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STORIE DI CURA E ASSISTENZA. OSA VISTA DA OPERATORI E ASSISTITI Il Centro diurno semiresidenziale raccontato dalla Responsabile sanitaria Felicia Carletto “Mi ha colpito il rapporto che si è instaurato tra operatori e assistiti. Basta uno sguardo per capirsi!” 44 OSA NEWS “L e porto un caffè o preferisce un ginseng”? Si chiama Simona la ragazza con sindrome di Down che serve ai tavoli e prende le ordinazioni. Ci troviamo al bar “Baraonda” all’interno del Centro diurno semiresidenziale di Via Majorana gestito da OSA. “Si tratta di un bar speciale - ci spiega la Responsabile Sanitaria del Centro Felicia Carletto - nato dall’idea di alcuni operatori per dare la possibilità ai ragazzi ospiti della struttura di simulare una condizione di vita quotidiana nell'ambito delle attività di gruppo, stimolando sia l’aspetto socializzante che quello riabilitativo. Il nome, invece, è stato scelto proprio dai ragazzi che sono coinvolti in modo attivo all’interno del bar: c’è chi prepara il caffè o il cappuccino, chi serve ai tavoli, chi sta in cassa, altri si siedono ai tavolini come normali clienti. Il locale non è aperto al pubblico ma abbiamo cercato di ricreare il più possibile l’atmosfera di un vero bar con gli strumenti a nostra disposizione. Nell'allestimento non abbiamo coinvolto i ragazzi perché con le loro disabilità vanno facilmente in ansia. Anche la scelta di chi può partecipare a questa attività è stata fatta in relazione alla capacità che hanno i ragazzi di gestire situazioni di questo tipo”. Questa è solo una delle tante attività che il Centro offre ai propri ospiti, alcuni dei quali sono cresciuti dentro questa struttura ancor prima che fossero presi in carico dalla Cooperativa. OSA gestisce direttamente il ramo d’azienda ex art. 26 dal novembre 2011: si occupa quindi del Centro semi-residenziale in via Majorana, di un ambulatorio nel territorio della ASL Roma B dove prevalentemente arrivano bambini e fa assistenza domiciliare a pazienti con problematiche neuromotorie. Il Centro offre un servizio di tipo semiresidenziale dove gli utenti sono assistiti dalle ore 8.18 alle ore 15.30. Nell'arco di queste ore vengono forniti diversi interventi che secondo la normativa regionale fanno parte della ‘riabilitazione in regime estensivo o di mantenimento'. Attualmente gli utenti presenti sono 49, di tutte le fasce d'età, tra cui un solo minore, accomunati dalla stessa condizione clinica, la disabilità intellettiva. Tutti i progetti riabilitativi vengono seguiti da una equipe multidisciplinare che comprende molte figure professionali: dallo Psicologo all’assistente sociale, dal fisioterapista, al terapista occupazionale. TRENTANNI INSIEME Presso il centro è anche presente una dietista che si occupa di controllare la dieta degli utenti con problemi alimentari e un’educatrice specializzata in musicoterapia. Un discorso a parte meritano gli Assistenti. “Alcuni di loro – sottolinea la Carletto sono qui da tanti anni, hanno cresciuto questi ragazzi, sono ‘invecchiati’ insieme a loro e sono riusciti, nel tempo, ad instaurare un rapporto fatto di comprensione reciproca e grande affetto. Sono rimasta molto colpita dalla capacità degli assistenti di comprendere i ragazzi, i problemi e le necessità che manifestano anche senza parlare. A volte basta un semplice sguardo per capirsi. C’è Daniele che capisce subito se Teresa (la nostra coordinatrice) è arrabbiata e sa trovare il modo per farla sorridere, e poi Viviana, lei non parla, un giorno ci ha portato tutti nella palestra del centro e ci ha impartito una lezione di ginnastica. Oppure Antonio che ti viene incontro dicendoti: 'dottorè quanto sei bella!' e riesce a portare il buon umore anche nelle giornate più difficili”. Per quanto riguarda le attività di gruppo l’obiettivo è quello di favorire l'integrazione e la relazione con gli altri, il confronto e il rispetto del prossimo. “Gli utenti - racconta la Carletto sono divisi per gruppi classe a seconda del grado di disabilità e di autonomia: gruppo Arcobaleno, Puzzle, Sole”. C'è il laboratorio di informatica, di attività creativa dove si fanno disegni e sculture, il laboratorio di musicoterapia, di cucina, di logopedia e quello di fotografia. Attraverso la macchina fotografica ai ragazzi viene insegnato come osservare l’ambiente che li circonda e come catturare con gli scatti particolari o situazioni che destano la loro curiosità e attenzione. “Personalmente come medico riabilitatore sono molto soddisfatta. Abbiamo riscontri positivi da parte dei ragazzi e i risultati si vedono. All’interno del gruppo ci sono due ragazzi con una grave tetraparesi, nonostante non siano in grado di muoversi, se non con piccoli movimenti delle mani, riescono a cogliere delle cose interessanti che immortalano indicando all’operatore cosa fotografare. In questo modo riusciamo a scoprire il loro modo di vedere la vita e le cose ed è bellissimo! A settembre esporremo le nostre foto al mercato Testaccio, dove il gruppo ha scattato moltissime foto all’interno del progetto 'Con i miei TRENTANNI INSIEME occhi' e ha fatto amicizia con i venditori e i clienti abituali. Da un punto di vista riabilitativo il percorso fatto sinora è importantissimo perché ha stimolato diverse aree, dall'attenzione all'autostima, dalla gratificazione alla socializzazione, dal problem solving alle competenze adattive”. Ma le uscite all’aperto non finiscono qui. Infatti, tutti i giorni gli utenti escono a gruppi di 3-4 persone, alternandosi, per favorire l’integrazione con il territorio e la natura, e per dare loro la possibilità di fare attività concrete come andare al supermercato per comprare i colori che servono per il laboratorio di disegno o in biblioteca ad esempio a vedere o prendere in prestito materiale didattico e ricreativo. Un altro momento molto importante della vita del centro è il soggiorno estivo terapeutico, i ragazzi vengono portati per due settimane in una località balneare. Per loro si tratta di una vera e propria vacanza, senza trascurare l’aspetto riabilitativo. “È un'esperienza sociale indispensabile per loro, ma anche per gli assistenti, che la vivono come un grande momento di condivisione. Sono cose difficili da descrivere ma è bellissimo vedere i ragazzi che si aiutano tra loro e sono felici di partecipare, ognuno con le proprie capacità, ad organizzare le attività della giornata. Questa per noi è una ricompensa che ha un valore inestimabile”. A conclusione dell’intervista abbiamo chiesto alla direttrice Carletto di fare gli auguri alla Cooperativa per i suoi 30 anni. Ecco il suo messaggio. “Mi auguro che OSA possa implementare questo tipo di servizio per garantire ai nostri pazienti un’assistenza sempre più completa e di eccellenza. La Cooperativa ha mostrato una sensibilità particolare verso le problematiche degli utenti del centro di via Majorana. Riconosciamo ad Osa che, nonostante la normativa vigente preveda un rapporto OSS/utenti di gran lunga inferiore rispetto agli alti livelli di assistenza che noi offriamo , non ha mai guardato il mero aspetto economico ponendo in primo piano la qualità del servizio e la sicurezza degli utenti. Il mio augurio è che la sensibilità e la professionalità dimostrata da OSA in questi lunghi anni di servizi venga riconosciuta dagli organi competenti affinché si possa continuare ad offrire agli assistiti un servizio di qualità”. OSA NEWS 45