Intervista a Micol Fontana e a Rosita Ciprari, sua collaboratrice

Transcript

Intervista a Micol Fontana e a Rosita Ciprari, sua collaboratrice
Intervista a Micol Fontana
e a Rosita Ciprari, sua collaboratrice
Fondazione Micol Fontana, Roma, 15 aprile 2008
A cura di Isabella Orefice
Il Progetto Archivi della Moda del ’900 vuol far emergere le
eccellenze della moda e dell’artigianato nel settore della
moda: Biella, Venezia, Napoli...
Tante, ma tante eccellenze. Ad esempio, i merletti di Venezia.
Noi ci siamo rifornite a Venezia anche per il vestito da sposa
per Margaret Truman. Sono andata a Venezia per comprare il
merletto che doveva essere originale e antico. E poi le sete di
Como che hanno smosso tutto il comparto tessile con gli
stampati. Noi abbiamo dei quadri di pittori di cui abbiamo
fatto una mostra; sono venuti gli stampatori di Como per
riprodurre i modelli fatti. Ne abbiamo due soli, ma insomma.
Le sartorie maschili napoletane che avevano una certa classe; i
coralli di Torre del Greco. Avevo una casa a Positano e
passavo spesso da Torre del Greco, che luogo incantevole!
Quante cose belle ci sono in Italia, che sono buttate! E voi
giovani non sapete cosa vi perdete, perché questi tesori non
sono stati conservati, preservati. Perché non trovate
documentazione nelle altre case di moda? Perché è andata al
macero…
Ad esempio, la Casa di moda Battilocchi…
Le Battilocchi hanno fatto vestiti per la regina Elena e da loro
ha lavorato anche mia sorella.
Cosa si potrebbe trovare di queste sartorie storiche?
Davvero non le so dire. Però bisogna parlarne, cercare gli
eredi. Credo che non esista più niente. Ad esempio, Casa
Ventura si è spostata in Francia. Sono sempre tentativi
comunque da fare.
Questo è ciò che tentiamo di fare per cercare di dare vita
ad un patrimonio che potrebbe andare totalmente perduto.
Segreteria ANAI Via Giunio Bazzoni, 15 00195 Roma
tel/fax 06-37517714
[email protected]
www.anai.org
Progetto “Archivi della Moda del ‘900”
[email protected]
[email protected]
A Roma quindi negli anni Cinquanta-Sessanta c’erano tante sartorie,
che atmosfera si viveva?
Quando si facevano i défilé eravamo chiaramente dei competitori; ognuno
cercava di superare l’altro. Ma questo è niente. Lo abbiamo fatto con la
Francia, con l’America… Mi ricordo di un défilé nel 1950; era al Waldorf
Astoria di New York, con Balmain: sulla pedana, prima lui e poi io, una
sarta italiana e un sarto francese. Alla fine del défilé ci hanno chiamato sul
palco e lui splendido, che parlava un inglese perfetto, e io che non
balbettavo neanche una parola in inglese. Ho detto subito che non sapevo
parlare l’inglese. È inutile far finta, si sente. Quando abbiamo fatto questo
défilé, hanno chiesto: chi è che sa vestire meglio le donne, i sarti o le sarte?
E lui subito disse: «Noi sarti uomini sappiamo come vogliamo le donne
vicino». E io ho replicato che assolutamente non condividevo il suo
pensiero: e’ nato un cortese “battibecco”. Non lo dimenticherò mai!
Secondo lei, dei sarti francesi chi era davvero geniale?
È difficile dirlo. Christian Dior è stato uno che ha fatto epoca. Uno che mi
piaceva molto era Jacques Fath.
Avevate rapporti con loro?
No. Eravamo sempre in lotta, in competizione. Non era mica una
passeggiata!
Quindi la lotta c’era con la Francia, ma non con l’America…
Io ho lottato contro la Francia in America, perché avevo Balmain come
“rivale”. E dopo il défilé andai a Hollywood.
