parte finale della sezione, dedicata alla televisione, negli scorsi anni è stata smantellata per lasciare posto al laboratorio dedicato all’elettricità ed al magnetismo, determinando così una lacuna storica e concettuale. Si tratta di un allestimento labirintico, datato e non in linea con le attuali normative di sicurezza. La seconda area è stata ristrutturata nel 1995 in occasione delle celebrazioni marconiane dedicate al centenario della prima trasmissione radio. Celebra la figura di Guglielmo Marconi e le sue invenzioni e dedica ampio spazio al fenomeno delle onde-radio ed alle sue diverse applicazioni. Occorre pertanto: - unificare le differenti aree della sezione espositiva - aggiornare il corredo museografico, adeguandolo alle mutate esigenze normative - integrare i reperti esposti - integrare aree interattive ed aree espositive - inserire nuove tecnologie. 2. Criteri generali Il nuovo allestimento prevede: - una diminuzione dei reperti esposti a vantaggio di una loro maggior valorizzazione - la realizzazione di un nuovo corredo didascalico bilingue - la realizzazione all’interno delle differenti aree espositive di punti di approfondimento adeguatamente segnalati ed ospitanti prodotti multimediali (touch screen, video e audio diffusi), che non soltanto consentano diversi livelli di approfondimento delle tematiche, ma dimostrino in situ ed operativamente l’importanza delle nuove tecniche e tecnologie di comunicazione - la contestualizzazione dei reperti mediante fotografie, filmati e testimonianze d’epoca - la possibilità da parte del pubblico di una fruizione più attiva e coinvolgente dell’esposizione, mediante l’inserimento in sezione di exhibit di tipo hands on a fruizione autonoma. - l’esposizione di tecnologie moderne e di avanguardia. Aree espositive a.1. - Modi e luoghi della comunicazione. Nell’area modi e luoghi della comunicazione si vuole evidenziare il rapporto strettissimo che si stabilisce tra tecnologia e società. La tecnologia delle telecomunicazioni investe oggi sia la sfera pubblica che la sfera privata della società e le ultime analisi sociologiche di questo rapporto hanno messo in evidenza che non si tratta di un processo lineare e sequenziale ma di complicati feed back (o cammini di retroazione). Analizzare tutti questi feedback, in particolare quello tra società e prodotti (strumenti di comunicazione) è l’obiettivo di questa prima area. Si presenteranno i modi e i luoghi della comunicazione in cinque diverse epoche storiche. Verrà messo in evidenza non soltanto l’apparato tecnico utilizzato per la comunicazione (che verrà analizzato nelle aree successive) ma il punto di vista del fruitore e della società che lo ha per prima adottato. Viceversa, sia analizzerà come le diverse “società” hanno permesso e agevolato l’introduzione di questo sistema tecnologico. L’allestimento, con immagini e filmati, rende evidenti le modalità, le motivazioni, i luoghi della comunicazione nel tempo e il loro cambiamento. Gli strumenti analizzati sono: - telegrafo telefono radio e il televisore apparecchi portatili apparecchi digitali L’allestimento e la grafica di questa sezione consentono sia una fruizione autonoma delle singole epoche, sia una lettura cronologica dello sviluppo degli strumenti di comunicazione qui ospitati. a.2. - Le reti L’uomo ha da sempre sentito la necessità di comunicare a distanza. Prima dell’ottocento ciò avveniva attraverso mezzi rudimentali, poi, dopo la conquista dell’elettromagnetismo, i mezzi sono diventati dei veri e propri strumenti tecnologici sofisticati. Ma la conquista di mezzi tecnici non è tutto nella storia delle telecomunicazioni, infatti, da un’attenta analisi storica dei diversi strumenti utilizzati dall’uomo a questo scopo (telegrafo ottico, telegrafo elettrico, telefono manuale e automatico), si osserva che: una volta pronta la tecnologia per trasmettere e ricevere informazione a distanza, sono emersi una serie di problemi legati all’organizzazione del sistema necessario per garantire il servizio a grandi popolazioni di utenti. In ciascun caso, nelle soluzioni adottate per superare questi problemi possiamo rintracciare il tentativo, più