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ATTUALITÀ 15
Giovedì 6 novembre 2014 il Giornale
SVOLTA Sfida alla tradizione islamica nel Paese dei talebani
Cristiana e contro il burqa
È la nuova first lady afghana
Libanese maronita, Rula Ghani ha studiato a Parigi e ha un passato da giornalista
Del velo pensa: «È come un paraocchi». E promette di infondere coraggio alle donne
Fausto Biloslavo
Unafirstladycristiana,inAfghanistan, non si era mai vista.
Ancorpiùseimpegnatapubblicamente a fianco del marito, il
nuovo presidente Ashraf Ghani,percambiareilPaesecominciando dalle donne vessate.
RulaGhani,cristianamaronita, è la bano aval, la moglie del
capo delle stato insediato a fine
settembreaKabul.«Diohadeciso di farmi nascere in una famigliacristiana.Non succedeogni
giorno che una libanese sposi
un afghano. Penso che pure in
questo c’è la mano di Dio» dichiara la signora Ghani quando
le viene chiesto della religione.
L’Afghanistan,patriadeitalebani, è un paese rigorosamente
musulmano,bigotto,chepreferisce il gentil sesso chiuso in casa e imprigionato nel burqa.
«Vorrei infondere alle donne il
coraggiodifarequalcosapermigliorarelelorovite»hadichiarato la first lady in una recente intervista alla Bbc.
Sulla sessantina, si presenta
inpubblicoconunleggerovelo,
solitamente una sciarpetta di
Hermès, che le copre solo una
parte dei capelli. Zeenat Karzai,
la moglie del predecessore di
Ghani,vivevanell’ombrarelegata nel palazzo presidenziale di
Kabul.Rula,findallacampagna
elettorale, si è presentata a fianco del marito e talvolta ha preso
la parola per invitare a votarlo.
Una vera e propria rivoluzione,
che ha subito scatenato l’ira dei
talebani e pesanti critiche del
cleromusulmanopiùconservatore. I seguaci di mullah Omar
hanno minacciato di morte la
coppia presidenziale. Maulavi
HabibullahHasham,predicatore della moschea Badh Bala di
Kabul ha sibilato: «Non l’ho vista abbracciare l’islam. Penso
chela sua missione è convertire
il nostro popolo al cristianesimo».Lafirstladyfaspallucceda-
vantiaquesteassurditàehapreferito per l’8 marzo, in piena
campagna elettorale, arringare
migliaia di donne a Kabul.
Il vero colpo di scena è arrivato il giorno dell’insediamento
delnuovopresidente.Ghanisiè
portatolamoglieel’hapubblicamenteelogiataperlavittoriasol-
levando un rumoreggiare sorpreso fra i barbuti notabili islamici invitati alla cerimonia.
Notizie non confermate hanno rilanciato frasi forti che la
first lady avrebbe pronunciato
commentando la legge francese contro il velo: «Il burqa e ilniqab impediscono alle donne di
IL PREMIER PAKISTANO
«Nessuna pietà per i killer dei cristiani»
«Nessuna pietà» per i colpevoli dell’eccidio di due cristiani, bruciati
vivi martedì da una folla infuriata di musulmani in un villaggio nel
Punjab. È quanto ha assicurato il primo ministro pakistano, Nawaz
Sharif,che ha condannato il dupliceomicidio definendolo «un crimine inaccettabile». «Uno Stato responsabile non può tollerare che resti impunito un linciaggio pubblico», ha dichiarato il primo ministro.
Sharifhaquindisottolineatocheilgovernohaildoveredi«proteggere le minoranze del Paese da violenza e ingiustizia» e promuovere
«l’armonia tra le varie religioni».
muoversi e vedere. Sono come
dei paraocchi». Vero o falso che
sialastoriadiRulaGhanièquella di una donna cosmopolita.
Nel 1968 era a Parigi nel prestigioso istituto di studi politici
Sciences Po in piena contestazione.Unafotoscoloritadeltempo la ritrae con una camicetta
GIÀ NEL MIRINO
La coppia presidenziale
ha ricevuto
minacce di morte
sbarazzina ed una folta coda di
cavallo. Al suo rientro a Beirut
haconosciutoilfuturomaritoall’Università americana. E ha lavorato pure come giornalista
con l’agenzia France Presse.
La first lady afghana non si è
maiconvertita,ancheseevitadi
ostentare la sua fede cristiana a
Kabul. «Sono stata immediatamente accettata della famiglia
di mio marito - racconta Rula Parlo arabo, che è la lingua del
Corano».AllafinedeglianniSettanta la coppia si è trasferita negliStatiUniti,dovesonocresciutiiloroduefigli,TarekeMariam,
che fa l’artista a New York. «Sono orgogliosi del loro retaggio ha dichiarato la first lady - ovverodiesserelibanesi-americaniafghani».
I rivali politici del marito, come il potente governatore del
nord, Mohammed Atta, hanno
fatto circolare sui social media
unacaricaturadiGhanicheprega in una chiesa e accusato la
mogliediessereunaspiadiIsraele. Solo nel 1920 re Amanullah, che traghettò l’Afghanistan nel mondo moderno, osò
mostrareinpubblicolasuaconsorte Soraya attratta dai costumioccidentali. Sette anni dopo
imullahlocostrinseroall’esilio
attaccandolo anche sul piano
personale a causa della regina
«disinibita».
LafirstladycristianadiKabul
camminasulfilodelrasoionella sfida alle forze integraliste
della società ben radicate nel
paese,soprattuttonelleareerurali. «Il mio desiderio più grande è ottenere maggior rispetto
perledonneedillororuolonella società» ha annunciato. La
moglie del presidente continuaasmentirlo,maperl’Afghanistan sarebbe una vera e propria rivoluzione.