Viaggiava molto…
Sono andata in America 95 volte. Quest’anno mi hanno dato la laurea ad
honorem. Non mi sono mancate le onorificenze. Sono stata ricevuta alla
Casa Bianca. Non mi manca niente. Ringrazio Iddio, dal momento che non
è stato facile.
Quindi lei, rispetto alle altre sorelle, si occupava della diffusione del
vostro marchio; lei era quella che viaggiava… E le sue sorelle?
La più grande, Zoe, si occupava della pubblicità; Giovanna si occupava del
laboratorio; era la meno mondana, molto operativa. Tutte comunque
eravamo operative. Discutevamo sempre, ma le discussioni le facevamo in
dialetto. Avevamo il nostro trucco, la nostra lingua.
Segreteria ANAI Via Giunio Bazzoni, 15 00195 Roma
tel/fax 06-37517714
[email protected]
www.anai.org
Progetto “Archivi della Moda del ‘900”
[email protected]
[email protected]
(Rosita Ciprari) Quando le si sentiva parlare in dialetto, era il segnale che
bisognava allontanarsi.
Avete conservato lettere o documentazione delle tante relazioni con le
vostre clienti?
Avrò qualche lettera di Margaret Truman, di Ava Gardner… bisogna
cercarle.
Forse le ha a casa sua, dove abita?
Abito in un residence per signore anziane ai Parioli, in cui sto bene.
Ha conservato appunti, diari, promemoria?
Sì, ma non credo che a voi interessino… forse dovete chiedere alla signora
Ciprari…
(Rosita Ciprari) Non so… Credo che quando c’è stata la fase della
riduzione degli spazi, alcune cose siano andate perdute. Da quando
abbiamo creato la Fondazione, abbiamo spazi minimi.
Quanti abiti avete conservato?
Abbiamo 250 abiti, sono tutti conservati in questa Fondazione assieme a
figurini, ricami e tanto altro materiale che costituiscono in nostro prezioso
Archivio Storico. Il mio sogno è quello di poterlo custodire in un Museo
tutto nostro!
(Rosita Ciprari) In effetti è un discorso aperto; siamo in attesa di una Sede
più consona per esporre adeguatamente tutto il Patrimonio e continuare le
tante attività didattiche e culturali della Fondazione.
(Micol Fontana) Io dico sempre loro: «Guardate che io non ho tempo da
aspettare». Non è uno scherzo. Non mettiamo limite agli anni, ma grazie a
Dio c’è chi decide…
Ci sono abiti che le ricordano qualcosa di particolare?
Beh, l’abito da sposa di Linda Christian, che ora è inscatolato; vi faccio
vedere soltanto le foto. Lo tireremo fuori solo se ci danno il Museo. È
delicatissimo ed è difficile ritrovare i materiali per restaurarlo.
Segreteria ANAI Via Giunio Bazzoni, 15 00195 Roma
tel/fax 06-37517714
[email protected]
www.anai.org
Progetto “Archivi della Moda del ‘900”
[email protected]
[email protected]
Il periodo più bello della sua vita?
Quando sono andata in America per la prima volta, quando ho esposto a
Washington sempre negli anni Cinquanta. In quell’occasione sono stata a
casa dei Truman per vestire da sposa Margaret. Sono andata anche alla
Casa Bianca con Dwight Eisenhower: ho la foto con dedica.
Ci andò con una delle sorelle?
Sempre da sola, accompagnata dalla segretaria, la signora Stern, una donna
americana che mi aiutava anche per l’inglese. Una volta mi capitò a pranzo
che mi domandassero cosa gradissi; credevo di aver un po’ imparato
l’inglese, e quindi ho subito esclamato “kitchen”, invece volevo dire
“chicken”. Lo ricordano ancora! Comunque abbiamo avuto per dieci anni
un ufficio a New York, sulla Quinta Avenue, gestito da una signora che
aveva la funzione di rappresentarci.
Dov’era questo ufficio?
All’Hotel Plaza. Ci ho dormito tante volte.
Segreteria ANAI Via Giunio Bazzoni, 15 00195 Roma
tel/fax 06-37517714
[email protected]
www.anai.org
Progetto “Archivi della Moda del ‘900”
[email protected]
[email protected]