o meno consapevole, di organizzare il sistema in una struttura a rete. L’obiettivo di quest’area è mostrare come nella tecnologia di telecomunicazioni hanno grandissima importanza le infrastrutture costruite per rendere diffuso il servizio ad un grande numero di utenti e non soltanto l’invenzione di un nuovo media di comunicazione. a.3. - Da Marconi alla radiodiffusione La storia della radio e la figura di Guglielmo Marconi sono inscindibili. Ma allo stesso tempo Marconi e la radio, come la conosciamo noi oggi, sono due realtà differenti. Marconi si muove all’interno di una logica di comunicazione uno a uno, mentre la radio come strumento di broadcasting è il primo esempio di comunicazione di massa, cioè da uno a tanti. Per questo i due temi vengono trattati nella stessa area ma segnalando la dovuta separazione tra questi due mondi. Si espongono la prima generazione di radio marconiane (1895–1900: scintilla + coherer), i brevetti di sintonia (1900) e la seconda (1902-1915: scintilla + detector magnetico), quest’ultima sviluppatasi soprattutto in ambito professionale (marino, assicurativo, ecc.). Si affronta poi lo sviluppo - autonomo rispetto all’industria marconiana - della radio commerciale dal 1920 ai giorni nostri, attraverso l’esposizione delle radio riceventi di diverse epoche, mentre gli apparati di trasmissione verranno esposti nella sala dei trasmettitori. a.4 – La sala delle emittenti radiofoniche In questa area verranno esposti gli impianti di trasmissione di diverse generazioni: apparati militari per la TSF; primi trasmettitori privati per radiodiffusione (Donner Flori 1923); grosse strutture pubbliche come l’imponente impianto dell’EIAR del 1932 e infine trasmettitori e impianti di radio private. La sala è divisa in aree tematiche per raccontare le fasi del broadcasting in Italia: 12345- Dalla TSF alla radiotelefonia (1910-1920) I radioamatori e i primi impianti di broadcasting (1920-1925) Gli impianti pubblici e il modello statale (1925-1970) Le radio libere e un nuovo modello (1970-2004) Le radio digitali e on-line (1990-2004) a.5 – Telegrafo e telefono In quest’area verrà esposto in modo cronologico lo sviluppo della comunicazione via cavo. Nelle vetrine prenderanno posto telegrafi e apparecchi telefonici di tutte le epoche. La vetrina dedicata alla telegrafia è divisa in 6 epoche, corrispondenti alle diverse tecniche utilizzate per il trasferimento del segnale elettrico tra la stazione trasmittente e quella ricevente. Le epoche individuate e gli oggetti esposti per ogni epoca sono le seguenti: 1234- Precursori e telegrafia sperimentale Telegrafia Morse Telegrafia rapida o celere Telegrafia multipla 5- Telegrafia multipla e celere 6- Telescriventi Nell’area dedicata all’apparecchio telefonico è esposta la collezione di apparecchi telefonici, dalle prime sperimentazioni ad oggi. Dal punto di vista espositivo i cimeli saranno raggruppati secondo un criterio tematico: il tema portante è il telefono nella società e le modalità d’uso di questo nelle diverse epoche. Questa scelta consentirà al visitatore comunque una lettura cronologica e l’analisi dei passaggi significativi dell’evoluzione dell’apparecchio telefonico dal punto di vista del suo funzionamento, dei materiali, della forma e delle tecniche di costruzione. I temi individuati e i relativi periodi di riferimento sono i seguenti: 12345- Dai laboratori all’industria. Sperimentazione e primi modelli industriali (1850-1880). Il telefono per dare ordini: comunicazioni negli uffici (1880-1910). Il telefono per fare quattro chiacchiere: l’apparecchio in casa (1920-1940) Gli anni del boom: il telefono e la crescita economica (1950-1990). L’era digitale: la telefonia cellulare, i servizi, internet.