ASCESA
Rula Ghani,
nata in Libano
ma ex
studentessa
di Sciences Po
a Parigi e poi
giornalista
per France
Presse. Ora
che ha circa
sessant’anni
è diventata la
first lady
d’Afghanistan,
dopo la
vittoria del
marito Ashraf
(nella foto il
secondo a
destra) spera
di cambiare le
cose. Ce la
farà?
SECONDO «FORBES»
Putin è il politico
più potente del 2014
Ma loda Stalin
Mentre guadagna per il secondo anno consecutivo il titolodiuomopiùpotentedelmondo, Vladimir Putin si lancia in
unelogio nostalgico dellostalinismo. «È difficile dire se noi
avremmo potuto vincere la
guerracontrolaGermanianazista se il potere di allora non fosse stato anche implacabile», ha
detto il presidente russo in un
incontro al Museo di storia di
Moscaconstudentieinsegnanti.Poisièchiesto:«Èqualisarebbero state le conseguenze se
avessimo perduto? Catastrofiche!».
Nella classifica di Forbes intantoilnuovozarbatteObama:
«NessunodefinirebbePutinun
bravo ragazzo - si legge - ma in
quantoincontrastato,imprevedibile e incontrollabile capo di
unapotenzanucleareediungigante energetico, nessuno può
definirlo un debole».
GERUSALEMME
Terroristadi Hamas
in auto sulla folla:
un morto e 13 feriti
Hamas ha rivendicato in un
comunicato l’attentato di ieri
mattina a Gerusalemme, in cui
un uomo, poi abbattuto dalla
polizia,allaguidadiunfurgone
hainvestitoungruppodipedoni uccidendone uno e ferendone 13. L’attentatore, Ibrahim
Akari,48anni,membrodelmovimentodiresistenza islamico,
eraresidenteaShuafat,quartiere a est di Gerusalemme.
«Ibrahim Akari - si apprende
dal comunicato diffuso da Hamas - è l’eroe che ha compiuto
l’attacco a Sheikh Jarrah, a Gerusalemme. Il nostro eroe ha
agitopervendicarel’attaccoalla moschea di al-Aqsa e i martiri del popolo palestinese». Secondo il primo ministro israeliano Benjamyn Netanyahu
«l’attentato condotto mediante un investimento stradale è
una conseguenza diretta delle
parole di Abu Mazen e dei suoi
partner di Hamas».
Allarme sociale Emergenza immigrazione sulla Manica
Caos clandestini, Calais chiama la polizia inglese
La Francia chiede al Regno Unito
di inviare i propri agenti di polizia a
Calais per frenare l’ondata di immigrati illegali che si riversano quotidianamente nella città nel nord della Francia, di fronte alle coste della
GranBretagnaenelcuiportocisono
2500 immigrati illegali. A perorarela
causa è il ministro degli Interni francese Bernard Cazeneuve, secondo
cuilasolapresenzadiforzedell’ordine britanniche potrebbe dissuadere
gli immigrati in arrivo e convincerli
che sia «impossibile attraversare il
Canale».
Il ministro ha fatto sapere alla Bbc
chehaavutoehaancorainprogramma diversi incontri con i vertici del
governo britannico, compreso il suo
omologoilministrodegliInternibritannico Theresa May, per discutere
Hollande in difficoltà chiede aiuto al governo di Sua Maestà
della questione e chiedere aiuto agli
inglesi. «Ci sono stati duri negoziati
traiduegoverniehoavutodiversiincontri con il ministro May per trovare una soluzione a questo tremendo
problema», ha spiegato Cazeneuve.
Dobbiamo trovare vie d’uscite condivise per essere efficienti. Saremmo molto soddisfatti se potessimo
cooperare con le autorità britanniche».
Eppure la richiesta di collaborazione sembra destinataa essere respinta. Così almeno si evince dalle paroledelsottosegretarioagliInternibritannico James Brokenshire, che ha
replicato a Parigi sostenendo che la
Gran Bretagna «non ha nessuna in-
tenzione di vedere la propria polizia
operare sul suolo francese». Parole
inequivocabili: «La sicurezza in
Francia è una questione che riguar-
da il governo francese, ma quello
chestiamodiscutendoconleautoritàfrancesiècomepossiamomandare un messaggio chiaro a coloro che
IN FUGA
Centinaia
di immigrati
provenienti
da Siria,
Afghanistan,
Eritrea
e varie parti
dell’Africa
si riversano
ogni mese
a Calais, nord
della Francia
potrebbero decidere di cimentarsi
nella traversata del Canale spiegando che il nostro sistema di welfare è
forte e non si può venire qui solo per
chiedere sussidi».
Ad aver sollevato il problema nei
giorni scorsi è stato il sindaco di Calais, Natalie Bouchart, che ha anche
minacciato di bloccare il porto nell’estremo tentativo di convincere il
Regno Unito ad agire al fianco della
Francia per cercare di controllare e
arginare il flusso di migranti provenienti da Paesi sconvolti da guerra e
fame come l’Eritrea, l’Etiopia, il Sudan e la Siria. Secondo il primo cittadinodiCalais,ilwelfaresarebbeuna
delle prime ragioni per cui molti di
questi migranti vogliono entrare in
Francia e poi eventualmente raggiungere la Gran Bretagna.
La Gran Bretagna ha già dato 12 milionidisterline(pocopiùdi15milioni di euro) per potenziare le misure
di sicurezza nel porto.