La Commissione europea promuove l`azione del governo Renzi

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La Commissione europea promuove l`azione del governo Renzi
Aperiodico – n°15/61 – 3 marzo 2015
Italia – La Commissione europea promuove
l’azione del governo Renzi
 La Commissione europea ha stabilito che
l'Italia non rientrerà nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi, anche se il
livello del debito pubblico "non è in linea
con i valori di riferimento" europei.
 Il governo italiano aveva avvisato la Commissione sui rischi connessi con un
aggiustamento di bilancio coerente con la
regola del debito, che avrebbe fatto ricadere
l'Italia in recessione, con un effetto controproducente sulla finanza pubblica.
una diminuzione del tasso di crescita della spesa
pubblica superiore a quanto richiesto da Bruxelles.
L'impatto positivo dell'avanzo primario (2% del PIL
nel 2013) sull'evoluzione del debito è stato
annullato dall’impatto negativo della crescita reale
(1,9 per cento del PIL), amplificato dall’inflazione
debole. L'assistenza finanziaria ai paesi in crisi e il
rimborso degli arretrati delle amministrazioni
pubbliche hanno anche pesato sull'evoluzione del
debito, che il governo prevede in aumento (da
127,9% del PIL nel 2013 a 132% nel 2016 ).
 Bruxelles ha inoltre dichiarato che l'Italia ha
attuato delle riforme strutturali favorevoli
alla crescita e al miglioramento della sostenibilità della finanza pubblica nel medio
termine.
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 Questo è un primo successo per il governo
Renzi, che mantiene una maggioranza
confortevole, ma ancora fragile.
0
% PIL
Italia : contributi alla variazione del
debito pubblico
5
-5
Evitare un effetto boomerang
Le autorità italiane attendevano con serenità la
relazione della Commissione europea sul programma di riforme e gli squilibri macroeconomici. La prima valutazione sullo stato della
finanza pubblica, la legge di stabilità per il 2015 e il
programma nazionale di riforme, nel novembre
2014, aveva individuato una deviazione dal percorso di aggiustamento previsto per il saldo strutturale
e per il debito pubblico. L'Italia ha potuto
negoziare un aggiustamento strutturale del
deficit pubblico di 0,3 punti di PIL, inferiore a
quello inizialmente richiesto di 0,5 punti.
Tuttavia, la Commissione europea ha chiesto ulteriori informazioni sulle ragioni di tale scostamento,
nonché sull'impatto atteso dalle riforme. La
situazione economica molto sfavorevole, che si
traduce in un gap ancora molto negativo nel 2016
(-2% dopo -4,3% nel 2013), ha giocato a favore di
tale decisione. Proprio come l’ambizioso aggiustamento di bilancio effettuato nel 2012 e nel 2013
(2,4 punti accumulati di PIL), che hanno permesso
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2011
2012
2013
Crescita PIL
Avanzo primario
2014
2015
2016
Tassi d'interesse
Stock flows
Fonti : MEF, Crédit Agricole S.A.
L'Italia non rispetta quindi la regola del Fiscal
Compact (una riduzione annuale pari a
1/20esimo del divario rispetto al tetto massimo
fissato al 60% del PIL) nel 2015 e, molto
probabilmente nel 2016. L'Italia è già " sorvegliato speciale " della Commissione. Dal 2014 si è
classificata nella categoria 5 della classifica sugli
squilibri macroeconomici, poco prima del livello 6
che innesca una procedura per gli squilibri
eccessivi. Tale classificazione richiede un'azione
politica decisa e un controllo specifico da parte
della Commissione. Gli unici altri paesi membri
dell'UEM inclusi in tale categoria sono la Francia, il
Belgio ed il Portogallo.
Italia : La Commissione europea
promuove l’azione del governo Renzi
Paola MONPERRUS-VERONI
[email protected]
In una recente lettera alla Commissione
europea, il Ministro delle Finanze Padoan ha
evidenziato i rischi di aggiustamento di bilanco
in linea con la regola sul debito. L’aggiustamento di bilancio necessario nel 2015
sarebbe infatti del 1,7% del PIL. Praticarlo
farebbe precipitare l'Italia in recessione, con un
effetto controproducente sulle finanze pubbliche : il rapporto debito / PIL salirebbe al 133% nel
2016 (invece del 132% ottenuto in assenza di
aggiustamento).
% PIL
Italia : debito pubblico
134
132
130
128
126
124
122
120
2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Aggiustamento previsto nelle legge di stabilità
2015
Aggiustamento secondo la regola del debito
Fonti : MEF, Crédit Agricole S.A.