(1990-2004) a.6. - Il trasferimento di immagini: dal pantelegrafo Caselli alla tv digitale L’area ospita il prestigioso pantelegrafo Caselli, che già nella metà del ‘800 era in grado di trasferire un’immagine a una distanza di oltre 500 Km. La storia del trasferimento delle immagini comincia proprio in quegli anni. Nella sezione viene rappresentata l’evoluzione di questa tecnologia, partendo dal pantelegrafo fino ad arrivare ai moderni schermi al plasma, alla televisione digitale e alla televisione interattiva on demand. Oltre che nel suo aspetto tecnologico, attraverso proiezioni di filmati d’epoca, la televisione è analizzata anche come fenomeno sociologico e di costume: negli anni passati strumento di educazione e mezzo di informazione e socializzazione, oggi creatore di mode e di modelli di comportamento, surrogato di rapporti sociali e familiari. Da “Non è mai troppo tardi”, ai quiz di Mike Bongiorno, dall’informazione non-stop al voyeurismo dei reality-show la televisione ha registrato – e talvolta influenzato – i mutamenti della società italiana. a.7 Archiviazione ed elaborazione dati In progettazione. Apertura prevista 2006. Aree di animazione b.1. - Laboratorio “Elettricità, magnetismo e semi-conduttori” Il pubblico affronta - sotto la guida di un animatore - esperimenti e fenomeni legati all’elettrostatica, all’elettrodinamica, al magnetismo, all’elettromagnetismo, all’elettronica. Utilizzando strumentazioni antiche e moderne, exhibit didattici, immagini, oggetti di uso comune, il laboratorio permette un approccio interattivo ad un ramo della fisica fondamentale per la molteplicità e l’importanza delle sue applicazioni tecnologiche e per le implicazioni connesse alla nostra vita quotidiana. b.2. – Laboratorio diffuso di telecomunicazioni Accanto ai reperti più significativi, nella nuova sezione viene lasciato ampio spazio ad exhibit e prodotti multimediali, così che il visitatore sia in grado di fruire interattivamente le collezioni e i concetti sottesi ad esse. Il laboratorio di telecomunicazioni attualmente ubicato in una zona centrale della sezione viene quindi diffuso all’interno del nuovo allestimento, creando delle aree dove sia possibile svolgere attività di approfondimento sui concetti scientifici alla base della tecnologia esposta. Il visitatore potrà cimentarsi con le seguenti attività di approfondimento didatticoscientifico: Area 1. Modi e luoghi della comunicazione 1.1 Lo chiamerai ancora telefonino? Unificazione degli audiovisivi con telecomunicazioni ed informatica. Area 2. Le reti 2.1 Ruotare per comunicare. Il Palo ottico telegrafico. 2.2 Mille fili due mani . La centralinista e il telefono manuale. 2.3 Elettromeccanicamente… La Centrale di commutazione elettromeccanica. 2.4 Senza Fili. Tecnologie di ponte radio. 2.5 Luce per comunicare. Tecnologie di fibra ottica. Area 3. Da Marconi al Broadcasting 3.1 Scariche per comunicare. Ricostruzione apparato Marconi a Coherer. 3.2 Orecchio magnetico. Ricostruzione Detector Magnetico. 3.3 Potenza dell’etere. Le proprietà delle onde elettromagnetiche. 3.4 I binari dell’informazione. Portante e modulante. 3.5 Costruisci la radio in 100 secondi. Elementi costruttivi di una radio ricevente. Area 4. La sala dei trasmettitori 6.1 Dj anche tu! Simulazione di uno Studio di Broadcasting Area 5. Telegrafo e telefono 5.1 Il suono diventa elettrico. Funzionamento dell’apparecchio telefonico (microfono e altoparlante). 5.2 Telegrafista anche tu! Funzionamento del telegrafo Morse. Area 7. Trasferimento immagini da Caselli alla televisione digitale 7.1 Luce e ingranaggi. Funzionamento del televisore meccanico di Baird. 7.2 Elettroni per l’immagine. Funzionamento del televisore elettronico. 7.3 Immagini e memoria. I formati della memoria video. Aree di servizio c.1. – Ufficio All’interno della sezione è prevista la realizzazione di un ufficio destinato all’assistente di sezione. c.2. – Deposito Poiché la sezione espositiva - nonostante le ampie dimensioni - non è in grado di contenere tutti i reperti in deposito al Museo, occorre preventivare la realizzazione di un luogo appositamente attrezzato, che soddisfi le normative vigenti in materia di conservazione dei reperti, in cui gli oggetti non esposti trovino adeguato ricovero. Si propone pertanto la realizzazione di un magazzino ubicato al termine della sezione, che soddisfi i requisiti illustrati precedentemente. Tale ubicazione è funzionale all’eventuale movimentazione dei pezzi in sezione. Il magazzino potrà essere accessibile agli studiosi su appuntamento e previo accordo con l’ufficio Conservatorato.