Questi argomenti hanno pesato fortemente sul
parere della Commissione, che si è impegnata in
un processo d’interpretazione più flessibile delle
regole europee, utilizzando il margine di manovra
lasciato dai trattati. L'incertezza associata alle
negoziazioni in corso con la Grecia ha
probabilmente influenzato la volontà della
Commissione di non alimentare ulteriori tensioni.
Ma altri fattori hanno giocato a favore dell’Italia,
come ad esempio la relativa debolezza del debito
privato, ma anche il basso livello del debito
pubblico contingent (fuori bilancio) (51,6% del PIL,
vicino al 52,4% della Francia e inferiore al 144%
della Germania).
Il motore del cambiamento è ben avviato
La decisione della Commissione saluta in
particolare l'impegno del governo Renzi nel
processo di riforma strutturale dell'economia
italiana. Il ritmo delle riforme strutturali attuate dalla
primavera è senza precedenti e non trova simili
nelle altre grandi economie dell'UEM. Le riforme si
sono concentrate più nell’ambito istituzionale che
economico :
 L'abolizione dell'elezione diretta del Senato
la riduzione del numero dei senatori (da 315 a
100) ridurrà il costo della politica e segnerà la
fine del bicameralismo perfetto permettando
di accelerare il processo legislativo.
 L'introduzione della nuova legge elettorale
prevede un sistema proporzionale, con l'elezione a doppio turno, e un premio di maggioranza. Alcuni aspetti sulla soglia di ammissibilità
e sul premio restano ancora da decidere, ma è
già chiaro che questa riforma migliorerà la
stabilità e la governance.
 La suppressione del livello amministrativo
provinciale permette di ridurre il costo della
politica. La riforma dell'articolo 5 della
Costituzione elimina la concorrenza di competenze tra lo Stato e le regioni in riportando
queste ultime al livello dello Stato. La riforma
riduce l'incertezza sulla distribuzione delle
competenze e realizza delle esternalità sui
progetti infrastrutturali e di rete.
 La riforma della giustizia riguarda principalmente la giustizia civile, con l'obiettivo di
ridurre la durata dei processi, aumentare l'efficienza dei tribunali, riducendone il numero e
con l'introduzione di tribunali commerciali
specializzati, di ridurre il contenzioso con l'introduzione meccanismi di risoluzione delle controversie.
 Il Decreto "Sblocca Italia" riorienta 10 miliardi di
investimenti verso le infrastrutture (autostrade,
ferrovie), di cui 3,8 miliardi di nuove spese, con
lo Stato che si sostituisce alle regioni per
accelerare i cantieri.
 Job’s Act: la riforma del mercato del lavoro
introduce un contratto unico con un grado
di protezione crescente con l’anzianità e
permette il decentramento della negoziazione salariale per ridurre il divario tra salari
e produttività.
 Le misure di flessibilità del mercato del lavoro
sono state accompagnate da una riduzione del
costo del lavoro con la piena deducibilità del
costo del lavoro dall’IRAP e con la riduzione
degli oneri contributivi sui nouvi contratti a
tempo indeterminato.
I giudizi forniti dagli osservatori internazionali sulle
riforme sono stati molto positivi. L'OCSE stima
l'impatto sul livello del PIL al 3,4% in cinque anni,
includendo le riforme dei governi precedenti (nel
2012 e nel 2013) sulle professioni e le utilities.
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Qualche ostacolo persiste sulla via delle
reforme
Recentemente, al momento dell'elezione del
Presidente della Repubblica, il Presidente del
Consiglio Renzi è riuscito a cementare sia l’ala
sinistra del suo partito che il partito di estrema
sinistra (Sel). Ha anche consolidato la
maggioranza di governo il Nuovo Centro Destra
(NDC) che ha accettato il candidato della sinistra.
Ma questa vittoria non è definitiva. L'ala sinistra del
suo partito in cambio del sostegno per il presidente, vuole riaprire i negoziati su alcuni aspetti
controversi delle riforme. Creando una divisione
nel partito di Berlusconi (FI), tra alcuni membri
che non hanno seguito le istruzioni di voto del
partito, costringe Berlusconi ad assumere une
posizione di dura opposizione alle riforme, al fine di
compattare il partito in vista delle prossime elezioni
regionali. La rottura tra il centro-destra e la destra
di Berlusconi potrebbe ricomporsi all'avvicinarsi
della scadenza elettorale. Renzi potrebbe trovarsi di fronte ad una maggioranza risicata, se
riemergessero i dissensi interni al suo partito.
Gli ultimi sondaggi attribuiscono a Renzi il 37,2%
delle intenzioni di voto (5,4% agli altri partiti di
sinistra), 3% ai suoi alleati di governo centristi
(NDC). Il partito di Berlusconi riunisce solo il 12,4%
dei voti, la Lega Nord il 15,1% ed il movimento di
Beppe Grillo (5SM) il 20,1%. 
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